Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
2) De vulgari eloquentia, in latino, scritto nello stesso periodo, Sull'eloquenza del volgare
3) De monàrchia (Sulla monarchia) composto fra il 1312-13
Poi gli altri 3 libri sono aperti da una poesia di Dante, Il II libro è apero dalla poesia Voi che 'ntendendo il
terzo ciel movete in cui Dante si rivolge all'intelligenza motrice del III cielo.
Gli angeli sono l'intellinga angelica del I cielo
Gli arcangeli del II
I principati del III e così via
Il primo libro tutto in prosa, secondo, terzo e quarto aperti da una poesia.
Il convivio ha un titolo che sostanzialmente può rimandare al simposio platonico
Simposio: Sum+potèo
Sum: cum latino
Potèo: bere
Simposio: bere assieme
Affrontare una discussione insieme in maniera conviviale, Parlare e mettere a disposizione degli altri quello
che noi sappiamo.
Convivio significa la stessa cosa, infatti è cum+bibo
Cum: con
Bibo: bere
Bere assieme, Dante dopo l'esilio vuole mettere a disposizione degli altri soprattutto degli uomini che sono
lontani dai centri di cultura. Quindi il convivio può essere definito un’enciclopedia dei temi filosofici e poetici
del duecento, una vera e propria enciclopedia. Dante ci tiene a realizzare quest’opera perché dopo l’esilio ci
tiene al fatto che il proprio nome di intellettuale non cada nel dimenticatoio. Una vera e propria
autocoscienza da intellettuale che spinge Dante a comporre quest’opera.
Questo era un tema dibattuto nelle università del tempo, questo tema è legato agli interessi filosofici di
Dante. Nella vita nova, quarta fase, Dante aveva parlato di una donna gentile che aveva attratto la sua
attenzione dopo la morte di Beatrice e immediatamente dopo dante afferma che era ritornato a Beatrice della
quale aveva affermato che avrebbe parlato nel modo in cui nessuno aveva mai parlato di una donna. Questa
era una profezia della realizzazione della Divina Commedia.
Nel convivio, II libro: Dante dice espressamente che nella donna gentile occorre vedere la metafora per il
suo amore della filosofia. Nella Vita Nova Beatrice (cioè la teologia) alla fine scavalca e vince la donna
gentile (filosofia). Sul Convivio Dante si ferma sull’importanza della donna gentile (filosofia) senza metterla in
rapporto a Beatrice (teologia).
Magari è inesatto dire che la donna gentile nel secondo libro del convivio riesce vincitrice su Beatrice, però è
esatto dire che dante fa un’esaltazione di questa donna gentile. Cioè esalta la filosofia prescindendo da un
confronto con la Teologia.
III: inno alla sapienza: rientra nel discorso dell'importanza del sapere filosofico
Le 3 poesie che compaiono nel Convivio sono poesie scritte negli anni '90:
Le poesie scritte negli anni'80 vanno nella VN
Queste 3 del Convivo fanno parte della produzione dantesca degli anni '90
Dante ad un certo punto ritenne che la manifestazione del proprio sapere passasse in modo più efficace
attraverso i versi della D.C. piuttosto che attraverso la prosa di un trattato cioè il Convivio.
Il “De Vulgari Eloquentia” era stato concepito in 4 libri Dante con quest'opera in latino vuole dimostrare che
la lingua volgare può trattare ogni contenuto cioè non ha una dignità minore del latino. Dante utilizza il latino,
lingua formale degli intellettuali per dire che il volgare non ha una dignità minore del latino. È il latino che dà
la ratifica del fatto che il volgare può essere utilizzato per ogni operazione letteraria.
Come oggi le comunicazioni scientifiche che sono fatte in inglese, Galileo Galilei per comunicare che era la
terra che girava intorno al Sole usò il latino. Quindi per Dante si può usare il volgare per dire tutte cose.
I libro: si parla della lingua di Adamo andata dispersa dopo la confusione della Torre di Babele.
Fino alla confusione di Babele la lingua parlata dagli uomini era unica ed era stata la lingua concessa da Dio
ad Adamo. Dante si concentra sulle lingue del proprio tempo:
Oc
Oil
La lingua del sì
È possibile parlare di un unico volgare italiano?
