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zione culturale (ecclesiologie latinoamerica- 2. La domanda previa: come parlare di Chie-
na, asiatica, africana). sa?
L’immensa mole di proposte, difficilmen-
te riconducibili e riducibili a singole corren- 2.1. Un’ecclesiologia apologetica ed estrin-
ti o a indirizzi delineabili in pochi tratti, può secista
essere però fruttuosamente accostata e inter-
pretata se si raccolgono le domande che han- La vicenda ecclesiale e la dottrina cattolica
no guidato la riflessione e che si sono pro- sulla Chiesa si dipanano all’inizio del seco-
gressivamente affermate nel corso del secolo, lo nella forma dell’applicazione e del conso-
se si esaminano le modalità con cui tali in- lidamento dell’ecclesiologia sancita dall’in-
terrogativi sono stati affrontati e le risposte compiuto concilio Vaticano I, secondo l’in-
complessive che sono state date. Individuare terpretazione massimalista che di essa veni-
i punti di emersione della quaestio ecclesiolo- va data [Pottmeyer 1998]. In essa è eviden-
gica permette di cogliere le dinamiche, i fat- te la continuità sostanziale con l’immagine
tori di sviluppo e le traiettorie (non solo te- tridentina e il modello della ecclesia societas
matiche, ma anche metodologiche e di svi- bellarminiana, con una forte accentuazione
luppo complessivo) dell’ecclesiologia di un del dato istituzionale sul piano della figura
secolo che è stato fecondissimo, che ha dato ecclesiale e un impianto concettuale che pri-
luogo in alcuni casi a grandi sintesi, in mol- vilegia la dimensione esterna e giuridica, sen-
ti altri a una vastissima produzione di saggi za che venga riconosciuta né valorizzata quel-
di carattere analitico su tematiche specifiche la comprensione misterica di Chiesa che ave-
che però hanno contribuito – e in alcuni mo- va pur ricevuto una significativa attenzione
menti determinato – la svolta ecclesiologica. nell’Ottocento, da J.A. Möhler e dalla Scuo-
Una ricognizione storico-genetica delle la di Tübingen, dalla Scuola romana di C.
questioni e delle idee ecclesiologiche permet- Passaglia, o nel pensiero del card. Newman.
te, infine, di collocare le proposte e le voci Sinteticamente Y.M. Congar presenta i trat-
più significative nell’orizzonte complessivo ti di questa visione di Chiesa raccogliendoli
dell’opus ecclesiologico, illustrandone carat- intorno alla definizione-cardine (societas), al
teri e apporti specifici, e insieme di mostrare principio costitutivo (autorità delegata), alla
l’emergere di prospettive e categorie differen- chiave di volta (primato pontificio), all’isti-
ziate, insieme a temi comuni su cui orienta- tuzione storica (il Cristo fondatore), alla for-
menti diversi vengono a convergere. Verran- ma (gerarchica, verticistica): questa ecclesio-
no presi in considerazione insieme gli appor- logia si sforzò di «definire la Chiesa come re-
ti teologici e le numerosissime dichiarazioni altà che non è solo un’associazione spirituale,
magisteriali, che nel XX secolo si sono con- ma una società propriamente detta, visibile e
centrate in primo luogo proprio su temi ec- istituzionalmente differenziata, gerarchica e
clesiologici, mostrandone l’influsso recipro- indipendente, che ha da parte di Dio un or-
co e distinguendone finalità e forme di pro- dine proprio, dotata non solo di realtà spiri-
posta e recezione. Pur essendo presenti alcu- tuali, ma di mezzi visibili, esteriori, insomma
ne differenze significative sul piano confes- un società perfetta; che inoltre possiede a ti-
sionale, il percorso di ricerca è comune alle tolo speciale non solo ministeri spirituali […]
Chiese quanto alle domande e molte delle ma anche ministeri propriamente gerarchici,
proposte elaborate si sono avvalse di appor- che hanno ricevuto e rappresentano qui sulla
ti di teologi di altre confessioni; lo stesso dia- terra una forma visibile e propriamente giu-
logo ecumenico (dialogo mondiale e dialoghi ridica un’autorità soprannaturale conferita
bilaterali) sono stati un contributo essenziale positivamente da Dio. Autorità che esiste nei
sia quando direttamente era posta a tema la vescovi e che esiste soprattutto, per istituzio-
Chiesa, sia quando essi si affrontavano argo- ne formale e speciale di Dio, come autorità di
menti correlati (ministero, tradizione, etc.). governo supremo, sacerdozio e ministero nel
Ecclesiologia 815
Papa, successore di Pietro e vicario di Gesù della Chiesa presenti nell’ecclesiologia del-
Cristo, delegato dei suoi poteri» [Congar la Scuola di Tübingen e nella Scuola roma-
1960]. Un’ecclesiologia pensata come stabil- na, proposte ma non accolte nel Vaticano I,
mente definita, che motiva unità, identità e ci si adopera per «vincolare il metodo apo-
stabilità del soggetto ecclesiale sulla base non logetico a quello dogmatico» [Anton 1973].
di principi spirituali oggettivi, ma dell’auto- La maggior parte dei manuali partono per-
rità (in primis del romano pontefice) e ricorre ciò dall’istituzione divina della Chiesa, qua-
a categorie bipolari per descrivere le relazioni le elemento dei preambula fidei la cui trat-
e le dinamiche intraecclesiali (Chiesa docen- tazione deve precedere l’esposizione del de-
te/discente - gerarchia/popolo). I trattati De positum fidei, per poi affrontare la riflessio-
ecclesia di Ch. Pesch, S. Straub, C. Mazzel- ne propriamente dogmatica [Felder, Dorsch,
la, i manuali più diffusi nei primi due decen- Zubizarreta, Zapelena, Cotter, Parente, Lip-
ni del secolo, sono articolati intorno a que- pert, Kösters]; altri dispiegano la riflessione
sti elementi, affrontati con uno stile sostan- a partire dal mistero della Chiesa nel Credo
zialmente contrappositivo-apologetico: l’esi- ecclesiam per poi affrontare gli aspetti apo-
stenza e missione della Chiesa – identifica- logetici della Chiesa istituzione [Billot, Gar-
ta di fatto con la Chiesa cattolica-romana – rigou-Lagrange, Dieckmann]; altri ancora,
vengono indicate quale «criterio autentico con un’opera di compromesso pratico, fon-
e infallibile» del depositum fidei. Lo stesso dano apologeticamente il Credo la Chiesa
Credo ecclesiam, che viene posto o all’inizio sulla sua funzione docente di interprete in-
o alla fine del trattato, è sviluppato nella pro- fallibile del depositum fidei [Schmaus, Stolz,
spettiva di quelle notae ecclesiae, la cui pre- Bartmann]. L’impostazione adottata rima-
senza attesta con certezza la vera Chiesa che ne in ogni caso ancora sostanzialmente giu-
sola garantisce l’autenticità della rivelazione stappositiva: il tema Chiesa viene affronta-
e si dà quale medium di salvezza. to in due parti separate e indipendenti l’una
dall’altra, anche se è invalsa a questo punto
2.2. La domanda sul metodo: oltre l’apolo- la necessità di non trascurare la dimensione
getica misterica della Chiesa. «Si inizia a parlare
dialetticamente di Chiesa» [Congar, Han-
Il dinamismo indicato da Romano Guar- dbuch, 118], mostrando le tensioni tra sto-
dini all’inizio degli anni Venti – «un even- ria e trascendenza, tra persona e comunità;
to religioso di portata immensa sta per com- la valorizzazione delle relazioni intraeccle-
piersi: la Chiesa conosce un risveglio nelle siali [K. Adam: Chiesa come unità transper-
anime» – richiede e contribuisce a un ripen- sonale; Radamacher 1931: comunità e socie-
samento profondo della dottrina sulla Chie- tà], la trattazione del tema dell’unità nella
sa, che coinvolge, seppur in forme diverse il Chiesa in relazione all’aspetto pneumatolo-
mondo cattolico e quello protestante. Nuo- gico e cristologico e non più solo in rappor-
ve esperienze pastorali, un approccio vitale to all’istituzione e alla struttura, spingono al
alla Chiesa più attento alla dimensione co- progressivo superamento del monopolio del-
munitaria della fede cristiana e alle dimen- la categoria di societas e al ricorso, in parti-
sioni spirituali della istituzione, insieme a colare, all’immagine di «corpo mistico di
studi biblici e patristici, orientano negli anni Cristo» e a una visione teandrica di Chie-
Venti-Quaranta a una revisione dell’eccle- sa [Anger, Mersch, Käppeli, Vonier, Tromp].
