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Lezione di letteratura italiana 8/10/2012 prof.

Ettore Catalano
metodologia letteraria : come si concepisce la letteratura?
Come un processo comunicativo tra due macchine , cioè uno scambio di informazioni tra due
sistemi : fonte e destinatario.
Vi è un codice che è un insieme di segni che consentono di comunicare in un determinato settore
come :
– codice statale ( divieto di transito ecc..)
– codice della fisica teorica ( parla in italiano ma usa dei sottocodici non comprensibili se non
da un esperto)
– settore di parlanti politici ( parlano in modo da essere seguiti dai politici stessi).
Quindi esistono dei sottocodici pertinenti ad un gruppo determinato di parlanti.
L'unicità dei codici è tale solo quando si parla di scambio informativo tra macchine. Non esiste
diversità di codice nell'universo delle macchine, ed è la prima differenza con i processi umani.
Un computer trasmette un segnale che è un impulso elettrico( che può essere falsato dall'esistenza di
un temporale e arriva al destinatario in maniera diversa ) che viaggia nello spazio. Il primo effetto è
quindi la spiegazione che introduce una ridondanza , cioè un rafforzamento del segnale al fine di
superare i problemi del rumore.
Se invece si parla di un processo comunicativo tra esseri umani le cose sono più complesse.
Svanisce la casella del trasmittente e non c'è più l'unicità di codice. Quando noi comunichiamo non
sappiamo mai se lo comunichiamo veramente. L'emittente gioca sulla presenza di sottocodici e
presenze di lessici articolati e si muove tra significati denotativi e connotativi.
Il messaggio dell'altro arriva alle mie orecchie come l'insieme dei suoni che solo la conoscenza dei
codici può trasformare in un messaggio significato.
Le circostanze:
– possono costituire un rumore semantico,
– provocano nella comunicazione delle differenze,
– sono importanti, possono mutare la qualità e il senso del messaggio
– possono mutare la funzione del messaggio
– possono mutare la quota informativa
Il mittente è l'autore , il garante, l'autorità , colui che produce una nuova costruzione linguistica e
ne garantisce la possibilità comunicativa. Ha adoperato codici vari in un enunciato linguistico,
l'opera . ( Dante- Divina commedia).
Quali sono gli svantaggi?
– mittente e destinatario non sono compresenti
– comunicazione a senso unico (va dal mittente al messaggio)
– non c'è feed-back e manca l'effetto di retroazione (controllo e modifica di ciò che è stato
detto)
– riferimento al contesto inglobato nel mittente (si deve conoscere il suo tempo, i suoi codici,
la sua vita per maggiori informazioni)
– codice linguistico solo parzialmente condiviso
– importanti sono i codici culturali che possono mancare tuttavia nel destinatario.

Quali possono essere invece i vantaggi?


– Controllo filologico sulla genuinità del messaggio
– possibilità di rileggere per una comprensione migliore
– verifiche enciclopediche (assieme di conoscenze) sul mittente o sulle implicazioni del
linguaggio
Il lettore è il garante della costituzione semiotica del testo.
9/10/ 2012

Nella seconda metà del 500 si parla di belle lettere, dal 700 in poi invece si inizia a parlare di
letteratura. Ogni tentativo di letteratura di un testo è più o meno un'interpretazione che cerca di
costituire una sua verità che nel campo della letteratura è il grado di attendibilità più o meno
elevato. Non esiste una e una sola verità dell'interpretazione.
Ci sono stati secoli in cui Dante è stato considerato uno scrittore “barbaro”, non era affatto
considerato come il padre della letteratura italiana. Se noi intendiamo la letteratura come una
relazione che passa tra lettura e interpreti, è una verità parziale.
Si deve fare molta attenzione quando si parla di interpretazione letteraria.
Nella scienza non c'è niente che non sia stato raggiunto definitivamente .Nella storia della
letteratura ci sono state diverse considerazioni e concezioni della letteratura stessa. Da alcuni è
stata considerata come prodotto della storia delle idee, da altri invece come prodotto dei
meccanismi del piacere, da altri ancora come sistema stilistico.
Il problema importante è quello presentato dall'autore. Molti scambiano l'autore con la sua
biografia. L'autore però non narra la sua vita, ma offre un' immagine della sua vita che diventa poi
programma di studio. La letteratura è una parte della storia rifratta negli strumenti della letteratura
stessa.
La prassi secondo Dante era il progetto di una redenzione globale dell'umanità che egli stesso
avvertiva. Pensava ad autorità politiche universali, pensava all'impero, ma la storia andava
certamente in maniera diversa da quella prospettata dal poeta : da qui nasce l'aspetto profetico.
Aveva una cattura fortemente gnoseologica del reale, né imperatori né papi riuscivano a svolgere il
loro compito, però la visione del viaggio riusciva a far diventare la poesia un exemplum, aiutava
l'umanità così a comprendere. La forza della sua Commedia che poi verrà nominata da Giovanni
Boccaccio “divina”, verrà scoperta da egli stesso in primis.
Quando riconosce l'impossibilità di tornare indietro ,la sua poesia acquista il riscatto politico di tutta
una vita.Dante si rende conto di tutto questo e immagina un'auto investitura che lo renderà poeta-
profeta di una Firenze nella quale non tornerà mai più.
Dante ha paura della sua visione troppo radicale tanto che nel Paradiso si farà dire da Cacciaguida :
[”rimuovi ogni problema..”] .
Se c'è mai stata una poesia politica è stata quella di Dante , lui era consapevole che le sue parole
non sarebbero state ascoltate. Nel canto di Paolo e Francesca , Dante voleva sapere cosa spinse i
due a farli innamorare e a peccare .
Francesca riprende persino Galeotto [Lancillotto e Ginevra* Ginevra bacia Lancillotto nonostante
sia la moglie di re Artù *].
Dante in un certo senso, si sentiva complice di aver suscitato comportamenti di quel tipo, della
passione adulterina, in quanto aveva scritto poesie erotiche, quindi nel V canto sviene.
Dante condanna la lettura ingenua, poiché è una lettura che non fa riferimento al contesto, mentre il
testo sta nel contesto e senza questa premessa il lettore non capirebbe nulla, dunque bisogna capire
il perché storico della forma.
L'autobiografia in un romanzo c'è sempre e non c'è mai.[ fa riferimento al romanzo che vinse nel '
87 il premio Campiello * ].
Non si può narrare la realtà ma bisogna descriverla.
Ma c'è qualcosa a cui ancorare la nostra interpretazione? La materiale immutabilità del testo, il testo
è immodificabile, continuerà a persistere all'interno delle pratiche di interpretazioni, interpretazioni
che però devono trovare consistenza nel testo. È vero anche che esiste tutta una serie di norme
schermo-difensive per quanto riguarda l'interpretazione.
La letteratura guarda alla letteratura stessa: un poeta non potrebbe assolutamente scrivere senza
tener conto ovviamente delle voci degli altri poeti vissuti in precedenza o contemporanei[ *il sabato
del villaggio di Giacomo Leopardi per esempio, tiene conto delle voci di Tasso e Petrarca, in quanto
questi due poeti, vissuti prima di lui , avevano fornito una descrizione di una donzelletta che è la
stessa che riecheggia nei versi del sabato del villaggio*].
Quindi esiste una certa intertestualità: Leopardi cita Tasso e Petrarca , non cita la realtà.
L'intertestualità è la persistenza della letteratura in altre letterature.

L'amore carnale, la congiunzione tra uomo e donna viene visto sicuramente come un peccato [ qui
legge la predica di un frate, Jacopo Passavanti descrivendo la storia narrata da questo, che tratta di
una donna che uccide suo marito pur di vivere la sua storia adulterina con il suo amante].
Nel Decameron di Boccaccio , nella novella 8 trattante la sesta giornata, è presente una storia fra
amanti ( storia del carbonaio di Diversa dove il poeta viene accusato di essere licenzioso).
Nell'introduzione alla quarta giornata reinterpreta una novella che si trovava già nel Novellino. [ un
cittadino arricchito, si sposa, la moglie muore e lascia un figlio solo, Filippo. In seguito decide di
ritirarsi su un monte con suo figlio...cerca meglio su internet].

