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Lezione n° 11 del 08.10.

2014
Sbobinatore: Roberta Barone
Docente: Prof. Menna Giovanni
Argomenti: Vienna - Wagner

L'altro paradigma: il Ring di Vienna


Nella lezione precedente: L'emulazione Haussmanniana in Europa e Il Plan Cerdà per Barcellona
L'imitazione del piano di Haussmann si diffonde in molte città europee, riconducendosi il più delle volte a
parziali modifiche dell'assetto esistente. Come nel caso di Budapest e Stoccolma, due città con un contesto
geografico molto differente. Il modello che è stato adoperato a Bruxelles è quello che forse più si avvicina
alla Parigi di Haussmann. Poi vi è il caso dell'Italia, con Torino, Firenze, Roma e Napoli. I risvolti
principali sono quelli che riguardano la legge dell'esproprio, lo sventramento, l'edificazione di nuove piazze
e nuove strade, e la zonizzazione classista con la creazione di nuovi quartieri e nuovi isolati residenziali.
Il caso del piano di ampliamento di Barcellona, redatto da Idelfonso Cerdà, si basa sulla proposta di
innovazione tipologica dell'isolato urbano, con la nuova strutturazione in settori, distretti, quartieri, isolati e
blocchi. I punti principali riguardano il modulo ippodameo (ordinamento a scacchiera), la condizione
centripeta del territorio verso il cuore della città e gli isolati a corte aperta anzi che chiusa.

[n.d.s.: non si capisce bene cosa sta dicendo]...alcune esperienze, come del resto noi vediamo a Parigi, che è
stato come abbiamo visto il modello, diciamo, più applicato nel corso di tantissime varianti, come nel caso
dell'Italia... Questo avviene sempre, in ogni ambito, particolarmente nella storia dell'urbanistica, cioè il
piegare il modello alla specificità delle attuazioni dirottesche che talvolta sono articolati e talmente
caratterizzati che non sempre riescono a garantire l'applicazione fedele di uno schema al modello di
riferimento. Abbiamo visto appunto Parigi, e alcuni modelli. Ieri ci siamo anche soffermati, (scusate .. se è
diverso)? perché Parigi era stato concesso di nuove attualizzazioni di espansione attraverso la trasformazione
dell'esistente con un grande piano di lavori che hanno cambiato l'antisignana struttura urbana preesistente,
quindi si era intervenuto nel tessuto storico largamente stratificato, altro è il caso di Barcellona che fu un
piano di espansione di fare una sorta di città di fondazione (di nuova città di fondazione) di grandissime
dimensioni che poi si va a riallacciare al nucleo di sistemi… [n.d.s.: non si capisce affatto la fine della frase]
Dunque Barcellona e Parigi.

Oggi invece ci spostiamo a Vienna che pure propone tantissimi studi di interesse. Vienna sarà la città forse
più studiata quest'anno, insieme a Parigi e alle città tedesche, perché contiene una serie di attitudini di
interesse culturale sia in ambito architettonico sia in ambito urbanistico sia in ambito del movimento artistico
che vede appunto in questa fase cruciale del sud d'Europa, cioè stiamo parlando della seconda metà dell' '800
e in particolare su tutti e tre i decenni del '900, quindi 10 e 15 anni del '900, diciamo non c'è nessun'altra
capitale europea che insieme a Parigi sia stata in grado di esprimere, in ogni campo (quindi non solo in
architettura, urbanistica e arte ma anche in campo letterario, nella meccanica, in campo filosofico, medico,
scientifico, ecc), è stata in grado di esprimere appunto contributi che hanno poi formato la cultura del '900, il
nostro modo di concepire la cultura del '900 e il nostro modo di essere, se pensate per esempio a questo che
ha avuto la più grande rivoluzione del '900, che è stata la psico-analisi che di fatto ha spiegato la dimensione
dell'essere che fino a quel momento era appena intuita e nel caso taciuta. Comunque al di là di questa cosa...

Vienna! Ah vi stavo dicendo: perché Vienna? Perché proprio Vienna? Perché Vienna era la città del più
grande impero, il più grande stato nazionale che alla fine dell' '800 si sia presentato sulla scala internazionale,
era l'Impero Austro Ungarico. Era soprattutto uno stato molto potente dal punto di vista militare e i suoi
territori comprendevano buona parte dell'Europa, come anche Trieste che era il porto principale dell'Impero
Austro Ungarico, e poi buona parte dell'Europa slava e un po' il nord Italia. Tra l'altro comunque la dinastia
è stata la più longeva del mondo, cioè stiamo parlando della dinastia degli Asburgo, che si era insediata nel
1278, quindi è la più antica dinastia d'Europa a capo del più potente stato militare.. è qualcosa che sembrava
succedeva nella cultura viennese, sembrava qualcosa che potesse non finire mai.

Iniziamo questa nostra chiacchiera. Dunque su Vienna.


Vienna ha un origine romana. Le radici di Vienna non sono certe ma sono sicuramente da collocare nell'iter
romano. [n.d.s.: non capisco cosa dice] Poi in virtù proprio della sua posizione strategica, cioè la penisola
italiana, la Germania e poi tutta l'area orientale, si è sviluppata una vasta area di commercio che è diventata
una destinazione molto ambita. [Fa riferimento all'immagine della diapositiva 3]

Vienna
L'Altstadt e la cinta medievale
ristrutturata nel 1533

Questa è un immagine successiva


al 1533. Perché che cosa accade?!
Nel medioevo questa città molto
ricca, tra l'altro scusate favorita
anche nel commercio dalla
presenza del Danubio, che è
questa straordinaria via d'acqua
che attraversa l'Europa, nel
medioevo questa città si consolida,
si raccoglie attorno alla bellissima
cattedrale di Santo Stefano, uno
degli esempi più interessanti e
importanti di tutta l'area europea,
e poi si fa città muraria, anche se
questa che vedete, infatti, è
quella appunto del 1533.
Questa cinta muraria medievale
viene rifatta, consolidata, spostata

in nuovi ambiti territoriali, viene accennata con questo sistema di bastioni e speroni ... Questo viene ad
attuarsi nel XVI secolo in relazione alle nuove tecniche che farà cambiare disegno alla conformazione e alla
struttura di tutte le città.
Ovviamente, essendo una città molto ricca, diventa subito popolata e questo pregiudica anche problemi,
anche perché a un certo punto [e qui fa riferimento all'immagine della diapositiva 1]
1704: Linenwall
A ridosso dell'antica cinta: il Glacis (da 800 a 1400): proprietà indivisa e demaniale

