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Dannunzianesimo= una serie di atteggiamenti mentali e

comportamentali,quali il culto dela bellezza,l’idea di una vita pienamente


vissuta,la contaminazione tra arte e vita ecc

VITA

D’Annunzio nasce a Pescara nell’1863,da una famiglia borghese.Il suo vero


cognome è Rapagnetta,ma decide di modificarlo in “D’Annunzio”,che il
padre ha acquisito da un facoltoso zio adottivo.Egli compie a Pescara i primi
studi,entra al collegio cicognini di Prato,all’epoca una delle più prestigiose
scuola italiane.,dove consegue la maturità nel 1881.La lettura delle Odi
barbare di Carducci e il desiderio di fama letteraria lo inducono,intanto
appena sedicenne,lo inducono a comporre e pubblicare la prima vera
raccolta di versi “Primo vere”(1879),correndo anche il rischio di passare
inosservato,ma in realtà essa venne bene accolta dalla critica,poiché da
vero precursore dei meccanismi del marketing,egli ecogita un piano,per
riscuotere più successo,e cosi in quel periodo decise di far circolare sul
“Fanfulla della Domenica”la falsa notizia della sua morte,per via di una
caduta dal suo cavallo,incrementando cosi le vendite del suo volume.In
seguito si trasferisce a Roma,da poco capitale,ove frequenta la facoltà di
lettere,ma non terminerà mai gli studi,preferendo di frequentare la società
dei salotti,e farsi conoscere nell’ambiente lettarario,pubblicando
liriche,cronache mondane,critiche letterarie e artistiche su molti giornali
tra cui”Cronaca Bizantina””Fanfulla della Domenica” ecc Grazie all’editore
Sommaruga,pubblica nell’82 “Canto novo”,le novelle di “Terra vergine”ai
quali segue la raccolta poetica “Intermezzo di rime”(84)che suscita molto
scandolo,per la materia audacemente sensuale.

Oltre a raggiungere successo letterario,raggiunse anche quello


mondano,attraverso una vita di lusso sfrenato,di scandali,amori ecc.Amante
delle donne,sposò la duchessa di Galles,da cui avrà tre figli,ma dalla quale
poi si separò,passando ad altri amori,innamorandosi di Barbara Leoni.Ella
riveste il ruolo di una vera e propria musa per lui,grazie a lei egli riesce ad
accumulare idee e materiali utili per i suoi capolavori,ad es. ne il “ Trionfo
della morte”,la protagonista femminile,”Ippolita Sanzio”si ispira proprio ad
essa.Nel 88,per un paio di mesiegli si dedica intensamente alla stesura del
suo primo romanzo “IL PIACERE”,che ottenne un successo tale da metter
ein ombra quello di un altro grande romanzo,pubblicato nello stesso anno
da Verga”Mastro Don Gesualdo”.Nel 1890 egli si trasferisce a Napoli,dove
collabora al “Mattino” e continua la pubblicazione raccolte poetiche e di
prose,tra cui “il poema paradisiaco”(1893)il romanzo
“l’innocente”(1892).Quest’ultimo nonostante fosse stato rifiutato da Traves
inizialmente,ha comunque un grande successo,anche fuori dall’Italia,per
esempio in Francia,dove viene ammirato da Proust.Intanto egli avvia una
relazione con la sig.Cruylaas,già madre di quattro figli,nonostante ciò essi
ne avranno altri due:Renata e Gabriele.In seguito viene a mancare il
padre,e di conseguenza decide di fare ritorno in Abruzzo,e di completare
“Trionfo della morte”nel 94;nell’anno successivo egli pubblica “Le vergini
delle rocce”.Le opere di questo periodo,risentono della teoria del
“superuomo”,ripreso dalla filosofia di Nietzche.Nello stesso
anno,intraprende un viaggio in Grecia,insieme ad alcuni
amici,un’esperienza alla base della poesia “La citta morta” e “Maia”.Nel
95 dell’ottocento a Venezia incontra la famosa attrice Eleonora Duse,con la
quale intraprende una relazione amorosa durata poi circa un decennio.Dopo
aver viaggiato molto,si trasferiscono a Firenze nella villa “La
capponcina”dove conducono una vita lussuosa,tra levrieri,cavalli,preziosi
oggetti d’arte ecc,incurante dei debiti che continuavano a crescere.
Questa relazione e la poetica superomistica di D’annunzio,lo inducono a
cimentarsi anche nel campo teatrale,produzione inaugurata dalla “Citta
morta”,seguito da numerosi altri lavori nutriti di spiriti nazionalistici:La
gloria,la gioconda,Francesca da rimini,i quali hanno poco successo,eccetto
“la figlia di iorio” del 1903,che gli conferisce il successo teatrale.Nel
1900,egli abbandona temporaneamente la poesia,pubblicando a marzo il
romanzo “il fuoco”in cui la figura femminile si ispira alla Duse.

Gli anni a cavallo tra i due secoli,sono caratterizzati da una febbrile attività
letteraria,che si esprime sia nelle opere teatrali che nella prosa,soprattutto
con il progetto delle LAUDI,i cui primi tre libri
“Maia,Elettra,Alcyone”pubblicati tra il 1903 e il 1904,segnano il momento
più significativo della poesia dannunziana.Egli si impegna anche in
politica,facendosi eleggere nel 1897 come deputato della destra nel
collegio di Ortona.In seguito però,nel marzo del 1900,al tempo
dell’ostruzionismo della Sinistra,contro le leggi repressive del governo
Pelloux,passò clamorosamente all’estrema sinistra,dicendo che come uomo
di intelletto”andava verso la vita”. Intanto la relazione con La Duse volge
ormai a termine.Nel frattempo anche la sua situazione economica si fa man
mano sempre più drammatica,tant’è che è costretta a fuggire,recandosi in
Francia,dove resterà per cinque anni.Tuttavia mantiene i rapporti con la
patria,inviando al “corriere della sera”le prose di memorie poi raccolte
sotto il titolo di “le faville del maglio”.Nel 1914 tenta il successo
nell’industria cinematografica,firmando la sceneggiatura di Cabiria.

