Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Le opere dell’esilio
Suo «primo ostello», come fa dire a Cacciaguida, fu il
«gran Lombardo», che gli studiosi sono propensi a
identificare con Bartolomeo della Scala, signore di Verona; fu poi
a Treviso pres- so Gherardo da Camino (1304-1306), quindi in
Perché Dante appoggiò la fazione dei guelfi Bianchi?
Lunigiana presso i Malaspina (1306-1307). In questi anni A1
compose le ultime can- zoni (1302-1307), poi raccolte con i Perché Dante si considera exul immeritus?
PER LO
ante scrisse la Vita nuova (in latino è Vita nova) dopo la L’amore: dalla Vita nuova alla Commedia
D morte di Beatrice, tra il 1293 e il 1295. L’opera appartiene
ante racconta che fu in seguito alla morte di Beatrice e al
D
al genere del prosimetro (dal latino prosimetrum): è costituita
infatti da 31 componimenti in versi (25 sonetti, 5 canzoni, 1 bal- dolore che lo affliggeva che abbandonò gli studi teologici
lata, in gran parte composti in precedenza), alternati a brani (sant’Agostino, san Bonaventura e i mistici) per cercare
di commento in prosa. In questi il poeta offre una riflessione consola- zione in quelli filosofici (Cicerone, Aristotele, Boezio,
sul far poesia e spiega le circostanze, il significato e gli scopi per Tommaso
cui sono state composte le varie liriche. d’Aquino).
Il testo narra, in 42 capitoli, la storia dell’amore di Dante per
Beatrice (il titolo significa “vita rinnovata dall’amore”), un La varietà dei modelli
amore vissuto in una dimensione trascendente, dunque Un precedente della Vita nuova, dal punto di vista strutturale,
platonico, nel quale la donna è vista come un miracolo di fu infatti proprio il prosimetro in latino De consolatione phi-
perfezione voluto da Dio per la salvezza spirituale del poeta. losophiae (“Consolazione della filosofia”, 525 d.C.) di Severino
Boezio. Ma anche altri testi della cultura medioevale fecero da
Una biografia idealizzata modello o furono meditati da Dante, confluendo poi nella ge-
L’opera costituisce una novità nella poesia d’amore in volgare nesi di quest’opera; tra essi le Confessioni di sant’Agostino,
italiano ed è tutta tramata di elementi simbolici; le fasi vera e propria autobiografia spirituale; il Laelius, de amicitia
del- l’innamoramento, per esempio, sono contrassegnate (“Lelio o dell’amicizia”) di Cicerone, in cui l’amore è considerato
dalla ri- correnza del numero 9, quadrato di 3 (simbolo della espres- sione nobile e disinteressata; la Rettorica di Brunetto
Trinità), a dimostrazione del carattere provvidenziale che la Latini; la Bibbia, le vite dei santi e le opere dei mistici cristiani.
comparsa di Beatrice ha avuto nella vita del poeta. Dante La tradizione culturale in cui quest’opera si colloca è però
racconta di aver incontrato a nove anni la fanciulla, e di aver principalmente quella della lirica cortese, lungo un percorso
provato già allora un’attrazione misteriosa e quasi che va dai provenzali ai siciliani, fino agli iniziatori dello
soprannaturale per lei. La rive- de nove anni dopo e in quella Stilnovo, Guinizzelli e Cavalcanti. Se, sul piano formale, sono
occasione Beatrice lo saluta, fa- cendo nascere in lui i state indica- te tra i modelli della Vita nuova le vidas, ovvero le
turbamenti d’Amore (> A1 T50). Per evitare indiscrezioni, il biografie dei trovatori provenzali, e le razos, brevi commenti in
poeta finge di dedicare le sue attenzioni ad altre due donne, prosa che ac- compagnavano le loro liriche, è soprattutto sul
che fungono pertanto da «schermo» (> A1 T51). Bea- trice, piano tematico che il legame con la tradizione cortese appare
offesa, gli toglie il saluto e Dante decide allora di dedicare la chiaro.
sua opera solo alla lode dell’amata. Nascono così la canzone
Donne ch’avete intelletto d’Amore (> A1 T52) e il sonetto Tanto Guinizzelli e Cavalcanti
gentile e tanto onesta pare (> A1 T53). Nel frattempo muore il Nella Vita nuova compaiono, infatti, molti dei motivi
dell’amore cortese e stilnovista: il motivo dello sguardo
(l’amore si insinua nel poeta attraverso lo sguardo); della
gentilezza e nobiltà d’ani- mo come qualità proprie di chi ama;
LE PAROLE
Amore platonico del saluto che dà beatitu- dine; della lode (della bellezza
fisica e morale dell’amata) che produce un effetto nobilitante
nel cuore del poeta innamorato.
