Sei sulla pagina 1di 25

ARTU’

LA rivista DEL COLLETTIVO


« LE OMBRE – DESTO O SON SOGNO ? »

No. 4, Novembre 2021 Tema del mese: “Lontananze”

RUBRICA: TEATRO tema dell’esilio e dell’allontanamento,


di Enrico Regattin che ritroviamo solo all’inizio e alla fine
della storia di Edipo (l’abbandono in
fasce sul monte Citerone, la cacciata da
SEGISMUNDO, SIGISMUND,
Tebe e l’erranza dopo il suicidio della
SIGISMONDO:
moglie/madre Giocasta), assume nella
L’ESILIO E L’ILLUSIONE DEL vicenda di Segismundo un significato
POTERE SECONDO CALDERÓN, assai più importante e centrale.
HOFMANNSTHAL E PASOLINI
Il dramma di Calderón si configura
come tragedia cristiana, il che tuttavia
Personaggio fra i più suggestivi della è una contradizione in termini, poiché,
letteratura drammatica occidentale, il per citare Jaspers, la Provvidenza
principe Segismundo, protagonista de cristiana che sostituisce il Fato dei greci
La vida es sueño (1633) di Pedro è già di per sé una garanzia di
Calderón de la Barca, è al pari di Edipo superamento del tragico: “[…] non
il simbolo dell’uomo situato al centro di esiste una vera e propria tragedia
un conflitto lacerante tra forze superiori cristiana, dato che nel dramma
(divine, politiche) e un’individualità che cristiano il mistero della redenzione
lotta per l’indipendenza, la libertà di costituisce la base e l’atmosfera
agire autonomamente. Il principe è dell’azione e la coscienza tragica è
segnato fin dalla nascita da un destino risolta a priori dalla certezza di poter
funesto che lo porta all’emarginazione e raggiungere la perfezione e la salvezza
alla reclusione e il suo esilio assume un attraverso la grazia […] Tutte le
significato ambivalente: egli è allo esperienze fondamentali dell’uomo,
stesso tempo strumento maligno del nella dimensione cristiana non sono più
Fato e rimprovero vivente nei confronti tragiche” (K. Jaspers, Del Tragico, SE,
di quello stesso potere sovrannaturale Milano 1987). Lo stile e il linguaggio del
che l’ha scelto come suo strumento. Il dramma lasciano in effetti trasparire
una fede profonda nell’armonia tipicamente cristiano: egli ottiene la
dell’universo, il cui senso e la cui grazia e la salvezza per mezzo della
struttura si rispecchiano interamente sofferenza e dopo aver preso coscienza
nella ricchezza della parola poetica. della vanitas delle cose terrene. La
Oltre le apparenze labirintiche e scelta dell’impegno, della magnanimità
contraddittorie del mondo esiste un e della rettitudine da parte di
potere buono e giusto che regge i destini Segismundo portano al ristabilimento
umani. Ma il riconoscimento di questa dell’ordine sovvertito all’inizio del
giustizia non può che essere conseguito dramma, riconfermando il valore del
attraverso percorsi tortuosi e libero arbitrio contro le decisioni
accidentati, e benché anche gli altri imperscrutabili del destino.
personaggi del dramma (specialmente
L’interesse per il dramma di Calderón e
Clotaldo e Rosaura) vivano situazioni
per il suo protagonista è rimasto intatto
tragiche, dove inizialmente sembra
nei secoli successivi fino a dar vita a
impossibile orientarsi fra due possibili
due importanti rielaborazioni: Der
scelte, è proprio Segismundo la figura
Turm (La Torre) di Hugo von
più problematica e lacerata della
Hofmannsthal, portata a termine nel
vicenda. Nei confronti del padre Basilio
1927 e rappresentata l’anno successivo,
egli è allo stesso tempo il nemico
e Calderón di Pier Paolo Pasolini,
giustamente punito (secondo i dettami
pubblicata nel 1973 e rappresentata per
delle stelle) e la vittima ingiustamente
la prima volta dopo la morte dell’autore,
emarginata. Come il principe afferma
nel 1978. In queste due radicali
nella conclusione del dramma, l’unico
riscritture del dramma spagnolo la
grande errore di Basilio è stato il
figura di Segismundo e il senso del suo
tentativo di piegare il destino al proprio
esilio (o reclusione) assumono
volere, al punto che il rimedio estremo e
connotazioni assai interessanti.
crudele da lui adottato ha
paradossalmente sortito l’effetto che …
intendeva evitare. L’esilio di
Der Turm conclude la lunga carriera di
Segismundo non lo priva soltanto del
drammaturgo e librettista di
suo titolo e del suo potere, ma anche
Hofmannsthal, che vi lavorò per oltre
della sua natura umana, al punto da
vent’anni. Definita Trauerspiel
ridurlo a uno stato di animalità, “un
(tragedia) nel sottotitolo, l’opera
misto di uomo e fiera”. Il principe può
sostituisce la visione cristiana di
essere reintegrato nel mondo degli
Calderón con la descrizione di una
uomini soltanto in virtù della scoperta
realtà sociale e politica ormai
che tutto ciò a cui viene attribuito
secolarizzata, priva di ogni rapporto con
valore nel mondo è precario e
il Divino. Il potere di Basilius, re di
inconsistente e potrebbe svanire
Polonia, non è più espressione di una
nell’ombra da un momento all’altro.
volontà ultraterrena, ma esprime solo
Solo grazie a questa consapevolezza,
se stesso e la volontà di perpetuarsi con
che lo distingue nettamente dai suoi
tutti i mezzi possibili. Eliminati i
simili, Segismundo può diventare un
personaggi secondari del dramma
sovrano illuminato. La sua tragedia si
spagnolo, in particolare quelli
risolve dunque in un percorso
femminili, la tragedia di Hofmannsthal
si incentra sul nucleo essenziale della non è altro che un sogno, e che lui non è
vicenda narrata da Calderón, nella mai uscito dalla sua torre.
fattispecie sul suo aspetto “maschile”:
L’effetto sortito dall’esperimento è però
l’amore, così centrale in La vida es
diverso da quello descritto da Calderón.
sueňo (si veda il triangolo Rosaura-
Mentre il Segismundo del dramma
Astolfo-Estrella), viene qui
spagnolo reagisce alla sconvolgente
completamente trascurato per dare
scoperta scegliendo di esercitare il
spazio al tema politico. La “torre” del
potere con onestà e rettitudine, quello
titolo è quella in cui Basilius ha fatto
dell’opera di Hofmannsthal finisce per
rinchiudere Sigismund, dandogli come
vivere uno straniamento ancora
custode il nobile Julian (che sostituisce
maggiore. La scoperta che “la vita è
il Clotaldo del dramma originale). Il
sogno” spinge Sigismund a un nuovo
regime dispotico del vecchio sovrano
esilio, questa volta di tipo esistenziale,
non è minacciato solo dalla profezia
che lo rende definitivamente estraneo a
secondo cui il figlio prima o poi lo
tutti i suoi simili. Da questo momento
spodesterà, ma anche dallo scontento
in poi egli non potrà più imporre la sua
popolare: la rivoluzione, che nell’opera
volontà agli altri, ma cadrà in balia di
di Calderón si scatena soltanto nel terzo
un nuovo prepotente (il capo delle
e ultimo atto e ha vita breve, qui viene
guardie Olivier), che dopo la
annunciata fin dall’inizio e si protrae
deposizione di Basilio e l’uccisione di
oltre la conclusione del dramma. Il
Julian instaura un nuovo regime
mondo rappresentato da Hofmannsthal
dispotico, servendosi di Sigismund come
è un mondo in crisi, in preda allo
mero strumento di propaganda per
smarrimento e sull’orlo dello sfacelo.
imbonire il popolo.
Mentre Julian (che di nascosto ha
contribuito a fomentare il popolo contro Esistono due conclusioni differenti del
il re) vorrebbe liberare il principe e farlo dramma: dopo la versione completata
diventare il capo della rivoluzione, nel 1925, infatti, l’autore riscrisse
Basilius, in preda ai rimorsi, decide di completamente gli ultimi due atti,
mettere alla prova il figlio (e dunque di trasformando la sua iniziale visione
testare la veridicità della profezia). parzialmente aperta alla speranza in
Come nell’originale di Calderón, un radicale pessimismo. Nella versione
dunque, anche qui abbiamo lo più antica i riferimenti al sogno e alla
stratagemma del sonnifero, presa di coscienza di Sigismund sono
l’esperimento su Sigismund e il suo assai più abbondanti ed espliciti,
fallimento. Trasportato dalla torre nella mentre nella successiva sono più radi e
reggia al cospetto del padre, il giovane criptici. Ma la differenza sostanziale sta
non può far altro che esprimere la sua nella conclusione: nella prima versione
angoscia nei confronti del Potere e Olivier muore e Sigismund tenta di
infine sfogare la sua ira contro chi l’ha imporsi come nuovo legislatore, come
recluso. Dopo aver aggredito Basilius il creatore di un nuovo ordine basato sulla
principe viene fatto riaddormentare e, giustizia (“Io mi faccio carico di unire in
al suo risveglio, gli si fa credere che questa vita entrambe le cose: porre
tutto ciò che ha fatto e visto al castello ordine e uscire dal vecchio ordine […] Io
ho in me l’animo del fondatore, non di
chi possiede, e l’ordine che io intendo si Sigismund aveva capito, grazie alla sua
erige sull’abnegazione e la rinuncia” – esperienza, che “vano è tutto, fuorché il
H. von Hofmannsthal, La torre, colloquio tra spirito e spirito”). La
Adelphi, Milano 1978). Tuttavia il conciliazione presente alla fine del
principe deve soccombere: in un dramma di Calderón non è più possibile
precedente colloquio con una giovane e l’esilio di Sigismund si protrae a
zingara, amante di Olivier, egli infatti oltranza fino ad assumere un carattere
era stato ferito dalla donna con una profondamente tragico.
lama avvelenata. Durante la sua