Una volta tornato in Italia,nel 1915 uno dei suoi bersagli principali di
D’Annunzio fu Giolitti.L’occasione di D’annunzio per ritornare con un’azione
eroica gli fu offerta dalla Prima guerra mondiale dove si distingue per la
sua posizione accesamente interventista(uno dei maggiori rappresentanti
dei Nazionalisti).I discorsi a favore dell’entrata dell’italia nel
conflitto,influenzarono le folle a sostenere l’entrata in guerra dell’Italia,in
particolare con un discorso a Roma,dove aizzò la folla a sostenere l’entrata
in guerra ed istigandola al contempo a scagliarsi contro Giolitti.Allo scoppio
della guerra,sebbene già cinquantenne,si arruolò volontario
nell’esercito.Ferito all’occhio destro in un incidente di volo è costretto a
una temporanea cecità,e dal 1916 inizia la composizione del “
Notturno”.Nel 1918 compie numerosi azioni di valori,tra cui “La beffa di
Buccari”,il cui consiste in un attacco condotto da 3 torpediniere
italiane,contro la flotta austriaca ancorata nella rada Buccari,in Croazia;in
seguito “il volo su Vienna”,compiuto da una squadriglia di apparecchi che
lanciarono sulla città migliaia di manifesti tricolori.Finita la guerra,poiché
gli alleati non volevano riconoscere l’annessione di Fiume all’Italia,(ancora
in possesso dela Jugoslavia)nel 1919,con i suoi legionari,parti da Ronchi e
occupò Fiume fino al Natale del 1920,dove proclama uno Stato
indipendente:”la reggenza italiana del Carnaro”,dove vara una costituzione
provvisoria provvisoria che si basava su un modello di società che si
attingeva all’età comunale e al corporativismo e dalla quale Mussolini
prenderà spunto per la propria dottrina politica economica.Ma nel 1920,egli
e le sue truppe sono costretti a ritirarsi,poiché vennero assediati dalle
truppe del governo di Roma presieduto da Francesco Nitti.

Dopo l’impresa di Fiume, ,visse fino alla sua morte avvenuta nel 1938,a
Gardone Riviera vicino Brescia,sulle rive del lago di Garda,nella villa
Cargnacco da lui acquistata e chiamata “il vittoriale degli italiani”perché in
essi si raccolsero numerosi cimeli della Grande guerra.Essa viene arredata e
finanziata dallo Stato,e dopo la morte di D’annunzio,viene ereditata dallo
Stato stesso,in onore del poeta.Essa rappresenta una sorta di museo delle
sue gesta,circondato dal lusso e accudito dal suo amante Baccarà,dove
D’annunzio vive appartato e controllato dalle spie di Mussolini,che
ufficialmente lo esalta come vate della patria,ma che al contempo ne teme
la forte personalità.Egli celebra con scritti,’l’impresa di Etiopia,ma non si
schiera mai apertamente con Mussolini.Tuttavia,il consenso al fascismo,è
dettato da motivi utilitaristici,per poter dunque usufruire di sovvenzioni
notevoli.Ha un rapporto abbastanza articolato con il fascismo,perché se da
un lato firmò il manifesto degli intellettuali dei fascisti insieme a
Marinetti,dall’altro non si schierò mai apertamente con Mussolini,non prese
mai la tessera del Partito Fascista. Mussolini lo stimava e da egli ne riprese
motti,simboli idee,ma allo stesso tempo lo temeva,e per distrarlo dalla vita
politica,gli assegno varie carichee cosi,con l’annessione di Fiume ,nel
1924,egli viene nominato da Mussolini:Principe di Montevenoso.Tra il 27 e il
36,egli ordina i suoi scritti nei 49 volumi dell’”opera omnia”.Avviato a una
graduale decadenza fisica,egli trascorre gli ultimi anni della sua
esistenza,in un crescente isolamento,fino al 1938,quando muore stroncato
da una forte emorragia cerebrale.

In D’Annunzio possiamo notare una forte tendenza nazionalistica,tuttavia


questa tendenza non è legata a delle vere e proprie posizioni politiche,nel
senso che la sua carriera politica non è da leggere come una prospettiva
ideologica,ma si basa sul fatto di voler sempre essere al centro
dell’attenzione e di voler appartenere sempre al gruppo vincente.

IL PENSIERO E LA POETICA

L’opera dannunziana è costituita da numerosi testi,caratterizzati da una


varietà di forme,temi e e generi:poesie liriche,novelle,romanzi,prosa
d’arte,testi teatrali.Ciò potrebbe dare l’impressione di dispersività,ma in
realtà tutta la sua opera letteraria si ispira a uno spiccato sperimentalismo-
Egli infatti seppe accogliere e riproporre gli spunti letterari più
diversi,combinando modelli antichi e moderni e rivisitandoli secondo le
proprie tecniche letterarie,in più modi;D'Annunzio era poi solito
appropriarsi di pagine,idee,spunti altrui,insomma veri e
propri«furti»letterari,più volte rimproveratigli dai suoicritici,ma di cui non
si pentì mai,rivendicanod le ragioni della propria libertà artistica.
Da tale sperimentalismo scaturirono sia la varietà dei modi metrici
dannunziani sia la ricchezza delle sue scelte
linguistiche,spesso«antiche»in contesti«moderni» Tali manifestazioni
rivelano il desiderio del poeta di essereil dominatore della parola,il
manipolatore della tradizione del passato(tutti gli autori,le forme ecc.)
ESTETISMO