siologia, prima ancora che sul piano dei con- La Chiesa è colta come il luogo in cui si trova
tenuti sul livello metodologico: vengono de- la rivelazione di Dio in Cristo e in cui è pos-
nunciati l’unilateralismo e l’insufficienza sibile l’unione con lui, e insieme come stru-
dell’impianto controversistico e giuridicista mento – seppur relativo ed essenzialmen-
ereditato dalla tradizione post-tridentina, te altro – con cui egli si rende presente nel-
si riprendono alcune intuizioni sul mistero la storia umana [cfr. il cristocentrismo bar-
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stantemente rimandano, mentre viene con- ze politiche, che recepisce i linguaggi del no-
dotta una capillare opera di ricostruzione stro tempo per comprendere la Chiesa [cfr.
storica dell’evento, della genesi dei testi, del GS 44], che pone espressamente il proble-
dibattito assembleare [G. Alberigo e l’opera ma epistemologico e della verifica delle me-
dell’Istituto per le scienze religiose di Bolo- todiche adottate nella ricerca; un’ecclesiolo-
gna]. La riflessione ecclesiologica si colloca gia ecumenica, nella prospettiva e nell’inten-
come interpretazione e come attore nel pro- zionalità, che si confronta e recepisce quan-
cesso di recezione che segna le Chiese loca- to maturato nei dialoghi ecumenici ai diver-
li e la Chiesa intera [Y.M. Congar, G. Rou- si livelli, che pone il problema della struttu-
thier]; in questo dinamismo trasformativo e razione ecumenica delle Chiese e della Chie-
di autocostituzione ecclesiale, che a più livel- sa di Cristo, un’ecclesiologia in cui gli appor-
li intercetta la vita del popolo di Dio e del- ti, di cui si dichiara consapevolmente la de-
le sue componenti, sul fondamento del detta- terminante confessionale, si avvalgono però
to e dell’evento conciliare, la riflessione teo- dei contributi di teologi appartenenti ad al-
logica offre lo strumentario teoretico per in- tre Chiese cristiane.
terpretare i testi, articolare gli elementi costi- Sul piano dell’impianto complessivo, la va-
tutivi della nuova autocoscienza ecclesiale ri- stissima produzione ecclesiologica degli ul-
flessa, guidare i cambiamenti sul piano del- timi 40 anni si presenta articolata intorno
la configurazione istituzionale, sia nella pri- a due prospettive: l’una privilegia percorsi di
ma fase della receptio sotto il segno dell’en- descrizione dell’oggetto Chiesa e di presen-
tusiasmo innovativo (1965-1980), sia nella tazione delle sue caratteristiche ed elementi
fase successiva segnata da approfondimen- principali, l’altra si addentra nella più com-
to teoretico unito a un certo grado di disin- plessa opera di interpretazione del Noi ec-
canto e da evidenti segnali di restaurazione clesiale. I primi trattano l’argomento diret-
(1980-2005). Le diverse correnti ecclesiolo- tamente nella forma di un commento alla
giche, che si configurano progressivamente Costituzione conciliare sulla Chiesa, oppure
in questo periodo, si correlano – anche cri- collocano la materia intorno alla tradiziona-
ticamente – all’articolato processo ermeneuti- li notae ecclesiae, o ancora fanno ricorso a ca-
co magisteriale, che privilegia alcune prospet- tegorie sociologiche (in particolare comuni-
tive e categorie (comunione, corpo di Cristo, tà che gode di grande fortuna nel post-con-
mistero) e contribuisce così a indirizzare gli cilio) o a immagini bibliche e patristiche che
orientamenti complessivi della recezione e a il concilio aveva riproposto (corpo di Cristo,
delineare i confini della stessa ricerca specu- arca dell’alleanza, più recentemente fami-
lativa. glia, popolo di Dio). La seconda pista di ri-
Tre caratteristiche qualificano l’ecclesiolo- cerca si propone, sempre sul fondamento di
gia nell’ultimo scorcio di secolo: a una Chie- quanto delineato nei documenti conciliari,
sa divenuta mondiale, come annotava K. la difficile opera di decrittare e interpretare
Rahner poco dopo la fine del concilio, cor- la soggettualità storica della complexa reali-
risponde la fine di un sistema teologico omo- tas del Noi ecclesiale. La crisi della tradizio-
geneo, determinato dai soli centri di ricerca nale visione societaria e il recupero della pro-
europei, e il progressivo affermarsi di nuovi spettiva misterica non permettono di sot-
modelli ecclesiologici segnati dal confronto tovalutare la necessità di pensare insieme il
con impianti culturali altri e da un rapporto Credo ecclesiam e il piano empirico del dar-
più stretto con il contesto geografico di ap- si istituzionale, che viene così variamente af-
partenenza (teologia latinoamericana, africa- frontato e risolto. Un primo filone di ricerca
na, asiatica); lo sviluppo del pensiero critico si concentra sull’individuazione dei principi
che si avvale di nuove categorie mutuate non di esistenza della Chiesa [autorità nella for-
solo dalla filosofia, ma anche dalla sociolo- ma della potestà giurisdizionale e dell’auto-
gia, dalla antropologia culturale, dalle scien- rità dottrinale-magisteriale: Gherardini; an-
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nuncio: Legrand, Dianich, Kehl, Pannen- prescindibile anche per quanti assumono il
berg, Moltmann; eucaristia: Forte, Ziziou- punto di partenza fenomenico-istituziona-
las, De Lubac]; altri prendono in esame le di- le nella teoresi ecclesiologica. È solo nel pe-
namiche qualificanti l’identità (in relazione riodo immediatamente precedente al conci-
con la Trinità, nell’orizzonte della storia del- lio Vaticano II che si afferma la scelta di par-
la salvezza), la funzione specifica (in rappor- tire dal misterico e dal Credo ecclesiam per af-
to all’avvento del Regno di Dio; alle altre re- frontare in questa ottica la forma empirica e
ligioni; forma della mediazione e sacramen- istituzionalizzata di Chiesa. Il Vaticano II
talità), l’essenza [comunionale: Tillard; Ka- porrà la riflessione sulla Chiesa nell’orizzon-
sper; ministeriale: Congar 1971; carismatica: te della storia della salvezza operata dal Dio
Küng 1967]. Altri, infine, sono ricorsi al con- trinitario [LG 2-4; AG 2-4], con una consi-
cetto di modello, per delineare le diverse tipo- derazione della figura, empiricamente rileva-
logie possibili di interpretazione della Chie- bile, in rapporto costitutivo con il piano mi-
sa [Mondin 1980, in riferimento ai principi sterico [cfr. titolo di LG cap. I], come emerge
architettonici adottati; Dulles 1967, 1983, in anche dal ricorso a immagini bibliche che di
rapporto alle relazioni strutturali che com- per sé chiedono per essere avvicinate e com-
pongono il modello; Acerbi con riferimen- prese una disclosure alle logiche del metafori-
to al concetto dominante; Dianich 1993, in co e all’autocoscienza credente espressa con
ordine all’individuazione del principio stori- forme concettuali e simboliche sempre cul-
co-ermeneutico]. Al compito interpretativo, turalmente determinate [Rikhof].
