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L’organizzazione del teatro italiano di prosa del secondo ottocento è gestita da tre poli:
-l’impresario
-l’agenzia teatrale
-la compagnia
Tra le eccezioni delle compagnie che vengono nanziate c’è la Reale-Sarda, nanziata dal non ho
capito chi
L’IMPRESARIO
Di straordinaria importanza per il teatro musicale d’opera, ma meno importante sul teatro di prosa,
si pone come intermediario tra un teatro che può avere in gestione e la compagnia per ssare le
date degli spettacoli.
È il capocomico della compagnia che contatta l’impresario per ssare le date del tour, essendo
ancora in un regime teatrale itinerante, la maggior parte delle compagnie sono nomadi.
L’AGENZIA TEATRALE
Meno invasiva è la presenza, attive dall’inizio del 700, acquisendo sempre più potere durante il
corso dell’800, hanno compito di intermediazione tra impresa e artista (nel teatro d’opera) e tra
compagnia e attori (nel teatro di prosa)
L’agente provvede alle scritture degli attori in compagnia e gestisce la stipula dei contratti,
guadagnando una percentuale (5-6%) del ricavato sullo scritturato
L’agenzia teatrale ha anche una funzione fondamentale sul mercato dei copioni che importa
dall’estero in un territorio extra internazionale, soprattuto in Francia, fornendo le traduzioni dei
testi alle compagnie che decidono di inserirli in repertorio, ai ni di una rappresentazione,
condizionando la traduzione (spesso approssimative e piegate alle necessità di un mercato per far
sì che i capocomici le acquistino)
Le agenzie più importanti sono Arte Drammatica di Milano e la Piccolo Fausto di Bologna
Alle agenzie sono spesso collegati giornali di settore e riviste specializzate che forniscono
puntuali informazioni sull’attività teatrale nazionale condizionandone l’andamento, le scelte della
compagnia e i gusti del pubblico.
Avendo uno sguardo esterno delle compagnie, si trova trovano ad esempio le composizioni di
tutte le compagnie, c’erano anche giornalisti che seguivano tutte le classi in modo da poter
riportare un commento.
Durante gli anni 90 dell’800 nasce qualcosa di fondamentale per il teatro e la drammaturgia: la
regia.
Con la rivoluzione della nascita della regia si sposta il punto di vista, quello del regista è esterno
dalla messa in scena, non è più un attore-regista, è un regista.
Con la possibilità di adattare i vari copioni in varie lingue, modi candoli a seconda delle esigenze,
non esiste il diritto d’autore, nel 1882 nasce la SIA ( a cui viene aggiunta la E del diritto di editore).
LA COMPAGNIA
Componente principale, maggiore struttura organizzativa della realtà teatrale ottocentesca, il
governo dell’unità d’Italia non dà nanziamenti.
Quelle poche che sono stanziale sono per ovvi motivi quelle dialettali.
Le compagnie (che in quel periodo si pensa siano state circa 130) si dividono in:
- Secondarie, stesso funzionamento delle primarie, ma diverso giro di piazze, andando nelle città
di provincia
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Il sistema garantisce una capillare di usione dello spettacolo su tutta la penisola
Durante il mese durante il quale la compagnia si fermava nelle città per recitare i vari (circa 30)
spettacoli ogni sera, la scenogra a diventa una delle cose più trascurate, diventando oggetto di
critica.
IL REPERTORIO
Esistevano i cavalli battaglia (testi che accompagnavano tutta la vita di un attore), le riprese (testi
che venivano rispettati ogni qualche anno) e le novità, ( testi nuovi mai portati in scena), in modo
da poter portare in scena cosi tanti spettacoli in così poco tempo
Il ruolo era una sorta di griglia precostituita, a cui corrispondevano norme contrattuali, che,
individuate le caratteristiche essenziali di interpretazioni tra loro a ni, le codi cava entro formule
generiche, valide per qualsiasi testo da mettere in scena, ricondotto così entro categorie sse e
riconoscibili in modo da indirizzare l’attore in temi precisi.
- ruoli maggiori o assoluti, i più prestigiosi a cui ambiscono tutti gli attori, costituendo il punto di
arrivo di una carriera
- i generici, i più bassi nel gradino gerarchico del sistema, venivano utilizzati per le parti di
contorno, drammaturgicamente appena abbozzate
Ai ruoli corrispondevano determinate caratteristiche stilistiche e siche (le phsyque du role) degli
attori
I RUOLI MAGGIORI
-il brillante
-il caratterista
La prima attrice ottocentesca si esercitava soprattutto delle parti amorose, i personaggi destinati
a questo ruolo avevano numerose caratteristiche di qualunque genere (dramma, tragedia,
commedia) che virano verso la corda sentimentale, ed esercitava in una forma (prosa, versi) del
repertorio antico e moderno.
Componente indispensabile era l’arma della seduzione e del carisma scenico che l’attrice
esercitava sul pubblico con ogni mezzo espressivo (mimica, dizione, modulazione della voce,
portamento) e sico (avvenenza, bella voce, ricco abbigliamento e curata acconciatura che
facevano tendenza).
-Eleonora Duse non risponde al modello registrato per i personaggi che le prime attrici devono
interpretare, ma le regole sono fatte per i mediocri ed Eleonora Duse ne è la prova-
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La prima attrice era il vero fulcro della compagnia e le attrici che ricoprivano questo ruolo erano le
più pagate della compagnia, spesso era anche capocomica.
