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Il genere del serio-comico e il carnevale alle origini del romanzo polifonico europeo

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Polifonia e romanzo polifonico. Per polifonia si intende la pluralit delle voci e delle coscienze indipendenti
e disgiunte che, conservando la propria incompatibilit, si uniscono nellunit di un certo evento.
Dostoevskij il creatore del romanzo polifonico, in cui gli eroi principali sono veramente, nello stesso disegno
creativo dellartista, non soltanto oggetti della parola dellautore, ma anche soggetti della propria parola
immediatamente signifcante. La parola delleroe su se stesso e sul mondo pienamente autonoma come lordinaria
parola dellautore, essa non assoggettata allimmagine oggettiva delleroe come una delle sue caratteristiche, ma
neppure serve da altoparlante della voce dellautore. Possiede unautonomia assoluta allinterno della struttura
dellopera e quasi risuona accanto a quella dellautore e si unisce in un modo particolare con essa e con le voci
altrettanto autonome degli altri eroi.
Ne consegue che tutti gli elementi della struttura del romanzo sono in Dostoevskij profondamente
originali: essi sono tutti determinati dal nuovo compito artistico che soltanto egli ha saputo porre e risolvere in tutta
la sua ampiezza e profondit: il compito di costruire un mondo polifonico e di distruggere le forme costituite del
romanzo europeo fondamentalmente monologico.
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Allinizio dellantichit classica e poi nellet ellenistica si formano e si sviluppano numerosi generi,
esteriormente piuttosto diferenti, ma legati da intima afnit e costituenti perci un settore particolare della
letteratura, che gli stessi antichi chiamarono con il nome di spoudoglaion (spoudoghlaion), cio il settore del serio-
comico.
I generi del serio-comico sono uniti dal profondo legame con il folclore carnevalesco. Essi sono tutti permeati
in vario grado da uno specifco sentimento carnevalesco del mondo e alcuni di essi sono direttamente varianti letterarie
dei generi orali folclorico-carnevaleschi. Il sentimento carnevalesco del mondo possiede una potente forza
vivifcante di trasformazione e di vitalit indistruttibile. Chiameremo letteratura carnevalizzata la letteratura che ha
risentito in modo diretto o indiretto, attraverso una serie di anelli di mediazione dellinfusso di certe forme di
folclore carnevalesco (antico o medievale). Tutta la sfera del serio-comico il primo esempio di tale letteratura.
Particolarit dei generi del serio-comico:
1) Nuovo rapporto verso la realt: il punto di partenza della comprensione, valutazione e
formulazione della realt costituito dalla viva, spesso addirittura scottante contemporaneit. Per
la prima volta nella letteratura antica loggetto della rappresentazione seria dato senza alcuna
distanza epica o tragica, data non nel passato assoluto del mito e della leggenda, ma al livello
della contemporaneit.
2) I generi del serio comico non si fondano sulla tradizione e non si fanno consacrare da essa, essi si
fondano coscientemente sulla esperienza e sulla libera invenzione: il loro rapporto con la tradizione
nella maggior parte dei casi profondamente critico, e a volte cinico-smascheratorio.
3) Voluta pluralit di stili e di voci: rifuto dellunit stilistica dellepopea, della tragedia, dellalta
retorica, della lirica. Pluralit di toni del racconto, mescolanza di sublime e infmo, di serio e di
ridicolo, si servono di altri generi inseriti in maniera incidentale: lettere, manoscritti ritrovati,
dialoghi riferiti, parodie di generi sublimi, citazioni parodisticamente interpretate, ecc...
Il genere romanzesco ha tre radici fondamentali: epica, retorica e carnevalesca. A seconda della
preponderanza di una di queste tre radici si formano tre linee di sviluppo del romanzo europeo: epica, retorica e
carnevalesca. Nel campo del serio-comico sono da ricercare i punti di partenza dello sviluppo delle variet della
terza.
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Tratto da Michail Bachtin, Dostoevskij, Torino, 1968 e 2002, pp.139-9.
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Per la formazione di questultima linea di sviluppo del romanzo o linea dialogica, unimportanza
determinante hanno due generi del settore serio-comico: il dialogo socratico e la satira menippea.
Caratteristiche del dialogo socratico:
1) Alla base lidea socratica della natura dialogica della verit e dellumana rifessione su di essa.
Il metodo dialogico di ricerca della verit si contrappone al monologismo ufciale, che
pretendeva al possesso di una verit bell pronta, si contrapponeva alla ingenua presunzione
degli uomini che credono di sapere qualcosa, di possedere cio certe verit. La verit nasce tra
gli uomini, che insieme cercano la verit, nel processo della loro comunione dialogica.
