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ARTU’

LA RIVISTA DEL COLLETTIVO


“ LE OMBRE - DESTO O SON SOGNO ? ”

No. 7, Febbraio 2022 Tema del mese: “La Maschera”

RUBRICA: TEATRO quale il mondo intero sembra


di Enrico Regattin improvvisamente colpito da un'epidemia
d'amore per il teatro, Olivier Py si
destreggia tanto con le maschere quanto
OLIVIER PY, ILLUSIONS COMIQUES con le definizioni della drammaturgia.

La compagnia in cui ognuno recita il


Illusions comiques è una pièce di teatro proprio ruolo, prova a dare non una, ma
francese scritta e messa in scena da Olivier cento definizioni del teatro.
Py nel 2006. Lui stesso ed i suoi attori -
composti da Elisabeth Mazev, Michel Fau, Nella mia personale analisi mi concentrerò
Olivier Balazuc e Philippe Girard - recitano da un lato su alcune fotografie scattate
i loro propri ruoli e anche altri personaggi. durante le rapresentazioni (la cui mise en
scène è interamente curata da Olivier Py),
Secondo il modello de L'improvvisazione di dall'altro lato su un solo passaggio
Versailles (L'Impromptu de Versailles) di fondamentale che riassume in sé il
Molière, una compagnia ripete una pièce significato di quest'opera :
davanti agli spettatori esprimendo le
grandezze e le miserie del teatro. Un
regista esaurito, il poeta Moi-même, deve
« Le théâtre commence quand deux
formulare l'essenza della sua stessa opera,
masques sont superposés. On ne joue pas
la quale sfugge al suo controllo man mano
un personnage, on joue un personnage qui
che la dice.
joue un personnage. L'interprétation est
Gli attori approfittano della fragilità del impossible, l'incarnation seule est mystère
poeta per imporre la loro visione del teatro digne d'intérêt. Nous ne sommes que des
in un ammutinamento fino quasi personnages de fiction. »
all'anarchia. C'è veramente bisogno di un
dirigente ? L'arte è democratica ? (Olivier Py, Illusions comiques, 2006, Actes
Sud Babel, p.46, Acte I, Michel Fau à Tante
In una farsa, o piuttosto un incubo, nella Geneviève lors de sa leçon de théâtre).
''Il teatro comincia quando due maschere esempio, durante l'atto I Monsieur Girard
sono sovrapposte. Non recitiamo un vuole essere un altro personaggio e
personaggio, recitiamo un personaggio che annuncia agli altri ''io faccio il poeta morto
recita un personaggio. L'interpretazione è troppo presto, e senza gloria'' (Atto I, Il
impossibile, solamente l'incarnazione è poeta Moi-même discute con la sua
mistero degno di interesse. Siamo solo dei compagnia), così fa sapere a tutti il suo
personaggi di finzione.'' cambiamento. Rappresentare qualcun'altro
in questo contesto può essere fatto con la
(Atto I, Michel Fau a Tante Geneviève parola o con la recitazione, come dimostra
durante la sua lezione di teatro) Michel Fau quando insegna a recitare a
Tante Geneviève : deve semplicemente
comportarsi come essa (cioè riprodurre la
La citazione: sua gestualità, il suo modo di pensare),
precisando che lei stessa è solo un
personaggio che chiunque potrebbe
Durante l'atto I, il personaggio di Tante recitare ; ''Tutto è scritto, perfino la sua
Geneviève partecipa ad una lezione di intimità più intima la recita in modo falso.
teatro organizzata da Michel Fau. Lei gli Non c'è nessuna verità, nessuna sincerità,
spiega che quello che le interessa non è nessuna identità, c'è solo recitazione !''
l'incarnazione ma l'interpretazione. Michel (Atto I, Michel Fau a Tante Geneviève
Fau le risponde con la battuta citata più durante la sua lezione di teatro).
sopra : con queste parole sviluppa la sua
percezione del personaggio e dell'attore ; Quindi Michel Fau spiega che ''siamo solo
quest'ultimo indossa una maschera e dei personaggi di finzione'' (Atto I, Michel
ancora un'altra per poter recitare un Fau a Tante Geneviève durante la sua
personaggio : '' il teatro comincia quando lezione di teatro) : tutti possono recitare un
due maschere sono sovrapposte''. Nella personaggio, soprattutto qualcuno che
pièce, quella frase si riferisce agli attori che potrebbe provenire dalla realtà.
recitano i loro propri ruoli. Per esempio, in Incarnandosi in lui stesso e in Tante
questa scena Michel Fau (che di base è un Geneviève, mostra che qualsiasi tratto del
vero attore) incarna sé stesso (è il carattere può essere riprodotto e recitato,
personaggio di Michel Fau l'attore) e inoltre che sia con il semplice annuncio di essere
recita altri ruoli, in particolare Tante qualcun'altro, con la recitazione o anche
Geneviève o Une mère de quatre enfants. con costumi e accessori. Tuttavia è possibile
Poi aggiunge che l'interpretazione è rilevare in questa replica che chiunque può
impossibile perché quando parliamo diventare qualcun'altro, tutto ciò richiede
d'interpreatzione, ciò può significare di indossare una maschera. Questa
interpretare un personaggio o il modo di citazione, che vale per il teatro, potrebbe
esprimerlo, ma anche di rappresentare applicarsi altrettanto bene ad altre
un'opera. Fra queste due fattispecie, situazioni legate alla realtà e non essere
interpretare fa riferimento alla recitazione solamente l'espressione orale di un
del commediante, cioè il modo di recitare, personaggio in una pièce.
anche se solamente l'incarnazione ha
dell'interesse. Incarnare qualcuno o
qualcosa apparirebbe allora come una
rappresentazione, una manifestazione
concreta, e questo può essere fatto in
diverse maniere. Nella pièce, i personaggi
per mostrare che sono un altro personaggio
declamano chiaramente ''io faccio...'' : per
Concezione dell'attore e del abbia imparato il proprio ruolo ispirandosi
personaggio secondo le fotografie dagli altri presidenti prima di lui. Quindi
scattate durante le rapresentazioni: l'attore ha la capacità di incarnare il
personaggio che vuole, non ci sono barriere
per questa scelta - neanche per come
Prima immagine rappresentarlo.

Seconda immagine

Illusions comiques, testo e mise en scène di


Olivier Py,

Théâtre du Rond-Point, 2006, Atto I, p. 39 Illusions comiques, testo e mise en scène di


dell'edizione Babel. Olivier Py,
(Olivier Py : Moi-même ; Olivier Balazuc : Théâtre du Rond-Point, 2006, Atto I, p. 58
Le Présiedent de la République). dell'edizione Babel.

(Michel Fau : Une mère de quatre enfants).


In questa fotografia, i due personaggi in
scena sono il poeta Moi-même (l'attore
Olivier Py) e Le Président de la République Questa fotografia offre un'interpretazione
(Olivier Balazuc). Quello che ci interessa è diversa dalla prima. Michel Fau si trova fra
la rappresentazione del presidente. il pubblico, tiene un microfono e un
cartellone dove c'è scritto ''una madre di
Innanzitutto, possiamo dire che l'attore quattro bambini''. In questa situazione, per
incarna già il proprio ruolo di attore e distinguersi dalla folla, il cartello precisa
anche quello del presidente. Per reciare l'identità che indossa l'attore. Non c'è
questo personaggio, Olivier Balazuc porta bisogno di un costume in particolare e non
attorno al collo la coccarda con i colori della importa il genere della persona che recita.
bandiera francese, e in quel momento fa Il cartellone annuncia da solo chi è il
degli ampi gesti come un tipico presidente personaggio che lo sta tenendo. Anche se
che parla al popolo. Questi elementi gli recitando l'attore ci fa capire chi è, il fatto
permettono di manifestare il ruolo come di avere una sorta di annuncio (in
una maschera che s'indossa per mostrare il paricolare un oggetto) prima di cominciare
cambiamento. a parlare ci indica chi ha incarnato in
Il personaggio di un presidente diventa un questa scena.
personaggio come gli altri che chiunque può
recitare, basta il comportamento e anche
un elemento come la coccarda che richiama
il dirigente di un paese. Allora il presidente
è anche lui un personaggio abbastanza
stereotipato, di cui possiamo supporre che
Terza immagine Quarta immagine

Illusions comiques, testo e mise en scène di


Illusions comiques, testo e mise en scène di Olivier Py,
Olivier Py,
Théâtre du Rond-Point, 2006, Atto I, p. 77
Théâtre du Rond-Point, 2006, Atto I, p. 63 dell'edizione Babel.
dell'edizione Babel.
(Olivier Py : Moi-même ; Philippe Girard :
(Philippe Girard : Monsieur Girard). Le pape).