Solitamente aveva diritto alla scelta della parte, poteva cioè assumere o ri utare qualsiasi parte le
venisse proposta dal capocomico o dal direttore.
LEZIONE 18
Il primo attore è il principale ruolo maschile in compagnia ha diritto alla scelta della parte e il
carisma necessario per attuare il proprio individuale protagonismo scenico.
Deve essere sicamente un bell’uomo dal sico imponente e della voce potente, anche lui deve
stare sotto la regola del physique du role.
È un ruolo completo, il maschile nella società del tempo non è limitato solo nella sfera
sentimentale ed ha quindi una sfera emotiva recitativa più ampia della prima attrice, costretta
quasi sempre nella parte sentimentale e romantica.
Il brillante, si a erma poco dopo i due ruoli principali, inizia come vuole comico che nel tempo si
a na slittando nell’ironia, parte vestendosi molto colorato che poi ra nandosi diventa un vestito
elegante.
Con il tempo diventa personaggio sempre più importante nella drammaturgia e acquista sempre
più presenza e serietà nei testi, mantenendo un’aria di comicità e allegria alleggerendo i toni delle
tragedie
Il caratterista è quel ruolo che interpreta personaggi molto caricati, come l’avaro o altri
personaggi di Molier, è l’attore incaricato di recitare personaggi fortemente contrassegnati sia
sicamente che nel temperamento.
Recita anche nel repertorio drammatico e si trasforma con il carattere della drammaturgia.
I requisiti sici sono quelli di una corporatura un po’ obesa, un volto pa uto o dai lineamenti
marcati che sottolineano la caricatura del personaggio.
È parte di primaria importanza, gli spettano i ruoli maggiori (cesare rossi), gli spettano parti
bonarie o bu e di vecchio dalle note prevalentemente comiche.
La madre nobile è un ruolo particolarmente importante nella tragedia e nel dramma storico, è
solitamente il ruolo di approvo della carriera di una giovane attrice (che diventa troppo anziana per
interpretare l’innamoramento della prima attrice).
I RUOLI MINORI
- La seconda donna
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Primo attore e prima attrice giovane
Erano attori giovani in fase di formazione a cui spettano le parti di primi danzati, caratterizzati da
freschezza e ingenuità, con nati alla sfera sentimentale sia al maschile che al femminile,
Se gli attori che ricoprivano il ruolo erano di talento passavano con l’età alla scrittura come prima
attrice e primo attore della compagnia, essendo quindi un ruolo di ingresso che permetteva con la
maturità teatrale di scalare la gerarchia della compagnia.
Qualora dovessero presentarsi scarse capacità attorniati, questi giovani scalavano nei ruoli di
scarsa importanza scenica.
La seconda donna
È un luogo considerato minore ma le attrici che lo interpretano hanno una certa evidenza.
Caratteristica essenziale era l’avvenenza sica, molto più accentuati visivamente e provocanti
rispetto alla prima attrice, caratteristica che coincideva con una certa opulenza di forme.
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Si trova raramente nelle scritture di compagnia, il ruolo è quello di recitare bene sia nel comico
che nel drammatico, necessaria la bravura di interpretare con uguale talento entrambe le emozioni
e di riuscire a passare da una parte all’altra della sfera emotiva anche all’interno della stessa
scrittura, dai toni comici a quelli patetici.
Il generico primario è il più importante tra i generici. Ricopre parti simili a quelle del caratterista
- Sociali; tutti i componenti hanno diritto a percentuali negli utili, tutti gli attori partecipano alle
spese e agli oneri, e sono soci della ditta,
Il capocomico, generalmente primo attore o prima attrice della compagnia, è a tutti gli e etti un
impresario a capo della compagnia, spetta a lui tirare i contratti per i vari attori, in caso di assenza
di qualsiasi forma di nanziamento assumono su di sé l’intero onere economico e il rischio di
impresa,
Ha la funzione del regista, svolge la funzione di coordinamento artistico fra gli attori concertando
la messa in scena. Sceglie il repertorio (circa 30 testi ogni stagione), assegna le parti secondo il
ruolo di scrittura e dirige le prove.
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IL FENOMENO DEL GRANDE ATTORE
Sono attori straordinari, egocentrici capaci di assorbire tutto ciò che riguarda la scena e
riconoscersi in varie parti recitative, diventando concentrici
La storiogra a tende a distinguere alcune fasi seguendo le diverse generazioni di attori che si
sono susseguite nel tempo e che risultano contraddistinte ds di erenti stili di recitazione
I grandi attori veri e propri. La fase ècaratterizzata dalla triade: Adelaide Ristore, Ernesto Rossi,
Tommaso Savini (1829-1915), discepoli di Gustavo Modena, abbandonando l’aspetto civile e
adottando quello
Hanno una recitazione di tipo empatico - romantico, se non per qualche eccezione sono
generalmente sono gli d’arte, quindi hanno una con denza molto importante con il palco scenico
e la messa in scena, guardando di sbiego chi entra nel mondo della recitazione per altre vie
Le generazioni di mezzo, ne fanno parte Giovanni Emanuel e Giacint, hanno uno stile realistico
naturalista,
Lettura di brani da Mirella Schino, introduzione, in Racconti del Grande Attore, Città di Castello
(Pg), Edimond 2004, pag 1-27