Biografia
! → I guelfi bianchi e i guelfi neri furono le due fazioni in cui si divisero intorno alla fine del
13° secolo i guelfi di Firenze dopo la cacciata dei ghibellini. I guelfi bianchi
perseguivano l'indipendenza politica ed erano fautori di una politica di maggior
autonomia nei confronti del pontefice, rifiutandone l'ingerenza nel governo della città e
nelle decisioni di varia natura. I guelfi neri erano legati al papa per interessi economici
e ne ammettevano il pieno controllo negli affari interni di Firenze.
Poetica e pensiero
La Vita nuova
Raccolta delle rime più significative scritte in precedenza composta tra il 1293 e 1295.
Esse sono anticipate da commenti in prosa che conferiscono un carattere narrativo
all'opera (prosimetro).
Dante ricostruisce la sua vicenda poetica e sentimentale dal I° incontro con Beatrice fino al
momento in cui la donna, ormai morta, gli appare nella gloria dell'Empireo.
L'opera segna il progressivo superamento della concezione cortese dell'amore: se nella
parte iniziale il sentimento si nutre della speranza di una ricompensa da parte della donna,
poi trova appagamento nella contemplazione disinteressata di lei, avviandosi a diventare
un'esperienza spirituale di elevazione a Dio.
Al nuovo atteggiamento dell'amante-poeta corrisponde uno stile più “dolce”, espressione di
uno stato d'animo libero da quel tormento interiore che caratterizzava l'amor cortese.
Le Rime
POESIA IN VOLGARE
Sono il complesso della produzione lirica di Dante, dagli esordi fino al periodo dell'esilio.
►Le rime giovanili → Riflettono le tendenze della lirica cortese del tempo, che ha al suo
centro il tema amoroso.
Produzione successiva alla Vita nuova → Dante affronta temi filosofico morali,
sperimenta la poesia comica e burlesca e i
modi intellettualistici e preziosi della lirica
amorosa provenzale.
Produzione successiva all'esilio → Prevalgono i temi morali, con un accentuarsi della
visione negativa della realtà.
Il Convivio
È frutto degli studi filosofici e dell'esperienza politica. L'opera, scritta tra il 1304 e il 1307 e
rimasta incompleta (4/14 trattati), avrebbe dovuto configurarsi come un'enciclopedia di
tutto il sapere articolata in 14 trattati, ciascuno dei quali concepito come commento in
chiave allegorica di una canzone. I° trattato: introduce l'opera (espone ragioni e scopi),
II°: spiega il metodo che Dante seguirà nel commento alle proprie canzoni; III°: inno alla
sapienza; IV°: affronta il problema morale della vera nobiltà d'animo.
Il De vulgari eloquentia
Composto negli stessi anni del Convivio e lasciato incompiuto (circa 2 di 4 libri), intende
fornire al pubblico dotto un trattato di retorica che fissi le norme d'uso del volgare letterario
(“illustre”), di cui Dante afferma la dignità.
Tale lingua (volgare illustre) non coincide con alcun dialetto italiano e la sua elaborazione
toccherà ai letterati e agli intellettuali, “corte” ideale di un'Italia priva di unità politica.
► I° libro → Tratta del problema del volgare illustre, cioè della formazione di un volgare
adatto ad uno stile sublime (illustre, cardinale, aulico, curiale).
II° libro → Definisce gli argomenti per i quali occorre lo stile tragico (armi, amore, virtù).
Il De monarchia
L'opera, completa (3 libri) è stata scritta nel periodo della discesa di Enrico VII in Italia
(1310 – 1313), che suscitò in Dante l'illusione di una restaurazione imperiale.
Affronta la questione dei rapporti tra potere imperiale e religioso, affermando la loro
autonomia reciproca e la loro complementarietà: l'imperatore deve riverenza al papa,
guida spirituale dell'umanità, e il papa ha bisogno, per operare, della pace che solo il
potere politico può garantire.
► I° libro → Dimostra la necessità di una monarchia universale.
II° libro → Dimostra come l'autorità imperiale sia stata concessa da Dio.
III° libro → Tratta dei rapporti tra Chiesa ed Impero.
I due poteri sono autonomi perché derivano da Dio
Impero Chiesa
Le 13 Epistole