con la sua prospettiva storico-dinamica, si è In secondo luogo, la questione intercet-
aggiunta già nell’immediato post-concilio ta il piano terminologico-concettuale della
un’esplicita tensione ad assumere un compi- ricerca di una definizione precipua di Chie-
to trasformativo-politico (nel mondo e nella sa: alla diffusione dell’immagine di cor-
Chiesa), che ha segnato la teologia della spe- po di Cristo, prima ricordata, si correla e ta-
ranza, le teologie della prassi, la teologia poli- lora contrappone il recupero della catego-
tica, le teologie della liberazione. ria, insieme sociologica e teologica, di popo-
lo di Dio. Oggetto di studi esegetici e siste-
matici negli anni Trenta-Quaranta [Köster,
3. Pensare la Chiesa correlando misterico- Dahl, Vonier, Cerfaux], la categoria di popo-
empirico lo è assunta dal Vaticano II, dopo secoli di
oblio, quale orientamento principale per la
3.1. Prospettive e nozioni ecclesiologiche definizione di Chiesa [LG cap. II], a prefe-
renza del più diffuso corpo di Cristo. Origi-
La relazione tra la forma empirica e la con- ne della Chiesa nella raccolta escatologica del
notazione misterica dell’oggetto Chiesa ap- popolo realizzata da Gesù per la venuta del
pare quindi quale questione di primaria im- Regno e assunzione della missione messiani-
portanza nell’ecclesiologia del Novecento e ca, continuità-discontinuità con l’esperienza
si presenta a più riprese, sotto diversi aspet- religiosa di Israele, forma sociale assunta in
ti, a segnare la novità ecclesiologica del seco- rapporto al progetto salvifico di Dio, natura
lo. In prima battuta il problema è posto nella storica ed escatologica del soggetto colletti-
forma della individuazione del punto di par- vo, uguale dignità di tutti i componenti, pre-
tenza della dottrina sulla Chiesa: se il Vati- via a qualsiasi determinazione di cultura, sta-
cano I, per bocca di Dupanloup, aveva opta- to di vita, ministero, sono i principali tratti
to per una partenza «ab externis», con un veicolati dall’assunzione di questa categoria.
impianto che rimarrà stabile nella manuali- Nonostante la manifesta preferenza espressa
stica della prima metà del secolo XX, si as- nell’assise conciliare, fin dalla prima fase di
siste quasi contemporaneamente nella ricer- recezione si assiste alla progressiva margina-
ca di una nuova qualificazione misterica im- lizzazione della categoria; con la sola eccezio-
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ne della teologia della liberazione [Ellacuria- tolo «una ricerca dogmatica sulla sociologia
Sobrino], essa viene usata raramente nei te- della Chiesa», dal momento che «[solo] con
sti magisteriali e quasi mai è utilizzata come l’aiuto della sociologia la struttura comunio-
concetto-base nelle trattazioni ecclesiologi- nale della Chiesa cristiana sembra lasciar-
che. Il contesto culturale segnato da un for- si aprire alla comprensione» [Bonhoeffer,
te individualismo, rischi di interferenze ide- 13]. Partendo dalla Chiesa come realtà feno-
ologiche (cfr. il sospetto per la visione latino- menica nel suo darsi storico e dal dato inde-
americana di Chiesa popolare considerata di- ducibile che viene dalla rivelazione, il giova-
pendente dall’idea marxista di proletariato), ne teologo luterano delinea i presupposti an-
un’ermeneutica magisteriale che si è orienta- tropologici, cristologici, pneumatologici che
ta su altre categorie, possono essere indica- rendono ragione dell’essenza comunionale
ti come motivi che concorrono all’oblio del- di Chiesa; ponendo al centro la distinzione
la nozione o alla sua delimitazione con il ri- (che non è mai separazione) tra Chiesa em-
corso a corpo di Cristo: «La Chiesa è popolo pirica e Chiesa essenziale, mostra l’unità tra
di Dio in quanto corpo di Cristo» [Ratzin- le due data dalla Parola, che crea la comuni-
ger, Pannenberg]. Si viene così a dimenticare tà, e dallo Spirito, che le garantisce la visibi-
che per il concilio «la Chiesa è “mistero” pre- lità delle forme ecclesiali, e determina la na-
cisamente in quanto è “popolo di Dio”. […] tura propria della Chiesa, che viene così com-
Nell’identificazione con il “popolo di Dio”, presa come «Cristo esistente come comuni-
la nozione di “mistero” dimette qualsiasi tà» e come «corpo di Cristo».
connotazione di carattere mitico per riferirsi Per una più chiara separazione tra i due
direttamente, da un lato alla vicenda storica piani optano Ch. Journet e J. Maritain. Il
di Gesù di Nazareth, dall’altro alla vicenda primo pone come punto di partenza la so-
storica dei “cristiani”» [Colombo, Popolo di stanza ipostatizzata e astorica di Chiesa e de-
Dio, 160]. D’altra parte la figura di corpo di linea un’operare del Cristo e dello Spirito che
Cristo nella fase post-conciliare è stata ogget- fanno agire la Chiesa al di là dell’intenziona-
to di una rivisitazione, con una più accurata lità e soggettualità dei singoli componenti; la
distinzione e tra uso metaforico e definitorio Chiesa è a un tempo «visibile e misteriosa»,
del termine, un riferimento maggiormente in quanto il Verbo incarnato, suo capo, spo-
corretto dal punto di vista esegetico alle fon- sa l’umanità incorporandola nella dimensio-
ti paoline e deuteropaoline, con proposte in- ne soprannaturale del suo Corpo mistico. J.
terpretative orientate a studiare in particola- Maritain, per salvaguardare la trascendenza
re il rapporto tra corpo di Cristo ed essenza/ del mistero della Chiesa e la sua santità, pen-
forma comunionale di Chiesa e a illustrare il sa a una «doppia subsistenza» della Chiesa
fondamento eucaristico del discorso eccle- presentata come «persona»: una subsistenza
siale. Per altro in molti casi l’espressione non naturale, data dalle persone umane dei suoi
viene usata da sola, ma come parte di una for- membri, accanto a una subsistenza sopranna-
mula triadica [con popolo di Dio e tempio del- turale, che è manifestazione della grazia com-
lo Spirito: Küng 1967] o nella diade con sposa piuta; nel soggetto ecclesiale sono presenti al-
di Cristo [Ratzinger, von Balthasar 1960]. cuni soggetti empirici, che ne costituiscono
la moltitudine presupposta dalla sua trascen-
3.2. Chiesa empirica e Chiesa misterica dente subsistenza, e altri soggetti che incar-
nano in verità la persona della Chiesa. Il pas-
La questione della correlazione tra misteri- saggio dalla «persona invisibile» della Chie-
co/empirico, sottesa alla scelta di una catego- sa alla sua apparizione visibile e il correlato
ria definitoria, era già stata posta da D. Bon- problema dell’azione della Chiesa nella sto-
hoeffer, nella sua tesi di dottorato Sanctorum ria, in forme empiricamente verificabili, av-
communio [discussa nel 1927, pubblicata nel viene attraverso alcuni luoghi esclusivi nei
1930], che propone, come indica il sottoti- quali la persona della Chiesa appare come
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un vero e proprio soggetto storico: i santi ca- mento umano e divino». Accanto a questo il
nonizzati, i sacramenti, il magistero. In en- Concilio apre però a una ripresa del rappor-
trambi gli autori viene così prospettata una to tra piano storico e natura misterica della
bilocazione dell’oggetto Chiesa, a partire da Chiesa nel confronto tra rivelazione, Paro-
una determinazione della sua essenza sul pia- la, storia [Dei Verbum], in rapporto alla logi-
no teologico-formale, senza che il dato sto- ca sacramentale che qualifica la natura della
rico-empirico intervenga a definirne la na- Chiesa e la sua actio, enunciando la necessità
tura, l’identità e la missione, come si evin- di dinamiche di riforma [UR 6, LG 8], ele-
ce in particolare nella trattazione del tema menti poi ripresi nel periodo post-conciliare
santità/peccato. La domanda sulla possibili- in particolare nella forma di ricerca sull’es-
tà di pensare la Chiesa, presente a H. de Lu- senza propria della Chiesa e sul rapporto tra
bac fino dalle pagine di Catholicisme [1936] essenza e forme storiche.