Estetismo è in primo luogo culto della sensazione,cioè esaltazione di ciò


che ricade nella sfera dei sensi,della corporeità,dell'istinto.Come gli altri
scrittori decadenti europei,D'Annunzio tende a degradare quanto era,per i
romantici,il «sentimento»,il desiderio di assoluto,l'apertura al
trascendente e all'eterno.In una logica decadente,tutto ciò si riduce e si
banalizza:la sensazione diviene l'unico criterio,terreno e paganeggiante, per
conoscere la realtà.In una stretta correlazione tra vita e arte,D’annunzio si
impegna a incentrare la propria esistenza e la propria opera sulla ricerca di
sensazioni raffinate ed esaltanti,all’insegna del culto della bellezza,intesa
come unico vero valore,al di là e al di sopra della morale,e analogamente
nelle sue opere esalta la ricerca del bello e il principio decadente dell’arte
per l’arte,secondo cui l’opera deve valere in primo luogo per il suo valore
estetico.Questi principi,trovano espressione soprattutto nel romanzo “il
piacere”in cui la scelta del protagonista di Sperelli di isolarsi dal grigiore
del mondo borghese è in realtà una risposta aristocratica alla crisi dei valori
dell’arte nella moderna società capitalistica,ma che finisce per risolversi in
una sconfitta a causa della debolezza interiore del personaggio.D’Annunzio
rifiuta i meccanismi del mercato,perché non considera l’opera d’arte come
un prodotto da vendere,però al contempo lo considera un modo per far
parlare di sé,per creare scandalo e facendo paralre di sé.

Superomismo=Successivamente,negli anni ottanta, l’intera produzione


dannunziana,subisce una radicale svolta,dovuta all’incontro con la musica
di Wagner e con la filosofia di Nietzche.Egli infatti ispirandosi a lui,da vita a
una nuova figura letteraria che rompe gli stereotipi del Decadentismo;
quindi alla figura dell’esteta,si sostituisce il superuomo,un individuo
eccezionale,, superiore alla massa ,oppositore alle convenzioni borghesi
che vuole imporre la propria volontà di potenza sul mondo.E’un individuo
dotato di un’energia creatrice che lo pone al di là delle regole morali.
Analizzando il brano”vergine delle rocce” ,si nota l’intera ideologia politica
superomistica di D’annunzio.In primis la figura dell’esteta è inglobata in
quella di superuomo, possiamo vedere il superuomo come un’evoluzione
dell’esteta che non deve più isolarsi per sottolineare la propria
eccezionalità , ma deve impiegare tutte le sue energia nella lotta mirata al
cambiamento della realtà,proponendosi come una “guida”per il
popolo,trasformandosi in un poeta-VATE,che si propone di guidare le masse
anche assumendo atteggiamenti antidemocratici. Non condivide i valori
affaristici e della società borghese dell’epoca,mirando essenzialmente
all’accumulo di ricchezze.Assume quindi un atteggiamento
antidemocratico,poiché sostiene che principi democratici ed egualitari
indobiliscano il superuomo.Infatti la superiorità del superuomo gli permette
il diritto di imporsi sulle masse e instaurare una sorta di gerarchia.Quindi
egli ha il compito di far riemergere la propria patria,l’Italia,dall’abisso in
cui è sprofondata e riportarla all’antica grandezza dell’epoca romana ,di
restaurare una nuova aristocrazia in grado di ripristinare il reale valore
della bellezza,perduta a causa dell’influenza borghese.

il mito del superuomo è una risposta ideologica alla crisi che l’intellettuale
stava vivendo all’epoca.Infatti la figura dell’artista in seguito alla
affermazione della società borghese,perse quell’aspetto che gli permetteva
un’elevata posizione socile e fu costretto a svolgere compiti che non
tollerava.Egli non volendo farlo si impone il compito di guidare l’elite verso
il meritato dominio e di riscattare l’Italia dalla decadenza che stava
attraversando.

Panismo=Un’altra caratteristica sovrumana è il panismo(da Pan,dio reco


della natura e dei boschi),data dalla sua capacità di entrare in perfetta
comunione con la natura e di trarne energia,mediante l’immersione totale
nella natura., in particolar modo si vede dalla lettura dell’Alcyone. Questo
sentimento naturalistico è un aspetto del simbolismo che cerca delle
segrete corrispondenze fra l’uomo e la natura.,esso si accompagna spesso
alla ripresa dei miti della Grecia classica,simbolo di un’esistenza libera e
gioiosa,a contatto con la natura e origini stesse dell’ispirazione poetica,che
si contrappone allo squallore della società industriale.Lo strumento
privilegiato per la totale fusione dell’io con la natura è per lui la parola
poetica,sfruttata in tutte le sue potenzialità espressive e evocative. Vi è un
linguaggio raffinatissimo,e che sembra avvolgere la pagina di un’aura
suggestiva e musicale,attraverso scelte lessicali insolite e spesso
arcaizzanti.Fondamentale è la musicalità del verso,ottenuto attraverso il
frequente rifiuto di schemi metrici precostituiti e quindi grazie alla scelta
del verso libero,ricco di risonanze foniche interne. ,frequenti
metafore,analogie,sinestesie.
SPETTACOLARIZZAZIONE= (della propria vicenda autobiografica,sfrutta i
nuovi meccanismi di comunicazione creati dalla società di
massa.)D’Annunzio capi’chiaramente la portata delle trasformazioni
prodotte dalla seconda rivoluzione industriale e dall’avvento della società
di massa. Ad esempio, ha sfruttato a proprio vantaggio i meccanismi della
comunicazione chepassava attraverso i massmedia: i suoi gesti provocatori
ed eccentrici, come farsi fotografare nudo, vita da principe,, esprimersi in
termini scandalosi,amplificava la fama di d’Annunzio, trasformando le sue
opere in oggetti di culto

LIRICHE PERIODO GIOVANILE

La poesia dannunziana,è caratterizzata da un incessante sperimentalismo di


temi e scelte stilistiche,in un continuo variare di modelli che si riflette in
raccolti tra di loro anche molto distanti.Essi sono caratterizzati da una
profonda sensualità e da un’intensa musicalità.

