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Carlo Cassola

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Carlo Cassola (Roma, 17 marzo 1917 Montecarlo, 29 gennaio 1987) stato uno
scrittore e saggista italiano.

Si affaccia alla letteratura all'incirca all'inizio dellaseconda guerra mondiale, dopo la


prosa d'arte, esperienza a lui estranea, accanto all'ermetismo. Dell'ermetismo
accoglieva il gusto dell'essenzialit, della poesia come assoluto, anche nella prosa (al
di fuori dunque del resoconto, della psicologia, delle determinazioni ideologiche e
culturali sentite come ingombranti rispetto alla pura intelligenza spirituale del
vivere), che egli interpretava, nel campo narrativo suo proprio, come attenzione
esclusiva all'esistenziale.[1]

Indice
1 Biografia
1.1 Le origini familiari e la fanciullezza
Carlo Cassola
1.2 L'educazione scolastica e le prime esperienze
1.2.1 L'adesione al Movimento Novista Italiano
1.3 I primi racconti
1.4 La guerra e la resistenza
1.5 Dopo la Resistenza
1.6 Una svolta nella produzione letteraria
1.7 Gli anni pi fecondi
1.8 La critica di Pasolini e delle nascenti avanguardie
1.9
Il ritorno alla vecchia poetica e la nuova produzione letteraria
1.10 La campagna antimilitaristica e gli ultimi scritti
1.11 L'ultimo periodo di vita
2 Poetica
3 Analisi delle opere
4 Cassola e il cinema
5 Critica
6 Opere
6.1 Narrativa
6.2 Saggistica e prose varie
6.3 Scritti sparsi
7 Note
8 Bibliografia
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
Biografia

Le origini familiari e la fanciullezza


Cassola nacque a Roma, nel quartiere di Salario, il 17 marzo del 1917, ultimogenito dei cinque figli di Garzia Cassola (1869-1955),
giornalista e traduttore originario di Borgo Val di Taro (in provincia di Parma), ma da molti anni trapiantato in Toscana (Grosseto), e
di Maria Camilla Bianchi, originaria di Volterra (in provincia di Pisa). Il nonno paterno, Carlo, era un magistrato ed un fervente
patriota italiano, che aveva partecipato alle dieci giornate di Brescia ed era poi stato esule in Svizzera per sfuggire alle numerose
condanne. Al termine delRisorgimento, era poi diventato presidente del tribunaledi Volterra, dove si era sposato, a ben cinquantadue
anni, con Rosa Belli. Cos scriveva lo scrittore nel1966 in una lettera indirizzata ad Indro Montanelli

S'era sposato tardi (...) (e questo spiega perch tra lui e me ci corra un secolo, anzi 103 anni); tuttavia ebbe
lo stesso sette figli

(a Montanelli, 8 febbraio 1966. )


Il padre, invece, era stato un militante socialista e redattore dell'Avanti!, al tempo sotto la direzione di Leonida Bissolati: Mio padre
era un uomo dell'800. Io lo ricordo cos, e non credo di ricordarlo male. Non si rendeva conto che nel nostro secolo i problemi erano
cambiati. Non si rendeva conto soprattutto che il nazionalismo avrebbe fatto solo del male e, nell'era atomica, un male
irreparabile.[2]

La fanciullezza di Cassola non era quella di un bambino, di un ragazzo felice[3]; la causa della sua infelicit pu farsi risalire al
fatto che, avendo fratelli molto pi grandi di lui, si sentisse un po' nella situazione di figlio unico per i genitori. Si aggiunge inoltre la
sua indole che lo portava all'isolamento, il suo scarso spirito di iniziativa e la fervida immaginazione che sar negli anni giovanili la
pi attiva e dominante. Come Cassola stesso scriver nei suoiFogli di diario, ... bastava un nome a emozionarlo, a mettergli in moto
[4]
la fantasia, col risultato di allontanargli spesso e deprezzargli tutto ci che sapeva di reale e obbediva a ragioni pratiche.

Sempre nei Fogli di diario egli ci lascer testimonianza di questo suo particolare modo di sentire e infatti per lui aveva un senso, pi
di quello che vedeva, ci che apprendeva indirettamente, magari solamente dietro l'evocazione di un nome. Una volta mio fratello
(...) disse qualcosa a proposito di un tale che andava tutti i giorni a Settecamini. Venni a sapere che Settecamini era vicino a Roma.
Ora Roma mi pareva una citt morta, appunto perch ci stavo. Malgrado ci, quella bor
gata divenne per me un posto meraviglioso. Ci
fantasticai per mesi. Settecamini! Non era un puro nome, si associava ad esso l'immagine di quel tale che ci andava in motocicletta.
Ma supponiamo che mio fratello mi avesse detto: andiamo a Settecamini. Che magari mi avrebbe proposto di andare in motocicletta.
Credo che avrei rifiutato. Perch? Perch sapevo in partenza che sarebbe stata una delusione. La Settecamini vista con i miei occhi
[5].
non avrebbe mai posseduto l'incanto della Settecamini evocata dalle parole di mio fratello

Carlo si rifugiava volentieri nei libri che, fin da quando non sapeva leggere, lo attiravano molto. I libri mi attirarono quando ancora
non sapevo leggere. Due voluminosi trattati di zoologia furono tra i primi a capitarmi fra le mani: uno era dedicato ai Mammiferi,
l'altro agli Uccelli.[6] Pi avanti, quando ormai aveva acquisito la padronanza della lettura, legge e si appassiona ai romanzi
d'avventura di Salgari e di Verne che gli lasciano immaginare vasti spazi geografici e incontri straordinari. Legger anche le Poesie
del Carducci che gli riportano le immagini della Toscana, con la Maremma, il Chiarone, la Torre di Donoratico ed i cipressi di
Bolgheri.

L'educazione scolastica e le prime esperienze


L'educazione scolastica del futuro scrittore fu regolare, anche se l'esperienza della scuola verr in seguito considerata un fallimento,
tanto da fargli scrivere, nel 1969, Scuola di criminalit, ecco cos' la scuola oggi, non solo da noi ma dappertutto. E la colpa risale
alla cultura laica o religiosa che sia. A questa grande spacciatrice di droghe; a questo autentico oppio del popolo.
Nel 1927 Cassola inizier a frequentare il liceo-ginnasio Torquato Tasso e nel 1932 si iscriver al liceo classico Umberto I ma di
quegli anni ricorda che leggeva solamente Pascoli e che dai classici e dal modo in cui gli venivano insegnati ebbe solamente
"disgusto". Per scoprire il piacere della letteratura e sentirla come una cosa viva dovr scoprire gli scrittori contemporanei da solo o
con l'aiuto di qualche amico che frequenta. quello l'anno in cui Riccardo Bacchelli pubblica Oggi, domani e mai, Antonio Baldini
Amici miei e Leonida Rpaci I fratelli Rupe, libri che il giovane Cassola riesce a procurarsi.

Cassola negli anni del liceo frequenter i figli di Mussolini (era compagno di classe di Vittorio), Ruggero Zangrandi e Mario Alicata
e collaborer ad una rivista studentesca, La penna dei ragazzi, fondata proprio da Vittorio. La rivista, che prese nel 1934 il nome di
Anno XII per segnare l'et fascista, terminer con Anno XIII quando ormai i suoi promotori avevano finito il liceo. Fu proprio nel
[7]
numero del 10 gennaio1935 di Anno XIII che Cassola ebbe il primo riconoscimento come scrittore, anzi di poeta.

Nel 1933 assister, nel cinema del quartiere dove viveva a Roma, alla prima proiezione del film nous la libert di Ren Clair che fu
determinante per la sua maturazione artistica. ... cominciai a guardare il film con crescente interesse. Senza che me ne fossi accorto,
ero mutato e avevo cominciato a guardare le cose in altro modo. Fu Piero Santi a farmelo capire: molto pi tardi, nel luglio del 1935.
[8]
Io ero un passatista; fu lui a farmi capire la bellezza dell'arte moderna.