Il viaggio di Dante è un'immaginazione poetica che si svolge sul versante della concezione
dell'intero universo che si basa sulla cosmologia tolemaica. Tolomeo visse nel II secolo d. C.. aveva
una visione geocentrica per la quale la terra stava al centro dell'universo immobile. Alla base del
mondo naturale, come sappiamo vi erano quattro elementi principali : terra , acqua, fuoco e aria.
L'uomo doveva abitare nell'emisfero boreale che va dal Gange allo stretto di Gibilterra( chiamate da
Dante colonne di Ercole).
L'altro emisfero è l'emisfero australe che è pieno d'acqua ed è la via per la quale si mette Ulisse, al
centro del quale vi è la montagna del Purgatorio (a causa della ribellione di Lucifero che si imboccò
al centro della terra. )
Questa visione aristotelico-tolemaica venne considerata vera e appropriata alla verità biblica.
La teoria geocentrica però,come sappiamo, venne messa in discussione dapprima da Copernico e
successivamente da Galileo che elaborarono la teoria dell'eliocentrismo,secondo la quale al centro
dell'universo vi era il sistema solare. Questa teoria però venne condannata dalla chiesa.
Nell'ordine di Dante invece ci aiuta a capire la struttura della poesia dantesca, in lui struttura e
poesia rappresentano la stessa cosa: la struttura del suo mondo non mette in discussione la poesia.
Dante inoltre si prende ampi spazi di invenzione, come dimostra l'esistenza del Purgatorio, la
presenza di questo mondo mediano tra Inferno e Paradiso.
La poesia lirica di Dante,che poggiava sullo Stilnovo , rappresenta una vera differenza con la poesia
siciliana e con quella toscana.
Del suo stesso amico, Guido Cavalcanti ( di cui compie discussioni di tipo epicureo), condivideva
tutto,eccetto la visione della donna che era del tutto differente da quella che aveva lui.
Aveva ragione Boccaccio ,quando affermava e sosteneva che Dante , man mano che componeva i
canti , li licenziava. Ovviamente i canti se diffusi prima , non potevano più essere pubblicati, quindi
bisognava tornare su altri canti, discutendo lo stesso argomento.
Nel 1308, secondo Padovani, studioso dantesco, Dante avrebbe pubblicato i primi sette canti, in
seguito altri nove nel 1311, successivamente l'opera venne interrotta quando Enrico II scese in Italia
e terminata poi nel 1315. La prima stampa della divina commedia avvenne nel 1472.
Fu proprio Giovanni Boccaccio ad attribuirle l'aggettivo “divina” (a partire dal 1500).
Il titolo Commedia , si riferisce al carattere composito dell'opera che aveva alcune immagini basse e
altre invece sublimi.
La scelta del viaggio è sicuramente di tradizione medievale , la visione dell'aldilà ( viaggio
nell'oltretomba che aveva compiuto anche Ulisse). Dante sicuramente non aveva letto l'odissea ma
conosceva il VI libro dell'Eneide dove vi è l'ascesa nell'Ade da parte di Enea.
Anche il maestro di Dante, Brunetto Latini, aveva scritto un poemetto intitolato : “viaggio
nell'oltretomba”. Una poesia non si regge sull'invenzione, ma sul modo di guardare le cose.
Il viaggio ha la durata di una settimana, ha inizio l'8 aprile del 1300, notte del venerdì santo che ha
inizio nell'Inferno. Sarà Beatrice a condurlo nel Paradiso , in quanto Virgilio, essendo un pagano,
non avendo dunque conosciuto Cristo, non avrebbe potuto farlo.
Tutta l'opera di Dante si regge sui rapporti numerici: il tre rappresenta la trinità, egli usa la terzina,
sistemi di tre strofe ciascuna composta da endecasillabi, con rima incatenata. Sono 33 canti per ogni
cantica , la cui disposizione è divisa in dieci.
Il viaggio rappresenta quasi l'ipotesi di redenzione e riscatto, l'immagine esemplare di ogni
esperienza umana più che viaggio allegorico e figurativo.
Beatrice rappresenta la fede e la scienza divina. Altri significati possono essere : la luce naturale che
diventa luce della grazia , oppure la forza della giustizia umana che diventa giustizia divina.
Dante tesse la sua visione del mondo tenendo presente della struttura scolastica che detta una certa
interpretazione dell'aristotelismo, attraverso la visione di Tommaso D'Aquino più scolastica e
religiosa ,ma anche attraverso visioni arabe. Alberto Magno ha grande importanza nella poesia
dantesca. C'è il razionalismo di deviazione aristotelica. A Firenze vi erano il convento francescano
ed il convento domenicano di cui Dante subisce gli influssi.
Molti personaggi dell'inferno dantesco, sono personaggi del mondo pagano. Dante era un dotto del
suo tempo e conosceva tutto quello che si poteva conoscere del sapere enciclopedico : conoscenze
astronomiche , conoscenze geografiche e quant'altro.
Attraverso tutta l'opera egli si attribuisce il compito drammatico, contempla il mondo corrotto e la
poesia deve essere il riscatto .
Viaggia nell'anno del giubileo che è il trionfo definitivo. Dante inoltre adopera delle tentazioni
legate al profetismo ed al pensiero escatologico.
La sua denuncia della corruzione è una denuncia che nasce drammaticamente. È un uomo del
Medioevo e patisce la crisi del Medioevo. Non scorge che ormai l'Europa si sta trasformando e che
l'imperatore è una figura priva di consistenza.
Dante dal nulla crea una lingua colta, crea la storia italiana come lingua e identità culturale.
L'invenzione straordinaria fu certamente la scelta di scrivere in volgare, volgare italiano che portò
ad una maturità espressiva e ad una variazione di registri incomparabile, quindi indubitabilmente un
forte sperimentalismo linguistico. Non dimentichiamoci che Dante è il padre della lingua italiana,
tanto che vi è una certa facilità con la quale riusciamo a capire quasi tutto quello che scrive.

Canto V dell'inferno ( divina commedia)

La struttura dell'inferno dantesco è tolemaica e l'impalcatura che la regge è la rilettura che Tommaso
D'Aquino fece.
I peccati sono classificati in maniera decrescente rispetto alla gravità: i peccati di incontinenza
( peccatori che hanno fatto sì che un istinto naturale venisse portato all'estremo).
I peccati quindi nascono quando ci si limita solamente al piacere, mentre l'amore va educato.
Poi ci sono i peccati di violenza e di fraudolenza che sono i peccati che offendono di più Dio
(teoria del contrappasso).
Nei primi cerchi il contrappasso è più lieve rispetto agli altri, consiste in un vento rapinoso, come lo
è il vento della passione che genera il peccato. Il primo valore è quello del piacere (valore pagano).
La pena è relativamente lieve rispetto agli altri cerchi .
Nell'anti-inferno troviamo gli ignavi (termine di invenzione dantesca) che non hanno mai preso una
posizione ben precisa nella loro vita. Per un individuo politico e militante qual'era Dante, non c'è
peccato peggiore che non prendere una determinata posizione [..questi sciagurati mai furono
vivi..].Nel primo cerchio troviamo il limbo nel quale Dante opera una variazione rispetto
all'ortodossia religiosa . Dante mette accanto a questo un altro limbo nel quale vi sono
rappresentanti di cultura latina , araba e greca che non hanno conosciuto la parola di Cristo.
Questo segna una differenza tra la cultura di Dante e la cultura classica (cultura pagana).
La sua guida tuttavia sarà Virgilio che pur essendo un pagano lo accompagnerà nel suo viaggio,
egli viene considerato da Dante un maestro di stile.
Dante non aveva sperimentato un solo registro stilistico, ma diversi : prendiamo in considerazione
per esempio i testi con Forese Donati nei quali troviamo un Dante completamente diverso, un
lavoro su un registro comico – stilistico.
Quando sceglie il volgare, sceglie il viaggio e la missione.
Il contesto di Dante sta nel testo ma non ci viene detto, dobbiamo essere capaci di ricostruirlo.
Dante è un un uomo del Medioevo singolarmente colto, un enciclopedico. Aveva letto la vicenda di
Eloisa e Abelardo, si considerava di livello più alto persino rispetto agli amici come Guido
Cavalcanti. Le canzoni di Petrarca alludono ad una bellezza concreta , più carnale , il corpo di
Beatrice invece non c'è.
La donna lungo il corso dei secoli è stata una figura totalmente subalterna . Nel '500 le donne
diventano autonome, si affermano da sole, sfidano la legge , si istruiscono e divengono addirittura
poetesse. Molte donne pagavano però con il rogo al tempo di Beatrice e anche successivamente.

Chi si occupa di amore in questo periodo? Nel 1185 Andrea Cappellano scrive il trattato“De
amore”, ma anche Ovidio con la sua “Ars Amandi”. Quindi da una parte si parla di letteratura
cortese dall'altra invece si legge Ovidio (che è una letteratura prevalentemente erotica).
La letteratura francese è sicuramente più avanzata dal punto di vista della morale libera con il“
Roman de la rose” . C'è una abissale differenza tra Ars Amandi e l'amore descritto da Andrea :
Ovidio è un poeta pagano , non ha morale e non è sorretto da un'etica, Andrea invece pensa a
guadagnare territori spirituali all'amore, uomo del suo tempo legato ad un costume cavalleresco in
cui amore e matrimonio non coincidevano.
Viveva nel suo tempo e scrive due libri parlando di amore, in un terzo libro però descrive le donne
come depositario dell'inganno, le donne erano soggette a contesa. Si avvia il processo di
sacralizzazione della figura della donna.