PRIMO VERE-1879-(prima raccolta poetica di d’annunzio)

Si tratta di trenta testi di ispirazione carducciana,ma già segnata da una


tendenza tipicamente “dannunziana”,una sensibilità decadente con un
impianto di tipo classicheggiante.Con Primo vere, l'autore vuole raccontare
la sua età giovanile,nella quale si affaccia per la prima volta alle gioie della
vita e dell'amore. Sono riscontrabili le influenze di Carducci,in particolare si
evidenziano alcune espressioni e immagini tipiche di Carducci, nonché l'uso
del metro barbaro e d'altra parte, il libro, come confessato dallo stesso
autore, era nato sotto lo stimolo delle Odi carducciane.

CANTO NOVO-1882-(seconda raccolta poetica)

Al di là della ripresa metrica barbare di matrice carducciana,sono già


evidenti i temi tipici della sua maturità letteraria:fusione tra soggetto ed
elementi naturali,esaltazione dell’erotismo e della corporeità e un intenso
vitalismo.E’ suddiviso in due sezioni ed è la cronaca in versi di un’estate
trascorsa dal poeta in compagnia di una donna amata.

LIRICHE DEL PERIODO ROMANO


INTERMEZZO DI RIME-1884-

Raccolta poetica decadente, raccoglie numerosi sonetti e due poemetti che


risentono dell’influenza dei raffinati poeti francesi del tempo, in
particolare di Baudelaire, cui ricorrono immagini di distruzione e
corruzione, che puntò sulla provocazione della tematica amoroso-
erotica,tanto che scatenò accese polemiche..

ISOTTEO-1886-

raccoglie le poesie dedicate alla leggendaria figura della principessa Isotta


e scritte originariamente per un volume dal titolo “Isaotta Guttadauro e
altre poesie”. Tratta il tema erotico ambientato nella corte nobile tra il 300
e 400.Sono particolarmente importanti quattro sonetti dedicati al poeta
Giovanni Marrani, nei quali D’Annunzio esprime ciò che intende per poesia:
una sottilissima ricerca di sensazioni che espressa nei versi diventa l’azione
più nobile di tutta la vita.

CHIMERA-1886-

raccoglie le poesie scritte per il volume “Isaotta Guttadauro e altre poesie”


e non comprese nell’Isotteo,ED è una raccolta interminabile di oggetti e
situazioni descritte come in un incubo o in un’allucinazione

ELEGIE ROMANE-1892-

il titolo è lo stesso di una raccolta di poesie che Goethe dedicò a Roma.


L’opera comprende 25 elegie nelle quali si disegna la storia di un amore
infelice, secondo un filo narrativo ambientato a Roma.

ODI NAVALI- 1893-

Esse celebrano nazionalisticamente la contemporanea Marina italiana. Gli


strumenti della retorica classicistica sono dispiegati per esaltare la bellezza
e la potenza delle navi. Scritte sotto l’influsso di un episodio autobiografico
che aveva entusiasmato il giovane D’Annunzio in crociera sull’Adriatico, le
Odi contengono alcuni componimenti scritti per la morte dell’ammiraglio
Saint-Bon (1892), valoroso comandante e poi ministro.

POEMA PARADISIACO -1893-


(Fase conclusiva del periodo romano)D’annunzio abbandona le tematiche
erotiche ed estetizzanti per sperimentare una poesia diversa,incentrata sui
temi intimistici del ricordo e dell’innocenza,in uno stile più prosastico,che
riprende la poesia dei tardo-simbolisti francesi e belgi. La figura che
traspare da questo canzoniere è quello di un poeta e di un uomo delicato,
malinconico, che si avvicina quasi con nostalgia ad un mondo familiare e
genuino, fatto di cose semplici: il Poema paradisiaco è l’opera più
“pascoliana” di D’Annunzio, che sia nella poesia che nella prosa ci ha
abituato a scatti energici ben diversi da quelli presenti nella silloge di
poesie in questione.
Attraverso una personale rielaborazione del simbolismo viene osservata la
realtà e un’inquieta malinconia scopre segrete analogie fra gli oggetti in cui
sembra risuonare l’eco di realtà più profonde. L’opera si svolge entro una
coerente struttura formale che dalla dedica alla nutrice, richiamo diretto ai
valori familiari, giunge fino alle tre sezioni degli Horti, nelle quali sono
illustrate le tappe ideali del percorso verso la purezza interiore e il riscatto
morale.il primo =Maria Gravina,il secondo =rievocazione dell’amore per
Barbare Leoni,il terzo= recupero dell’innocenza e dell’altruismo
Celebre la poesia Consolazione, in occasione di un ritorno alla casa natale.

TEMI del poema paradisiaco=Nuove tematiche della bontà e delle


aspirazioni evangeliche,bisogno interiore di rinnovamento,di una nuova
sperimentazione artistica; bisogno di protezione di equilibrio, di armonia e
di pace,degli affetti familiari,che servono come base essenziale per una
nuova forma di espressione poetica aperta agli influssi del Simbolismo
francese.Una poesia più profonda e discreta,tuttavia non meno egocentrica
e preziosa.Viene approfondito il tema del ricordo,ci sono frequenti
riferimenti quotidiani,particolari realistici e concreti che rimandano al
vissuto.

LE LAUDI DEL CIELO,DEL MARE,DELLA TERRA E DEGLI EROI

Sono le raccolte poetiche della maturità di D’Annunzio e furono progettate


in seguito al viaggio in Grecia del poeta nel 1895 solo nel 1899.Da
un’originale sintesi tra il superomismo e simbiosi con la natura nasce
l’ambizioso progetto delle “Laurdi del Cielo,del Mare,della Terra e degli
Eroi”.Secondo il progetto iniziale,le liriche dovevano essere divise in sette
libri,quante sono le stelle delle
Pleiadi(Maia,Elettra,Alcyone,Merope,Asterope,Taigete e Celeno),ma
D’Annunzio riusci’ a comporne solo 5:Maia,Elettra,Alcyone,Merope e i Canti
della guerra latina.In particolare i primi tre libri(M,E,A)costituiscono un
insieme unitario.