L'adesione al Movimento Novista Italiano


Il 16 marzo 1933 Zangrandi, insieme con Vittorio Mussolini (che per presto si ritirer) e altri cinque adolescenti, tra cui il
quindicenne Cassola, aveva fondato un movimento che venne denominato Novismo di dissidenza giovanile antifuturista e che ebbe
nel maggio il suo Manifesto; la presa di posizione suscit immediatamente aspre reazioni sul settimanale Futurismo per le
inevitabili implicazioni sul rapporto tra arte e politica e la pretesa dei futuristi di essere gli unici depositari della concezione di arte
nel fascismo[9].

I giovani novisti risposero immediatamente ribadendo come sfida i loro principi e dichiarandosi un movimento di idee aperto a tutti i
campi dell'attivit umana e che rifiutava pregiudizi di ogni tipo. Cassola non solo partecipava alle riunioni dei novisti, ma le ospitava
nella sua casa di via Clitunno a Roma, come ci racconta Ruggero Zangrandi,[10] Dalle prime adunate tenute in casa mia si era
passati alle riunioni semiclandestine nella cantina di Carlo Cassola, in via Clitunno a Roma: un simbolo o, forse, la suggestione delle
societ carbonare, cui cominciavamo a ispirarci[11] e ancora Ci proponevamo di affrontare problemi filosofici e ideologici di ogni
sorta, discettavamo intorno alla pace, all'ordine sociale e internazionale, alla questione religiosa (eravamo ferocemente anticlericali) a
quella sessuale, ecc.[12]

In quello stesso anno i giovani novisti decidono di prendere contatto con il mondo operaio: Avevamo sedici o diciassette anni
quando una inconscia smania di conoscere da vicino "i fratelli oppressi", di legarci con loro per una "rivolta sociale" che non aveva
ancora, per noi, definizione politica ci spingeva ad andarli a cercare. Pietro Gadola, Carlo Cassola, Enzo Molajoni e io ci vestivamo a
quel tempo dei nostri abiti pi malandati e, con la barba incolta e i capelli in disordine, ci avventuravamo per i quartieri popolari di
Roma, a tarda sera. Entravamo nelle osterie, nei luoghi pi abbietti, timorosi e schifati. Ci capitava di imbatterci in gente strana, che
la nostra fantasia, nutrita di letture russe, coloriva subito di nichilismo[13]. Nel 1935, mentre nel paese stavano maturando grandi
avvenimenti che porteranno allaguerra d'Etiopia, Cassola si iscrive alla Facolt di Legge dell'Universit di Roma dimostrando scarso
entusiasmo per la guerra.

Nell'autunno di quello stesso anno, insieme a Cancogni e Giuseppe Lo Presti, Cassola d vita ad uno dei vari nuclei antifascisti e alla
fine dell'anno partecipa al congresso tenuto dai gruppetti minoritari antifascisti, dei quali fanno parte anche Mario Alicata, Bruno
Zevi, Marcello Merlo, Giulio Marini, Pietro Gadola. Ben presto per la polizia individua i loro movimenti e cerca di farli rientrare ai
Gruppo universitario fascista(GUF). Nasce in questo periodo l'amicizia con lo scrittore Piero Santi, cugino da parte della madre, con
il quale intrattiene una fitta corrispondenza e al quale invia alcune sue poesie per averne un giudizio.

Sotto la guida del cugino la vocazione letteraria di Cassola viene a consolidarsi e anche la scelta delle letture a farsi pi raffinata.
Scrive Cassola: Le nostre conversazioni s'erano svolte in luglio, al mare; in agosto, in campagna, decisi di diventare uno scrittore. fu
un periodo di letture frenetiche, perch Piero mi aveva detto che bisognava leggere almeno Huxley, Lawrence, Dblin e Dos
Passos[14]. Nel 1936 Cassola lascer, insieme all'amico d'infanzia Manlio Cancogni, il gruppo dei novisti e scioglier il piccolo
partito che aveva fondato.
Conosce Rosa Falchi, nativa di Cecina, e si fidanza regolarmente.[15] Sempre con Cancogni fa la sua prima esperienza giornalistica
fondando un giornalino scolastico, intitolatoIl pellicano,[15][16] dedicato alla storia della letteratura e pubblicher il suo primo scritto
in prosa sulla Gazzetta di Messina intitolato Grande adunata. Sar questo anche l'anno delle letture decisive per la sua formazione.
Legger con passione soprattuttoJoyce e proprio dalla scoperta di Joyce nascer la prima formulazione della sua poetica:

Le idee mi si chiarirono nell'inverno 1936-1937 grazie a una lettura e a un'amicizia.


La lettura fu quella di Dublinesi e Dedalus. In Joyce scoprii infatti il primo scrittore che concentrasse la sua
attenzione su quegli aspetti della realt che per me erano stati sempre i pi importanti. Fin da bambino, infatti,
ero consapevole che ogni cosa, ogni fatto, ogni luogo, ogni tempo, aveva una tonalit particolare; e questo
alone che era intorno alle cose per me era pi importante delle cose stesse. L'amico fu Manlio Cancogni (...).
Insieme elaborammo una poetica che avrebbe dovuto guidarci nello scrivere... La battezzammo
"subliminarismo".

([17]; a Montanelli, 8 febbraio 1966 )


All'inizio del 1937 prover a cimentarsi anche con il cinema scrivendo il soggetto surrealista di un cortometraggio, Alla periferia che
verr prodotto dal Cineguf di Roma e verr preso in considerazione alle gare dei Littoriali della Cultura e dell'Arte di Napoli. Proprio
in questa occasione Cassola far amicizia conAntonello Trombadori.

I primi racconti
Tra il 1937 e il 1940 Cassola scrive i suoi primi racconti, che verranno raccolti e pubblicati nel 1942 nei due volumetti Alla periferia
e La visita (uno di questi racconti, Paura e tristezza, uscir nell'agosto del 1937 su Il Meridiano di Roma). Sin da questi primi
racconti, come scrive Salvatore Guglielmino.[18][19] Cassola mira a cogliere in una vicenda o in un gesto quello che il suo aspetto
pi autentico, l'elemento sia pur modesto e quotidiano che ci svela il senso di un'esistenza, il tono di un sentimento. Questo comporta
un paziente scavo nella vicenda di ogni giorno per mettere in luce e ritrovare in essa una dimensione di poesia e di verit, che invece
sfuggirebbe in una narrazione di tradizionale impianto realistico tutta ancorata - e limitata - a una rappresentazione fenomenica delle
cose, a gerarchie di valori fra accadimenti importanti e secondari.

Nel 1937 presta servizio militare prima alla Scuola Allievi Ufficiali di Spoleto e poi a Bressanone. Congedato, si laurea nel 1939
discutendo una tesi in Diritto civile,[7] una scienza che non gli era mai piaciuta e che non lascer nessun segno nella sua personalit
culturale.

Nel 1939 Cassola inizia a frequentare un gruppo di intellettuali che gravitavano su Firenze tra i quali Romano Bilenchi, Franco
Fortini, Franco Calamandrei, Ferruccio Ulivi, Paolo Cavallina, allora direttore della rivista Rivoluzione, e grazie a questi contatti
riesce a pubblicare i tre racconti, La visita, Il soldato, Il cacciatore su la rivista Letteratura che furono segnalati da Giansiro Ferrata
su "Corrente".

Da quel momento, Cassola inizia a collaborare alle riviste Corrente, Frontespizio, Letteratura e presto riceve l'invito di Alessandro
Bonsanti di fargli pervenire tutti i racconti che scriveva. I racconti inviati verranno poi raccolti e costituiranno nel 1942 il volumetto
La visita, nelle edizioni di Letteratura.

