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Per i pitagorici prima e per Platone poi, vi è una relazione fra le caratteristiche
della consonanza musicale e la struttura dell’universo poiché entrambi si
basano sui numeri semplici : attraverso il numero si possono spiegare dei
fenomeni, allora attraverso il numero si possono spiegare anche tutti gli altri
meccanismi della natura e della volta celeste.
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La scuola pitagorica capì e dimostrò il motivo per il quale dei suoni emessi
contemporaneamente sono più o meno piacevoli all’ascolto.
La leggenda narra che Pitagora scoprì queste relazioni ascoltando,
nell’officina di un fabbro, i suoni emessi da corde vibranti cui erano stati legati
dei pesi.
Si osservò che
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Gioseffo Zarlino (1517-1590), originario di Chioggia, maestro di cappella in
San Marco a Venezia, fu uno dei maggiori teorici musicali del Rinascimento.
Fondamentale la sua opera, Istitutioni Harmoniche, del 1558. Il suo pensiero
è legato alla tradizione pitagorica e platonica. Tutta la teoria musicale
medievale e rinascimentale è legata al pensiero pitagorico.
Come avviene, gradualmente, in settori del sapere, come l’astronomia ad
esempio, si inizia, nel corso della seconda parte del 1500 ad allontanarsi da
una visione del mondo e dell’universo basata su principi più filosofici che
razionali: gradualmente nasce il cosiddetto “ metodo scientifico” ossia
l’osservazione, la sperimentazione, la verifica degli elementi che possono
concorrere alla spiegazione di un fenomeno naturale, o dei moti dei pianeti o
dell’universo. Nasce la Fisica, ossia l’osservazione e la spiegazione “ fisica”
degli eventi naturali.
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Il problema legato all’accordatura degli strumenti musicalei è molto sentito in
epoca rinascimentale e durante il 1600 e coinvolge i fondamenti filosofici
della Musica.
Tutte le dispute/discussioni che dal rinascimento in poi si sono susseguite
sull’argomento dell’accordatura e temperamento nascono da un dato fisico,
reale, di cui il temperamento equabile è il compromesso finale: quinte non
pure, terze e seste maggiormente consonanti, ma nello stesso tempo non
pure, intervallo di tono e di semitono sia esso cromatico o diatonico sempre
uguali fra di loro.
Per arrivare a questo compromesso si è dovuto rinunciare ai presupposti che
da Pitagora in poi avevano guidato l’organizzazione dei rapporti che
determinano gli intervalli musicali: ma questa organizzazione, come abbiamo
visto, appoggiava su dei presupposti teorici che erano anche presupposti
filosofici.
Uno degli argomenti che i teorici musicali hanno affrontato sin dall’antichità è
quello della accordatura e poi anche del temperamento del sistema musicale
Si dice, comunemente, che ogni periodo della storia della musica ha avuto la
propria teoria sull’intonazione musicale, in maniera da incontrare anche le
proprie necessità musicali.
Nel periodo medievale e rinascimentale, le teorie sull’accordatura erano
formulate partendo dal dal monocordo della tradizione pitagorica. Il
monocordo era formato da corde di cui si calcolavano le relative lunghezze
con metodi aritmetici.
Dalla fine del 1500 sino all’inizio del 1800 le lunghezze delle corde rimasero
in uso fra i teorici, ma i relativi calcoli erano spesso arricchiti dall’uso di altri
calcoli matematici come le radici quadrate ( con le quali potevano tenere
conto anche della tensione delle corde)
Nel corso del 1600 si iniziano ad aggiungere misure fatte attraverso l’uso di
logaritmi; questi facilitarono la descrizione ed il calcolo di ogni “ virtuale”
sistema di accordatura.
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Accordatura pitagorica
etc
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Creata la sequenza delle quinte, e volendo riportare tutti i suoni entro un
intervallo di ottava si deve: dividere per 2 la frequenza del re, per quattro
quella del mi etc . In questo modo, supponendo che 1 sia la frequenza del do
di partenza si ottiene, che i rapporti intervallari nella scala pitagorica-
diatonica- son dati dalla seguente sequenza:
L’altro intervallo perfetto, del sistema pitagorico, anzi l’intervallo più perfetto
del sistema, è quello di ottava.