Il V canto dell'inferno viene bilanciato da Dante in modo perfetto in quanto l'equilibrio è dato dalla
terzina [70-72] che è una cesura divisa in due parti perfettamente analoghe: nella prima parte
Virgilio illustra i peccati carnali, nella seconda invece vi è l'incontro con Paolo e Francesca.
I cerchi si restringono man mano che si scende e tanto più grande è il dolore e la sofferenza dei
dannati.
Il primo giudice infernale è Minosse , re di Creta , aveva fama di essere giudice quindi Dante gli
attribuisce questo ruolo. Appena arrivano i dannati egli esamina, giudica e destina e indica con la
coda , non potendo parlare, il cerchio nel quale l'anima è destinata a stare . L'anima quindi viene
spedita in un determinato cerchio, è un anima malnata cioè nata male perché auto-destinata [ Dante
riconosce libero arbitrio*].
Dio ha costretto l'anima che si trova nell'inferno a confessare tutti i peccati . Minosse attribuisce a
seconda del peccato il cerchio in cui le anime sono destinate. Con la sua coda indica il numero dei
cerchi che l'anima deve scendere.
Minosse (greco) avverte Dante di stare attento , non è più un giudice in questo senso ma diventa una
minaccia , dice malvagiamente al poeta di non fidarsi di Virgilio (latino)( qui una prima reazione di
Virgilio)che per tutto il percorso proteggerà Dante. Virgilio dice a Minosse che non deve impedire il
suo cammino perché è voluto da Dio[ fatale andar = voluto dal fato, voluto da Dio].
V. 24 = una prima immagine del cerchio priva di luce, luogo oscuro, muggisce come un mare
scosso dalla tempesta in venti che si muovono in direzione opposta l'una all'altra.
L'immagine del contrappasso che è la pena riservata ai lussuriosi.
I morti sono trascinati da una bufera che non si ferma mai. Quando arrivano alla ruina ( da alcuni
considerata un effetto del terremoto che l'ha costruita , da altri luogo dal quale nasce la bufera
infernale) gli spiriti vengono portati a bestemmiare Dio che li sta punendo.
Dante ha per la prima volta cognizione.
Una prima definizione dei lussuriosi: peccatori carnali che hanno sottomesso la ragione che avrebbe
dovuto condurli all'amore divino, alla passione. Vi è un'immagine degli storni che volano a schiera
compatta a somiglianza di quelle ali nella bufera infernale che conducono gli spiriti condannati al
male.
C'è un'assoluta mancanza di speranza che è una delle componenti del castigo , la pena non finisce
mai e non si attenua. Ci sono due similitudini : come le gru si lamentano dirigendosi verso il cielo ,
lasciando la loro scia , così Dante vede dirigersi verso di lui ombre trascinate lamentandosi.
Fa un catalogo dei grandi peccatori pagani . L'uomo tanto più si spaventa , quanto più gli fai il nome
di qualcuno che conosce.
Dante chiede a Virgilio chi sono quelle ombre punite dalla bufera ed egli risponde : la prima è una
donna molto nota al suo tempo, imperatrice di molti popoli che parlavano lingue diverse, fù così
dedita al peccato di lussuria che rese lecito nelle sue leggi ogni piacere per allontanare da sé la
vergogna in cui era caduta, ella è Semiramide, regina di Babilonia dopo la morte del marito Nino,
riuscì ad ottenere la terra che oggi è l'Egitto ( Dante insinua che essa abbia avuto dei rapporti
incestuosi con il figlio) ; la seconda è colei che uccise per amore e violò il giuramento di fedeltà alla
memoria del marito Sicheo ( Didone); segue poi la lussuriosa Cleopatra, morta con il veleno di un
serpente,amante di due romani, Cesare ed Antonio, quest'ultimo concepì di poter governare un
impero contro la sua patria stessa . Entrambi si suicidarono per non cadere nelle mani di Ottaviano;
poi una rassegna di eroi ed eroine famosi per i loro contenuti erotici : Elena ( che fu in realtà
oggetto di un tranello) che pur essendo moglie di Menelao cedette a Paride , fratello di Ettore, il più
inetto in guerra che riuscì ad uccidere Achille e a colpire proprio il suo punto mortale, il tallone.
Elena è la donna a causa della quale si combatté la guerra di Troia e trascorsero tanti anni luttuosi.
Achille valoroso eroe per alcuni legato a Patroclo, per altri innamorato di una delle figlie di Priamo.
Uno dei drammi dell'epoca fu quello di Tristano e Isotta; Virgilio quindi mostra nominandole e
additandole più di mille anime morte a causa dell'amore, una fine violenta per l'amore eterno che
hanno provato.
Un concetto importante è la pietà : interpretata in vari modi da letture romantiche di de Sanctis e
Foscolo o letture che si facevano al romanticismo risorgimentale che affermano che questa pietà è il
segno di contraddizione, scissione tra il giudice e il poeta. Il giudice giudica mentre il poeta
partecipa. Le moderne letture capovolgono l'interpretazione precedente . La pietà riguarda
l'interpretazione di natura erotica che Dante si sentiva venire addosso( per il quale poi sviene
sentendosi colpevole, complice e responsabile per aver prodotto letteratura erotica e aver suscitato
così comportamenti di quel tipo). Pietà come compartecipazione ad un peccato , quindi lo
smarrimento nasce proprio da questo.

Letteratura italiana 16/10/2012

Il dialogo tra Dante e Francesca è un dialogo tra spiriti di alta nobiltà d'animo e di comuni usanze
cortesi: Dante mostra di comprendere il dramma della donna e Francesca è pronta a
contraccambiare , parlando di sé, l'"affettuosa" richiesta del poeta. Francesca invoca una specie di
pausa nella bufera per poter parlare con Dante che ha mostrato comprensione nel loro dramma : è
l'unica anima tra i lussuriosi alla quale Dante concede la parola.
Nella prima terzina Francesca cita il De Amore di Cappellano volendo dimostrare di essere una
donna non solo passionale ma anche colta. È un colloquio di cultura cortese che si svolge
nell'inferno. Il matrimonio di Francesca ha due versioni : una quella di Dante che afferma che
mentre Francesca era sposa di Gianciotto si innamora del cognato commettendo peccato, l'altra
invece è la versione di Boccaccio che descrive la loro storia come una storia di sostituzioni
fornendoci alcuni dettagli particolari concernenti l'omicidio.
Non abbiamo altre versioni , diversamente da quanto accade solitamente in Dante, quindi sembra
sia stata una sua invenzione oppure che abbia conosciuto Paolo proprio a Firenze.
Francesca sposa Gianciottto Malatesta a Ravenna (parte del delta del Po) , lei è molto abile, sa di
avere di fronte un poeta colto quindi nel suo discorso introduce delle citazioni : [* Amor ch'al cor
gentile ratto s'apprende*], conosce senz'altro Cappellano ma anche Guinizzelli.[ amor = teoria del
dolce stilnovo].
Francesca parla della bellezza fisica di Paolo che nel verso 103-105 sottolinea ancora di più,
bellezza che la fece innamorare ( “piacer” nell'uso antico è bellezza).
Poi afferma : “amor condusse noi ad una (unus) morte”, una e una sola, unica perché uccisi insieme.
La sostanza di questa passione è totalmente estranea sia a l'uno che all'altro. Chi li ha ammazzati è
destinato in un cerchio dell'inganno chiamato “Caina”, nel quale sono condannati i traditori dei
consanguinei, dei parenti. È una specie di delazione , lei dichiara che sa chi li ha uccisi e sa che sarà
destinato in quel cerchio.
Questa terzina quindi segna chiaramente la necessità di una pausa. Una prima reazione di Dante alle
parole di Francesca : china il viso e tiene la testa bassa finché Virgilio non lo scuote chiedendogli a
cosa sta pensando. Dante non risponde subito a Virgilio ma si prede un momento di pausa.
Dante vuole sapere cosa ha scatenato nei due la passione. Francesca cita addirittura il filosofo
Severino Boezio che afferma che non c'è dolore peggiore che ricordarsi della felicità [nessun
maggior dolore che ricordarsi] , infelice che si ricorda di quando era felice e Virgilio sa quanto di
può essere infelici ricordandosi di questo.
Leggevano la storia d'amore tra Lancillotto e Ginevra che era sposa a re Artù. Francesca dice : per
più volte gli occhi ci sospinse quella lettura , e scolorocci il viso ( Andrea Cappellano che citava a
sua volta l'Ars Amandi di Ovidio).
Pausa d'onore [ ma solo un punto fu...] [quel che ci vinse] che sta ad indicare che solo una cosa fu
che li convinse a farlo, leggendo il bacio tra Ginevra e Lancillotto si scatena il bacio da parte di
Paolo. Francesca inoltre è convinta che lei e Paolo saranno legati per sempre , ma la chiave di
lettura è diversa, saranno si legati per sempre ,ma per la condanna e la punizione che li accomuna.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse . La reazione di Paolo al racconto di Francesca fu un pianto
silenzioso, a tal punto Dante per la pietà perde i sensi, come se stesse per morire e cadde a terra
come un corpo inanimato.

