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Libro del buen amor - Juan Ruiz

Letteratura Spagnola
Università degli Studi di Napoli L'Orientale (UNIOR)
3 pag.

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LIBRO DEL BUEN AMOR – JUAN RUIZ

Il "Libro del Buen Amor" di Juan Ruiz è un’opera che esplora vari aspetti dell'amore e della moralità
cristiana. L'intento principale dell'opera è quello di fornire una guida morale per i lettori attraverso
l'esempio dei personaggi e delle situazioni presenti nel libro. Inoltre, il libro contiene anche una forte critica
sociale e politica. Juan Ruiz usa la sua opera per criticare la Chiesa, la nobiltà e la società in generale,
attraverso personaggi e situazioni comiche e sarcastiche.

Il prologo vuole essere guida per chi lo leggerà o ascolterà per orientarsi al bene. Il prologo parte con
un’invocazione a dio e poi anche alla madonna in cui chiede aiuto affinché sia protetto il suo processo di
scrittura. Da un punto di vista strutturale ci sono quartine di alessandrini in forma di strofe, queste parti
sono le parti nelle quali l'autore Juan Ruiz sviluppa dei discorsi maggiormente narrativi, di racconto,
affabulazione, e storie raccontate.

Per invitare il lettore alla giusta comprensione del libro, Juan Ruiz narra la storia della disputa tra Greci e i
Romani per poi ricollegarsi al discorso sul libro. Il suo progetto è quello di presentare le virtù del buen amor
in contrapposizione alle virtù del loco amor tuttavia se il lettore perverso utilizza il libro del buen amore non
per agire contro l’eros e volgersi all’amore virtuoso, bensì per praticare la follia dell’eros che lo faccia pure,
il libro si accorda al lettore, se il lettore è predisposto alla saggezza allora troverà consigli saggi per
perseguire il BUEN AMOR viceversa il contrario. L’autore decide di presentare il LOCO AMOR in
contrapposizione al BUEN AMOR cioè l’amore buono e saggio così che chi legga questo testo possa
comprendere e riconoscere quale sia dei due.

Il testo ci è pervenuto senza titolo, il titolo BUEN AMOR è stato dato da PIDAL nel 1898. All’inizio
dell’invocazione, lo stesso Juan Ruiz, dice che si tratta di un libro DE BUEN AMOR. Nella storia del libro il
poeta ha constatato il fatto che gli uomini, come ogni essere animale al mondo, è sottoposto a due grandi
bisogni e impulsi primordiali: la sopravvivenza del corpo e il desiderio erotico (la ricerca del piacere
carnale).

Dopo il prologo ci sono le prime avventure amorose del protagonista; in particolare la prima con una
donna che si rivela abbastanza saggia ma con la quale non va a buon fine; la seconda avventura è invece
con una panettiera, uno degli episodi (che nel testo non è riportato) che si connota per una maggiore
sfacciataggine rispetto agli altri, quindi da un punto di vista dell’utilizzo del lessico erotico si mostra anche
più spinto, ed è l’unico episodio che proprio per questo linguaggio si mette in relazione con gli episodi delle
quattro montanare, che verranno dopo, che sono accomunati appunto da questo lessico un po’ più spinto,
caratterizzato da riferimenti alla sfera erotica che sono più palesi rispetto agi altri episodi.

L’incontro con la panettiera non finisce bene, anche perché in questo episodio, come messaggero, come
intermediario, Juan Ruiz si serve non di Trotaconventos, che subentrerà dopo, ma di un altro, un suo amico
di studi, che si chiama Ferrán García, che finirà per accaparrarsi lui la giovane donna.

Ci racconta delle prime avventure amorose, sempre fallite e dopo tanti insuccessi, una notte, don Amore,
uomo grande, bello e ben proporzionato va da lui ma l’arcipreste lo insulta dandogli del falso e del bugiardo
e correda gli insulti con altri exempla e il lungo excursus sui peccati capitali tutti causati da Amore. Don
Amore risponde con calma (“non essere arrabbiato ti prego”) dandogli dei consigli sulla donna da amare
che deve essere bella, gentile e graziosa, non troppo alta né troppo bassa, non deve avere le mani piccole
perché non adatte al lavoro, né avere la voce acuta perché può disturbare. Concezione misogina della
donna intesa come un’attività (donna, mulino e orto).

Importante al verso 490 l’ironica lode-invettiva sul denaro in cui si evince la satira contro il clero, e la
corruzione del clero (vendita delle indulgenze). Il denaro capace di corrompere e avere e capace di
cambiare le sorti del mondo.

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Don Amore se ne va con la promessa di inviargli consiglieri quali Panfilo (protagonista del poemetto
pseudo-ovidiano) e la moglie di don Amore, donna Venus.

Inizia a questo punto la lunga avventura amorosa (576-891) che altro non è che una rielaborazione del
Pamphilus de amore, commedia latina anonima del 12 secolo, che vede come protagonisti Melon de la
Huerta, controfigura dell’arcipreste io narrante, e dona Endrina, una bella e giovanissima vedova.
L’avventura ha finalmente per il protagonista esito felice, Don Melon e Donna Endrina convoleranno a
nozze ma capiamo che il protagonista di questa storia non è Juan Ruiz, bensì don melon. Unica storia di
amore andata a buon fine su 13.

