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LETTERATURA GRECA

Consiglia il Montanari o il Rossi per chi non ha mai fatto Letteratura Greca e, nello
studio della storia della letteratura, consiglia di porre attenzione perché lo ritiene
importante. Deve essere inteso come uno studio che mira a capire lo sviluppo (arcaica,
ellenistica, imperiale). Saper collocare nello spazio e nel tempo.
Conoscere autori maggiori, ovvero quelli che hanno un capitolo intero dedicato, quindi
anche poetica e pensiero. Se cita un testo a lezione che ci interessa di più possiamo
portare quello.
Cerri è interessante per quel che riguarda poetica/platone. Detienne anche è interessante

INTRODUZIONE ALLA LETTERATURA GRECA


letteratura s. f. [dal lat. litteratura, der. di littĕra e littĕrae, secondo il modello del gr.
grammatikḗ]. - 1. [attività intellettuale volta allo studio di opere letterarie: studiare l.]
c’è importanza della dimensione scritta. Quella greca è particolare e differente dalla ns
proprio per le modalità comunicativa.
Marshall Macluhan, uno studioso di comunicazione del mondo moderno, ha scritto La
Galassia Guttenberg (1962), consigliato dal prof. Frase più celebre: il mezzo è il
messaggio. Gutenberg ha fatto sì che letteratura venisse mediata attraverso l'occhio e
non gli altri sensi come era prima, si parla di una tirannia dell'occhio e ciò ha avuto
ricadute sulla mentalità collettiva. All'interno di questa scuola vi è Lovelock. Lui ha
deciso di portare l'attenzione sulla Grecia antica ed è un'intuizione interessante, ma
facendo qualche forzatura.
Omero. Nel mondo antico non c'era il diritto d'autore. Sembra che la formazione finale
sia avvenuta nell'VIII secolo. Sono una summa di alcuni momenti importanti del ciclo
epico relativo a Troia. Era un libro di educazione in antichità e Havelock lo ha messo in
luce in maniera chiara. Erano un abbecedario. Un greco di età arcaica e anche classica
studiava su questo testo e questa era la paideia di un greco. erano importanti per
l'educazione non solo per il valore estetico (gli aedi li recitavano nelle feste sacre), ma
erano anche una sorta di spiegazione di quelli che erano i cardini della cultura greca.
Chi ascoltava, trovava una sorta di specchio di quella che era la cultura greca, ad es. nel
primo libro si legge tutta una lunga descrizione sulla spartizione di un bottino di guerra
e non è una descrizione oziosa. Il poema fa capire che quello che era da fare era rifare
una spartizione equa, altrimenti si configura in torto e da qui si capisce che i poemi
sono uno specchio della civiltà greca. Si dice anche come si costruisce una zattera ed è
un modo per descrivere un aspetto della cultura antica (la marineria) ed è per questo
che Havelock parla dei poemi omerici come di una enciclopedia tribale.
Nell'8 furono fissati come poemi monumentali, sono una sorta (especie) di fossile di
una lunga tradizione orale che si perde nella notte dei tempiSi vede se si va a Pilo,
dove c'è il palazzo di Nestore (età micenea, secondo millennio a.C.) e tra le varie pareti
c'è quella della sala del trono con un affresco che riporta un cantore con una lira in
mano. L'ipotesi è che quella poesia fosse epica, narrativa.
Alcuni studiosi pensano al 7 come fissazione scritta, siamo comunque nella fase alta
dell'età arcaica (8-inizio 5 con guerre persiane). Ad Atene, al tempo di Pisistrato,
sappiamo che questi poemi venivano eseguiti (ejecutados) da più rapsodi nella grande
festa di Atene (Grandi Panatenee, in onore di Atena, ogni 5 anni). Dopo la processione
c'erano gare musicali, gare di rapsodi (recitatori di poesia epica). La poesia epica era
rinata, in esametri . Non solo rapsodo non poteva eseguire in un giorno 24 canti, quindi
forse ce ne erano 24 che recitavano a staffetta. Quindi il modo per entrare in contatto
era con l'orecchio e la scrittura? Pare essere stata introdotta attorno all'8 (abbiamo
testimonianze), ma era presente su alcuni vasi (coppa di Nestore a Ischia?). Pare
verosimile ci fosse un forma scritta, ma continuarono ad essere eseguiti dai rapsodi fino
all'età di Platone, quindi il medium privilegiato non era la scrittura. Anche i contadini in
Grecia potevano fa studiare i figli, ma quel che imparavano erano i rudimenti, quel che
serviva per il lavoro, chi apriva un rotolo di omero erano i poeti stessi o qualche
aristocratico appassionato. Quella che Havelock ha studiato è una cultura
eminentemente orale o, ad essere più precisi, aurale, in modo da non togliere del tutto
la scrittura che si andava affermando.
Carlo Odo Pavese, studioso che si è occupato di comunicazione e poesia greca
(Tradizione e generi poetici della Grecia arcaica, testo complesso che non ci consiglia a
questo livello). Dice che è una letteratura senza lettere, arte verbale o uditiva. Quindi
