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Ilario Bonacina
9 settembre 2009
Sommario
In questo seminario parleremo di alcuni tipi di scale musicali evo-
lutesi nel mondo occidentale allinterno di un contesto pi` u generale che
permette lanalisi comparativa anche con scale non europee. Cerchere-
mo di mostrare lorigine storico-acustico-matematica della scala temper-
ata, NON presentandola per o come la naturale conclusione dellevolversi
della pratica musicale. Cercheremo inne di dare unidea delle ragioni
acustico-matematiche del perche molte scale hanno 12 note (Do Do Re
ecc).
Indice
1 Lequivalenza di ottava 2
2 Scale musicali 2
2.1 Le scale ottenute da t
k
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
2.2 Le scale ottenute da
n
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
2.2.1 La scala pitagorica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
2.2.2 Le scale derivanti da
2
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
2.2.3 Le scale derivanti da
3
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
2.3 Il temperamento mesotonico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
2.4 Quanto il temperamento equabile e buono? . . . . . . . . . . . . 8
Lattivita musicale, come ogni attivita umana, `e il risultato di una evoluzione
culturale che solo in parte puo trovare una spiegazione naturale o oggettiva.
La musica teorica in occidente `e stata no a tempi recenti collegata alla spec-
ulazione di tipo scientico; faceva parte del quadrivium assieme a matematica,
sica e astronomia. Non deve stupire quindi che legati alla storia delle scale
musicali troviamo nomi di illustri matematici come Mersenne, Keplero, Eulero
e molti altri.
In questo breve seminario inizieremo col giusticare perch`e nella nostra cul-
tura un suono e un altro di frequenza doppia suonati assieme producono una
sensazione di calma e vengono detti pertanto consonanti. Questo fenomeno
si rivela fondamentale nella formazione delle scale musicali e sara alla base di
quella che `e chiamata equivalenza di ottava
1
.
1
Il termine ottava deriva dalla presenza nella scala diatonica di sette note.
1
Nella musica occidentale abbiamo due tipi di scale concettualmente molto
diverse: la scala diatonica, composta da 7 note, e la scala cromatica
2
, compos-
ta da 12 note. In questo seminario ci occuperemo esclusivamente di giusti-
care lesistenza di alcune scale cromatiche. Caratterizzare allinterno dellambi-
ente cromatico la scala diatonica e pi u complicato. Non tratteremo inoltre dei
temperamenti irregolari e al momento opportuno ne vedremo la ragione.
1 Lequivalenza di ottava
E noto che quando su uno strumento a corda o a ato viene suonata una cer-
ta nota, diciamo con frequenza , il suono `e essenzialmente periodico di quella
frequenza. La teoria delle serie di Fourier ci dice che possiamo decomporre quel
suono in una somma si onde sinusoidali con varie fasi e frequenze dei multipli
interi della frequenza fondamentale . La componente di frequenza m `e detta
m-esimo armonico, mentre pi u in generale chiameremo m-esimo parziale di un
suono la m-esima frequenza che lo compone. Chiaramente nel caso degli stru-
menti a corda o a ato questi due concetti conincidono, mentre in generale non
`e cos. Linsieme delle frequenze formanti un suono viene detto spettro e uno
spettro in cui il concetto di parziale e armonico coincidono viene detto spettro
armonico. Tipicamente non hanno uno spettro armonico strumenti a percus-
sione, in uso nella musica occidentale (come i timpani) o usati in culture non
occidentali come nella musica gamelan in Indonesia.
Attualmente per spiegare il fenomeno della percezione di alcune combinazioni
di suoni come consonanti si fa riferimento allo spettro dei suoni coinvolti: pi u
parziali due suoni hanno in comune pi u la loro combinazione sara gradevole.
Un suono di frequenza f e uno di frequenza 2f (prodotti da uno strumento
con uno spettro armonico) hanno il massimo numero di parziali in comune e
sono talmente consonanti da essere considerati equivalenti. Da qui lorigine
dellequivalenza di ottava.
2 Scale musicali
In questa sezione andiamo a formalizzare il passagio da un livello astratto di
note e intervalli ad uno reale di frequenze e suoni.
Facciamo questo guardando alle frequenze dei suoni a meno di ottava, ovvero
lavoriamo dentro il campo dei numeri reali R e poniamo su esso la seguente
relazione di equivalenza :
x y :n Z x = 2
n
y.