dove si illustrano le verità delle fede cristiana
nella loro fondamentale natura sociale, vie- 3.3. Essenza della Chiesa e configurazioni
ne da lui articolata successivamente eviden- storiche
ziando la dimensione misterica fondamenta-
le della Chiesa, corpo mistico di Cristo [Me- La natura storica della Chiesa è al cuore
ditazioni sulla Chiesa 1953], e mostrando la della prima trattazione rinnovata della Chie-
paradossalità della sua natura, «mistero per sa dopo il concilio, Die Kirche [1967] di H.
derivazione», «complexio oppositorum» rap- Küng. La Chiesa realizza la sua essenza (we-
presentabile solo attraverso il ricorso a cop- sen) in forme storiche sempre imperfette e
pie dialettiche – Chiesa visibile e invisibile, capaci persino di distaccarsi all’essenza stes-
di Dio e degli uomini, storica ed escatologi- sa (umwesen) che chiedono un processo di
ca – [Paradosso e mistero della Chiesa, 1967]; riforma permanente. Il mutare delle forme
«la Chiesa non è una realtà di questo mondo permette di cogliere la Chiesa nella sua na-
che si presti a tutte le misurazioni e a tutte le tura e decrittarne l’essenza immutabile nel-
analisi. Finché dura l’esistenza presente essa le/attraverso le forme transeunte, nella con-
non può essere perfettamente conosciuta [...] sapevolezza che nessuna forma storica (nean-
è un mistero di fede; più ancora essa è per noi che quella neotestamentaria) possiede ed
come la sede di tutti i misteri». Una Chiesa esprime totalmente e pienamente l’essenza.
mistero, a cui aderire nella fede, da descrive- Sui concetti di Selbstvollzug e di process of
re e rappresentare a partire dal dato rivelato self-constitution insistono K. Rahner, B. Lo-
e insieme dalla considerazione del suo essere nergan, J.A. Komonchak per mostrare la na-
«connubio di visibile e invisibile, e nel visibi- tura dinamica del soggetto Chiesa, che deve
le stesso di divino e di umano». «tradursi continuamente in evento» per po-
Punto di riferimento diffusamente accol- ter essere, che deve «aver luogo, compiersi,
to quanto frequentemente dibattuto, Lumen diventare», «autorealizzarsi come sogget-
Gentium 8 disegna, sulla base di una «non to storico», che mai può prescindere da tali
debole analogia» esistente tra la Chiesa e il figure storiche. Analogo substrato interpre-
mistero del Verbo incarnato, la complexa rea- tativo anima le opere dedicate alla riforma
litas della Chiesa, data dalla compresenza e della Chiesa, sia prima del concilio [Con-
coessenzialità di elemento trascendente e gar, Vera e falsa riforma della Chiesa, 1950],
storico, umano e divino: «la società costitui- sia quelle pubblicate immediatamente dopo
ta di organi gerarchici e il corpo mistico di [von Allmen, Rahner, Küng], come anche in
Cristo, l’assemblea visibile e la comunità spi- tempi più recenti [Lafont, Kehl 1996, Du-
rituale, la Chiesa terrestre e la Chiesa arric- quoc 1985]: l’identità della Chiesa si dà nel
chita di beni celesti, non si devono conside- divenire delle configurazioni e richiede una
rare due cose diverse; esse formano una sola permanente reinterpretazione delle istitu-
complessa realtà risultate di un duplice ele- zioni esistenti e della stessa istituzione Chie-
Ecclesiologia 821
sa, la cui natura è storica. Come afferma W. mento cristologico della Chiesa, alla strut-
Kasper, «non abbiamo mai in modo chimi- tura antropologica di un uomo già trascen-
camente puro la sostanza centrale immutabi- dentalmente aperto a Dio, alla forma propria
le accanto a una determinata forma, ma ab- della rivelazione cristiana che è mediata dalla
biamo sempre la prima soltanto attraverso la visibilità dei segni e riconosce la mondanità
mediazione storica del momento» [Kasper del mondo, al settenario vita sacramentale: la
1970]. Chiesa appare come Ursakrament [Semmel-
Sulla base di un’ontologia storico-escato- roth 1953; Rahner], come Wurzelsakrament
logica, W. Pannenberg comprende l’essenza [Semmelroth in Mysterium salutis, 1972, ri-
della Chiesa non quale archè atemporale, ma spetto al Cristo ora riconosciuto come Ursa-
in rapporto al compimento ultimo del reale krament e ai sacramenti che dalla Chiesa de-
e quindi alla futura manifestazione del Re- rivano], Grundsakrament in quanto media-
gno di Dio. Dal momento che «un’ecclesio- trice della grazia divina, come «sacramento
logia che evolva il concetto dell’essenza del- terrestre del Cristo celeste» [Schillebeeckx
la Chiesa al di là di una concreta fondazio- 1957], infine come «sacramentum mundi»,
ne e missione storica diventa ideologia», per quale «manifestazione completa e operan-
pensare l’identità della Chiesa egli svilup- te, esplicitamente confessante della salvez-
pa la riflessione sull’oggetto soggetto stori- za già attivamente presente nel mondo inte-
co, nella pluralità delle sue manifestazioni ro» [Schillebeeckx; idea ripresa da L. Boff
(Erscheinungen), tenendo presente la priori- nella sua tesi di dottorato; sulla relazione
tà ontologica e noetica del futuro e la strut- Chiesa-mondo in questa ottica: J. Meyer zu
tura prolettica della realtà; per la Chiesa, in- Schlochtern].
