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I 21 Giorni di un nevrastenico
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Cfr. P. Michel, Prface, in : O. Mirbeau, Contes cruels, Paris, Les Belles Lettres 2000, 2 ediz. 2009, pp. 30-31.
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noia per i ritmi monotoni della cura e per la banalit delle conversazioni. Robert
Hagueman, per, avverte Mirbeau, non un individuo, ma una collettivit.
Collettivit dentro alla quale rientra evidentemente anche il narratore, borghese
tra i borghesi, nevrastenico tra i nevrastenici, la cui principale caratteristica,
quella di non sopportare nessuno, la patologia appunto da curare.
Perch dovremmo aver voglia di leggere storie crudeli, dove non ci sono
personaggi positivi, dove la visione disincantata e senza speranza? Perch
lironia, lhumour nero, lo sberleffo finale, lo stile modulato tra il sarcasmo e la
compassione trascinano per ricchezza di toni, e gli accostamenti tra i diversi
racconti, apparentemente casuali, sono governati da regole precise di sensibilit e
di gusto.
Il romanzo si apre su una storia di donne, seguendo il costume del
pettegolezzo erotico che costituisce la prima fonte di discorso in un gruppo di
uomini costretti a inerzia forzata e frequentazione continua. Ma non ce ne sono
molte nel romanzo, e la loro tonalit si fa nera: le donne, torturatrici
inconsapevoli, provocheranno quasi inavvertitamente la morte del loro amante,
proseguendo distratte nella loro carriera di banali femmes fatales. Tranne,
naturalmente, le vittime, come la ragazza scomparsa in Russia, o le quasi
bambine oggetto delle deviazioni erotiche di un serial killer ben protetto dalla sua
condizione sociale (Lagoffin) a cui, come allo zar, non verr mai presentato il
conto. Sfogliando il romanzo, sembra di veder roteare una giostra di maschere di
crudelt o stupidit: da un lato uomini politici che sanno come abbindolare il
popolo con lusinghe e false promesse, o uomini di guerra assetati di sangue, che
si beano di tappezzerie in autentica pelle di neri, dallaltro macchiette i cui nomi
stessi sono direttamente maschere: il giovanottone Clara Fistule, la marquise de
Parabole, il docteur Triceps, il docteur Fardeau-Fardat, il docteur Trpan, Jean
Loqueteux, Jean Guenille, M. Tarte, Tarabustin, ecc.
Lalternanza dei racconti lascia trasparire anche unaltra intenzione, che
costituisce forse il fondamento del romanzo. Il medico da cui il narratore Georges
Vasseur si fa curare alle terme il dottor Triceps. Ma in un passo successivo
Georges va a trovare in manicomio un amico, che proprio il dottor Triceps. I
discorsi di Triceps al manicomio non sono distanti dalle teorie lombrosiane alla
moda che Mirbeau odia tanto; altrettanto deliranti per sono le affermazioni di
Triceps nellesercizio medico. I pazzi radunati nei cortili parlano come politici,
ma, avverte Mirbeau, sono solo pi pittoreschi, mentre i discorsi dei politici
sembrano quelli di una manica di pazzi. Cos le farneticazioni dei ministri e degli
uomini di potere, anzich risultare ormai prive di interesse, perch i loro nomi
non dicono pi niente e la satira personale nei loro confronti non funziona pi,
tornano ad acquistare un valore forte nel romanzo in quanto il delirio di egoismo
e onnipotenza valido come un calendario perpetuo di follia.
La struttura dei 21 giorni suggerisce perci la porosit tra il mondo dei sani
e quello dei folli, di cui Triceps un visibile trait-dunion. Del resto, questa la
visione di un nevrastenico, e che cosa ci si pu aspettare da chi insofferente
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allordine sociale, se non la sensazione di trovarsi in una gabbia di matti? La
stretta connessione tra alienati e borghesi prevista nel titolo stesso del romanzo.
Tra i cinquantacinque racconti, ve ne sono alcuni dove lindignazione di
Mirbeau si fa violenta fino a sfiorare il patetismo. Un paio sono ambientati in
Bretagna, come gi diverse sue storie cupe, tra cui Diario di una cameriera;
mentre la Russia la tela di fondo per un esempio di crudelt gratuita e
selvaggia. Ma allinterno di unaltra cornice che si accendono come fuochi
dartificio le storie pi terribili sui tormenti inferti alla povera gente. Il dottor
Triceps d una cena in onore del dottor Trpan: ci sono dieci invitati, e ciascuno
racconta storie caratterizzate da particolare crudelt, che il contrasto con la
sobriet e lapparente neutralit del tono rende ancora pi forte. come se
Mirbeau, attraverso questa nuova cornice, volesse mediare la sua indignazione
pi vibrante pur dando sfogo a un lirismo di solito pi smorzato dal ghigno.
Inoltre, si tratta di una cena di ricchi, che mangiano e bevono a saziet
mentre raccontano le loro vicende strappa lacrime sui poveri. I poveri sono
oggetto del discorso, quando i ricchi vogliono un po commuoversi di fronte a un
bicchiere di vino. Quindi Mirbeau riesce nello stesso tempo ad alzare il tono della
sua indignazione e a riversare disprezzo verso i personaggi borghesi, trovando un
altro modo perfido di denunciare lipocrisia sociale.
Ma nel romanzo non c solo questo: come Nel Cielo, o nel Diario di una
cameriera, langoscia esistenziale del narratore pi volte messa in evidenza, per
una rappresentazione molto baudelairiana dello spleen. Nel cortile del manicomio,
il Poeta cerca la sua anima, inseguendo le farfalle nelle quali spera di ritrovarla.
Non perde la sua fede, perch un poeta, ma soprattutto perch un pazzo:
Georges Vasseur, invece, non abbastanza folle da immaginare di avere
unanima.
Ci sono altri Georges tra i personaggi dei romanzi di Mirbeau, e hanno tutti
in comune la visione della condizione umana come prigione senza uscita, sotto la
cappa di un cielo minaccioso di nuvole o di azzurro vuoto. Per tutto il giorno un
vento aspro ha soffiato da Ovest; il cielo rimasto basso e triste, e ho visto
passare corvi in volo aveva detto Georges, protagonista della Testa tagliata,
annunciando con questo presagio di morte il suo imminente gesto di follia. E
Georges, lamico di Lucien/Van Gogh, nel romanzo Nel cielo, grida alluomo che
andato a trovarlo: Il cielo!... Oh! il cielo!... Tu non sai come mi schiaccia, come mi
uccide!.... Georges Vasseur prigioniero dello stesso incubo: E ho
questimpressione di essere sepolto vivo, non in una prigione, ma in una
cripta. Secondo Mirbeau la sensazione uguale per chi dentro e chi fuori
dal manicomio, perch in realt intorno ai muri per gli alienati ci sono altri muri e
cos via in una moltiplicazione vertiginosa che investe unintera societ
universalmente alienata. In mancanza di una fede religiosa, luomo potrebbe,
grazie alla solidariet, trovare lo stesso una giustificazione per la vita (in piena
sintonia di pensiero con Mirbeau, Camus vorr essere, pi tardi, solitario,
solidale). Invece sembra che le regole del potere vogliano impedire a chiunque
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una serenit di spirito. Mirbeau un anarchico libertario: non riesce a
immaginare un ordine che sostituisca lordine costituito, ma grida il suo sdegno e
la sua passione contro un sistema soffocante.
Ida MERELLO