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Goldoni, Parini, Alfieri

Goldoni è uno scrittore prettamente comico, egli è conosciuto per le sue opere comiche,
teatrali e per la riforma teatrale da lui portata avanti. Egli contro la volontà del padre seguirà
una compagnia teatrale in giro per i “tuor”, ciò gli sarà di grande aiuto per sviluppare la sua
idea di teatro e portare all’interno di esso molte innovazioni.
Il teatro agli inizi del settecento era la traduzione in scena di un testo, inoltre gli
sceneggiatori non erano preparati e formati per questo mestiere, cosà che accadrà con
l’andare avanti del tempo; proprio per questa mancanza di professionalità andavano ad
essere usate e riusate le maschere, le quali resero velocemente il teatro monoto e tutto
uguale, per ciò si iniziano ad usare degli escamotage per rendere il teatro più divertente ed
appagante per lo spettatore, la volgarità del linguaggio si propaga e il teatro diventa solo un
luogo di svago. Con Goldoni si ha una rivoluzione, agli inizi si passa dal mettere in scena un
testo creato per altro a creare un vero e proprio sceneggiato, agli inizi solo il protagonista
aveva uno sceneggiato prefissato gli altri attori andavano ad improvvisazione, esso era detto
canovaccio, ma poi si passò alla stesura completa di tutto lo sceneggiato, molto più rigoroso,
con ciò si richiede anche una professionalità degli attori che si formano per fare ciò, è poi
implicita che la lo scrittore avrà padronanza sull’attore, il quale dovrà seguire il copione e
non sarà più libero di improvvisare. I testi e lo sceneggiato, passano ad essere anche
educativi per lo spettatore, eliminando così la volgarità dei vecchi testi. Si vanno poi man
mano ad abbandonare le maschere e far risaltare le caratteristiche del personaggio.
Vengono rappresentate scene del quotidiano, vicine allo spettatore, e per fare tutto ciò il
linguaggio utilizzato è quello di tutti i giorni, sia l’italiano che il dialetto.

Parini, scrittore di inizio ‘700, di estrazione contadina, diviene ecclesiastico per ricevere
l’eredità di una vecchia zia. Il suo lavoro lo porta a contatto con l’aristocrazia, egli vive
assieme alle persone che ne fanno parte e da ciò prenderà aspirazione per la stesura dei
suoi testi.
Nonostante egli viva a contatto con la classe sociale più alta, non perderà mai la sua anima
semplice, tipica dei contadini, semplici e onesti; unendo ciò egli va a criticare l’aristocrazia e
i suoi modi di fare ricoprendola di ridicolo e facendo risaltare quanto essa sia in realtà vuota,
riportando il lettore sulla sul suo ideale di vita basato su principi prettamente morali e civili,
riportati in voga grazie al lavoro degli illuministi.
Il suo concetto di poesia va un po’ a ripescare gli ideali della poesia classica, la quale si
basa su piacere e utilità, le quali sono delle concezioni astratte che servono per creare un
mondo basato su ordine e felicità, senza ingiustizie o ignoranza, tutti concetti che si
oppongono e vanno a criticare il tema delle sue opere e quidni gli stessi ideali delle persone
aristocratiche per il quale egli si trovò a lavora.
Infatti nell’opera “il Giorno” egli racconta la vita del giovane nobile istruito secondo le regole
dell’aristocrazia, le stesse che critica, ma egli si limita ad esporre, perché esse vanno
automaticamente ad autocriticarsi e ad auto illudersi.

Alfieri nato da una famiglia benestante ripudia il governo della sua nazione, dopo che viene
mandato in accademia, riesce a viaggiare e peregrinare in giro per l’Europa, finendo però
sfinito e vuoto. Tornato a casa nasce l’Alfieri poeta, per caso durante un momento di
vicinanza ad un'amica malata, egli scrive un testo il quale riscuote parecchio successo,
inaspettatamente Alfieri diventa uno scrittore. La sua vita artistica inizia con un profondo
studio, per colmare il vuoto di conoscenza, in poco tempo riesce a padroneggiare con abile
capacità i testi e la lingua.
A lui non si può attribuire un ambito preciso di scrittura, egli scrive di tutto, passando dal
teatro,alle satire, a composizioni di stampo politico,ad un'opera biografica… Tutto ciò nella
seconda metà del ‘700, periodo in cui i valori illuministi erano in pieno divagare, ma ci si
stava già sposando verso altri ambiti, infatti egli prende si spunto dall’illuminismo, ma per
certi versi si rivoluziona portando delle rivoluzioni, che andranno poi a caratterizzare il
Romanticismo. Ad esempio dall’illuminismo prenderà l’odio per la propria patria di tipo
tirannica , per il quale non vorrà più la cittadinanza, la missione della letteratura dell’epoca e
le polemiche contro le ingiustizie. Porterà però delle rivoluzioni, che compromettono un po’ il
suo essere, perché afflitto dal non riuscire ad identificarsi in un qualcosa di preciso; come la
commozione davanti alla natura, il pessimismo, l’individualità dell’essere e la sua
passionalità.

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