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VINCENZO CONSOLO

LA VITA
Vincenzo Consolo nasce a Sant'Agata di Militello, paese costiero in provincia di Messina.
Sesto di otto figli di un piccolo commerciante di prodotti alimentari, trascorre l'infanzia in
Val Dèmone ( una striscia di terra in cui persistono influenze arabo-spagnole). Durante gli
anni della guerra, il giovane Consolo frequenta le scuole elementari alla scuola pubblica di
Sant'Agata e le medie presso il locale istituto salesiano.
Per frequentare il liceo, si trasferisce a Barcellona Pozzo di Gotto, a circa 80 km da
Sant'Agata, dove conosce Nino Pino Ballotta, docente di veterinaria all'Università di
Messina e poeta anarchico (incarcerato durante il fascismo), il quale sarà per lui la prima
vera guida intellettuale. Incomincia a leggere opere che gli aprono la strada:
“Conversazioni in Sicilia” di Elio Vittorini e “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi;
scopre anche Verga e “I miserabili” di Victor Hugo.
Terminato il liceo Consolo si trasferisce a Milano, per studiare Giurisprudenza
all'Università cattolica, non lettere (come invece avrebbe voluto). Sceglie il capoluogo
lombardo sull'esempio di tanti scrittori dell'isola (tra i quali Verga, Capuana, De Roberto),
che avevano compiuto un'esperienza analoga. Qui conosce parecchi giovani già determinati
a portare avanti il loro progetto politico tra cui: Ciriaco de Mita e Gerardo Bianco. Conosce
anche Raffele Crovi (giovane scrittore) che avrà un ruolo importante nell'editoria, molto
vicino ad Elio Vittorini, tant'è vero che collaborò alla rivista famosa “il Menabò”; e conosce
Basilio Reale, grazie al quale pubblicherà nel 1957 il suo primo racconto, Un sacco di
magnolie, sulla rivista “La Parrucca” (rivista minore alla quale collaborarono anche
Umberto Eco, Edoardo Sanguineti) (con la firma Enzo Cunsulo), e che gli farà da tramite con
l'editore Mondadori presso cui, nel 1963, pubblicherà il suo primo romanzo, “La ferita
dell'aprile”.
E’ costretto ad interrompere gli studi per assolvere all’obbligo del servizio militare, che
compie a Roma. Ritorna in Sicilia e si laurea all’Università di Messina nel 1960, con una tesi
in filosofia del diritto dal titolo “La crisi attuale dei diritti dell’uomo”. Entra in contatto con
alcuni intellettuali rimasti in Sicilia, tra cui Lucio Piccolo (cugino di Tomasi di Lampedusa)
che abitava a Capo d'Orlando. A lui dedica: uno scritto intitolato “Il barone (era figlio del
barone Giuseppe Piccolo) magico” (che figura in un altro suo libro → LE PIETRE DI
PANTALICA, tutto dedicato alla Sicilia, agli scrittori siciliani, a vicende siciliane); e un altro
brano intitolato PICCOLO GRANDE GATTOPARDO. Incomincia a fare pratica presso uno
studio notarile, ma era un lavoro per il quale non provava alcun interesse; dunque lavora
come insegnante di educazione civica in alcune scuole agrarie dell'entroterra. In questo
periodo conosce Leonardo Sciascia, che diventa un altro suo punto di riferimento. Mentre
Piccolo rappresentava la conoscenza di aspetti più raffinati della letteratura basata sulla
ricercatezza delle immagini che si astiene dall'interessarsi alla realtà; Sciascia fu uno
scrittore più attento alla realtà siciliana, e in particolar modo alla mafia. Dunque, nel 1963,
pubblica il suo primo romanzo “La ferita dell'aprile” presso la collana mondadoriana più
sperimentale intitolata “il Tornasole”( diretta da Vittorio Sereni e Niccolò Gallo) che si
rifaceva a quella diretta da Elio Vittorini “Gettoni”. Un primo romanzo di formazione che
però non ebbe successo: venne apprezzato da Leonardo Sciascia, al quale l'autore lo inviò,
che gli consigliò di inviarlo al premio letterario Soverato, destinato agli esordienti. Su
consiglio di colui che ormai era diventato il suo maestro, Consolo lo fa, ma non vince, ebbe
solo un riconoscimento, una medaglia. (Vinse invece Salvatore Bruno, di Presicce, con
“L'allenatore”, unico suo romanzo). Nel luglio del '64, c'è il primo incontro con Sciascia a
Caltanissetta; nasce una profonda amicizia tra i due. Nello stesso periodo conosce anche
Ignazio Buttitta, poeta dialettale.