continuiamo a chiamarla letteratura greca, ma consapevoli di quanto detto finora. Un
elemento vistoso di differenza tra letteratura destinata all'occhio e all'orecchio e la
sintassi, nel primo caso paratassi, nel secondo me ne preoccupo meno e faccio
subordinate
La memoria dei greci dell'epoca era nettamente superiore alla nostra. A partire dal IV
secolo, il libro è andato man mano diffondendosi, sicuramente nel Peripato c'era una
biblioteca che era tra le più fornite.
Come compone il poeta in età classica? Altre biblioteche erano in mano a poeti e tra
questi Euripide, ultimo dei tre tragici attici. Ad Alessandria d'Egitto i sovrani istituiscono
la prima biblioteche  Alessandria. Vennero raccolti tutti i grandi libri del patrimonio
greco, per cui si perde la riconoscibilità della Grecia dal punto di vista politico, almeno
recuperano il passato grandioso culturale (si recuperano testi da Omero ai tragici). C'è
un'operazione politica e culturale dietro e qui abbiamo una vera e propria letteratura.
Allora i libri iniziano ad essere fruiti come tali. I grandi poeti di quest'età scrivono per
un pubblico di lettori e nella poesia del tempo si vede con la raffinatezza, poesia breve
ma molto ricercata perché il pubblico è di lettori che le può cogliere.
Si distinguono tre aspetti del rapporto tra oralità e scrittura.
Nell'età ellenistica inizia un modo di fare letteratura più simile al nostro, emerge un
concetto di arte per l'arte.
1) composizione del'opera letteraria, 2) pubblicazione e 3) trasmissione.
L'1) è l'aspetto che ci sfugge di più, parliamo principio di poesia che è stata la prima
forma di letteratura a svilupparsi. Quando pensiamo ai poemi omerici possiamo
pensare che l'uso della scrittura non fosse strettamente necessario perché i poemi
erano formati prettamente da formule: formularità. Per situazioni simili si usa lo stesso
giro di parole. Se ci sono dialoghi uno smette di parlare e c'è un verso, lo stesso, che
introduce il verso dell'interlocutore. Comodo perché se c'è un altro personaggio
cambio solo il nome. I poemi omerici sono una sorta di stratigrafia e prima dell'ottavo
secoli gli aedi hanno composto in questo modo. Poi si è affermata gradualmente la
scrittura come supporto, anche se non sappiamo esattamente da quando, poiché ci
mancano indizi sicuri. La prima attestazione di libri scritti l'abbiamo a partire da Eraclito
(metà del sesto) che deposita il suo libro presso il santuario di Artemide ad Efeso. Poi
abbiamo il libro di anassimandro, di cui però non resta nulla (prima metà del 6). Poi c'è
quello che viene ritenuto il primo storico, anteriore ad Erodoto (Ecateo di Mileto, tra
sesto e quinto). Ci sono varie ipotesi, ma di certo che c'è tra 8 e 6 questi poemi vennero
messi per iscritto. Se scendiamo cronologicamente, recuperiamo qualche indizio in più,
gradualmente la scrittura si diffonde sempre di più e si può ipotizzare che venisse usata
per fissare, ma ancora fino a tutta l'epoca classica la scrittura non rimane il medium
principale.
Brano tratto da una commedia, quindi testimonianza di un poeta su un poeta, è
caricaturale, ma risponde ad un immaginario collettivo, prima scena delle Donne alle
Tesmoforie di Aristofane, attivo tra seconda metà del 5 e inizi del 4 (anni 80). Le
Tesmoforie erano una festa di Atene, diffusa cmq in tutto il mondo greco, le dee
celebrate erano Demetra e Persefone (dee tesmoforie, portatrici del diritto, della
giustizia). Queste feste duravano tre giorni e prevedevano una partecipazione
soprattutto femminile; infatti, la scena prevede che Euripide si sente non al sicuro
perché parla male nelle sue tragedie e teme che le donne che si trovano alla festa
possano tramare qualcosa ai suoi danni. Manda un infiltrato alla festa per capire cosa
aspettarsi e si rivolge al collega Agatone che era famoso per essere effemminato.
Euripide è presentato come figura dotta ed erudita. Mette spesso in scena eroi che
sembrano pitocchi e da lui si impara a zoppicare e da qui nasce il gioco comico.
Agatone è rappresentato come una figura raffinata e in qualche modo effemminata. C'è
il gioco scurrile sulla passività di Agatone. Cirene (p449) ea la prostituta più famosa di
Atene. Agatone fa entrata scenografica su una piattaforma girevole (teatro antico per
far vedere cosa c'era dietro la scena) e Agatone fa parti femminili in falsetto e canta un
inno che è sacro a tutti gli effetti e l'effetto comico è dato da questo, un inno come lo
possiamo trovare in una tragedia che viene eseguito in falsetto da un uomo vestito da
donna, è il travestimento che deve generare il riso.
Nell'immaginario, quando si pensa ad un poeta, si pensa proprio a questo artigiano che
compone e cesella. Vediamo come cambiano le cose se ci trasferiamo ad Alessandria