La guerra e la resistenza
Insegna per due anni a Volterra dove vive la fidanzata e il 26 settembre 1940 lo scrittore si sposa. Nel 1941 viene richiamato, dopo
l'intervento dell'Italia in guerra, prima a Pisa e in seguito a La Spezia. Gli verr dato l'ordine di far saltare Manarola nelle Cinque
Terre ma disobbedisce ai comandi e riesce a sfuggire alla corte marziale grazie alla perdita, dovuta ai bombardamenti, della
documentazione accusatoria. Nel 1942 partecipa ad un concorso per la Cattedra di Storia, Filosofia e Pedagogia nei licei classici e
scientifici e negli istituti magistrali e inizia la sua attivit di insegnamento prima aFoligno e poi a Volterra.
Dopo l'armistizio di Cassibile, Cassola inizia a prender contatti con i gruppi comunisti pi attivi nel volterrano e insieme a loro
partecipa alla resistenza con il nome di Giacomo, nella ventitreesima brigata garibaldina Guido Boscaglia, come capo della squadra
Esplosivisti e di questa esperienza abbiamo testimonianza nel libro acarattere autobiografico, Fausto e Anna. Durante la Resistenza e
i mesi di azione partigiana che trascorre nell'Alta Val di Cecina, a Berignone, Cassola ha modo di conoscere la gente del popolo, gli
operai, i contadini, i taglialegna e quando ricomincia a scrivere sar proprio di loro che parler e delle loro vicende.

Il ricordo della militanza partigiana ritorna nella dedica de L'ultima frontiera ai compagni della brigata Guido Boscaglia, ma tra tutti i
luoghi di combattimento conserva pi di tutti il ricordo del Berignone ... un massiccio boscoso che, da Volterra, ha l'aspetto di un
fortilizio. Io ne ho parlato in vari miei libri col nome di Monte oVltrajo[20].

In questi anni Cassola sospender momentaneamente la scrittura, si appassioner alla poesia di Montale e conoscer Giorgio Caproni.
A Volterra, dove sfollato, tiene, dal novembre 1944 al 19 settembre 1945, la cattedra di storia al liceo classico e di italiano e storia
all'Istituto tecnico commerciale. Stabilitosi in seguito a Firenze per svolgere attivit giornalistica, collabora con brevi racconti e
articoli alla Nazione del popolo, a L'Italia socialista, al Giornale del Mattino, a Il Mondo e accetta l'invito di Bilenchi a
collaborare a Societ.

Dopo la Resistenza
Dopo la Liberazione, avvenuta in Toscana, nell'agosto del 1944, lo scrittore si iscrive al Partito d'Azione nel quale rimane fino al suo
scioglimento nel 1946. Dal 1942 al 1946 la produzione scritta di Cassola si interrompe ma nel 1946 egli riprende a scrivere e nello
stesso anno pubblicher in quattro puntate su Il Mondo, rivista quindicinale diretta da Bonsanti e Montale uscita a Firenze dopo la
Liberazione, il raccontoBaba, che contiene ormai pieni caratteri resistenziali.

Dal 1945 al 1949 Cassola fa parte della redazione deLa Nazione del Popolo, rivista del Comitato Toscano di Liberazione, e collabora
attivamente al Giornale del Mattino e a L'Italia Socialista. Dal 1948 al 1971 insegna storia e filosofia al liceo scientifico
Mascagni.[21]

Una svolta nella produzione letteraria


Il 1949 per lo scrittore un anno di forte crisi umana e letteraria. Muore la moglie a soli 31 anni per un attacco renale e Cassola mette
in discussione la poetica esistenziale sulla quale aveva basato, fino a quel momento, il suo lavoro di scrittore. Nasce, dal suo dolore e
dai suoi ripensamenti letterari, un nuovo modo di scrivere che sfocer in uno tra i suoi testi pi validi
Il taglio del bosco.

Il testo incontra per difficolt per trovare un editore, fu infatti rifiutato da Botteghe Oscure, da Einaudi e usc solamente nel 1950 su
Paragone[22] e in volume nel 1954 presso Fabbri. Anche Fausto e Anna non ebbe subito un esito positivo, esso fu rifiutato sia da
Mondadori, sia da Bompiani e alla fine, ma dopo molte esitazioni, venne pubblicato da una collana sperimentale, I gettoni diretta da
Vittorini e diede occasione ad una polemica sulla rivista Rinascita, dove, in una recensione, veniva dato un giudizio severo al
racconto riguardo allo stile e lanciata un'accusa dal punto di vista ideologico e politico.

All'accusa, Cassola rispose con una lettera al Direttore di Rinascita respingendo il giudizio diffamatorio. Intervenne nella polemica
Palmiro Togliatti, allora direttore della rivista, spostando la questione su di un piano generale e chiudendo pertanto la polemica
riguardo alla quale Cassola cos scriveva in una lettera a Indro Montanelli:

Vi facevo il processo a me stesso, cio a Fausto: presentandolo in due esperienze fallimentari: un'esperienza
amorosa (che fallisce per sua colpa, per la sua incapacit di abbandonarsi al sentimento) e l'esperienza
dell'impegno politico durante la Resistenza. Qui per finivo quasi per dar ragione a Fausto, per lo meno dargli
ragione nei confronti dei comunisti, e questo mi attir i fulmini di "Rinascita", prima per mano di un critico, poi di
Togliatti stesso. L'accusa era di aver diffamato la Resistenza. Me la fecero anche altri, anche dei non
comunisti. Mi amareggi molto, anche se ero convinto di aver ragione.

(A Montanelli, 8 febbraio 1966. )


Nel periodo che va dal1953 al 1957 la narrativa ormai il centro della carriera di scrittore di Cassola che, desideroso di essere libero
da ogni norma precostituita, si appoggia ad unapoetica che nasce dall'esperienza, sempre in lui molto viva, dell'antifascismo.

Gli anni pi fecondi


Cassola, che ormai dal1948 si era trasferito a Grosseto e che nel frattempo si era risposato con Giuseppina Rabagli e aveva avuto una
figlia, Barbara, conosce Luciano Bianciardi che faceva il bibliotecario nella Biblioteca Comunale di Grosseto e dalla sua amicizia e
dalla sua collaborazione nasce uno studio sui minatori della Maremma pubblicato nel 1954 da Nuovi Argomenti e in seguito ampliato
da Cassola (Bianciardi nel frattempo si era trasferito a Milano) e pubblicato nel
1956 nei Libri del tempo di Laterza.

Negli anni che vanno dal 1950 al 1956 lo scrittore collabora al Mondo e al Contemporaneo, esce Fausto e Anna (1952), scrive I
vecchi compagni che esce da Einaudi nel 1953, appare sulPonte La casa sul Lungotevere (1953), che prender poi il nome diEsiliati,
inizia a scrivere La casa di via Valadier e Il soldato, esce da Nistri-Lischi a Pisa la seconda edizione del racconto Il taglio nel bosco
(1955) che comprende anche una parte dei racconti de La visita, La moglie del mercante, Le amiche di Baba, esce sul Ponte Un
matrimonio del dopoguerra e Il soldato, compie un viaggio in Cina,[23] del quale lascer testimonianza nel suo Viaggio in Cina,
Einaudi pubblica La casa di via Valadier che comprende anche Esiliati, Feltrinelli pubblica Viaggio in Cina, Laterza, I minatori della
Maremma.

Nel maggio 1957 nasce la seconda figlia, Nora, che morir, a soli sei mesi, di asiatica. Einaudi pubblica Un matrimonio del
dopoguerra con il quale concorre al premio Marzotto senza per uscirne vincitore. Nel 1958 Il soldato, pubblicato da Feltrinelli,
vince il Premio Salento, e nello stesso anno vede le stampe la seconda edizione riveduta di Fausto e Anna. Nel 1959 pubblica Il
taglio del bosco. Racconti lunghi e or manzi brevi, con cui partecipa al premio Selezione Marzottoe lo vince.

