Sei sulla pagina 1di 15

INSEGNARE L'ANTICO FRA PASSIONE E COMPETENZA

1. Le Mémoires d'Hadrien prendono l'avvio da: un'epistola di Adriano a Marco Aurelio


2. Uno dei pilastri della ricerca condotta da Marguerite Yourcenar per la stesura del romanzo è: Dione Cassio
3. In relazione al romanzo di Marguerite Yourcenar non è vero che: inventa i dati sulla vita del princeps
4. Componendo il romanzo, Marguerite Yourcenar non prende in considerazione: il romanzo storico composto da Adriano
5. Adriano, scrivendo a Marco Aurelio, afferma di essere affetto da: idropsia del Cuore
6. Il medico Ermogene consiglia all'imperatore l'uso di: piante con virtù prodigiose
7. Nell'epistola di Adriano è realizzata una descrizione delle attività: del vir Romanus
8. Adriano confessa di aver attirato le rampogne di Traiano per: la sua caccia al cinghiale
9. Tra le attività menzionate da Adriano, stando ai passi del romanzo citati, non c'è: la lotta
10. 10 Adriano denuncia 'un vizio romano', vale a dire: il mangiar troppo

LA TRADUZIONE: REQUISITI E PROBLEMI


1. Non è vero che: il traduttore non subisce una serie di estraniamenti in rapporto al testo da capire e da tradurre
2. È vero che: il dominio della retorica si estende anche sull''ordo verborum'
3. Il corretto paradigma di 'legere' è: lĕgo, lĕgis, legi, lectum, lĕgĕre
4. L'opera di Varrone si colloca nel: I sec. a.C
5. Per Varrone, non deriva dal verbo 'legere': 'licentia'
6. Nella voce del "Dictionnaire etimologique de la langue latine" di Ernout e Meillet è chiarito che: 'lego' (leggere) è
diventato un verbo indipendente da 'lego' (scegliere)
7. Macrobio fu attivo: tra IV e V sec.
8. È falso che Macrobio: dimostra che Didone è già nella produzione ellenistica
9. Il vocabolo tecnico che designa l'operazione compiuta da Virgilio, che attinge al repertorio ellenistico per la 'fabula' di
Didone, è: 'transferre
10. Il commento di Servio ad Verg. Aen. 6,34 conferma che: 'perlegerent' equivale a 'perspectarent'

LA LINGUA LATINA: UN MONDO SCONOSCIUTO DI PAROLE


1. Per gli Stoici, l'etimologia: È l'espressione naturale del pensiero
2. Fra questi, appartiene alla scuola grammaticale di Pergamo: Cratete di Mallo
3. A Roma, tra i poeti che si occuparono di questioni grammaticali, c'è: Accio
4. Varrone fece ricorso all'autorità di Elio Stilone per: la delucidazione di antichi carmi latini
5. Secondo Varrone, è vero che: non è possibile dare l'etimologia di tutte le parole
6. Elio Stilone fu maestro di Varrone e di: Cicerone
7. È vero che: Varrone mira ad acquisire consapevolezza del retto valore di un termine, non solo dal punto di vista
sincronico
8. In Varrone, "de lingua Latina" 6,86 ("nunc primum ponam de censoriis tabulis"), 'ponam' è: indicativo futuro attivo I
persona singolare
9. L''anquisitio' è: il procedimento successivo alla 'quaestio'
10. In questo testo di Varrone, "de lingua Latina" 6,89 ("Quare hi[n]c accenso, illic praeconi dicit, haec est causa: in aliquot
rebus item ut praeco accensus acci[pi]ebat, a quo accensus quoque dictus. accensum solitum ciere Boeotia ostendit,
quam comoediam Aquilii esse dicunt, hoc versu"), 'acciebat' equivale all'italiano: chiamare

IL LIBRO VI DEL DE LINGUA LATINA DI VARRONE: I TEMPORA


1. 1 La concezione dell'origine del linguaggio espressa da Varrone rispecchia le dottrine: stoiche
2. Il lessicografo Paolo Festo mette in correlazione il termine mundus con: il verbo movere
3. A detta di Macrobio, "Saturnalia" 1,13,3 , il mattino è chiamato 'mane': perché l'inizio della luce emerge dai Mani
4. Varrone, nel "de lingua Latina" 6,5 afferma che 'crepusculum' significa: dubbio
5. Secondo Varrone, "de lingua Latina" 6,6, 'nox' deriva da: noceo
6. In Varrone, "de lingua Latina" 6,7, è citato un verso di Plauto, che definisce il periodo più buio della notte: 'conticinium'
7. L'attributo 'intempesta', in relazione a 'nox', significa: 'fonda'
8. La 'bruma' è: il solstizio d'inverno
9. Secondo Mauro Servio Onorato ad Verg. Aen. 1,269, 'annus' è imparentato con: 'anulus'
10. Ateio Capitone, che, stando a Varrone, "de lingua Latina" 1,14,5, ritiene che il nome 'anno' derivi dal giro del tempo, è:
giurista

I MESI, LE STAGIONI, I RITUALI CIVILI E RELIGIOSI


1. Secondo Varrone, "de lingua Latina" 6,9, il sostantivo 'hiems' potrebbe derivare da: 'hiatus'
2. Nel brano di Varrone, "de lingua Latina" 6,10 ("quartum autumnus, ab augendis hominum opibus dictus frugibusque
coactis, quasi auctumnus"), 'augendis' è: gerundivo di 'augeo'
3. Il 'lustrum', per Varrone, "de lingua Latina" 6,11, è chiamato così dal: verbo 'luere'
4. Stando a Varrone, "de lingua Latina" 6,10 ("Ab sole, sic mensis a lunae motu dictus, dum ab sole profecta rursus redit ad
eum") è vero che: il mese è così chiamato dal movimento della luna
5. Secondo Varrone, "de lingua Latina" 6,2, i 'dies Agonales' sono così chiamati per il fatto che il celebrante domanda
'agone?', che significa: "debbo io procedere al sacrificio?"
6. Varrone, "de lingua Latina" 6,12-13, racconta che 'februatus', giorno dei Lupercali, è legato a 'februs', che, usato dagli
antichi, indica: la pelle del capro
7. Stando a Varrone, "de lingua Latina" 6,13 ("Feralia ab inferis et ferendo, quod ferunt tum epulas ad sepulcrum quibus ius
[s]ibi parentare"), 'parentare' equivale a: offrire sacrifici funebri
8. Varrone, nel "de lingua Latina" 6,13, sostiene che i 'Feralia' sono così chiamati: da 'inferi' e da 'ferre'
9. In questo brano di Varrone, "de lingua Latina" 6,14 ("Liberalia dicta, quod per totum oppidum eo die sedent sacerdotes
Liberi anus hedera coronatae cum libis et foculo pro emptore sacrificantes"), 'anus' è: un nominativo plurale
10. I 'Fordicidia', per Varrone, "de lingua Latina" 6,15, derivano da: 'fordae’ e ‘caedere'

VALORI DA CONSERVARE, DATE DA RICORDARE NELL'ANTICA ROMA


1. Secondo la testimonianza di Macrobio, "Saturnalia" 3,2,3-4 ("nam ex disciplina haruspicum et ex praecepto pontificum
verbum hoc sollemne sacrificantibus est… Porricere ergo, non proicere proprium sacrificii verbum est"), il verbo da
utilizzare per i sacrifici è: 'porricere'
2. In Varrone, "de lingua Latina 6,16" ("Robigalia dicta ab Robigo; secundum segetes huic deo sacrificatur, ne robigo
occupet segetes"), 'occupet' è: congiuntivo presente attivo
3. 'Condere' significa: tenere all'oscuro
4. I 'Consualia' sono così chiamati: dal dio Conso
5. Il segno diacritico † sta ad indicare che il passo: non è integro
6. Non è vero, secondo Varro, "de lingua Latina 6,18 ss., che: i 'Vinalia' rustici sono dedicati a Marte
7. Stando a Varrone, "de lingua Latina" 6,20-21 ("Octobri mense Meditrinalia dies dictus a medendo, quod Flaccus flamen
Martialis dicebat"), 'mederi' equivale all'italiano: medicare
8. Questo carmen, citato da Paolo Festo 123 Morel, "Vetus novum vinum bibo veteri novo morbo medeor", ha un
andamento ritmico che coincide con quello: del saturnio
9. In Varro, "de lingua Latina" 6,22-23 ("sed quod de his prius, id ab ludendo aut lustro, id est quod circumibant ludentes
ancilibus armati"), il verbo 'ludere' equivale in italiano a: rappresentare
10. Secondo quanto afferma Macrobio, il nome del dio Saturno deriva da 'satus', che significa: semina

