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SECONDA SERIE
diretta da
V. GAMBI - C. DANNA
62.
SAGGI TEOLOGICI
saggi teologici
edizioni paoline
I SBggl raccolti In questo volume sono stati desunti dal volu
me I. IV e V degli Schriften zur Theologie, Benzicer. Elnsledeln.
IMPRIMATUR
Romae. die 23.XII.1964
Ex Aedlbus Curlae Eplscop.
Ostien. ae Portuen. et Rufinae
+ Titus Mancini, Vico Gen.
(v. 4176)
INTRODUZIONE
** *
Il pensiero di Rahner suscita molti interroga
tivi in chi lo accosta e vuole spiegarsi la risonanza
che ha avuto, anche tra i non specialisti. Davanti
alla sua ricchezza le reazioni sono spesso contra
stanti: alcuni ammirano senza criticare, altri s'irri
tano senza simpatizzare. Per poterlo penetrare
senza abbagli è oppor luna dare un rapido sguar
do alle tappe della vita stessa del Rahner, che si
riflettono in vari aspetti dei suoi scritti.
A Friburgo, in Brisgovia, sua città natale,
durante gli anni dell' adolescenza prende parte
con entusiasmo al movimento giovanile cattolico
« Quickborn », fondato nel 1909 da Bernhard
Strehler, che, per opera specialmente di Romano
Guardini, contribuirà tanto al rinnovamento litur
gico. Questi giovani, senza rinunciare alle gioie
spensierate della loro età, volevano richiamare i
loro contemporanei al culto del semplice e del tra
,dizionale.
Una profonda impressione sul Rahner produ
cono gli esempi di bontà del giovane torinese Pier
Giorgio Frassati, che abitò per qualche tempo
presso la sua famiglia e morirà più tardi nel 1925
.in fama di santità. Ne troviamo un ricordo vivo
.nella prefazione che egli scrisse nel 1961 ad una
biografia del Frassati: «Pier Giorgio è qualcosa
.di più di un giovane puro, allegro, arante, aperto
alla vera bellezza e libertà, pieno di comprensione
INTRODUZIONE 11
fur Aszese und Mystik, 8 (1933) 21-38; Der Begriff der Eksta
sis bei Bonaventura, in Z.A.M. 9 (1934) 1-9.
5 Horer des Wortes, Miinchen, 1941; 2a ed. rielaborata
da ]. B. Metz, Miinchen, 1963.
INTRODUZIONE 15
2. - Sallgl teologiCi.
34 INTRODUZIONE
16 Ib. 5.
17 Ib. 7.
INTRODUZIONE 35
* * *
Non è facile esporre e valutare il pensiero di
Rahner per la sua molteplicità, ricchezza di pro
spettive ed anche frequenti ripetizioni, sia pure
con sfumature diverse. Si è cercato di additare la
proprietà formale della sua impostazione teologi
ca nell'antropocentrismo. Siamo di fronte ad una
semplificazione e schematizzazione, che impoveri
sce alquanto il suo pensiero e spiega molte delle
critiche, talvolta anche aspre, che gli sono state
mosse. La sua teologia è rivolta all'uomo non per
una preferenza dell' antropologia contro la teolo
gia. A lui preme spiegare concettualmente la di
sponibilità essenziale e storica dell'uomo alla ri
velazione e la struttura teocentrica del suo spirito,
cui deve corrispondere una donazione al suo Crea
tore in una decisione strettamente personale e
assolutamente libera. Contro ogni cosmocentrismo
panteistico o antropocentrismo ateo egli porta
l'uomo a riflettere su se stesso e a collocarsi nel suo
rango antropologico e nella sua soggettività stori
ca per prostrarsi in adorazione davanti a Dio,
« l'Inconcepibile, che non si può inserire in alcun
ordine, la Misura senza misura, la Presenza, che
sola non può essere mai circoscritta» 18.
Questa teologia a sfondo antropologico non
ha alcun criterio puramente filosofico, si basa sulla
18 Ib. 16.
36 INTRODUZIONE
* * *
Alla luce di questa disamina di carattere gene
INTRODUZIONB 41
rale possitlmo ora dare un rapido sguardo ai saggi
raccolti in questo volume.
Il primo elabora il piano di un trattato di dog
matica destinato agli uomini del secolo XX: come
presentare una teologia non solo ortodossa, ma
anche viva? Quali questioni esaminare, quale or
dine adottare? Il compito non è facile. Lo schiz
zo merita di essere studiato dai professori di teo
logia e dagli autori di manuali, che non vogliono
ridursi a ripetere meccanicamente il passato. L'au
tore ha preparato il terreno con una panoramica
realistica della produzione teologica attuale, della
poca originalità e vitalità dei manuali, in cui la
documentazione storica trova poca risonanza: di
fetti obiettivi ma dipinti in qualche punto a colori
un po' foschi e non alieni da un po' di esagerazio
ne. Quindi per prevenire obiezioni fa notare che:
1) la teologia deve contemporaneamente e neces
sariamente abbracciare le essenze o strutture e
l'esistenza, in altre parole essere speculazione e
storia della salvezza,- 2) alcune questioni di morale
dovrebbero tornare alla dogmatica,- 3) si dovrebbe
sviluppare una «teologia» della teologia londa
mentale,- 4) data la natura della realtà semplice e
infinitamente ricca, di cui si occupa la dogmatica,
è inevitabile che certi termini ritornino più volte
sotto punti di vista diversi. Una conferma pratica
di quest'ultima affermazione è data dai sottotitoli
della dogmatica formale premessa a quella spe
ciale, che suscitano subito l'impressione che l'au
42 INTRODUZIONE
INTRODUZIONE 47
ALFREDO MARRANZINI S. J.