Rispetto alla poetica dello Stilnovo, tuttavia, la Vita nuova in-
Amore spirituale, privo di sessualità. dell’univer- so; il Figlio
L’espressione prende il nome dalla generato dal Padre lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio come da un unico principio. Al Padre
teoria del filosofo ateniese Platone prima della creazione si attribuisce la potenza, al Figlio la sapienza (o parola, il Verbo), allo Spirito Santo
(427-347 a.C. ca.) che ammette l’esi- del mondo e fatto uomo l’amore.
stenza di valori trascendenti, cioè nella persona di Gesù
modelli perfetti e universali di cui Cristo; Lirica cortese Nei secoli XI e XII fiorì nelle corti della Provenza la
le cose di questo mondo sono copie poesia lirica dei trovatori. Il tema di fondo è l’amore, definito «cortese» (perché, appunto,
imperfette. Il pensiero di Platone si sviluppa presso le «corti»). Si trat- ta di un ideale terreno, inteso come passione e
ha influenzato tutto l’Occidente: desiderio di possesso del- l’amata, che conduceva il cavaliere al perfezionamento
dai pensatori cristiani nel Medioevo spirituale, alle virtù di coraggio, generosità, misura nella vita sociale. Tali concezioni
a gran parte del pensiero furono esportate dai trovatori nelle
rinascimen- tale nel Cinquecento e
corti feudali di tutta Europa.
di quello romantico nell’Ottocento.
Trinità
Per la fede cristiana Dio è
concepito come Uno e Trino. Le tre
persone sono: Dio Padre, creatore
troduce elementi originali, Dante è rivolta più donna-angelo di Guinizzelli, ma è anche un mezzo per
che denotano il tentativo alle qualità raggiungere la perfezione spirituale e il divino. Così per il motivo
da parte dell’autore di intellettuali e del saluto: il saluto dell’amata in Cavalcanti provo- ca un
conciliare il più possibile il morali dell’amata doloroso sentimento di inferiorità di fronte a tanta perfe-
tema dell’amore con i che al- la zione; in Dante è invece beatitudine, esperienza trascendente
principi della dottrina bellezza fisica, che conduce alla salvezza.
cristiana, che nell’amore non produce solo
vede il rischio della un effetto
perdizione e del peccato. La nobilitante, come
lode per esempio, che in nella poetica della | Dante Alighieri | Vita nuova | 245
Beatrice simbolo della Teologia
A In che cosa consiste il genere del prosimetro riferito alla Vita nuova?
La poetica della lode verrà portata a compimento nella
T Qual è il tema trattato nella Vita nuova?
Comme- dia, dove Dante giungerà a una concezione
dell’amore ancora più spirituale: egli accoglierà l’idea A quali modelli si è ispirato l’autore nella Vita nuova?
guinizzelliana della donna- angelo per spingersi ad attribuire Quale innovazione viene introdotta da Dante nella materia amoros
a Beatrice la facoltà di accesso al divino. In che senso Beatrice è simbolo delle più alte virtù dell’intelligenza
Se nella Vita nuova Beatrice lo spingeva ad affinare le
Per quali aspetti Dante si allontana dalla letteratura cortese?
proprie qualità morali, nella Commedia lo guiderà alla
PER LO
Teologia. Nel II canto dell’Inferno il poeta latino Virgilio, che lo
guida per parte del viaggio ultraterreno, lo informa che
Beatrice è scesa dall’Em- pireo nel Limbo per sollecitarlo ad
aiutare Dante, che si è smar- rito nella «selva oscura». Beatrice
spiega che «Amor mi mosse»: è l’amore a guidare il poeta nel
suo percorso spirituale. Dal XXX canto del Purgatorio in poi
sarà lei stessa a condurlo alla visione di Dio attraverso i cieli
del Paradiso.