agonia, giunge un corteo capeggiato da
un “sovrano fanciullo”, figlio bastardo di Nel Calderón di Pasolini la figura di
Basilius cresciuto nei boschi, portatore Sigismondo viene declinata in maniera
di un nuovo ideale di purezza e completamente originale. Innanzitutto,
innocenza. Prima di morire Sigismund egli qui perde il ruolo di protagonista e
affida il potere nelle mani del diventa un personaggio secondario: la
fratellastro, consapevole che la propria figura centrale dell’opera di Pasolini,
missione sulla terra è fallita, e che infatti, è Rosaura. La vicenda è
spetta ad altri portare a termine l’opera ambientata non più in una Polonia
di conciliazione (“non c’è posto per me in immaginaria, ma nella Spagna
questo tempo”). Nella seconda versione franchista degli anni della
non v’è più alcun re fanciullo e contestazione (1967-68). La
Sigismund, dopo essersi confrontato con protagonista Rosaura si risveglia (o
Olivier che ha ormai preso il potere, meglio, viene fatta risvegliare) in
viene ucciso da un colpo di pistola ambienti ogni volta diversi (una casa
mentre si sporge dalla finestra per dell’alta borghesia, una misero
mostrarsi ai rivoltosi. Le ultime parole quartiere sottoproletario, una dimora
del principe (già presenti nella prima piccoloborghese, un campo di
versione, ma in posizione meno concentramento) dove i personaggi (lei
decisiva) sono: “Testimoniate, fui qui, compresa) svolgono di volta in volta
anche se nessuno mi ha conosciuto”. La funzioni differenti. Rosaura
testimonianza riguarda l’ineluttabile rappresenta il borghese non integrato
diversità di Sigismund, che si è trovato che vorrebbe evadere dalla propria
nel mondo senza veramente esserci, condizione (la donna, infatti, ha il
senza farne parte: estraneo al potere, potere di attirare a sé individui di
eterno esiliato, non è riuscito a imporsi simpatie antifasciste) ma che viene
e si è trovato in balia della volontà sottoposto dal Potere (qui rappresentato
altrui. Soprattutto, egli ha dovuto da Basilio, “re borghese”, prima padre,
misurarsi con l’impossibilità di poi marito di Rosaura) a un gioco
comunicare la propria vera essenza. La illusionistico analogo a quello inventato
parola, che in Calderón riusciva a da Calderón, fino a subire una totale
esprimere la struttura profonda spersonalizzazione e infine
dell’universo, in Hofmannsthal si rivela l’annichilimento completo (il campo di
nella sua insufficienza e nella sua concentramento rappresenta la meta
incapacità di creare una reale conclusiva, oltre la quale “non ci
comunicazione fra gli esseri (e
saranno più altri luoghi dove pelata e il corpo tutto pieno / di sfregi e
risvegliarsi”). cicatrici” (P. P. Pasolini, Il Teatro I,
Garzanti, Milano 1999), l’aveva
Sigismondo compare verso l’inizio del
violentata e resa madre di un figlio poi
dramma pasoliniano, quando Rosaura
affidato a una famiglia ricca: quello
si crede ancora figlia di ricchi borghesi
stesso Pablo di cui ora la donna è
(Doña Lupe e Basilio). Colui che nei
innamorata.
drammi di Calderón e Hofmannsthal
era un giovane principe, è qui un Infine, nell’episodio del dramma
signore di mezza età, assai colto ed ambientato nel maggio 1968, quando
esperto del mondo, vecchio amico di Rosaura è ormai sposata con Basilio e
Basilio e della sua famiglia. Egli, come integrata nella famiglia
si viene a sapere, da giovane ha piccoloborghese, ritroviamo per l’ultima
combattuto contro i franchisti nella volta Sigismondo (che Basilio chiama,
guerra civile spagnola e in seguito ha significativamente, “suocero” e per
abbandonato il suo paese. Rosaura si giunta “reazionario”), anch’egli
innamora perdutamente di lui, ma in perfettamente inserito nell’ambiente
seguito è Sigismondo stesso a borghese e nel ruolo di “padre
comunicarle una verità sconcertante: in benestante”. Fuori, nelle strade, i
gioventù lui e Doña Lupe, la madre di giovani stanno insorgendo, ma questo
Rosaura, erano stati amanti e si erano non impedisce alla famiglia di celebrare
divisi solo dopo la guerra civile. Tornato con un banchetto il proprio inscalfibile
in patria anni dopo, e trovata Lupe potere e la “guarigione” di Rosaura,
perfettamente integrata nella borghesia ormai rinsavita dopo la sua iniziale
fascista, Sigismondo, infuriato, l’aveva ribellione (è proprio Sigismondo a
violentata, e da questa violenza era commentare ironicamente: “I caproni
nata proprio Rosaura, che dunque ha ballano / quando torna la pecora nera!”).
finito per innamorarsi del proprio
Il Sigismondo di Pasolini è il solo a
padre. In seguito la giovane si risveglia
vivere un vero e proprio esilio, inteso
nella baracca del quartiere
come allontanamento dalla propria
sottoproletario, con una nuova identità:
terra: all’inizio del dramma egli
quella precedente è stata cancellata,
racconta con commozione il proprio
trasformata in “sogno”.
ritorno in patria in aereo dopo anni di
Successivamente a Rosaura, che ormai lontananza (“Ero solo sull’aereo, e così,
ha cominciato a prostituirsi nella guardando sotto di me / il grande piatto
baracca e si è innamorata di Pablo, un giallo della Spagna, ho potuto piangere /
ragazzo adolescente di buona famiglia e liberamente”). Il volo di Sigismondo
di simpatie antifasciste (uno dei futuri ricompare più avanti nel dramma, sotto
protagonisti delle rivolte del ‘68), viene forma di “sogno” di Rosaura (in questo
raccontata un’altra versione della sogno l’uomo appare sotto le sembianze
storia: quando ella era ancora bambina, di un falco, che infine plana su Rosaura
Sigismondo “detto El Hijo, / che allora e col becco le colpisce i denti). Ma alla
aveva vent’anni, ed è poi finito alla fine anche Sigismondo viene sottoposto
Granátula / direttamente dalla allo stesso processo subito dalla
caserma: e adesso è là / con la testa protagonista: un processo che lo
snatura e lo rende un essere conforme, rimane? È un movimento che parte
integrato nella borghesia fascista. dalle interiora – le gira e rigira
strappandole violentemente – e si

esprime spesso negli occhi in un pianto
Al di là delle particolari declinazioni del finale che è tutt'altro che liberatorio.
tema, legate alle concezioni assai Purtroppo è un'addio che tutti dovremo
diverse che Calderón, Hofmannsthal e vivere (o soffrire, piuttosto), o che
Pasolini avevano del teatro, dell’arte in magari abbiamo già vissuto: ma come
generale, della politica e della società fare però per esprimerlo? Ebbene un
(concezioni naturalmente condizionate pittore insospettabile – appartenente
dalle diverse contingenze storiche in cui ufficialmente ad un movimento i cui
vissero gli autori), la vicenda di valori e soggetti sono assai lontanti
Segismundo/Sigismund/Sigismondo dalla malinconia di cui voglio parlare –
contiene in sé un nucleo fortemente è proprio colui che ci ha realizzato uno
problematico che non può certo essere dei suoi massimi capolavori: parlo del
liquidato in poche pagine, né si può futurista Umberto Boccioni.
esaurire in una dimensione Quando pensiamo al futurismo le parole
esclusivamente letteraria: il rapporto che salgono con la rapidità di un'auto
conflittuale fra libertà e destino, rombante sulla città di notte sono:
umanità e ferinità, crudeltà naturale e velocità, corsa, macchina, violenza,
crudeltà imposta, individuo e potere, fulgore, modernità, potenza, metropoli.
giustizia e ingiustizia – rapporto che il Eppure il movimento che ripudiava il
principe vive sul proprio corpo prima "passatismo" malinconico e romantico, è
ancora che nello spirito, può acquisire il la cornice imprevista di una delle opere
massimo del suo potenziale espressivo più rappresentative – che certo
solo se vissuto “sulla viva carne”, se abbisogna di una certa introduzione per
agito nello spazio vivo del teatro. essere interiorizzata a fondo fino al
bordo delle lacrime per un ricordo
amaro – proprio di quella sensazione di
- Enrico Regattin
thanatos che ci aspetteremmo un secolo
prima.