LA NOMENCLATURA DEI GIORNI E DEI MESI NEL CALENDARIO ROMANO


1. In Varro, "de lingua Latina" 6,27-28 ("de his diebus nunc iam, qui hominum causa constituti, videamus. primi dies
mensium nominati kalendae, quod his diebus calantur eius mensis nonae a pontificibus", 'calantur' equivale all'italiano:
'sono pronunciate'
2. In Varro, "de lingua Latina" 6,27-28 ("de his diebus nunc iam, qui hominum causa constituti, videamus. primi dies
mensium nominati kalendae, quod his diebus calantur eius mensis nonae a pontificibus, quintanae an septimanae sint
futurae, in Capitolio in curia Calabra sic dicto quinquies 'kalo Iuno Covella', septies dicto 'kalo Iuno Covella'", 'Iuno
Covella' è: un vocativo
3. 'Fari', attestato in Varro, "de lingua Latina" 6,29("dies postridie kalendas, nonas, idus appellati atri, quod per eos dies
nihil novi inciperent. dies fasti, per quos praetoribus omnia verba sine piaculo licet fari"), è: 'infinito presente di un verbo
deponente
4. Secondo Varro, "de lingua Latina" 5,155 ("comitium ab eo quod coibant"), 'comitiales' è fatto derivare indirettamente dal
verbo 'coire', che significa: andare tutti insieme
5. Quintus Mucius, citato da Varro, "de lingua Latina" 6,30 ("si prudens dixit, Quintus Mucius non ambigebat eum expiari ut
impium non posse"), fu: il primo giurista romano a comporre un'opera complessiva di diritto romano
6. Il 'dies Alliensis' ricorda la battaglia avvenuta presso il fiume Allia il 18 luglio 390 a.C. tra Romani e: Galli Senoni
7. Il "de verborum significatu" è opera di: Festo
8. Marco Fulvio Nobiliore, vincitore della battaglia di Ambracia, ispirò un tragedia che fu composta da un suo amico, vale a
dire: Ennio
9. 'Dies februatus', secondo Varro,"de lingua Latina" 6,34 ("ego magis arbitror Februarium a die februato, quod tum
februatur populus, id est lupercis nudis lustratur antiquum oppidum Palatinum gregibus humanis cinctum"), indica il:
"giorno della purificazione"
10. Censorino fu: un 'grammaticus', autore del 'de die natali'

IL LESSICO DI BASE DEI LATINI E LA SUA EVOLUZIONE


1. La versione italiana del "Vocabulaire Essentiel de Latin" (C. Cauquil - J.Y. Guillallmin) curata da F. Piazzi ("Lessico
essenziale di latino") non contiene: la propagazione nell'odierno vocabolario italiano e francese
2. In Varro, "de lingua latina 6,36" ("quartum quod neutrum habet, ut ab lego lecte ac lectissime"), 'lecte' significa: in forma
scelta
3. In Varro, "de lingua latina" 6,35 ("Quod ad temporum vocabula Latina attinet, hactenus sit satis dictum; nunc quod ad
eas res attinet quae in tempore aliquo fieri animadvertuntur, dicam, ut haec sunt: legisti, cursurus, ludens"), 'cursurus' è:
participio futuro del verbo 'curro'
4. In Varro, "de lingua Latina" 6,37 ("Primigenia dicuntur verba ut lego, scribo, sto, sedeo et cetera, quae non sunt ab aliquo
verbo, sed suas habent radices. Contra verba declinata sunt quae ab aliquo oriuntur, ut ab lego legis, legit, legam et sic
indidem hinc permulta"), per 'verba primigenia' si intendono: le parole che non derivano da nessun'altra parola
5. Secondo Varro, "de lingua Latina 7,4", 'equites' deriva da: eques'
6. Nel "de lingua Latina", Varrone dedica alla 'delinatio' i libri: VIII-XIII
7. Secondo Varrone, "de lingua Latina" 8,5, le parole nascono per: 'impositio' e 'declinatio'
8. A partire da Varro, "de lingua Latina" 6,38("ut enim processit et recessit, sic accessit et abscessit; item incessit et
excessit, sic successit et decessit, discessit et concessit"), 'abscessit' significa: si allontanò
9. Secondo Varro, "de lingua Latina" 5,3 ["Quae (scil. verba) ideo sunt obscuriora, quod neque omnis impositio verborum
extat, quod vetustas quasdam delevit, nec quae extat sine mendo omnis imposita, nec quae recte est imposita, cuncta
manet (multa enim verba litteris commutatis sunt interpolata), neque omnis origo est nostrae linguae e vernaculis verbis,
et multa verba aliud nunc ostendunt, aliud ante significabant, ut hostis: nam tum eo verbo dicebant peregrinum qui suis
legibus uteretur, nunc dicunt eum quem tum dicebant perduellem"], non è vero che: 'hostis' non indicava originariamente
solo lo straniero, ma anche il nemico di guerra
10. In Varro, "de lingua Latina" 6,39 ("et reliqua ostendat, quod non postulat, tamen immanem verborum expediat numerum",
'expediat' è: congiuntivo presente attivo.

VARRONE E LE FAMIGLIE DI PAROLE


1. Il verbo 'consulo' con dativo ha il significato di: provvedere a
2. Stando a Varro, "de lingua Latina" 6,42 ["Cogitare a cogendo dictum: mens plura in unum cogit, unde eligere possit. (sic e
lacte coacto caseus nominatus, sic ex hominibus contio dicta, sic coemptio, sic compitum nominatum)"], la 'coemptio' è: il
matrimonio per compra-vendita
3. 'Cogito' è un verbo: frequentativo di 'cogo'
4. 'Contio', 'coemptio', 'compitum' e 'concilium' hanno in comune con 'cogo' e 'cogito': solo il prefisso
5. Stando a Varro, "de lingua Latina" 6,44 ("Sic reminisci, cum ea quae tenuit mens ac memoria, cogitando repetuntur. hinc
etiam comminisci dictum, a con et mente, cum finguntur in mente quae non sunt") è vero che 'reminisci' è: un infinito ed
equivale all'italiano 'ricordarsi'
6. Il senso originario del verbo 'horreo' è, come riporta Varrone: 'rizzarsi'
7. Secondo Varro, "de lingua Latina" 6,47 ("Lubere ab labendo dictum, quod lubrica mens ac prolabitur, ut dicebant olim. ab
lubendo libido, libidinosus ac Venus Libentina et Libitina, sic alia"), da 'lubere' non si ha: 'labi'
8. Stando a Varro, "de lingua Latina" 6,49 ("Meminisse a memoria, cum id quod remansit in mente †in id quod rursus movetur;
quae a manendo ut manimoria potest esse dicta") è vero che: 'memoria' può venire dal verbo 'manere'
9. 'Maerere', attestato in Varro, "de lingua Latina" ("Maerere a marcere, quod †etiam corpus marcescere"), equivale all'italiano:
affliggersi
10. Giovenzio, citato da Varrone ("de lingua Latina" 6,50), fu: poeta comico

L’APPRENDIMENTO DEL LATINO IN FUNZIONE DELL’ITALIANO


1. L'attributo 'vetus' è adatto per: le cose
2. Stando a Varro, "de lingua Latina" 6,51 ("Narro, cum alterum facio narum, a quo narratio, per quam cognoscimus rem
gestam"), 'narum' significa: consapevole
3. In Varro, "de lingua latina" 6,53 ("hinc effari templa dicuntur: ab auguribus effantur qui in his fines sunt. hinc fana
nominata, quod pontifices in sacrando fati sint finem"), la "iunctura' 'effari templa" equivale all'italiano: determinare le
aree di osservazione dei segni celesti
4. Stando a Varro, "de lingua Latina" 6,55 ("Ab eodem verbo fari fabulae, ut tragoediae et comoediae, dictae. hinc fassi ac
confessi, qui fati id quod ab is quaesitum"), i 'fassi' sono: coloro che hanno ammesso
5. Tra i seguenti verbi può avere l'accezione di 'consolare': 'adloqui'
6. Il "de compendiosa doctrina" è opera di: Nonio Marcello
7. Con 'reloquus' si intende: colui che dà un responso
8. In Varro, "de lingua Latina" 6,61 ("Hinc, ab dicando, indicium; hinc illa indicit illum, indixit funus, prodixit diem, addixit
iudicium; hinc appellatum dictum in mimo ac dictiosus; hinc in manipulis castrensibus dicata a ducibus; hinc dictata in
ludo; hinc dictator magister populi, quod is a consule debet dici; hinc antiqua illa addici numo et dicis causa et addictus"),
la 'iunctura' "indixit funus" significa: ha invitato al funerale
9. Il verbo 'addicere' è proprio del linguaggio: giuridico
10. 'Docere' è causativo del verbo: 'discere'