Moltiplicando il rapporto di ottava, ossia 2/1 per sette volte, per poter
raggiungere lo stesso do, che il rapporto di quinta 3/2 ha raggiunto in dodici
volte ci si accorge di una cosa importantissima: il do raggiunto dalla
moltiplicazione 3/2 e quello raggiunto dalla moltiplicazione 2:1 non coincidono
2^7 = 128 ! do
3/2^12 = 129,74 ! si#
129,74/128 = 1,013
Questo tipo di intonazione è adatto alla musica greca, che era omofonica: gli
strumenti raddoppiavano all’unisono o all’ottava la voce.
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L’intonazione pitagorica è adatta al repertorio della prima polifonia
occidentale 900-1200 e parte della polifonia del 1300.
Questo repertorio è formato da Organum, Mottetti, Messe, Madrigali;
repertorio prevalentemente a 2 o 3 voci ed a partire dal 1300 sempre più a 4
voci.In questo tipo di repertorio le 5° sono consonanze di primaria
importanza, le 3° di secondaria importanza.
La scala pitagorica veniva usata soprattutto nella musica liturgica e nel canto
gregoriano: nel 1324 Papa Giovanni XXII disponeva con un editto che era
“consentito l’uso soltanto di accordi di ottava, di quinta e di quarta, capaci di
arricchire la melodia e accompagnare il semplice canto ecclesiastico…”
Questo per arginare gli influssi della nascente polifonia profana ove
iniziavano ad essere sentiti come “naturalmente” armoniosi anche gli intervalli
di terza maggiore e di sesta maggiore
Nel corso del 1400 la polifonia a 4 voci diventa sempre più usata: la presenza
di di intervalli di terza e sesta è ovviamente assai larga. DI qui la necessità di
smussare l’asprezza delle terze e seste pitagoriche; in pratica di affermano
dei sistemi di “ giusta intonazione” con la creazione di terze e seste “ pure”.
Il problema risiede nel fatto che non vi possono essere, se si parte dal
presupposto che l’ottava deve essere perfettamente intonata, ossia
pura,intervalli di quinta “ pure” e terza pura “contemporaneamente
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Sistemi a giusta intonazione
Già Tolomeo che vive in Egitto nel secondo secolo dopo Cristo aveva
realizzato questo tipo di sistema: la sua speculazione si basava sul fatto che
la consonanza armoniosa non debba limitarsi a note emesse da corde i cui
rapporti di lunghezza stiano fra loro come i numeri 2,3,4. Anche il numero 5
può produrre rapporti semplici. Difatti prendendo un monocordo e fissato un
ponticello ad 1/5 della lunghezza totale si faccia vibrare la parte più lunga. In
questa maniera il rapporto di frequenza fra la nota emessa e la corda fissata
ai soli estremi è di 5/4 e crea un intervallo di terza maggiore, molto
armonioso.
Ma è nel corso del 1400 che il sistema di “ giusta intonazione” ritorna nella
discussione teorica. Il più famoso dei sistemi proposti, nel 1400, è quello
creato da Bartolomeo Ramis de Pareria, nel libro -Musica pratica, pubblicato
a Bologna nel 1482. Egli propone un sistema ove le terze sono pure, quinta
è pura, ma ovviamente i toni non possono essere tutti uguali. Ossia, in questo
sistema vi sono degli intervalli di un tono che sono più grandi di altri intervalli
di tono, e inoltre, i semitoni diatonici ed i semitoni cromatici sono diversi fra di
loro.
Ovviamente questo sistema viene pesantemente attaccato dai maggiori
musicisti e teorici rinascimentali, perché va ad intaccare l’autorità del sistema
pitagorico e al sua universalità.