MAIA-1903-

Maia è composto dopo Elettra e Alcyone ma viene inserito come poema


introduttivo della raccolta poetica; Questo libro comprende ventuno canti
di diversa lunghezza.Il sottotitolo è lode della vita,e si tratta appunto di
una lode entusiastica e sensuale di una vita eroicamente concepita. Ed è
questo uno dei temi centrali del libro, ovvero la possibile comunione con la
natura e la sua forza vitale, che permette di raggiungere la felicità. Maia si
presenta quindi come un’esaltazione alla vita.Laus vitae indica questo
intento celebrativo -, una vita nuova di cui sono degni solo gli eroi o i
superuomini. In questo libro emerge il tema del superuomo.Il poema si apre
con la celebrazione dell’eroe Ulisse e con l’annuncio della resurrezione del
Dio pagano Pan. Il libro tratta dunque il viaggio metaforico del poeta prima
nella Grecia classica, simbolo della perduta comunione tra uomo e natura,
poi nell’Agro romano e nella Cappella Sistina, simboli del rinascenza latina
e del raggiungimento dell’ideale eroico, e infine nel deserto africano, dove
il poeta incontra Felicità e Libertà. Maia si chiude con la Preghiera alla
madre immortale e con il saluto Giosué Carducci, maestro spirituale e
modello dei primi componimenti di D’Annunzio.

ELETTRA -1904-

Venne pubblicata con l’Alcyone nel 1904, è il secondo libro delle Laudi e si
presenta come raccolta di liriche in cui è molto evidente la sua ideologia
nazionalistica,e l’esaltazione e celebrazione dell’eroismo e del mito del
superuomo. La raccolta unisce componimenti celebrativi di eroi del passato
dedicati all’impresa dei Mille e di figure illustri di “eroi” come, Victor
Hugo,Bellini,Vittorio emanuele II Dante e Verdi. Dopo i canti eroici,seguono
le liriche della “Città del silenzio”,in cui si evoca lo splendore di alcune
città italiane Ferrara, Pisa e Ravenna,Rimini,Perugia ecc..fin qui.
L’Italia viene celebrata nel Canto augurale per la nazione eletta, in cui il
sentimento patriottico di D’Annunzio diventa sempre più forte fino a
giungere a concezioni nazionalistiche.

MEROPE -1912-

Il quarto libro della raccolta,comprende 10 “canzoni delle gesta


d’oltremare”,in cui viene celebrata l’impresa coloniale italiana in Libia.E’
presente una forte esaltazione sadica e compiaciuta della violenza e della
sopraffazione,con toni razzisti.

ALCYONE

E’ il terzo libro delle Laudi,composto tra giugno 1899 e novembre 1903.


Questo libro è considerato il capolavoro della poesia decandentisco-
simbolista. L’opera,si presenta come una sorta di diario dell’estate in
Versili,trascorso con la sua amata Eleonora Duse(idealizzata nella figura
classica di Ermione).In questo libro egli tralascia la tematica superomistica
per abbandonarsi a una celebrazione della natura in cui si fondono poesia e
sensualità., l’uomo si immerge nel paesaggio in cui si trova e si identifica
con tutti gli elementi naturali. A sua volta la natura viene umanizzata in un
ritmo melodico vitale e armonico. Il superuomo diventa colui che riesce a
immedesimarsi nella natura. La struttura del libro è diversa dai primi
due,esso è articolato in cinque sezioni,separate tra loro da inni in onore di
Dionisio,dio dell’ebrezza e del vitalismo. e in totale si tratta di 88 testi
distinti da specificità tematica,e a partire dalla seconda sono precedute da
un testo breve dal titolo in latino che annuncia il tema,( fondere il modello
moderno della lirica e quello classico tradizionale).Ogni sezione è
caratterizzata dal riferimento a un momento stagionale e a un ambiente
naturale-paesaggistico,da uno stato d’animo.La raccolta si apre da un testo
intitolato “La tregua”proprio perché costituisce una “tregua”del superuomo
e il testo iniziale infatti chiarisce il desiderio del poeta di trovare un
momento di riposo dalla tensione eroica del superuomo delle raccolte
precedenti per rigenerarsi attraverso il contatto diretto con la natura.

Dunque le liriche delle diverse sezioni seguono le fasi dell’andamento


dell’estate,a partire dalla primavera fino all’autunno.
La prima sezione=è ambientata nel mese di giugno nel paesaggio agreste tra
Fiesole e Firenze,i testi che la compongono sono delle lodi (o
“laudi”pagane) di luoghi,piante,delle diverse ore del giorno e dell’estate in
arrivo, il testo più antico del libro è “La sera fiesolana”.

La seconda sezione=è ambientata a luglio a Versilia; ed è in questa sezione


che si trovano i testi più famosi, come La pioggia nel pineto. L’uomo tende
a identificarsi nella natura perdendo la propria identità.

La terza sezione= La terza sezione è introdotta dall’inno in onore del Dio


marino Glauco, ed è incentrata su figure mitiche e sulle metamorfosi e
comprende anch’essa testi dedicati all’estate piena e qui al panismo si
mescola molto la teoria del superuomo..

La quarta sezione= La quarta sezione è ambientata dalla fine di agosto ai


primi giorni di settembre ed è dedicata all’estate che sta terminando e
però anche ai primi segni autunnali.

La quinta sezione=è l’ultima,ed è ambientata alla fine dell’estate,in


settembre.Domina l’idea,della fuga del tempo,dell’estate che se ne va con
il sopraggiungere dell’autunno.Il libro è chiuso dal testo poetico “Il
commiato”,in cui vengono ceebrati i luoghi versiliani che hanno ospitato
l’ambientazione dei testi poetici durante l’estate ora finita.Il testo
contiene anche un saluto e una dedica a Pascoli.

Valenza simbolica estate=giovinezza,minacciata dalla decadenza


fisica,vigore della creatività artistica,cicli della civiltà.

L’esplosione dell’estate sembra confermare la possibilità di far rivivere il


mito nel mondo moderno,ma l’avanzare dell’autunno mette fine a questa
illusione.

