Nel Medioevo e con la caduta dell’impero Romano si perde qualsiasi collegamento con il
teatro greco e romano che vine condannato dai padri della chiesa per idolatria(visto che
nasce per le festività di Dioniso) e per un uso inappropriato del corpo.
In questo periodo in cui l’istituzione teatrale si fa confusa si può parlare di teatralità diffusa,
in cui rimane un eredità dei singoli.
Di questa teatralità diffusa fanno parte i Giullari, che sono dei performers che si sono
specializzati per sopravvivere.
I padri della chiesa non vedevano di occhio buono queste figure e le accusano di essere
girovagus, vanus e turpis e quindi per un luongo periodo di tempo non riescono ad inserirsi
in società.
nel 1300, un vescovo fa una classificazione dei vari tipi di giullari,quelli che contraffano il
proprio corpo, camuffandosi, quelli che che prendono in giro il prossimo offendendolo e
dicendo cose obrobriose nei suoi confronti, entrambe queste categorie verrano ancora
respinte dalla chiesa, ma emerge anche il tipo di giullare che racconta e celebra la vita di
santi e principi per rallegrare lo spirito della popolazione e sara questa tipologia di giullare ad
essere rivista dai padri della chiesa perdendo quelle vecchie accuse di essere
girovagus,turpis e vanus.
Dramma Liturgico
L’altro aspetto della teatralità Medievale nasce all’interno della liturgia, che era un rito con
forti espressioni spettacolari.
La rappresentazione iniziava con il canto Tropo, il più antico conosciuto il Quem queritas.
Il canto veniva cantato dei preti che stavano celebrando il rito ed erano loro il nuclo
drammatico che si sviluppava attorno all’altare .
Nel primo abbozzo i preti che stavano svolgendo il rito impersonificavano le pie donne al di
fuori della tomba di Gesù, poi con il tempo l’aspetto teatrale si è sempre di più migliorato ed
espanso.
Pian piano si sviluppa una trama narrativa all’interno di questo canto, diventando una
rappresentazione teatrale.
Con lo sviluppo di questo nucleo drammatico e diventando sempre più complesso, questa
rappresentazione si stacca dal rito, venendo rappresentato al di fuori della chiesa, ma
rimanendo sempre nel tema sacro, e viene conosciuta come sacra rappresentazione.
La Scra rappresentazione tratta sempre di temi della Bibbia, ma essendo fuori dal rito,
permetto l’usodella lingua volgare e queste rappresentazioni vengono organizzate da delle
associazioni.
In queste rappresentazioni l’espressione è affidata alla mimica ed al gesto, non alla parola e
la recitazione doveva sempre rimanere sul tono umile.
Più tardi nel 1400, anche artisti come Brunelleschi si cimentano nella rappresentazione di
sacre rappresentazioni, con le sue rappresentazioni l’unità narrativa non viene più affidata
allo spostamento del pubbblico, ma al legame che hanno tra loro le varie edicole, si
ricordano del Brunelleschi le rappresentazioni dell’Annunciazione in San Felice 1430 ed in
Santissima Annunziata 1439.