fatti, Wesen ed erscheinen si co-determinano Il concilio riprende più volte tale catego-
e ognuna delle figure prodottisi nella storia ria per parlare di Chiesa [LG 1.9.48.59; GS
co-costituisce la totalità attesa. 45: AG 1.5; SC 5.26], sottolineandone l’ana-
logicità [veluti in LG 1] e la relatività a Cri-
sto, esplicandone la qualità con la famosa
4. Ricercare la ragione teologica di esistenza espressione «segno e strumento dell’intima
della Chiesa unione con Dio e dell’unità del genere uma-
no». Si tratta di una nozione che permette
4.1. Chiesa sacramento di esplicare tanto la forma propria di Chie-
sa tra misterico ed empirico, come anche di
Nel decennio precedente al Concilio, ma mostrare la funzione della Chiesa, sempre re-
sulla base di intuizioni già sviluppate dalla lativa e subordinata, nel mistero della salvez-
teologia tedesca nell’Ottocento [Günther, za (il segno non può essere confuso con la res
Klee, Scheeben], la natura della Chiesa viene significata). Come afferma W. Kasper, l’uso
interpretata a partire dalla nozione di sacra- della parola sacramento riferito alla Chiesa
mento. Unendo la considerazione di un ana- «offre un mezzo concettuale accanto ad al-
logatum princeps ontologico (il Verbo incar- tri per superare il trionfalismo, il clericali-
nato) a un analogatum princeps gnoseologi- smo, il giuridismo ecclesiologico e per met-
co (rito sacramentale) che permette di racco- tere a fuoco il mistero della Chiesa nasco-
gliere in sé molte verità sulla relazione tra vi- sto nella sua figura visibile e percepibile solo
sibile e invisibile, O. Semmelroth [La Chiesa nella fede, per esprimere e per spiegare che la
sacramento della salvezza, 1953], K. Rahner, Chiesa da una parte proviene totalmente da
E. Schillebeeckx [Cristo, sacramento dell’in- Cristo e rimane riferita al lui, dall’altra però
contro con Dio, 1957] mostrano la funzione in quanto segno e strumento esiste total-
specifica della Chiesa nella storia della sal- mente per il servizio all’uomo e al mondo»
vezza e della rivelazione in Cristo. La nozio- [Kasper]. Dall’altra parte, va ricordato che
ne è, infatti, presentata in rapporto al fonda- l’uso che ne è stato fatto, prima e dopo il
822 S. Noceti
concilio, è poliforme e legato alla mediazio- celebrazione (grazie alla passività nel riceve-
ne rispetto a realtà differenti (grazia, mondo, re la salvezza la Chiesa è posta nella condi-
Cristo), risente di un certo cristomonismo, zione di essere soggetto della mediazione sa-
non risulta pienamente chiarita la relazione cramentale della salvezza stessa [cfr. Maf-
tra sacramenti, istituzione da parte di Cristo, feis]), per i teologi della Riforma la Chiesa
Chiesa sacramento [cfr. le critiche di Rütti, J. può essere detta sacramento nel senso di se-
Moltmann, G. Colombo], critiche e dubbi ri- gno, mezzo di cui Dio si serve, nel quadro di
petutamente espressi in ambiente protestan- una causalità ecclesiale sempre seconda e di
te, da Lutero fino a Jüngel ed Ebeling [Jüngel una strumentalità della Chiesa soteriologi-
1983]. Sul rapporto tra sacramentalità della camente sempre passiva, dal momento che il
Chiesa e singoli sacramenti J. Werbick sugge- concetto di sacramento è propriamente detto
risce un’interessante proposta interpretativa, sul solo versante cristologico. A questo pri-
che pone – sulla base di una teologia del sim- mario elemento sarebbe correlato un secon-
bolo di ascendenza rahneriana – una diretta do aspetto nella considerazione della relazio-
correlazione tra immagini/figure di Chiesa e ne tra credenti e Chiesa: il protestantesimo
singoli sacramenti, verba visibilia, attraverso farebbe dipendere il rapporto del singolo con
il quali la Chiesa si dà nella storia. la Chiesa dal rapporto di ognuno con Cristo,
il cattolicesimo invece legherebbe il rappor-
4.2. Mediazione della salvezza e della rive- to con Cristo alla relazione del singolo con
lazione la Chiesa.
Dopo il 1968 l’espressione Chiesa segno e 4.3. Regno di Dio - mondo - Chiesa
strumento appare con sempre maggiore fre-
quenza nei documenti ecumenici [WCC, La questione della relazione con il Regno
Uppsala 1968, Fede e Costituzione, Lova- di Dio, espressa provocatoriamente da A.
nio 1971 e Accra 1974; doc. Windsor 1981, Loisy con la nota affermazione «Gesù ha an-
risposta cattolica al BEM; FLM-Chiesa cat- nunciato il Regno, ed ecco è venuta la Chie-
tolica, Chiesa e giustificazione, 1993], con in- sa» [Loisy 1902: L’évangile et l’Église], ac-
terpretazioni critiche che hanno permesso compagna lo sviluppo dell’ecclesiologia del
una verifica della pertinenza, delle virtuali- Novecento. Sostenuto da studi esegetici e te-
tà e dei limiti della categoria di sacramento ologici, in chiave etica, escatologica, apoca-
e fatto emergere con chiarezza le questioni littica, già dall’Ottocento [Weiß, Ritschl,
fondamentali connesse a tale uso: il rappor- Schweitzer], il recupero del tema della si-
to tra sacramentalità di Cristo e della Chie- gnoria di Dio come orizzonte della missio-
sa, la relazione Chiesa-sacramenti, la forma ne messianica di Gesù e di ogni esperienza di
della mediazione sacramentale della Chiesa. fede cristiana ha portato prima di tutto pro-
È soprattutto intorno alla forma della me- gressivamente al superamento dell’identi-
diazione ecclesiale, a cui la sacramentalità ri- ficazione – tipica del mondo cattolico – del
manda, alla determinazione della natura del- Regno con la Chiesa, come sostenevano Ch.
la missione specifica della Chiesa e al modo Journet («il regno è uno dei sinonimi del
di intendere la strumentalità ecclesiale che nome “Chiesa”», rimandando però l’identi-
si appuntano le differenze nel quadro inter- ficazione all’eschaton) o T. Zapelena («l’inte-
pretativo tra protestanti e cattolici [dibatti- ra ecclesiologia può essere presentata e ordi-
to sulla «differenza fondamentale»: Birme- nata mediante il seguente quadrilatero: Re-
lè, Jüngel, Sesboüé]. Se per i cattolici la Chie- gno di Dio = Chiesa di Cristo = Chiesa cat-
sa è strumento nel senso di soggetto che ri- tolica romana = corpo mistico di Cristo in
sponde liberamente e coopera seppur in for- terra», [19556, 41]. L’ecclesiologia si è con-
ma subordinata all’opera salvifica, è generata frontata con i differenti modelli interpre-
dai sacramenti mentre è soggetto della loro tativi elaborati – dall’escatologia realizzata
Ecclesiologia 823
di Dodd all’escatologia esistenziale bultma- za verso Dio come accettazione della auto-
niana, dall’escatologia conseguente di Sch- partecipazione di Dio. Per questo Regno di
weitzer alla visione di un’escatologia realiz- Dio nel mondo, la Chiesa è una parte e so-
zantesi sostenuta da Cullmann – e su questa prattutto il particolare sacramento fonda-
base ha offerto diverse forme di determina- mentale, ossia la manifestazione (segno) sto-
zione della relazione storica tra il Regno (nel- rico-salvifico-escatologica ed efficace del fat-
la sua dimensione presente e di futuro com- to che nell’unità, nella fratellanza del mon-
pimento) e l’identità e missione ecclesiale. do il Regno di Dio è nell’atto di venire» [K.
Il tema è fortemente presente nei documen- Rahner 1974, 195-196].
ti del concilio Vaticano II [in particolare LG Sulla relatività e provvisorietà della Chie-
3.5.9.48-51; GS 39-40.45] e in successivi do- sa davanti alla signoria di Dio che travalica
cumenti del magistero cattolico [Giovanni i confini della Chiesa empirica, sulle forme
Paolo II, Redemptoris missio, 1990, 20; CTI, di servizio al Regno di Dio (annuncio, sacra-
Temi scelti di ecclesiologia, 10: Chiesa «sacra- menti, vita comunitaria, servizio, carità), sul-
mento del regno»], come anche in numerosi la modalità di avvento della signoria di Dio
documenti ecumenici [dialogo luterano cat- nella storia, riflettono molti teologi nel post-
tolico, Chiesa e giustificazione; Faith and Or- concilio, sia in contesto europeo, sia nelle teo-
der, Conferenze di Edinburgh 1937, Santia- logie della liberazione.