Inizia di seguito un’altra avventura che ha il suo triste esito nella morte della donna [910-944] (forse
avvelenata dagli intrugli propinatile dalla ruffiana). (non ho capito se si riferisce a Garoza)

Abbiamo poi l’incontro con le serranas, le montanare. Si tratta di quattro avventure narrate ognuna due
volte, tra loro metricamente diversificate. Juan decide di ritirarsi nella Sierra del Guadarrama, sulle
montagne, perché deluso, e qui avvengono quegli incontri che sono di natura più licenziosa con le 4
montanare. Questi incontri sono quelli un po’ più spinti, anche per la natura stessa delle montanare,
perché, mentre negli episodi precedenti le donne erano caste, pudiche, considerate sagge, le quattro
montanare, invece, sono donne innanzitutto più rozze, più litigiose, più spinte, tant’è che in uno degli
episodi, in uno dei quattro incontri, non è Juan a sedurre la donna, ma è il contrario; dunque cambia
completamente la natura delle donne stesse, motivo per cui questi incontri si caratterizzano per una
maggiore carica erotica e per un lessico più spinto.

È proprio dopo l’incontro con le montanare che inizia quella che è considerata la 2° parte del libro, come se
questo episodio facesse da spartiacque. Sia nella 1° parte sia nella 2° ci sono degli episodi che sono narrati
in maniera veloce e invece altri 2 soli episodi (uno nella prima, e uno nella seconda) che per estensione si
distinguono dagli altri.

 Nella 1° parte è l’episodio di Don Melon e Doña Endrina;


 Nella 2° parte è l’innamoramento della suora Garoza, che successivamente morirà.

A queste rustiche avventure con le montanare segue la visita al santuario di Santa Maria del Vado con le
liriche dedicate alla Vergine Maria e la passione di Cristo, liriche che troviamo sia all’inizio dell’opera che
alla fine e che adesso sembrano quasi seprare le due parti del libro.

A iniziare quella che possiamo definire la seconda parte sarà il passaggio dall’inverno al primo inizio della
primavera: questo passaggio è segnato dalla battaglia di don Carnal e dona Cuaresma, battaglia che ben
rappresenta la tensione intern tra moralismo da un lato e vena comica di Juan Ruiz. Juan Ruiz riceve una
lettera da Doña Cuaresma, la quaresima, dicendo che tutti gli arcipreti, lui compreso, e i clerici, devono
affiggere un cartellone affinché si possa parlare della contesa tra Doña Cuaresma e Don Carnal.

 Doña Cuaresma è accompagnata da una schiera di pesci per simboleggiare rispettivamente la carne
proibita durante la quaresima, nella quale si consuma prevalentemente pesce
 Don Carnal dalla carne per simboleggiare il periodo di carnevale durante il quale, invece, c’è
abbondanza di carne.

Dona Cuaresma ha la meglio nella battaglia e don Carnal viene imprigionato e dovrà fare penitenza con il
digiuno, ma durante la Settimana Santa, don Carnal evade e a dona Cuaresma non resta che fuggire e
andarsene in pellegrinaggio a Gerusalemme. Nel giorni di Pasqua don Carnal trionfa insieme a don Amore
che insieme rappresentano l’ineluttabile coppia ventre (cibo – Don Carnal)/ sesso-desiderio erotico (don
Amore). Si celebra un banchetto, e qui riappare la personificazione Don Amore, per il quale accorrono tutti
per riceverlo e per contenderselo, anche lo stesso Juan, che gli è grato per i consigli che gli ha dato; anche
in questo caso, simbolicamente, Don Amore si siede con 12 cavalieri che rappresentano i 12 mesi dell’anno.

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Dopo c’è un salto alla settimana successiva, quando si festeggia Don Quasimodo, e in questo giorno Juan
decide di consultare nuovamente la sua mezzana di fiducia, Trotaconventos, affinché gli cerchi un nuovo
amore. Il giorno di San Marco, il 25 aprile, nella chiesa, Juan si innamora di un’altra donna, che però si
sposa con un’altra persona. Dunque accetta il consiglio di Trotaconventos di sedurre la suora Garoza, alla
quale è stata al servizio per anni e sa essere una persona di buon animo, buoni principi, e dunque consiglia
a Juan di corteggiarla e alla fine infatti ci saranno le nozze dei due, ma sappiamo già che Garoza morirà.

Juan chiaramente vuole dimenticare questo episodio e Trotaconventos gli cerca un’altra donna, in questo
caso una mora. Qui nascono delle analogie con i discorsi tra Trotaconventos e la mora e Trotaconventos e
Doña Garoza. Ci sono delle simmetrie tra i due dialoghi che fanno pensare ad una, seppur leggera, unità di
fondo.

Dopo un lasso di tempo indefinito in cui Juan si dedica a comporre delle cantigas, vediamo che il tutto si
interrompe perché ci sarà un pianto molto lungo perché muore Trotaconventos, alla quale appunto viene
dedicato un pianto funebre che occupa molte strofe per celebrare la morte della sua fedelissima
consigliera.

Dopo questo episodio Juan si rivolge ad un altro messaggero, Don Hurón, a cui chiede consigli per sedurre
un’ultima donna, Doña Fulana. Questo messaggero chiaramente si rivela molto scarso in confronto a
Trotaconventos e infatti, anche in questo caso, l’avventura amorosa non andrà a buon fine; poi alla fine
all’improvviso c’è l’epilogo: termina il testo che va a chiudere la narrazione e si ripetono un po’ i punti che
erano già stati posti durante il prologo e poi infine c’è un éxplicit, cioè il foglio finale, dove c’è la datazione e
la dedica alla Vergine, chiudendo così come aveva iniziato.

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