Una scala musicale sara semplicemente un numero nito di elementi (detti note)
in R/
ci riferiremo allunico
rappresentante della classe di equivalenza di a nellintervallo [1, 2), in questo
modo siamo anche in grado di mettere un ordinamento sullinsieme delle note:
basta confrontare i rappresentanti in [1, 2).
Poich`e la nostra percezione della distanza tra due note e logaritmica nella
frequenza e sensato dare la seguente denione, dovuta a Ellis (1875):
2
Il termine cromatico risale alla pratica, in uso nella notazione guidoniana, di denotare con
un colore diverso le note estranee alla scala diatonica il cui uso si rendeva necessario per
cantare intonati.
2
Denizione 2.1 (cents). La scala dei cents e una scala logaritmica in cui ci
sono n cents in unottava. Il legame tra frequenza di una nota [r]
e il suo
valore in cents c R/
nZ
e quindi dato da
[r]
= [2
c
n
]
.
Il valore di n usato generalemente e n = 1200. Questo perch`e nella musica
occidentale si e evoluto un tipo di scala che divide lottava in 12 intervalli uguali
ciascuno quindi di ampiezza 100 cents secondo questa scala. Tali intervalli sono
detti semitoni (temperati). E chiaro che questo tipo di scala ha il vantaggio di
rappresentare abbastanza bene le distanze percepite tra le note, pero ha degli
svantaggi: e decisamente troppo incentrata sul temperamento equabile ed e
inadatta a rappresentare le relazioni teoriche tra i suoni.
Non ci occuperemo di scale in generale ma di scale generate da una struttura
teorica di intervalli che consideriamo fondamentali o comunque pi u importanti
di altri per varie ragioni (culturali, psicoacustiche ecc). Per far questo pren-
diamo (Z
n
, +) come nostro spazio astratto delle note e degli intervalli e un
omomorsmo (non banale) : Z
n
R/
n [2
n
k
]
.
(ii) la scala pitagorica, giusta e settimale che rientrano nel caso generale di
n
: Z
n
R/
(a
1
, . . . , a
n
) [3
a
1
5
a
2
. . . p
a
n
n+1
]
dove p
n+1
indica l(n + 1)-esimo numero primo.
(iii) il temperamento mesotonico.
2.1 Le scale ottenute da t
k
.
La scala temperata formata da k note e lesempio pi u semplice possibile di
scala musicale: lottava viene divisa in k intervalli uguali. Lapplicazione che
consideriamo e
t
k
: Z R/
n [2
n
k
]
e il
2
.
Ovvero studiamo la
: Z R/
n [3
n
]
p
0
= a
0
p
1
= a
1
a
0
+ 1
p
n
= a
n
p
n1
+ p
n2
(n 2)
q
0
= 1
q
1
= a
1
q
n
= a
n
q
n1
+ q
n2
(n 2).
Allora [a
0
, . . . , a
n
] =
p
n
q
n
.
E abbiamo inoltre che
Teorema 2.4. Lerrore nelln-esimo convergente dellespansione in frazione
continua del numero reale x e limitato da
p
n
q
n
x
<
1
q
2
n
.
E inoltre tra le frazioni p/q con q q
n
, la pi u vicina a x e p
n
/q
n
.
Per trovare buone approssimazioni di log
2
(3) ci basta quindi calcolare la sua
espansione in frazione continua:
log
2
(3) = [1, 1, 1, 2, 2, 3, 1, 5, 2, 23, 2, 2, 1, . . .]
e le convergenti che sono:
1, 2,
3
2
,
8
5
,
19
12
,
65
41
,
84
53
, . . .
Quindi dei buoni candidati per m sono 12, 41, 53 ecc.
La scala pitagorica (cromatica) corrisponde a scegliere m = 12 e D =
1, 0, . . . , 10; essa e data chiaramente da (D). Se vogliamo costruire la
scala diatonica derivante da questo temperamento ci dobbiamo restringere a
(1, . . . , 5). Ricostruire, o meglio, caratterizzare in maniera unica la scala
diatonica di 7 note allinterno della scala cromatica e pi u dicile e non verra
arontato in questo seminario. Essa in ogni caso corrisponde a
Z
O
u
1
Fa Do Sol Re La Mi Si
. . .