..questa è un'altra veduta che si riferisce a una situazione di due secoli dopo più o meno; nel 1704 viene
costruita questa “Linenwall”che è un'altra cinta più esterna, questa qui la vedete?, si vede cioè un tronco qui
molto più grande della precedente.. perché viene fatta questa cosa? Perché al di fuori delle mura c'era questa
grande fascia di, diciamo di rispetto, come si dice, vedremo dopo, e poi tutta questa fascia che era una fascia
dove non si poteva costruire, era una fascia che doveva essere libera e si cominciò a sviluppare dei borghi
fuori dalle mura che cominciarono a crescere, ovviamente sempre in assenza di un disegno o di piante, e
quindi a un certo punto essendo diventata insostenibile la situazione dentro le mura, perché lo spazio ormai
era saturo (perché la città era cresciuta su se stessa) e non disponendo della bella pietra che abbiamo noi a
Napoli che è il tufo (che ha consentito invece a Napoli, che pure era bloccata dalle paludi a est , e dalle cinte
delle colline a nord e a ovest e dal mare al sud, Napoli è dovuta crescere moltissimo all'interno di una
superficie diciamo sostanzialmente ridotta proprio perché è dovuta crescere in altezza e ha potuto farlo
perché il materiale a disposizione era il tufo, che oltre a essere un materiale estremamente lavorabile è molto
leggero, e quindi ha consentito di poter crescere in altezza e anche di resistere con successo, diciamo, ai
fenomeni sismici, che nella nostra terra sono stati ricorrenti). Dunque, a Napoli in questa fase nel '600, nel
'700, anche prima, il viaggiatore che arrivava, se arrivava via nave, rimaneva colpito moltissimo da queste
case molto alte, riferiscono elevati contorni ..ehm proprio perché appunto c'erano queste condizioni.

Tornando a Vienna; quindi a un certo punto questo spazio qui viene inglobato all'interno della fascia muraria
però in maniera molto disordinata. E qui c'è scritto: “Glacis”. Che cos'è questo “Glacis”? “A ridosso
dell'antica cinta”, che è questa, c'era questa fascia che era una fascia pubblica, di volontà pubblica,
“demaniale”, che si chiamava “Glacis”. Diventerà un, questo vuoto, questa sorta di cuscinetto tra vena più
antica e tratto rinascimentale, diventerà un fulcro del progetto di ? Qui abbiamo dei dati [si riferisce alla
seconda diapositiva] a un certo punto nel 1857, quando le situazioni, come vi dicevo, all'interno della città
sono insostenibili, il nucleo (il nucleo si chiama in tedesco “Altstadt”, che è un termine delle città antiche,
che si adopera non solo per Vienna ma per tutte le città, diciamo, che presentano una fortificazione a partire
da un nucleo di insediamento originario).. vi dicevo dal 1857 si decide finalmente di demolirlo. Come si
decide? In seguito ad un concorso internazionale per il piano di ampliamento generale di Vienna del 1858, a
cui parteciparono più di 80 progettisti. [Riferimento alla diapositiva 2] Questo concorso vede tre vincitori
(cioè tre progetti di vincitori), che sono F. Stache, L. Foster, e una coppia di progettisti E. Van der Null e A.
Siccard von Siccardsburg. (non vi preoccupate non li chiedo all'esame ma è bene che voi li conosciate)
Questi tre vincitori, diciamo che è una vittoria come si dice persa, impropria. E allora che cosa si fa? Un
architetto esterno al progetto (questo architetto Lohr) viene incaricato, ha il compito, di armonizzare le tre
proposte. Quindi tre vincitori, soluzioni che hanno dei punti in comune vengono integrati in un unico
progetto. A questa azione progettuale diciamo consultiva si aggiunge poi un contributo progettuale, a
garantire meglio il controllo anche dell'industria, e di una commissione ministeriale, quindi c'è un'iniziativa
municipale, ma c'è anche un controllo di livello più alto (statuale) con il ministero. E qual è l'ampliamento?
Ecco qui si vede in questa carta la situazione subito prima della ricostruzione [n.d.s: penso che si riferica o
alla prima immagine o alla seconda], si vede benissimo la cinta muraria antica, si vede la forma un po'
caotica e il Glacis, vedete questo spazio molto isolato, questo spazio che è come un isolotto, e poi questa
parte qui vede appunto nell'arco di 150 anni i nuclei isolati si erano congiunti secondo un disegno irregolare
e si legge anche il profilo dell'inurbamento.
Ultimo termine sul quale vorrei tornare, questo ripeto è il Glacis. Tutta questa parte qui, cioè il Glacis = la
cinta, si chiama format(?), eccolo qui.. questo è fuori tanto per intenderci.

Qual è il piano di Vienna? [ora si riferisce all'immagine della diapositiva 4, l'ho messa sotto]
Questo è una parte del piano.. Tutta questa parte è il profilo più o meno che aveva la città muraria e abbattute
le mura, l'antico e il nuovo. [n.d.s: avrà fatto un paragone tra immagini] Nello spazio ricavato
dall'abbattimento delle mura e del Glacis (che era la fascia appunto) viene realizzata la cosiddetta
RINGSTRASSE, o anche il RING (= anello). È in realtà una sorta (io lo definisco più che un gigantesco
boulevard) di un lungo varco lineare che si snoda appunto in tutta la fascia dell'antica cinta muraria. Perché
un grande varco lineare? Perché con la Ringstrasse si vedrà appunto la presenza di parchi e di giardini.
Dunque immaginatevi un boulevard ma privo di quelle cortine, di quei prospetti che si affacciavano sui
boulevard. È in realtà un grande viale, è una spianata, sul quale vengono poi collocati i giardini, parchi
pubblici, monumenti e soprattutto edifici pubblici che devono essere di servizio per tutta la città (che ha
bisogno di modernizzarsi) e soprattutto devono esprimere il raccordo anulare più importante d'Europa. E
sono edifici sia quelli del potere (gli edifici del governo, gli edifici dei ministeri) oppure sono edifici religiosi
(la nuova grande cattedrale) oppure sono edifici dei grandi musei (musei di storia naturale, musei della storia
di Vienna) oppure i grandi teatri dell'opera. Si tratta di grandi edifici che hanno questo duplice scopo:
ravvicinare e modernizzare il funzionamento complessivo della città e di esprimere il rango a cui si doveva
appartenere.

