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Louis Hjelmslev: i tratti fondamentali dei linguaggi
Louis Trolle Hjelmslev nasce a Copenaghen il 3 ottobre 1899. Nel 1917 si iscrive all'universit per
studiare linguistica indoeuropea. Dopo un periodo di studio a Praga (che negli anni '30 sar il
centro della dottrina fonologica, Circolo di Praga, di cui fa parte anche Jakobson) e a Parigi, nel
1937 ha una cattedra a Copenaghen. Fonda il Circolo linguistico di Copenaghen e la rivista Acta
linguistica con Uldall, con il quale lavora alla costruzione della teoria linguistica detta
glossematica. Muore il 30 maggio 1965. Il suo testo principale "I fondamenti della teoria del
linguaggio" (1943). Nel 1959 pubblica Saggi di linguistica generale, nel 1968 "La struttura
fondamentale del linguaggio".
Premesse teoriche
Muove dalle basi poste da Sasussure. Per Hjelmslev la lingua non deve essere studiata come
insieme di fenomeni non linguistici (fisici, fisiologici, sociologici...) ma deve essere analizzata come
una totalit autosufficiente, un'entit autonoma di dipendenze interne, in una parola con una
struttura. L'adozione di un metodo strutturale una scelta arbitraria dell'analista.
Hjelmslev ricorda che la linguistica del passato era induttiva (dal particolare al generale):
muovendo dall'ipotesi che vi siano delle costanti nei fatti linguistici, sostiene che debba diventare
deduttiva, partire dai testi per analizzarne le componenti di grado minore, in un percorso analitico
e specificante.
Vuole realizzare una teoria semio-linguistica, la glossematica, la quale predilige l'analisi
deduttiva, insiste sulla forma (spesso trascurata in favore della sostanza), considera la forma
linguistica del contenuto (e non solo quella dell'espressione), considera il linguaggio come un
sistema semiotico costituito di piani differenti.
E' una distinzione ripresa da Saussure. Cambia la terminologia: il 'significante' di Saussure diviene
l'espressione; il 'significato' diviene il contenuto. Quello che Saussure definiva segno diventa
funzione segnica.
Per Hjelmslev esiste una materia intesa come massa amorfa di suoni. A partire da essa ogni lingua
traccia le sue particolari suddivisioni all'interno della massa del pensiero amorfa, pone i centri
di gravit in luoghi diversi e d loro enfasi diverse, come una stessa manciata di sabbia che pu
prendere forme diverse.
In quanto massa amorfa, la materia viene articolata dalla forma, che pone delle segmentazioni,
dalle quali si delinea la sostanza.
Es. si pensi a un continuum vocalico indifferenziato aeiou (materia); la forma linguistica traccia
segmentazioni (/a//e//i//o//u/) e solo ora si pu dedurre il suono a che sostanza, nel senso
che ha una consistenza fisica.
Stesso discorso per il contenuto.
Es. il contenuto amorfo del tempo viene formato e suddiviso in molti modi, per cui l'inglese ha un
passato e un presente, ma non ha l'imperfetto, alcune lingue usano il presente per indicare anche
il futuro, altre ancora hanno diverse forme di passato. Quindi la forma del contenuto articola la
materia secondo schemi lessicali specifici, ed solo a partire da questi che noi percepiamo le
sostanze.
Pertanto i piani dell'espressione e del contenuto hanno 2 strati: la sostanza e la forma. La
funzione segnica una relazione formale, interna, che guarda all'esterno verso le sostanze.
Esempi:
- sostanza dell'espressione: nella lingua naturale la voce articolata, in pittura le pennellate su
una tela, in musica l'esecuzione di una nota
- forma dell'espressione: nella lingua naturale il sistema fonologico, o morfologico, o sintattico
- forma del contenuto: il modo in cui la materia del mondo organizzata. Per una lingua: lo
schema lessicale
- sostanza del contenuto: il modo di percepire il mondo sulla base dello schema lessicale
proiettato dalla forma.
Pertanto il segno sostanza dell'espressione e del contenuto, un'entit a due facce e si rivolge
all'esterno, verso la sostanza dell'espressione, e all'interno, verso la sostanza del contenuto.
In "La stratificazione del linguaggio" (1954) Hjelmslev si sofferma sui livelli della sostanza: come
aveva anticipato Saussure la sostanza fonica ha diversi livelli (auditivo, fisico, fisiologico...);
ugualmente la sostanza del contenuto, in cui fondamentale l'insieme delle valutazioni della
comunit (apprezzamenti collettivi). Perci il livello pi importante della sostanza del contenuto
l'apprezzamento collettivo, oltre al livello socio-biologico e fisico (disposizioni naturali e capacit
sensoriali che permettono agli individui di creare e riprodurre gli elementi di apprezzamento).
Il secondo tratto dei linguaggi, per Hjelmslev, la presenza di 2 assi: il processo e il sistema.