ACQUISIRE UNA COMPETENZA LINGUISTICA: UNA ESIGENZA DI IERI E DI OGGI


1. In latino, non ha il significato di "uccidere" il verbo: deligere
2. Varrone ("de lingua Latina 6,67) accosta i verbi 'fremere', 'gemere', 'clamare', 'crepare' in quanto essi: sono verbi
onomatopeici
3. Stando a Varro, "de lingua Latina" 6,68 ("Vicina horum quiritare, iubilare"), 'quiritare' significa: strillare
4. Non ha la stessa radice degli altri verbi indicati: 'recapito
5. Stando a Varro, "de lingua Latina" 6,69 ("Spondere est dicere spondeo, a sponte: nam id valet et a voluntate. [...] ab
eadem sponte, a qua dictum spondere, declinatum spondit et respondet et desponsor et sponsa, item sic alia. spondet
enim qui dicit a sua sponte spondeo;", è vero che: colui che ha promesso è il garante
6. In Varro, "de lingua Latina 6,71" ("Qui spoponderat filiam, despondisse dicebant, quod de sponte eius, id est de
voluntate, exierat"), 'despondisse': È un infinito perfetto e significa "che l'aveva promessa allontanandola da sé"
7. Con 'sponsio' si indica: il deposito a garanzia
8. Il verbo 'video' deriva da: un'antica radice indoeuropea
9. In relazione a Varro, "de lingua Latina" 6,81 ("Cerno idem valet: itaque pro video ait Ennius: 'lumen iubarne in caelo
cerno?' Canius: 'sensumque inesse et motum in membris cerno.' dictum cerno a cereo, id est a creando; dictum ab eo
quod cum quid creatum est, tunc denique videtur"), non è vero che: 'creo' viene da 'cerno
10. 'Despicio' significa: guardo dall'alto in basso

A LEZIONE DI LATINO DAL GRAMMATICUS MAURO SERVIO ONORATO


1. Il 'grammaticus' Servio fu attivo nel: IV sec. d.C
2. Stando a ciò che afferma Servius, ad Vergilii Aeneidem 1,1-7('sciendum praeterea est quod, sicut nunc dicturi thema
proponimus, ita veteres incipiebant carmen a titulo carminis sui, ut puta Arma virumque cano, Lucanus bella per
Emathios, Statius Fraternas acies alternaque regna profanis') non è vero che: le opere antiche non avevano un titolo
3. In Servius, ad Vergilii Aeneidem 1,1 ('ARMA [...]omnes tamen inania sentire manifestum est, cum eum constet aliunde
sumpsisse principium sicut in praemissa narratione monstratum est'), 'constet' è: congiuntivo presente attivo
4. In Servius, ad Vergilii Aeneidem 1,1 ('ARMA [...]omnes tamen inania sentire manifestum est, cum eum constet aliunde
sumpsisse principium sicut in praemissa narratione monstratum est'), 'sumpsisse' è: infinito perfetto
5. Stando a Servius ad Vergilii Aen. 1,1 ('Et est tropus metonymia. nam arma quibus in bello utimur pro 'bello' posuit, sicut
toga qua in pace utimur pro 'pace' ponitur, ut Cicero 'cedant arma togae', id est 'bellum paci''), il verbo 'utor' si costruisce
con: ablativo
6. Laddove Virgilio ricorre ad 'arma' in luogo di 'bellum', il poeta ricorre alla figura retorica: della metonimia
7. In Servius ad Vergilii, Aen. 1,1 ('Arma virvmqve figura usitata est ut non eo ordine respondeamus quo proposuimus; nam
prius de erroribus Aeneae dicit, post de bello. hac autem figura etiam in prosa utimur. sic Cicero in Verrinis 'nam sine ullo
sumptu nostro coriis, tunicis frumentoque suppeditato maximos exercitus nostros vestivit, aluit, armavit'', è vero che: la
figura retorica usata da Virgilio nel v. 1 dell''Eneide' è attestata anche in prosa
8. Per Serv. ad Vergilii, Aen. 1,1 ('Et est poeticum principium professivum 'arma virumque cano', invocativum 'Musa mihi
causas memora', narrativum 'urbs antiqua fuit'. et professivum quattuor modis sumpsit: a duce 'arma virumque cano', ab
itinere 'Troiae qui primus ab oris', a bello 'multa quoque et bello passus', a generis successu 'genus unde Latinum''), è
vero che: c’è un proemio che può contenere l’invocazione
9. Secondo Servio, il verbo 'cano', utilizzato nell''incipit' ha il valore di: recito ritmicamente
10. In relazione alla permutazione (siamo in Aen. 1,1) è vero che essa: consiste nel modificare l'ordine dei sintagmi nella
frase e quello dei morfemi nel sintagma

ACQUISIRE LA PADRONANZA NEL CAMPO DEL LESSICO LATINO: UN OBIETTIVO DI IERI E DI OGGI
1. Non è sinonimo degli altri sostantivi: 'scelus'
2. Secondo le 'Differentiae verborum' (e codice Vindobonensi 16, f. 68 v), 'discumbere' è proprio: degli uomini
3. A partire da 'Differentiae verborum (e codice Vindobonensi 16, f. 68 v)', 'commoneo' si usa in relazione: ai fatti che sono
accaduti (con il significato di 'riporto la memoria')
4. I verbi 'moneo', 'surgo', 'precor', 'duco' sono: 'verba primigenia'
5. Stando alle 'Differentiae verborum' (e codice Vindobonensi 16, f. 68 v), 'laetum' è: l'accusativo di un aggettivo che
significa 'felice'
6. Tra queste, è vera l'affermazione secondo cui: 'inanis' di dice di un uomo che è privo di tutto
7. Se 'malum' ha la sillaba 'ma' breve indica: il male
8. Se 'oblìtum' viene pronunciato, tenendo conto che la sillaba 'li' è lunga, esso è: participio del verbo 'obliviscor' e significa
'dimenticare'
9. 'Concĭdit' è composto di: cum+cado
10. 'Occīdit' è composto di: ob+caedo

IL LATINO DEI GRAMMATICI FRA MANUALISTICA E APPLICAZIONE PRATICA


1. Il perfetto indicativo attivo I persona singolare del verbo 'exurere', attestato in Verg. Aen. 1,34-41 ("Quippe vetor fatis.
Pallasne exurere classem / Argivom atque ipsos potuit submergere ponto / unius ob noxam et furias Aiacis Oili?"), è:
exussi
2. Stando a Serv. ad Verg. Aen. 1,41, 'noxia' indica: la colpa
3. Tenendo conto delle 'differentiae verborum' di Flavius Sosipater Charisius è vero che: 'tacet' colui che non ha neppure
cominciato a parlare
4. È vero che: 'eum' si riferisce a qualcosa che non sta con noi, ma è assente
5. In Verg. Aen. 1,224-234, "quid Troes potuere, quibus tot funera passiscunctus ob Italiam terrarum clauditur orbis?",
'posuere' è: perfetto indicativo attivo
6. Stando a Serv. ad Verg. 1,224-234 ("despiciens deorsum aspiciens, sicut 'suspiciens' sursum aspiciens. notandum sane,
quia si dispiciens dixerimus, diligenter inquirens significamus", 'despicio'", 'suspicio' significa che: guardo verso l'alto
7. Tra i seguenti verbi significa 'parlo con naturalezza': loquor
8. Stando alle 'Differentiae Ciceronis', 'sumimus' significa che: prendiamo cose che sono poggiate
9. Si usa 'ituemur' quando: guardiamo per un preciso motivo
10. 10 Stando alle 'Differentiae Ciceronis' proposte, è vero che: 'facinus' lo si dice anche per elogiare una buona azione