TEMI DI ALCYONE=Alcyone è il capolavoro di D’Annunzio,è la prova più


raffinata e varia della poesia dannunziana.Non c’è varietà di temi ma
variazione di temi,i temi rappresentati sono assai pochi,ripetuti e riproposti
in maniera diversa:La vicenda narrativa è molto semplice,D’Annunzio vuole
descrivere gli stati d’animo,le sensazioni vissute in estate.Le figure di
donna che ci sono spesso rappresentate da Eleonara Duse,sono figure
sfuggevoli, Le avventure del protagonista si sovrappongono ai modelli
classici che la ispirano:i luoghi della Toscana=Grecia classica e arcaica.

In tutto i temi principali sono tre:


Lo scambio naturale e umano=l’eroismo del superuomo dannunziano
consiste nell’eccezionalità di fronte agli altri uomini,verso i quali egli
rivendica un’identità forte e superiore.Al cospetto delle realtà naturale
invece,il superuomo perde la propria identità personale, ,per assumere
l’identità del paesaggio che lo ciroconda.Questa fusione può giungere fino
alla “vegetalizzazione”dell’umano=rappresentazione vicenda vista dalle
piante.
Altre volte l’identificazione avviene con creature animali,di solito desunte
dal mito classico.In generale l’Alcyone rappresenta una capacità di entrare
in contatto diretto con la natura,di ascoltare la sua voce,di vivere le sue
misteriore.

La ritualizzazione del mito =Perché la natura possa assumere questa


funzione privilegiata,è necessario restituirle la verginità distrutte dal
mondo moderno.L’unico modo attraverso cui è possibile farlo consiste nel
recupero del mito.D’Annunzio rivitalizza il binomio mito-natura,da una
parte recupera i grandi miti naturali della classicità, dall’altra rappresenta
la propria vicenda in termini mitici.

L’esaltazione della parola,dell’arte,della figura del poeta.Ciò permette di


stabilire un nuovo contatto tra l’autenticità interiore dell’io e rivelazione
naturale è la parola poetica.E’ dunque essa lo strumento che permette di
recuperare il mito..;il poeta è colui che possiede un privilegio
artistico ,perché è l’unico che riesce a indagare i misteri della natura.

Estetismo e panismo sono due facce della stessa medaglia,e da qui la sua
figura del poeta sacerdote (vate) che è in grado di accedere alla sfera
privilegiata dei significati (corrispondenze).

LO STILE-LA LINGUA-LA METRICA

Alcyone è il libro più sperimentale di D’annunzio;è presente la ricerca di


novità con cui dovranno misurarsi i poeti successivi.D’annunzio mostra una
notevole abilità nel suggerire sensazioni e stati d’animo attraverso uno stile
in cui la parola si carica di suggestioni analogiche e di una intensa ricerca di
musicalità,ottenuta con la sapiente disposizione delle rime,delle assonanze
e dei giochi fonici,in schemi ritmici che approdano talora al verso libero.

LA PIOGGIA NEL PINETO=

Il componimento appartiene alla sezione centrale dell’Alcyone,ed è la lirica


più nota e più rappresentativa della raccolta,la quale riusciamo a capire
come l’uomo si fonda con la natura=naturalizzazione,e come la
natura=umanizzazione D’Annunzio e la sua
compagna,Ermione,stanno passeggiando in una pineta in riva al
mare,quando ad un certo punto scoppia un temporale.La coppia si inoltra
nel folto del bosco e in una sorta di metamorfosi,si trasformano pian piano
essi stessi in elementi vegetali.Dunque entrano in stretto contatto con la
natura.Egli più volte invita la sua compagna a restare in silenzio,al fine di
ascoltare con attenzione i suoni emessi dalla natura.Piove e la pioggia non è
altro che una manifestazione della natura che avvolge e riveste il
tutto.Ermione(nome della figlia di Menelao ed Elena della mitologia greca
con il quale il poeta si riferisce a Eleonora Duse.

NATURALIZZAZIONE E UMANIZZAZIONE:. Ermione e il poeta divengono


sempre più simili alla natura che li circonda e in essi si compie una sorta di
metamorfosi che progressivamente li rende uguali agli elementi
naturali.Egli mette in evidenza, in particolare, la metamorfosi sulla quale si
basa tutta la lirica: la trasformazione sua e della sua compagna in elementi
vegetali via via che riescono a fondersi con la natura. La pioggia nel pineto
colpisce, infatti, per il tema panicoper la trasformazione vegetale dei
personaggi.
PROCESSO DI METAMORFOSI=D’annunzio ed Ermione si trasformano
divenendo un tutt’uno con la vita vegetale che li circonda.La forza della
trasformazione è ribadita dal carattere purificatore della pioggia,che quasi
lava i protagonisti dalle ultime scorie di civiltà e storia.

Tema dell’amore= il poeta parlando della pioggia estiva sottolinea come


questa rigeneri non solo la natura,ma anche l’anima dei due innamorati,i
quali continuano ad abbandonarsi all’amore,ma con la consapevolezza che
si tratti solo di una favola bella che li ha illusi in passato e continua ad
illuderli.La “favola bella”dà a questo componimento una struttura
circolare.

METAPOESIA=La fusione panica,è inoltre resa possibile dalla capacità di


D’Annunzio utilizzare una ricca partitura fonico timbrica:il gioco di
rime,rime interne,assonanze,consonanze,alliterazioni e richiami di suono e
di significato,variazioni di motivi simili raggiungono il massimo della
concentrazione e di intensità.La parola poetica la ricrea con effetti di
grande suggestione sonora,parole che creano una musicalità nuova.Per
riuscire ad entrare in empatia con con la natura,egli trasforma le sue parole
in musica.D’Annunzio finisce per cantare contemporaneamente l’evento
naturale e la propria poesia che nel suo svolgersi si propone come un evento
pari,per intensità e musicalità,alla pioggia di cui si parla.Dunque la poesia
parla anche di se stessa,si presenta come una metapoesia,in cui D’Annunzio
celebra la forza della propria arte.
LE PROSE BREVI

Le novelle giovanili di D’Annunzio,sono la Terra vergine,e le novelle della


Pescara:

TERRA VERGINE-1882-

Questa raccolta di novelle,fu pubblicata da D’Annunzio nel 1882,ed è


ispirata alla Vita dei campi di Verga,(per quanto riguarda
l’ambientazione)anche D’Annunzio rappresenta figure e paesaggi della sua
terra,l’Abruzzo,anche se sia la tecnica narrativa,assolutamente lontana
dall’impersonalità,sia la rappresentazione della realtà rurale come luogo di
istinti primordiali sono distanti dal verismo. in questa natura esplodono
passioni primordiali come l’eros e la violenza.Il compiacimento per le
barbarie si esprime in una contnua intromissione del narratore nella vicenda
all’opposto dell’impersonalità verista.