Secondo Sant'Agata i primi canti furono scritti a Firenze prima dell'esilio perché prevale il punto di
vista di un cittadino di Firenze che vuole scrivere per i fiorentini. Potremmo definirli canti
“soffusi” di una fiorentinità che poi scompare . Il padre di Francesca aveva ricoperto il ruolo di
podestà . Forse Dante quando era a Firenze ebbe l'occasione di conoscere la storia . Secondo
l'opinione di Sant'Agata amandosi Paolo e Francesca peccano, ma non è solo un peccato di
incontinenza . Dante prima di scrivere la commedia , scrive sulla scia di Brunetto Latini , suo
maestro, sul concetto della nobilitas , i nobili non si comportavano secondo virtù ma ignoravano la
legge , erano indegni della loro classe sociale.
La storia d'amore tra Paolo e Francesca mentre è e rimane un peccato, rimane comunque una storia
d'amore , ma anche una sorta di contesa sociale che si combatte sul filo dei nuovi valori.
Le interpretazioni romantico-emotive di questo canto non hanno motivo di essere , mentre Dante
combatte per l'immedesimazione emotiva.

Letteratura italiana lezione 22/10/2012


Dante fu sicuramente abile nel muoversi in vari registri letterari : si parla di un poeta che è
universalmente conosciuto nella sua grandezza.

La “Dante Alighieri” pubblica un testo in cui si afferma che non è vero che l'italiano non è una
lingua parlata nel mondo: l'italiano è una delle lingue occupa i primi posti nel mondo grazie
soprattutto al successo culturale. Dante è noto dappertutto . Un grande scrittore albanese afferma :
“il nostro pianeta è troppo piccolo per permettersi Dante Alighieri, è impossibile sfuggire a lui,
nessuno può sfuggire al suo tempo.”

X CANTO

Nel X canto c'è un cerchio particolare: il sesto cerchio, all'interno del quale si sconta la pena
dell'eresia . Alcuni critici hanno sospettato che Dante avesse qualche tendenza eretica e che
accennasse ad una sua caduta indirizzata verso i catari. Dante aveva approfondito due aspetti diversi
della religione : francescano che guardava ad una chiesa e ad una religione povera a cui si
contrapponeva la corruzione della chiesa romana e l'aspetto domenicano.
Dante aveva ammirazione per l'aspetto dei francescani, non si dimentica di appartenere in quella
categoria che sconfiggeva l'eresia.
I catari erano anche chiamati albigesi in quanto radicati in una cittadina francese. L'eresia nasceva
dal fatto di voler reagire alla corruzione ecclesiastica (in langue d'oc) Papa Innocenzo III ( avido di
denaro).
Attaccando la corruzione attaccavano anche le gerarchie ecclesiastiche. Si formarono allora delle
organizzazioni per convincere i catari, anche se furono dei tentativi inefficaci , quindi i papi
indicono le crociate contro gli albigesi( che andarono incontro a vere e proprie stragi).
Non è importante sapere quali siano gli errori albigesi. La propaganda catara si fece nelle zone più
povere ( teorie interessanti sulla proprietà privata). La maggior parte delle guerre combattute fu
sicuramente per motivi religiosi. Il nostro secolo ha conosciuto motivi di carattere economico,
finanziario ecc..Una setta tuttora esistente dei catari, i valdesi , sosteneva cose che la chiesa non
poteva accettare, il libero esame, la predicazione da parte di laici e donne, hanno delle aperture
anche oggi notevoli verso la società ( coppie omosessuali). Vi erano anche attenzioni sul profilo
profetico come l'apocalisse. L'epicureismo viene definito eretico , viene assimilato al materialismo
quindi la condanna da dante è un po' articolata.

X canto
il decimo canto è caratterizzato da due figure : Cavalcante Cavalcanti e Farinata degli Uberti .
Quest'ultimo figura molto importante, esponente che precede una generazione patriottica come la
descrive dante un esercizio di virtù civili.
Guido Cavalcanti era diventato un seguace delle teorie arabe eretiche , aveva scelto quindi una
poesia che era esattamente il contrario di quella di Dante. Molti hanno definito Farinata una figura
magnanima, sottolineando una supposta superiorità , quindi anche una sofferta posizione di dante
sul rifiuto della pena.
Scott estrae che l'aggettivo “magnanimo” nella cultura medioevale non sempre allude a generoso o
aperto al confronto, ma può alludere a coraggio o ambizione che possono condurre all'ira o all'eresia
come atto di superbia morale o intellettuale. Quindi possiamo leggere la sua eresia come
l'orgogliosa aspirazione dell'eretico che poi arriva alla superbia.
Farinata dirà con coraggio a dante : “perché la tragedia è così odiosa nei confronti della mia
famiglia?”la visione politica di Dante è ferma e solida e non sottoposta a censure. Dante non poteva
mostrare aperture verso altri progetti, ma andare dritto per la sua via, deve affermarsi come
missione politica, necessità di leggere contestualmente.
Spesso l'attacco del canto non ci dà la traccia di quello che succederà , ma è un attacco descrittivo ,
l'unico segnale è “secreto calle” , appartato.
Dante chiede in maniera esplicita a Virgilio la possibilità di aver parola e lo chiama Virtù Somma,
chiede di soddisfare il suo desiderio , colpito da questo paesaggio. Quelli che sono là si possono
vedere? Tutti coperti per terra, non c'è nessuno che faccia da guardia. Virgilio spiega perché le
tombe sono scoperte, vengono coperte nel giorno del giudizio universale. Chi sono quelli uniti nelle
tombe? Epicuro , nel Convivio Dante lo presenta come filosofo, qui invece viene considerato come
eretico perché probabilmente in quel percorso aveva capito che più si incupivano i tempi , più si
prendevano delle posizioni diverse. Dante vuole sapere un'altra cosa. Mentre si chiacchiera risuona
la voce di Farinata che sente parlare Dante e lo riconosce. Gli unici veri momenti in cui la lingua si
diffuse ( non per la scuola) furono la radio nel '34 e nel '54 la televisione, veri fenomeni di
omogenizzazione della lingua, non più il fiorentino che veniva parlato prima.

I laici del Risorgimento nutrivano un certo odio nei confronti della chiesa. Dante afferma che il
peccatore è superiore al peccato, il percorso va dal coraggio alla superbia.
Nel 1248 Federico II di Svevia fornì delle truppe per far rientrare i ghibellini a Firenze. Nel 1264
muore Farinata e nel '66 i ghibellini perdono la battaglia di Benevento e vengono cacciati. Il decimo
canto è caratterizzato anche da un verso importante : “ non sono stato io che mi sono auto-promosso
in questo viaggio, vengo da me stesso , per le virtù che io solo possiedo” . Dante vuole dire che la
sua evoluzione poetica lo ha portato alla sacralizzazione della donna , a differenza di Guinizzelli
che invece aveva letto Aristotele.
Non a caso colei che attende là dove il viaggio di Virgilio terminerà, è Beatrice, figura angelica per
Dante. Quindi la vera distinzione che si può esercitare fra i due poeti è proprio questa in quanto
Guinizzelli non l'ha tollerata e l'ha rifiutata e inoltre non aveva la stessa considerazione che Dante
aveva di Virgilio. Dante poi aggiunge due cose : capisce dalle parole di Cavalcante Cavalcanti che
egli era il padre di Guido Cavalcanti la cui famiglia fu accusata di eresia.
Il passato remoto utilizzato da Dante per Cavalcante significa che Guido non è più vivo. Dante non
risponde ( anche se Guido è vivo ), esita perché pensa che un dannato possa conoscere il futuro.
Quindi Cavalcante dà l'interpretazione che suo figlio è morto, ma in realtà Guido morirà qualche
mese dopo. Farinata rimane impassibile. La pena infernale non lo calcola più ed egli regala a dante
la prima profezia relativa al suo esilio, una profezia dura e cattiva. La strage di Montaperti
( tentativo da parte dei ghibellini spento nel sangue dai guelfi) suscita il maggior impatto politico
( battaglie tutte quasi combattute all'arma bianca, braccia e gambe troncate. Dante cambia
atteggiamento e afferma infatti Firenze è avversa, rivolge a Farinata un augurio : che un giorno
prima o poi lui e i suoi figli possano riposare a Firenze.

Dante chiede a Giacco un giudizio politico : “ a cosa arriveranno i cittadini nella città divina ? C'è
qualche cittadino giusto a Firenze? Perché sono così discordi fra loro?” . Superbia, invidia, avarizia
sono tutti peccati che stanno stroncando la politica a Firenze. Farinata dice : “ quando arriveremo
alla fine dei tempi noi non sapremo più niente di niente, il tempo non esisterà più”.
Letteratura italiana lezione 23/10/2012

XXVI canto dell'inferno (divina commedia),ci porta a considerare il personaggio di Ulisse.