Anche Glareano, nel suo famosissimo Dodecachordon, pubblicato a Basilea
nel 1547 propone un sistema a “ giusta intonazione” ove gli intervalli di tono
sono “ quasi uguali” fra di loro, ma semitono diatonico e semitono cromatico
sono molto diversi fra di loro: ed anche Glareano ricevette pesanti critiche per
questa sua proposta di sistema di accordatura.
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L’adozione del senario viene giustificata dal fatto che
1*2*3=6
1+2+3=6
Il numero 6 è il primo dei numeri naturali che coincide con la somma dei suoi
numeri primi.
“ Il numero acuisce l’ingegno, conferma la memoria, indirizza l’intelletto alle
speculazioni e conserva nel proprio essere tutte le cose. Che più [..] non è da
meravigliarsi se i pitagorici stimavano che nei numeri ci fosse non so che di
divino “ Istituzioni Harmoniche parte I cap 12
Nota do re mi fa sol la si do
Scala Pitagorica 1 9/8 81/64 4/3 3/2 27/16 243/128 2/1
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Le consonanze pitagoriche erano chiamate
Zarlino scrive che che i “ musici” ossia gli strumentisti ed i cantanti chiamano
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Temperamento mesotonico
E’ un tipo di temperamento che appare nella trattatistica sin dalla fine del
1400. Pietro Aron ( 1480-1550 ) nel suo famoso -Toscanello in Musica,1523-
lo menziona, ma una prima fonte di descrizione tecnica è data da Zarlino in
uno scritto del 1571.
E’ un temperamento del quale le 5° sono rese più strette di un comma
sintonico.Questo per poter rendere “ pure le terze maggiori” ed avere
contemporaneamente intervalli di tono tutti uguali fra di loro.
Questo tipo di temperamento fu largamente descritto lungo tutto il 1700 e fu
principalmente applicato agli strumenti a tastiera dal 1500 sino ad 1830.
Il temperamento mesotonico è tutto sommato un gesto coraggioso: rinuncia
alla purezza della quinta pitagorica per cercare di salvaguardare la purezza
della terza maggiore e creare un solo intervallo di tono intero. In questo modo
presupposti teorico-filosofico vanno di pari passo con le esigenze
dell’orecchio, dei compositori, degli esecutori.
Le quinte vengono accordate più strette rispetto ad una quinta pura; in linea
di massima vi erano due tipi di abbassamento, o ¼ di comma sintonico
oppure un 1/6 di comma sintonico.
Nella successione per quinte ascendenti do-sol-re-la-mi ogni intervallo di
quinta viene ristretto o di ¼ o un 1/6 di comma sintonico.Il comma sintonico
corrispnde a 22 cents (circa la quinta parte di un semitono del temperamento
equabile).
Come si era detto ancora all’inizio: il circolo delle dodici quinte pitagoriche e
delle sette ottave non coincide: questa differenza viene chiamata comma
sintonico: il si# raggiunto dalle 12 quinte è più acuto del do raggunto dalle
sette ottave. Nel sistema mesotonico questo comma sintonico, questa
differenza di altezza viene diviso fra le quinte: ossia le quinte diventano
leggermente più strette.Ma dovendo anche far risultare pure le terze maggiori
accade che vi sarà una delle quinte del sistema che non potrà essere
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consonante: più che una quinta essa risulta essere una sesta più ce
diminuita. Questa è la cosidetta quinta del lupo. Venne messa fra i suoni che
avevano meno probabilità di essere usati in contemporanea ossia sol#(lab)-
mib.
In questo sistema la quinta del lupo ossia sol#(lab) misurata in cents risulta
essere molto grande: 737,637 cents
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Temperamento equabile
Adriano Willaert nel 1519 compose un mottetto - Quid non ebrietas- il quale
non può essere eseguito nella sua interezza né con l’accordatura pitagorica e
neppure con il sistema della giusta intonazione: funziona solamente se i
cantori nel corso del brano, ed in momenti indicati dal compositore stesso
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aggiustano , “ temperano” l’intonazione.Solo se eseguito con il temperamento
equabile il brano può funzionare; nonostante la grande stima che Willaert
godeva presso i suoi contemporanei, questa suo mottetto e questa sua “
sperimentazione” fu assai criticata.
