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LA LETTERATURA DI VIAGGIO

In tutti i racconti di viaggio, compreso quello ultraterreno di Dante, sono presenti specchi e
immagini di rapporti con l’alterità.
Nei racconti di viaggi fantastici, l’altro è costituito dal soprannaturale e dal divino.
Il viaggio infatti è sempre l’esperienza di contatto diretto con l’altro e con il diverso, che consente
di conoscere direttamente le altre culture.
La letteratura di viaggio mette per iscritto queste esperienze, e quindi è oggetto di analisi da parte
della comparatistica.
Charles Dédéyan, successore di Carré alla Sorbona, ha pubblicato uno studio sul diario di viaggio di
Montaigne e sui suoi Saggi.
In queste opere infatti, Montaigne sostiene che viaggiare in paesi stranieri è fondamentale, oltre che
per conoscere altre culture, anche per approfondire la conoscenza universale dell’uomo.
Hélène Tuzet, studiosa italianista all’università di Poitiers, ha pubblicato Viaggiatori stranieri in
Sicilia nel XVIII secolo, in cui analizza i diari dei viaggiatori che visitarono la Sicilia alla fine del
Settecento.
Tuzet ha notato che il viaggio in Sicilia provoca in tutti i viaggiatori un immaginario legato alle
caratteristiche dell’isola, come i paesaggi naturali, l’agricoltura, i porti, le città, le tradizioni locali e
la società.
Ma l’immagine che ricorre maggiormente è quella dell’Etna, che evoca il terrore delle fiamme ma
anche l’odore delle spezie rara che crescono alle sue pendici, e diviene il simbolo della Sicilia come
terra del sogno e del mistero, che a partire dagli ultimi decenni del Settecento divenne tappa
fondamentale del Grand Tour d’Europa.

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