qualche secolo dopo.
Callimaco, il più rappresentativo dell'età ellenistica nasce vs il 310 ma non siamo
sicuri, la sua attività copre la prima metà del terzo secolo a.C. e muore negli anni 40 del
terzo secolo (da conoscere bene Callimaco, Teocrito e Apollonio Rodio perché danno il
senso di quest'epoca). Aitia, le cause, è un libro di componimenti in quattro libri nella
forma del distico elegiaco, distico ossia strofette di due versi, il primo verso è esametro
e il secondo in pentametro dattilico. al centro dei componimenti si spiega l'origine di
qsa: una festa, chi ha fondato una città, un culto, ecco perché aitia. Estrema
laboratezza formale e grande erudizione, ci sono solo frammenti per ora. Abbiamo un
po' malconcio il proemio, il libro primo e questo frammento. I Telchini sono personaggi
mitici, è un nickname tramite il quale Callimaco allude ai suoi oppositori in capo
artistico (critici letterari di scuola aristotelica). I Telchini sono mitici fabbri collocati in
varie parti dell'Egeo e sono gelosi della propria arte, mentre la arte di Callimaco è
nuova e si impone poi in epoca ellenistica.
Fino al vs 29. Qui il poeta descrive la sua iniziazione poetica la tavoletta è quella di cera
su cui si scrive con lo stilo, incidendo la cera e qui la scrittura entra nella
rappresentazione della composizione dell'opera letteraria, il poeta scrive qui, la musica
non c'è, la metrica, i metri restano quelli. La poesia pregressa non per la musica, ma
per la poesia scritta, la quale è più regolata e stilizzata di quella del passato, è una
metrica per chi legge, non più per chi ascolta.
2) pubblicazione: qui le cose sono un po' più semplici. Tutta la letteratura era pensata
per l'udito e questo valeva anche per la prosa, quella che da subito è stata scritta. La
pubblicazione fu ancora aurale anche per la prosa. Gli esempi sono Erodoto, grande
storico dell'Atene del 5 (guerre persiane) e la pubblicò in forma orale all'interno di una
serie di conferenze che tenne all'interno del mondo greco e questo ci aiuta a capire un
po' il suo stile affabulatorio, infatti leggemdo vediamo come sono piene di aneddoti e
leggende perché pensate per essere accattivanti. Di fronte al grande pubblico venivano
lette, ma sulla bancarella di Atene erano pochi a cercare la versione scritta. L'altro
grande storico, Tucidide (sempre nel 5 pieno), se usato per un confronto tra questi due
grandi storici si coglie un'evoluzione, egli opera nella seconda metà del 5 e quando
scrive la sua opera, la scrive criticando Erodoto e gli storici della generazione di Erodoto
perché dice che scrivo per l'udito, sono degli affabulatori, mentre lui scrive perché la
sua opera sia un possesso "per sempre", questo vuol dire che non pensa più solo al
pubblico che ha di fronte, ma pensa che possa servire a lungo raggio per prevedere
condizioni simili in futuro, la sua opera è destinata a rimanere, quindi si rivolge ai politi
attuali e del futuro. Tutta l'età classica è song culture, ma già da Tucidide si vede
qualcosa di nuovo e alcuni autori iniziano a pensare di scrivere per un pubblico a
venire, 3) di lettori. Diventerà il primo pubblico a cui si pensa in età ellenistica.
In epoca ellenistica il poeta racconta la propria iniziazione. Dal Vi sec sono fissate per
scritto e sono pochi dei lettori. Le opere letterarie sono poste per scritto per la sua
conservazione (si fanno copie), anche se il mercato librario si espande in epoca
ellenistica (nasce la filologia in questa epocagli studiosi che lavorano nella grande
biblioteca di Alessandria di Egitto cominciano una nuova opera: comparano le opere di
tutto il mondo conosciuto è giudicano quali sono le opere più fedeli alla originale,
cercando gli errori. Poi, segue una lunghissima fase travagliata di conservazione dei
testi). Il papiro di Ercolano: caso infortunato di un papiro che proviene da una
biblioteca causa del fuoco.
Tucidide (contrario a Erodoto: fabulatore, riporta le diverse azioni che ha ascoltato)
Guerra del Peloponneso. Ha costruito la guerra de troia attraverso delle sue ricerche di
modo oggettivo e scientifico (…). Si contrappone ai poeti e al tipo di tradizione (sono
logografi col suo oggettivo di essere più gradevoli). È una scrittura proposta come
scientifica e verso un tipo di pubblico che vuole sapere la verità sugli eventi. Ha diversi
punti di vista, ma la sua conclusione è il racconto degli eventi che ha ascoltato. La
scrittura di Tucidide è da essere letta. Compone
Aletheia è il tempo principale al tempo del V secolo. La sua radice significa non
dimenticare.
Eikós=verosimiglianza
Riccardo Vattuone, Historiecome ricostruire un fatto istorico antico. Per gli antichi il
documenti sono l’ultima cosa che cercavano per sapere su un fatto istorico (a
differenza di adesso).