Questo progetto si configura quindi come quello che è stato definito “l'altro paradigma” Qual era il
paradigma? Parigi. L'altro paradigma è Vienna, che viene sviluppata appunto sul Ring. Tra l'altro questo
Ring ha anche un'altra funzione importantissima, ne ha molte, ha anche una funzione decisiva il sistema di
circolazione binaria di tutta la città, che si estende dal nord al sud, funziona un po' da tangenziale, nel senso
stretto del termine, cioè di percorso tangente al nucleo più antico che consentiva quindi, con grandissima
rapidità, di spostare persone, cose, merci. E poi su questo grande anello si andavano a indicare quegli
interventi che avevano la forma di ricucire questi interventi portuali che erano stati fatti nel corso del '600 e
'700; quindi aveva un ruolo di connessione tra l'antica Vienna (la Vienna del passato) e la Vienna del futuro.
Questa che vedete è una foto che vi fa capire che cos'è quindi questo Ring. Anche immaginarlo come molto
di più di un viale perché in realtà si apre continuamente in grandi piazze. Accanto una foto d'epoca in cui si
vede cosa accade. Certamente un volto ottocentesco, sono edifici alti, edifici residenziali alto-borghesi e in
basso le case della vecchia Vienna che resistono in maniera commovente, in maniera estrema, alla
demolizione e le grandi ragioni della modernizzazione, quindi l'oggettiva esigenza di intervenire a un certo
punto e dall'altro lato la resistenza del mondo spesso degli intellettuali, degli artisti o anche dei nostalgici che
vedono spazzare via la città.

E Gottfried Semper è stato un grande maestro dell'architettura ottocentesca eppure anche Semper a un certo
punto ritiene giusto intervenire in maniera decisa nel cuore della città storica e dall'altro lato Camillo Sitte
che invece è l'interprete della resistenza al modello Haussmanniano, contro anche il riassetto di Vienna.
[diapositiva 6] La cosa interessante è che solo i 4/5 della superficie liberata dalla demolizione delle mura
non era stata messa a disposizione delle aziende di società immobiliari, era la superficie destinata ai
monumenti e alle opere pubbliche che erano finanziati certamente dallo stato ma anche dai pagamenti di 1/5
della superficie dalle società immobiliari, cioè questa superficie pubblica, per 1/5 si era data la possibilità ai
privati di costruire i propri edifici residenziali, appartamenti per l'alta borghesia. Con i soldi incassati lo stato
finanzia queste opere che sono bellissime, sono di grande rilievo architettonico. [diapositiva 7] Questa è una
foto del 1872 che fa vedere appunto ancora una volta com'è fatto questo Ring, che immagine dava, di uno
spazio che si diradava, uno spazio che non ha una
presa e una forza urbana come invece i boulevards
proprio perché è di queste dimensioni.
Ecco la proposta del grande Gottfried Semper, che diciamo
si inserisce in una linea che va da Schinkel, a Wagner e
a Loos, Semper con questi grandi interventi, per esempio
questa residenza per la famiglia imperiale che esprime tutta
la magnificenza di cui era possibile l'architettura
dell'eclettismo-storicistico. Se c'è un esempio di alto
livello dell' eclettismo-storicistico in Europa questo è
quello che si trova ancora oggi, disponibile a Vienna.
Il richiamo allo stile del passato, in questo caso di
origine tardo settecentesca – seicentesca ? barocca.
[diapositiva 8] Così come ancora Semper, questo era il
teatro... guardate che disperdio di mezzi che hanno queste
facciate così impegnative in cui c'è un po' di storia
dell'arte, dell'architettura... questa è una citazione

a Michelangelo esplicita. Una ripresa del tema


dell'ordine gigante, cioè che è quest'ordine,
che vedete tende a più livelli, che parte dal
suolo al cornicione in alto, applicato per la prima
volta da Michelangelo a Roma a Piazza
Campidoglio e poi ancora come nella Basilica di
San Pietro in cui a un certo punto interviene
Michelangelo e ridefinisce sia l'interno che tutta
la cornice. Quindi saranno riferimenti espliciti
a quella stagione a cui ritornerà sempre Semper.
… Il Museo di Storia Naturale … [diapositiva9]

Qui invece si vede ancora, anche in questo caso,


un riferimento all'architettura tardo settecentesca o anche al
classicismo barocco … E ancora ecco questi due vincitori del
progetto di Vienna (Van der Null e Siccard von Siccardsburg)
il teatro dell' Opera di Stato, anche in questo caso questa loggia
che richiama all'architettura italiana... [diapositiva 10]
I monumenti, che celebrano la storia di Vienna,
i grandi condottieri, i membri della famiglia Asburgo,
celebra il rinascimento... [diapositiva 11] C'è anche un classicismo
che va alle radici, alle fonti del rinascimento, e cioè l'architettura
romana [diapositiva 12] o all'architettura greca, come questo
caso esplicito.. Il Parlamento … non a caso i parlamenti
storicamente prima, e ancora nel '900, si rifà quasi sempre
all'architettura greca, all'architettura classica, perché si vede
ovviamente, nell'architettura classica una democlazione ?
di quel modello politico di debutto insuperabile nel paradigma
della democrazia moderna... quindi come scelta simbolica.
[Diapositiva 13, di cui le immagini sopra] Ma c'è anche il gotico. Questa l'abbiamo vista a sinistra: è la
Votivkirche di Friedrich von Schmidt. E a destra, sull'esempio di quella che hanno fatto a Londra, il
Municipio, la casa municipale, viene fatta in stile gotico. Perché lo stato centrale greco e il municipio invece
no? Perché molto semplicemente Vienna è una città del medioevo e quindi l'edificio del potere municipale
non può non evocare le proprie radici.

[Diapositiva 14] Mi vien da dire che questi sono grandi architetti, e questo lo dimostra il fatto che sanno con
gran disinvoltura ritrovare e rinnovare il linguaggio della tradizione e sanno determinare anche i grandi
spazi, spazi cioè estremamente suggestivi, di grande qualità. Come ad esempio questa opera in cui vedete
comparire i segni della nuova architettura che scava in maniera sotterranea, con i nuovi materiali come il
ferro e il vetro di tutta questa grande copertura però sommersa su una rilevatura architettonica. [n.d.s.: non
capisco cosa vuole dire] Bellissima questa sala, con questa scala che si impenna verso l'alto, (con i bracci
quasi che abbraccia il salotto) tutto questo rapporto.. cioè è un linguaggio dello stile rinascimentale con
questo sistema di relazione tra gli elementi che costituiscono questo spazio.