La trama
Dante ricorda il primo incontro con Beatrice, a nove anni, e il secondo, nove anni dopo, quando la
giovane gli rivolge il saluto dispensatore di salvezza. Caduto preda di Amore, il poeta si rifugia nella
Capitoli I-III sua stanza per pensare a lei e addormentatosi ha la visione di Amore che dà in pasto il suo cuore a
Beatrice e poi si allontana con lei in cielo (presentimento della prematura morte della donna). Il poeta
racconta il sogno nel sonetto A ciascun’alma presa e chiede ad alcuni poeti, come lui «fedeli d’Amore»,
di interpretarlo. Tra questi poeti c’è Guido Cavalcanti; inizia così la loro amicizia.
Poiché le regole del galateo cortese imponevano di non rivelare il nome della donna amata per
Capitoli IV-VI protegger- la dalle maldicenze, Dante approfitta del fatto che in chiesa incontra lo sguardo di un’altra
donna, mentre osserva Beatrice, per far credere che sia questo l’oggetto del suo amore e dedicarle alcune
poesie.
Quando la donna lascia Firenze, Dante, su esortazione di Amore, cerca un’altra donna-schermo cui dedi-
Capitoli VII-IX
care i suoi versi.
Gli ardenti versi di Dante suscitano le dicerie circa una relazione disonesta (troppa gente ne ragionava
oltre li termini de la cortesia) e Beatrice, offesa, gli tolse il saluto. Disperato, il poeta si rifugia nella
sua stanza e Amore gli appare di nuovo in sogno e lo esorta ad abbandonare ogni inganno e a
Capitoli X-XVII
rivolgere i suoi versi a Beatrice, dichiarandole la nobiltà del proprio amore. Durante una festa nuziale,
Dante incontra Beatrice, che ride del turbamento che egli manifesta. Dante decide di non scrivere più
di lei fino a che non riuscirà a farlo in maniera nuova e più nobile.
A due donne gentili che gli chiedono spiegazioni sul suo comportamento, Dante risponde con la
canzone Donne ch’avete intelletto d’amore e con il sonetto Amore e ’l cor gentil sono una cosa che danno
Capitoli XVIII-XXI
conto della svolta che si è prodotta nella sua concezione dell’amore e della poesia, con il recupero e
l’approfon- dimento della poesia della «lode» di cui era stato precursore Guido Guinizzelli.
Dante scrive alcuni componimenti sulla natura dell’amore, e di nuovo altri che hanno per tema la lode
Capitoli XXII-XXVII
di Beatrice e delle sue virtù, come il sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare.
L’improvvisa morte di Beatrice (8 giugno 1290) segna una nuova fase nella vita e nella poesia di
Dante, che esprime il suo dolore nella canzone Li occhi dolenti per pietà del core. Uno dei fratelli di
Capitoli XXVIII-XXXIV Beatrice lo prega di comporre versi di compianto per la giovane. Nel giorno del primo anniversario
della morte il poeta, mentre assorto nel suo dolore disegna un angelo, è colto da ispirazione e
compone un sonetto per commemorarla. In tale occasione è notato da una donna gentile.
Capitoli XXXV-XXXIX Beatrice, apparsagli nuovamente in sogno, lo richiama all’amore esclusivo per lei.
Durante la settimana santa (forse del 1294), Dante, vedendo passare per la strada dove abitava
Beatrice un gruppo di pellegrini diretto a Roma, rivolge loro una poesia, in cui spiega come la donna
amata fosse strumento di elevazione a Dio. Dopo un’ultima visione di Beatrice (nel sonetto Oltre la
Capitoli XL-XLII spera che più larga gira Dante la contempla nella gloria dei cieli) il poeta decide di non parlare più di
lei fino a che non sarà in grado di farlo più degnamente, cantando «quello che mai non fue detto
d’alcuna». Una promessa poi mantenuta nella Commedia. L’opera si chiude con la speranza che un
giorno la propria anima possa salire in cielo e contemplare per l’eternità la gloria di Beatrice.