Stati d'animo è una serie di 3 tele del


RUBRICA: ARS LONGA, VITA
1911: Gli addii, Quelli che vanno e
BREVIS
Quelli che restano. È curioso osservare
di Räd
appunto come l'autore sia una delle
figure più rappresentative del
GLI STATI D'ANIMO Futurismo: infatti Umberto Boccioni
(1882 – 1916) criticherà duramente –
Quanto può essere duro dire addio alla durante la sua carriera terminata
persona che si ama? Quanto in precocemente a causa della Grande
profondità quell'ultima parola, Guerra (in maniera forse meno eroica di
quell'ultimo gesto o sguardo, possono quella che avrebbe sperato: una banale
affondare come un coltello nel cuore di caduta da cavallo) – Giacomo Balla
chi resta, così come in quello di chi (1871 – 1958), il proprio insegnante a
inizi secolo (i cui allievi futuristi più rappresentazione della società
importanti saranno appunto il contemporanea con i suoi conflitti e le
sopracitato assieme a Gino Severini) sue tensioni (basti ricordare come i
nonché il più anziano membro della primi lavori del futurista
compagine futurista. Sarà biasimato – documentavano la crescita continua
anche se può apparire quasi un della periferia milanese, anche se con
controsenso – per la sua ricerca sul un entusiasmo oggi difficilmente
dinamismo attraverso i nuovi strumenti condivisibile, visti i disastrosi risultati).
di percezione ottica di Eadweard La pittura futurista. Manifesto tecnico,
Muybridge e Étienne Jules Marey, uscito sulla rivista Poesia, ha uno scopo
traducendone su tela le cronofotografie: meno divulgativo e più concreto: si
per l'intransigente allievo tale forma vuole superare i limiti della
non rientrava nella materia futurista, tradizionale visione pittorica
in quanto non sarebbe che una mera naturlistica per far sì che l'uomo sia
riproduzione illustrativa del parte della città moderna in movimento
movimento. con le sue macchine. La nuova vita
Non c'è da stupirsi allora se sarà urbana frenetica è rappresentata grazie
proprio Boccioni, dopo una deludente agli stimoli che ne derivano (nuovi
esperienza a Parigi assieme a Gino colori, odori, rumori forti, luci etc.).
Severini (altro collega futurista che poi Infatti, le prime opere d'arte visiva
lavorerà sempre dalla capitale) nel 1906 futuriste riprendono tutti questi
– 1907 e il suo ritorno a Milano impulsi elettrizzanti: solo un anno
(viaggerà anche in Russia), a firmare i prima degli Stati d'animo, Boccioni
due principali manifesti pittorici del licenzia Rissa in galleria, oggi nella
movimento: il Manifesto dei pittori Pinacoteca di Brera, in cui rappresenta
futuristi (1910) e La pittura futurista. una rissa notturna fuori da un locale di
Manifesto tecnico (1910). Milano.
Il primo scritto è una ripresa degli O ancora: lo stesso anno della serie
ideali del fondatore del Futurismo, presa in analisi, l'artista dipinge La
Filippo Tommaso Marinetti: è città che sale (oggi al MoMA di New
un'esaltazione del progresso contro York), un'opera davvero potente per le
l'arretratezza culturale dello stivale; grandi dimensioni e il soggetto, che gli
perciò gli autori passati meritano la permette di accreditarsi
damnatio memoriae nella società di tumultuosamente nell'ambiente
domani, tranne Giovanni Segantini, artistico contemporaneo. Molti elementi
Gaetano Previati, Medardo Rosso. contenutistici e formali saranno comuni
Questo può apparire un altro al trittico degli Stati d'animo. L'autore
controsenso in realtà se si pensa a ha allora 28 anni e la sua ricerca
Oratore dello sciopero (1890 – 1891) di espressiva sta esplodendo.
Emilio Longoni, oggi presso la Banca di
Credito Cooperativo di Barlassina Come dipingere nella modernità la
(Monza): questa famosa tela malinconia, il fiato che manca per dire
divisionista è un elemento l'ultimo addio? Boccioni lo fa con un
fondamentale per lo sviluppo di classicismo olio su tela (in continuità
Boccioni per lo stile e la con quella tradizione in vita dal
Rinascimento che proprio il Futurismo quello di descrivere le reazioni emotive
voleva sconvolgere) ma non con dei di persone che si separano per un
normali contorni che rappresentano la viaggio in treno Infatti, l'artista opera
realtà in modo mimetico: i moti una riflessione psicologica sulla
dell'anima sono resi con delle linee transitorietà della vita moderna
dirette verso tutte le direzioni, ma con riprendendo le sollecitazioni di grandi
un senso ben preciso (un elemento alla pensatori contemporanei come la
base delle future composizioni di Piet filosofia di Bergson o la teoria della
Mondrian, ma con uno scopo totalmente relatività di Einstein (secondo cui la
diverso). Le linee perpedicolari o stabilità non è che un'illusione).
ondulate sono “il languore e lo
scoraggiamento” (come lo stesso artista Umberto Boccioni lavora al suo progetto
le descrive), e sono parte dei personaggi temerario durante un anno con una
vuoti che sono protagonisti della triste serie di disegni e studi preparatori
scena; quelle rette o curve ma in ordine (come sarebbe naturale aspettarsi da
caotico rappresentano l'agitazione un'opera così importante). Il trittico è
disordinata delle emozioni, e si presentato però appena un anno dopo,
uniscono ai gesti informi di richiamo e nel 1912 a Parigi durante la mostra Les
di fretta; infine le linee orizzontali, peintres futuristes italiens, assieme ai
rapide e fuggenti, descrivono la colleghi Carlo Carrà, Luigi Russolo e
tristezza e la malinconia tagliando Gino Severini. Le tele passeranno poi al
aspramente tutto e tutti nei vari Marinetti che le conserva tra Milano e
momenti del racconto. Roma fino al 1944; dopo la sua morte la
moglie Donna Benedetta Marinetti le
Questi strumenti formali precisi venderà nel 1949 a Nelson A.
servono all'artista per raffigurare la Rockefeller che le trasporterà a New
banchina di una stazione del treno che York; nel 1979, infine, le opere saranno
riconosciamo da qualche elemento donate al MoMA della stessa città.
ancora vagamente aderente alla realtà:
una locomotiva con il proprio sbuffo di Infine, prima di approcciarsi ad ognuno
vapore e fumo, i binari del treno, delle dei tre pezzi del trittico sarebbe bene
coppie che si abbracciano. Ecco, è tutto soffermarsi a riflettere sulle influenze
qui il mondo moderno, nel luogo dei che hanno spinto il futurista, e che
luoghi, quintessenza per moltissimi possiamo leggere nelle opere in sé –
artisti (basterebbe solo nominare siccome spesso un quadro può essere
Claude Monet o Giorgio de Chirico): il molto più eloquente di quello che
mito della macchina e della sembra. Boccioni, come si è detto, ha un
civilizzazione così caro al proprio debito non riconosciuto verso il
movimento però non è declinato in Divisionismo italiano, dal quale si
maniera esaltante attraverso la svincola però grazie alle sue passate
velocità, quanto piuttosto è ridotto ad esperienze espressioniste e simboliste.
uno sfondo su cui riemergono le La sua pittura è indubbiamente
emozioni umane “dalla pancia” dei astratta in fin dei conti, ma non tende
viaggiatori che partono e degli verso una purezza delle forme come
accompagnatori che restano. Lo scopo è alcuni contemporanei stavano
sperimentando – pensiamo al cubismo che possa rappresentare emozioni forti
di Picasso e Braque o, qualche anno più attraverso i colori tipici espressionisti.
tardi (il manifesto Dal Cubismo al Infine, sul piano contenutistico,
Suprematismo è pubblicato nel 1915), ai Boccioni riprende probabilmente un
lavori di Kazimir Malevich –; piuttosto altro famoso (all'epoca) trittico, ma di
il capolavoro è un'unione di queste varie Charles Cottet del 1898 intitolato Au
spinte, allora quasi sconosciute nel pays de la mer: Ceux qui s'en vont, Le
panorama nazionale. Boccioni, come da repas d'adieu, Celles qui restent, oggi al
manifesto, punta infatti a far Musée d'Orsay; rappresentante la
guadagnare all'Italia un posto centrale, partenza di marinai bretoni, l'opera è di
e per farlo riprende ciò che all'epoca era matrice simbolista.
il più aggiornato, il più moderno: ma
non solo.
Partiamo dalle basi: com'è stato detto il
Divisionismo è un momento importante
nella maturazione artistica dell'artista.
Certamente anche la versione francese,
conosciuta nello studio del collega
Balla, è fra i riferimenti principali del
futurista, ma soprattutto la scena
italiana è impregnata nel pennello di
Boccioni: in particolare pensando a
opere come L'ultima fatica del giorno
(1891) di Giovanni Segantini, oggi al
Musée d'Orsay, e Fiore reciso (il Gli addii (70,5 × 96,2 cm)
morticino) (1903 – 1906) di Giuseppe
Pellizza da Volpedo, sempre nello stesso Il vapore di un treno avvolge la scena
museo parigino. caotica in cui viaggiatori e
Secondo: le sperimentazioni più accompagnatori si fondono grazie alla
all'avanguardia al tempo sono quelle stilizzazione della composizione con
cubiste, conosciute da Boccioni durante linee veloci e irrequiete: l'insieme
il già citato viaggio a Parigi, delle quali risulta un turbinio aggrovigliato di
vari elementi sono riconoscibili nel forme in cui si possono riconsocere degli
trittico. Ad esempio: la scomposizione elementi ancora “naturalistici” assieme
delle forme per renderne più punti di ai sopracitati numeri impressi sulla
vista contemporneamente (come nei locomotiva, l'unico punto non in
volti di Quelli che vanno) o movimento dell'insieme. Le linee
l'inserimento di componenti sinuose poi accompagnano l'occhio
extrapittorici come i numeri (vedasi la dell'osservatore nel movimento della
locomotiva degli Addii). Alla lezione coppia abbracciata dalla parte in alto a
cubista vengono unite le proprie sinistra, poi verso lo spettatore e infine
esperienze espressioniste: la ricerca indietro in direzione del fondo;
boccioniana infatti non è verso un contrapposte a queste è il triangolo
purismo delle forme, quanto piuttosto della locomotiva. I colori dominanti non
verso una resa emotiva efficace, diretta, sono banalmente il nero della tristezza
o il blu malinconico, ma il rosso, il giallo
e l'intermedio arancione.
Lo scopo è un'analisi introspettiva e
psicologica incentrata sul viaggio nel
mondo contemporaneo: infatti varie
coppie si abbracciano sulla tela, mentre
in quelle successive qualcuno rimarrà, e
qualcun'altro partirà; l'opera è il
preambolo delle altre due, ma il tema
generale resta sempre quello della
tristezza della separazione, qui in
particolare è il terribile attimo prima
Quelli che restano (70,8 x 95,5 cm)
del distacco.