Nell'undicesimo canto dell'inferno Dante espone l'ordinamento del basso inferno ( dove vi è
Lucifero) e distingue la violenza dalla frode all'interno della quale individua le diverse tipologie :
frode di chi si fida e frode di chi invece non si fida.
La violenza è un peccato meno grave della frode che invece richiede pene peggiori.
Dante segue i principi della filosofia antica , quindi Cicerone , ripreso poi da Tommaso d'Aquino,
una cultura classica e una rivisitazione della morale aristotelica. Dante non è proprio un giudice ,
una persona che abbia una visione giuridica , quindi preferisce trattare il peccato da poeta e da
moralista.
Qual'è il contrappasso dei fraudolenti? L'anima è avvolta da una fiamma che la nasconde
completamente. CONTRAPPASSO : come in vita i consiglieri fraudolenti attuarono nascostamente
i loro inganni , così ora sono nascosti da una fiamma. Analogia: tra la fiamma infernale e la fiamma
dell'intelligenza : tra la lingua di fuoco e la lingua del peccatore che ha tramato l'inganno. Molti
interpreti danteschi hanno visto una specie di nobiltà all'interno di questa fiamma. Dante non
conosceva i poemi omerici uno studioso dantesco infatti lo nega in modo deciso. Dante conosceva
Ulisse se non attraverso l'odissea , attraverso Virgilio e Ovidio. Questo lo ricaviamo dal commento
di Benvenuto da Imola nel 1372. Omero cominciava ad essere conosciuto dalla cultura italiana
perché tradotto in latino. Dante forse conosceva la tradizione latina , altri lo negano ma bisogna
chiedersi quale fosse la statura umana che la tradizione letteraria consegnava al poeta fiorentino.
Virgilio nell'Eneide utilizza alcuni aggettivi particolari ( durus, senus, dius), aggettivi che
indicavano crudeltà, ferocia, barbarie. La colonna morale si estendeva da Ulisse anche agli altri
greci.
Serpeggiante antagonismo che divide i greci dai troiani. Padovani dimostra che Ovidio e Stazio si
muovono in una lingua analoga rispetto a quella di Virgilio. L'achilleide di Stazio è retorica , la
parola di Ulisse è già prostituita rispetto ad un atto bellico. Achille combatte per la gloria non per la
patria.
Ovidio ci presenta all'interno delle “Metamorfosi”, il personaggio di Ulisse come un Fallax , cioè
abile a indurre nell'errore. Ci sarà poi un grande poeta nell'800 , Foscolo che scriverà l' Aiace dove
dipinge Ulisse sulla base politica del momento : si gioca a Milano infatti una partita importante .
Foscolo dirà che bisogna distinguere tra Napoleone portatore in Italia di valori buoni e il Napoleone
che cedeva l'Italia all'Austria.
Egli dice: “io rimango un figlio della Rivoluzione Francese. Nell'Aiace nel 1811 tratteggia Ulisse
come uno che ha prostituito la parola per fare i suoi sporchi interessi, viene completamente
affondato da Foscolo che aveva una cultura latina.
Il lettore medievale che leggeva il personaggio di Ulisse avendo alle spalle Virgilio che impressione
poteva avere? Ortator scelerum ( uno che esortava a compiere delitti e che sapeva usare la parola a
fini malvagi. Non si può poi non aggiungere un'altra versione di Ulisse , come Sagax, che deriva
dalle Historiae Troianae. Padovani dimostra che quando qualcuno veniva considerato Sapiens , nel
medioevo questo non aveva valenza del tutto positiva, ma si accettava una distinzione fatta da
Aristotele tra vera sapienza e vana sapienza.
La vera sapienza si rivolge a Dio in modo diretto, la vana sapienza ( vanis sapientia) è un sapere
fine a sé stesso “ nanis scientia , che non guarda in alcun modo a Dio, definita anche Curiositas.
La sapientia mundi diventa un atto di superbia che è il primo dei peccati capitali.
Tutta la cultura latina ( Virgilio, Stazio, Cicerone, Ovidio) che sta dentro Dante, distingueva la
sapienza e l'astuzia che indicava l'esempio dell'utile con mezzi disonesti. Dante scrive in un periodo
in cui le cose cambiano, si insinua un desiderio di conoscenza più aperto che si avvertirà dalla gente
e dagli uomini di scienza.
In quelli anni c'era stata un'impresa da parte dei fratelli Vivaldi che avevano tentato un viaggio al di
là delle colonne di Ercole di cui non si sa più nulla e di cui parla il cronista Pietro Davolo.
Era la parte del globo vietata ai viventi, successivamente da quando Benvenuto da Imola scrive il
suo commento , il panorama cambia. Tuttavia per Petrarca e Boccaccio ( a cui si deve la riscoperta
di Dante) Ulisse rimaneva si un esploratore “ ma autore di un folle volo”.
Anche Scott ha fatto un intervento importante facendoci notare un aspetto di grande rilievo : anche
Agostino da Ippona ricerca nelle “confessioni” l'”experiendi libido non scendique” che sarà poi il
verso dantesco che incontreremo sull'esperienza e conoscenza che Ulisse leggerà ai suoi compagni.
Bisogna moderare attraverso la ragione la ricerca della verità. Scott inoltre parla di un'altra figura
che troveremo nel Purgatorio e che è Catone , figura di grande invenzione intellettuale , custode
anche se pagano, vero sapiens , antitetico rispetto ad Ulisse). La sua collocazione nel Purgatorio
risponde non solo a suggerimenti di cultura classica ma si scopre che nello studio di Santa Maria
Novella a Firenze insegna Remigio dei Girolami che aveva predicato su Catone.
Dante cita più volte il viaggio ( come tutta la sua commedia ), come mezzo di conoscenza , come
metafora di sapienza era un genere diffuso nel Medioevo.
Dante non poteva conoscere il viaggio della tradizione greca ma conosceva quella di Enea e anche il
raptus di Paolo nella seconda lettera ai corinzi .

Canto XXVI
Invettiva contro Firenze , nell'ottava bolgia , tra i consiglieri di Frode – Ulisse e Diomede in una
sola fiamma – il racconto di Ulisse.
Parte con un'apostrofe amara a Firenze, un'invettiva contro la città, ironicamente invitata a godere di
una fama che si espande anche nell'inferno grazie ai cinque ladri fiorentini incontrati.
Dante si vergogna di avere trovato tanti ladri concittadini all'inferno ma nemmeno la sua città ci fa
una bella figura [ capirai dall'ostilità che tutte le città toscane avranno nei tuoi confronti di che
pregio sei venuta].
Lui e Virgilio non riuscivano a camminare solo con i piedi ma si dovevano aiutare con le sporgenze
della roccia.
Il primo segnale , premessa morale della condanna di Ulisse , [ mi dolgo ancor più quando volgo la
mente a ciò che ho visto].
Parla di un contadino che abita in collina giù in valle ( spesso paludose) quindi di condizioni di vita
difficili.
Racconta di Eliseo, profeta discepolo di Elia, che schernito da alcuni ragazzi per la sua calvizie , li
maledisse invocando Dio : due orse uscirono da una selva e ne divorarono 42 ( Edipo e i suoi
fratelli).
La montagna del Purgatorio si trova agli antipodi di Gerusalemme, la pena a termine, attesa con
gioia, finita quella ci sarà la beatitudine celeste.
Il Purgatorio si divide in tre parti : anti-purgatorio , purgatorio, paradiso celeste. Nell'anti-
purgatorio vi è una spiaggia in cui si collocano temporaneamente gli scomunicati ( riusciti ad
entrare in questo perché pentiti).
Beatrice condanna Dante nell'ultima cantica del Paradiso.

Manfredi, figlio di Federico II di Svevia , è uno dei tanti figli illegittimi , in quanto la monogamia
era una cosa rarissima allora.
Aristotele ebbe la convinzione che morti non si è del tutto. Manfredi dovrà scontare una pena in
Purgatorio , non verrà condannato all'inferno.
Nel canto terzo del purgatorio vi è il rimorso di Virgilio, forse turbato dal rimprovero di Catone o
dal viaggio sapendo che non arriverà alla fine.
“La potenza divina fa in modo che non possano soffrire le pene fisiche date nel purgatorio”.
( Lerice si trova presso la Spezia , Tubia a Nizza ). I sentieri più difficili della Liguria sono dei
sentieri aperti rispetto alle difficoltà di salire la montagna del Purgatorio.

