Vi ho sempre presentato 22simba come uno degli artisti più freschi della nuova generazione
e l’ho intervistato per ben due volte. Da quando ho sentito “Amore1”, mi sono reso conto di
quante potenzialità avesse questo ragazzo, e la sua abilità nel passare da pezzi afro trap
come “Mama” a racconti hip hop come “Extraurbane” mi colpisce.
Recentemente è tornato in scena con “R&R”, una canzone love in pieno mood drill
attraverso la quale il ragazzo scopre una parte molto intima di sé ma, contemporaneamente,
si dimostra capace di cavalcare il sound del momento senza rinunciare alla sua identità.
L’ha scritta da innamorato, e il paragone con Rihanna e Asap Rocky centra il bersaglio,
rendendo perfettamente l’idea di un amore hip hop. Andate a recuperare la sua breve ma
😹❤️
intensa discografia in modo che, quando sarà famoso, potrete dire di conoscerlo già (magari
grazie a Rap Nel Cuore" )
Il mixtape “Seven 7oo” mostra un po’ tutti i volti della drill italiana, dalla più tipica e
caratteristica aggressività a delle marcate sfumature inaspettatamente tristi ed introspettive,
una varietà di registro con la quale si contraddice in maniera lampante la presunta
monotonia tendenzialmente attribuita al gruppo. La intro non è che la prima pagina della
narrazione che il disco porterà avanti, il racconto di un passato difficile e di un presente
turbolento ma salvato dalla musica sviluppato attraverso quel “flow delle case popolari” che
ha permesso a San Siro di piazzarsi sulla mappa del rap italiano, europeo e mondiale.
Nelle collaborazioni con quegli artisti internazionali che rappresentano la drill nei loro paesi, i
ragazzi hanno deciso di utilizzare senza compromessi o mezzi termini il linguaggio crudo
che li ha fatti emergere, generando una mistura di italiano, francese ed inglese che si
incastrano come se non fossero lingue diverse grazie ad un’affinità stilistica e di visione che
prescinde dalla provenienza o dalla collocazione geografica. Ma i pezzi più belli sono quelli
in cui esce fuori l’anima, brani come “RAP”, “Sabbie Mobili” o “Lunedì”, tanto viscerali quanto
potenzialmente radiofonici.
I giudici del web e della televisione neofascista stigmatizzano la nuova scena senza cercare
il dialogo. Chi siamo noi per giudicare la vita delle persone senza conoscerle?
L’atteggiamento censorio nei confronti di certa musica mi spaventa perché non è coerente
con la libertà d’espressione di cui tanto si parla e non in linea con la relativa autonomia che
altre arti hanno di muoversi. Abbiamo il diritto di non apprezzare la musica e l’immaginario
della Seven 7oo, ma farlo senza provare a comprendere è semplicemente stupido e
presuntuoso. E il disco spacca di brutto.