go 1937, BEM 1982]. Nell’orizzonte del recupero della dimen-
Preparata dal dibattito tra escatologisti e sione escatologica in teologia, J. Moltmann
incarnazionisti e da studi esegetici [Schnack- con La Chiesa nella forza dello Spirito svilup-
enburg], la visione proposta dal concilio rap- pa, in stretta continuità con Teologia della
presenta una svolta sostanziale, per la com- speranza e Il Dio Crocifisso, un’ecclesiologia
prensione della dialettica «storia umana-de- in prospettiva dinamica incentrata sul rap-
finitivo compimento» e per l’articolazione porto costitutivo con il Regno di Dio pro-
dei tre poli in gioco: Regno di Dio (quale re- messo che si realizza nella storia. La proposta
altà prima e ultima) – mondo (quale luogo unisce l’ottica relazionale-cristologica alla de-
della storicizzazione e realizzazione del Re- terminante pneumatologica: la Chiesa par-
gno) – Chiesa. Alla tradizionale successione tecipa della missione messianica di Cristo e
dei termini «regno-Chiesa davanti al mon- della missione creatrice dello Spirito e vive
do» le costituzioni conciliari sostituiscono come comunità di liberi in Cristo e come po-
una comprensione delle tre realtà come cor- polo messianico «nella presenza e nella for-
rispondenti e coordinate (nella discontinu- za dello Spirito» per il Regno di Dio che vie-
ità) e una visione della Chiesa quale realiz- ne. Stimolato dalla crisi di rilevanza di cui
zazione anticipatrice, presenza e germe del soffriva la Chiesa evangelica nella Germa-
regno, strumento a servizio del regno. «La nia Occidentale alla fine degli anni Sessan-
Chiesa non si identifica con “regno di Dio” ta e da alcune esperienze significative vissu-
ma è il sacramento storico-salvifico del Re- te nelle Chiese libere degli Stati Uniti e in al-
gno di Dio nella fase escatologica, costituita cuni paesi del Terzo Mondo, il teologo lute-
con Cristo, della storia della salvezza. Que- rano pensa la Chiesa quale «espressione del-
sto Regno di Dio è definitivamente presen- la storia di Dio con il mondo»: tesa al di là
te soltanto alla fine della storia con la venu- di se stessa, tutta dedicata al futuro del mon-
ta di Cristo e il giudizio universale. Ma esso do, la Chiesa di Cristo – come comunità eso-
non è semplicemente quella realtà non anco- dale, la cui missio nasce dalla promissio Dei
ra subentrata che più tardi si porrà al posto – si offre come anticipazione del compimen-
del mondo, della sua storia e dell’esito di que- to atteso, attuata tramite le «forme messia-
sta storia. Il Regno stesso di Dio si verifica niche» della resistenza, la dedizione e la rap-
nella storia del mondo (non solo della Chie- presentanza. Analogamente si esprime, sul
sa) ovunque si attui nella grazia l’obbedien- fondamento di una teologia della storia esca-
824 S. Noceti
tologicamente determinata, la cui fine è pro- lin (1968) e Puebla (1979), la teologia lati-
letticamente anticipata nella risurrezione del noamericana della liberazione si dispiega in
Crocifisso, W. Pannenberg. In quanto cor- continuità con le teologie europee (in parti-
po di Cristo, animato e guidato dallo Spiri- colare, teologia della speranza e teologia po-
to, la Chiesa può essere indicata quale «se- litica). La riflessione sulla Chiesa, che appa-
gno anticipatore», «prefigurazione», «rap- re solo nella seconda fase di sviluppo teologi-
presentazione anticipata» della comunione co (anni Ottanta), in stretta correlazione con
futura, «segno sacramentale» della signoria la soteriologia, viene articolata a partire dal
escatologica di Dio; essa viene definita fon- dettato conciliare come domanda sulla fun-
damentalmente dalla funzione semantica e zione specifica della Chiesa e sulla forma più
dalla funzione kerygmatica nei confronti del adeguata che essa deve assumere per compie-
Regno che essa è chiamata a esercitare nella re la sua missione nella storia. Al primo in-
e per la mediazione cristologica [Pannenberg terrogativo si risponde rinviando al servizio
1974, 1993], dal momento che «l’idea del al Regno di Dio («La Chiesa realizza la sua
Regno di Dio che viene [è] il punto di par- sacramentalità storico salvifica annunciando
tenza adeguato per una comprensione teolo- e realizzando il regno di Dio nella storia. La
gica della Chiesa». sua prassi fondamentale consiste nella rea-
Il riconoscimento dell’appartenenza della lizzazione del regno di Dio nella storia»: El-
Chiesa al mondo è al cuore della nuova teo- lacuria), al secondo evidenziando la duplice
logia politica di J.B. Metz; discepolo di K. nozione di popolo di Dio e Chiesa dei pove-
Rahner, egli interpreta la Chiesa nell’oriz- ri [L.Boff, Ellacuria, Gutierrez, Sobrino]. La
zonte della considerazione della mondanità definizione conciliare viene, infatti, riletta in
del mondo, letta come un fenomeno eminen- rapporto allo specifico contesto socio-econo-
temente cristiano; un mondo inteso come mico di un mondo di povertà e ingiustizia; i
storia e compreso alla luce della rivelazione poveri vengono posti al centro, come coloro
cristiana come luogo scelto da Dio in Cri- dai quali viene edificata la Chiesa: «Lo Spiri-
sto «con un atto definitivo ed escatologico» to di Gesù sta nei poveri e a partire da essi ri-
(incarnazione, croce, promessa di compi- crea la totalità della Chiesa». In un’ottica ec-
mento escatologico). L’impegno della Chie- clesiologica comunionale, la Chiesa, popolo
sa, alla luce del fondamentale orientamento di credenti convocato dall’annuncio del van-
escatologico, è pubblico e politico, orientato gelo all’interno delle lotte di liberazione, vie-
a «fare di questo mondo la città escatologi- ne ripensata a partire dalla base (CEB) in un
ca di Dio» [Metz 1967]. Presente come par- processo ecclesiogenetico dalla Parola evan-
te attiva nella storia, la Chiesa è chiamata a gelica di liberazione, dando rilievo al dato ca-
esercitarvi una funzione critica, rivolta tanto rismatico e pneumatologico; a partire dalla
al mondo, quanto a se stessa, sulla base della missione specifica e dalla essenza di popolo
«memoria pericolosa e liberatrice» di Gesù. si opera una «risurrezione» e «ricreazione»
Le premesse escatologiche della fede cristia- di Chiesa che investe la dimensione religio-
na portano la comunità dei credenti a por- so-ecclesiastica (istituzione) e il livello eccle-
si in un rapporto critico-dialettico nei con- siale-sacramentale (Chiesa come «sacramen-
fronti di ogni presente storico, che appare to della liberazione integrale»). Sapere teo-
perciò sempre provvisorio («riserva escatolo- logico contestuale e militante, l’ecclesiologia
gica»). Così la Chiesa può essere «istituzio- della liberazione è segnata da un istanza criti-
ne critica nei confronti della società» [Metz ca e trasformatrice, tesa, nell’accoglienza del
1968, 112]. non-ancora del Regno di Dio, al cambiamen-
Nata all’interno del processo di re-inter- to e alla riforma di Chiesa; un tale approc-
pretazione del concilio Vaticano II nella re- cio ermeneutico-pratico e la novità sul piano
altà latino-americana, secondo le linee emer- metodologico (cfr. triplice mediazione socio-
se nelle due assemblee CELAM di Medel- analitica, ermeneutica, pratica-pastorale) co-
Ecclesiologia 825
sto è un essere pneumatologico, nato ed esi- in relazione alla teologia della missione [Rüt-
stente nella koinonia dello Spirito» [Ziziou- ti, Bosch], la rivisitazione critica dell’insie
las 1985]; nello Spirito il Cristo è indissocia- me degli elementi costitutivi di Chiesa, delle
bile dalla sua Chiesa, come il capo dal corpo, istituzioni e dei ruoli, viene elaborata ponen-
e nello Spirito di comunione il Cristo viene do come punto di partenza la comunicazione