Nel 1960 esce per Einaudi La ragazza di Bube che ebbe subito un grande successo di vendita. Con La ragazza di Bube Cassola vinse
il Premio Strega. Gli viene offerto, nell'agosto dello stesso anno, di collaborare alla terza pagina del Corriere della Sera ma Cassola
costretto a rifiutare perch troppo impegnato nella scrittura dei suoi romanzi. Firma, nel novembre, il Manifesto di solidariet degli
intellettuali italiani, promosso da Fortini e Vittorini, per sostenere la Dichiarazione dei 121 intellettuali francesi contro la guerra
d'Algeria.[24]

Nel gennaio del 1961 collabora alla trasposizione cinematografica della Ragazza di Bube e in febbraio si recher in Francia, dove nel
frattempo era uscita la traduzione diPhilippe du Seuil di Fausto e Anna con la prefazione di Fortini,Cassola ou la fidlit.[25]

La critica di Pasolini e delle nascenti avanguardie


Proprio in occasione della presentazione dei libri per il Premio Strega, Pier Paolo Pasolini che presentava quell'anno Italo Calvino, in
un epigramma La morte del realismo (nel quale evidente il continuo richiamo a Cassola), sosteneva il sopravvento dei "neopuristi",
dei "socialisti bianchi", della "elezione stilistica" e denunciava la "restaurazione nello stile" e ricordava con nostalgia l'impuro
Realismo/ sigillato col sangue partigiano/ e la passione dei marxisti, rammentava il Realismo e la sua ideologia nella luce della
Resistenza, Quando il fascismo era vinto,/ pareva vinto il Capitale.[26] Pasolini sostiene che al momento tutti si sentivano in
dovere di dare il loro colpo al Realismo, ma che il colpo peggiore era stato proprio dato da Cassola perch era loro sembrato che egli
fosse dalla parte del Realismo.

L'epigramma di Pasolini un anticipo della reazione antineorealista che verr da Edoardo Sanguineti nel Convegno del Gruppo 63 a
[27]
Palermo insieme alla critica diGiorgio Bassani che, in modo poco lusinghiero, parlava di "Liala '63" riferendosi a Cassola.

L'accusa colpiva un Cassola gi mutato rispetto allo scrittore diFausto e Anna e de La ragazza di Bube ed egli inizi, gi dal 1961 ad
operare una revisione nella sua visione letteraria ripudiando completamente tutto il periodo dell'impegno legato alla resistenza e
ritornando alla primitiva poetica.

Il ritorno alla vecchia poetica e la nuova produzione letteraria


La ripresa della vecchia poetica non pu, comunque, non tener conto delle esperienze fatte negli anni cinquanta. In questo modo
nasce un Cassola arricchito, ne testimonianza Un cuore arido del 1961, che conserva, ma nello stesso tempo allarga, la misura del
romanzo con tutte le tecniche di sviluppo dei fatti e dell'intreccio.

Nel 1962 diventa consigliere comunale socialista a Grosseto, dove continua ad abitare, e nello stesso anno lascia l'insegnamento. Da
quel momento, tranne la collaborazione con i Fogli di Diario del Corriere della sera, egli si dedica solamente alla scrittura delle sue
opere, dimostrando quello stesso disimpegno che aveva coinciso in giovent con l'abbandono degli interessi politici.

Nel marzo del 1963 inizia un Diario manoscritto sul quale appunta, in modo meticoloso, le traduzioni delle sue opere da un lato e
dall'altro le date della redazione, riscrittura, ripulitura e copiatura dei testi. Durante l'estate acquista del terreno a Marina di
Castagneto e fa costruire una casa in mezzo ai pini. Diventa cos vicino di casa di Indro Montanelli. Esce intanto nelle sale il film La
ragazza di Bube girato da Luigi Comencini con Claudia Cardinale e George Chakiris che Cassola vedr a Firenze nel febbraio del
1964.

Pubblica nell'autunno, presso Einaudi, Il cacciatore e riprende a scrivere il racconto Angela che concluder nel luglio del 1966
attribuendogli il titolo La maestra. Nel 1965 fa un viaggio in Scandinavia e al rientro verr pubblicato, nella nascente collana degli
Oscar Mondadori, il romanzo La ragazza di Bube. Nel 1966 esce da Einaudi Tempi memorabili. In maggio si reca a Londra e a Parigi
per presenziare un pubblico dibattito con alcuni rappresentanti del nouveau roman e della nouvelle critique che per non ha felice
esito a causa di incomprensioni reciproche sul fatto di fare letteratura.

In luglio si reca in Inghilterra insieme alla famiglia per un viaggio di piacere e a novembre va in Germania. Nei primi mesi del 1967
fa un viaggio in Francia e si reca in varie citt d'Italia per le presentazioni dei suoi libri. La RAI, con il suo consenso, trasmette a
puntate Fausto e Anna ed esce da Einaudi Storia di Ada che comprende La maestra e che rientrer tra i primi cinque del premio
Campiello.

Nel 1968 vede finalmente la luceFerrovia locale e l'autore, in una lettera a Daniele Ponchiroli, scrive:

la cosa che ho scritto con maggior impegno, ma anche con maggior piacere. M'era venuta in mente nel
'61, ma sbagliai i primi due tentativi. Sono riuscito a scriverla solo nel '66-'67. Ci tengo molto, e se da una parte
ho desiderato di vederla pubblicata al pi presto, dall'altra mi preoccupo che esca nel momento pi
opportuno

(a Ponchiroli, 17 gennaio 1968 )


Esce come supplemento estivo, sulla rivista femminile Amica, Un matrimonio del dopoguerra e la collaborazione con il Corriere
della sera diventa stabile fino al 1973 con la rubricaFogli di Diario e con articoli vari, ma in modo irregolare, fino al 1978. Nel 1969
pubblica Una relazione dal quale verr tratto, nel 2004, il film L'amore ritrovato con la regia di Carlo Mazzacurati. Con il romanzo
Una relazione vince nel 1970 il Premio Napoli.[28]

Nel 1970, pubblica da Einaudi il lungo romanzo Paura e tristezza, con il quale si chiude la terza fase della sua scrittura e se ne apre
una nuova.

Sono in un periodo di grave crisi. Accenno soltanto al versante letterario: col mio ultimo romanzo, Paura e
tristezza, gi finito ma che pubblicher in autunno, sar irrevocabilmente finita una lunga applicazione
letteraria, cominciata nell'immediato dopoguerra. Non ci torner pi sopra. Sento che non potr pi fare la
commemorazione del passato e l'elegia della giovinezza. Se riuscir ancora a scrivere, scriver del presente,
Una letteratura problematica, una letteratura d'indagine, ormai la sola che m'interessi.

(a Fortini, 12 gennaio 1970 )


Nel 1971 lo scrittore, colpito da grave crisi cardiaca, viene ricoverato all'ospedale Gemelli di Roma dove gli viene diagnosticata una
malattia degenerativa. Dimesso dall'ospedale dopo due mesi, si trasferisce da Grosseto a Marina di Castagneto Carducci dove,
ripresosi, nella tranquillit del luogo continua la sua attivit scrivendo e pubblicando a ritmo frenetico, molte altre opere.
Nel 1972 esce negli Oscar Ferrovia locale, nel 1973 pubblica da Rizzoli Monte Mario e, sempre per Rizzoli, con Mario Luzi, Poesia
e romanzo. Il 16 maggio dello stesso anno inizia la stesura di Gisella che terminer il 19 ottobre e il 16 dicembre inizia a scrivere un
nuovo romanzo, L'antagonista. Con Monte Mario entra nella rosa del premio Selezione Campiello, riconoscimento al quale teneva
molto, come scrive a Marabini nel 1973.