VIRGILIO A SCUOLA: UN UTILE TIROCINIO PER IMPARARE IL LATINO


1. 1 In Verg. Aen. 5,71, "Ore favete omnes et cingite tempora ramis", la formula 'favete ore' è: un invito a fare silenzio
2. Come precisa Serv. Ad Verg. Aen. 5,69, 'caestus' è: un sostantivo della 4 declinazione che ha anche il plurale e che
indica gli strumenti d'offesa del pugile
3. Mario Plozio Sacerdote fu attivo: tra III e IV sec.
4. In relazione alla 'differentia' tra 'fragrare' e 'flagare' è vero che: 'flagare' deriva da 'flatus'
5. Non è vero che: con 'theatrum' si indicano gli spettacoli
6. Con 'probrum' si indica: una cosa scandalosa
7. Il sostantivo 'auspicium' è un composto di: aves+specio
8. In relazione a Verg. Aen. 1,418 ("Corripuere viam interea, qua semita monstrat") è vero che 'corripuere' è: un perfetto ed
equivale all'italiano 'divorarono'
9. In Verg. Aen. 1,92-119("Extemplo Aeneae solvontur frigore membra"), 'extemplo' è: un avverbio e significa
'immediatamente'
10. Elio Donato ha commentato: le commedie di Terenzio

IN QUANTI MODI SI PUÒ DIRE IN LATINO LA STESSA COSA


1. Stando a Serv ad Vergilii Aeneidem 1,177-178("FESSI RERVM hoc est penuria fatigati, id est esurientes, quod fere
laborem fames subsequitur. et fessus generale est; dicimus enim fessus animo, id est incertus consilii, ut ter fessus valle
resedit (Aen. 8,232), et fessus corpore, quod magis est proprium, et fessus rerum a fortuna venientium, ut hoc loco"),
non è vero che 'fessus' indica: uno che è assonnato
2. Il sostantivo 'fatis' ha il significato di: fessura
3. Non deriva dal sostantivo 'fatis': fatidicus
4. Le "Origines" o "Etymologiae" sono opera di: Isidoro di Siviglia
5. Stando a Serv. ad Vergilii Aeneidem 3,366 ("PRODIGIVM CANIT prodigium, portentum et monstrum modico fine
discernuntur, sed confuse pro se plerumque ponuntur. Varro sane haec ita definit: 'ostentum, quod aliquid hominibus
ostendit; portentum, quod aliquid futurum portendit; prodigium, quod porro dirigit; miraculum, quod mirum est; monstrum,
quod monet'"), è vero che: 'prodigium' equivale a dire che [l'evento] spinge a immaginare qualcosa che in seguito si
verificherà
6. La corretta scansione metrica di Verg. Aen. 3,356, 'Iamque dies alterque dies processit et aurae' è: Iāmquĕ dĭēs,
āltērquĕ dĭēs prōcēssĭt, ĕt aūraē
7. Stando a Serv. ad Vergilii Aeneidem 2,681 ("MIRABILE MONSTRVM τῶν μέσων est: dictum a monstrando, id est
monendo. et refertur ad praesens eius significatio. 'prodigium' autem est quod in longum tempus dirigit significationem"),
non è vero che: 'monstrum' è una cosa il cui senso è proiettato verso una più lunga durata
8. Secondo Flavio Sosipatro Carisio ("prodigium quod mores faciunt, per quod detrimentum exspectatur. itaque qui prodigia
faciunt prodigi vocantur, in ostento raritas admirationem facit, in monstro rectus ordo naturae vincitur, in portento differtur
eventus, in prodigio detrimenta significantur"), ad andare di pari passo con le abitudini è: il 'prodigium'
9. Tra i seguenti, non è un sinonimo degli altri tre: 'deforme'
10. Secondo Paolo Festo (PAUL. Fest., de verborum significatu, pag. 125 Morel"Monstrum dictum velut monestrum, quod
moneat aliquid futurum; prodigium velut praedicium, quod praedicat; portentum quod portendat; ostentum quod
ostendat"), sta a significare che nel tempo avverrà una cosa: il 'portentum'

DAL DE LINGUA LATINA AI MODERNI DIZIONARI


1. In Verg. Aen. 2,171, "nec dubiis ea signa dedit Tritonia monstris" si può tradurre: e con manifesti prodigi ce ne avvertì
Pallade
2. In relazione al Thesaurus linguae Latinae, alla voce 'mostrum', non è vero che: il sostantivo 'mostrum' non è attestato
prima del I sec. d.C.
3. Stando alla voce 'monstrum' nel "Dictionnaire étymologique de la langue Latine", è vero che: a 'monstrum' si collega
'mostellaria'
4. Nel Thesaurus linguae Latinae si trovano tutte le occorrenze di un determinato termine: dal III sec. a.C. al VI sec. d.C
5. 'Ostentum' non può avere il significato di: spettacolo
6. 'Ostentum' deriva dal verbo: ostendo,is,…, ĕre
7. 7 Non è un derivato di 'ostentarius' significa: relativo ai presagi
8. 'Portentum' è legato al verbo: portendo
9. Appartiene alla stesa famiglia di 'portentum': portentificus
10. È vero che: 'portentum' è un termine della lingua augurale

L'ARTE DI SCRIVERE BENE: LA SINONIMIA


1. A proposito dell'"Istitutio oratoria" di Quintiliano non è vero che: non c'è spazio per la trattazione della sinonimia
2. In Quint. Inst. 10,1 ("instruamus qua in oratione quod didicerit facere quam optime quam facillime possit"), 'instruamus' è:
congiuntivo presente attivo I persona plurale del verbo 'instruĕre'
3. Stando a Quin. Institutio oratoria 10,1,7 "Et quae idem significarent scio solitos ediscere, quo facilius et occurreret unum
ex pluribus, et, cum essent usi aliquo, si breue intra spatium rursus desideraretur, effugiendae repetitionis gratia
sumerent aliud quo idem intellegi posset. Quod cum est puerile et cuiusdam infelicis operae, tum etiam utile parum:
turbam enim tantum modo congregat, ex qua sine discrimine occupet proximum quodque", è inutile: imparare a memoria
i sinonimi
4. Le espressioni 'non ignoro', 'non me praeterit', 'quis nescit?', 'nemini dubium est' sono accomunate da: ipallage
5. Tra le seguenti opzioni, in cui è proposto il testo latino e la relativa traduzione non è corretta: "Quorum nobis ubertatem
ac divitias dabit lectio, ut non solum quo modo occurrent sed etiam quo modo oportet utamur", "Questi difetti lessicali
emergeranno dalla lettura, col risultato che sapremo usare i termini non solo come ci si offriranno, ma anche come si
conviene".
6. Non è un sinonimo degli altri sostantivi proposti: 'clipeus'
7. Tra le seguenti opzioni, in cui è proposto il testo latino e (tratto da Lucano, Bellum Civile") e la relativa traduzione non è
corretta: "«Parcite,» ait «cives, procul hinc avertite ferrum; / coniatura meae nil sunt iam volnera morti: / non eget
ingestis, sed volsis pectore telis", "«Risparmiate i cittadini,» disse «girate il ferro; altre ferite concorreranno alla mia
morte: non c'è più bisogno di scagliare dardi, ma anzi di toglierli dal mio petto.
8. Lucano racconta la guerra civile tra Cesare e Pompeo, già raccontata da: Cesare
9. Relativamente a Lucano, "bellum civile" 7,558-561 ("inspicit et gladios, qui toti sanguine manent, / qui niteant primo
tantum mucrone cruenti, / quae presso tremat ense manus, quis languida tela, / quis contenta ferat, quis praestet bella
iubenti") è vero che: 'niteant' è un congiuntivo presente attivo del verbo 'nitēre'
10. Stando alla voce del "Dictionnaire étymologique de la langue Latine", non è vero che: 'gladius' dovrebbe derivare dal
greco