Generi letterari in Grecia antica


Un genere letterario è un insieme di costanti discorsive (temi, espressivi, modalità di
enunciazione, ecc) comuni a tutta una serie di realizzazioni linguistiche alle quali si
attribuisce valore estetico. Si tratta di convenzioni culturali e sociali definite nel quadro
del rapporto tra gli autori e il loro pubblico; con il variare di tale rapporto variano anche
le convenzioni.
I principali generi letterari della cultura europea hanno avuto valore normativo tra l’età
del Rinascimento e Romanticismo: erano concepiti come entità reali e universali.
I generi furono definiti sulla base della Repubblica di Platone e della Poetica di Aristotile
(tripartizione della poesia in epica/lirica/dramma), ma si tratta di una rilettura
modernizzante. La comedia per Aristotele sono personaggi che vengono a poco
(esempio di come la definizione cambia col tempo).
In Grecia antica i generi letterari non furono un sistema astratto di norme, ma categorie
funzionali: ogni tipo di discorso letterario era legato ad una precisa occasione pubblica
o semi-pubblica (può essere recitata o cantata).
Platone, Leggi III. Divide la letteratura era diviso secondo una tipologia e la danza:
Inni (Himnos). Preghiere agli dei, sono i canti che servono in occasione per pregare agli
dei. Cantare a un dio per invocarlo;
lamentazioni funebri (threnous),
peana (paiones), canto in honore di Apolo, e
il ditirambo che riguardava la nascita di Dioniso.
Citharodicos. Legate alle leggi
gli elementi stilistici non esistevano nella Grecia antica, se no secondo il rito la
occasione data
La melodia era un elemento distinguo perché la musica aveva importanza
Occasione religiosi