[Diapositiva 15] Ovviamente il piano del Ring, qui lo vedete ancora una volta, infatti sto Ring vedete assume
una forma di una spezzata, e questi che vedete in nero in tutti questi edifici, poi c'è questa parte tratteggiata
che sono gli edifici pubblici e poi ci sta il resto del piano che serve a compattare l'esistente.
[Diapositiva 16] Che cosa accade però? Alla fine degli anni '50 un po' alla volta piano piano piano piano
questo forte controllo che aveva lo stato, l'autorità pubblica, si perde, si affievolisce, decresce, nel tempo e
nello spazio. Che vuol dire 'nel tempo'? Vuol dire che un po' alla volta diventa sempre meno forte questo
controllo dello stato e inoltre man mano che ci si allontana dal centro (dal centro antico al nuovo centro) e si
va verso l'esterno più ci si allontana e più queste grandi società immobiliari hanno campo libero e quindi che
cosa accade? Che poi questa edizione del piano, soprattutto negli anni '70 – '80 dell' '800 e soprattutto le
fasce più esterne, vedono situazioni di questo tipo: ecco guardate questo isolato..un isolato del genere aveva
una gran parte destinata al giardino (questo diciamo nel medioevo e poi
nel rinascimento) e un po' alla volta grazie alla disponibilità di fondi
per investire queste grandi società grazie ai nuovi piani legislativi,
infatti ci sta pure un piano regolatore, si arriva a saturare quasi del tutto
lo spazio dell'isolato, creando le cosiddette “Mietkasernen”, cioè queste
grandi “caserme”collettive, caserme è un termine che viene adoperato dal
punto di vista delle abitazioni, e cioè quindi le condizioni di vita sono
misere perché, a parte la scadente qualità degli edifici e della costruzione,
sono molto piccoli per cui alla fine dell' 800, di nuovo come era avvenuto
alla metà dell' 800, il governo decide di intervenire e quindi bandisce un
altro concorso per il Piano della “nuova grande Vienna” (Gross Wien).
Questo progetto, del 1893, viene vinto da un grande protagonista dell'architettura della fine dell' '800 che è
appunto Otto Wagner. (al quale dedicheremo alcune riflessioni … )

Otto Wagner

[Inizia con la prima diapositiva in cui si vede questo disegno di Wagner ] Otto Wagner, che qui vedete in
questo bellissimo disegno, e qui a destra il motto con il quale lui inizia questo concorso, che era un po' anche
lo slogan dell'approccio che in quella data Wagner aveva nei confronti dell'architettura: “artis sola domina
necessitas”.
Otto Wagner aveva una formazione completa, perché lui aveva iniziato con una formazione tecnica di
altissimo livello alla prestigiosa istituzione del Politecnico di Vienna (tre anni), poi si era trasferito a Berlino
dove si è iscritto all'accademia diciamo di architettura, la Bauakademie. Quindi pensate: ingegneria al
Politecnico e poi architettura dentro l'Accademia di Belle Arti e quindi con la più stringente relazione con le
tecniche espressive e la tradizione estetica. Quindi una formazione completa.
E qui ci sono questi due nomi: Semper e Schinkel, protagonisti dell'architettura tedesca dell'800 che era a suo
modo il punto di arrivo di una genealogia che vede assieme questi grandi, alcuni di questi grandi personaggi.

L'attività di Wagner è molto lunga perché attraversa a un certo punto una fase che avrebbe bisogno di una
rivoluzione. Comunque per semplificare la si divide in 4 fasi.

[Diapositiva 2] Questa immagine si riferisce alla prima fase che già si può dire è la fase del disordine, è la
fase della formazione e anche della sua affermazione come grande architetto come grande professionista,
grande studio professionale di Vienna. Era un tipo di lavoro, sono architetture che lui realizza in segno
appunto dell'eclettismo-storicistico. Partecipa per esempio con i caratteri tipici dell'architettura di quel
tempo; c'è la simmetria, le composizioni sono sempre molto bloccate, il repertorio è quello che viene dalla
storia ...c'è più attenzione alla facciata e a distribuire gli elementi di facciata, per esempio le aperture, perché
le facciate sono concepite come dei quadri nei quali tu devi mettere i rapporti tra pieni e vuoti e allora
disponi i vuoti in un certo modo secondo quelle che sono delle esigenze estetiche senza preoccuparsi poi
tanto che quella finestra che tu hai messo in quel punto perché deve apparire così dall'esterno è veramente
necessaria all'interno. O se magari, se quel pezzo di muro che tu hai lasciato all'esigenza estetica senza
aperture e invece c'era un ambiente all'interno che ne avrebbe avuto bisogno. Quindi c'è un po' più di
attenzione al fatto estetico rappresentativo piuttosto che quello formale.
In questa fase del 1877 [n.d.s: però sul Frampton c'è scritto 1879] per esempio quando lavorava per altre
opere sul Ring, quindi per riuscire a lavorare sul Ring si era affermato a livello internazionale e poi
addirittura viene chiamato per allestire le scenografie per le nozze d'argento dell'Imperatore, alla maniera dei
grandi sovrani, queste del resto erano occasioni di propaganda pubbliche, che avevano bisogno di un regista,
è sempre stato così soprattutto nel rinascimento, il '500 e il barocco, il '700, tantissimi architetti venivano
spesso chiamati a progettare questi eventi scenici spettacolari che avevano spesso bisogno di architetture
effimere, architetture che venivano costruite in linea ?in tela? che dovevano appunto essere lo sfondo di
queste sontuose messe in scena.
Poi seconda fase. 1882 - 1893 C'è scritto “progressivo”, non lo scrivete progressivo, scrivete “lento”. [n.d.s.:
non capisco a cosa si riferisce] Questa seconda fase è una fase di inquietudine, di 'incubazione', di malessere,
in cui questi architetti non hanno ancora, non hanno che a disposizione ancora quel repertorio, ma
cominciano ad essere interessati sempre di più per esempio ai nuovi materiali, all'uso che se ne può fare dal
punto di vista strutturale sicuro ma anche da punto di vista espressivo. Però attenzione è una fase lenta.
È una fase in cui lui partecipa ai grandi concorsi; il Parlamento di Budapest, l'Ambasciata Russa, il Duomo
di Berlino... e poi soprattutto partecipa al concorso per la Borsa di Amsterdam.
Questo è il suo progetto [diapositiva 3 – prima
immagine a destra] che però come vedete
(è molto interessante) ha un vano, una sala
prossima, e questa è una grossa sala come
vedete, che è al chiuso, questo interno che
rimaneva gonfio che crea l'idea proprio di uno
spazio che tende a dilatare e che esprime anche
simbolicamente l'idea di un qualcosa di nuovo
che sta nascendo dall'interno dell'architettura
e che diciamo si va a premere sugli involucri.
[Sempre diapositiva 3 – seconda immagine a
destra] Questa è la facciata lunga di questo
bellissimo edificio, che come vedete è davvero
rinascimentale, neo cinquecentesco, con delle
citazioni diciamo romane, però è un edificio che
studiamo in termini di grande regolarità,
di grande essenzialità e di grande pulizia
di ordine razionale.
Questa è la facciata sulla piazzetta della Borsa
che affacciava verso sud:
[diapositiva 4 – immagine sotto]

che presentava un ordine canonico, un ordine architettonico


appunto del cinquecento.