Ormai non resta che la silente


disperazione e la tristezza per quelli che
sono rimasti nello stesso punto in cui
fino a poco fa hanno dovuto dire addio
ai propri cari: le linee verticali infatti
predominano sui corpi dei mesti
protagonisti a simboleggiare la
solitudine dopo il distacco. Piano piano,
a testa china, gli accompagnatori si
allontanano, indifferenti al dramma
identico di quelli che gli stanno attorno:
nonostante il caos e la frenesia del
Quelli che vanno (70,8 × 95,9 cm) mondo moderno – forse ciò è quello che
l'artista vuole dirci – emergono con
Il movimento del treno che lascia in forza le sensazioni più intime
fretta la stazione, assieme al dell'essere umano; anzi, forse proprio
sentimento di solitudine e passione che l'ambiente creatosi grazie
divora le budella dei viaggiatori dopo all'avanzamento tecnico della società
l'addio, è dato dalle linee oblique che pesa sulla psicologia di chi ci vive. Che
tagliano i volti dei personaggi, anche se Boccioni stesse quasi facendo un passo
possono apparire quasi inespressivi, indietro rispetto al mito futurista?
come fossero delle macchine parte del L'opera è dipinta in due versioni nello
paesaggio tecnologico contemporaneo. stesso periodo di tempo (la seconda
In questo caso sono proprio i colori versione più elaborata è quella in
freddi che predominano: blu e verde. mostra) in Via Adige a Milano, dove
l'artista abita con la madre, oggi area
della moda e del lusso milanese.