2) Due i procedimenti fondamentali del dialogo socratico:
a.sincrisi: confronto di diferenti punti di vista su una determinata materia
b.anacrisi: metodi atti a suscitare e provocare le parole dellinterlocutore, per costringerlo ad
esprimere il suo pensiero fno in fondo.
La sincrisi e lanacrisi dialogizzano il pensiero, lo portano allesterno, lo trasformano in replica, lo
associano alla comunione dialogica tra gli uomini. Ambedue questi procedimenti sgorgano dalla
concezione socratica della natura dialogica della verit.
3) Personaggi del dialogo socratico sono gli ideologi. Anche lavvenimento che si svolge nel d.s.
un avvenimento puramente ideologico di ricerca e sperimentazione della verit.
4) Accanto allanacrisi si impone a volte allo scopo della provocazione mediante la parola anche la
situazione dintreccio del dialogo, ovvero la tendenza a creare una situazione eccezionale, che
purifca la parola da qualsiasi autoritarismo vitale e costringe a scoprire gli strati pi profondi
della personalit e del pensiero. Si pu gi parlare di un particolare tipo di dialogo sulla estrema
soglia (Schwellendialog), largamente difuso nella letteratura ellenistica e romana, del
Medioevo, del Rinascimento e dellepoca della Riforma.
5) Lidea nel dialogo socratico si lega organicamente con limmagine delluomo che ne il
portatore. La sperimentazione dialogica dellidea nel contempo anche sperimentazione
delluomo che la rappresenta. Si pu quindi parlare di unimmagine dellidea, che tuttavia ha
ancora carattere sincretistico.
Caratteristiche della satira menippea:
1) Aumenta il signifcato dellelemento comico
2) Si libera pienamente delle limitazioni storico-memorialistiche che erano ancora proprie del dialogo
socratico, caratterizzata dalla eccezionale libert di invenzione narrativa e flosofca.
3) La pi audace e sfrenata fantasia qui interamente motivata, giustifcata, illuminata da un fne
puramente flosofco-ideale: quello di creare situazioni eccezionali per provocare e sperimentare lidea-
parola flosofca, la verit, impersonata nella fgura del saggio che cerca questa verit.
4) Organico combinarsi di libera fantasia, di simbolismo e a volte dellelemento mistico-religioso con un
estremo e grossolano naturalismo sordido.
5) Laudacia dellinvenzione e della fantasia si combina nella menippea con un eccezionale universalismo
flosofco e con una concezione del mondo estremamente caratterizzata. La menippea il genere delle
questioni ultime. In essa si sperimentano le posizioni flosofche ultime. La menippea si sforza di dare
quasi le parole ultime, decisive e gli atti ultimi, decisivi delluomo, in ciascuno dei quali tutto luomo
e tutta la sua vita nella sua interezza.
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6) La relazione con luniversalismo flosofco si manifesta in una struttura a tre piani: lazione e la sincrisi
dialogiche si trasferiscono dalla terra sullOlimpo e negli Inferi.
7) Osservazione da un punto di vista inconsueto, ad esempio dallalto, in cui le proporzioni dei fenomeni
della vita osservati mutano bruscamente.
8) Sperimentazione psicologico-morale: rafgurazione di stati psichico-morali inconsueti, anormali
delluomo: la follia di qualsiasi tipo, lo sdoppiamento della personalit, la sfrenata fantasticheria, i
sogni strani, le passioni confnanti con la follia, ecc...
9) Caratteristiche sono le scene di scandali, di comportamento eccentrico, di discorsi e interventi
inopportuni, cio di ogni specie di violazione del codice corso generalmente accettato e consueto degli
avvenimenti, delle norme stabilite di comportamento e di etichetta, compresa quella del linguaggio.
10) Presenza di bruschi contrasti e stridenti combinazioni, ama giocare con i bruschi trapassi e i
mutamenti, con alti e bassi, slanci e cadute, improvvisi accostamenti di ci che lontano e separato.
11) Elementi di utopia sociale che sono introdotti in forma di visioni oniriche, viaggi sulla luna in paesi
sconosciuti.
12)Largo uso di generi inseriti: novelle, lettere, orazioni, ecc.; mescolanza del discorso in prosa e i versi.
13) Pluralit di stili e di toni: si forma un nuovo rapporto verso la parola come materiale della letteratura,
caratteristico per tutta la linea dialogica di sviluppo della prosa.
14) Carattere pubblicistico di attualit. E una specie di genere giornalistico dellantichit, che presta un
acuito interesse al fatto ideologico del giorno.