IL COMPITO DEL TRADUTTORE TRA SINONIMI E OMONIMI


1. Stando a Quintiliano, Institutio oratoria 8,6,17-18 ("In illo vero plurimum erroris, quod ea quae poetis, qui et omnia ad
voluptatem referunt et plurima vertere etiam ipsa metri necessitate coguntur, permissa sunt convenire quidam etiam
prosae putant. At ego in agendo nec 'pastorem populi' auctore Homero dixerim nec volucres per aëra 'nare', licet hoc
Vergilius in apibus ac Daedalo speciosissime sit usus. Metaphora enim aut vacantem locum occupare debet aut, si in
alienum venit, plus valere eo quod expellit") è vero che: la metafora può occupare uno spazio vuoto
2. A proposito di sineddoche, non è vero che: con essa intendiamo dal genere la specie
3. In Quintiliano, "Institutio oratoria" 8,6,19-20 ("Quod [aliquando] paene iam magis de synecdoche dicam. Nam translatio
permovendis animis plerumque et signandis rebus ac sub oculos subiciendis reperta est"), 'signandis' è: gerundivo
4. In relazione all'enallage del numero non è vero che: essa non si usa nel linguaggio quotidiano al tempo di Quintiliano
5. Non è un equivalente di 'acies': percorso
6. In Verg. Aen. 2,331-332 ("portis alii bipatentibus adsunt, / milia quot magnis umquam venere Mycenis /obsedere alii telis
angusta viarum /oppositis"), è vero che: 'venere' è una forma verbale
7. In Verg. Aen. 2,333-335 ("obsedere alii telis angusta viarum / oppositis; stat ferri acies mucrone corusco /stricta, parata
neci"), 'acies' va concordato: con 'stricta' e con 'parata'
8. In relazione a Verg. Aen. 6,291-294 ("et ni docta comes tenuis sine corpore vitas / admoneat volitare cava sub imagine
formae,/ inruat et frustra ferro diverberet umbras"), è vero che: 'frustra' è un avverbio
9. Quelle parole che, identiche nella forma, significano però varie cose sono definite: omonimi
10. A partire dal commento di Servio (ad Aen. 2,333: "stat aut horret, ut "stant lumina flamma:" aut 'stat' a stantibus in medio
armatis tenetur"), 'stat' non può equivalere a: si infiamma

LE REGOLE E IL VOCABOLARIO DEI GRAMMATICI


1. A Roma, dopo la scuola del 'ludi magister' vi era la scuola del: grammaticus
2. La silloge curata da Heinrich Keil nell'Ottocento non contiene: poeti minor
3. Con 'genus commune' si intende: quello di parole indeclinabili fra maschile e femminile
4. Secondo Charisius, Institutiones grammaticae, II, Keil, 2, p.156 ("Sunt quoque quaedam homonyma, quae una loquella
plura significant, ut nepos acies. significat enim nepos et certum cognationis gradum et rei avitae consumptorem. similiter
acies et oculorum dicitur et ferri et exercitus"), non è vero che: 'nepos' indica solo il nipote
5. L'aggettivo 'mediocris' ha: solo il primo grado positivo
6. È vero che: 'pius' ha solo il primo e il terzo grado di comparazione
7. L''amphibolia' è: 'espressione ambigua
8. "Aio te, Aeacida, Romanos vincere posse" è un caso di: anfibologia
9. "...quo uno nomine multa significantur" è la definizione che Isidoro di Siviglia propone per: 'omonimia
10. In relazione a Isidoro, Origines 1,34,13-16 ("Fit et per incertam distinctionem, ut: Bellum ingens geret Italia. Incerta
distinctio, utrum «bellum ingens», an «ingens Italia». Fit et per commune verbum, ut: «Deprecatur Cato, calumniatur
Cicero, praestolatur Brutus, dedignatur Antonius» nec ostenditur in hac ambiguitate utrum ipsi alios, an alii ipsos
deprecati sunt aut calumniati") non è vero che: È chiaro in «Deprecatur Cato, calumniatur Cicero, praestolatur Brutus,
dedignatur Antonius» quale sia il soggetto

ALLA RICERCA DEL VOCABOLO GIUSTO


1. Stando a Fronto p. 144, 17 segg. v.d.H. (de eloquentia)("Tum si quando tibi negotiis districto perpetuis orationis
conscribundae tempus deesset, nonne te tumultuaris quibusdam et lucrativis studiorum solaciis fulciebas, synonymis
colligendis, verbis interdum singularibus requirendis, ut veterum commata, ut cola synonymorum ratione converteres, ut
de volgaribus elegantia, de contaminateis nova redderes, imaginem aliquam accommodares, figuram iniceres, prisco
verbo adornares, colorem vetusculum adpingeres?", 'iniceres' è: un congiuntivo imperfetto attivo e il verbo significa
"introdurre"
2. Non è un sinonimo degli altri tre sostantivi: scutum
3. Il sostantivo 'scortum', essendo un omonimo, può indicare la prostituta e: il cuoio
4. "sunt nomina positione singularia, intellectu pluralia" non appartiene a questa categoria di nomi, indicata da Marco Valerio
Probo ("Instituta artium", Keil, IV, pag.121): castra
5. Non è un sinonimo di 'vafer': vegetus
6. È un sinonimo di 'impellit': lacessit
7. 7 Non appartiene al 'vocabolario delle armi da punta': adsecula
8. Isidoro di Siviglia visse tra: VI-VII sec. d.C.
9. Non è vero, in relazione a Isidoro, "Differentiae verborum" 1,198 ("Inter Ensem et gladium, Ensis est ferrum tantum,
gladius vero totus. Mucro autem non tantum gladii, sed et cuiuscunque teli acumen est. Item gladium generaliter dicimus,
ensem in proelio, mucronem in opere"): gladius' è solo la parte di ferro
10. Non è vero che: il 'semispatium' è così chiamato perché punge

GRAMMATICI E RHETORES ALLA PROVA DEL COMMENTO


1. In relazione a Quintiliano, "Institutio oratoria" 8,3,15-19 ("Et quoniam orationis tam ornatus quam perspicuitas aut in
singulis uerbis est aut in pluribus positus, quid separata, quid iuncta exigant consideremus. Quamquam enim rectissime
traditum est perspicuitatem propriis, ornatum tralatis uerbis magis egere, sciamus nihil ornatum esse quod sit
inproprium"), non è vero che: quid' è un pronome indefinito
2. È vero che: l'ornato ha bisogno di parole traslate
3. In relazione a Quintiliano, "Institutio oratoria" 8,3,15-19 (Clara illa atque sublimia plerumque materiae modo discernenda
sunt"), il corretto paradigma di 'discerno' è: discerno, discernis, discrevi, discretum, discernĕre
4. In Virgilio, Eneide 8,639-641 ("post idem inter se posito certamine reges / armati Iouis ante aram paterasque tenentes /
stabant et caesa iungebant foedera porca"), 'caesa' è: un participio passato ablativo singolare
5. La corretta scansione metrica del verso "stabant et caesa iungebant foedera porca" è: stābānt ēt caēsā iūngēbānt
foēdĕră pōrcā. (Attenzione: 9 accenti lunghi di fila)
6. Stando a Serv. ad Verg. Aen. 12,169 ("SAETIGERI FETVM SVIS more Romano, ut "et caesa iungebant foedera porca":
nam Homerus aliud genus sacrificii commemoravit. non nulli autem porcum, non porcam in foederibus adserunt solere
mactari, sed poetam periphrasi usum propter nominis humilitatem; [...] nam in rebus, quas volebant finiri celerius,
senilibus et iam decrescentibus animalibus sacrificabant, in rebus vero, quas augeri et confirmari volebant, de minoribus
et adhuc crescentibus inmolabant"), non è vero che: nei sacrifici contenuti si sacrificavano animali piccoli
7. Secondo il 'grammaticus' Servio, in "iungebant foedera porca" (Verg. Aen. 8,640), 'foedera' è detto: dalla scrofa che è
uccisa in modo ripugnante
8. In Serv. ad Verg. Aen. 8,641("IVNGEBANT FOEDERA PORCA foedera, ut diximus supra, dicta sunt a porca foede et
crudeliter occisa"), 'occisa' è participio del verbo: occīdo, occīdis, …, occīdĕre (attenzione: īīīĕ)
9. La corretta scansione metrica del verso "armati Iovis ante aram paterasque tenentes" è: ārmātī Iŏvĭs ānte ārām
pătĕrāmquĕ tĕnēntēs
10. Stando a Serv. ad Verg. Aen. 8,641 ("si autem per feminam non litassent, succidanea adhiberi non poterat"), 'litassent' è:
congiuntivo piuccheperfetto attivo del verbo 'lito