Sull'asse del processo ci sono i sintagmi, cio gli elementi linguistici minimi che congiungendosi
danno luogo a sequenze complesse, le frasi. Su questo asse gli elementi si congiungono per
contiguit spazio-temporale e la relazione che si instaura sintagmatica ed in presentia.
Sull'asse del sistema, la relazione astratta, in absentia. Sopra la camicia, al posto di una certa
giacca, potrebbero essere indossate altre giacche di altri colori o tessuti, o un golf, o un cappotto,
ma non una seconda camicia o una maglietta. Come soggetto di una frase, al posto di qualunque
nome proprio, possiamo usarne un altro, o un nome comune preceduto da un articolo, o un
pronome, ma non un verbo o un avverbio. Gli elementi della comunicazione hanno un rapporto di
sostituzione (si pu mettere un elemento oppure un altro), la relazione paradigmatica.
Ci che conta nel processo non la direzione spazio-temporale, del tutto convenzionale, quanto
piuttosto l'ordine posizionale. Gli elementi sono combinati in un certo modo e occupano
posizioni precise. I colori di un semaforo devono succedersi secondo un ordine determinato: verde
arancione rosso verde...
L'asse del processo e del sistema rientrano nel dominio della forma, non della sostanza.
E' il terzo tratto fondamentale, che lega i due piani dell'espressione e del contenuto.
Se i cambiamenti introdotti in un piano provocano trasformazioni sull'altro piano, siamo in
presenza di una mutazione e diremo che l'elemento in questione invariante. Ad es. se nella
parola letto sostituisco l'unit del piano dell'espressione l con t ottengo la parola tetto, quindi
ho una trasformazione anche sul piano del contenuto.
Se i cambiamenti introdotti su un piano NON provocano trasformazioni sull'altro, siamo in
presenza di una sostituzione e diremo che l'elemento sostituito una variante del sistema (es se
al verde chiaro del semaforo sostituissimo il verde scuro, non si avrebbe trasformazione sul piano
del contenuto).
Se la mutazione riguarda l'ordine del sistema detta da Hjelmslev commutazione.
Pu riguardare anche l'asse del processo: in questo caso si parla di permutazione (es. Luca ama
Paola: posso mutare gli elementi sintagmatici e dire Paola ama Luca, trasformando il piano del
contenuto).
Il quarto tratto fondamentale riguarda le relazioni tra unit linguistiche, che possono essere:
- reggenza, quando un'unit ne implica necessariamente un'altra (es. in latino tra sine e
l'ablativo c' reggenza, poich sine presuppone l'ablativo);
- combinazione, che si ha quando c' compatibilit (es. latino tra ab e l'ablativo c'
combinazione, nel senso che la coesistenza tra i due elementi possibile ma non necessaria).
Quinto tratto. Nelle lingue naturali (italiano, inglese...) non vi corrispondenza biunivoca tra
elementi dell'espressione e elementi del contenuto. Ad es. la differenza tra 'pane' e 'cane'
nell'espressione consiste solamente in una lettera (figura non significante), mentre nel contenuto
corrisponde a molte differenze semantiche (commestibile/non commestibile, ). Questo tratto
differenzia i linguaggi linguistici (non conformi) dai linguaggi non linguistici, come l'algebra, o i
semafori (conformi): questi ultimi presentano una corrispondenza uno a uno tra gli elementi dei
due piani.
Per Hjelmslev la lingua deve essere analizzata come struttura, un'entit autonoma di dipendenze
interne
L'analisi linguistica deve basarsi sul principio empirico, essere coerente, esauriente, semplice, e
basarsi sulla deduzione (dai testi ai componenti minori)
Hjelmslev individua 5 tratti che caratterizzano la struttura fondamentale del linguaggio:
- il linguaggio ha un piano dell'espressione e un piano del contenuto: essi presentano la
stessa organizzazione e sono stratificati in modo che una forma, articolando una materia, produca
delle sostanze
- una lingua ha 2 assi: processo e sistema. Sull'asse del processo stanno i sintagmi, sull'asse
del sistema gli elementi che potrebbero stare al posto di altri elementi linguistici
- i due piani sono legati dalla commutazione, che c' quando si ha una modifica sul piano
dell'espressione e del contenuto
- una lingua ha relazioni definite: reggenza e combinazioni. La reggenza una relazione di
implicazione, la combinazione determinata solo dalla compatibilit tra elementi linguistici
- tra l'espressione e contenuto non esiste corrispondenza biunivoca (non conformit). I linguaggi
linguistici sono non conformi e sono definiti sistemi di segni, quelli non linguistici sono conformi
e sono definiti sistemi simbolici.
La relazione tra piano dell'espressione e piano del contenuto detta denotazione. All'interno di
un sistema linguistico vi sono particelle addizionali, i connotatori, che aggiungono contenuti
supplementari. Il concetto verr ripreso da Roland Barthes, con modalit e finalit molto diverse.
di Giada Pierallini
Ferdinand De Saussure: dalla linguistica alla semiologia Roland Barthes: la semiologia come critica sociale
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