No, fin quando non c'è un potere politico centrale è un'operazione molto difficile creare una lingua comune
Dante come modello di lingua unica pensa al volgare siciliano
Dante pensa che il volgare siciliano si sarebbe affermato come lingua unica se Federico II avesse
conquistato tutta l'Italia, ma così non è stato. Un volgare nazionale dovrebbe secondo Dante.
La radice linguistica di questo volgare illustre proposto da Dante dovrebbe servire da cardine, da regola
Illustre: lingua ripulita, non la liingua parlata nei mercati rionali una lingua proposta da parte degli intellettuali
Il modello dantesco è un modello molto teorico. Interrompe il DVE
Se in tutte le altre nazioni d'Europa l'unità politica ha preceduto l'unità linguistica, Dante con la D.C. ha
creato i presupposti dell'unità linguistica prima di quella politica.
Manzoni nell'800 fa un'operazione affine, ovvero prima il romanzo che propone un modello linguistico poi
avviene l'unificazione politica. Il volgare riceve una ratifica da parte del latino, quindi è come se il latino
dicesse al volgare ora puoi parlare di tutto. II libro
Stile comico
Stile mezzano
Stile tragico
1) Dante stabilisce un criterio di corrispondenza fra materia e scelta linguistica: Ad ogni materia
corrisponde un registro lessicale ben preciso
Se fino ad allora si metteva in dubbio che il volgar potesse trattare anche gli argomenti più elevati, Dante con
il DVE stabilisce che il volgare può trattare qualsiasi argomento, quindi il volgare ha pari dignità rispetto al
latino. Nell'Inferno in certi canti avremo anche un linguaggio basso, laddove invece nel Paradiso abbiamo
sempre un linguaggio elevatissimo. Nel Paradiso siamo sempre a tavoletta, quindi livello di linguaggio
altissimo, mentre nell’Inferno ci sono casi in cui Dante riconosce dignità ai peccatori (Paolo e Francesca) e si
esprime con un linguaggio elevato. Ci sono casi invece in cui Dante non riconosce dignità ai personaggi
Nel XXI dell'Inferno Dante e Virgilo si trovano nell'VIII cerchio e non riescono a trovare la strada per
procedere.
Imperium e al Sacedortium, c’è terzo potere proposto da Dante, ovvero Studium, il potere degli intellettuali.
Teoria Teocratico: Bonifacio VIII. Chiesa come sole e l'Impero come luna
Imperialisti: l'Impero è più importante della Chiesa perché ha le armi che difendono la Chiesa
e permettono ad essa di prosperare
Tesi Regalistica: lo Stato nazionale è un organismo più importante di quello Sovranazionale
Monarchia nazionale > Impero
Il '900 è stato la realizzazione della profezia dei regalisti che vedevano nello STato nazionale il futuro della
politica. Quando il Papa e l'Imperatore si incontrano chi si deve inchinare?
Ad inchinarsi ma non come detentore di un potere inferiore ma semplicemente come cristiano doveva essere
l’imperatore
Chiesa, istituzione religiosa ma nel Medioevo era anche un'istituzione politica perché c'era uno Stato
Pontificio (1870: breccia di Porta Pia del 20 settembre)
La Chiesa diceva che il territorio dello Stato pontificio era stato regalato donato alla Chiesa da Costantino a
papa Silvestro I
Il Papa è un semplice fiduciario cui viene concessa la Chiesa per un certo periodo ma la Chiesa non è del
Papa
Analogamente avviene per l'Impero
Dio concede l'Impero per alcuni anni ad un Imperatore che non è però proprietario dell'Impero
Chi non è proprietario di qualcosa può donarla?
Ovviamente no
Dante dice che quand'anche Costantino avesse donato parte dell'Impero al Papa non l'avrebbe potuto fare
Dante su basi legali giuridiche si schiera contro la Donazione di Costantino.
Nel '400 l'inventore della filologia
Lorenzo Valla dimostrò che il documento della presunta donazione di Costantino era redatto con un latino
non del IV secolo, ma di alcuni secoli dopo. Cioè Valla dimostrò su inoppugnabili basi filologiche che la
Donazione di Costantino era un falso della Chiesa.
1400 fino al 1870 continuò ad esserci uno Stato Pontificio.
Dante credeva nel sogno della Rovatio Imperii, credeva che un imperatore potesse riprendere il controllo di
tutta l'Europa
Arrigo VII morì nel 1310 (DVX).
Sogno si sarebbe spezzato con la morte dell'ultimo imperatore cui Dante ebbe la possibilità di affidare le sue
speranze.