- Räd
RUBRICA: VIAGGI FANTAREALI E I luoghi di interesse sono la Cattedrale,
DOVE TROVARLI terza chiesa più alta del mondo
di Virginia Pignatti caratterizzata dalle sue ampie navate e
le sue guglie sporgenti tipiche
dell'architettura gotica. Oltre al Duomo,
Lontano dagli occhi, lontano dal sono rimasta anche particolarmente
cuore: Diario di un'italiana in colpita dalla passeggiata del Reno, dove
Germania ci sono vari musei tra cui il museo
Olimpico e quello della Cioccolata, in
cui è possibile guarnire le barrette di
Vi piace viaggiare ed intraprendere
cioccolato da soli.
nuove esperienze sia reali che
fantastiche? Bene, allora siete nel posto
giusto!
Oggi faremo un'esperienza un po'
diversa dal solito. Condividerò in prima
persona con voi le gioie e le difficoltà dei
miei cinque mesi in Germania e di
quanto sia difficile stare lontani dalla
propria famiglia e dagli amici.
Comincio col dirvi che sono partita il 12
febbraio 2014 all'età di 17 anni, quando
frequentavo il mio quarto anno di liceo
linguistico. Con altri due studenti, ho
preso il volo da Venezia per
Francoforte, per poi spostarmi nella
piccola Wiesbaden, non lontano da
Foto 1: Koeltscher Dom (febbraio 2014)
questa. Qui abbiamo conosciuto i
membri tedeschi dell'associazione di
scambio e siamo rimasti per 3 giorni. Purtroppo, già dall'inizio, nonostante
mi trovassi molto bene a Colonia, ho
Il quarto giorno ci hanno smistato nelle
avuto molti problemi con la mia prima
varie famiglie: la mia prima famiglia
famiglia ospitante. Avevamo abitudini
ospitante, che risiedeva a Colonia, nel
diverse, eravamo incompatibili sia dal
Bundesland Reinland-Pfalz, era
punto di vista pratico che per quanto
composta da una madre e una figlia,
riguarda i modi di pensare. Ad esempio,
allora quindicenne.
ogni volta che andavo a scuola, ero
La città di Colonia mi ha seriamente obbligata a lasciare il cellulare a casa e
affascinato: percorribile a piedi o in bici madre e figlia si lamentavano perché
così come con le U-Bahn (le all'epoca ero molto disordinata.
metropolitane tedesche), essa è Ciononostante, gli sono molto grata
soprattutto interessante la sua perchè con loro durante le vacanze
multiculturalità: ad esempio, qui ho pasquali a fine aprile ho avuto modo di
stretto amicizia con un ragazzo turco e visitare la capitale tedesca: Berlino, una
una ragazza di Praga. città molto moderna spaccata in due da
un confine che resiste tutt'ora e la mia mamma e il mio papà ospitante,
rappresenta concretamente un punto ma anche con mia sorella ospitante di
d'incontro tra mondi culturali differenti, 10 anni più grande e sono felice che
nonché un simbolo di lontanza e ancora oggi siamo in contatto
separazione dalle proprie radici. Data nonostante sia passato il tempo.
significativa per il muro di Berlino è il 9
novembre 1989, quando esso venne
abbattuto. Da quel momento furono Neuberend, la cittadina dove vivevano
realizzati sui brandelli rimasti murales in campagna, dista 6 km da Schleswig,
artistici di pittori contemporanei, la città dove andavo a scuola, e ricordo
facendo così nascere la East Side con piacere i miei 15 kilometri
Gallery. giornalieri in bicicletta lungo la
campagna del nord, dove a metà del
Berlino inoltre ospita diversi musei e
percorso vi erano delle pale eoliche.
monumenti di grande rilievo
internazionale tra cui il Pergamon e la
porta di Brandenburgo. Oltre a Berlino
Con la mia seconda famiglia ho avuto il
in quell'occasione ho avuto anche modo
piacere di visitare Amburgo, città
di vistare una città limitrofa, Potsdam
completamente diversa da Berlino
con il suo castello di Sansoci, che per
perché più antica. Presenta vari luoghi
alcuni aspetti stilistici ricorda la reggia
e monumenti tra cui la sua vasta piazza
di Versailles.
del municipio ed il duomo di San
--------- Michele. Ma più di tutto mi ha colpito la
passeggiata sul fiume Elba che culmina
Dopo tre mesi di conflitti e un ritiro con
nello spettacolare Jungferstieg, una
l'associazione tedesca in Baviera, sono
sorta di cascata.
stata mandata via quasi senza
preavviso dalla mia prima famiglia.
Ricordo ancora che lasciai Colonia con
le lacrime agli occhi diretta all' estremo
nord del paese nello Schleswig-Holstein
dove avrei trovato la mia nuova
famiglia. Il pensiero di non sapere a
cosa andassi incontro mi spaventava;
tuttavia, dall'altra parte, dovevo essere
forte se non volevo perdere l'anno
scolastico ed essere rispedita in Italia. Il
mio viaggio, aimè, fu disastroso: dopo Foto 2 : Jungfernstieg-Amburgo
un guasto presi il treno sbagliato e (maggio 2014)
quasi mi ritrovai a Lubecca. Per fortuna
grazie al mio futuro fratello ospitante
riuscii a comunicare il mio ritardo di Oltre alla meravigliosa Amburgo ho
un'ora. Arrivata al nord pensavo di visitato molto della Germania del Nord,
ritrovarmi con una famiglia fredda e ricordo in particolare la bellissima isola
senza cuore come la precedente. Invece di Sylt e i suoi Strandkoerbchen,
mi sbagliavo: ho legato moltissimo con particolari sdrai presenti in questa
zona. Con la mia mamma ospitante, negli ultimi sei anni agli incontri
inoltre abbiamo anche fatto una settimanali di poesia organizzati da
capatina in una città portuale danese al Poesia e Solidarietà, associazione di
confine con la Germania, Sonderborg. poesia e volontariato diretta, fino alla
propria scomparsa da Gabriella Valera,
E in un battito di ciglia dopo 2 mesi di
una delle più grandi protagoniste della
pace e tranquillità e una straziante
vita culturale e letteraria triestina,
festa d'addio arrivò il 12 luglio 2014,
nonché personaggio delle cui attività si
data del mio ritorno in Italia. Mi
è già discusso abbandantemente in
ritrovai a Francoforte poi a Venezia,
queste pagine.1 Trieste è sempre stata
dove tutto era cominciato.
così: punto di raccolta d'esuli e
Fortunatamente non ero sola, ma in
emarginati, terra di cercatori d'isole
compagnia della mia sorella ospitante,
introvabili; un “ragazzaccio” (Saba,
curiosa di conoscere le bellezze di
“Trieste”, v. 10) che, nonostante la
Trieste. Della mia esperienza posso dire
propria voracia e asperità d'animo,
che è stata meravigliosa, nonostante i
s'apre al mondo, lo accoglie e lo avvolge
difficili ostacoli che ho dovuto superare.
in un “abbraccio spalancato alle
Ricordo ancora con commozione tutti i
correnti” (il verso proviene da una delle
miei 5 mesi in Germania e sicuramente
poesie segnalate nel 2019 al Concorso
per tutto ciò che ho fatto posso dire che
Internazionale di Poesia e Teatro
ne è valsa la pena. Almeno una volta
“Castello di Duino”, certame letterario
nella vita un lungo viaggio all'estero va
per la cui premiazione, che si svolge
intrapreso e goduto al massimo come
solitamente a fine marzo-inizio aprile,
testimonia la mia esperienza.
la capitale giuliana è raggiunta da
Questo diario termina qui... Spero vi sia duemila poeti provenienti da più di
piaciuto. Alla prossima meta! cinquanta paesi). Questo porto di mare,
dove – come scrive il poeta triestino
- Virginia Pignatti Ottavio Gruber in una delle sue tante
liriche non pubblicate – “alle volte le
navi/sono tante e aspettano/persino alla
RUBRICA: PAROLE IN DIALOGO fonda”, mentre “[a]ltre volte/le banchine
di Mark Veznaver sono vuote/e le onde/ci ascoltano
impassibili”, è definito dalla propria
Lontananze a Trieste: incontri con storia come un luogo deputato
l'Altro e la Trascendenza in una all'incontro tra l'io e la Trascendenza,
terra di frontiera mistero che, nelle parole di Emmanuel
Lévinas, si ritrova incarnata “nel volto
“Nell'oscurità latente/della nebbia che dell'Altro” (Valera 406).2 Che è anche il
cala sul molo/m'attendi porto sicuro,/con volto di intellettuali giudeo-sefardite
la poesia della tua forma d'Austria/e il come Marietta Micca Alcalay de Gross,3
lento sapore di un blues/degli anni che con cui nei primi anni del Novecento
mai furono perduti”, scrivevo poco più l'intellettuale spagnolo Angel Pulido
di un anno fa riguardo a Trieste, nei intrattiene un dialogo che apre una
versi iniziali di una delle (non tante) nuova pagina nella lunga storia del
poesie che ho avuto modo di leggere complesso rapporto tra la Spagna e le
comunità di ebrei cacciate nel 1492 da dell'anima, capitale della fantasia e
Isabella e Ferdinando di Castiglia; o dell'immaginazione, Trieste è stata
quello di Laura Papo Bohoreta, sempre depositaria privilegiata di
scrittrice e drammaturga anche lei di profonde verità sull'umana esistenza e
etnia sefardita, che in un suo convivenza terrena, si è sempre
frammento parla della “[s]plendida città nascosta, rivelandosi nel proprio
di Trieste”, descrivendo lo stupore di chi mistero, “nell'abbraccio della [s]ua
viaggia di fronte al “grande porto, [al] sera”, “[nel]la [s]ua solitudine/parente
mare, [al]l'immensità, [e al]la melodiosa dell'infinito”5; portando il viandante
lingua italiana, il guasto dialetto all'ultimo stadio di ogni forma di
triestino che accarezza il viso dello contemplazione del reale: attraverso il
straniero”; oppure quello degli esuli volto dell'Altro, fissare il volto di Dio.
dalmati e istriani fuggiti dalla dittatura
di Tito negli anni '50, a cui hanno
saputo dar voce narratori della 1 In questa stessa rubrica:
lontananza dalla madreterra istriana “Scendevamo giù per la collina:
quali Fulvio Tomizza e Giani Stuparich, trascendenza e creatività nella poesia di
e poeti come lo stesso Ottavio Gruber, le Gabriella Valera Gruber”. Artù 1.2: 21-
cui liriche trasudano ricordi e nostalgia 23
per la sua amata Isola; o infine – senza
2 Gabriella Valera. “Diritto di dialogo,
toccare il destino di personaggi le cui
etica del discorso, e nuovi diritti (dopo il
vicende triestine sono più note, come il
decostruzionismo)”. Materiali per una
proverbiale trittico letterario formato
storia della cultura giuridica 44.2
da James Joyce, Umberto Saba e Italo
(2014): 405-427
Svevo – il volto di Dante Alighieri,
fiorentino, che in base a quanto 3 Ana Cecilia Prenz. “A Trieste
testimoniato da evidenti tracce testuali, qualcuno scriveva in giudeo-spagnolo.
documenti e brani della Commedia e del Appassionata storia della genesi di un
De vulgari eloquentia,avrebbe libro che in Spagna ha segnato la
conosciuto le terre dell'Istria e della storia”.
bassa Venezia Giulia nei primi anni del
4 https://yestour.it/castello-vecchio-di-
suo esilio, giungendo fino “a Pola,
duino-trieste/
presso del Carnaro,/che chiude Italia e i
suoi termini bagna” (Inferno, Canto IX, 5 Questi meravigliosi versi provengono
vv. 113-114) e fermandosi a da una poesia di El mar de suelo,
contemplare l'orizzonte su di uno poemario prossimo alla pubblicazione di
scoglio presso al Castello di Duino, che Alan Bojórquez Mendoza, vincitore nel
ancora oggi porta il nome di Scoglio di 2018 della XIV edizione del Concorso
Dante.4 Perché quella di Trieste è Internazionale di Poesia e Teatro
sempre stata un'identità paradossale, “Castello di Duino”.
unicum fondato sulla pluralità, porto
che – in parole non a caso dantesche – - Mark Veznaver
accoglie in sé e disperde “ciò che per
l'universo si squaderna” (Paradiso,
Canto XXXIII, vv. 86). Non-luogo
Lontananza. Il tema di questo solo il tuo fazzoletto chiaro
numero di Artù.
dalla mia riva
nella mia vita
Quando Mark Veznaver me ne ha
accennato al telefono proponendomi un il tuo sorriso amaro
intervento scritto sono rimasto un po'
nella mia vita.
sovrappensiero poi d’istinto ho collegato
la lontananza con la solitudine e Mi perdonerai il magone
immediatamente dopo al capolavoro
ma ti penso contro il sole
musicale di Fabrizio De Andrè “Anime
Salve” dall’etimo Spiriti solitari. e so bene che stai guardando il mare
Ecco che la poesia si abbraccia con la un po' più al largo del dolore
musica ed insieme si incamminano
(“Dalla mia riva”, traduzione)
Forse,
Anime sole – spiriti solitari – li
andando per le vie della città
definisce, e si definisce, Fabrizio De
dolcemente appoia sui colli Andrè in un suo lavoro realizzato con la
collaborazione di Ivano Fossati ed altri
non lontano
musicisti.
si immagina il mare
La musica, note; la poesia, parole
silenzi… prendono lo stesso cammino.
Non lontano Un cammino che allontana per le strade
del mondo e in quell’allontanarsi con lo
altre città si specchieranno.
sguardo rivolto da una riva all’altra del
Tutte le voci si raccoglieranno proprio paese della propria città diventa
cammino di solitudine in mezzo alla
In quello spazio
folla e nella folla dei pensieri.
Che separa riva da riva.
Vi lascio questi miei brevi pensieri nella
speranza che anche se fatti in
(Gabriella Valera, “Il Molto è breve”)
lontananza senza quello scambio di
sguardi e di parole ravvicinate che
Ed ecco che la lontananza si coniuga tanto bene farebbero all’anima e cn
con la solitudine quel lento distaccarsi questi versi che di solitudine e
dalle appartenenze dagli incontri lontananza conoscono bene il verbo.
sempre più rari con lo spazio da
superare quando non c’è suono che basti
Affascinato dalla solitudine
ad attraversarlo o parola attraverso il
quale si possa ascoltare. tra cielo e mare,
ugualmente sterminati,
Dalla mia riva
gurdo l’orizzonte
rosa. Ti cerco nei sentieri della vita e nella
città bagnata,
D’improvviso, si fa rosso,
ti trovo, silenzioso e armato di platonica
mentre il sole si alza
fortezza insegui gl’ideali,
ad ascoltare la nebbia.
eppure la tua anima parla, chiede, ed io
Tra le foglie ingiallite, le rispondo;

l’odore dell’inverno
ghiaccia i pensieri. Dovunque ci condurranno i sogni, mai
mi chiamerò vagabondo:
Briciole di nuvole,
finché la tua presenza forgerà le mie ali
la neve,
il Sole non le brucerà, e da costanti
nasconde quella terra
torce la via sarà illuminata.
ormai lontana.