In quest'immagine c'è solo una persona, In quest'ultima fotografia, possiamo


Philippe Girard, come attore che recita il osservare due personaggi : Olivier Py come
proprio ruolo di Monsieur Girard. Per Moi-même e Philippe Girard come Le pape.
essere diverso da lui stesso si è dipinto il Nella scena, Moi-même è inginocchiato ed è
volto e ha una corona di fiori sulla testa. In vestito da prigioniero, mentre Philippe
questo caso, possiamo dunque considerare Girard indossa un costume che lo fa
il suo trucco come una maschera che gli diventare il papa. Ognuno degli attori ha
permette di incarnare sé stesso ma come un un costume intero, che ci fa capire subito
personaggio che anche altre persone che tipo di persona sono. Tutti e due sono
potrebbero incarnare. L'attore ci ha anche dei ruoli abbastanza stereotipati che
mostrato che anche qualcuno che proviene si possono incarnare perché hanno dei
dalla realtà può diventare un personaggio ''costumi'' : i loro vestiti sono impregnati nel
di finzione, per esempio con degli artifici nostro immaginario collettivo. I vestiti sono
come il trucco. Quindi l'attore è un in un certo senso le loro maschere che
personaggio, il personaggio dell'attore : la permettono di mostrare che gli attori sono
barriera tra chi recita un ruolo e il ruolo altri personaggi.
sparisce perché la persona che recita può
essere il ruolo in questione. L'attore recita sé stesso e in più si
manifesta come un altro personaggio :
anche gli attori sono diventati dei
personaggi, non c'è più autenticità quando
tutto può essere recitato.

- Célia Villatte
RUBRICA: ARS LONGA, VITA BREVIS ballerina del locale (con un'espressione
di Räd quasi caricaturale). E poi ovviamente c'è
lei, la maschera inquetante della città
contemporanea in primo piano a destra: con
IL BALLO IN MASCHERA: AU un volto stralunato, angosciante, due occhi
MOULIN ROUGE penetranti e orrorifici. Secondo la
testimonianza di un amico pittore di
Toulouse-Lautrec, Maurice Doyant, essa
(sì, "essa", perchè è un mostro deforme che
nasce dal fetore e dallo smog dei peggiori
arrondissements di Parigi) è stata aggiunta
appena nel 1895. Dopodichè – e non c'è
invero da stupirsene – l'artista o un
venditore decisero, in un momento non
definito e forse per vendere meglio, di
tagliare la tela per rimuovere quella figura:
nel 1914 le due parti furono però riunite,
cosicchè oggi possiamo godere del senso
originale e voluto di questo quadro
importantissimo.