VI canto purgatorio

Il sesto canto di ogni cantica è dedicato a problemi politici. In questo canto infatti la prospettiva
diventa l'Italia e il protagonista è un trovatore, Sordello . Vi è una sorta di preghiera nel nome della
patria comune.
Nell'epopea risorgimentale , la parola “Italia” era considerata profeticamente , l'Italia di cui parla
Dante è l'Italia dei comuni.
Dante sarà aspro e determinato contro l'imperatore e il papa di cui ci sarà il suo giudizio anche nel
paradiso. Il sesto canto del purgatorio può essere diviso in sequenze . I primi versi continuano il
problema del canto precedente. Nella parte finale c'è invece una digressione di carattere dottrinale
tra Virgilio e Dante, cioè il rapporto religioso.
Si apre poi la sequenza centrale che è l'incontro con Sordello , poi un'altra sequenza contro l'Italia
pronunciata sempre da Sordello.
L'attacco narrativo è interessante perché è un attacco al motivo del gioco dei dadi (zara) che si
faceva sulle strade , ritrae quindi ciò che succede al giocatore che perde e al giocatore che
vince( attorniato da tutta la gente).
Il primo degli spiriti tra quelli che morirono di morte violenta è Benincasa da Laterina che venne
ucciso da un senese Ghino di Tacco il cui fratello venne anche condannato per ruberie.
Gano, figlio di Marzucco ( uomo più potente di Pisa) rinunciò alla vendetta per la morte del figlio e
si fece frate francescano. La stessa cosa fece anche Orso degli Alberti. Dante chiude poi questo
corteo di spiriti con Pierre de la Brosse, che fu ministro di Filippo III e che introdurrà il tema della
penitenza. La digressione dottrinale riguarderà il tema della preghiera. Virgilio aveva negato
nell'Eneide che una preghiera potesse piegare il volere di Dio, in parte anche per la sua
appartenenza al mondo pagano e poi dice a Dante che capirà tutto quando si troverà nel paradiso.
Sordello era un giullare, poeta, uomo di corte, sembra che all'inizio fosse anche egli dedito al gioco
dei dadi, girò per le corti d'Italia, fu addirittura un tombeur de femme con una donna sposata
Cunizza Romano che fu rapita da questi e condotta a casa del fratello di lei.
Alla corte di Provenza inoltre svolge alcune importanti mansioni politiche. A Dante non interessa
l'uomo di corte, ma Sordello come poeta, il più famoso dei trovatori italiani, che scrive non solo in
volgare ma anche in provenzale. Il suo capolavoro è il compianto in morte di Blacatz , in cui invita i
principi del tempo a mangiare il cuore del nobile morto per poter ricevere la virtù che essi non
possiedono. Cosa succede in Italia? Forse perché Dio ha distolto gli occhi dall'Italia ? O forse
perché vi è un disegno ignoto che poi verrà. ( Carlo Alberto sovrano particolare).
Federigo Novello, figlio di Guido Novello viene ucciso da uno dei Bostoli di Arezzo. La seconda
anima è quella di un uomo che dice che l'anima fu divisa dal corpo per vendetta di qualcuno non per
una colpa commessa da lui.
Digressione con Virgilio : Dante chiede a Virgilio di chiarirgli un dubbio che gli è venuto. Nel sesto
dell'Eneide Virgilio afferma che non c'è preghiera che possa piegare la volontà divina eppure le
anime sembrano avere fede nell'efficacia della preghiera.
Virgilio allora spiega che non si potevano espiare con la preghiera le colpe perché in quel caso chi
pregava era fuori dalla grazia divina, perciò non era ascoltato da Dio. Comunque Virgilio conclude
dicendo a Dante : “ non ti fermare su problemi di questo tipo senza aver consultato prima Beatrice
che ti sarà luce fra la tua mente e la verità.”
Dante deve confessare le sue colpe davanti a Beatrice in quanto senza la sua confessione non
potranno essergli perdonate le colpe. Nel paradiso vedremo un colloquio che si svolgerà tra lui e
Beatrice. Nel primo pomeriggio afferma che nel solo sentire il nome di Beatrice la sua fatica è finita
e che vuole affrettarsi ad arrivare.
Ma Virgilio dice : “prima che tu giunga lassù vedrai una seconda volta il sole”, quindi passerà prima
un altro giorno affinché Dante raggiunga il paradiso.

Dante evoca un'anima lombarda . Essa non parla anzi li lascia proseguire guardandoli con distacco [
con modo disdegnoso e un po' superbo], come fa il leone quando è sdraiato. Anche Virgilio le si
accostò pregandola che li indicasse la strada più comoda ma questa non rispose alla domanda e
chiese chi fossero e da dove venissero. Virgilio allora rispose che egli proveniva da Mantova
( infatti egli nacque a Mantova e mori a Brindisi e poi portato nel golfo di Napoli). Allora Sordello
rispose : O mantovano io sono della tua stessa città ! A questa notizia dunque l'uno abbracciava
l'altro ( ovviamente un abbraccio platonico in quanto le anime non possono abbracciarsi).
Parte la celebre invettiva :
parla dell'Italia che è diventato il luogo del dolore, non è più la signora di tutte le province
dell'impero ma è diventata miserabile. Quell'anima gentile fu pronta a far festa ad un suo
concittadino mentre la situazione reale dell'Italia era contrapposta, i suoi abitanti non cessano di
combattersi e l'uno aggredisce l'altro.
Dante riconosce a Giustiniano la vittoria della guerra gotica e per aver consentito una sconfitta
delle eresie che davano a Cristo la sola natura divina senza riconoscergli quella umana.
Dante afferma che senza le leggi la vergogna sarebbe addirittura minore e scomparirebbe. Dice ad
Alberto ricordandosi di quello che aveva detto Cristo nel Vangelo che dovrebbe dividere il potere
civile dal potere religioso. L'Italia è diventata superba non si fa dominare e non si fa correggere e
l'imperatore no la governa come bisognerebbe fare.
Dal destino poi verrà una punizione esemplare per lui che morirà come anche il figlio Rodolfo. Chi
succederà a lui così capirà che Dio punisce l'imperatore che non fa il suo dovere.
Il giardino dell'impero è stato abbandonato. Quindi spinge a vedere Montecchi ( Verona ) e
Cappelletti (Cremona), sovrano che trascura i sudditi, lo invita ad andare e a vedere come è la
condizione dei suoi sudditi a a trovare una soluzione per loro. Roma sede del grande impero ,
piange vedova e sola ( prospettiva tutta medioevale), deve vergognarsi quindi della sua patria che
viene umiliata.
Nella prospettiva di Dante tutta la storia era stata ordinata perché nascesse Cristo. Dice : “Dio ti sei
dimenticato e hai lo sguardo altrove ( quindi da una parte è anche un po' blasfemo) o forse hai
qualcosa in serbo che noi non possiamo scorgere?”
Al ceto politico precedente è subentrato il ceto dei villani, parlerà dei mercanti che vengono da fuori
e rientrati poi a Firenze che è un ceto politico diverso rispetto al passato.
Le città di Italia sono tutte prede della tirannia quindi ogni villano di bassa estrazione che entra a far
parte di una fazione si crede come Claudio Marcello ( VI dell'Eneide) uno dei più grandi eroi della
patria romana.
Parla poi di Firenze alla quale rinfaccia i mutamenti politici. Molti hanno giustizia in cuore, ma il
suo popolo ha la giustizia sulle labbra. Molti cittadini non vogliono far parte delle cariche di Firenze
ma i villani se le assumono.

“ Tu Firenze sei fortunata, ricca , piena di pace” ( tutto il contrario rispetto alla realtà).
Atene e Sparta che fondarono la legge stessa furono così illuminate , realizzarono ben poco rispetto
a Firenze che si contraddice continuamente.
Ha cambiato le leggi , monete, istituzioni e consuetudini, hanno mutato strutture ( anche nel campo
della morale).
Dice : se ricordi bene dovrai ammettere che sei come quella malata che girandosi nel letto si illude
di rimediare così al male.

Canto XI purgatorio

Ci sono i condannati per superbia ( primo dei peccati capitali per Dante), peccato per antonomasia
che fa perdere la misura umana e quello che noi siamo.
Nella dottrina cristiana fino al concilio di Lione non si è mai parlato di Purgatorio. Venne stabilito
dunque dal concilio nel 1274 e poi viene riconfermato fino al 1563 al concilio di Trento.

LA NASCITA DEL PURGATORIO


la nascita del purgatorio è il libro di uno scrittore francese che afferma che l'idea di questo luogo
nasce dal fatto che nel XIII secolo viene la visione manicheistica per l'ascensione sociale.
I banchieri fiorentini prestavano soldi a mezzo mondo, soldi che si facevano rimborsare con gli
interessi.
Il purgatorio nasce per un'esigenza pratica di riprendere necessità sociali, è una fascia intermedia.
Dante è uno dei primi a fissare in poesia l'esistenza di questo luogo intermedio.
Nella testa di Dante, nella sua summa gli autori privilegiati sono Tommaso D'Aquino e Agostino.
Sottolinea l'importanza del peccato capitale della superbia che è l'inizio dello stesso peccato.

I superbi erano ridotti sotto il peso del macigno. Nella prima parte sono descritte delle anime che
invocano il Pater Nostre, nella seconda invece il male contro il bene, Sant'Agostino che descrive la
sua lotta con il maligno, come anche nel Vangelo di Matteo. Ci sono tanti altri richiami su questo
argomento.