Anche i successivi racconti giovanili,si ispirano ad altri grandi narratori del


periodo,in particolare narratori francesi:Flaubert,Maupassant,Zola.Molto
simili sono dunque anche le novelle successive:il libro delle vergini e San
Pantalone,poi riunite con alcune modifiche,nelle NOVELLE DELLA
PESCARA-1902.

D’Annunzio nel 1911,inizia a pubblicare delle prose brevi sul “corriere della
sera”,unificate dal titolo “FAVILLE DEL MAGLIO”,ossia volumi di prose,molto
autobiografiche, scritte in Francia;Essi sono Il venturiero senza ventura e
altri studi del vivere inimitabile (1924), dedicato alla Duse, e Il compagno
dagli occhi senza cigli (1928), sorta di testamento della propria
esistenza.Contemporanee alle Faville furono le prose di Contemplazione
della Morte (1912), dedicate alla commemorazione di Pascoli e dell’amico
francese Henri Brémond.

Il frutto più significativo dell’ultimo periodo della sua produzione letteraria


è il “NOTTURNO”-1921 Una raccolta di frammenti scritti durante la prima
guerra mondiale,nel 1916,durante un periodo di convalescenza e
cecità,accudito dalla figlia Renata a Venezia; Pubblicato solo nel 1921 e
suddiviso dall’autore in 3 parti,dove scrisse tutte le sue sensazioni e le sue
percezioni .D’Annunzio defini quest’opera “commentario delle tenebre”.Le
caratteristiche di questa stagione dannunziana sono la presenza del
frammento e l’uso di espressioni frantumate e D’annunzio è molto più
intimo.Dunque non comprende una struttura artificiosa e una trama
complessa,ma si basa sul frammento.Le frasi procedono per libere
associazioni di sensazioni.

ROMANZI DI D’ANNUNZIO
come i romanzi ciclici dell’Ottocento,egli progetta un ciclo di romanzi
strutturato in TRE TRILOGIE:LA ROSA-IL GILGIO-IL MELOGRANOd,i cui
protagonisti sono la proiezione dello stesso D’Annunzio.Si tratta di un nuovo
tipo di romanzo,caratterizzato dalla descrizione di sensazioni raffinate,stati
d’animo eccezionali e uno stile molto elevato.

1)ROSA=fiore che rappresenta l’amore e la passione.Il primo romanzo di


D’Annunzio,appartenente a questo ciclo è “IL PIACERE”considerato un
romanzo autobiografico,poiché il protagonista Andrea Sperelli,rappresenta
proprio D’Annunzio.Scritto tra l’estate e l’autunno del 1888 nei pressi di
Pescara e pubblicato nel 1889,un’opera che riscuote grande successo ma al
contempo suscita anche scandalo e polemica per l’evidenza immoralità del
protagonista. Il protagonista è dunque Andrea Sperelli,uomo per cui l’arte
è un valore assoluto,la vita stessa viene concepita come l’arte,perché
l’arte per l’arte non è solo un programma estetico,ma anche un vero e
proprio stile di vita. D’Annunzio era partito dal proposito di illustrare gli
effetti negativi degli eccessi sensuali sull’indole del protagonista, in realtà
narra le vicende di un nobile raffinato cresciuto nel culto della bellezza,
(arte per l’arte).Quindi nel romanzo troviamo piena espressione della
poetica dell’estetismo,che in quegli stessi anni veniva accolta nel romanzo
di Huysmans e di Wilde.TRAMA=articolata in quattro libri:Il conte Sperelli
dopo la fine della sua sensuale relazione con Elena Muti,che lo ha
abbandonato per sposare il ricco lord Heathfield,cerca consolazione in
diverse avventure galanti.Ferito in un duello, durante la convalescenza in
campagna conosce Mari Ferres,una donna sposata dolce e spirituale,che
finisce col cedere alle lusinghe.Incerto tra Maria ed Elena e durante il primo
incontro con Maria,egli si lascia sfuggire il nome di Elena,provocando la
fuga della donna.La conclusione del romanzo è il fallimento del
protagonista e del suo progetto di esteta. La struttura del romanzo è molto
complessa,poiché la narrazione in realtà inizia a metà vicenda,mentre
Andrea attende di rincontrare Elena e la prima parte viene rievocata
attraverso un ampio flashback.Più che gli eventi esteriori,più importanti
sono i pensieri e le ambizioni del protagonista,di cui viene ambiguamente
messo in luce l’amore per l’arte e per il bello,ma anche l’egoismo e la
profonda debolezza morale,che causa il fallimento della sua persona.Lo
stile prezioso e letterario accompagna la raffinatezza delle situazioni e del
protagonista.