Anche Girolamo Frescobaldi era un sostenitore del sistema a temperamento
equabile, ed ovviamente su questo argomento ebbe accesissime discussioni
con molti suoi contemporanei.
Detrattore del sistema equabile,ed ebbe grande influenza sui suoi
contemporanei, fu il filosofo René Descartes che, pur non essendo musicista,
pubblicò nel 1618 il Compendium Musicae, un trattato di teoria musicale.
Il dibattito attorno ai temperamenti, durante l’epoca barocca e classica
appoggia su questa considerazione: le reazioni umane alla musica sono
soggettive, ma la scienza musicale è oggettiva. La scienza musicale è un
prodotto della Natura e non deve seguire i capricci dei giudizi umani; le leggi
musicali affermano delle verità che vanno al di là della semplice sensazione.
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Temperamenti inequabili
A partire dalla seconda metà del 1600 vennero teorizzati e realizzati diversi
temperamenti irregolari, non equabili, che vennero poi definiti – ben
temperati.
-Ma questi temperamenti hanno dei “ problemi”, come già è stato detto a
proposito del temperamento mesotonico, ad esempio i suoni # ed i bemolli
non coincidono: ma oramai il cromatismo era diventato un modulo espressivo
assai usato dai compositori di questa epoca , in diverse composizioni di
Frescobaldi o Swelinck abbondano i passaggi cromatici. Nel corso del 1600 il
sistema moderno basato sulla scala maggiore e minore e le relative
alterazioni si afferma come il sistema sonoro di riferimento.
Per evitare i problemi creati sugli strumenti ad intonazione fissa, dal non
avere suoni # e bemolli coincidenti, si crearno diversi strumenti a tastiera
muniti di 19, 27 o addirittura 32 tasti per ogni ottava. In questo modo gli
esecutori potevano avere più possibilità di creare accordi che fossero sempre
perfettamente intonati. -Padre Martin Marsenne progettò una tastiera con 19
tasti per ottava. Ma lo stesso Marsenne nel terzo volume della sua famosa
Harmonie Universelle , riconosce i vantaggi del temperamento equabile.
Zarlino, nel 1548 aveva richiesto ad un costruttore, di creargli una ottava
con19 tasti diversi.
-Il problema dei temperamenti ineguali è che le scale/toni con più di tre # o b
hanno più suoni aspri, rispetto alle scale con meno alterazioni. Questo perché
gli “ errori”, i residui dell’accordatura pura venivano spostati verso l’estremità
del circolo delle quinte
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Vennero creati nel corso del 1700 vennero creati diversi sistemi irregolari,
eccone alcuni
-Nel 1673, due studiosi di Oxford , William Noble e Thomas Pigot, scoprirono
che una corda messa in movimento si suddivide in innumerevoli segmenti
ciascuno dei quali produce un diverso tono musicale
-Nel 1701 Joseph Sauver definisce e dimostra la teoria dei suoni armonici:
essi sono corrispondenti all’8°, 5°,3°magg del sistema puro.
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Intervalli, cents, comparazione fra i diversi sistemi di accordatura.
Un altro modo per calcolare gli intervalli e che torna utile per capire le
differenze fra le varie scale e come vedremo in seguito, fra i vari
temperamenti, è quello di esprimerli in “cent”. Questo modo fu introdotto nel
1885 dall’inglese Alexander Ellis. Esso viene definito ricorrendo ai logaritmi
delle frequenze: poiché quali che siano i loro valori individuali, corrisponde
sempre la stessa separazione in cent. Per la proprietà dei logaritmi si sa che
log (A/B) = log A - log B e che log A*B = log A+ log B.
•Ad esempio un semitono in scala pitagorica vale 90 cent, mentre nella scala
a temperamento equabile vale 100 cent .
Un tono piccolo nella scala naturale vale 182 cent mentre un tono grande
204, ma un tono nel temperamento equabile 200 cent.
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