VIRGILIO FRA RICEZIONE E TRADUZIONE


1. In relazione a Verg. Aen. 8,641 ("post idem inter se posito certamine reges /armati Iovis ante aram paterasque tenentes /
stabant et caesa iungebant foedera porca"), 'foedera' è: accusativo plurale di 'foedus'
2. In relazione a Verg. Aen. 8,631 ("fecerat et viridi fetam Mavortis in antro / procubuisse lupam"), 'procubuisse' è: infinito
perfetto del verbo prōcumbo, prōcumbis, procubui, procubitum, prōcumbĕre
3. In Serv. ad Verg. Aen. 8,641("aut certe illud ostendit, quia in omnibus sacris feminini generis plus valent victimae. denique
si per marem litare non possent, succidanea dabatur femina"), 'succidanea (-us)' equivale all'italiano: sostituta
4. In Verg. Aen. 8,510 ("natum exhortarer, ni mixtus matre Sabella"), 'exhortarer' è: congiuntivo imperfetto passivo
5. In Verg. Aen. 8,523 ("multaque dura suo tristi cum corde putabant, / ni signum caelo Cytherea dedisset aperto"), è vero
che: il soggetto della protasi è Cytherea
6. In Verg. Aen. 8,527ss. ("Suspiciunt, iterum atque iterum fragor increpat ingens: / arma inter nubem caeli regione serena /
per sudum rutilare vident et pulsa tonare. / Obstipuere animis alii, sed Troïus heros / adgnovit sonitum et divae promissa
parentis"), non è vero che: 'obstibuere' è un infinito presente attivo
7. La corretta scansione metrica del verso "Suspiciunt, iterum atque iterum fragor increpat ingens" è: Sūspĭcĭūnt, ĭtĕrum
ātque ĭtĕrūm frăgŏr īncrĕpăt īngēns
8. La corretta traduzione di questi versi, "multaque dura suo tristi cum corde putabant, / ni signum caelo Cytherea dedisset
aperto" , è: e sarebbero stati a lungo a meditare, se Citerea non avesse mandato un segnale in un cielo che pure era del
tutto sgombro"
9. Nei versi "multaque dura suo tristi cum corde putabant, / ni signum caelo Cytherea dedisset aperto" c'è: un periodo
ipotetico della possibilità con indicativo nell'apodosi
10. La corretta scansione metrica del verso "ni signum caelo Cytherea dedisset aperto" è: nī sīgnūm caēlō Cўthĕrēă dĕdīssĕt
ăpērtō

VIRGILIO ALLA RICERCA DEGLI 'EFFETTI SPECIALI'


1. In Serv. ad Verg. Aen. 8,641 ("sed huius porcae mors optabatur ei, qui a pace resilisset"), 'resilisset' è: congiuntivo
piuccheperfetto del verbo 'rĕsĭlĭo, rĕsĭlis, resilui, rĕsĭlīre' (attenzione: manca resilitum)
2. La corretta scansione di Verg. Aen. 8,635 ("nec procul hinc Romam et raptas sine more Sabinas") è: Nēc prŏcŭl hīnc
Rōmam ēt rāptās sĭnĕ mōrĕ Săbīnās
3. In relazione a Verg. Aen. 633-634 ["(…), illam tereti ceruice reflexa mulcere alternos et corpora fingere lingua'], 'fingere'
equivale all'italiano: modellare
4. Solitamente, a differenze di Verg. Aen. 8,508-509 ("Sed mihi tarda gelu saeclisque effeta senectus / inuidet imperium
seraeque ad fortia uires"), il verbo 'invidere' regge: il dativo
5. In Verg. Aen. 8,510-511 ("natum exhortarer, ni mixtus matre Sabella / hinc partem patriae traheret"), 'traheret' equivale
qui all'italiano: trarre origine
6. In Verg. Aen. 8,511-513 ("tu, cuius et annis /et generi fatum indulget, quem numina poscunt, /ingredere, o Teucrum
atque Italum fortissime ductor"), "generi fatum indulget" è riferito a: Pallante
7. In Verg. Aen. 8,522-523 ("multaque dura suo tristi cum corde putabant, /ni signum caelo Cytherea dedisset aperto"),
'putabant', secondo Servio, sta per: putassent
8. La corretta scansione di Verg. Aen. 11,118 ("pacem me exanimis et Martis sorte peremptis") è: Pācēm me ēxănĭmīs ēt
Mārtīs sōrtĕ pĕrēmptīs
9. In Verg. Aen. 11,112 ("«Nec veni, nisi fata locum sedemque dedissent,"), in luogo di 'veni', secondo Servio, dovrebbe
essere: venissem
10. In relazione a Verg. Aen. 8,512 ("quem numina poscunt"), 'poscunt': equivale all'italiano 'richiedere' e il paradigma del
verbo è posco, poscis, poposci, poscĕre (attenzione:manca poscum)

VIRGILIO È DAVVERO INFALLIBILE?


1. In relazione a Verg. Aen. 1,564 ("moliri et late finis custode tueri"), il paradigma di 'moliri' è: a molio, molis, molire
(attenzione: la più corta/mancano molui e molutum)
2. La corretta scansione di Verg. Aen. 1,577 ("") è: dīmīttam ēt Lĭbўaē lūstrāre ēxtrēmă iŭbēbō
3. La sillepsi è: figura grammaticale che consiste in un'infrazione alle norme dell'accordo morfologico o del riferimento
semantico relative a categorie grammaticali quali il genere, il numero, la persona, il tempo
4. In Verg. Aen. 1,573, il poeta, secondo Servio, in luogo di "urbem quam statuo, vestra est", avrebbe dovuto scrivere: "urbs
quae statuitur vestra est"
5. In Verg. Aen. 1,575-576 ("Atque utinam rex ipse noto compulsus eodem /adforet Aeneas!"), 'adforet' è: congiuntivo
imperfetto attivo del verbo 'adsum'
6. Stando a erg. Aen. 1,586-593 (" Vix ea fatus erat, quom circumfusa repente / scindit se nubes et in aethera purgat
apertum. / Restitit Aeneas claraque in luce refulsit /os umerosque deo similis; namque decoram / caesariem nato genetrix
lumenque iuventae / purpureum et laetos oculis adflarat honores: /quale manus addunt ebori decus aut ubi flavo
/argentum Pariusve lapis circumdatur auro"), è corretto il paradigma di: rĕfulgĕo, rĕfulges, refulsi, rĕfulgēre
7. Secondo Carisio, il barbarsimo non si può avere per: amplificazione
8. Non è un esempio di barbarismo: magis doctior
9. Non è un solecismo: nec venissem, nisi fata locum sedemque dedissent
10. Secondo Flavius Sosipater Charisius, Institutiones grammaticae, Liber Quartus, p. 265sgg. Keil, in "'hauriat hunc oculis
ignem crudelis ab alto Dardanus'" c'è un solecismo, in quanto: c'è un nome proprio in luogo di un nome comune
('Dardanus' / 'Dardanius')

L'ETÀ DEI RE, DELLE LEGGI DELLE XII TAVOLE E DI APPIO CLAUDIO CIECO
1. La fase sabina della monarchia a Roma termina nel: 616 a.C.
2. Il "De usurpationibus" è un trattato giuridico perduto composto da: Appio Claudio Cieco
3. Secondo Varrone, l'attributo 'vetus' deriva: dal sabino 'cascus
4. Il sostativo sabino 'fedus' in latino sarà: 'haedus'
5. In Tito Livio, "Ab urbe condita" 7,2("imitari deinde eos iuventus, simul inconditis inter se iocularia fundentes versibus,
coepere"), coepere è: perfetto indicativo attivo di 'coepi'
6. Non è una forma arcaica: 'calatorem'
7. La forma arcaica 'iouesat' corrisponde alla forma classica: iurat
8. Non è una forma arcaica: 'pacari'
9. Nel verso del carmen Arvale riportato sull'epigrafe del 218 a.C. ("Neve lue rue, Marmar, sins incurrere in pleores", sins è:
congiuntivo presente attivo
10. Nel verso del carmen Arvale riportato sull'epigrafe del 218 a.C. ("Satur fu, fere Mars, limen sali, sta ber ber"), fu è:
imperativo

