Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Nell’opera del Seicento era molto comune intercalare episodi comici d’ogni genere in scene serie. Dopo
la riforma di Zeno e Metastasio, che abolisce l’elemento comico giudicandolo irrilevante e incongruo
rispetto allo stile tragico, all’inizio del Settecento assistiamo ad una completa diversificazione dei due
generi.
L’opera comica si sviluppa nei diversi paesi in forme molto diverse
L’OPERA BUFFA
- ogni normale opera con libretto non serio (es.soggetti pastorali o moralistici), ma anche la “commedia in
musica” in dialetto napoletano (Vinci e Leo ne scrissero molte tra il 1720 e 1730)
- gli “intermezzi”, operine in un atto da rappresentarsi tra un atto e l’altro di un’opera seria. L’elemento
comico trova rifugio nell’intermezzo dopo la riforma Zeno-Metastasio.
Caratteri tipici dell’intermezzo: economia dell’organico (cantanti e orchestra)
uso prevalente del maggiore e di tempi veloci
spezzettamento linea melodica
accenti dinamici con effetto comico
intervalli ampi
allegria, vigore espressivo (spazio alla teatralità dei pers.)
Nell’intermezzo oltre alla classica aria in tempo allegro di trova anche uno stile cantabile in tempo più lento,
a volte minore, con effetti melodici e armonici di finto patetismo. Tipico è anche lo scioglilingua affidato di
solito al basso buffo (figura sconosciuta all’opera seria).
In generale nell’intermezzo colpisce l’assoluta fedeltà della musica al testo: il canto sembra solo un’attenta
declamazione ritmica delle parole, le esalta e provoca effetti comici. Nello stesso tempo non si ha mai
l’impressione che le parole ostacolino il flusso della musica. L’aria inoltre ha una straordinaria varietà di
forme, in contrasto con lo schema fisso dell’aria con da capo dell’opera seria.
La presenza di voci gravi a fianco di quelle acute rende possibile
l’introduzione dei brani di insieme, soprattutto quelli alla fine di ogni atto. Il coronamento ideale di queste
opere era un finale d’atto che portasse a compimento oltre all’azione teatrale anche la forma musicale.
Questo obiettivo sarà raggiunto pienamente con Mozart, ma il processo era già avviato a metà del secolo.
CARLO GOLDONI (1707-1793) fu la figura più rappresentativa della riforma teatrale settecentesca. Le sue
commedie rifiutano gli stereotipi e i canovacci della vecchia Commedia dell’Arte, perseguendo un modello
“naturalista” che è ancora oggi di esempio per la caratterizzazione dei personaggi e delle situazioni.
Grazie alla sua attività l’opera buffa acquista dignità e struttura più definita; i nuovi libretti per l’opera buffa
sono sicuramente commedie e non farse; l’elemento comico si mescola e fonde con la corda patetica e
sentimentale creando opere comiche nel complesso più varie e interessanti rispetto alle opere serie.
Goldoni collaborò con molti operisti dell’epoca: Baldassarre Galuppi in primis, Salieri, Cimarosa, Scarlatti,
Paisiello, Piccinni, Haydn e Mozart (la finta giardiniera).
Il maggior rappresentante dell’opera comica in Italia alla fine del 700 fu Domenico Cimarosa – il suo
capolavoro fu Il Matrimonio Segreto (1792). La musica di Cimarosa compete con Mozart per ricchezza
melodica e spontaneità, anche se non raggiunge gli stessi vertici di profondità e struttura. Il fascino di
Cimarosa è in quella prerogativa dello stile italiano che è il brio, la vivacità e la facilità della linea melodica.