Ci tenevo molto a entrare in cinquina e temevo di non potercela fare. La situazione si presentava brutta, a
detta di Spagnol; e so che sul mio nome s' accesa una vera e propria battaglia

(a Marabini, 1 giugno 1973 )


Nel 1975 esce da Rizzoli Troppo tardi che era stato concluso gi nel 1971 nella versione intitolata Fratello e sorella. Progetta intanto
un settimanale di discussione politica che vorrebbe intitolare L'impegno e contatta Fortini, Caproni, Moravia, Calvino, Leonetti,
Garboli, Testori, Sciascia, Siciliano, Parronchi e altri, ma il progetto non si conclude. Nel 1976 si dedica alla scrittura di saggi e
scrive L'intelligenza e il potere e Il vecchio e il nuovo che verranno poi a far parte, dopo poco, del volumeIl gigante cieco che esce da
Rizzoli insieme all'altro libro, L'ultima frontiera dove esprime la sua posizione politica antimilitaristica. Sempre in questo anno esce
presso Rizzoli L'Antagonista con il quale otterr il premio Bancarella.

La campagna antimilitaristica e gli ultimi scritti


Nel 1977, sempre da Rizzoli, esceLa disavventura che gli fa vincere il premio Marina di Camerotaex aequo con Malacqua di Nicola
Pugliese e L'uomo e il cane con il quale vince il premio Bagutta. Continua nel frattempo la programmazione letteraria sul Diario.
Riceve la proposta di Davico Bonino per una riduzione radiofonica di Un cuore arido di cui la RAI aveva acquistato i diritti, ma
rifiuta. Andr invece in onda, il 26 luglio, su Radio Uno l'adattamento radiofonico di Fausto e Anna a cura di Giuseppe Lazzari. In
questo stesso anno fonda la Lega per il Disarmo e ne assume la presidenza. Da questo momento inizia, tra forti polemiche, una
stretta campagna per sensibilizzare l'opinione pubblica tenendo incontri e numerose conferenze. Invita gli amici a sottoscrivere un
Appello degli uomini di cultura per il disarmo unilaterale dell'Italia.

Porta intanto avanti il piano di lavoro per una trilogia avveniristica e nel 1978 verranno pubblicati da Rizzoli Il superstite, Il nuovo
Robinson Crusoe, La lezione della storia e Un uomo solo. I rapporti con la casa editrice Rizzoli si stanno per guastando perch
Cassola si lamenta che i suoi ultimi scritti non vengono valorizzati e cerca un altro editore. Ferragosto di morte e Un uomo solo
finiranno infatti con un diverso editore. Il 30 aprile si inaugura a Firenze il Congresso per la costituzione ufficiale della Lega per il
disarmo unilaterale dell'Italia ma le sue condizioni di salute si aggravano e si rompe l'amicizia con Cancogni che non ha voluto
sostenerlo per la proposta di disarmo. Decide intanto di trasferirsi in campagna a Montecarlo di Lucca[29] come aveva sempre
desiderato:

... il mio rifugio finale sar una casa in campagna

(a Cancogni, 2 ottobre 1959 )


L'8 gennaio partecipa alla trasmissione televisiva Acquario di Maurizio Costanzo e il 4 luglio inizia a scrivere il romanzo L'amore
tanto per fare che terminer l'8 settembre e Rizzoli pubblica Il paradiso degli animali (Diario). Va nel frattempo in onda, trasmessa
da Radio Uno, la sceneggiatura radiofonica di Un cuore arido a cura di Mauro Pezzati. Per la serie di romanzi politici pubblica da
Rizzoli La morale del branco e Il ribelle, mentre Ferragosto di morte e Contro le armi verranno pubblicati per i tipi di Ciminiera.

Inizia a dirigere, nel febbraio, con Francesco Rutelli un mensile intitolato L'Asino che verr interrotto al n. 7/8. Sul giornale esce a
puntate l'inserto de L'amore tanto per fare. Nel 1981 escono da Rizzoli il romanzo storico La zampa d'oca e L'amore tanto per fare e
in quello stesso anno fonda il "Comitato promotore di un Convegno di intellettuali sul problema della fine del mondo", convegno che
si terr a Firenze l'anno seguente.

Nel 1982 Cassola rinnova il contratto con Rizzoli che pubblica Gli anni passano, continuazione de La ragazza di Bube e Colloquio
con le ombre mentre da Ciminiera Il mondo senza nessuno. Nel mese di Maggio si reca a Riva di Solto (lago d'Iseo) per curarsi ma le
cure non gli giovano e in maggio ritorna a Montecarlo. Nel 1983 viene dato alle stampe da Rizzoli Mio padre e La rivoluzione
disarmista, mentre presso la casa editrice Pananti esceDue racconti.
L'ultimo periodo di vita
Nel 1984 il suo stato di salute peggiora; cos scriver a Giampieri:

... ti mando come promesso il pezzo per Pananti. Ci avevo pensato subito, ma ho dovuto aspettare che altri
me lo battessero. Nelle mie condizioni, non riesco pi a battere a macchina n a leggere. Questo sarebbe
ancora il meno: in realt ho molti altri disturbi che mi procurano un dolore maggiore.

(a Giampieri, 23 aprile 1984 )


Collabora a Paese sera con l'articolo del 10 settembre Reagan contro Mondale e nella rubrica Controcanto pubblica racconti e
articoli letterari sempre pi di carattere politico e spesso non da lui scritti. Nel 1985 Pananti pubblica Le persone contano pi dei
luoghi e il 1 marzo del 1986, a Montecarlo di Lucca, sposa Pola Natali, sua terza moglie,[21] amante degli animali che aveva
conosciuto nel 1974 al convegno che si era tenuto aPescia su Collodi

Nel 1984 Pananti pubblica Le persone contano pi dei luoghi, continuazione di Un cuore arido. Il 29 gennaio del 1987, colto da un
collasso cardiocircolatorio, muore a Montecarlo di Lucca.[30]

viveva in solitudine non perch l'avesse scelta, ma perch questa era la costrizione che gli era stata costruita
attorno, e questa l'ha vissuta fino all'ultimo. Io non potr dimenticare quei funerali di quella mattina dove se ne
andava in solitudine, (...) solitudine di una grande umanit; ha ricevuto il saluto della natura, tirava un vento
gelido e gli alberi si inchinavano al passaggio della bara. stato quello credo l'omaggio pi bello, partigiano,
che forse uno come lui potesse desiderare avere

(congedo di Mario Capanna in Letteratura e disarmo , p. 114 [31])

Poetica
Carlo Cassola pur vivendo nel periodo del neorealismo non ne accettava completamente la poetica perch riteneva che l'utilizzo del
linguaggio popolare e pertanto del dialetto fosse da condannare in ambito letterario. Lo scrittore si considera un realista ma rifiuta il
metodo del Naturalismo e rifiuta la ricerca degli "spaccati sociali" tipici del Neorealismo.

Analisi delle opere


Scrive Giacinto Spagnoletti,[32] difficile sintetizzare in poche pagine il fecondissimo lavoro narrativo di Carlo Cassola;
innanzitutto per le differenze tematiche e stilistiche a cui va incontro, ma soprattutto per l'enorme distacco che separa la produzione
giovanile, quella della maturit, e l'ultimissima. Scrittore che, per l'ardua pulizia formale delle origini, lo strenuo e accanito rivolgersi
a semplici trame (quasi sempre aventi a protagoniste delle donne), rappresent per tutti gli anni cinquanta e nel seguito un'alternativa
tanto alla letteratura engage, dapprima, quanto a quella uscita dallaneoavanguardia dopo.

Si pu dividere l'opera narrativa di Cassola in quattro periodi: il primo periodo, che rifiuta la narrazione di tipo realistico, si colloca
tra il 1937, anno di stesura di alcuni dei racconti dellaVisita, e il 1949, anno di stesura del Taglio nel bosco anche se gi nel 1946, con
Baba, si individua l'impegno futuro a trattare temi politici; il secondo periodo, che situato cronologicamente nel momento del
neorealismo ne risente l'influenza, Sia pure intesa in una maniera assai personale, siamo in un tipo di narrativa impegnata, in cui il
tempo coincide con la storia, i personaggi partecipano alle lotte politiche e le loro vicende prendono inizio da un fatto preciso per
giungere alla conclusione.[33], il terzo periodo nel quale lo scrittore rinnega il periodo precedente e ritorna alla poetica del primo
periodo e un quarto periodo, tra il1980 e il 1987,che si pu definire dell'antimilitarismo.