Collaborò al giornale “L’Ora” (quotidiano palermitano di sinistra diretto da Vincenzo
Nisticò, che prendeva apertamente posizione contro la mafia) nelle pagine culturali e
continuerà la sua collaborazione fino alla chiusura del giornale nel 1991. Nel '68, su
suggerimento dell'amico Basilio Reale, partecipa ad un concorso della Rai, grazie al quale
ottiene un posto come addetto ai programmi culturali della sede di Milano: Sciascia gli
consiglia di trasferirsi a Milano; Lucio Piccolo lo frena dicendogli “A Milano con tutti gli altri,
rischi di annullarti”. Inizia a fare il redattore di trasmissioni culturali: “Tutto libri”, condotto
da Giulio Nascimbeni presentava le novità in campo librario; Consolo non compariva in
televisione, ma scriveva le presentazioni. Dopo il suo trasferimento a Milano nel 1968,
tenne su “L’Ora” una rubrica settimanale dal titolo “Fuori casa” (analizza il ghetto/definito
anche “Lager” in cui vivevano gli emigrati meridionali relegati ai margini della società, al
punto che spesso giungono al suicidio). Nel capoluogo lombardo c'è grande fermento per i
movimenti politici studenteschi e per la formazione di nuovi gruppi culturali ai quali prende
parte, ponendosi anche in contrasto con la linea editoriale ultramoderata della Rai. In
questi anni milanesi conosce Caterina Pilenga, sua futura moglie. Nel 1969 esce il primo
capitolo del “Sorriso” su una rivista intitolata “Nuovi argomenti” diretta da Moravia e
Pasolini. Questo primo capitolo suscita l'interesse di Corrado Stajano il quale scrive un
articolo sul “Giorno” ( da allora diventerà amico di Consolo): articolo che dà il via alla
notorietà dell'autore, suscitando l'interesse anche dei maggiori editori italiani che gli
scrivono affinché pubblichi il libro tramite le loro case editrici. Dal 1971 collabora con “Il
tempo illustrato”, settimanale in cui pubblica un intervento a proposito di un film che esce
in quegli anni su Bronte (1972), il paesino siciliano in cui avvenne l'eccidio ad opera di Nino
Bixio durante la spedizione dei Mille: qui difendeva il regista ( attaccato da altri critici
cinematografici) dichiarando di aver letto i diciannove volumi degli atti del processo di
Bronte da cui scrive 700 schede. Intanto continua a collaborare con altri giornali: CORRIERE
DELLA SERA, MESSAGGERO DI ROMA, L'ESPRESSO, L'ORA, LA STAMPA DI TORINO.
Incomincia a diventare un nome noto.
Pubblica nel 1976, presso l’editore Einaudi, il romanzo “Il sorriso dell’ignoto marinaio” ( che
ottiene successo immediato) e diviene consulente per la narrativa italiana presso la stessa
casa editrice, in cui era direttore editoriale Italo Calvino. Da qui incomincia un periodo ricco
di riconoscimenti e premi. Durante gli ultimi anni Settanta e i primi Ottanta, l'attività dello
scrittore si limita a qualche racconto e ad alcuni saggi: affronta con impegno civile il clima
difficile della Milano di quegli anni. Ancora per Einaudi pubblica nel 1985 la favola teatrale
“Lunaria”; per l’editore Sellerio, nel 1987 pubblica il romanzo “Retablo” e per Mondadori
nel 1988 “Le pietre di Pantàlica” e scrive Catarsi, tragedia in versi. Nel '90 collabora col
fotografo Giuseppe Leone per un libro nel quale appare un suo lungo saggio: LA SICILIA
PASSEGGIATA. Nel 1992 esce Nottetempo, casa per casa, romanzo dai tratti più
autobiografici di Consolo; nel '94 pubblica la raccolta Nerò Metallicò, pubblicata per Il
Melangolo: vi compaiono 4 racconti nei quali lo scrittore mostra una vena più ironica e
leggera. Ma a questa parentesi seguono alcuni dei lavori più cupi dello scrittore: L'OLIVO E
L'OLIVASTRO (1994) e LO SPASIMO DI PALERMO ( 1998). Poi: “Il teatro del sole”, (1999)
raccolta di racconti, “Il viaggio di Odisseo ” (con Mario Nicolao – 1999), , la raccolta di saggi
“Di qua dal faro”(1999) ( articoli saggistici dedicati alla cultura siciliana), Oratorio (1999),
Isole dolci del dio (2002), Il corteo di Dioniso (2009), Pio La Torre, orgoglio di Sicilia (2009)
Ha scritto testi per musica: “L’ape iblea (1988) e “Requiem per le vittime della mafia”
(2002). Il 21 gennaio 2012 muore nella sua casa milanese.
Ha ricevuto numerosi premi letterari tra cui: Il Premio Pirandello, Strega, Grinzane Cavour,
Flaiano e Internazionale Unione Latina, Leopardi.
Sulle sue produzioni letterarie sono stati fatti convegni, tra cui : “Scrittura ed etica” alla
Sorbona di Parigi nel 2002. I suoi libri sono tradotti in Francia, Spagna, Catalogna,
Germania, Inghilterra, Portogallo, Olanda, Argentina, Romania, Brasile, Canada, Egitto.
In corso di traduzione in Serbia e in Croazia.

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