[Diapositiva 5] Poi questo è un edificio che fuori è come i palazzi rinascimentali, del cinquecento romano e
cioè il tratto basamentale molto alto con il grande portale di ingresso, bugnato e poi il corpo dell'edificio che
è scandito dagli ordini architettonici. Dentro, guardate com'è bella questa pianta, spettacolare, le ragioni di
massimo sfruttamento dello spazio a disposizione. Questa è una strada, quindi obbligata
a disporsi su una strada. Lui che cosa fa?
Dispone la grande sala del salone centrale di questa banca con gli edifici che facevano
da corona tutt'attorno e ci vede questo ampio bellissimo vestibolo atrio circolare che da
proprio il senso dell'alienazione, cioè letteralmente della “cerniera”. Questo è un
dispositivo che potreste adoperare nei vostri esercizi di progettazione proprio per orientare
blocchi di edifici che sono condizionati da una certa direttrice che sta in un certo lotto e
sono però condizionati dal fatto che sono aperti in una strada o vedere l'accesso su un altro
cortile. Questi spazi, per altro anche molto belli, posso funzionare bene con elementi di
connessione. [Diapositiva 6] E questo poi era uno scorcio, queste bellissime
prospettive con le quali lavorerà ai suoi progetti.
[Diapositiva 7] Ecco qua si entra in questo grande salone. Vi prego prescindete dal fatto che è ancora
colonne, trabeazioni ecc ecc. Quello che è interessante è che in un edificio pubblico, che è considerato
l'immagine stessa del ricovero, la banca, lo scrigno, che costituisce …? dentro invece si apre con questo
spazio così sciolto, così libero, così luminoso grazie appunto al romantico (?) acquistato, ecco appunto
[diapositiva 8]; quindi lo spazio che comincia a flirtare in maniera esplicita con la cosiddetta modernità.
[Diapositiva 9]

Anche qui … Questa era casa sua a Hutteldorf, del 1886, tra i sobborghi residenziali di Vienna, che il
Frampton la chiama Rosenhaus suburbana, (la casa delle rose), cioè il nucleo (?) dell'Italia, costretti a vivere
(poveracci) nella fredda glaciale Vienna della nebbia, del gelo, ammaliati sempre, rapiti dalla bellezza dei
villaggi italiani .. desideravano farsi una casa come una villa toscana. Wagner fa questa case proprio dal
punto di vista del modello della villa italiana suburbana, fuori centro. Quindi con i suoi giardini all'italiana,
con i suoi percorsi, con le sue terrazze, con le sue logge, con la sua copertura a tetto piana. Tutto il giardino
viene disegnato ovviamente da Otto Wagner. [Diapositive 10 e 11] E questa era una sintesi realista di quella
che era, di quello che sarebbe un documento interessante della mentalità. Guardate che bello e che portava
quindi una cultura come la nostra. Esigere per la propria dimensione dell'abitare invece un'espressione latina,
mediterranea. Questo vi fa capire anche il successo professionale a cui arriverà Otto Wagner, perché una
volta per avere i mezzi e per costruirsi una casa del genere, con novizia diciamo, con un connubio di
decorazioni, materiali artigiani e architettonici, dentro...ecco se fuori l'immagine è un immagine di grande
contegno, un immagine molto forte e molto severa, dentro è come se tutto si sciogliesse, questi spazi sono
armoniosi, sono liberi, sono molto luminosi, molto grandi.. con qui questi vetri colorati che creavano riflessi
iridescenti nello spazio interno.[Diapositiva 12] E guardate anche queste cose qui, che
all'esterno si sarebbero trattati di uno degli ordini architettonici (una lesena, una parasta), dentro
restano come dei rilievi però non sono più ormai degli ordini architettonici, e anche gli elementi
degli ordini, cioè come dire, le scanalature, la base, il capitello, si sostituisce un sistema
decorativo peraltro inedito; cioè non è che prende un sistema decorativo barocco o del '500.. no
si rifà alle decorazioni del proprio tempo e anzi si va a cercare quei motivi alla moda, quasi di
tendenza. Infatti è in questa fase che oltre ad affierire ai nuovi materiali, si registra questo nuovo
fattore di [n.d.s.: non si capisce ma comunque dice due o tre parole e poi →] sembra un fatto secondario: gli
ordini architettonici cominciano a scomparire. Gli ordini architettonici che avevano dettato, scandito, la
cultura occidentale d'altro tempo, a un certo punto era già iniziata la crisi ... ma addirittura cominciano a
scomparire le meraviglia di un architetto eclettico-storicista. Questo ecco vi da già la misura dell'intelligenza
di quest'uomo che era grande lezione di unicità di Otto Wagner perché lui da architetto storicista capisce che
oramai non è più tempo di ordini architettonici.

Questo edificio qui che voi vedete, [n.d.s.: non ho capito a


diapositiva si riferisce] che è l'edificio per appartamenti,
certo presenta gli elementi della tradizione del palazzo,
il portamento, il piano mobile, i balconcini, il corpo
dell'edificio, il design del cornicione e non c'è dubbio che
qui esistano degli elementi che provengono dalla tradizione
per quanto riguarda la superficie esterna. Per esempio il
bugnato, per esempio il bugnato lungo linee padronali (?)
della decorazione. Però tra le battute delle finestre lì dove
un Semper o un altro maestro avrebbe adoperato un
raffinato sistema di ordini architettonici, qui invece li
dissolve, li evoca perché ci vede delle fasce a rilievo ma
poi li contraddice e di fatto risulta sempre una cosa aulica,
un linguaggio molto colto, molto raffinato e particolare.
1893 noi ci siamo a questa data chiara per tante ragioni,
per tanti posti, tanti luoghi. [Diapositiva 13]
Qui fa questa opera: l'ufficio per i Grandi Magazzini
sulla Karntnerstrasse. Un edificio multi-piano ma lui fa
un passo avanti perché spezza quelle modanature lunghe
che in altezza evocavano ancora un ordine architettonico
e invece fa emergere con forza le mondanità del balcone
oppure delle fasce, e questo è un tentativo di alludere e di evocare un principio strutturale che non è più
quello della modanatura continua ma è invece quello del sistema a telaio, che è quello che appunto, se lo fai
in cemento armato o lo fai in acciaio, di lì a qualche decennio diventerà la prassi della costruzione.