della Pontificia Facoltà Teologica
«S. Luigi» - Napoli
SAGGI TEOLOGICI
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SAGGIO
DI UNO SCHEMA DI DOGMATICA *
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66 SAGGI TEOLOGICI
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LIBRO PRIMO
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A. Relazione fondamentale tra Dio e la crea
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Li Dio e del mondo - quel rapporto formale fondamentale tra
Dio e il mondo, che possa essere criterio direttivo per i pro·
.'~" blemi particolari di tutta la teologia: Dio resta sempre più
grande e non entra mai in una formula derivata dal mondo:
«Deus semper malor» (cfr. Dz. 432); il mondo è sempre
aperto a Dio in quanto tale, senza poterIo mai afferrare da
sé in questa apertura; il mondo, in quanto creato dal libero
amore di Dio, nonostante la sua limitazione e contingenza,
non è mai davanti a Dio una pura negatività (si eleverebbe
così già in partenza un vallo contro il pericolo, sempre in·
combente in una pura ontologia, di concepire l'essere finito
come semplice «limitazione» di un essere puro, con cui non
si può più conciliare una validità veramente eterna del mon
do davanti aDio); infine la legge fondamentale cristiana se
condo cui la vicinanza e la distanza da Dio crescono in mi
sura uguale (e non inversa) e secondo cui Dio ci manifesta
la sua divinità, facendoci esistere e diventare.
SAGGIO DI UNO SCHEMA DI DOGMATICA 8J
« Tradizione ».
PARTE SECONDA
TEOLOGIA FONDAMENTALE
LIBRO SECONDO
DOGMATICA SPECIALE
PARTE PRIMA
AD UN FINE SOPRANNATURALE 4
C. La «natura ».
1. La possibilità di una teologia della natura.
1. Come rivelazione immediata delle verità
« naturali ».
2. Come «conservazione» e «interpretazio
ne» mediante la rivelazione e il magistero
delle verità conosciute naturalmente.
La possibilità di un'antropologia teologica
« neutrale ».
II. La natura: l'uomo.
1. Le dimensioni interne dell'uomo.
a) L'uomo come persona.
a) Contatto immediato e personale del
Nascita.
Età.
Cibo e bevande.
Lavoro.
ridere, piangere.
spirituale.
Cultura.
L'aldilà naturale 8.
c) Padre.
2. L'indipendenza immanente delle tre perso
ne divine nel loro rapporto con il mondo
soprannaturale.
a) Le tre persone.
a.) Padre.
~) Figlio.
y) Spirito Santo.
4. - Sani teologicI.
98 SAGGI TEOLOGICI
1. Teologia dell'Uomo-Dio.
a) L'Uomo-Dio. Unione ipostatica; com
municatio idiomatum, ecc.
b) Le ripercussioni dell'unione ipostatica
sulla natura umana di Cristo.
c) Gli « uffici» del Cristo.
d) Il significato generale, antologico-meta
fisica ed etico, dell'unione ipostatica.
2. La partecipazione dell'umanità all'opera del
Mediatore.
a) La maternità divina di Maria. Maria
rappresentante dell'umanità. Il principio
fondamentale della mariologia.
b) L'unità soprannaturale dell'umanità in
Cristo (corpo mistico di Cristo nella sua
universalità).
c) L'unità di tutta la creazione in Cristo.
~) Cristo e il mondo infraumano.
~) Cristo e gli angeli.
PARTE SECONDA
CADUTA E REDENZIONE
A. Il peccato.
a) Fatto. Essenza.
b) La condanna eterna.
B. Dio e il peccato.
I. L'ira di Dio.
II. La riprovazione e l'inferno.
III. La positività del peccato soltanto davanti a
Dio e per opera di lui (<< felix culpa»).
IV. La volontà salvinca infralapsaria di Dio.
1. Volontà salvmca universale.
2. Volontà salvinca differenziata.
(Grazia infralapsaria sufficiente ed efficace,
predestinazione ).
100 SAGGI TBOLOGICI
C. Il Redentore.
I. Teologia della storia dell'umanità orientata
verso il Redentore.
1. Rivelazione primitiva ed elementi rivelati
contenuti nelle varie religioni.
2. Da Adamo ad Abramo. La «legge natu
rale »; il paganesimo.
3. La teologia dell'essenza e della storia del
Vecchio Testamento. La salvezza sotto la
legge.
4. La pienezza dei tempi.
II. L'Incarnazione come redenzione (redenzione
« fisica »).