Au Moulin Rouge è stato dipinto tra il


Eppure non vediamo un bal masqué... o 1892 e il 1895, nel periodo di massimo
forse no? Osservando questo quadro – splendore fin de siècle del cabaret da cui
prima di conoscerne le vicende espositive, prende il nome, aperto nel 1889 da Charles
l'autore e la datazione – percepiamo che Ziedler e Joseph Oller al n. 50 del
qualcosa non quadra. Poi leggiamo il titolo: boulevard de Clichy, e al quale Toulouse-
Au Moulin Rouge. E infatti quello che Lautrec dedicò uno dei suoi primi manifesti
vediamo è un interno: al di là di una nel 1891 (l'Equestrienne, per il foyer),
balaustra vertiginosamente posta in vincendo un concorso indetto dal
diagonale è la sala da ballo in parquet del proprietario per pubblicizzare il locale e le
celeberrimo locale Le Moulin Rouge, e sue famose ballerine di cancan: fra gli
attorno ad un tavolo si sono radunati dei animatori abituali – e passati alla storia
figuranti dell'epoca – il critico d’arte spesso grazie proprio ad opere di artisti
Edouard Dujardin, la ballerina spagnola dell'epoca – figurano Valentin-le-Désossé e,
Macarona, il fotografo Paul Sescau, il per l'appunto, Louise Weber, detta la
pittore Maurice Guibert e una donna dai Goulue. Sono personaggi ricoperti da
capelli rossi da molti identificata con la un'aura mitica di leggenda e voglio
ballerina Jane Avril. Alle loro spalle si parlarne brevemente: la ballerina –
stanno svolgendo due scene nello stesso riconoscibile dai capelli biondi e dalla tipica
momento: sullo sfondo specchiato della acconciatura, quasi come gli attributi di
sala, da un lato l'autore dell'opera Henri de una santa medievale –, è negli anni 1890s
Toulouse-Lautrec attraversa il palcoscenico la vedette del locale per la sua sensualità e
assieme a suo cugino Gabriel Tapié de l'energia incontenbile durante la danza.
Céleyran, mentre dall'altro lato, Louise nacque nel 1866 a Clichy (la stessa
indifferente a ciò che le succede intorno, città che darà il nome al boulevard ove lei
possiamo osservare la Goulue mentre si farà carriera!) e morì nl 1929 a Parigi:
sistema lo chignon davanti al proprio otterrà la celebrità ballando con Jules
riflesso forse accanto alla sorella Jeanne Étienne Edme Renaudin (1843-1907), un ex
Weber o alla Môme Fromage, un'altra commerciante che diverrà poi Valentin-le-
Désossé, il chahut come couple de danse. Lei la Macarona, anch'essa rappresentata
poi lascerà però il locale per diventare dall'artista in un disegno del 1893 con un
l'étoile solista di un altro – Olympia (un costume de jockey.
nome fortunato a quel tempo!), fondato
dallo stesso Joseph Oller nel 1893. Questi Il quadro oggi si trova all'Art Institute of
personaggi figureranno tra i soggetti Chicago e misura 123 × 140 cm: è un
preferiti di molti artisti contemporanei, fra formato quasi quadrato che accompagna il
cui Octave Mirbeau (che descrive la Goulue punto di vista assai particolare e
nelle sue Chroniques du Diable) e fortemente scorciato sulla scena d'interno.
ovviamente Toulouse-Lautrec, che li Nonostante sia il ritratto di molti compagni
immortalerà in varie sue opere pittoriche e e amiche di bevute cari a Toulouse-Lautrec,
pubblicitarie. Questi frequentava è l’apatia fra di loro: anzi, vi è un aria –
assiduamente la vita notturna di una corda di violino tesa fino al proprio
Montmartre, perciò non c'è da stupirsi che limite – di inquietudine a causa proprio di
conoscesse tali individui, eppure la sua auesta reciproca indifferenza fra i
origine familiare potrebbe suggerire uno protagonisti.
stile di vita diametralmente opposto: E infine, concludendo col particolare su cui
Henri- Marie-Raymond de Toulouse- cade per primo l'occhio, questo senso di
Lautrec-Monfa (1864-1901) nacque infatti ansia è reso palese dalla figura in primo
nel 1864 ad Albi da una antica famiglia piano a destra: un'apparizione diabolica che
francese, ma nonostante le nobili origini, sorge dal bordo del quadro – proprio
abbandonò il castello familiare di Tolosa davanti ai nostri occhi, forse essa proviene
per darsi alla vita da outsider a Parigi; le proprio dal nostro mondo! – che le taglia il
ragioni della sua scelta stanno nella sua busto nero dai contorni ondeggianti. La
dolorosa malformazione alle gambe (anche ballerina indossa una maschera, o forse è
se Leopardi ci insegna con rabbia a non proprio lei la maschera vivente: è
giudicare con banalità un'opera dai pallidamente cadaverica, le ombre sono
malanni fisici del proprio autore!) e verdastre, le labbra rosse, i capelli gialli; i
nell'oppressione materna. Nella capitale colori sono irreali perchè proveniente dalle
diventò l'artista di punta del nuovo genere moderne luci artificiali che affascinavano il
degli affiches pubblicitari, ma fu anche pittore. Lei – o forse potrei dire anche "noi"
pittore: negli anni 1880s fu sodale di van – è un fantasma, il fantasma della società
Gogh e collaborò con la Société des Vingts contemporanea che sorge, quale
belga. contraddizione, dall'indifferenza di tutti gli
E gli altri personaggi che pullulano i altri: è la palese manifestazione di un
bassifondi? La maschera che occupa la incubo, cioè ciò che stiamo vivendo. È un
parte destra è la ballerina inglese May burattino mostruoso che porta, senza
Milton, che nel 1895 era in tournée a Parigi, rendersene conto, una maschera: che però
e in quell'occasione il nostro pittore se ne non può togliersi da sola, se non
innamorò, tanto da riprodurla su uno delle riflettendosi in un'opera d'arte eterna di
sue reclames. La ragazza di spalle dai così alto valore.
riconoscibili capelli rossi sotto un grande
cappello piumato, e la cui silouhette - Räd
elegante è racchiusa in una robe à
collerette, è Jane Avril, un'altra ballerina
del Moulin Rouge e amica (nonché musa) di
Toulouse-Lautrec: egli, infatti, la
rappresenterà in molti quadri, affiches e
litografie. Davanti a Jane è un'altra famosa
ballerina del locale, ma stavolta spagnola: è
RUBRICA: PAROLE IN DIALOGO mascheramento in riferimento alle tesi di
di Mark Veznaver Emmanuel Lévinas, il quale in Totalità e
infinito (1969) pone in rilievo il ruolo
fondamentale che l'osservazione del “volto
Tra l'“io” e il “tu”, l'Altro e il
dell’altro” (le visage d’autrui) può e
medesimo: breve nota levinassiana
dovrebbe assumere nella costruzione di un
sulle maschere nella cultura
rapporto con il diverso, si comprende
occidentale
facilmente come l'indossare una maschera,
ovvero una rappresentazione del volto
dell’altro, comporti delle implicazioni
“Chi sei tu,/che vesti il volto dell'Altro?/Chi filosofiche di non poco rilievo. Nello
sei tu, che vivi/in un'eterno essere-per- specifico, una di queste – nonché l’unica che
l'Altro? È un dantesco inluiarti, il tuo,/di è il caso di abbordare brevemente, essendo
volto che si dissolve/in mare infinito di poco trattata - è correlata all’identità del
volti?/Ti nascondi nella rifrangenza,/nella soggetto indossa la maschera. È infatti
Trascendenza?/O sei tu ritratto che lecito domandarsi se la maschera non si
occulta,/specchio deformante che svela/la venga a costituire per il soggetto come
follia dell'Uno?” È questa la domanda che si opportunità di annullamento della propria
condensa e si esprime spontaneamente nei identità in un’identità altra, l’io di un altro
miei versi all'atto di dare forma a queste o un io Altro e trascendente, oppure se essa
brevi riflessioni sulla costante presenza non sia realmente altro che un’ulteriore
della maschera e del travestimento nella modalità di espressione dell’io, uno
storia del genere umano. Essendo strumento utilizzato dall’io stesso per
l'argomento di una vastità tale da non esprimersi attuando un’inconscia riduzione
poterne rendere conto in questo breve dell’Altro al medesimo, un passaggio dal
articolo (com'è noto, le maschere sono state molteplice all’Uno. Aldilà di ogni discorso
e vengono tuttora utilizzate da un infinito letterario sull'argomento, è dunque anche
numero di comunità e gruppi etnici per la all’interno di questi binari discorsivi che si
loro carica simbolica e rituale, e il tema dovrà inquadrare il tema della maschera,
presenterebbe troppe sfaccettature per per comprenderne appieno l'influenza sulla
potersi risolvere in uno spazio così ridotto), storia del pensiero
ci limiteremo a una serie di brevissime
considerazioni volte a dimostrare che la
maschera può costituire un interessante - Mark Veznaver
oggetto d'interesse filosofico le cui
caratteristiche intrinseche implicano una
serie di considerazioni sulla natura della
convivenza tra uomini e sulla base del
concetto stesso di comunità. Se sono infatti
molti gli studi antropologici che hanno
dimostrato il ruolo essenziale della
maschera nella costruzione di ogni forma di
collettività fondata sull'eliminazione del
diverso, dello straniero in ogni suo aspetto
ed epoca storica, dall'altro lato trovo
interessante sottolineare come l'atto
concreto di indossare una maschera possa
costituire lo spunto per una riflessione etica
più approfondita sul rapporto con l'Altro e
la Trascendenza. Considerando il tema del
RUBRICA: IMPRESSIONI DI VIAGGIO Batille era rimasto lo stesso zoppo, strabico,
di Alexandre Dumas olivastro, bruno e monsieur di anni orsono.
Tengo a precisare che quando attribuisco a
un domestico questo segno di
I.
considerazione, chiamandolo appunto con
Nell’anno 1822 decisi di recarmi a Venezia, l’appellativo di monsieur, è perché questi si
su invito di un mio caro amico di infanzia, distingue per idiozia o bricconeria. Batille
Henri Roi Des Gattin, giovane intellettuale era solo idiota, ma lo era molto.
che, volendo trovare fortuna e riparo da
– Che Dio mi fulmini all’istante! Siete
una Francia sospesa a livello politico e
Alexandre Dumas in persona?
umorale, andò nella piccola cittadina
francese italiana, dove le belle donne, l’arte, – In persona, Batille.
l’amore e il buon cibo riportano a ogni
– Allora dovete rimanere a pranzo, signore
francese il gusto e il ricordo di casa. Anche
mio! Il padrone m’ha fatto prendere due
io, quando sono in viaggio, quando saluto
pernici belle e succulente! E poi… ah,
gente diversa che riconosce il mio volto
signore, che ve lo dico a fare? Se potessi
dalla fama, quando una bella creatura,
mangiare io tutto quel ben di Dio! Carne,
giovane o avanti con gli anni, mi passa la
pesce, frutta, i migliori vini di Francia e di
mano intorno al braccio, torno a
Italia! Sono andato io stesso a comprare la
passeggiare, nei grandi meandri della
carne fino a Padova, l’ho guardata
memoria e del tempo, nelle vie in cui la
personalmente e vi assicuro che oggi si
grande Parigi mi ha fatto nascere e mi ha
mangerà da re! Ah, e poi il padrone non
cresciuto. Rue Saint-Honoré, rue Rechelieu,
farà neanche tante storie perché sarà felice
le Comédie-Française… ah, quanta libertà
di avere a pranzo uno scrittore e
e quanta giovinezza!
drammaturgo del vostro livello, anche se
Ma ora, permettetemi di tornare al inaspettato! Infatti, proprio stamane ha
racconto degli eventi. Al centro di quella detto: “È da tanto che non vedo il mio caro
Venezia ardente e inebriante come la pelle Dumas; sarebbe proprio ora che venisse a
di una prostituta bagnata dall’acqua delle pranzo!”
fontane di Brema, tra i ponti, i canali, i
– Sono sicuro che l’ha detto.
monumenti colossali dell’arte, attraversai il
Ponte dei Tre archi per poi percorrere un – Toglietemi una curiosità che mi assilla:
tratto delle Fondamenta di Cannaregio e come fate voi scrittori ad avere la certezza
addentrarmi in una stradina stretta, di queste cose?
elegante e intima come vuol essere la forza
veneziana, che mi portò alla Corte dei – Perché sono stato invitato dal tuo
Vedei. All’ingresso della Corte, vidi un padrone, imbecille!
uomo magrolino, avvolto da stracci più Noncurante degli ammonimenti dati sul
grandi di tre taglie rispetto a quella che corretto comportamento che un servitore
avrebbe dovuto portare, e da un mantello dovrebbe tenere, Batille mi fece entrare
bucato, che riusciva a coprire, per la gioia nella tenuta e mi annunciò al padrone.
del bel sesso, il suo collo grosso e peloso, e il
naso foruncoloso. Riconobbi subito in lui il Henri era di spalle, con le sue solite mani
servitore che Henri aveva assunto prima di dietro alla schiena, ad osservare i canali e i
partire per l’Italia. Se è vero che il signore muri che si ergevano uno sull’altro come gli
del tempo, a volte, carezza i suoi servi con amanti nel vorticoso vento della passione.
la saggezza e la bianchezza della cute, è Quando sentì il mio nome, si voltò
altrettanto vero che alcuni scappano da rapidamente e venne sulla soglia ad
questa premurosa confidenza. Infatti, abbracciarmi, con le sue grandi guance
rosse e i suoi occhi scintillanti, resi ancora – Sì.
più profondi dai ricci corvini che gli
– Alcune parti l’avete pubblicate su
ricadevano sulla fronte. Rimanemmo in
L’indipendente, corretto?
quella stretta per almeno un minuto:
eravamo due fratelli separati alla nascita, – Sì, anche su alcuni giornali francesi.
cresciuti in una terra e con una lingua
diversa, ma con i cuori caricati al medesimo – Ebbene, vorrei che faceste la stessa cosa
respiro. Bisogna stringere sempre un per me.
amico, più di quanto si aspetti o quanto Sospirai.
chieda, perché l’amicizia è una delle virtù
più nobili che Dio ha concesso agli uomini. – Mi spiegherò meglio: ho fondato, con
alcuni dei nostri connazionali espatriati e
– Venite, Alexandre, venite alla mia tavola! alcuni italiani, un giornale letterario,
– Eseguo sempre ciò mi ordinate. completamente slegato dall’ideologia
politica dominante, dagli usi e costumi di
Prendemmo posto e parlammo di eventi questa società che via via perde sangue. Ho
passati, presenti e futuri, di progetti del il sogno di estendere la voce dei miei
cuore e di quelli che ogni uomo pensa; scrittori a livello internazionale, che il
Batille ci servì. nome del mio giornale possa avere
pronunce e labbra diverse; e chi non lo
– Caro Dumas, permettetemi di sospendere
leggerebbe se ci fosse ogni mese
la nostra amicizia per un breve momento,
un’impressione di viaggio di Alexandre
così da far nascere altro: “Negli affari non
Dumas?
ci sono amici, ma soltanto soci.”
Sorrisi appena, felicitandomi della stima e
– Non so se sentirmi onorato dalla
dell’imparzialità di Henri.
conferma che voi ricordate una mia opera o
dalla vostra scelta di avermi come – Non rispondetemi in nome dell’amicizia
compagno in affari. che ci lega, ma in base alla vostra persona e
alla vostra attività da intellettuale
– Oh, Alexandre, non siate così umile con
francese.
me; sono io al cospetto del lyon de France,
ed è proprio per questo, poiché la Fortuna – Vi chiedo di perdonarmi, specialmente
mi ha concesso di conoscervi e esservi ora che avete lustrato il mio nome ricoperto
amico, che vi pongo una richiesta di polvere, ma non posso accettare l’offerta
irreverente. propostami: per la mole della mia attività,
farei un lavoro discontinuo.
E il mio amico pose il bicchiere sulle labbra
e bevve. – Rispetto la vostra decisione.
– Henri, sapete destare la mia attenzione. Ci stringemmo le mani per alleviare la
tristezza di entrambi.
– Ne sono consapevole, mon ami. Ho saputo
che durante i vostri viaggi scrivete ciò che – Per quanto rimarrete a Venezia?
vedete, sentite, mangiate… vi acclamano
per la vostra abilità di descrizione degli – Non mi fermerò più di tre giorni.
ambienti, delle persone… la vostra – Allora ne approfitteremo: vi farò da
passione vi fa soffermare su alcuni versi e Cicerone.
passi di autori che hanno vissuto o vivono
in quella terra che andate a visitare… il – Sono molto grato, ma non vorrei
nome del vostro diario di viaggio è… distogliervi dalle vostre brighe.
Impressioni di viaggio, nevvero?
– No, Alexandre, siete mio ospite, non – Batille, insomma! Ricordati chi sei!
recate alcun disturbo. A proposito, dove
– Batille Insensé, padrone! Non me lo
risiedete?
scordo mai! Vedete, signor Dumas, Roi De
– In un piccolo ostello a Cannaregio, a Calle Gattin ha un ottimo carattere, eccellente,
Cendon. non ha mai alzato le mani su di me,
neanche una volta, lo giuro. Ma quando si
– Batille, va’ a prendere le valigie di
parla di quella donna… ah, Dio ce ne
monsieur Dumas e portale qui.
scampi e liberi! Ora si sta trattenendo
– Non è necessario, davvero. Preferisco perché ci siete voi, ma potete ben vedere
rimanere nella mia sistemazione, così posso che le sue sopracciglia seguono la forma dei
continuare il mio lavoro senza recarvi vulcani e nei suoi occhi azzurri scorre la
disturbo. lava.