- Luciano Valera - Chiara Galetto

RUBRICA: BIT GENERATION Il barbone morente

Tutti guardano, ma nessuno vede.


Sotto questo cielo ti cerco nei
Cieco trambusto.
ricordi
Celato da ombre lievi ed invisibili,
Sotto questo cielo ti cerco nei ricordi
il tempo si affanna a compiere il suo
chiedendomi se le stesse nubi vediamo, percorso.

forse i mesi e gl’anni non posson Domani non eleverò lo sguardo per
scolorire gli accordi, cercare il sole brillare sul mare,

forse ancora insiem li suoniamo; nè la luna echeggiare oltre il monte dei


miei orizzonti.
Domani non aprirò il palmo della mia
Se sapessi che il mio futuro giace nei
mano,
brillamenti
nè userò l'indice per indicare lo
gl’infiniti cieli percorrerei alla ricerca
splendore del tramonto.
della verità,
Domani non chiederò l'elemosina al
così gelerebbero dimenticati i tormenti
primo viandante che passa.
e nessuna casa troverebbe l’oscurità;
Domani non terrò stretta la coperta
intrisa dei dolori
che nella vita non ho saputo affrontare.
Solo oggi comprendo, al primo binario l'ultimo treno sta per
partire.
mentre vedo affievolite le mie luci,
quanto sia stato vorace il silenzio della - Edy Mathias Dionis
mia mente.
Cala la sera. Cala la notte.
EUROPA
Poggiato sulla vetrata della porta
Ma come fanno gli aerei
intravedo l'ultima stella dipinta più
fra Berlino e il Futuro
chiara delle altre,
a rincorrere l’alba:
e sembra suggerirmi che potevo far come fanno a volare -
meglio. come i nostri sogni perduti -,
ora che non mi aspetti più
Mentre l'osservo, in un attimo capisco il
al varco del terminal
mistero dell'umana esistenza...
per baciarmi ancora un’ultima volta?
Quasi un sussulto, tardivo risveglio. Come fanno, come mai
ti amo dall’altra parte d’Europa?
Io sono così: la mia scelta è il mio E anche se sei
destino. a 2000km di gente,
Non ho rubato, non ho ucciso, non ho a 2000km di parole da me -
abusato del potere. un po’ troppo lontana per amarti -,
hai l’abitudine di mancarmi
Ho solo cercato per me stesso un piccolo e io di cercarti
spazio che mi era negato. con gli occhi rossi:
Io vado bene così. perché è uguale da qui
a Vienna, al tuo cuore,
Tanti credono che io sia un animale, un da Barcellona al mio bicchiere,
parassita. questa notte d’Europa
Ma rinchiuso nella mia tana sono anche
capace di amare. - Räd

Pensieri che sfumano.


Cala il sipario sul volto, s'adagiano le Serbo cirillico:
membra.
Дејтон
Cessa lievemente l'ultimo alito...
Мишко јутрос се пробудио
mentre sfiora silente la saggezza Попио кафу и разбудио
dell'Infinito. Чита новине, прва страна
Пише велико: “ЗА ТРИ ДАНА!”
Solitudine. Silenzio. Fa freddo.
Рат се спрема увелико
Tra la frenesia e l'indifferenza Освета је у првом реду
Рат је спреман навелико
si corre ancora nella stazione: Кажу “Решење је за ову беду.”
Ал шта ће ми живот ако пушку у свог
брата уперим... Al šta će mi zivot ako puškom na svog
brata opalim...
Мржња обузела мога деду
Тешки терет то за његову седу Mi svi ovde na Balkanu
У младости борио се јако Volimo reći da smo Bozji narod
Попут њега много хиљада тако I stvarno kao Adamov izrod
Ал тужно је то што и нови млади Jedan drugog sekirom u glavu
Одрасли али у времену стали Gde je kraj ovog krvoprolića?
Без главе крећу брзо у побој Gde je nestalo oproštenje?
Крви жедни и у смрти гладни Pitam tebe dragi Oče
“Oh da, Dejton se desio juče.”
Ал шта ће ми живот ако пушком на
свог брата опалим...
Italiano:
Ми сви овде на Балкану
Волимо рећи да смо Божји народ Dayton
И стварно као Адамов изрод
Један другог секиром у главу Miško stamattina si è alzato
Где је крај овог крвопролића? Ha bevuto il caffè e si è svegliato
Где је нестало опроштење? Legge il giornale, sulla prima pagina
Питам тебе драги Оче Sta scritto grande: “TRA TRE
“О да, Дејтон се десио јуче.” GIORNI!”
La guerra si sta preparando in grande
La vendetta è in prima fila
Serbo lettere latine: La guerra è pronta alla grande
Dicono “È la soluzione per questa
Dejton miseria.”