L'ETÀ DI PLAUTO E DEGLI SCIPIONI


1. La seconda guerra punica si concluse: con la vittoria di Scipione Africano nel 202 a.C. a Zama
2. Il sostantivo 'sapientia' è un esempio di: calco semantico
3. Nell''elogium Scipionis', Barbatus è: agnomen'
4. In relazione all''elogium' di Cornelio Lucio Scipione Barbato - CIL I2 6,7 ("Cornelius Lucius Scipio Barbatus Gnaivod patre
prognatus fortis vir sapiensque quoius forma virtutei parisuma fuit consol censor aidilis quei fuit apud vos Taurasia Cisauna
Samnio cepit subigit omne Loucanam opsidesque abdoucit"), non è vero che: quoius' sta per 'cui'
5. Nell''elogium' di Lucio Cornelio, figlio di Barbato - CIL 6,1,1287 ("Honc oino plurime consentiont R[omane] duonoro optumo
fuise viro Luciom Scipione"), 'oino' è la forma arcaica di: unum'
6. In Marco Porcio Catone, "Sull'agricoltura" 141 ("pastores pecuaque salva servassis duisque bonam salutem valetudinemque
mihi domo familiaeque nostrae"), 'duis' è forma arcaica del: presente congiuntivo attivo di 'do
7. Il Senatus consultum de Bacchanalibus risale al: 186 a.C.
8. Non è vero che nella lingua latina nell'età di Plauto e degli Scipioni: non è mai conservato il dittongo -oi in luogo di -oe
9. La forma 'quom' darà come esito in età classica: cum’
10. Nel testo del Senatus consultum de Bacchanlibus, 'seiques' corrisponde a: si quis'
L'ETÀ DI CESARE E DI CICERONE
1. La rivolta servile di Spartaco ci fu: 73 e 71 a.C
2. Non è vero che: nel 31 a.C., Ottaviano sconfisse Lepido
3. La 'concinnitas' è: l'armonia del periodo
4. Stando a Cicerone, "Oratore 3,41-41 ("ut tuus, Catule, sodalis, L. Cotta, gaudere mihi videtur gravitate linguae sonoque
vocis agresti et illud, quod loquitur, priscum visum iri putat, si plane fuerit rusticanum. Me autem tuus sonus et subtilitas
ista delectat, omitto verborum, quamquam est caput; verum id adfert ratio, docent litterae, confirmat consuetudo et
legendi et loquendi"), è vero che: Cotta è convinto che il suo discorso abbia uno schietto tono di arcaism
5. In Cicerone, Oratore 164("quare bonitate potius nostrorum verborum utamur quam splendore Graecorum, nisi forte sic
loqui paenitet"), 'utamur' regge: ablativo
6. Turgiduli ocelli' in Catullo è un esempio di: volgarismo
7. La corretta scansione di Lucrezio, "Sulla natura delle cose" 1,39, "propter egestatem linguae et rerum novitatem", è:
prōptĕr ĕgēstātēm līnguae ēt rērūm nŏvĭtātēm
8. Non è un arcaismo: 'clinamen'
9. La lingua di Sallustio non è caratterizzata da: 'elegantia'
10. Non è vero che nell'età di Cesare e di Cicerone: il locativo è sostituito dal genitivo

L'ETÀ DI AUGUSTO E DI VIRGILIO


1. Fu sancito il ripristino della 'res publica' nel: 27 a.C.
2. La prima biblioteca pubblica fu istituita da: Asinio Pollione
3. Stando a Macrobio, "Saturnalia" 5,3,6 ("Iam vero Aeneis ipsa nonne ab Homero sibi mutuata est errorem primum ex
Odyssea, deinde ex Iliade pugnas? Quia operis ordinem necessario rerum ordo mutavit, cum apud Homerum prius
Iliacum bellum gestum sit, deinde revertenti de Troia error contigerit Ulixi, apud Maronem vero Aeneae navigatio bella
quae postea in Italia sunt gesta praecesserit"), è vero che: in Virgilio la navigazione di Enea precedette la guerra
4. Non è un arcaismo: 'porrigerent
5. La corretta scansione di Virgilio, Eneide 1,11,"impulerit. tantaene animis caelestibus irae?" è: īmpŭlĕrīt. Tāntaēne ănĭmīs
caēlēstĭbŭs īraē?
6. Nei versi di Virgilio, è un neologismo:'armisonae'
7. Orazio, in "Ars poetica" 48-51, ("Si forte necesse est / indiciis monstrare recentibus abdita rerum et / fingere cinctutis non
exaudita Cethegis, /continget dabiturque licentia sumpta pudenter"), fa riferimento a: neologismi
8. Il genitivo in dipendenza da verbi di comando è un 'caso' di: grecismo
9. In Orazio, "Ars poetica" 70 ("multa renascentur quae iam cecidere cadentque"), 'cecidere' è: perfetto indicativo attivo di
'cado'
10. Nella prosa di Livio, 'fatiloquus' è un: poetismo

L'ETÀ DI NERONE E DOMIZIANO, DI SENECA E MARZIALE


1. Tra il 69 d.C. e il 79 d.C. fu imperatore: Vespasiano
2. A Roma non ci furono iprovvedimenti presi contro i filosofi (e gli astrologi) greci nel: 69 d.C.
3. Lo stile di Seneca non è caratterizzato da: concinnitas
4. I 'cola' sono: membri del periodo
5. In Seneca, "De otio" 1,4 ("Dices mihi: 'quid ais, Seneca? deseris partes? Certe Stoici vestri dicunt: "usque ad ultimum
vitae finem in actu erimus, non desinemus communi bono operam dare, adiuvare singulos, opem ferre etiam inimicis
senili manu. Nos sumus qui nullis annis vacationem damus et, quod ait ille vir disertissimus, canitiem galea premimus;
nos sumus apud quos usque eo nihil ante mortem otiosum est ut, si res patitur, non sit ipsa mors otiosa") non è vero che
ci sono: litoti
6. Il verbo 'nuptuire' è un verbo: desiderativo
7. Nel dettato quintilianeo, si trova 'demum' come equivalente di: tantum
8. In Quintiliano, "Institutio oratoria" 8,3,30 ("Fingere, ut primo libro dixi, Graecis magis concessum est, qui sonis etiam
quibusdam et adfectibus non dubitaverunt nomina aptare"), l'autore parla di: neologismi
9. In Quintiliano, "Institutio oratoria" 1,5, "(nam ut eorum sermone utentem Vettium Lucilius insectatur, quem ad modum
Pollio reprendit in Livio Patavinitatem)", 'insectantur' significa: biasima
10. Caldus' in luogo di 'calidus' è: volgarismo

L’Età DI TRAIANO E MARCO AURELIO, DI FRONTONE E TACITO


1. Fu autore dei "Ricordi": Marco Aurelio
2. Tra il 138 e il 161 regnò: Antonino Pio
3. Non è vero che: Giovenale non dà evidenza al precedente luciliano
4. Non è una forma sincopata: 'satin'
5. 'Ausim'è: un ottativo arcaico
6. In Tacito, Annales 14,10 ("Reliquo noctis modo per silentium defixus, saepius pavore exsurgens et mentis inops lucem
opperiebatur tamquam exitium adlaturam"), 'pavor' è: poetismo
7. L''elocutio novella' di Frontone non è fondata su: 'brevitas'
8. Frontone cita la "Congiura di Catilina" 14,2 ("manu ventre pene bona patria laceraverat") di Sallustio, in cui 'ventre' è:
metonimia
9. Secondo quanto riporta Aulo Gellio, 'scrattae', 'scrupedae', 'strittivillae', 'sordidae' sono: arcaismi
10. In relazione a Apuleio, Metamorfosi 10,27("Sed mulier usquequaque sui similis, fidei supprimens faciem, praetendens
imaginem, blandicule respondit et omnia prolixe adcumulateque pollicetur et statutum praemium sine mora se reddituram
constituit, modo pauxillum de ea potione largiri sibi vellet ad incepti negotii persecutionem") non è vero che: prevale la
struttura ipotattica

CENNI DI PROSODIA E METRICA


1. Nella lingua latina, l'accento cade sulla terzultima sillaba di una parola se: la penultima sillaba è breve
2. L'elementum anceps non può essere costituito da: due sillabe lunghe
3. Il fenomeno prosodico per cui la quantità di una sillaba finale che termina in vocale o in dittongo o in -m di regola non
viene percepita, se seguita da parola che inizia in vocale o con h è: la sinalefe
4. Il fenomeno opposto alla sinalefe è: lo iato
5. Lo spondeo è costituito da: - -
6. La dieresi bucolica è la cesura che cade dopo la sillaba che costituisce: l'ottavo elemento
7. È corretta la scansione: īmpŭlĕrīt. Tāntaēn(e) ănĭmīs caēlēstĭbŭs īraē?
8. 8 Nello schema del trimetro giambico, non è un giambo puro: il 1° piede
9. L'anapesto è costituito da: ᴗ ᴗ -
10. 10 Nel trimetro giambico, non c'è: la dieresi bucolica