E infatti 1894 è una data chiara. Diventa professore di architettura all'accademia. Io vi ho detto si è formato
sia al politecnico a Vienna, sia a Berlino, sia all'accademia, ed è diventato docente di tutte e tre le istituzioni.
Nel '94 si ha anche questa nuova fase. È bellissimo questo fatto, che questo vecchio professore che viene da
un altra generazione...lui si guarda attorno e si interessa, piuttosto che ai ricchi maestri, alle cose che fanno i
più indisciplinati dei suoi allievi. E fin dall'inizio si lega a quell'ambiente che poi diventerà quello che è la
Secessione (1897) ma in realtà queste spinte che portano all'affermazione di un linguaggio anti storicista, o
meglio, al superamento dello storicismo per affermare al meglio un linguaggio nuovo che non ha precedenti,
che è il Floreale, che è il Liberty, che è l'Art Nouveau.
Va beh c'è questo vecchio professore che si avvicina a Joseph Maria Olbrich, si interessa, si incuriosisce e
diventa lui stesso padre di questo schieramento antagonistico.
Poi non contento, questo è ancora più importante, fa uscire un libro, che senza mezzi termini si chiama:
Moderne Architektur (Architettura Moderna). È il 1895 [n.d.s.: però sul Frampton c'è scritto 1896].

Lui scrive: “tutto ciò che è creato va fatto con criteri moderni”.
Quindi con criteri moderni corrispondenti a:
1- Nuovi materiali;
2- In relazione e agli sviluppi e alle risorse tecnologiche e scientifiche (quindi attenzione alle scienze delle
costruzioni, anche alle scienze dei materiali), poi bellissima questa con questo linguaggio: secondo le mutate
esigenze della linea moderna: le “mutate esigenze”. Intelligente: dice l'uomo, l'occidentale, si comporta,
mangia, si lava, beve, va a passeggio, va a teatro in un modo completamente diverso, si trasferisce da un
punto a un altro dello spazio, quindi della città e del territorio. Questo esige perciò le “mutate esigenze”:
questa vita moderna non può non esigere l'architettura moderna.
Queste sono parole che valgono per sempre. Ma il primo che con forza le mette nero su bianco, nel cuore
della stagione ancora ottocentesca, è stato Otto Wagner.
Poi dice (questa è la frase che cioè può far piangere perché dice): esibendo la parte migliore di noi, la nostra
indole vulcanica, pensante, consapevole del proprio valore. Penso le parole più belle che siano mai state
scritte. “Esibendo la parte migliore di noi” C'è anche questo commovente atto di orgoglio per la generazione
cui si appartiene e che si è un po' dimenticata perché ci sta sempre questo timore devozionale quasi nei
confronti del vecchio maestro … dovere di interrogarsi non sulla possibilità ma sulla necessità di un
cambiamento perché se non lo fanno i giovani, io mi chiedo chi lo farà mai?! Quel vecchio che fa una cosa
del genere nasce una volta ogni cento anni.
E poi bellissimo anche questo, si riallaccia molto alle cose di ridondanza: nonché dalla ininterrotta tradizione
della cultura pratica che attraversa la storia umana. Attenzione qui il riferimento alla storia è chiaro; lui fa
una 'devozione' precisa, fa una scelta di rango. Quando si parla della storia lui non dice “gli stili del passato”
lui dice che la storia era ininterrotta, è un flusso, è una tradizione che procede .. “della cultura pratica” (sta
parlando della tradizione costruttiva) legata alla città del costruire che si sono stratificate nel tempo e che
sono parte della storia dell'architettura, la cosiddetta storia anonima, la storia dell'edilizia, la storia della
costruzione, esiste, fa parte della nostra identità di architetti e che è rimasta schiacciata dal punto di vista
storiografico dalla storia dei monumenti, dalla storia degli stili. E lui grande manipolatore degli stili del
passato diceva che la tradizione, intesa in questo senso, è non conservativismo ma è un principio di
progresso. È uno dei criteri da mettere alla base dell'architettura moderna. E quindi alla luce di questo
l'architetto può disegnare tutto: il palazzo, l'appartamento, ma deve anche disegnare i nuovi oggetti, le
infrastrutture moderne, i mobili in ferro, le stazioni ferroviarie, le stazioni della metropolitana, i dispositivi
tecnici: è il dovere dell'architetto. È uno diciamo di quegli architetti che più è adatto alla classe professionale
degli architetti perché è aperto a dei campi che sono dell'ingegnere e così per l'arredamento è stato uno dei
primi designer moderni.