ad essere pensabile come personalità colletti- della fede, il vangelo del Regno di Dio, l’an-
va ed essere inclusivo. L’unità eucaristica, che nuncio sul Cristo crocifisso risorto. Uomini
Zizioulas descrive in dialogo con N. Afana- e donne, determinati spazio-temporalmente
sief, viene presentata alla luce dell’unità nel- e culturalmente, sono i soggetti dell’autorea-
la fede e nell’amore, in correlazione con il lizzazione di Chiesa, in quanto ricevono e vi-
ministero episcopale, investigando i presup- vono nella libertà l’evangelo e in un proces-
posti antropologici che la rendono possibile so di comunicazione, creano e manifestano
(carattere estatico ed ipostatico della perso- rapporti di comunione tra loro e con Dio. La
na umana). Se per Afanasief l’eucaristia mo- Kirchliche Dogmatik (e prima ancora l’eccle-
stra la centralità della Chiesa locale, per Zi- siologia del commento alla Lettera ai Roma-
zioulas «la natura dell'eucaristia porta non ni) di K. Barth pongono, con una forte con-
in direzione della priorità della Chiesa loca- centrazione cristologica e con la sottolinea-
le, ma in quella della simultaneità del loca- tura dell’assoluta trascendenza divina, l’es-
le e dell'universale»: ogni Chiesa locale cele- senza della Chiesa nell’essere comunità con-
brante è vincolata al suo essere in comunione vocata dalla Parola di Dio, che riceve proprio
con le altre Chiese. nel dinamismo di comunicazione-obbedien-
Con accenti simili si esprime B. Forte, che za la sua stessa forma storica. M. Kehl, per-
radica la comunione ecclesiale nel riferimen- correndo la via di una «fenomenologia teo-
to trinitario («la Trinità è origine, forme, logica della Chiesa», interpreta i processi
meta della realtà ecclesiale»; «la comunione di istituzionalizzazione – iniziali e nel loro
ecclesiale è da intendere a immagine e somi- sviluppo storico aperto – a partire dalla co-
glianza di quanto avviene nella vita trinita- municazione della fede. Così pure S. Dia-
ria») e la descrive – nella sua localizzazione e nich propone come modello euristico quello
cattolicità – a partire dall’eucaristia. L’essen- di una ecclesiogenesi dall’annuncio. Il feno-
za comunionale della Chiesa è data, infatti, meno della comunicazione si impone come
dalla Parola e dal sacramento che convergo- luogo in cui leggere non tanto il contenu-
no nell’eucaristia; l’intima correlazione tra to, quanto per la capacità di generazione di
comunione sacramentale e comunione eccle- rapporti interpersonali che lo segna, ed è as-
siale è motivata sulla base dell’assioma patri- sunto come principio storico ed insieme er-
stico «la Chiesa fa l’eucaristia, l’eucaristia», meneutica del farsi della Chiesa; la libertà e
riportato in auge da H. de Lubac. soggettività dei credenti sono in questa pro-
spettiva direttamente implicate nel costituir-
5.2. L’annuncio del vangelo e la comunica- si della comunione e della comunità e la fi-
zione della fede gura di Chiesa che ne emerge si connette ne-
cessariamente alla Chiesa locale e alla forma
La ricerca di un’intelligenza della Chiesa di popolo.
come «creatura Verbi» e sulla dinamica del-
la congregatio fidelium, a partire dalla Paro-
la di Dio proclamata e accolta, attraversa tut- 6. Riscoprire il fondamento pneumatologico
to il secolo e dà luogo ad alcune proposte ec-
clesiologiche kerygmatiche, maturate in am- Come avviene contemporaneamente an-
bito protestante e più recentemente cattoli- che per altre discipline teologiche, la prospet-
co. Sia nel quadro di riflessioni teologico-si- tiva pneumatologica viene a ridefinire nel
stematiche complessive di grande respiro sia corso del secolo l’approccio e il quadro di in-
Ecclesiologia 827
sieme dell’ecclesiologia, con un recupero so- soggetto collettivo Chiesa [cfr. LG 7 unus et
stanziale che colma le lacune pneumatologi- idem nel capo e nelle membra].
che dell’ecclesiologia moderna e manualisti- Numerosi apporti in questa prima direzio-
ca, nelle quali lo Spirito santo, pur non assen- ne sono venuti dalla riflessione ortodossa con-
te, non riveste mai un ruolo centrale e fon- temporanea, tesa a mostrare la sintesi orga-
dativo. Tale recupero, sostanziato da studi nica tra l’opera di Cristo e dello Spirito, che
patristici, con un dichiarato debito nei con- rende attuale l’economia salvifica nella sto-
fronti del primo Möhler, e arricchito dal con- ria, alimenta la vita sacramentale [N. Nissio-
fronto ecumenico, in particolare con il mon- tis], dona la comunione, in primis nella sinas-
do ortodosso, avviene progressivamente con si eucaristica [Bulgakov, Endokimov «strut-
lo sviluppo di differenziati modelli interpre- tura epicletica della Chiesa»], opera la rica-
tativi della relazione Chiesa-Spirito santo, ar- pitolazione escatologica [Lossky: «la keno-
ticolati secondo tre direttrici, in cambiamen- sis dello Spirito nella Chiesa»], costituisce la
to nel corso del secolo. «personalità corporativa di Cristo» e la apre
L’espressione agostiniana, poi ripresa alla dinamica escatologica, in una interdi-
dal Bellarmino, dello Spirito «anima del- pendenza costitutiva di uno e molti [Ziziou-
la Chiesa» viene consegnata all’ecclesio- las 1985]: «Ovunque lo Spirito soffi segue
logia cattolica dalla Divinum Illud di Leo- immediatamente che l’eschaton fa irruzione
ne XIII [1897] e ne accompagna lo svilup- nella storia e che gli uomini sono condotti a
po nella prima metà del secolo [Tromp, My- entrare in comunione tra loro e con Dio sotto
stici Corporis]; l’azione dello Spirito, prima- la forma di una comunità» [Zizioulas 1981].
riamente data sul piano interiore e invisibile, Nella teologia cattolica le voci di H. Mühlen
è colta in rapporto all’ecclesiologia gerarco- e di Y.M. Congar prospettano visioni inno-
logica sviluppata sul fondamento esclusiva- vative sul primato dello Spirito nella costitu-
mente cristocentrico: «Se il Cristo è il capo zione della Chiesa. Il primo, dopo aver mo-
della Chiesa lo Spirito santo ne è come l’ani- strato lo Spirito «come Persona», sviluppa le
ma. Ciò che è l’anima nel nostro corpo, è lo sue tesi di teologia trinitaria (lo Spirito una
Spirito santo nella Chiesa, corpo di Cristo». persona in due persone, il Padre e il Figlio) in
La maggior attenzione riservata alle dinami- modo analogico per la Chiesa; segnala qua-
che generative e fondative di Chiesa, lo svi- le «formula dogmatica ecclesiologica» quel-
luppo di organiche trattazioni sulla relazione la dello Spirito come «una persona in molte
tra Trinità economica e Trinità immanente, persone», anima della Chiesa, principio uni-
gli studi sulla corrispondenza tra pneumato- ficante i soggetti nella comunione trinita-
logia e cristologia nella teologia della storia, ria. Anche il p. Congar illustra il mistero del-
sosterranno il passaggio da un’ecclesiologia la Chiesa comunione alla luce della pneuma-
cristomonista a una visione di Chiesa pneu- tologia; lo Spirito ha per lui ruolo protologi-
matologica in orizzonte trinitario, con il su- co ed escatologico, quale principio di unità e
peramento della sola deduzione cristologica di comunione, con un’azione contemporane-
dell’esistenza ecclesiale. In questa ottica di amente espressa sul piano ecclesiale e sul pia-
collocazione dell’interconnessione di azio- no universale della famiglia umana [Congar
ne del Cristo e dello Spirito nell’orizzonte 1979]. Lo Spirito è definito per questo come
di una storia del Dio trinitario con l’umani- co-istituente la Chiesa, che scaturisce e vive
tà si colloca la svolta del concilio Vaticano II, proprio dal convergere di due missioni (cri-
che sviluppa un’essenziale riflessione sull’ar- stologica e pneumatologica).