GAIO VALERIO CATULLO: VITA E OPERE


1. Il 'caposcuola' del movimento neoterico è: Valerio Catona
2. Tra il 57 a.C. e il 56 a.C., Catullo seguì nel viaggio in Bitinia: Caio Memmio
3. I carmi 2-60 sono definiti nugae, termine che letteralmente significa: sciocchezze
4. Il nome Lesbia, con il quale Catullo identifica la sua amata, è lo pseudonimo di: Clodia
5. Nel carme 51, Catullo descrive: l’innamoramento
6. Nel carme 42, Lesbia è definita da Catullo: Moecha
7. L'aprosdòketon è: l’effetto a sorpresa
8. Un breve poemetto in esametri è denominato: epillio
9. Con fescennina iocatio è indicato: l'insieme di motti scherzosi e salaci dei partecipanti alle nozze
10. La forma citarier, attestata nel liber di Catullo, è: un arcaismo
 
MARCO TERENZIO VARRONE: VITA E OPERE
1. Varrone fu sostenitore di: Pompeo
2. Varrone fu definito "terzo grande lume romano" da: Petrarca
3. Nella prima esade dell'opera Sulla lingua latina, Varrone si occupa di: etimologia
4. Il maestro di Varrone fu: Elio Stilone
5. Secondo Varrone, despicio significa: guardo dall'alto in basso
6. Lo spirito che domina l'opera Sull'agricoltura è: romano
7. Versioni discordati sul cognomen Scrofa sono fornite da Varrone e da: Macrobio
8. Fa parte delle Satire Menippee: Tricaranos
9. Varrone fissò la data di fondazione di Roma nel: 754-753 a.C.
10. L'opera perduta di Varrone, i Logistorici, sono: discussioni filosofiche

MARCO TULLIO CICERONE: VITA E OPERE


1. Cicerone fu eletto console nel: 63 a.C.
2. Quintiliano definisce una oratiuncula: Pro Milone
3. Nel De oratore, a sostenere la fusione di sapientia e ars dicendi è: Licinio Crasso
4. Nel libro III del De re publica il tema è: il bellum iustum
5. Nel De legibus Cicerone si servì di fonti: stoiche
6. Nel De finibus bonorum et malorum a esporre la dottrina epicurea è: Manlio Torquato
7. Tra i criteri-guida proposti da Cicerone nel De officiis non c'è: l'humanitas
8. Il Commentariolum petitionis è nella raccolta delle: Epistulae ad Quintum fratrem
9. Non è un'opera poetica di Cicerone: Silvae
10. Un tratto distintivo della prosa ciceroniana è la: concinnitas

PUBLIO VIRGILIO MARONE: VITA E OPERE


1. Virgilio fu influenzato dalla: filosofia epicurea
2. Le Bucoliche furono composte durante: gli scontri tra Antonio e Ottaviano
3. L'avvento di una nuova 'età dell'oro', annunciata dalla nascita di un puer, è nella Ecloga: IV
4. Il modello dell'Ecloga X è: l'Idillio I di Teocrito
5. Nel secondo libro delle Georgiche c'è l'invocatio a: Bacco
6. Il modello delle Georgiche è: Esiodo
7. La storia d'amore di Enea e Didone è raccontata nel libro: IV
8. Non è un punto di contatto tra l'Eneide e i poemi omerici: la pietas dell'eroe protagonista
9. Probabilmente, a suggerire a Virgilio l'uso di aliquid antiquitatis fu: Ennio
10. Il Centone nuziale è opera di: Ausonio

TIBULLO E PROPERZIO: VITA E OPERE


1. Tibullo fu all'interno del circolo di: Messalla
2. Nel primo libro del Corpus Tibullianum, le elegie 5-6 sono dedicate a: Delia
3. Gli altri elegiaci usano nequitia per indicare: “il non valere nulla"
4. A definire tersus atque elegans lo stile di Tibullo fu: Quintiliano
5. La lirica Tibullus fu composta da: Eduard Morike
6. Il primo libro delle Elegie, dal titolo Monobiblos, risale al: 28 a.C.
7. Non appartiene al linguaggio medico il sostantivo: duritia
8. Il discidium con Cinzia chiude il libro: III
9. La lingua di Properzio è ricca di: grecismi
10. A imitare i versi di Properzio fu: Passenno Paolo

PUBLIO OVIDIO NASONE: VITA E OPERE


1. Ovidio colloca all'inizio della tradizione dell'elegia romana: Cornelio Gallo
2. Gli Amori sono una raccolta di: elegie
3. Nell'Arte di amare, Ovidio si presenta nelle vesti di: precettore
4. L'Epistola XIIi è scritta da: Laodamia a Prostesialo
5. Il modello dell'epistola fittizia ovidiana è: Properzio
6. Sottesa alle Metamorfosi è la dottrina della metempsicosi di: Pitagora
7. Nei Fasti, Ovidio affronta: la poesia civile
8. Nelle Tristezze, Ovidio cita come esempio di donna fedele e dedita al consorte: Penelope
9. L'Ibis è: una invettiva
10. L'Ovidius moralizatus è un'opera di: Pierre Bersuire

AULO PERSIO FLACCO E VALERIO MARZIALE: VITA E OPERE


1. Tra le prime prove poetiche di Persio, c'è: una praetexta
2. Il tema del "conoscere se stessi" è affrontato nella Satira: IV
3. Non è vero che Persio: mutua la 'censura' sorridente di Orazio
4. Persio si definisce: un poeta semipaganus
5. Una caratteristica dello stile di Persio è: l'oscurità
6. Le due raccolte Xenia e Apophoreta furono composte: tra 84 e 85 d.C.
7. Tra i poeti che si dedicarono a Roma all'epigramma 'amoroso' non c'è: Lucullo
8. La festa dei Saturnali prevedeva: l'annullamento della distanza tra schiavi e padroni
9. L'aprosdòketon è: qualcosa che va contro le aspettative
10. Reminiscenze dell'opera di Marziale si colgono in: Ausonio

PAPINIO STAZIO: VITA E OPERE


1. Stazio nacque al tempo di: Claudio
2. L'Agave è: un libretto teatrale di argomento mitologico
3. L'espressione fert animus, usata da Stazio nel proemio della Tebaide, riecheggia l'inizio: delle Metamorfosi di Ovidio
4. Tra gli autori che hanno costituito un modello per il 'barocco' senecano c'è: Lucano
5. In relazione alla teologia di Stazio è falso che: Giove è benevolo nei confronti dell'umanità
6. A sostenere che il titolo Silvae indicherebbe una raccolta di componimenti allo stato 'grezzo' fu: Quintiliano
7. Il verbo paenituit non indica: ira
8. Nel ritrarre il giovane Achille, Stazio probabilmente attinse, tra le opere citate, da: Uomini di Sciro
9. Fu autore di un commento delle opere staziane: Lattanzio Placido
10. Stazio fu definito erroneamente "tolosano" da: Dante

AULO GELLIO: VITA E OPERE


1. Aulo Gellio nacque intorno al: 130 d.C.
2. La preparazione retorica di Aulo Gellio fu completata da: Frontone
3. Aulo Gellio fu definito vir…facundae scientiae da: Agostino
4. Delle Notti attiche è andato perduto interamente il libro: VIII
5. Il temetum è: il vino
6. Nelle Notti attiche si legge che 'Italia' deriva dal greco italòi, termine che indica: i buoi
7. La chria è: l'illustrazione di un motto attraverso il dialogo
8. Per questioni di lessico Aulo Gellio si affidò a: Elio Stilone
9. Dei poeti più vicini nel tempo, Aulo Gellio non lodava: l'inconcinnitas
10. Bundus è desinenza di: aggettivi

MARCO FABIO QUINTILIANO: VITA E OPERE


1. Quintiliano fu il primo: a ottenere una cattedra di eloquenza a finanziamento pubblico
2. Quintiliano fu il precettore di/dei: Nipoti di Domiziano
3. Nel VII libro dell'Istituzione oratoria l'autore affronta il tema della: dispositio
4. Extundere significa: foggiare a colpi di scalpello
5. Tra le intuizioni 'moderne' di Quintiliano non c'è: la possibilità di effettuare periodi di studi in Grecia
6. La definizione di oratore come vir bonus dicendi peritus è attribuita a: Catone il Censore
7. Per Quintiliano, la lactea ubertas è una caratteristica dello stile di: Livio
8. Ad essere riabilitato dall'accusa oraziana di essere lutulentus è: Lucilio
9. La corrupta oratio, che Quintiliano cerca di evitare, ha per modello: Seneca
10. È un'opera di Quintiliano: Ars rhetorica

Potrebbero piacerti anche