1. Come costituzione del mediatore che ci ri
concilia.
2. Come assumptio carnis peccati e quindi già
come accettazione fondamentale della morte
e santificazione dell'umanità.
D. La Chiesa di Cristo.
I. L
a Chiesa e Cristo.
1. La Chiesa e Cristo come Logos incarnato.
La Chiesa e l'umanità consacrata.
Cristo capo dispensatore della grazia (gratia
capitis; funzione santificatrice dell'umanità
di Cristo).
2. La Chiesa e Cristo legatus divinus.
La Chiesa, fondazione di Cristo.
La Chiesa, autorità (docente) di Cristo.
La Chiesa, obbedienza (discente) di Cristo.
3. Relazione tra Chiesa docente e discente.
4. Estensione della Chiesa.
II. Struttura fondamentale della Chiesa: sacra
mento totale del Cristo. Visibilità efficace del
la sua vita, della sua verità e della sua grazia.
102 SAGGI TEOLOGICI
I sacramenti e Cristo.
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venire.
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106 SAGGI TEOLOGICI
a) Concupiscenza.
b) Attacco da parte del mondo e del de
monio.
c) Il peccato « veniale ».
2. La coscienza del peccatore.
3. La possibilità della perdita della grazia.
a) Il peccato mortale del cristiano.
b) L'incredulità.
4. La possibilità del rinnovo del perdono.
5. La lotta col peccato.
a) Gli atti personali del cristiano (peniten
za, dolore, attritio, ecc.). La metanoia
come atteggiamento abituale, preghiera
per la perseveranza.
b) La necessità della grazia santificante per
il giustificato.
c) La sacramentalità della penitenza eccle
siastica.
d) Le indulgenze.
6. Preoccupazione per la salvezza m generale.
a) Speranza e fiducia.
b) Oecultezza della salvezza.
c) Grazia della perseveranza.
VI. Teologia della morte 13.
F. Escatologia.
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2.
CHE COS'È
UN «ASSERTO DOGMATICO »? *
1. È un asserto vero.
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CHE COS'È UN ASSERTO DOGMATICO 123
2. L'asserto dogmatico
è un'espressione di fede.
3. L'asserto dogmatico
è un'affermazione eminentemente ecclesiale.
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ESEGESI E DOGMATICA *
RIFLESSIONI
SULL'EVOLUZIONE DEI DOGMI ,~
2. Leggi-cornice aprioristiche
per lo sviluppo dei dogmi.
a) Lo Spirito e la grazia
c) Concetto e parola
d) La tradizione
PRIMA LEZIONE
SECONDA LEZIONE
TERZA LEZIONE
1.
INTRODUZIONE
l. Note preliminari.
« creazione ».
2.
THEOS NEL Nuovo TESTAMENTO
l. Il punto di partenza.
1. L'unicità di Dio
2. La personalità di Dio
a) Dio è agente.
3. Il Dio dell'amore.
lO KITTEL I, 49.
548 SAGGI TEOLOGICI
b) Rilievo metodologico.
Anzitutto è chiaro ed evidente che nel N.T.
o 6eoc; spesso sta per il Padre inteso nel senso tri
nitario, almeno nei testi, in cui si denomina Cri
sto «Figlio del Padre» o lo Spirito, in quanto
persona, «Spirito del Padre ». Il Figlio, infatti,
e lo Spirito Santo non sono Figlio e Spirito della
Trinità, ma Figlio del Padre e Spirito del Padre.
Perciò ci domandiamo solo come si possa cono
scere che ò 6e:oc; non solo sta per il Padre, ma
anche lo significa. Ci riferiamo naturalmente solo
all'uso del N.T.
Si potrebbe pensare che si debba dare a que
sta questione già in partenza una risposta nega
tiva per i seguenti motivi:
1) ò 6eoc; si presenta nel N.T. anche in con
testi, in cui significa certamente non il Padre ma
il Dio trinitario; cosi nelle espressioni, in cui lo si
applica al Dio dell'A.T., al Dio della creazione,
al Dio che è oggetto della conoscenza naturale a
partire dal mondo;
2) o 6e6c; è attribuito anche al Figlio.
Anche se questi motivi non dovessero appa
rire decisivi per il nostro caso, sorge però la do
manda: in genere, come si può conoscere se in
un determinato modo di parlare un termine sta
solo per l'oggetto inteso o lo designa propriamen
te? Da questa indicazione metodologica generale
che cosa risulta per il nostro caso concreto?
556 SAGGI TEOLOGICI
I
za riceverla da altri e la comunica anche al Figlio
per generazione e allo Spirito Santo per spirazione.
1.
2.
3.
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INTRODUZIONE di A. Marranzini SI 7
di A. Marranzini, SI 51
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Q...T3,o
SECONDA SERIE
diretta da
V. GAMBI - C. DANNA
HARING B., Grazia e compito dei sacramenti (2) ed. - 1965 - p. 483
L. 2.300)
HARTNG B., Introduzione alla sociologia religiosa e pastorale (2) ed.
di imminente pubblicazione)