Miško jutros se probudio Ma a che mi serve la vita se punto il


Popio kafu i razbudio fucile verso mio fratello…
Čita novine, prva strana
Piše veliko: “ZA TRI DANA!” L’odio ha preso possesso di mio nonno
Rat se sprema uveliko È un fardello pesante per i suoi grigi
Osveta je u prvom redu In gioventù ha combattuto
Rat je spreman naveliko intensamente
Kazu “Rešenje je za ovu bedu.” E come lui molte altre migliaia
Però triste è che anche i nuovi giovani
Al šta će mi zivot ako pušku u svog Cresciuti ma fermi nel tempo
brata uperim... Senza testa si affrettino alla battaglia
Assetati di sangue e affamati nella
Mrznja obuzela moga dedu morte
Teški teret to za njegovu sedu
U mladosti borio se jako Ma a che mi serve la vita se sparo col
Poput njega mnogo hiljada tako fucile a mio fratello…
Al tuzno je to što i novi mladi
Odrasli ali u vremenu stali Noi tutti qui sui Balcani
Bez glave kreću brzo u poboj Amiamo dire di essere popolo di Dio
Krvi zedni i u smrti gladni E veramente come il frutto di Adamo
L’un l’altro un’ascia in testa diamo frenetica telefonata a gente che non
Dov’è la fine di questo spargimento di poteva e non voleva aiutarlo, un paio di
sangue? verbali compilati in tutta fretta. Il resto
Dov’è finito il perdono? non è chiaro.
Chiedo a te caro Padre
“Ah già, Dayton è stato ieri.” Sulla metà di Rusilov che da Stettino
raggiunse Berlino, poi Amburgo e infine
- Dragan Bjelic New York disponiamo di qualche
notizia in più. Negli anni Venti insegna
lingua e letteratura russa per un paio di
BREVI STORIE LONTANE scuole private, e a tempo perso scrive
una manciata di racconti in inglese che
La nave dei filosofi
suscitano brevemente l’interesse
Fu nel novembre 1922 che Aleksandr dell’editore Liveright (le buste con gli
Kostantinovič Rusilov, salendo a bordo originali vengono smarrite, per poi
della Preussen, sentì le forbici del rispuntare in un garage di Buffalo nel
destino praticare quel taglio 1984). Si propone anche per una
irreparabile nella sua persona di carta traduzione integrale dell’Evgenij
velina. C’era un Rusilov che Onegin di Puškin, ma senza successo
abbandonava per sempre l’ormai (in futuro ci penserà qualcun altro). Nel
irriconoscibile Sovdèpija, prossima 1934 cambia il suo nome in “Alexander
fermata Stettino; e c’era un Rusilov che Adams”. Nel 1935 apre una tavola calda
invece restava a salutarlo dalla nel sobborgo di Hell’s Kitchen, dove
banchina, agitando imprudentemente il offre agli avventori the real taste of
kartuz dalla visiera sformata e authentic Russian cuisine, come recita
rassegnandosi a convivere con i soviet e l’insegna. Il nome del quartiere gli offre
i loro deputati, con le loro convinzioni lo spunto per un romanzo fantastico su
politiche (chiarissime, ahimè) e un’ipotetica “cucina del diavolo”. Ci
artistiche (un po’ meno chiare, per il pensa spesso, ma non scrive nulla. Gli
momento). Del Rusilov che scelse di affari vanno così così.
rimanere a Pietrogrado oggi non resta
Nel 1938 sposa una certa Kathy
molto: qualche racconto uscito sulla
Nussbaum, in precedenza cameriera
«Krasnaja nov’» all’ombra di compagni
presso il suo locale. Hanno due figli. In
di strada ben più significativi, una
un radioso giorno di marzo del 1953, in
raccolta pubblicata nel 1925 con una
occasione della morte di Stalin, offre
dedica di cui in seguito si sarebbe
scodelle di boršč gratis a chiunque passi
pentito, un romanzo che un anonimo
di lì. Muore un anno dopo, nel 1954. Nei
recensore nel 1930 voleva fargli
suoi ultimi istanti di vita, non ricorda di
ingoiare pagina per pagina, una
essere stato uno scrittore. Non ricorda
sceneggiatura datata 1932 per un film
neppure di essersi chiamato Aleksandr
che non venne mai realizzato, diverse
Kostantinovič Rusilov.
lettere sia alle persone giuste che
sbagliate (ma soprattutto alle persone
sbagliate), un anacronistico Inno a
Lenin che nel 1935 non poteva passare
neppure per semplice ipocrisia, qualche
All’attenzione di S.E. il Presidente lontananza mentre il rimbombo
della Repubblica trionfante dei cannoni liberali si faceva
sempre più forte. Senza neppure
LUSINGATO AVER RICEVUTO
scendere di sella, iniziò a dettare al suo
VOSTRA MISSIVA STOP MI
aiutante di campo il primo capitolo delle
RINCRESCE NON ACCETTARE STOP
Memorias, la cui lettura sarebbe poi
GENTE CHE ORA CHIEDE MIO
divenuta obbligatoria in tutte le scuole
RITORNO STESSA CHE VENT’ANNI
del Paese: Per quanto sia dura la sorte
FA CHIEDEVA MIO
che ora ci spinge esuli e raminghi
ALLONTANAMENTO STOP GENTE
lontano dalla nostra Patria indomita,
CHE ORA MI APPLAUDE STESSA
giammai abbandoneremo la gloriosa
CHE VENT’ANNI FA MI DAVA
certezza del nostro ineluttabile ritorno.
SCHIAFFI STOP NON MI
INTERESSA GUERRA STOP NON MI Nel languido maggio 1908 José Moreno
INTERESSA ESITO REFERENDUM Jimenez Santos, dopo aver abbandonato
STOP VOSTRA GENTE NON È PIÙ il capo sul petto ancora ansimante della
MIA GENTE STOP VOSTRO PAESE dolce Colette, si perse a rimirare le luci
NON È PIÙ MIO PAESE STOP di Pigalle oltre la finestra. Ed ecco che
NEANCHE QUI DOVE VIVO È MIO quelle insegne sbracate si facevano
PAESE STOP NON HO PIÙ PAESE sempre più sfocate e confuse, per
DAVVERO MIO STOP MI STA BENE lasciare posto ai fanali che
COSÌ STOP SONO AFFARI MIEI illuminavano la facciata barocca del
STOP PREGO NON CONTATTARMI Palacio Nacional, ai lampioni a gas
PIÙ STOP. lungo l’Avenida de los Héroes, alla luce
del piccolo faro di Punta del Norte. Sì,
quelle erano le luci di San Alejandro.
Le luci di San Alejandro Iniziò allora a mormorare le prime
strofe del vecchio inno nazionale, che i
Nel malinconico aprile 1887 José
conservatori avevano appena proibito:
Moreno Jimenez Santos, attorniato
Nuestra patria es un miraje, principio y
dagli altri esponenti del Partido
fin de nuestro viaje…
Liberal, osservava dal ponte della
Leonor la luce del porto di San Nel severo dicembre 1913 il generale
Alejandro in fiamme farsi sempre più Rafael Antonio Sierra Gutierrez,
piccola e distante. I flutti portavano sorseggiando il rye whiskey gentilmente
ancora l’eco degli spari vittoriosi delle offertogli dal signor Bentley assieme al
truppe conservatrici. Fu allora che sostegno incondizionato del Congresso e
iniziò a mormorare le prime strofe di a un notevole quantitativo di armi,
quello che sarebbe poi divenuto il nuovo uomini e munizioni, si perse a
inno nazionale: Nuestra patria es un contemplare il buio delle strade di
miraje, principio y fin de nuestro viaje… Washington oltre la finestra. Eh sì, San
Alejandro con le sue luci era tutta
Nel rigido novembre 1896 il generale
un’altra cosa. Iniziò allora a ripetere tra
Rafael Antonio Sierra Gutierrez,
sé e sé il primo capitolo delle sue
circondato dagli altri notabili del
Memorias, le cui copie in quel preciso
Partido Conservador, guardava i tetti di
istante venivano date alle fiamme dai
San Alejandro avvampare in
liberali sulla Plaza Grande: Per quanto Dopo qualche settimana di tranquillità,
sia dura la sorte che ora ci spinge esuli e un tale sulla spiaggia si mise di punto
raminghi lontano dalla nostra Patria in bianco a scavare a mani nude nella
indomita, giammai abbandoneremo la sabbia, sostenendo di voler tornare a
gloriosa certezza del nostro ineluttabile casa sua, nel favoloso continente
ritorno. sotterraneo di Agartha.
Nel mesto giugno 1921… Il podestà scosse la testa, mentre
mandava a chiamare quelli della casa
bianca dietro la pineta.
La sindrome di Atlantide Ci fu poi quella sartina che voleva
assolutamente tornare nel giardino
Il podestà non sapeva che pesci pigliare.
dell’Eden da cui l’avevano scacciata gli
Se la cosa fosse arrivata alle orecchie
arcangeli, il bagnino che chiedeva
del prefetto…! O del segretario
indicazioni per raggiungere l’ultima
federale…! Quel poveretto comunque
Thule dove lo aspettavano gli altri
non faceva nulla di male. Se ne stava
vichinghi, la cameriera presa da una
con le mani in tasca a contemplare il
fortissima nostalgia per il regno del
mare, con un’espressione d’indicibile
Prete Gianni, il telegrafista che
tristezza. Interrogato dai passanti,
sospirava al pensiero della sua infanzia
rispondeva di chiamarsi Xulaxu e di
felice trascorsa nella terra di El
essere l’ultimo dei saggi che un tempo
Dorado…
avevano governato la grande Atlantide,
prima che questa sprofondasse Nella casa bianca dietro la pineta c’era
nell’oceano. Peccato che fino a tre giorni posto per tutti.
prima si chiamasse Bertacchi e facesse
Il podestà non capiva. Perché i suoi
il farmacista. Che diavolo gli era
concittadini impazzivano? Perché
successo? Il pathos con cui si metteva a
all’improvviso si convincevano di essere
descrivere le raffinate architetture della
nati in qualche posto immaginario, di
città perduta e la terribile onda
cui parlavano con dolore e rimpianto
apocalittica che le aveva distrutte non
perché lì e solo lì potevano sentirsi
lasciava spazio a dubbi: ormai era un
davvero felici? Bisognava essere
pazzo fatto e finito. E così il podestà
davvero matti. Avevano la fortuna di
aveva dato ordine che lo portassero alla
vivere nel Paese più bello del mondo, la
casa bianca dietro la pineta.
cui bellezza era addirittura
Pochi giorni dopo, però, ecco che la raddoppiata, anzi, triplicata da quando
maestra salì sul tetto della scuola e si lo guidava l’uomo più intelligente e
mise a fissare il cielo. coraggioso del mondo, anzi, dell’intero
universo! Perché non potevano essere
Ai soccorritori raccontò di chiamarsi
felici qui e ora, come tutti? Perché si
Risingra, e di essere appena scappata
ostinavano a inventarsi Atlantide e
con un razzo da Saturno dopo l’attacco
Shangri-La? Eppure nella loro follia
dei nettuniani. Il podestà sospirò. Nella
sembravano davvero felici. Aveva visto
casa bianca dietro la pineta c’era posto
Xulaxu e Risingra, cioè il farmacista
anche per lei.
Bertacchi e la maestra camminare
mano nella mano mentre parlavano Frammento dal racconto “Morena”
delle meravigliose torri inabissate di
Atlantide, e del commovente splendore
“Splendida città di Trieste! ...Che
degli anelli di Saturno…
grande porto! Il mare, l'immensità!
Il podestà sudava sotto il pesante fez Quella che Morena conosceva solo nella
nero, che non si toglieva neppure sua fantasia. La moltitudine di gente
all’interno del suo ufficio. sul molo!
Di certo si trattava di un complotto Tipi strani! E la melodiosa lingua
ordito dalle subdole potenze italiana, il guasto dialetto triestino che
demoplutocratiche. O forse era il accarezza il viso dello straniero. Il
federale che aveva escogitato tutto per messaggero che li doveva trasportare a
fargli terra bruciata attorno, e Jaffa era un palazzo fluttuante
sostituirlo con qualche suo pupillo… capolavoro della tecnica navale! Quali
novità. Quali scene meravigliose. Tutto
Poi ci fu la guerra: Grecia, Jugoslavia,
questo incantava Morena. Gli anni e la
Russia, i bombardamenti, lo sbarco e a
gioventù furono più forti del suo dolore!
fine luglio quello strano messaggio che
Incominciò a dimenticare. Solo quando
la radio aveva appena finito di
giunse l'ora di partire, quando quel
trasmettere. Il podestà continuava a
fischio la fece palpitare, vedendo una
non capire. Il prefetto non rispondeva al
vecchietta che abbracciava sua figlia,
telefono, gli ultimi comunicati arrivati
pianse, pensando ai suoi, che aveva
dalla capitale erano del tutto privi di
abbandonato! 'Verranno anche loro,
senso, la gente lì fuori continuava a
quando mi sarò trasferita!'”
cantare e ad agitare bandiere…
Poi, all’improvviso, capì. Finalmente - Laura Papo Bohoreta, trad. dal
tutto gli era chiaro. La sua storia, le sue giudeo-spagnolo di Mark Veznaver
origini. Adesso sapeva chi era davvero.
Si tolse il fez, il cinturone, gli stivali e la Ulisse
casacca d’orbace. Uscì così com’era,
senza badare alle grida e alla gente che Nella mia giovinezza ho navigato
gli puntava contro il dito. Camminò fino lungo le coste dalmate. Isolotti
alla pineta, e bussò alla porta della casa a fior d’onda emergevano, ove raro
bianca. Non si era mai sentito così un uccello sostava intento a prede,
lucido e tranquillo. coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
Fece un profondo inchino all’infermiere
marea e la notte li annullava, vele
guardingo che era venuto ad aprire, e si
sottovento sbandavano più al largo,
presentò: egli era il Sommo Lama di
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
Shangri-La, e chiedeva umilmente
è quella terra di nessuno. Il porto
asilo.
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
- K. Rjepnin e della vita il doloroso amore.