Lui fa nel '98 questo appartamento, casa sua, in cui afferma questa idea molto chiara, che è anche un
principio di qualità, in cui si esprime questa profonda verità e dice che “c'è l'essere, non c'è l'apparire” e
quindi attenzione il mobile, l'ambiente, era più che un fatto funzionale, era un fatto di rappresentazione
perché era quello spazio, quell'ambiente in cui si sedevano gli ospiti, attraverso quei mobili, quei pezzi, tu
raccontavi te stesso. E quindi i suoi mobili sono mobili essenziali, sono mobili che devono essere
innanzitutto pratici, leggeri, perché adesso si cambia appartamento, si cambia casa, con un'abilità molto più
forte di quanto lo fosse prima, quindi devono essere anche facilmente trasportabili, più pratici, più leggeri e
soprattutto più funzionali, cioè più comodi. E allora la poltrona non deve esibire lo stile del disegno ..e
incutere timore...ma deve essere qualcosa in cui tu ti siedi in grande relax. Forma motivi semplici e
strutturali.
E poi, nell'architettura degli interni, quando lui diceva “l'esigenza della vita moderna”: lui si interessa della
cucina, lui si interessa dei gabinetti, lui si interessa della vasca da bagno, anche di questo si interessa. Perché
accadeva che queste sono le dimensioni più importanti insieme al dormire, al preparare il cibo, al ricevere gli
ospiti, leggere un libro o ascoltare la musica.
Ed è questa in questa fase quindi, guardate questo edificio [diapositive dalla 18 alla 22] certo restano degli
elementi ornamentali ma siamo dentro ormai la Secessione Viennese: è il culto dell'ornamento, è il lusso
dell'ornamento in chiave progressista, con Olbrich, Hoffmann, Wagner, etc. Però un edificio bello, compatto,
le superfici sono tese, le aperture sono veramente inserite nel muro, e anche quando l'opera ha delle
decorazioni, come in questo caso, lui si attinge al repertorio dell'estetica Art Nouveau, dell'estetica Liberty
Viennese, ad un raffinato simbolismo, la figura femminile, l'alloro, le foglie di
alloro, l'uso dell'oro stesso, che è un tratto tipico dell'Art Nouveau Viennese.
Questo è ancora un particolare della facciata; peraltro c'è anche da
segnalare che quest'architettura, è vero sono riccamente decorate, ma che si
tratta solo dei punti corrispondenti all'ingresso di città.
[Diapositiva 23] E anche dentro, quando questi ricchi borghesi esigono un
decoro delle scale, o la gabbia stessa dell'ascensore che fa ancora paura
l'elevamento dell'oggetto, la scala che si curva, che deve essere realizzata così:
con i legni pregiati, i cuscinetti di velluto, con il ferro battuto, e magari con
le placche di ferro lavorato. Anche quando riuscivano ad intervenire con un
apparato ornamentale che è commisurato allo status sociale, lui adopera vedete degli elementi decorativi che
si ispirano alla natura, non si ispirano alla storia degli stili, rinuncia al triglifo, alla metopa, al medaglione,
alla cosa neoclassica, e sono rimasti che si liberano in uno spazio sui fiori.

[Diapositiva 19-20] “The majolica house” un altro caso esemplare è proprio questo periodo molto vicino ai
palazzi dell'Art Nouveau; lo dice la parola: “Casa di maiolica ” . Perché
questo edificio per appartamenti, molto semplice, dove le finestre sono
tutte uguali tra loro, non c'è quasi differenza tra i piani, non ci sono
elementi orizzontali e verticali di segnalazione ma una facciata bucata
con solo un cornicione sporgente sopra punto e basta. Questa facciata
tesa, pulita, poi viene ricoperta da piastrelle di maiolica a volere, come
dire, dare anche alla piccola borghesia, alla classe media, il sogno di
una casa come la grande aristocrazia e quindi il richiamo alla natura, al
mediterraneo, alla tradizione italiana, alle rose.. e quindi applica sulla
superficie questo paramento piatto, bidimensionale, fatto di tante
piastrelle colorate che nel loro insieme concludono questi disegni che sono
disegni, ancora una volta non semplicissimi, ma sono disegni Liberty.
[n.d.s.: non si capisce bene cosa dice ma mi pare di aver capito che appunto
ispira la scuola d'arte e quindi i suoi allievi, alcuni dei quali diventeranno
anche importanti]
La superficie è semplice, il prospetto è semplicissimo. Poi queste finestre
spettacolari, senza cornici, senza modanature. E poi è bello che il
disegno floreale non è stupidamente ideativo, cioè lui non è che dice c'è
un fiorellino e sono tanti fiorellini tatuati sulla superficie, è un disegno
organico complessivo, cioè c'è un'idea di una pianta che parte dal basso e
si apre verso l'alto e quindi in qualche modo viene da un positivo convitto
con rigore matematico geometrico della stazione regolare delle finestre.

Nel '94 vi dicevo, è direttore della scuola speciale di architettura, della prestigiosa Accademia di Belle Arti di
Vienna. Istruzione severissima alla quale tutti volevano iscriversi e non tutti venivano accettati.?
Il '94 è importante perché ha anche l'incarico di essere responsabile della nuova metropolitana di Vienna.
Questa grande novità tecnologica diciamo, che era nata a Parigi. Questa è una delle stazioni, questo è uno
degli episodi dove è più vicino il suo legame con l'Art Nouveau, sia con la corrente organico-naturalistica.