San Francesco era diverso da quelli che si accontentavano di disprezzare il mondo. Per Francesco la
vita era un dono che andava vissuto fino in fondo. C'è anche un riferimento chiaro alla misericordia
divina, appellativo di Dio misericordioso stranamente vicino ad Allah , molto più di quanto non si
pensi infatti molte cose spingono a pensare che le due religioni potessero andare d'accordo.

Dante mostra le anime che si purgano dal peccato capitale :


Umberto Aldobrandeschi ( politico),Oderisi da Gubbio . Importante è il fatto che Dante incontri
questa anima . Oderisi era uno che faceva l'artista. Egli parla bene di un altro artista che si
differenziava da lui, mette in campo Provenzan Salvani che per poter salvare un suo amico fatto
prigioniero da Carlo d'Angiò si mise in ginocchio in piazza per convincere la gente e riscattarlo.
Dante inserisce poi il suo peccato personale di superbia. Ma qual'è il peccato contrapposto alla
superbia? L'umiltà , l'umiltà di Provenzan e di Francesco. Iniziano poi le citazioni francescane che
vengono introdotte dalle note di lotta contro il maligno, il pater nostre in lode a Dio e al suo nome.

LEZIONE DI LETTERATURA ITALIANA 30 OTTOBRE PROF CATALANO ETTORE

Il saggio di un noto dantista, Paul Renuci(italianista francese), comincia con una frase, riferendosi
alla commedia di Dante : “l'unico fra tutti i poemi conosciuti che si è proposto di abbracciare la
totalità dell'universo”.
Secondo lui “commedia” non è un titolo ma un sottotitolo, un genere diverso dalla tragedia e
dall'elegia. Fu aggiunto successivamente l'aggettivo “divina” per la considerazione della sostanza
religiosa. Nel “De Vulgari Eloquentia” parla di uno stile superiore per quanto riguarda la tragedia e
uno stato di infelicità per quanto riguarda l'elegia. Afferma poi in Cangrande Della Scala : “sono
fiorentino perché nato a Firenze ma non ho ereditato nulla dai costumi presenti a Firenze”. La
commedia indica lo stile nel quale l'opera è stata scritta, diversa dalla tragedia e dall'elegia.
La cultura di Dante è : “grande cattedrale di parole o la somma del Medioevo” dice lo scrittore
francese. La prima testimonianza generale in cui la cultura italiana sbloccata dal metodo scolastico
appare già dedita verso un avvenire. La commedia ha in comune la mobilitazione dell'aldilà a fini di
rinnovamento ed educativi.
Nel programma di Dante c'è la cosiddetta “pedagogia del terrore”, propria dei visionari. Traduce nel
tormento dei dannati il tormento dell'umanità che paga. Nello sviluppo di tutto l'inferno è presente
questa letteratura del terrore che era corrente spesso anche nel medioevo : i quaresimalisti per
esempio erano quei predicatori che durante la quaresima criticavano i peccatori pesantemente.
Nel paradiso invece le cose si svolgono diversamente e Dante prende le distanze da come era stata
descritta la città celeste (nell'apocalisse di Giovanni per esempio).
Rimane intoccata l'idea di un giudizio finale.

Giorgino da Fiore lo troviamo accanto alle anime di San Bonaventura, ciò significa quindi che era
una persona stimata da Dante.
Renuci parla di un profetismo planetario.
Lo sguardo di Dante è rivolto indietro, non avanti. Egli vuole ritrovare la Firenze del passato, città
che ora è diventata un'altra cosa da quello che era. Ciò che rimpiange Dante è la buona società di
una volta, non può guardare il futuro pensando al passato, quindi non capirà bene fino in fondo la
dinamica degli stati nazionali.
Nei canti di Cacciaguida di designerà che le donne fiorentine devono essere cacciate. Lo scrittore
francese afferma che nonostante ci sia tutto questo nella commedia, gli ordini monastici,tranne i
canti dedicati a San Francesco e a San Domenico, hanno uno spazio limitato. È un lato ineliminabile
che fa leggere e cioè la corruzione della chiesa. Dante entra in contatto anche con il platonismo che
è altra cosa rispetto ad Aristotele ( lettura laica).
Il mondo della commedia che si muove nello spazio della storia universale , precipita come un
corso provvidenziale scandito dalle grandi vicende del mondo.

Dante critica ( ma non come gli umanisti) la cosiddetta Donatio Costantini, che era nient'altro che
un falso storico. È stato provato dagli umanisti che era un falso, quel documento non era mai stato
prodotto da Costantino. Dante criticala Donatio non sapendo ancora che è falsa, indicando la fonte
della corruzione della chiesa
Francesco sposa Madonna Povertà perché aveva il terrore che i beni temporali potessero
allontanarlo dal problemi spirituali. Durante l'800 il papa che ostacolava l'unità d'Italia aveva anche
il potere di condannare a morte ( attraverso gli strumenti della rivoluzione francese, come la
ghigliottina).

Renuci dice che molte volte è stato tentato il bilancio di ciò che era sconosciuto a Dante e di ciò che
era stato compreso sulla cultura del suo tempo. Fu certamente il più grande poeta che un
intellettuale capace di scorgere il seme del buco in quello che osservava. Dante vuole fare in modo
che l'umanità comprenda il suo errore e poi si pieghi alla sua volontà progettuale arrivando allo
stato di felicità suddividendo il compito che la poesia bandisce.
Anche per Leopardi il primo peccato era la superbia . Leopardi non è mai stato ottimista. Nella
Ginestra non solo prende in giro lo spiritualismo ottocentesco ma prendeva oggetto il Vesuvio per
dimostrare la potenza della natura alla quale resiste solo l'umiltà del fiore, della ginestra, umiltà che
ovviamente si oppone alla superbia.
La linea culturale del Risorgimento è stata la linea manzoniana.
L'umiltà è una delle cose più importanti che Dante ci consegna. Renuci dice : “nella storia della
letteratura europea la commedia segna l'inizio della storia personale raccontata in volgare senza
interposizione di un narratore fittizio o un protagonista fittizio.
Dante rompe il topos della convenzionalità , rompe con cultura letteraria e gioca apertamente sulla
confessione ( confessione in paradiso davanti a Beatrice).
Tra la prima terzina e l'ultima Renuci scrive che Dante è narratore formale, è protagonista non come
poeta ma come persona del suo tempo. Non c'è nella storia della letteratura un'opera che abbia
queste caratteristiche.

CANTO III DEL PARADISO, PICCARDA DONATI

Gli spiriti beati non si trovano nei cerchi in cui Dante suddivide il territorio paradisiaco ma
scendono nei cerchi a seconda delle virtù che hanno esercitato in terra. Scendono quindi in diversi
cieli :
° cielo della luna _ anime che hanno rinunciato ai voti ° cielo di mercurio _ amanti ° cielo di venere
_sapienti ° cielo di sole _ militanti per fede ° cielo di Marte _ operato in vita virtù, combattività °
cielo di Giove_ spiriti contemporanei ° cielo di Saturno _ bene e gloria.
Gli spiriti si distinguono dunque per la virtù esercitata in terra e vengono dislocati nei vari cieli.
Non c'è più nemmeno nel ricordo il corpo, esiste solo l'anima, pure essenze intellettuali che
trascendono la visione naturale e umana. Dante non si può fidare se non con una combinazione di
luci, di emblemi ecc...
Si chiede poi se la poesia è in grado di riuscire a dire ciò che non si può dire (apoteosi della dottrina
cristiana). La poesia di dante nel paradiso è una poesia dell'impossibile che punta all'universale. Vi è
una difficoltà di lettura superiore all'inferno e nel purgatorio. Nel paradiso abbiamo a che fare con
tutt'altra cosa.
Ci troviamo nel cielo della luna dove si trovano come abbiamo detto gli spiriti costretti a rinunciare
ai voti che avevano pronunciato.
Il terzo canto comincia con un omaggio al sole, alla vetta e a Beatrice che ha confutato un errore di
dante dimostrandogli quale è la verità a proposito di una proposizione.
Dante vuole dimostrare di aver capito, ad un tratto gli appare una visione che lo costringe a darle
tutta la sua attenzione impedendogli di confessarsi. Beatrice dice a dante di non meravigliarsi se lei
sorride per un suo errore.

LETTERATURA ITALIANA LEZIONE 5/ 11/ 2012

XVII canto del paradiso dedicato a Cacciaguida che ha funzione più storica rispetto alla funzione
spirituale che avrà Beatrice alla fine del viaggio.