– Avete fatto un lungo viaggio per me e il – Cosa può avere quella donna che vi rende
minimo che possa fare è ospitarvi. Vi prego, così di malumore?
lasciatemi sdebitare in qualche modo.
– Oh, ma non state a rivolgergli la parola,
Mi arresi e annuii. signore! Parlate con me, col vostro Batille,
che su questo sa tutto! Il mio padrone,
– Ancora qui, Batille? Va’. invece, non vi direbbe niente, nemmeno
– Signore, perdonate, ma perché non avete sotto tortura… è troppo orgoglioso.
invitato monsieur Dumas al ballo in – Batille, rispetta chi ti dà da mangiare!
maschera dei Vendramin Calergi?
– Padrone, vi rispetto, ma sono anch’io un
– Zitto, ti prendi delle libertà che non hai! essere umano, e come tale ho dei
A uno scrittore come il nostro ospite non sentimenti e mi piace raccontare storie.
può interessare una mondanità simile. Signor Dumas… avvicinatevi… quella
– Io credo che se sapesse della donna donna è ricercata in tutto il mondo,
misteriosa, il suo amico verrebbe. soprattutto dal vostro amico… mi
intendete?
– Va’, Batille!
– No, non ti intende perché stai dicendo
– Ma, signore, vengono da tutto il mondo a così tante sciocchezze che ti dovrei solo
cercare di vedere questa donna! spaccare la schiena!
– Di cosa parla il vostro domestico? – Lo vedete come mi tratta quando si parla
– Di sciocchezze. di lei?

– Che il cielo mi fulmini all’istante se sono – Ma questa donna chi è?


veramente delle sciocchezze! Persino il – Ah, nessuno lo sa! Per questo è la nostra
signor Dumas, che è sempre in teatro e non attrazione più preziosa: porta molti soldi.
distoglie il faccione dalla carta, sarà a La gente, principi, re, nobili, borghesi,
conoscenza delle voci che circolano su persino contadini e poverelli, arrivano dal
questa fanciulla. tutto il mondo per vedere la donna
– In realtà no. mascherata. Si dice che si aggira solo di
notte, passeggia per tutta Venezia
– Uno scrittore come voi? Ah, no, signore, è nascondendosi da occhi inopportuni, e
imperdonabile. partecipa a balli in maschera, così che
nessuno possa accorgersi della sua
Prese una sedia e si sedette con noi a
presenza. I nobili credono che sia una
tavola.
principessa o una dama deturpata o caduta
in disgrazia, costretta a nascondersi da parliamo dei balli! Per scoprire l’identità di
briganti; il popolo invece è convinto che questa donna, i nobili veneziani danno feste
quella sia figlia dell’ombra. diverse volte alla settimana, e il mio
signore qui, non se ne lascia scappar uno!
– È stata mai vista da qualcuno?
Anche se ci siete voi, monsieur, lui si ostina
– Oh, sì, anche il mio padrone l’ha vista, a voler partecipare! Prima che voi arrivaste
nevvero? era tutto un: “Porterò Dumas di qua, di là,
dovunque lui vorrà, ma non potrà dire di no
– Sì, una notte. Stavo rincasando da san al ballo dei Vendramin Calergi”.
Marco quando, nei pressi della Corte
dell’Anatomia, vidi una donna, avvolta da – Quando si terrà?
un mantello nero, lungo, che le rimaneva
– Questa sera, al loro palazzo, quello che si
un po’ aperto sul davanti. Aveva una
affaccia sul Canal Grande.
chioma rossa come il fuoco, trattenuta in
una acconciatura alta e voluminosa. Mi – Ci andremo.
stupì vedere una giovane camminare da
sola a tarda sera, perciò volli avvicinarmi
per offrirmi come suo cavaliere, ma lei II.
corse lungo il ponte omonimo e io la inseguì
per cercare di darle pace. A un tratto si
fermò, si voltò verso di me, mi sorrise e poi Eravamo discesi dalla sua abitazione per
scappò. Cercai di raggiungerla, ma ormai poi procedere verso il Sottoportego dei
era scomparsa nelle tenebre. Vedei e continuare lungo le Fondamenta di
– Non ricordate il suo volto? Cannaregio e le Calle dell’Ogio. Avevamo
impiegato molto poco per raggiungere
– Magari potessi. Aveva una maschera che Palazzo Vendramin Calergi. Lungo il
le lasciava scoperti solo la bocca e il mento, tragitto, potei sentire il cuore di Henri
ma non potrò mai dimenticarmi la sua pelle trasformarsi in un tamburo suonato da un
bianca e il neo sopra il labbro destro. nero. Provai a tranquillizzarlo intavolando
qualche discorso su opere e sulla vita
– Non l’avete più vista?
veneziana che conduceva, ma non si può
Henri abbassò gli occhi e riempì il suo pretendere che la lingua di un innamorato
bicchiere. sprechi parole per fatti estranei al suo
universo di colombe pronte a prendere il
– No, ma la cerca sempre.
volo. Perciò lasciai il mio amico nel suo
– Batille, adesso ti rompo la schiena! silenzio, a contemplare le onde tumultuose
delle insicurezze che fanno naufragare i
– Potete anche farlo, ma ciò non marinai più esperti.
cambierebbe la realtà!
Dal mio canto, oltre ad ammirare la
– Se volete un servo, prendetevelo. bellezza che dona la notte a qualsiasi città,
– Ne ho già a sufficienza, vi ringrazio. ripensavo alla donna misteriosa e speravo,
con la profonda bramosità dello scrittore, di
– Signor Dumas, cercate di comprendermi: poterla scorgere per poi renderla un
la preoccupazione per il mio padrone è soggetto delle mie opere.
innegabile. Ormai non dorme più: ogni
notte finge di andare a dormire, ma io so Giunti al Palazzo, tutti i presenti mi
che cammina come uno spettro per Venezia riconobbero nonostante indossassi una
per cercare quella donna. Pensa che sono maschera nera, che mi copriva solo
un imbecille, ma io me ne accorgo! E non all’altezza degli occhi. Vi risparmio i
complimenti ricevuti e gli occhi dolci e
innamorati di qualche donna e ragazza – Vi sembrerò scortese, ma non posso
giovane, poiché vorrei lodare l‘anfitrione. Il permettere che una creatura tanto bella e
signor Gualtiero Vendramin Calergi è il dolce possa mangiare un cibo di così scarsa
tipo del perfetto nobile italiano: uomo di qualità. Permette, posso sopportare tutto,
gusto, uomo di spirito, distinto conoscitore ma non il cattivo cibo e una donna che
dell’antichità, amatore di quadri, cacciatore s’avvelena con questo.
di cineserie, collezionista di autografi, il
La mia interlocutrice alzò la testa e potei
signor Vendramin Calergi è tutto, meno che
riconoscere in lei la donna mascherata che
nobile.
tutti pedinavano.
Mi trascinò per tutte le sale, portandomi a
– Uno scrittore che si intende anche di
braccetto, chiamando a sé tutti i presenti
cucina? Mi sorprendete.
per mostrarmi agli invitati come fossi un
trofeo di caccia o uno dei Delfini. – A me stupisce che una donna così tanto
misteriosa sia stata trovata subito da me,
Riuscii a divincolarmi dalla stretta morsa
vostro umile cavaliere, se acconsentite.
delle conversazioni grazie a dei giocolieri
che, per bontà e pietà verso un altro artista, – Monsieur, a quanto pare la fama di
cominciarono il loro spettacolo per entrambi ci precede, ma credo che voi non
mettermi in salvo. Cogliendo l’occhiolino di abbiate tante informazioni quante ne ho io
quel nano gentile, mi spostai verso l’angolo su di voi.
oscuro della sala, dove vi era un piccolo
tavolo con formaggi vari, frutta e vino. Date – Io so che siete figlia dell’ombra e che
retta a un francese e a un buongustaio: non avete i capelli rossi sotto quel velo. Sapevo
mangiate i formaggi italiani, perché non del vostro bel neo alla francese, delle vostre
valgono minimamente quelli francesi. Una labbra piene e che andate via sorridendo a
volta, nelle Impressioni di viaggio, avevo chi avete lanciato lo sguardo dell’amore; ora
riportato la mia terribile esperienza so che la vostra maschera rossa è abbinata
culinaria in un ristorante di Napoli. Avevo al vestito e che avete gli occhi verdi come
chiesto all’oste di portarmi del gorgonzola, un campo d’erba selvatica intrisa di
che già dall’odore avevo previsto di gusto rugiada. Ma devo ammettere che qualcosa
scadente e di poca qualità, ma per cortesia, mi sfugge.
vedendo la bonarietà di quell’uomo, lo – Domandate allora.
assaggiai. Poco tempo dopo, un mio caro
amico musicista, conosciuto da tutti come il – Perché non mi avete già sorriso e non
Grande Rossini, mi scrisse per dirmi che siete già sparita come uno spettro?
aveva trovato quell’oste in piazza intento a – Scelgo io di farmi vedere e decido io
strappare alcune mie opere e maledire il quando fermare il tempo e intrattenermi
mio nome. Trovo superfluo dire che non con chi mi vuole.
potrò più avvicinarmi nemmeno alla strada
dove si trova il suo ristorante. – E come fate a sapere che vi voglio?