Il carnevale e la carnevalizzazione della letteratura
Il carnevale non naturalmente un fenomeno letterario, ma una forma di spettacolo sincretistica di
carattere rituale; esso ha elaborato tutto un linguaggio di forme simboliche concretamente sensibili. Questo
linguaggio non pu essere mai tradotto completamente e adeguatamente nella lingua comune, ma permette una
certa trasposizione nel linguaggio ad esso afne per il carattere concretamente sensibile, delle immagini artistiche,
cio nel linguaggio della letteratura: questa trasposizione di defnisce carnevalizzazione.
Defnizione e caratteri del carnevale. Il carnevale uno spettacolo senza ribalta e senza divisione in
esecutori e spettatori. Nel carnevale tutti sono attivi partecipanti, il carnevale non si contempla e non si recita, si
vive in esso, secondo le sue leggi, fnch queste leggi sono in vigore, cio si vive la vita carnevalesca, che una vita
tolta dal suo normale binario, una vita allincontrario, un mondo alla rovescia.
1. E abolita qualsiasi distanza tra le persone ed entra in vigore il libero contatto familiare tra gli uomini, che
nella vita normale sono divisi da invalicabili barriere gerarchiche: questa categoria del contatto familiare dteremina
anche il particolare carattere di organizzazione delle azioni di massa e il libero gesticolare carnevalesco nonch la
franca parola carnevalesca.
2. Viene elaborato un nuovo modo di rapporti tra uomo e uomo, contrapposto agli onnipotenti rapporti
gerarchico-sociali della vita extra-carnevalesca. Il comportamento, il gesto, e la parola delluomo si liberano dal
potere della posizione gerarchica, che li determinava completamente nella vita carnevalesca e perci divengono
eccentrici, inopportuni dal punto di vista della logica della normale vita extracarnevalesca. Leccentricit una
categoria particolare del senso carnevalesco del mondo.
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3. Altra categoria sono le msalliances carnevalesche: il rapporto libero e familiare si efonde su tutto, sui
valori, pensieri, fenomeni e cose. Nei contatti e nelle combinazioni carnevalesche entra tutto ci che la concezione
del mondo gerarchica extracarnevalesca teneva isolato, separato, diviso.
4. A ci si collega anche la profanazione: i sacrilegi carnevaleschi, tutto il sistema di riduzioni e
mondanizzazioni carnevalesche, le oscenit carnevalesche, legate alla frza produttiva della tera e del corpo, le
parodie carnevalesche sui testi e sulle massime sacre e cos via.
Le azioni carnevalesche
1. La burlesca incoronazione e successiva scoronazione del re del carnevale: alla base di questo atto
rituale il nucleo stesso del senso carnevalesco del mondo, il pathos delle sostituzioni e dei mutamenti, della morte
e del rinnovamento. Il carnevale la festa del tempo che tutto distrugge e tutto rinnova.
Lincoronazione-scoronazione un rito ambivalente uno e bino, che esprime linevitabilit e al tempo stesso
la creativit dellavvicendamento-rinnovamento, la gaia relativit di qualsiasi regime e ordine, di qualsiasi potere e
posizione gerarchica. Nellincoronazione gi contenuta lidea dellimminente scoronazione: essa un inizio
dellambivalente.
Nel rito della scoronazione si mostra con particolare evidenza il pathos carnevalesco degli avvicendamenti
e dei rinnovamenti, limmagine della morte creatrice. Perci esso il rito che si trasferito maggiormente nella
letteratura.
Il rito della incoronazione-scoronazione ha determinato un particolare tipo scoronante di costruzione delle
immagini artistiche e di intere opere, in cui la scoronazione ha un carattere sostanzialmente ambivalente e duplice.
2. Natura ambivalente delle immagini carnevalesche. Tutte le immagini del carnevale sono uniche e
duplici al tempo stesso, unendo in s i due poli di avvicendamento della crisi: nascita e morte, benedizione e
maledizione, lode e ingiuria, giovent e vecchiaia, ecc... Caratteristici sono luso di fgure accoppiate, scelte per
contrasto e per somiglianza, luso degli oggetti alla rovescia.
Principali immagini ambivalenti nel carnevale:
a.fuoco, che contemporaneamente distrugge e rinnova il mondo
b.riso, legato ad antichissime forme di riso rituale, rivolto verso qualcosa di superiore e legate alla
morte e alla resurrezione, allatto della riproduzione, ai simboli della vita riproduttiva. Il riso
carnevalesco anchesso diretto verso lalto, allavvicendamento dei poteri e delle verit, degli
ordinamenti del mondo. Esso invade e comprende ambedue i poli dellavvicendamento, la
stessa crisi. Nellatto del riso carnevalesco si unisconoi morte e resurrezione, negazione e
afermazione.
c. parodia: un elemento inseparabile di tutti i generi carnevalizzati, la creazione di un sosia
scoronizzante, sempre mondo alla rovescia. I sosia parodianti divengono un fenomeno
abbastanza frequente anche nella letteratura carnevalizzata successiva a quella antica. Cfr.