Cassola e il cinema
Dal suo romanzo La ragazza di Bube (1960), che ricevette il Premio Strega, fu realizzato nel 1963, da Luigi Comencini, il film
omonimo, con Claudia Cardinale e con George Chakiris[34].
Sempre nel 1963, dal raccontoLa visita, il film diretto da Antonio Pietrangeli. Nel 2004 Carlo Mazzacurati ha tratto un film, L'amore
ritrovato, dal racconto Una relazione, che era stato gi citato al cinema in quanto il cognome del protagonista (Mansani) stato
volutamente utilizzato daPaolo Virz per personaggi dei suoi film:Ovosodo e La prima cosa bella.

Critica
Le linee interpretative della critica riguardanti le opere di Cassola sono fondamentalmente quattro e vanno dalla considerazione dei
singoli testi con il taglio dellarecensione alla misura pi ampia delsaggio o della monografia.

La prima linea interpretativa si dimostra interessata soprattutto a definire, attraverso i contenuti, la tematica esistenziale di Cassola; la
seconda affronta in modo pi diretto i rapporti dell'intellettuale Cassola con la storia e la societ contemporanea; la terza analizza la
disponibilit dell'opera cassoliana nei confronti del Novecento europeo e la quarta privilegia la sfera linguistica valutandone le
procedure scritturali adottate.

L'opera di Cassola esige molta intelligenza. Cassola secondo me uno degli scrittori pi dif ficili che ci siano.
stato accusato di facilit, e questo dimostra appunto la ottusit di chi ha pronunziato questo giudizio. uno scrittore
molto difficile, non nel senso della testualit apparente, ma nel senso della giustezza dell'ascolto. La sua prosa
apparentemente dimessa, apparentemente rinunciataria, quasi dimissionaria riguardo alle complessit retoriche
dello stile, ma invece nei momenti alti tutta vibrante e tutta risonante in una sfera molto precisa di sensibilit. Io a
distanza di tanti anni, che sono stati anni di obliterazione e di parziali recuperi, sono venuto qui per riconfermare
tutte le ragioni che mi hanno avvicinato a lui, che mi hanno fatto sentire una intensit espressiva e una castit
espressiva congiunte che invano avrei cercato in altri scrittori che pure mi erano cari [35]

Come Morandi, anche Cassola ha orrore della retorica. Nei confronti dei sentimenti semplici, elementari, egli ha la
medesima nostalgia, intrisa di sfiducia, che lo fa tornare con sempre rinnovato slancio ai grandi classici, francesi e
russi dell'Ottocento... NelTaglio del bosco, non meno che nella Visita, vige la poetica in base a cui nulla accade,
veramente, che possa essere raccontato, e ogni sentimento, per quanto profondo e doloroso sia, in realt
ineffabile.[36]
Generalmente i personaggi di Cassola si configurano in una attitudine schiva e come sospesa: non vinti n vincitori
di fronte alla vita, ma toccati profondamente dall'esperienza in forme ch'essi non prevedevano e che perci li fanno
perplessi e come interdetti. La crisi li coglie gradatamente ma li rivela a distanza e quasi di colpo, per l'improvviso
maturarsi della coscienza. E nel farsi della realt essi si trovano alla fine vincolati al vivere, alla societ, alla temperie
storica come seme che nel suolo si pianta. Cio, la realt che Cassola dispone come dimora e scena per i suoi
attori, anche se di ampia e articolata prospettiva, non li sviluppa interamente e non li esaurisce. Ciascuno di essi ha
bisogno di un'ulteriore integrazione, che va rinvenuta nell'interiorit morale, e che di volta in volta sar sgomento,
rimpianto, disincanto, sogno o speranza: ci che noi chiamiamoelegia[37]
Cassola ha, nel quadro della nostra narrativa, un'importanza notevole. In primo luogo, per la felice scelta di un
linguaggio medio al quale saputo restare fedele, salvi gli aggiustamenti cui lo hanno consigliato l'esperienza e il
mutare dei gusti. Un mezzo espressivo che aderisce in modo sensibile al suo mondo di esseri semplici, rendendone
le sfumature dialettali e gergali, senza inutili verghismi, ma con unapietas intellettiva di recuperi, di annotazioni, di
resa emotiva che pochi riscontri trovano nella odierna narrativa. In secondo luogo poi, per aver saputo condurre
avanti una sua idea di letteratura subliminare che ha indotto la pagina a eludere sia le strette di una estroversione
oggi improponibile, sia i mali pi evidenti di un neorealismo di maniera, riscattando sempre, per la levit di tocco, per
il saper vedere al di l della superficie opaca delle cose e degli uomini, un riflesso dello splendore eterno che le une
e gli altri anima. (...) Altro merito di Cassola quello di aver saputo cogliere la vita nel suo divenire, quasi sempre
senza inutili minuzie di analisi, ma solo per la felicit della scelta di alcuni elementi costitutivi: gli interni proletari o
borghesi, le speranze, le delusioni, le ripicche di un mondo che, osservato da vicino, appare meno grigio, meno
avaro di suggestioni di quanto a prima vista parrebbe. Di aver creato insomma, dell'esistenza di ogni giorno, un
poema tra i pi alti di questi ultimi venti anni; un poema in prosa che ha la possibilit di durare proprio per la gi
vista, quasi costante, lontananza e compromissione con le ideologie". [38]

La rappresentazione narrativa di Cassola costituisce un esempio di rapporto con la realt che nulla ha a che
vedere con le strutture del realismo, nelle sue originarie manifestazioni ottocentesche come nei revivals
contemporanei: in questa scrittura cos indeterminata, di una chiarezza cercata con tanto accanimento, non viene
fotografata la realt esterna, non viene trascritto il mondo com', n si attua la fedelt naturalistica ai dati, al parlato.
Della realt Cassola rifiuta, nell'a priori della sua costruzione narrativa, tutto ci che di troppo particolare, specifico,
locale vi pu essere; dai personaggi rimuove tutto ci che individuale, determinato; il mondo dei suoi racconti
costituito da una realt sublimata da nozione locale e limitata a comunicazione generale e dif fusa, a discorso
comune (...). [39]
Il meglio di Cassola si ha quando il respiro e il flusso esistenziali passano all'interno dei suoi personaggi,
identificandosi con la loro umile consapevolezza umana e con il loro destino. Attraverso minime e struggenti
dislocazioni reali o pensate, o attraverso la fissit apparente della loro condizione Anna di Fausto, Rosa Gagliardi,
l'uomo del Taglio del bosco, Anna del Cuore arido misurano gli acquisti e le perdite della loro vita sul metro della vita
stessa, cos com' stata e sar per tutti, cos come in se stessa. Pi si adeguano al suo ritmo e respirano del suo
stesso respiro, pi modificano la nozione tradizionale di personaggio evitando de definirsi, di chiudersi: e cos la
continuit e il flusso non sono intaccati, forzati e tanto meno arrestati; sono anzi propiziati dai casi e dai pensieri che
impercettibilmente fanno diventare sempre pi adulte quelle persone e le fanno assomigliare sempre pi al volto
anonimo della vita[40]
Cassola nega che i grossi fatti della storia gli siano indif ferenti o siano assenti nei suoi racconti; ma la storia, egli
dice, lo interessa quando viene a casa sua e non quando, storicamente, si presenta come il tutto, come una sorta di
iper-soggetto che comprende e travolge il destino dei singoli. Si prendano il fascismo e la Resistenza; essi non
vengono entificati, non vengono astratti in un senso staccato dalle sorti individuali, da come ciascuno per s li visse
e li sent, per cui il fascismo l'umiliazione e il grigiore in cui vissero i vecchi compagni, e la Resistenza la
condizione amletica tra esaltazione e depressione in cui la vive Fausto o l'utopia della violenza in cui la vive Bube; e
la restaurazione che le succedette l'attesa di Mara che sconta nella sua pazienza, maturata nelle prove della vita,
le grandi lotte della storia. Su questi fondamenti ideologici, i romanzi di Cassola si presentano come veri
antiromanzi.[41]