E sul tavolo di quegli eleganti signori, – Siete uno scrittore e sono abbastanza
ritrovai il medesimo formaggio, così scelsi misteriosa da farvi crescere la curiosità e
di soddisfare il vizio del gusto solo col buon intrattenere.
vino e dell’uva; vidi però una mano gentile
– Per voi quindi è solo un gioco?
e minuta, tipicamente femminile, che prese
un pezzo di formaggio e lo avvicinò alla – Oh, mio signore, parlare con Alexandre
bocca. Dumas è uno dei privilegi che capita una
sola volta nella vita.
– Quindi è ammirazione? – Non vi manderei mai via.

Si avvicinò a me e mi baciò le guance. Mi baciò un’altra volta la guancia.

– Direi di più, signore. – Non tenetemi in sospeso: perché vi


mascherate?
– Vi confesso che non credo vi sia
sensazione più dolce e lusinghiera al tempo – Perché tanta fretta?
stesso, che sentirsi candidamente lodare
– Perché so che nel racconto non potrete
dalla una bella donna, nata a 500 leghe da
andare via.
voi, che parla una lingua diversa, che il
caso vi fa incontrare, che non avrebbe mai – Ebbene, allora acconsento ad allungare il
dovuto conoscervi, e che si rallegra di nostro incontro. È vero quello che dicono su
avervi conosciuto. di me, ovvero che sono figlia della notte:
sono malata, monsieur, e non posso
– 500 leghe? Non esagerate, son più matura
permettere ad altri di ferire i miei
di quanto pensiate. Cosa vi porta a
sentimenti o intrattenerli: voglio essere
Venezia?
libera per il tempo che mi rimane. No, vi
– Credo la vostra compagnia. prego, non dite niente, vorrei risparmiarmi
la solita scena pietosa.
– Ah, dicono bene le donne che siete un
amante gentile. – Sarei indiscreto se vi chiedessi cosa
avete?
– Non date retta alle voci, io sono cortese
con tutti. Si mise davanti a me, mi prese la mano e
l’appoggiò sulle sue vesti, all’altezza del
– Dovrei dedurre che vi sono
ventre. – È come se avessi dei mostri
completamente indifferente?
marini che mangiano il mio utero e tutto
– Sarebbe una deduzione errata. ciò che può contenere. Mi spengo giorno
dopo giorno.
– E cosa vorreste da me?
– Vorrei che foste un personaggio di un mio
– Per esempio, il motivo per cui usate romanzo, così da potervi dare la salute.
mascherarvi e nascondervi dal mondo.
– Sarebbe troppo per me… ma vorrei
– Siete curioso, signore. chiedervi una promessa.
Mi prese la mano e mi tirò verso il balcone. – Dite.
– Avanti, venite con me, vi prometto che – Vorrei leggere una vostra storia su di me.
non sparirò.
– Quando rientrerò in Francia scriverò un
Eravamo sotto le stelle, immersi nel buio romanzo su di voi.
della notte e nell’essenza dei canali e della
laguna. Le candele illuminavano parte – No, vorrei che questa storia sia solo
della sua maschera e parte delle labbra. Si italiana.
aggrappò al mio braccio e posò la sua
– Datemi voi tutte le indicazioni che
testolina leggera sulla mia spalla.
ritenete opportune.
– Com’è bello avere un amico ogni tanto: ci
– C’è un nuovo giornale che circola a
si può svelare un poco, o anche
Venezia, vorrei vi che scriveste su di me. È
completamente, e poi ci si dice addio.
l’unica cosa che vi chiedo.
Lasciatemi sulla vostra spalla ancora un
poco, la mia vita è più delle volte in Le presi la mano e la baciai.
solitudine.
– Farò ciò che mi chiedete, ma ora RUBRICA: BIT GENERATION
toglietevi la maschera, così che possa
ritrarre al meglio la città con tutte le sue
meraviglie segrete. PIERROT INCATENATO

– La toglierò solo se mi promettete che


terrete fede alla parola data qualsiasi cosa
Il fantoccio è nella stanza e non si muove,
accadrà dopo che mi sarò slegata i lacci di
ciò che mi tiene al sicuro. funesto e silenzioso come un legno spaccato,

– Parola d’onore. piantato su una sedia di piombo e reso


innocuo
Si tolse la maschera e vidi un volto
conosciuto. Nel frattempo, Henri e Batille dai legacci ritorti e nudi che si rispecchiano
vennero da noi. nelle vele ammainate dei suoi occhi,
– Caro Dumas! Mi avete costretto a farvi fori bianchi, quadrati e quasi diseguali,
pubblicare con l’inganno! Non ve la
ricordavate la mia cara cugina Julie? e tra le falde fresche della fronte scarlatta
da cui forse l’intonaco di qualche muricciolo
E fu così che iniziai a scrivere anche per
Artù. incurante ha divelto vari lembi di pelle,
Del resto, chi vive a Venezia prende gli usi giace, ancora insepolta, la brama che giù in
e i costumi della città, e chi meglio di loro strada
sa usare una maschera per ingannare uno
si faccia udire il suono d’un’antica fanfara
scrittore?
a riportare intatta la cupa tramontana
che un dì ci trascinava - ma tu rammenti
solo
le sue membra sfregiate dalle lame dell’afa.

Il tempo passa e inonda gli squarci


aperti sui miei pantaloni arancioni
una cascata di penne di gallo
giù dal diadema in cima alla mia testa,
cimelio di una stolida impazienza
che indugiava coi gomiti appoggiati
davanti a finestrini socchiusi – e sopra i
vetri
il sole simulava
l’effigie di un oscuro quadrifoglio.
Era l’ora del caldo feroce che non si scorda,
ma sento che è calata per sempre la marea
- Alexandre Dumas
sorta da poi che ritornai una sera a casa
col volto impiastricciato, al solito, di neve, Il vuoto si pavoneggia
ma abbassato sul riso soave di una rosa. nel panno rosso della mia casacca,
Da allora ne ho sfasciati di mazzi di striscia tra i vetri rotti sul parquet,
garofani
si schianta burrascoso sui ceppi di metallo.
con la mia scimitarra sguainata,
Tu, o voi, che sghignazzate dentro la
e ho appeso panni innumeri ad asciugare piccionaia
sul filo azzurro del risentimento. quando Arlecchino su di me si avventa
A te ne parlo, amico, con te vorrei parlare, con la spatola in mano, il vostro vomito
se solo decidessi di starmi un po’a sentire. mi è meno greve, l’avido tormento
Rispondimi, mi ascolti? ora è di gesso; ho perso anche le scarpe,
Sì, dico a te, mi ascolti…? secca è la bocca, più non amo il sale
Se non ti va, se pure tu mi disprezzi, allora che mi cola dagli occhi né più giova
fa’ un passo avanti e metti un X di gesso ingannare la natura e la voglia per quindici
sulla mia faccia sporca!… secondi scarsi di singhiozzante eternità.
Ma poi l’amico, forse stanco di me, si gira L’amico gioca ancora, solo, col suo silenzio;
e non lo vedo più. tu non mi senti, ma non l’ho con te;
d’altronde
Mi chiedo proprio a cosa stia pensando.
se adesso vivo e riesco un po’ a cantare il
merito
Tu non mi ascolti e intanto le catene è soprattutto tuo.
rodono il collo, ronza là una cimice;
non ci saranno aquile o sparvieri a Ma il tempo passa e il vento non porta
mordermi il fegato,
che voci di gente accalcata giù in strada.
ma il belo di un capra da sempre mi
tormenta. Per strada c’è un vecchio che corre gridando
La musica non sopraggiunge, e mostra in trionfo a tutti i passanti
la pantomima non è mai iniziata; i chiodi d’oro che si è sradicato
il cocchio imperiale mi ha già dai polsi dal cranio dai piedi dal petto.
preceduto e seguito prima che mi Non era ferito, ma aveva dei fori
svegliassi.
nei punti in cui i chiodi l’avevan trafitto,
Ma ormai più non disprezzo i suoi cavalli
turchini, e il sangue scorreva, scorreva copioso