Cervantes, Don Chisciotte, Erasmo, Rebelais e lo stesso Dostoevskij.

3. La piazza. Costituisce, insieme alle vie adiacenti, arena principali delle azioni carnevalesche: il
carnevale, per la sua stessa idea comprende tutto il popolo ed universale e tutti debbono esservi partecipi del
contatto familiare. La piazza il simbolo di questa universalit popolare.
Nella letteratura carnevalizzata la piazza, come luogo in cui si svolge lazione dellintreccio, diventa a due piani e
ambivalente: attraverso la reale piazza come se si intravedesse la piazza carnevalesca del libero contatto familiare
e delle coronazioni-scoronazioni popolari.
Carnevale e carnevalesco nel corso dei secoli
Le feste di tipo carnevalesco ebbero un posto di enorme importanza nella vita delle pi vaste masse
popolari dellantichit, sia greca che latina, in cui la festivit principale di tipo carnevalesco erano i saturnali. In
questepoca tutto il setoore del serio-comico sub il processo della carnevalizzazione.
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Nel Medioevo la vastissima letteratura comica e parodistica nelle lingue nazionali e in latino in un modo o
nellaltro era legata alle feste di tipo carnevalesco: si pu dire che luomo medievale viveva due vite: una ufciale,
monoliticamente seria e accigliata, sottomessa a un rigoroso ordine gerarchico, piena di paura, dogmatismo,
devozione e piet e unaltra carnevalesca, di piazza, piena di riso ambivalente, di sacrilegi, profanazioni,
degradazioni e oscenit, di contatto familiare con tutto e con tutti.
Nel Rinascimento lelemento carnevalesco abbatt molte barriere e penetr in molte sfere della vita e della
concezione ufciale. E soprattutto si impadron di quasi tutti i generi della letteratura e li trasform
sostanzialmente. Si ebbe una profonda e compatta carnevalizzazione di tutta la letteratura artistica. Il Rinascimento
la vetta della vita carnevalesca.
A partire dal XVII secolo la vita popolare-carnevalesca declina: essa perde quasi del tutto la sua popolarit,
il suo signifcato nella vita degli uomini diminuisce nettamente, le sue forme si impoveriscono. Gi nel
Rinascimento comincia a svilupparsi una cultura cortigiana di festa in maschera e una linea pi ampia di feste e
divertimenti che pu essere detta linea della mascherata, strappate dalla base popolare e dalla piazza.
Mut quindi anche il carattere della carnevalizzazione della letteratura. Fino alla met del XVII secolo gli
uomini erano direttamente partecipi delle azioni carnevalesche e del senso carnevalesco del mondo, perci la
carnevalizzazione aveva un carattere immediato, la sua fonte era il carnevale stesso. Essa inoltre aveva un
signifcato di formazione di genere, cio determinava non soltanto il contenuto, ma le basi stesse del genere
dellopera. Dopo la meta del XVII secolo il carnevale cessa di essere fonte immediata della carnevalizzazione e cede
il posto allinfuenza della letteratura gi prima carnevalizzata, per cui la carnevalizzazione diventa una tradizione
puramente letteraria.
Il carnevalesco nel dialogo socratico e nella satira menippea
Nel dialogo socratico i dibattiti carnevalesco-popolari della morte e della vita, della tenebra e della luce,
quelli penetrati dal pathos degli avvicendamenti e della gaia relativit che non permette al pensiero di arrestarsi e
di cristallizzarsi nellunilaterale seriet stanno alla base del nucleo originario di questo genere. Lironia socratica il
riso carnevalesco indebolito. Carattere ambivalente ha anche la fgura di Socrate (unione di bellezza e bruttezza).
Nella satira menippea la natura carnevalesca ancora pi evidente, in particolare nel trattamento
carnevalesco dei tre piani della menippea: lOlimpo, linferno e la terra. Cfr.soprattutto linferno che livella i
rappresentanti di tutte le posizioni terrene e in cui applicata la logica carnevalesca del mondo alla rovescia. La
carnevalizzazione inoltre permetteva di trasferire le questioni ultime dalla sfera astratto-flosofcsa, attraverso il
senso carnevalesco del mondo, al piano concreto-sensibile di immagini e avvenimenti carnevalescamente dinamici,
vari e vistosi.
Nello sviluppo ulteriore della letteratura europea la carnevalizzazione ha costantemente permesso di
abbattere tutte le barriere tra i generi, tra i sistemi chiusi di idee, tra i diferenti stili...esso ha distrutto ogni chiusura
e ignoranza reciproca, ha avvicinato ci che era lontano, ha unito ci che era separato. In questo la grande
funzione della carnevalizzazione nella storia della letteratura.

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