- Umberto Saba
E il mondo è breve alla melliflua melodia del verso
che mi accompagna. Solo strappi / e
Forse,
strida
andando per le vie della città,
laddove l'aria a chiunque il nome sveli
dolcemente appoggiate sui colli,
unico amico.
non lontano,
Per le strade vago,
si immagina il mare:
mirando come l'esule
silenzi…
che cerca alcun ristoro.
Ma rifugio non trovo
Non lontano
nella pianta d'alloro
Altre città si specchieranno.
meretrice
Tutte le voci si raccoglieranno
di falsa gloria e inutili corone,
In quello spazio,
la cui infeconda radice
che separa riva da riva,
da sedicenti poeti
vita da vita,
fu consunta
profilo solitario dell’effimero,
che si stempera
Mi sono comportata molto male
nella morbidezza della sera.
in altri tempi.
Con il mio stesso flagello
E il mondo è breve.
mi lasciai violentare
dai potenti.
Il mare, solcato,
Ora
scioglie il suo enigma di lontananze
battendo i denti
per il troppo gelo,
- Gabriella Valera
nell'aria vivo reclusa.
Ora
davanti ad ogni albergo trovo una porta
Esule antica
chiusa.
Mi aggiro per le strade
muta gridando. Nessuno m'ode, - Mark Veznaver
nessuno m'ascolta. Ogni porta è chiusa
INSERTO da fondare che gli potesse garantire
stabilità e libertà.Tuttavia, vivendo nei
“La patria, probabilmente, è come confini dell’area russa, gli zar li
la famiglia, se ne sente il suo valore avevano dato alle tribù cosacche
solo quando la si perde.” l’incarico di difendere i territori russi
dagli attacchi stranieri , come se fossero
E’ questo l’aforisma celebre con il quale vere eproprie sentinelle dell’impero.
Gustave Flaubert vuole descrivere Tale collaborazione cessò conl’avvento
l’idea di un senso di appartenenza alla della Rivoluzione Russa del 1917,
propria terra, un luogo degli affetti dove quando i bolscevichi presero le redini
una collettività condivide le stesse dell’impero esiliando e uccidendo i fedeli
tradizioni, usi e costumi , lingua e allo zar, cosacchi inclusi. La situazione
religioni – secondo un’accezione mutò ancora tra il 1941 e il 1943,
ottocentesca post risorgimentale. E’ in quando le truppe naziste iniziarono ad
questa maniera che molti popoli si occupare l’Urss e trovarono appoggio
sonoriuniti, delimitando confini ben nelle minoranze etniche, esuli zaristi,
precisi e dando origine a quello che si prigionieri di guerra accomunati tutti
può definire il “principio di nazionalità”. da un sentimento antibolscevico. Tra
Ma non tutti hanno avuto la stessa questivi erano anche i cosacchi , che
sorte, o meglio, non tutti i popoli hanno strinsero un legame di particolare
potuto sperimentare nel corso della intensità con i nazisti. Questi, grazie al
storia l’importanza di fondare le radici consensodel Ministro Rosenberg,
su un territorio e di capire cosa vuol concessero ai cosacchi il permessodi
dire lasciare la propria terra. Ad alcuni stanziarsi nelle terre carniche, dando
popoli la terra non è mai stata inizio a una convivenza coatta con la
riconosciuta. Essi hanno dovuto popolazione autoctona. L ‘impatto
ricorrere alla violenza per difendere il culturale fu inizialmente violento; In
diritto dipossedere una terra in cui breve tempo iiniziarono ad imporre il
fondare la propria identità culturale e loro stile di vita a cominciare dall’
politica, venerare i propri santi ed ambito politico-sociale. Molte vallate
antenati . Un caso particolare è carniche vennero suddivise in distretti
accaduto nel Nord Italia, precisamente che presero i nomi geografici a
nella Carnia tra il 1944 e il 1945, secondadella propria provenienza dei
quando Hitler mandò un contingente di gruppi occupanti e venivano
cosacchi a occupare le terre montane amministrati da un loro atamano.
del Friuli in cambio del loro supporto e Accanto agli istituti tedeschi si
del loro contributo militare a favore affiancarono quelli cosacchi: in breve
dell’impero nazista. Il termine “cosacco” tempo essi crearono numerose strutture
deriva dal turco “kozak” e vuol dire ospedaliere per gli invalidi di guerra, il
‘libero, errante’. Effettivamente , i cui polo principale si trovava a
discendenti dei cosacchi erano servi Tolmezzo e includeva un reparto di
della gleba i quali, dopo essersi ribellati isolamento e di quarantena per
al regime autoritario zarista perdettero malattie gravi. Nonostante l’area
la propria patria e furono costretti a carnica fosse poco favorevole allo
vagare per l’ignoto in cerca di una terra sviluppo economico – fatto dovuto
principalmente alla conformazione del Krassnov la sconfitta, obbligando ai
terreno e all’isolamento di esso- i cosacchi a rifugiarsi in Austria, dove si
cosacchi erano riusciti a farla risorgere dovettero preparare a un’imminente
grazie al commercio di foraggio, resistenza. Tuttavia, la storia della
salgemma, cavalli e prodotti di ricerca da parte dei cosacchi di una
artigianato che richiamavano il folklore nuova patria non poté che avere un
caucasico e cosacco. Per il settore finale tragico: sul confine fra Italia e
primario, nonostante la scarsità di terre Austria essi furono fermati dalle truppe
coltivabili, essi erano riusciti a creare inglesi, che li consegnarono ai loro
numerosi appezzamenti di terreno acerrimi nemici sovietici, dai quali essi
adatti per la coltivazione dell’uva e vennero deportati nei gulag siberiani.
della patata , prodotti che erano poi L’esempio del Kosakenland rappresenta
venduti in tutta Europa. Inoltre, i quello di un popoloche ha sempre
cosacchi si presero cura dell’istruzione e lottato per sopravvivere e per
delle iniziative culturali, volte affermarsi, costruendo uno spazio dove
principalmente a esaltare il Fuhrer e lo poter trovare nuove radici per la
stretto legame con l’ideologia nazista. propria cultura. Uno di quegli esempi
In poche settimane, l’area carnica si dove l’urgenza di cercare una propria
trasformò così in un crocevia di culture stabilità ha portato a invadere terre
asiatiche ed europee, fondendo quelle altrui e attraversare l’Europa nel
caratteristiche riconosciute come tentativo di costruire la propria identità
occidentali con tratti orientali. I primi anche in condizioni estremamente
giorni dell’occupazione cosacca furono sfavorevoli. Un po’ come il popolo
caratterizzati da scontri dovuti alla ebraico, che ha tentando di formare lo
convivenza forzata; i cosacchi si stato di Israele si è scontrato con i vicini
appropriarono di tutto ciò che trovavano islamici. Come loro, anche i cosacchi
di casa in casa, si autoimponevano provavano un forte senso di nostalgia
tentando di prevalere sugli altri. per la propria patria, colmato dai
Tuttavia, con il passare del tempo i numerosi elementi culturali introdotti
rapporti si fecero man mano più stabili nelle aree da loro occupate alcuni dei
e più accettabili; persino molti carnici quali erano entrati a far parte dello
erano curiosi di scoprire le tradizioni stile di vita locale. Quello dei cosacchi
cosacche, specie in ambito religioso, fu dunque un tentativo di creare un
seppur la Chiesa avesse imposto il secondo mondo che potesse richiamare
divieto di non assistere a cerimonie il loro passato e il loro vissuto,
religiose estranee dal cattolicesimo. garantendo loro il diritto a una terrain
Malgrado le differenze culturali, i cui poter definire il senso della propria
carnici e i cosacchi si resero conto di storia.
essere accomunati dal problema
dell’approvvigionamento, dato che le https://www.carnialibera1944.it/docume
terre carniche avevanoben poco da nti/occupazionecosacca.htm
fornire.
- Roberto Ruspantini
L’ invasione si concluse tra aprile e
maggio del 1945, quando il generale
russo Vlasov comunicò all’atamano

Potrebbero piacerti anche