Gran parte delle prime testimonianze di un impiego scritto del tedesco antico sono traduzioni dal
latino. Perché nascono? Da una parte per l'esigenza di un'approfondita comprensione del latino per
la formazione scolastica di base per i chierici e per lo studio della letteratura cristiana e classica;
dall'altra per la volontà di trasmettere ai laici che non sapevano il latino gli elementi fondamentali
del nuovo credo cristiano servendosi di testi religiosi in lingua volgare. Saranno, quindi, proprio i
testi religiosi ad essere introdotti maggiormente, soprattutto all'inizio della trasmissione scritta in
lingua volgare.
Sul piano della tecnica della traduzione si possono distinguere diversi tipi:
– vicina alle glosse interlineari sta la traduzione parola per parola, annotata tra le righe del
testo di partenza, una versione interlineare che segue meccanicamente la struttura del testo
latino, di cui costituisce un esempio la prima parte della traduzione in alto tedesco antico
della REGOLA BENEDETTINA:
– tra la versione interlineare e la glossatura ci sono stati intermedi come in un manoscritto del
tardo VIII sec., rinvenuto nel monastero di Sankt Paul, con glosse al Vangelo di Luca;
– i testi a carattere interlineare che nel manoscritto non si presentano più scritti tra le righe, ma
seguono semplicemente il latino meccanicamente come quelle interlineari ( Credo e
Paternostere, ma anche la traduzione di Taziano.
La traduzione della regola di San Benedetto da Norcia, è conservata nel cod. Sang. 916 della
Stiftsbibliothek di San Gallo. Risale alla fine dell'VIII secolo o all'inizio del IX e come abbiamo
detto in precedenza è una versione interlineare, quasi completa fino al capitolo IXV, poi lacunosa,
fino a ridursi a glosse interlineari e ad interrompersi al capitolo 67, cioè a sei capitoli dalla fine. Gli
errori di traduzione sono numerosi, sia per la tecnica usata ( la versione interlineare), sia per
l'insufficiente conoscenza del latino da parte del traduttore . La traduzione, eseguita a Reichenau è
frutto della politica di Carlo Magno mirante a regolare la vita dei conventi e a preparare i monaci al
loro compito: diffondere la religione e la cultura.