Opere

Narrativa
Alla periferia, Edizioni de Il fiore. Narrativa II, (collezione di Rivoluzione), Firenze 1942 (contiene Paura e
tristezza, Alla periferia, Pensieri e ricordi su Monte Mario, Il mio quartiere, Diario di campagna, Gli amici, Storia e
geografia, La vedova del socialista, L'orfano, Ornitologia).
La visita, Parenti (collezione diLetteratura,'42), Firenze 1942 contieneLa visita, I due amici, Tempi memorabili,
Ferrovia locale, Monte Mario, Il soldato, Il cacciatore, Dnroel, Il ritorno dei marinai, Terra di Francia, Bandiera rossa,
Sogno invernale, Studenti, Franceschino, Giorgio Gromo, Al polo)
La moglie del mercante, in Botteghe oscure, 1949.
Fausto e Anna, Collana I gettoni n.8, Torino, Einaudi, 1952. Einaudi (Supercoralli), Torino 1958; Mondadori (Il
bosco, 175) 1966; Mondadori (Oscar, 360) Milano 1971; con prefazione di Giorgio Brberi Squarotti, Edito-
service S.A., Ginevra 1972; con introduzione di Mario Luzi, Rizzoli (BUR, 87), Milano 1975; a cura di Miriam
Galiberti, Sansoni (Leggere a scuola, Firenze 1979.
I vecchi compagni, Collana I gettoni n.19, Torino, Einaudi, 1953; con introduzionedi Giuliano Gramigna, Rizzoli
(BUR,319), Milano 1979 (contiene ancheUn matrimonio del dopoguerra).
Il taglio del bosco, Fabbri (Narrativa italiana), Milano 1953 (contieneLa moglie del mercante, Le amiche, Il taglio
del bosco). Pisa, 1955; Torino, Einaudi, 1959.
Il taglio del bosco. Venticinque racconti, Nistri-Lischi (Il Castelletto. Collana di romanzi italiani, Pisa 1955 (in realt
contiene ventisei racconti:Paura e tristezza, I due amici, La visita, Ferrovia locale, Il soldato, Il cacciatore, Monte
Mario. Dnroel, Il ritorno dei marinai, Terra di Francia, Bandiera rossa, Plotino, Franceschino, La moglie del
mercante, Clerici, Romolo, Tricerri, L.C., Relazione di Giacomo sulla Svizzera, Decadenza di Jack, Incontro sullo
sdradale, Il Settentrione, Il Settentrione, Il caporale Sbrana, Baba, Le amiche, Il taglio del bosco).[42]
La casa di via Valadier, Collana I Coralli, 72, Torino, Einaudi, 1956; Mondadori (Oscar, 165), Milano 1968
(contiene anche Esiliati); Einaudi (I Nuovi Coralli,7) Torino 1971; con introduzione di Geno Pampaloni, Rizzoli
(BUR, 270), Milano 1979 (contiene ancheEsiliati).
Un matrimonio del dopoguerra, Collana I Coralli n. 82, Torino, Einaudi, 1957 (in copertina dipinto "Tetti al sole" di
Roberto Sernesi) .
Il soldato, Milano, Feltrinelli, 1958 (contiene ancheRosa Gagliardi).
La ragazza di Bube, Torino, Einaudi, 1960.
Un cuore arido, Collana SuperCoralli, Torino, Einaudi, 1961.
La visita, Torino, Einaudi, 1962 (raccoglie i precedentiLa visita, Alla periferia e La moglie del mercante).
Il cacciatore, Collana I Coralli, Torino, Einaudi, 1964.
Tempi memorabili, Collana I Coralli n. 229, Torino, Einaudi, 1966.
Storia di Ada, Collana SuperCoralli, Torino, Einaudi, 1967.
Ferrovia locale, Collana SuperCoralli, Torino, Einaudi, 1968.
Una relazione, Collana SuperCoralli, Torino, Einaudi, 1969.
Paura e tristezza, Collana SuperCoralli, Torino, Einaudi, 1970.
Monte Mario, Milano, Rizzoli, 1973.
Gisella, Milano, Rizzoli, 1974.
Troppo tardi, Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 1975.
L'antagonista, Milano, Rizzoli, 1976.
La disavventura, Milano, Rizzoli, 1977.
L'uomo e il cane, Milano, Rizzoli, 1977.
Un uomo solo, Milano, Rizzoli, 1978.
Il superstite, Milano, Rizzoli, 1978.
Il paradiso degli animali, Milano, Rizzoli, 1979.
Vita d'artista, Milano, Rizzoli, 1980.
Ferragosto di morte, Reggio Emilia, Ciminiera, 1980.
Il ribelle, Milano, Rizzoli, 1980.
La morale del branco, Milano, Rizzoli, 1980 (contieneIl dinosauro risvegliato, La lucertola cambia casa, Il falco
defraudato, L'egoismo del bue, La morale del branco, Le carte geografiche, La comunit dei camosci e degli
stambecchi, Gli amori della ghiandaia, Zabain!, Mare, cielo e campagna, Davanti a una torre normanna, I castelli
della Lunigiana, Sacrifici inutili, Buio e nebbia, Vacanza in Sardegna, La vicinanza deleteria, La guerra greco-
gotica, Spartaco, L'origine comune della societ e dell'esercito).
La zampa d'oca, Milano, Rizzoli, 1981.
L'amore tanto per fare, Milano, Rizzoli, 1981.
Colloquio con le ombre, Milano, Rizzoli, 1982 (contieneColloquio con le ombre, Il leone fuggito, Il coleottero, La
morte del figlio di Gostino, Al caff, Vieri, Una vita).
Il mondo senza nessuno, Marmirolo, Ciminiera, 1982.
Gli anni passano. La ragazza di Bube vent'anni dopo , Milano, Rizzoli, 1982.
Mio padre, Milano, Rizzoli, 1983 (contieneMio padre, Confessione d'una debolezza, Romano, Dante, Beppe, Piero,
Baba e Lidori, I pericoli peggiori corsi da partigiano, Cecina e Volterra, Grosseto, L'uva).
Le persone contano pi dei luoghi, Firenze, Pananti, 1985 (contiene anchePaura della morte).

Saggistica e prose varie


I minatori della Maremma, con Luciano Bianciardi, Bari, Laterza, 1956.
Viaggio in Cina, Milano, Feltrinelli, 1956.
Poesia e romanzo, con Mario Luzi, Milano, Rizzoli, 1973.
Fogli di diario, Milano, Rizzoli, 1974.
Ultima frontiera, Milano, Rizzoli, 1976.
Il gigante cieco, Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 1976.
La lezione della storia, Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 1978.
Carlo Cassola: letteratura e disarmo. Intervista e testi, a cura di Domenico Tarizzo, Milano, A. Mondadori, 1978.
Contro le armi, Marmirolo, Ciminiera, 1980.
Cassola racconta, a cura di Pietro Poiana, Marmirolo, Ciminiera, 1981.
Il romanzo moderno, Milano, Rizzoli, 1981.
Diritto alla sopravvivenza, Torino, Eurostudiopocket, 1982.
La rivoluzione disarmista, Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 1983.
Il mio cammino di scrittore, con illustrazione di Venturino Venturi, Pananti, Firenze 1984 (edizione fuori commercio id
300 esemplari numerati).
Disarmo o barbarie, con Angelo Gaccione, a cura di Bruno Zanotti, postfazione diCesare Medail, Trento, New
Magazine, 1984.