[Diapositive 24, 25 e 1 della seconda parte] Come per esempio questo edificio.
Questo è un particolare. È stupendo perché ci sono gli elementi in ferro che fanno
la struttura che poi viene bandito con questo marmo, cioè c'è un materiale modernissimo e un materiale della
tradizione aulica più antico che vengono messi insieme e che vengono poi in qualche modo collegati tra di
loro da un ornamento di ispirazione vegetale, floreale. Questa è proprio la compresenza dei due lati della
Secessione: quella organica che si riferisce alla natura e quella geometrica, perché, a parte la pianta che come
vedete è molto geometrica, bella simmetrica, ecco come vedete la facciata viene scandita in una serie di
comparti secondo un ordine regolare che esalta la geometria. Poi nei primissimi anni del '900 lui si avvicina
molto ad Hoffmann.
[Diapositiva 3] Questo è il padiglione telegrafico del giornale quotidiano di Vienna “Die Zeit”, piccolo
intervento, un'incredibile facciata in alluminio. Pensate il coraggio di quest'uomo. A rifiutare dei materiali e a
ritenere [n.d.s: non si capisce] che si è parlato male, stiamo parlando del telegrafo, stiamo parlando
dell'illuminazione artificiale, stiamo parlando del secolo nuovo che ancora col legno ecc alla facciata in
alluminio...degli elementi di impiantistica che in genere erano un problema, che venivano celati, venivano
mascherati; e lui invece no esibisce il blocco della lampada per quello che è, per la sua ampiezza geometrica,
per la sua bellezza e tutta la lampada la utilizza come elemento di espressione estetica, cioè per caratterizzare
espressivamente questa cosa. Quindi non più l'elemento subordinato da nascondere, lo prende e lo esibisce.
[Diapositiva 4] E infatti si potrebbe fare anche un evoluzione del percorso di Wagner
dalle copertine delle sue raccolte di disegno, come la raccolta del 1886 per dire, la
copertina dei suoi disegni che è piena di belle donne, diciamo di angeli fino ad arrivare
a questo che sembra proprio essere uscito dalla natura delle stampe, cioè dai laboratori
di design avanzato che si stanno per aprire e si apriranno proprio nel 1905.
E infatti il suo linguaggio deve restituire la sua cultura, qui finalmente, se la vogliamo
mettere come una storia a lieto fine, non è così, però è un processo ideabile: l'origine
gli ordini architettonici, poi gli ordini sono stati sostituiti da quelle fasce decorate,
poi sono scomparsi completamente, sono apparse poi ogni tanto in certi punti, in certe
parti di decorazione, come abbiamo visto prima, [penso diapositiva 8] e qua è
scomparso anche quello, e la facciata dell'edificio si offre in tutta la sua “nuda
bellezza”. Che cosa resta della decorazione? Resta giusto la sottolineatura degli spigoli
dell'edificio con delle grandi pannellature senza finestre. Allora lui praticamente
di fronte a una superficie piana, indistinta, utilizza delle filettature, degli ornamenti
che sono delle filettature, delle linee diciamo, che circoscrivono e definiscono dei
rettangoli e soprattutto, bellissimo questo qua, hanno il potere di smaterializzare il
muro. Un muro così lo percepisci come qualcosa di forte, di massiccio. Ma se questo
muro lo vai a fare con una sottile linea nera, per esempio con un altro colore, o
magari con una superficie metallica, o anche solo con gli strati di legno però complanare,
automaticamente questa cosa che tu percepisci come una massa muraria che appare
come un piano, e quindi l'immagine è improvvisamente e magicamente di leggerezza.
Dove appunto la massa muraria, la scatola dell'edificio, viene sottolineata e
caratterizzata dai suoi volumi da queste filettature angolari. Ecco vedete, qui
si vede meglio, e qui c'è addirittura la pianta [parla della diapositiva 9].
Questa parola impronunciabile, non ci riesco mai “neustift gasse 40”, edificio per
appartamenti e poi dentro, non si vede molto bene, è fatta santa la qualità dell'architettura,
perché semplicità non vuol dire paralizzazione, semplicità vuol dire chiarezza e
capacità anche di sottolineare nel dettaglio il piccolo particolare che non è appariscente,
quando ti avvicini sai apprezzare tutta la sua complessità.
Questo è il modello che rimarrà per sempre nel segno della tradizione di Wagner.
[Diapositiva 11] Guardate che spettacolo di progettazione questa opera, vedete l'uso
espressivo, quindi ornamentale, del bullone o del chiodo che serve per tenere a sé il
materiale, a sé le lamiere di questo interno, esibiti come parte, con la loro dignità di
materiale a lungo ignorato, come parte del racconto espressivo di pari dignità rispetto
al marmo. I mobili pure [diapositiva 12] bellissimi, senso di solidità, di permanenza nel
tempo anche del segno, cioè classici. Molto funzionali, oggetti fatti ancora
artigianalmente, che però per la loro semplicità, per la forma, sono potenzialmente
in grado di essere di produzione industriale, cioè siamo veramente a un passo
dall'industrial design. Vedete l'interno, quello che vi dicevo prima, s? le
superfici e come in questo modo alleggerire l'impatto della massa muraria.

Poi tra i suoi capolavori la Postsparkasse (Cassa di Risparmio delle Poste) 1904-12
[Diapositiva 13]

È una stupenda architettura che ha il padiglione della ? e ha una bellezza tagliente e lucente dell'alluminio e
del metallo, insieme, perché, al di là della pianta che poi voglio farvi vedere, [diapositiva 14] va beh queste
sono le meravigliose prospettive e contemporaneamente l'inquadramento territoriale del progetto che fa
vedere tutto il contesto ... [Diapositiva 15] Questa è la pianta simmetrica,

che è caratterizzata da questo corpo centrale e da queste due ali laterali, e poi vedete
questo grande spazio che sono tre cortili ma uno viene coperto e diventa il grande
salone. [Diapositiva 16] Questo è un disegno di dettaglio, purtroppo non si vede bene.
Fa pilastri in pietra che sono tenuti assieme con realizzazioni di raffinati inserti
colorati di azzurro, sono fissati al muro con delle placche metalliche di alluminio,
per cui la facciata a un certo punto del giorno scintilla letteralmente. Come pure questi elementi scultorei,
ottocenteschi che sono delle statue, sono fatti in alluminio, questo nuovo materiale, straordinario, al massimo
della modernità nonché al massimo della tradizione aulica.
[Diapositiva 17] Questo è l'ingresso, con questi piloni che si aprono alla base, stupendo, questa cosa che si
arrampica così e che si avvita in una curva. Questo dispositivo era stato adoperato da Michelangelo per far
capire che in realtà l'edificio era un complesso sistema di relazioni dinamiche che ti da proprio l'idea di una
spinta verso l'alto ed il corpo in basso che reagisce. È qualcosa che trasmette elasticità, come facevano gli
ordini architettonici. Ecco qui si vedono abbastanza bene [diapositiva 18] questi elementi che si inseriscono
per sostituire quel manto di maioliche nella majolikhouse, perché basta questa fitta specie di, questa trapunta
di stele di alluminio che viene applicata sulla superficie.
Ogni elemento è antico però nuovo. Queste curve molto addolcite sono l'esempio che lascia l'Art Nouveau
viennese, sono proprio di quel tempo.

[Diapositiva 19] E poi questo, è il magnifico salone centrale. Era un cortile coperto da questa meravigliosa
calotta che poggia su questi pilastri. Lui lascia questi elementi in acciaio. Finalmente c'è qualcuno che ha il
coraggio di dimostrare che è possibile produrre una pittura di grande qualità e di più, di grandissima
eleganza, con delle banalissime lamelle in acciaio. E qui c'è questo contrasto: l'acciaio, il marmo e
addirittura, vedete questi cosi qua [n.d.s.: si riferisce a quei cosi tipo mezzi pilastri, che sembrano dei grandi
microfoni, sulla parete in fondo], che sembrano delle sculture di alluminio moderne, ma sono gli impianti di
condizionamento dell'aria; sono delle colonne di alluminio, che diventa quasi un elemento scultoreo, di forte
carica espressiva, addirittura la sua posizione, la posizione dell'elemento impiantistico detta il raffinato
disegno geometrico della pavimentazione, perché quella fascia non è larga quanto il pilastro ma è larga
quanto [n.d.s.: non si capisce ma penso che è larga quanto questo impianto di condizionamento].
In realtà questo pilastro in acciaio buca la copertura e queste coperture sono sospese a dei cavi ed è un
principio questo che nell'architettura degli elementi, dei gazebi, è qualcosa che è alienato, diciamo, nella bad
company dell'architettura, e che invece lui le riproduce nella pittura […] in una architettura che può essere
[n.d.s.: non si capisce più molto bene perché la lezione è finita e infatti lui poi dice “va bene va bene..” e
conclude dicendo:] Questa diciamo è tra le ultime opere di Otto Wagner.

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