AMATO
TRA I PASTORI
PROF. AMATO
TRA I PASTORI
[7] Vedendo l improvvisamente apparire le insolite armi, costoro si spaventarono; ma Erminia li saluta e dolcemente li rassicura, e gli occhi scopre e i bei capelli doro: - Continuate, dice o fortunata gente cara al Cielo, il vostro bel lavoro, perch non portano pi guerra queste armi alle vostre attivit, e ai vostri dolci canti. [8] Aggiunse dopo: O padre, ora che qui intorno tutta la regione incendiata da una grande guerra, come state qui a soggiornare tranquillamente senza temere i danni del conflitto? Figlio, - egli rispose - da ogni attacco o insulto la mia famiglia e il mio gregge indenni qui sono sempre stati, n il rumore della guerra ha turbato ancora questa zona appartata. [9] Forse la grazia di Dio che lumilt degli innocenti pastori salva e protegge, o forse, cos come il fulmine non cade nelle basse pianure ma sulle cime pi alte, allo steso modo il furore dei soldati stranieri minaccia solamente le teste superbe dei grandi re, n gli avidi soldati seduce a far preda le nostra povert cos bassa e disprezzata. [10] Per gli altri bassa e disprezzata, a me tanto cara poich non desidero tesori n potere, n ansia o desiderio ambizioso o meschino trova mai posto nella tranquillit del mio cuore. Placo la mia sete nellacqua limpida, che io non temo che essa sia avvelenata e questo gregge e lorticello offrono cibi non comprati alla mia povera mensa. [11] Perch poco il desiderio, e poco il nostro bisogno di ci che ci serve per vivere. Sono figli miei questi che ti indico e mostro, custodi del gregge, e non ho servi. Cos vivo in questo luogo solitario e appartato vedendo i capri agili e i cervi saltare, e i pesci di questo fiume guizzare, e gli uccelletti le piume al cielo spiegare.
[12] Vi stata unepoca, quando ci si illude nella giovinezza, in cui ebbi un altro desiderio e disprezzai di fare il pastore di pecore; e fuggii dal paese dove io nacqui, e vissi alcun tempo a Menfi, e nella reggia fra i servitori del re fui posto anchio, e bench fossi solo sovrintendente dei giardini vidi e conobbi pure le ingiustizie delle corti. [13] Tuttavia allettato da temeraria speranza sopportai per molto tempo ci che pi dispiace; ma dopo che insieme alla giovinezza venne meno la speranza e laudace entusiasmo, rimpiansi la serenit di questa vita umile e desiderai la mia tranquillit perduta, e dissi: O corte, addio. Cos agli amici boschi tornando, ho trascorso i giorni felici. [14] Mentre egli parlava cos, Erminia pendeva dalla dolce bocca, concentrata e calma; e quelle sagge parole, che le scendono nel cuore, calmano in parte le tempeste delle passioni. Dopo aver molto pensato, decide in quella solitudine appartata di soggiornare, almeno fino a tanto che la sorte agevoli il suo ritorno.