5
Il rappresentante di (12) nellintervallo [1, 2), ovvero
3
12
2
19
viene detto comma
pitagorico
4
e lo indicheremo nel seguito con c
.
Fin da subito si vede che dei buoni candidati per t
k
che approssimino la si
hanno per k = 12, 41, 53, . . . infatti ad esempio per k = 12 si ha che
3
2
2
7/12
ovvero che la settima nota nel temperamento equabile a 12 note e una buona
approssimazione di una quinta pitagorica.
2.2.2 Le scale derivanti da
2
Nel corso dellevoluzione del canto gregoriano in Inghilterra e nata la pratica di
considerare consonanti le terze, cosa che se teniamo presente il temperamento
pitagorico non e giusticabile (alla luce del principio di consonanza che abbi-
amo enunciato) infatti in tale temperamento le terze sono date dai rapporti di
frequenze 81/64 e 32/27. Abbiamo pero che 81/64 = [1, 3, 1, 3, 4] e fra le prime
convergenti troviamo 5/4. Quindi lidea e approssimare 81/64 (non consonante)
con 5/4 (consonante). Lintervallo tra il 5
e 4
(n, m) [3
n
5
m
]
.
In questo caso abbiamo moltissime possibilita di scelta, gia per il sottoreticolo
U, e per ognuno di questi molte possibilita per il dominio D. La scelta classica
che porta alla scala giusta (o naturale) e
U = (12, 0), (4, 1)).
Dove i comma sono j(u
1
) = [c
e j(u
2
) = [
81
80
]
;
81
80
viene detto comma
sintonico e lo indichiamo con c
. Abbiamo che [Z
2
/
U
[ = [ det(u
1
u
2
)[ = 12,
ovvero le scelte che possiamo fare di D ci portano a scale di 12 note. Tra
il 1400 e la ne del 1700 sono state proposte numerose scelte del dominio D:
in [Benson 07] ne sono riportate ben 22! La maggior parte delle quali pero si
trovano in accordo sulla scala diatonica corrispondente al seguente diagramma
u
1
u
2
Do Sol Fa Re
Mi La Si
e cercano di completare questo ad un dominio fondamentale D per Z
2
/
U
: ci
sono ovviamente molti modi per farlo. Nella nostra analisi tutte queste possibili
scelte di D sono in qualche modo equivalenti.
Altre scelte di U conducono a dierenti tipi di scale:
4
Un comma pitagorico e poco pi u di un nono di un tono intero.
6
(i) U = (4, 1), (1, 5)) porta ad una scala giusta con 19 note ben approssi-
mata da t
19
,
(ii) U = (4, 1), (2, 5)) porta alla scala indiana di 22 Srutis,
(iii) U = (4, 1), (3, 7)) porta ad una scala giusta ben approssimata da t
31
,
(iv) U = (8, 1), (5, 6)) porta invece ad una scala giusta ben approssimata da
t
53
.
2.2.3 Le scale derivanti da
3
Parliamo brevemente anche di
3
che per comodita chiameremo s:
s : Z
3
R/
(a, b, c) [3
a
5
b
7
c
]
, s(u
2
) = [c
, s(u
3
) = [
64
63
]
; questultimo viene
detto comma settimale. Abbiamo nuovamente [Z
3
/
U
[ = [ det(u
1
u
2
u
3
)[ = 12.
Le scale giuste qui descritte sono ottime per lavorare in ununica tonalita
mentre sono meno adatte se vogliamo modulare, ovvero cambiare tonalita. Una
prima soluzione e data dal temperamento mesotonico.
2.3 Il temperamento mesotonico
Esso e un tentativo di modicare la j della scala giusta per far s di avere un
sottoreticolo di unisono U che rispetti di pi u le terze (a discapito della giustezza
delle quinte). La funzione che storicamente e stata considerata e
: Z
2
R/
(n, m)
(3 c
)
n
5
m
.
Ovvero abbiamo ristretto tutte le quinte di un -esimo di comma sintonico. Se
vogliamo conservare lo stesso sottoreticolo di unisono della scala giusta
U = (12, 0), (4, 1))
ci dobbiamo restringere a degli tali che
(4, 1) [1]
. Se imponiamo che
valga l= abbiamo che deve essere = 1/4. Abbiamo cio`e che
1/4
(a, b) = [(
4
5)
a
5
b
]
5. Ab-
biamo pero che
1/4
(u
1
) = [128/125]