 Atene: la processione delle Panatenee. Canto seguito era processionale:


prosodio (altra categoria non menzionata da Platone), canto che precede
 In sacrificio aveva anche musica
 Il canto nuziali o imeneo, nel matrimonio
 Simposio, occasione semipubblica, musica elegiaca

In età ellenistica i generi letterari acquisiscono un nuovo statuto (diversa funzionalità)


in seguito alle trasformazioni politiche e culturali intervenu-te dopo la morte di
Alessandro Magno (323 a.C.): le opere del passato sono ormai libri da catalogare e
classificare all’interno di una biblioteca (la gran-de biblioteca reale di Alessandria
d’Egitto).
Arcaica e Classica: definiti sulla base delle circostanze e criteri esterni.
In età ellenistica i generi letterari acquisiscono un nuovo statuto (diversa funzionalità)
in seguito alle trasformazioni politiche e culturali intervenute dopo la morte di
Alessandro Magno (323 a C): le opere del passato sono libri da catalogare e classificare
all’interno di una biblioteca, la grande biblioteca di Alessandria d’Egitto.
Criteri interni dei generi:
La teoria dei generi elaborata dagli eruditi alessandrini procede della retorica di
Platone nel senso che in una epoca nella quale sono venuti meno i contesti e i referenti
a cui era destinata la poesia del passato. Per questo motivo, viene organizzata in base a
criteri interni di tipo retoricò, fondati sulla struttura del discorso e dei suoi contenuti.
Platone. Frammento Libro Terzo La Repubblica, 392-394a. Platone distingue tri tipi di
racconto poetica sulla base della struttura interna del discorso: narrazione semplice in
terza persona e (ditirambo); narrazione mimetica, cioè dialogica (tragedia e
commedia); narrazione mista (epica e forme analoghe)). Il suo oggettivo è cercare di
capire e di definire la poesia più adatta a la sua città ideale. Lui propone una narrazione
mista, ma con prevalenza al suo interno di narrazione semplice. Da solo questa
partizione perché gli interessa
Aristotele. Due tipi di opere: essoteriche, sono quelle che erano rivolte allo sterno del
peripato, una forma di divulgazione, verso grande pubblico. Invece le opere esoteriche
erano quelle che servivano nell’interno della scuola (Poetica). Al principio della Poetica,
afferma che la epica, la tragedia, la commedi, il ditirambo e la maggior parte
dell’autentica e la citaristica (generi musicali) sono tutte imitazione: si distinguono nell’
imitare o con mezzi diversi, o oggetti diversi, o diversamente e non nello stesso modo
(Platone solo tratta il modo).
Tutte queste usano tre mezzi: il ritmo, la parabola e la melodia, che si possono
combinare di modi differenti, separatamente oppure in combinazione.Allo stesso
tempo, si trova un problema: i mimi di Sofrone e di Senarco (autori frammentari che
conosciamo poco, scene parodiche di vita quotidiana), i discorsi socratico: senza
melodia, senza ritmo—> problema di quella classificazione.
L’oggettivo di Aristotele è proporre un criterio di catalogazione. Come possiamo vedere
ci sono problemi e Aristotele lo riconosce. La Poetica si preoccupa in realtà della
tragedia, genere fondamentale dell’Atene classica. Sembra che Aristotele si sforza in
definirla in termini scientifici.
L’oggetto son le persone che agiscono. Queste si dividono in persone serie (tragedia) e
persona dappoco (commedia).
I modi. La distinzione è binaria perché c’è la possibilità di narrare (può essere pura o,
come in Omero, si alterne col dialogo) oppure quando abbiamo due personaggi che
dialogano (commedia e tragedia).
(agire=actuar)

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