né invidio più la chiara fama di qualcun dagli occhi sgranati sul pubblico attonito
altro. che a stento credeva a quello spettacolo,
(No, non grido con rabbia queste cose; ma le e il sangue cantava, cantava grondando:
dico
“Se solo sapeste, o gente in ascolto,
senza alcuna ferocia o autentica
intenzione.) che questo vegliardo trafitto dai chiodi
non è il nuovo Cristo ma un demone La gente accorreva d’intorno a raccoglierli,
infame,
e intanto il demente fuggiva e gridava,
e che a crocifiggersi è stato lui stesso!
girando l’angolo della strada:
Blasfemo, voleva compire il miracolo,
“Ho ancora un chiodo nel mio cervello!
voleva mutarsi nel nuovo Messia:
Ho ancora un chiodo nel mio cervello!”
ha preso due rami di antica betulla,
e con quei due rami ha fatto una croce
Ma mentre la gente ancora si affanna
a cui s’è piantato con chiodi e martello,
attorno ai chiodi gettati dal vecchio,
e quegli spunzoni sul corpo straziato
depone i suoi lacci il fantoccio di stracci:
parevano fiori appena sbocciati.
ha udito la musica della fanfara…
Ma il Padre non volle il suo sacrificio;
L’amico ha capito il richiamo e si precipita
così, dopo un anno di tale supplizio,
verso il giallo crepuscolo, senza sputi né
senza che il demone fosse nemmeno applausi.
riuscito a morire, il Padre gli dice: Il vecchio è ormai scomparso nell’altra
direzione
“Sei un vecchio ridicolo, via da quel legno!
e resta solamente il sapore della vertigine
Non morirai, non risorgerai,
nelle ossa, un galeone di spuma nel
ma sempre inchiodato alla tua bestemmia cervello.
sarai per le genti oggetto di scherno”.
Ma il vecchio risponde: “Taci, mio sangue! Un turbinio si avverte nell’aria
Invece, lo vedi, ho compiuto il miracolo: di garrote fumose e di alabarde,
mi sono salvato, mi sono schiodato! ma con un bastone d’osso e d’avorio
Papà non mi vuole, lo so, ma che importa? scaccerò i cani lungo il cammino.
Mi sono salvato e l’ho fatto da solo!
E ancora ho la forza di andare correndo, Andiamo. Tu voli e mi guidi; ogni passo
a tutti mostrando il mio grande coraggio, risuona dell’oro che è stato e sarà.
e di bestemmiare il nome del Padre! La luna si scuote, comincia ad accendersi,
Ma no, non è vero: ho ancora un chiodo risveglia una sfera nel fondo degli occhi.
piantato al centro del mio cervello, Vorrei dire ancora qualcosa di triste,
e questo chiodo non si può strappare! ma ho spento il fuoco sul carro del fieno…
Sia stramaledetto assieme al mio orgoglio! La strada è lunga, e porta dove?
Amici, accorrete, prendete i miei chiodi: Il tempo è molto, e finisce quando?
lo so, dopotutto son perle ai porci, Ma adesso, ti supplico, non ti allarmare.
ma meglio a voi che a chi non li vuole!” Io devo andare, la scena è conclusa,
E i chiodi gettava per terra, nel fango. lontano mi chiama la musica amica,
il sole è scuro, la notte è un pesce – e ancora sarà estate, ma non quella
non sono affatto simile a voi. e ancora sarò io, un cielo senza luna
per poter sognare di domani
- Artur Arturovič Kljaksa e far innamorare chi si è perso di giorno,
o per chi è come me
e vorrebbe affogare di nuovo
LIVESTREAM
in quella quotidianità
(Vaporwave Sadness)
che sapeva di casa,
piuttosto che una vita imprevista.
C'è qualcuno qui
“Dov'è? Dov'è però quella notte
che si ricorda di me?
che vorrei al posto di ogni alba?
Ricordate com'ero,
Non conosco
com'era estate e come vivevo
questo presente…”
di cio che ora rimpiango?
Voglio solo
„Riportatelo a casa!“
tornare a casa
Vi prego, voglio solo tornare a casa.
per sentirmi ancora mio.
Ho pianto per il tempo
che non c'è più
Mi sento perso in questa vita,
per lasciare spazio al presente
ma so che lei c'è
nonostante i migliori momenti
per ricordarmi chi sono –
siano ricordi di già.
e cosa faccio –
Sono di gente nuova ora,
in questo spettacolo
mi rimangono solo flash
senza un calo del sipario certo,
di ricordi di vita
senza pubblico pagante,
di quel mondo
senza applausi:
che chiamavo mio, che era casa.
e così, nonostante tutto cambia
Dov'è la gente che era la mia famiglia,
brucia e mi trafigge,
dov'è ora quella macchina
penso a cosa voglio essere
di cui ero il cuore
per sopravvivere con me stesso
che non batte più.
e questi giorni che fuggono
Dov'è? Dov'è?
La cosa peggiore dei ricordi
„Presto!“
è poter solo ricordarli.
E presto perderò ancora
- Räd
e ancora lascerò indietro pezzi di me
LOLITA Mambo italiano

Una vita da kodak anni ’90, Personaggi:


una vita policrome:
La Signora, trattata da adolescente
negativo di due occhi
Il Bello
troppo profondi –
Il Cicciotto
un sorriso troppo complicato
Le Afflitte
per amarti in tecnicolor, Lolita.
Il Matterello
Per la mia nostalgia vaporwave lofi
ti ho lasciata bruciare
C'era una volta una signora, trattata da
la mia anima adolescente, che lavorava in un luogo in
che si infiamma con te cui, dicevano, si tramandava il sapere. Un
bel lavoro, arricchente, pieno di stimoli,
più veloce di una pellicola, Lolita. gratificante. La signora era contenta.
Faceva il suo dovere. Dava lezioni, scriveva,
A me importa di te
studiava. Questo sì, era molto curiosa,
anche se a nessun’altro importa anche vivace. Non poteva essere meno. Le
circostanze della vita. Era stata di qua, di
della mia Lolita, là, e più in là. Aveva respirato diverse arie,
l’altra metà dei miei sogni chillwave; assaporato diverse scritture, molte
inclinazioni coesistevano in lei.
e vorrei portarti a fotografare l’oceano
Un bel giorno qualcosa cambiò nel suo
mentre bevo il tuo amore lavoro. Una voragine perversa iniziò a
possedere le persone. Parlavano un altro
in un tiki, Lolita,
linguaggio, delle finanze. Gli era improprio.
con una cantante lirica hawaiana Sembrava come se fino ad allora e nei
tempi passati solo persone approfittatrici e
in una radio d’estate, poco preparate avesserero occupato quegli
e amarti sul bagnasciuga spazi.

stanotte o col tramonto fuji:


non sarebbe abbastanza Bisognava rinnovarsi.

dirti che ti amo contro l’aurora


prima che sia troppo tardi Y.

per tornare a vivere normale.