Scritti sparsi
La donna del poeta; Morte dell'adolescente; Pioggia di fin d'agosto (poesie), Almanacco 1935, Anno XIII, II,
pp. 2259.
La buona morta e Andare di sera per la citt con gli occhi socchiusi (poesie), Il pensiero dei giovani - La Gazzetta,
Messina, 30 marzo 1936.
Soffioncino (poesia), Il pensiero dei giovani - La Gazzetta, Messina, 30 marzo 1936.
Giardino pubblico (poesia), Il pensiero dei giovani - La Gazzetta, Messina, 27 aprile 1936.
Grande adunata (prosa), Il pensiero dei giovani - La Gazzetta, Messina, 11 maggio 1936.
Andavamo ansiosi di respiraree Mediocrit dei sensi (poesie), Il pensiero dei giovani - La Gazzetta, Messina, 8
giugno 1936.
Ritornello (prosa), Il pensiero dei giovani - La Gazzetta, Messina, 22 giugno 1936. Poi in Sergio Palumbo,
L'impetuosa giovinezza di antiborghesi senza rimedio , EDAS, Messina, 1999.
Tre poesie (Momento 13 maggio 1936; Nella valle, 27 gennaio 1937; Figura, maggio 1936), La Ruota, 28 febbraio
1937, pp. 245.
Uomini sul mare, Il Meridiano di Roma, XV, 2 maggio 1937, p. VI.
Paura e tristezza. Racconto, Il Meridiano di Roma, XV, 26 settembre 1937, p. VII. Poi, con Tempi memorabili e I
due amici, Letteratura, IV, 3, luglio-settembre 1940,pp. 3544, e in Alla periferia.
Tre racconti. La visita, Il soldato, Il cacciatore, Letteratura, III, 4, ottobre-dicembre 1939, pp. 429.
Ferrovia locale, Rivoluzione, II, 4, 5 marzo 1940, p. 5.
Dnroel, Corrente, III, 5, 15 marzo 1940, p. 3.
Il ritorno dei marinai, Frontespizio, XII, 3, marzo 1940, p. 160.
La casa di campagna, Corrente, III, 9,15 maggio 1940, p. 5.
Terra di Francia e Sogno invernale, Il Frontespizio, XII, 3, marzo 1940, p. 160.
Bandiera rossa, Il Frontespizio, 6, giugno 1940, p. 324.
Le ballerine, Il Frontespizio, XII, 6, giugno 1940, p. 324.
Tempi memorabili, I due amici, 'Paura e tristezza, Letteratura IV, 3, luglio-settembre 1940, pp. 35-44.
Rynton Pem, Il Frontespizio, XII, 10, ottobre 1940, p. 662.
Tre frammenti, Il Frontespizio, 12, dicembre 1940, p. 662.
il gioco, Oggi, III, 1, 4 gennaio 1941, p. 18.
Racconti (Giorgio Gromo; Inizio di un racconto; Monte Mario), La Ruota, II, serie III, 1 gennaio 1941, pp. 26-9.
Gli scherzi. Racconto, Oggi, III, 5, 1 febbraio 1941, p. 5. Poi inAlla periferia.
Diario di campagna, Rivoluzione, III, 7-9, 20 febbraio 1941, p. 5. Poi inAlla periferia.
La lite. Racconto, Oggi, III, 12, 22 marzo 1941, p. 10.
Ricordi senza importanza, Ansedonia, III, III, 2 marzo 1941, pp. 26-7.
Viaggio in citt, Lettere d'oggi, III, 3, aprile 1941, pp. 41-2.
L'amico perfetto. Racconto, Oggi, III, 20, 17 maggio 1941, p. 14. Poi inAlla periferia.
Frammento, Il Campano, maggio 1941.
La vedova del socialista, Oggi, III, 25, 21 giugno 1941, p. 14. Poi inAlla periferia.
Contrasti, Oggi, III, 28, 12 luglio 1941, p. 14.
Il noce e l'olivo, Oggi, III, 20, 17 maggio 1941, p. 10.
Pensieri e ricordi su Monte Mario, Letteratura, V, 3, luglio-settembre 1941, pp. 62-5. Poi in Alla periferia.
Il denaro. Racconto, Oggi, III, 43, 25 ottobre 1941, pp. 12-3.
Gli amici, Rivoluzione, III, 1-2-20 novembre 1941, p. 4. Poi inAlla periferia.
Tre romanzi, Rivoluzione, III, 3, 5 dicembre 1942, p. 16.
Gli adolescenti, Oggi, IV, 2, 10 gennaio 1942, p. 16.
Grosseto come Kansas City, Il Mattino dell'Italia Centrale, 10 novembre 1948, p. 3.
Una Maremma verde, Il Mondo, III, 33, 18 agosto 1951, p. 5.
Tre studiosi locali, Il Mondo, IV, 3, 19 gennaio 1952, p. 5.
Il Santo dell'Amiata, Il Mondo, IV, 11, 15 marzo 1952, p. 5.
I nababbi del sottosuolo, Il Mondo, IV, 27, 5 luglio 1952, p. 5.
I localisti, Il Mondo, V, 6, 7 febbraio 1953, p. 12.
Marxismo e cinema, Il Mondo, V, 17, 25 aprile 1953, p. 5.
La riforma agraria in provincia di Grosseto, Comunit, VII, 19, giugno 1953, pp. 16-20.
La cultura in provincia, Comunit, VII, 21, novembre 1953, pp. 34-35.
Gli inizi del fascismo in Maremma, con Luciano Bianciardi, Comunit, VII, 23, febbraio 1954, pp. 32-36.
La strage di Niccioleta, Il Contemporaneo, I, 1, 27 marzo 1954, p. 6.
Il clima di una tragedia, Il Nuovo Corriere - La Gazzetta, 5 maggio 1954, p. 1.
La guerra della Montecatini, Il Contemporaneo, I, 8, 15 maggio 1954, p. 7.
I minatori maremmani, con Luciano Bianciardi, Nuovi Argomenti, 8, maggio-giugno 1954, pp. 1-34.
Biografie di minatori della Maremma, con Luciano Bianciardi, Nuovi Argomenti, 14, maggio-giugno 1955, pp. 111-
133.
Problemi di lavoro e di libert nella miniera di Boccheggiano , Il Nuovo Corriere - La Gazzetta, 24 giugno 1955,
p. 2.
Una vita, in Antologia del Campiello millenovecentosessantasette. Antonio Barolini, Carlo Cassola, Gino De Sanctis,
Giuseppe Mesirca, Luigi Santucci, Venezia, Scuola grafica del Centro arti e mestieri della Fondazione Giorgio Cini,
1967, pp. 3653. Poi inColloquio con le ombre.
Il leone fuggito, Firenze, Pananti, 1981 (edizione fuori commercio di 150 esemplari numerati). Poi in Colloquio con le
ombre.
Due racconti, Pananti, Firenze, 1983 (edizione fuori commercio di 300 esemplari numerati). Poi in Mio padre.
Note
1. ^ Pampaloni, pp. 538-39
2. ^ Carlo Cassola, Mio padre, Milano, Rizzoli, 1983, p. 13.
3. ^ Fogli di diario, p. 30
4. ^ Renato Bertacchini, Carlo Cassola, Firenze, Le Monnier, 1979, p. 2.
5. ^ Fogli di diario, p. 35
6. ^ Ai miei lettori, p. 6
7. ^ a b (EN ) Maria Laura Mosco, Carlo Cassola, in Encyclopedia of Italian Literary Studies, p. 404. URL consultato il 19
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Voci correlate
Opere di Carlo Cassola

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Bibliografia di Carlo Cassola, reteccp.org.
L'umanit di Cassola, italialibri.net.
Approfondimento sul Neorealismo. Rapporto Cinema-Letteratura , biblio-net.com.
Approfondimento su Realismo cinematografico , edscuola.com.
Approfondimento sul realismo fotografico., museodellafotografia.it.
Dizionario biografico Treccani, treccani.it.
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