“TRIONFO DELLA MORTE”-1894=Romanzo iniziato a scrivere nel 1889,il cui


titolo inizialmente era “l’invincibile”,abbandonandolo per scrivere
“Giovanni Episcopo”.Esso composto da 24 capitoli e suddiviso in 6 parti.Il
protagonista è il principe Giorgio Aurispa,amante di Ippolita
Sanzio.TRAMA=Storia di Aurispa,che dopo aver assistito al suicidio di uno
sconosciuto a Roma,egli viene richiamato in Abruzzo dalla famiglia per la
morte dello zio,l’unico punto di riferimento della famiglia,poiché il resto
della famiglia viene descritto come gente meschina e crudele,specialmente
suo padrec,che ha abbandonato tutto per vivere con una prostituta.Giorgio
Aurispa si rifugia in una villa con la sua amante,Ippolita Sanzio,ma mentre
Giorgio è disgustato dalla vita povera e semplice degli abruzzesi,Ippolita ne
è affascinata,dalle usanze locali anche se barbare.E attraverso la lettura di
Nitzchie,egli crede di aver conquistato il metodo per fronteggiare l’ostilità
della natura,ma dopo un pellegrinaggio con Ippolita al santuario di
Casalbordino,constatando la sofferenza e la totale miseria in cui sono
costretti a vivere ,decide di distruggere tutti i suoi sogni,tralasciando con
sé Ippolita,vista come una nemica,affascinata persino da quella visione
terribile,cosi invita la donna amata in gita in montagna,dove si
uccide,riservando la stessa sorte alla donna.L’idea della morte lo perseguita
e decide di gettarsi dalla scogliera insieme a Ippolita.

Non manca l’influenza del modello naturalistico ma si avverte anche


l’influsso di studiosi di psicologia.Tuttavia l’identificazione del
“superuomo”nietzschiano”non basta a Giorgio Aurispa per sottrarsi al
proprio destino,che è seguito dall’ereditarietà genetica.

Fallimento del protagonista=riflesso della crisi dell’intellettuale.Nel


Romanzo=tensione tra la realizzazione dell’io e sua inettitudine,tema molto
importante nel Novecento (Kafka,Pirandello,Svevo)

2)GIGLIO=fiore che rappresenta il superamento della passione attraverso la


purificazione,simbolo del superuomo.Per il poeta il superuomo è al di sopra
degli altri e lotta per affermare la sua superiorità su tutti gli altri
uomini.Questo concetto è presente nell’unico romanzo della trilogia,”LE
VERGINI DELLE ROCCE”-1895-Rappresentano per d’Annunzio una svolta
ideologica:teoria superomistica.Il protagonista di questo romanzo è Claudio
Cantelmo,un nobile abruzzese che lascia Roma per rifugiarsi in Abruzzo con
l’intenzione di trovare una sposa,in grado di concepire con lui un figlio il
cui scopo è quello di rigenerare l’Italia,quindi un superuomoL’Italia del
momento viene descritta come una nazione dominata da una società
moralmente misera ed infame(borghesia interessata solo al profitto).In
Abruzzo,egli frequenta ed esamina tre sorelle di origine
aristocratica,Massimilia,una ragazza molto sensibile e sottomessa,vicina ad
entrare in convento.Violante,la maggiore,molto bella ma superba e molto
sensuale e Anatolia,una donna energica,spirituale si dedica alla famiglia di
cui conserva le tradizioni ed è lei che accudisce la madre e il
fratello(entrambi dementi).D’Annunzio accenna dunque all’unità e alla
trinità delle tre sorelle.Infine egli sceglie Anatolia,che però rifiuta in
quanto non si reputa all’altezza del compito che Claudio le vuole
assegnare.E soggiace al fascino di Violante.L’eroe risulta cosi nuovamente
sconfitto,incapace di rendere reali i suoi desideri.Ciò che attrae Claudio è
proprio la morte,la malattia,la decadenza.Non riesce a scegliere tra le tre
sorelle e quindi risulta sconfitto.Dunque da un lato l’eroe risulta essere
superiore rispetto alla massa,ma dall’altro viene sconfitto.Sia perché gli
altri sono ancora profondamente legati alla morale tradizionale,sia perché
il protagonista è guidato da una pulsione oscura e verso la morte.

3)MELOGRANO= rappresenta il dominio delle passioni,e ciò è presente nel


romanzo “Il Fuoco”.Nel Fuoco, diviso in due libri (L’epifania del fuoco e
L’impero del silenzio) il superuomo dannunziano è Stelio Effrena, giovane e
brillante intellettuale, che ama Foscarina (palese controfigura della Duse,
come Stelio lo è di Gabriele D’Annunzio), famosissima attrice tragica, sullo
sfondo di una Venezia decadente e moritura, che ben riassume tutte le
contraddizioni e tutte le fascinazioni del decadentismo dannunziano. La
costruzione a Roma di un teatro dedicato ad Apollo (con evidente rimando
nietzschiano), simbolo della rinascita latina in grado di rivaleggiare con il
modello wagneriano di Bayreuth, è la missione superiore cui Stelio consacra
la sua esistenza. Foscarina, donna ormai matura che sacrifica la propria
personalità all’amore appassionato per il giovane Stelio, sconta poi la
rivalità della bellissima Donatella, che condivide gli ideali etici ed estetici e
che simboleggia, altrettanto esplicitamente, la forza vigorosa della nuova
arte teatrale. Benché Donatella rinunci all’amore per Stelio per curare il
padre malato, Foscarina non vede placarsi la gelosia per Stelio, che nel
frattempo ha conosciuto l’anziano Wagner, suo mito e termine di confronto
assoluto. Solo in un secondo momento la protagonista decide di rinunciare
al proprio amore per un ideale superiore (quello artistico, appunto):
diventerà infatti l’ancella silenziosa dell’ascesa alla gloria di Stelio e, una
volta compiuto il proprio compito, emigrerà oltreoceano. Frattanto Stelio
nell’ultima scena trasporta la bara di Wagner alla stazione di Venezia (dove
Wagner morì il 13 febbraio 1883) per l’ultimo viaggio in patria. Dal punto di
vista stilistico e compositivo, Il fuoco porta alle estreme conseguenze
alcune tendenze già presenti ne Il Piacere e nelle Vergini delle rocce:
l’autobiografismo più o meno velato, l’immaginario estetizzante e
decadente di cui si nutre la fantasia dello scrittore, uno stile d’impatto,
costruito secondo le tecniche retoriche dell’elencazione, dell’accumulo e
dell’amplificazione insistita di termini ed aggettivi, la centralità del
paesaggio, descritto minuziosamente ed attraverso cui tradurre le
inquietudini psicologiche dei protagonisti principali.

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