Lolita, l’anima maledetta Apparve la gatta morta, ma con occhialini
di farfalla. Questione di bellezza.
di chi non riesce ad amarti Sgradevole al solo aprir bocca.
Chiaccherona e di poca cultura.
o dirtelo e basta
Accompagnata, ovvio. Non avrebbe mai
o dirselo e amarti ancora, Lolita. potuto far nulla da sola. E ci riuscì, eh! Ci
riuscì. Non mancano mai i complici.
- Räd Sebbene la pappagallina avesse avuto dei
buoni predecessori, e dei successori ancor I membri del suo gruppo di Mambo
più buoni. ballabile che giudicarono gli scritti del
sapere della Signora, trattata da
adolescente, erano pure simpatici a modo
E fu così che la signora, trattata da loro. Il Bello, era il direttore della banda,
adolescente, dovette accettare assieme a un ragazzo ammodo, nulla da dire. Studioso
molti altri la nuova rotta. Verso e ritmico. Sapeva muoversi tra le note.
l'eccellenza. Verso l'innovazione. Molti Quelle che doveva interpretare ora le
protestarono. Il percorso non era privo di conosceva e suonava alla perfezione.
buche ingannevoli. Tuttavia... e in questo sì Qualcuna o qualcun'altra stonava nella
la signora, trattata da adolescente, era partitura. Ma era un virtuoso e nella
ingenua, molto ingenua, quasi sciocca. Lo rapidità dell'esecuzione e ancor di più nel
possiamo dire senza dubitarne un istante: ballo le faceva passare impercepite. Il
sciocca. Quando dicevano che le cose d'ora Cicciotto. Che amara delusione! La signora,
in avanti sarebbero state più chiare, trattata da adolescente, lo stimava, lo
trasparenti, integre, se lo credette. Un stimava (con desolazione). Aveva ascoltato
signorino onorato e lavoratore serio le le sue melodie e le piacevano. Avevano una
disse: non ti fidare, le cose non cambiano, i profondità maggiore. Si erano pure
complici esistono sempre. Lo credeva un conosciuti. Lui non l'avrebbe ricordata ma
esagerato. Neanche c'erano motivi per non avevano condiviso spazi del sapere comuni
credere alla buona fede delle persone. e come pari. A quell'epoca era più magro, è
vero. Che gli sarà successo per ingrassare
così tanto? Boh, non esageriamo, neanche
Misero in piedi commissioni e come tanto, ma era più cicciotto. Si vede che
soldatini marciavano gli scritti del mondo faceva una vita sedentaria, non
s'impegnava nel ballo. Il Garante, lo
del sapere. Criteri ferrei, rispettati in modo
chiamavano. Garante di che? Di equità, di
intransigente. Giudizi soppesati.
rispetto dei criteri. Come non capisci? No,
Sembrava. Iniziò il: questo sì, questo no,
questo sì, questo no, questo sì, questo no. non molto. Ma, era necessario? Ovvio che
era necessario, ogni cosa fatta con serietà
Qualcuno diede di matto, diede di mambo. deve avere un Garante. Ahh, ahh! Un
Mambo. Ritmo latino. Squisito e Garante (In lontananza s'ode un mambo
straripante. Qualcuno diede di mambo. La insinuante). Le Afflitte, corrose dal sapere,
signora, trattata da adolescente, si trovò ballavano il mambo con difficoltà.
davanti alla triste condizione, nonostante Inciampavano molto eh. Ay, ay, ay, gli si
(detto molto lentamente) i lunghi anni anni torcevano le calcagna e si imitavano il
di lavoro, di doversi presentare. Non passo, a volte lo facevano quasi quasi
avevano capito. Non avevano capito? Sì, uguale. Carenti di fantasia. Non è facile
semplice e chiaro, non avevano capito. No, ballare il mambo. No, no, non è facile. E,
non può essere. Non avevano voluto capire. infine, il Matto. Così lo definivano. La
Può essere, sì, non avevano voluto capire. Signora, trattata da adolescente, non lo
Si domandava, si domandava e si conosceva, non poteva confermare. Anche
domandava e si ostinava a domandarsi se un po' matto doveva essere, perché,
come, come, COME persone di simile taglia scrivere una sentenza in due righe!
e levatura, scelte tra i migliori, dicevano,
Fu così che gli scritti della Signora, trattata
non avevano voluto capire. Alcuni
parlavano di mala fede, altri li definivano da adolescente, si trovarono davanti al
energumeni, qualcuno usò addirittura la plotone d'esecuzione del complesso latino
parola corrotti. Tuttavia, la Signora, Mambo ballabile del sapere.
trattata da adolescente, non era d'accordo a
offendere. No, no, no, non bisognava
offendere. La uccisero perché eterogenea.
castigo, metterli come primi strumenti.
Non avrebbe mai pensato che la diversità Fondamentale: saper ascoltare il suono
(di interessi, dicevano, - non aveva un degli altri.
centro) potesse rappresentare un problema.
È evidente che il mambo si balla solo ed
esclusivamente in un unico modo. Anche se, 1 L'autrice gioca sul doppio senso di
ay, ay, ay, ay, ay, Palomaaaaaa! Altri “Paloma”, termine che in spagnolo è sia
eterogenei si salvarono. … nome proprio femminile che traduzione di
“colomba”.
È vero. È veeero, non lo vogliamo negare.
Eterogenea lo era, la Signora. Aveva fatto
molte cose... ma non era screanzata. - Scritto da Ana Cecilia Prenz Kopušar
Ognuno dei passi che doveva fare era stato Traduzione dallo spagnolo di Mark
soppesato e deciso con coscienza. Con Veznaver
cossscienzza. E, inoltre, tenendo in
considerazione qualcosa da cui non è esente
alcun essere umano: le circostanze della
vita. Perché, ovvio, sarebbe bello, molto INSERTO
bello, più che bello studiare tuuuutta la
vita La verbena de la Paloma. Quante
Palome, quante colombe!1 Marzo 2004, Oakland, California
Ma...
In uno studio di registrazione della Reprise
La Signora, trattata da adoloscente e records, si incontrano per quella che
eterogenea, tuttavia, aveva un suo centro, sembra l’ultima volta Billie Joe Armstrong,
senz'alcun dubbio. Ma non avevano voluto Mike Dirnt e Tré Cool, con il nome che li ha
vedere. Non avevano voluto vedere? Sì, non resi noti in tutto il paese: i Green Day.
avevano voluto vedere. Il teatro. La sua
passione. Il teatro. Da lì aveva iniziato e
continuato. Praticamente tutti gli scritti
che erano sfilati davanti al plotone avevano Note struggenti e di malinconia
come argomento il teatro. Ma, la Signora accompagnano gli ultimi accordi del basso
non sapeva ballare, dicevano. di Mike. La tensione è sensibile, sospesa
nel vuoto, e la prospettiva del fallimento
affligge i tre artisti
Modesta, discreta, le mancavano Trovare una via d’uscita dopo il poco
autonomia, correttezza me-to-do-lo-gi-ca e successo degli ultimi due album e la
originalità, era poco coerente, coerente con misteriosa scomparsa del promettente
con cosa? Con il settore? Settore di che? nuovo disco dal titolo “Cigarettes and
Degli studi. Ahhh, ahhhh, ahhhh (detto con Valentines” (“Sigarette e lettere di San
convinzione) Valentino), sembra un’impresa al limite del
possibile. Un disco come quello è
irrecuperabile, unico ed impossibile da
Furono castigati. Sì. Furono castigati. Li reincidere; bisogna ricominciare da zero.
portarono su un'isola persa nel mezzo “Cosa ne sarà di me quando tornerò a
dell'oceano dove dovettero smettere di casa?” – si chiede Billie, consapevole del
ballare il mambo. Gli s'imponeva un salto nel buio che sta per compiere, ignaro
compito maggiore: elevare lo spirito e del fatto che i mesi successivi costituiranno
l'intelletto tramite la pratica costante, la più grande svolta della sua carriera.
disciplinata, condivisa e rispettosa dell'arte
suprema. Rispettosa. Per anni dovettero far
parte di un'orchestra sinfonica. Dovettero
abbandonare l'improvvisazione. Maggior Sono i primi anni Duemila, carichi delle
tensioni del Vecchio Millennio e delle
aspettative portate dal nuovo. Come
dimostrato dal poco successo degli EP
“Nimrod” e “Warning”, l’epoca del punk è in Le comunità punk vivono appieno la
declino, mentre si prestano ad affermarsi bohéme in tutti i suoi aspetti, noncuranti
generi nuovi quali il nu metal e l’emo. del pensiero degli esterni, si rifugiano in
L’improvvisa morte di Kurt Cobain, dalla stabili decadenti, amano fabbricare e
quale sono passati poco più di dieci anni, ha rattoppare i propri indumenti, strapparli,
lasciato spaesata una generazione intera, immaginano spesso il proprio corpo come
percuotendo l’industria musicale, e uno strumento di espressione artistica con
portando a una svolta verso una nuova il quale fare dimostrazione del proprio
consapevolezza della realtà e del contesto dissenso, mediante tatuaggi e piercing. Le
per le molte nuove band a sfondo nichilista loro sono società generalmente anarchiche,
quali i Linkin Park, i Rage Against The talvolta persino nomadi, in cui prevale il
Machine e più tardi i My Chemical rispetto e l’accettazione. Tuttavia l’ottica
Romance. furiosa e distruttiva del genere,non poche
volte ha finito per sfociare nella violenza,
nell’abuso di sostanze alcoliche e
stupefacenti, tutti nel segno della
Il paradosso dell’estetica punk più ribelle è “ribellione” e del rifiuto dei costumi della
ormai venuto a galla e tra i primi ad società capitalistica occidentale.
accorgersene sarà proprio Billie Joe, reduce
dalla rottura di una relazione con una
femminista molto colta, e da uno stile di
vita pienamente aderente al genere. Ecco affiorato alla superficie il grande
paradosso di questa sottocultura, rivelatosi
essere la sua stessa lapide: predicare la
ribellione con un comportamento dannoso,
Uno stile di vita caratterizzato da ciò che improduttivo, autodistruttivo, senza una
alla sua nascita era ribellione allo stato vera azione politica.
puro, che agli occhi degli estranei appariva
solo come una cultura della malavita, i cui
ideali si fondavano sul rifiuto più estremo
della società, caratterizzato da Billie Joe se ne accorge, si rende conto che
abbigliamento largo e usurato, musica dalle la ribellione passiva non è sufficiente, ma
sonorità rapide e poco melodiche, e vita di soprattutto finisce spesso per giovare agli
strada. Tuttavia il punk era molto più che stessi marchi simbolo del capitalismo e a
apparenza, voleva essere ribellione, e per chi ne sa approfittare. L’inattività del
essere tale si fondava anzitutto su dei solidi popolo è dopotutto carta bianca per lo
ideali e su dei principi stabili che hanno Stato. E che, a cavallo delle due guerre, agli
contribuito fortemente a legarlo a tanti albori della crisi climatica e di quella
altri concetti quali quelli di anarchia o di politica con Al Qaeda, Il contesto non si può
rifiuto. Le comunità di punk più puro più ignorare.
predicavano la tolleranza, l’amore, il In questi anni esce “Nimrod” verso la cui
rispetto per gli animali (che talvolta fine, il cambiamento di rotta è ormai
comportava anche il vegetarianesimo o il sensibile. Nonostante la prima metà
veganesimo), ma soprattutto il rifiuto di riprenda le origini della band con sonorità
ogni istituzione, di ogni forma di dure e poche melodie, verso la fine si inizia
capitalismo. a percepire un nuovo sentimento che
raggiunge il suo culmine in “Good Riddance
(Time of Your Life)”: nota tra i fan come la
La miccia che aveva reso possibile prima ballad acustica dei Green Day.
l’esplosione e la popolarizzazione di tale
stile di vita attorno agli anni Settanta si
stava per esaurire con la stessa rapidità È seguito nel 2000 da “Warning” il cui titolo
con cui aveva preso fuoco. è indicativo della direzione presa dal
gruppo, un primo tentativo di titolo e la copertina alludono già all’ordigno
rivendicazione dei diritti politici, il quale contenutistico e poetico costituito
raggiunge il suo picco in “Minority”, dove dall’album, in cui il passivo e distruttivo
viene criticata esplicitamente stile di vita punk dei sobborghi americani e
l’organizzazione cristiana radicale “Moral d’altra parte il consumismo più sfrenato,
Majority”. Esso spianerà la strada per non viene più elogiato, ma deriso e
quella che sarebbe stata la svolta decisiva. condannato, definito “idiota”. L’ “idiota
Tuttavia forse il brano più significativo di Americano” in primis è però il presidente
Warning è Macy’s Day Parade, il cui senso George H. W. Bush, accusato
si concentra nel verso “Economy sized esplicitamente dal gruppo nell’omonimo
dreams of hope” (“Sogni di speranza in brano di aver causato appositamente la
formato economico”), una perifrasi per Guerra del Golfo, ma anche di
definire le “vacanze”. Macy’s Day Parade è manipolazione mediatica (tema che
l’insegna di una società materialista che ha diventerà proprio dell’album successivo,
perso la sua rotta e cerca inutilmente di “21st Century Breakdown”). Le sonorità si
ritrovare la speranza nel mondo fisico. fanno più melodiche, spesso irrisorie, i testi
“Macy’s Day Parade” è il nome con cui è più complessi (come in “Boulevard of
nota in America una sfilata di carri Broken Dreams”, il “Viale dei Sogni
organizzata dalla catena di supermercati Infranti”) e articolati, il pensiero critico è
statunitensi “Macy’s” per il giorno del più sviluppato rispetto a “Warning” e va a
Ringraziamento. L’affollamento di tali puntare fermamente il dito contro
supermercati ha messo in luce agli occhi del quell’infantilismo punk da cui erano nati,
cantante una società del consumo malata condannando l’insensatezza dell’inattività
per i suoi beni materiali, a tal punto da sociale ma anche dell’abuso di stupefacenti,
lasciare addietro i sentimenti. Il secondo come in “Give Me Novacaine”. “Jesus of
verso “The night of the living dead is on its Suburbia” invece, ripercorre passo per
way” (“La notte dei morti viventi sta per passo nei suoi 9 minuti, la crescita del
cominciare”) a seguire direttamente cantante, la sua evoluzione
“Today’s the Macy’s Day Parade” (“Oggi è dall’infantilismo allo sviluppo di un
la festa del giorno di Macy’s”) ne è pensiero critico maturo, motivo per cui il
indicativo: non siamo altro che morti brano è lungo oltre nove minuti ed è
viventi, incollati al nostro mondo materiale, separabile in cinque canzoni diverse. Tra
con il cuore e la ragione annebbiati, queste sono degne di nota “City of the
manipolabili e vulnerabili. Damned” Che costituisce una sorta di
circolarità con Boulevard of Broken
Dreams, e “Dearly Beloved” Che rimanda
È solo un anno dopo che si è potuto davvero come composizione musicale alle riflessioni
dire di essere entrati nel Nuovo Millennio. di Cartesio, con un significato specifico:
Tutte le tensioni accumulate negli anni uscire dalla caverna di Platone, non farsi
precedenti crollano sulle spalle di milioni di abbagliare dal falso, rappresentato dalla
americani assieme alle torri gemelle, dando musica ipnotizzante e allegra, interrotta
inizio a un periodo di crisi politica e sociale, solo da alcuni
per la quale era oramai evidente che la
ribellione passiva del punk bohemien non
sarebbe bastata. Oltre ad essere un opera piena di
significato sul piano politico lo è anche su
A trovarsi a New York sono tra i tanti, quello sociale, raccontando la storia di un
proprio i Green Day, in un giorno che ragazzo punk la cui filosofia distruttiva e
segnerà per sempre il loro modo di vedere il esageratamente bohemien finisce per
contesto storico. ricadere in uno stile di vita malsano e
perdere tutti i suoi amici più cari e l’amore
Tre anni dopo, a ridosso dello scoppio della della sua vita. Vi sono inoltre, sul piano
Guerra in Iraq, esce American Idiot. Il poetico numerose figure retoriche
interessanti, come l’accostamento di “To fall Sitting on my crucifix
in love and fall in debt” traducibile come
“indebitarsi e innamorarsi” oppure “Get my Mentre siedo sul mio crocifisso
television fixed/Sitting on my crucifix” And living room of my private womb
ovvero “Riparatemi la televisione/Mentre
sono sul mio crocifisso”. E nel soggiorno della mia vagina privata