I due canti più famosi sono : il canto XI dedicato a San Francesco D'Assisi nel quale troviamo
venature di tipo mistico che Dante accentua; il canto XII dedicato agli ordini francescano e
domenicano che combattevano contro l'eresia. Francesco aveva una visione mistica dalla povertà.
Nel pensiero di Dante ( ortodosso) è viva e presente la meditazione sulla corruzione dell'ordine
ecclesiale. I canti sono concepiti in maniera che sia un domenicano ad identificare un francescano e
viceversa. La povertà è il matrimonio di Cristo con la chiesa, di Cristo con l'umanità. Nel medioevo
era presente uno studio escatologico. Dante credeva nei predicatori profetici che andavano verso il
processo di purificazione. In Dante è presente la vena profetica legata alla cultura religiosa del
Medioevo. Questi sono i canti che concedono la chiave per interpretare le profezie ed il loro
segreto. L'XI canto inizia come al solito son una segnalazione della limitatezza della ragione umana
che se non illuminata dalla grazia divina non vale più. C'era gente che esauriva l'interesse della
ragione nella costruzione del diritto o nello studio della medicina. “Chi seguendo sacerdozio( non
intende religione ma uso mondano del sacerdozio) e che regnar per forza o per sofismi ( in questo
caso politici, si riferisce ai sottili inganni della politica)”.
“chi esplicitamente e chi dà troppo all'attività della pubblica amministrazione e chi nel diletto della
carne in volto s'affaticava” . Qui si riferisce ai lussuriosi che spendevano le loro fatiche unicamente
per raggiungere il piacere della carne, chi si dava all'ozio ( che in alcuni casi se eccessivo può essere
un peccato).
Dante non può dire che gli è rimasto qualcosa di questo essendo ormai nel terzo regno, il regno di
Dio. Gli spiriti che Dante incontra sono dislocati nei vari cieli ma è solo un sistema di
esemplificazione che Dante adotta , le anime sono tutte beate.
Queste anime tornano a distendersi e poi si fermano “ come le candele sono ferme all'interno del
candeliere”. Ad un certo punto sente una voce , un'anima che parlava di San Francesco e dice
sorridendo ( il sorriso è una forma di beatitudine) : “ così come io del suo raggio risplendo riesco ad
apprendere la ragione del tuo esitare e dei tuoi dubbi.”Tommaso nel canto precedente fa due
affermazioni : ° chi segue l'ordine domenicano si può arricchire ; ° nessuno ha eguagliato la
sapienza di Salomone. Due dubbi che Tommaso espone a Dante, la poesia di dante si fa alta e
teologica. La provvidenza che governa il mondo, il disegno di dio non si può comprendere fino in
fondo. Affinché la chiesa potesse svolgere la sua missione Dio ha creato due spiriti che la potessero
rendere più vicina alla provvidenza. La differenza è che l'uno f rappresentante della carità ( san
Francesco) e l'altro fu scrigno di sapienza (san Domenico). Tommaso parlerà soltanto di uno, san
Francesco però basta apprezzare uno per dire bene anche dell'altro.
Comincia con la nascita del paesaggio di Assisi che parte dal monte Subazio e parla dei fiumi che la
attraversano. Ubaldo Baldassini si dedicò a vita solitaria sul colle che pende sul fianco occidentale
del monte. Dalla parte opposta non così fertile, montagna più importante ci sono Nocera e Quarto.
Dante dice che Francesco era ancora molto giovane quando cominciò a far vedere a tutti la sua
vocazione religiosa. La povertà è come una seconda morte, un altro modo di morire. Seguirono la
predicazione francescana Bernardo, anche lui nobile di Quintavalle lascia i suoi beni per seguire la
povertà, Egidio e Silvestro, tutte persone di cui abbiamo notizie dalla letteratura francescana.
Si compone il primo nucleo francescano caratterizzato dal cordone che si legava alla vita.
Francesco non si lascia abbassare gli occhi dal fatto di provenire da una famiglia ricca, cerca di
ottenere la bolla papale , che potesse dare origine al suo ordine in maniera precisa e ortodossa. Papa
Innocenzo III approvò la maniera di vivere dei francescani, confermò l'ordine imponendo però di
predicare solo la materia morale , di procedere cioè secondo vita morale in quanto i dogmi
dovevano rimanere intoccati. Quando si sviluppò l'ordine francescano il secondo sigillo fu messo da
Onorio III quindi la voglia di santità fu confermata. Pare Francesco si sia spinto a tentare una
confessione dei musulmani ma senza riuscirci.
Descrive poi il monte della Verna ( tra Tevere e Arno) dove Francesco prende le famose stigmate.

XVII canto
In questo canto troviamo Cacciaguida che è protagonista in più canti : XV, XVI , XVII . Nel XV si
parla della sua vita. Dante attraverso Cacciaguida legge Firenze. La versione di Cacciaguida su
Firenze era che questa città era una città tranquilla e pulita, le campane indicavano l'ora del giorno ,
le donne non indossavano vesti preziosi, cinture costose o ornamenti particolari. Tutto era misurato
come anche la virtù delle donne, le famiglie erano ordinate e non era ancora giunta la lussuria
orientale. Una Firenze nella quale le donne erano sicure del matrimonio, nessuna di loro temeva di
essere abbandonata dai mariti , Da Cacciaguida nasce Alighiero I che è bisavolo, da questo nascono
poi Bello e Belliccione, da Belliccione nasce Alighiero II padre di Dante. Comincia il canto con il
richiamo alla cultura antica, legenda di Fetonte figlio di un'umana Climene e di un Dio, il dio sole.
Conduce il carro del sole fino a che arriva troppo vicino cade e muore. Fetonte è l'esempio che
rende preoccupati i padri verso i figli.
Cacciaguida si fa trovare in un cielo dove è evidente il suo carattere militante. Beatrice dice a Dante
di mandare fuori il suo desideri ardente perché lei possa soddisfarlo [...non perché abbiamo bisogno
di sentirti parlare ma perché tu ti abitui a dire ciò di cui hai bisogno...]. [ o radice che sei così in alto
nel cielo, che puoi capire una cosa così importante come il tempo prima che avvenga il presente...]
“Biota” sarebbe il piede ma in questo caso significa radice dell'albero. Mentre Dante saliva la
montagna del purgatorio gli furono sussurrate delle profezie che riguardavano il suo futuro, delle
profezie oscure e minacciose. Vuole sapere quale sarà il suo destino in modo tale da prevedere cosa
gli accadrà.
Per Dante latino significa chiaro, deciso ed inequivocabile. Comincia con un preludio alto : “la
contingenza sola che si può percepire è già contenuta nella conoscenza divina”. Se Dio sa già tutto
come può conciliarsi il libero arbitrio? L'esempio che Dante riporta è questo : se una nave scende
giù per un fiume tu che la osservi non sei necessariamente colui che la guida ma la nave va per
conto suo( esempio di libero arbitrio). Quindi lo sguardo rivolto alla nave non determina il suo
viaggio. Esempio tratto da Ovidio, la base latina di Dante, e altri tragici greci che Dante però non
conosceva.

Profezie :
il primo esito “ Tu dovrai andare via da Firenze e subire l'esilio. Il tuo esilio sarà tramato
proprio a Roma ,dove risiedono il pontefice e Carlo che sarà uno di coloro che porteranno Dante
fuori. Là dove <<si fa mercato di Cristo tutti i giorni>>( accusa violenta della simonia della chiesa).
La vendetta che seguirà testimonierà la verità della tua posizione”.
Dante poi si chiede quale sarà l'esilio e cosa comporterà questo. “Sarai costretto a lasciare tutti i tuoi
affetti, capirai cosa vuol dire andare a mendicare pane ( che sarà salato) a chi ti ospiterà, sarà un
duro viaggio. Ma non è questo l'esito più importante,quello che più ti colpirà sarà la compagnia
malvagia e scempia, far parte di tutti gli esuli. Sarà bello per te aver scelto di stare solo e non far
parte di nessuna fazione.”[ aquila segno dell'impero]
Afferma Dante: “La gente non sa cosa diventerà Cangrande della Scala a cui Dante ha dedicato le
sue Epistolae , ma Guasto ( Clemente Pio) dimostrerà chi è senza curarsi del denaro, sarà nota la sua
capacità. Farà tanto per gli altri e molti poveri non saranno più tali.” Poi Dante si circonda di
mistero dicendo “farà tante altre cose”.
Cacciaguida dice : non devi invidiare quelli che saranno gli uomini del tuo tempo, perché la tua vita
sarà più importante.” Offre una tela composta del suo futuro che Dante vede fatto di cose più tristi:
“mi cacceranno da Firenze , ma la conoscenza dei monti ultraterreni la dovrò comunicare agli altri?
Se dico quello che ho visto farò del male a molti e se non dico tutto la mia vita finirà e non avrò
futuro!”La missione di dante è dire punto per punto quello che lui ha visto altrimenti colpirà tutti e
la loro coscienza si macchierà di delitti. Nel primo colpo farà male ma poi capiranno il senso della
sua operazione. [le tue parole sono come il vento che colpisce le cime più alte, tu hai visto anime di
persone che in vita sono state famose e l'animo di chi ti ascolta sarà colpito.] Cacciaguida è in un
certo senso l'alter-ego di Dante.
Dante dice a Cangrande della Scala nella Epistola che la sua opera non è fatta per essere
contemplata ma per muovere la prassi, dà quindi un grande valore alla poesia, prassi di atto.

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