I versi iniziali sono tuttavia ciò che lascia While the Moms and Brads are away
più il segno:
Mentre le Mamme e i Brad sono via
To fall in love and fall in debt
“I’m the son of Rage and Love
Innamorarsi e indebitarsi
Sono il figlio dell’Ira e dell’amore
To alcohol and cigarettes
The Jesus of Suburbia
All’alcol e alle sigarette
Il Cristo dei Sobborghi
And Mary Jane to keep me insane
And the Bible of
Doing someone else’s cocaine”
E la bibbia di
None of the above
“Holiday” si tuffa a bomba nella critica
Nessuno dei precedenti politica, che ha il suo culmine nella parte
On a steady diet of centrale, nella quale viene denunciato
esplicitamente l’intervento Americano in
A dieta di Iraq, avvenuto secondo la band per scopi
Soda pop and Ritalin puramente legati alle basi petrolifere della
zona. Viene deriso persino il tentativo di
Soda Pop e Ritalin silenziare le “Eiffel Towers” (gli oppositori
politici, ma è anche un chiaro riferimento
No one ever died for my sins in Hell alle Torri Gemelle).
Nessuno è mai morto per i miei peccati all’
Inferno
L’opera si conclude con il ritorno a casa del
As far as I can tell, protagonista, dopo aver perso tutto ciò a cui
Per quanto posso dire teneva (“Wake me up When September
Ends”, dedicata al padre di Billie Joe morto
Least the ones I’ve got away with di cancro quando egli era molto giovane, e
And there’s nothing wrong with me, alle famiglie delle vittime dell’ attentato del
2001; e “Homecoming”, simboleggiante il
E non c’è nulla di sbagliato in me ritorno a casa e la crescita di Jimmy). La
ciliegina sulla torta è la melanconica e
This is how I’m supposed to be circolare “Whatsername”, letteralmente
Questo è come dovrei essere “Qual’èilsuonome”, in cui tempo dopo la
fine della loro relazione, il ricordo della
In a land of make believe ragazza amata da da Jimmy sta iniziando a
svanire nella sua mente, simbolo della sua
In una terra di credo
maturazione e del suo pentimento per gli
That don’t believe in me” errori commessi in precedenza, lasciando
l’ascoltatore con i versi:
Che non crede in me
Get my television fixed “And in the darkest night
Riparatemi la televisione
If my Memory serves me right
I’ll never turn back time
Forgetting you, but not the time”
“E nella notte più buia
Se la mia memoria non mi gioca scherzi
Non riavvolgerò il tempo
Dimenticherò te, ma non il nostro tempo”

Sono i versi finali di un’opera complessa,


che ha dato nuova spinta al genere
decadente che stava diventando il punk, un
miglioramento ma anche una rinascita, al
punto da garantire alla band, anche grazie
al successo dell’ album successivo, 21st
Century Breakdown, una stella nella Rock
‘n’ roll Hall of Fame del 2015. Un album
che ha ispirato e continua a ispirare
numerose band e artisti, alcune delle quali
già famose, tra cui i Sum 41 e Billie Eilish.

- Emily Veznaver

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