gomento (in particolare in LG 4.7.10.12; Oltre che dalla già ricordata proposta di
AG 4); rinvii significativi sono fatti all’even- ecclesiologia pneumatologica e messiani-
to di Pentecoste, quale momento generato- ca di J. Moltmann, insistono sulla fondazio-
re del Noi ecclesiale e si delineano le funzio- ne pneumatologica anche W. Pannenberg
ni proprie dello Spirito santo nei singoli e nel (Chiesa «creatura del Figlio e dello Spirito»)
828 S. Noceti
e W. Kasper (Chiesa «sacramento dello Spi- rito come anima in LG 7 viene ora ripresa
rito»); quanto intuìto sull’autodistinzione e nel senso metaforico che gli è proprio. Non
sulla reciprocità relazionale del Figlio e del- si allude più a un aspetto interiore che si ren-
lo Spirito nella vita intradivina e nell’econo- derebbe visibile all’esterno, né di una grazia
mia creazionale-salvifica ha ampi riflessi sul- che si comunica attraverso strutture empi-
la trattazione ecclesiologica, posta diretta- riche, ma di «una efficace presenza e forma
mente in rapporto con la dottrina dello Spi- storica di esistenza dello Spirito di Cristo»
rito santo quale dono escatologico, come av- [Kasper-Sauter] dentro una struttura umana
veniva nei Simboli antichi. e visibile.
La ricerca si concentra in secondo luogo
sulla funzione specifica dello Spirito e sulla na-
tura della sua azione nella Chiesa; lo Spirito è 7. Determinare essenza e forma comunionale
riconosciuto come principio di unità/comu-
nione e come principio di vita per la Chie- Nella seconda metà del Novecento nei
sa [cfr. in LG 7 i tre verbi «vivificare, uni- percorsi di ricerca sull’identità e sull’essen-
re, muovere»]. Per la sua forza integrante e la za di Chiesa è divenuto comune ricorrere alla
sua funzione creatrice, è visto come garante a nozione di comunione/koinonia, fino ad esse-
un tempo della differenza e della comunione, re indicata dal sinodo straordinario dei ve-
fonte della struttura carismatica della Chie- scovi del 1985, a 20 anni dalla conclusione
sa e insieme dell’unità visibile. Così pure se del concilio Vaticano II, quale «idea centrale
ne è colta la funzione vivificatrice del corpo e fondamentale nei documenti del concilio».
ecclesiale, quale agente di un rinnovamento L’affermazione va colta come espressione del-
continuo e promotore dei processi di rifor- la recezione conciliare ed elemento prescelto
ma, in quanto forza santificante e sorgente come portante nel processo ermeneutico, in
di impulsi di vita nuova. L’evento penteco- primis magisteriale, del concilio stesso, dal
stale è richiamato quale paradigma per com- momento che la nozione di comunione quale
prendere non solo l’origine della Chiesa ma prospettiva interpretativa ecclesiologica non
anche la sua dinamica missionaria ed evan- fu oggetto di esplicita scelta da parte dei pa-
gelizzatrice, garantite e rese possibili proprio dri conciliari, né fu posta al centro dell’in-
dallo Spirito santo che anima l’annuncio e telligenza dell’ecclesia nelle costituzioni con-
permette la professione di fede. Quale dono ciliari. Anche se il termine ricorre nei docu-
escatologico, lo Spirito sovrintende alla vita menti conciliari circa 110 volte e il concetto
comunionale degli uomini, per la sua capa- sottostà a molte delle immagini con cui viene
cità di integrazione, riconoscimento e unità descritta la Chiesa, l’uso linguistico-concet-
dei diversi: «effetto autentico dello Spirito è tuale non risulta determinato in modo rigo-
la comunione» [Pannenberg 1993]. roso e coerente e il ricorso alla nozione appa-
Il terzo vettore di proposta permette di re sostanzialmente vago e fluttuante nel cor-
cogliere il livello di azione dello Spirito nella pus dei documenti e negli interventi dei pa-
Chiesa: se nella prima metà del secolo si in- dri. Nei documenti conciliari communio vie-
sisteva sulla dimensione invisibile e interio- ne collocato in rapporto al Dio trinitario,
re, il Vaticano II opta decisamente per un du- connesso alla radicazione eucaristica, deter-
plice piano di azione dello Spirito; esso ga- minato in molti casi dagli aggettivi hierar-
rantisce la profondità dell’esperienza creden- chica, catholica, plena. Il recupero della pro-
te e la dimensione misterica di Chiesa, ma spettiva [sulla storia, cfr. Rigal, Bori] fu pre-
insieme è promotore della stessa dimensio- parato negli anni immediatamente preceden-
ne istituzionale di Chiesa (Spirito e ministe- ti il Vaticano II da alcuni saggi di Y.M. Con-
ri, servizio alla verità, missione). Non appa- gar, H. de Lubac, L. Hertling, J. Hamer che,
re più l’espressione leoniana di «anima del- nell’orizzonte di una ripresa in chiave mi-
la Chiesa», ma l’immagine patristica di Spi- sterica della Chiesa, posero in primo piano
Ecclesiologia 829
successivamente anche quale prospettiva ba- stica (in particolare di Ignazio e Cipriano),
silare dalla quale esaminare l’oggetto Chiesa mantenuta dalle Chiese di Oriente. Le due
nel suo complesso, costituisce una vera e pro- prospettive (ecclesiologia dalla Chiesa loca-
pria «svolta copernicana» [Lanne, 490] che le, dalla Chiesa universale) rimangono però
il concilio Vaticano II consegna alla Chiesa giustapposte l’una all’altra, talora nello stes-
cattolica. Il recupero, iniziato con i pionieri- so documento [es. LG], senza che si addi-
stici studi di dom Adrien Gréa [De l'Église et venga a una prospettiva unitaria, ma il cam-
de sa divine constitution, [1885, tr. ital. Roma biamento avvenuto viene riconosciuto nella
1904, seconda ed. 1907, terza ed. 1965 dopo sua possibile fecondità quale «proposta più
il concilio], venne reso possibile dalla pubbli- innovativa del concilio»: come scriveva K.
cazione di numerosi saggi biblici, patristici, Rahner poco dopo la chiusura del concilio:
storici, liturgici nella prima metà del Nove- «Possiamo e dobbiamo approfondire la ri-
cento [J.R. Villar], che posero a tema una re- flessione su questa ecclesiologia “locale”, pos-
visione della visione della relazione Chiesa lo- siamo e dobbiamo renderla viva in noi stessi.
cale-Chiesa universale quale si era dispiegata In questo campo ci attende un lavoro smisu-
nel secondo millennio di storia cristiana, nel- rato» [Rahner 1966, 406].
le figure gregoriana e tridentina di Chiesa [P. La teologia post-conciliare, pur riconoscen-
Battifol, G. Bardy, K.L. Schmidt, monastero do l’importanza del cambiamento di oriz-
di Chevetogne, la rivista «Irenikon»]. Tale zonte avvenuto e il valore dei contributi deli-
recupero esegetico e storiografico, vivificato neati nei documenti conciliari, pur ricorren-
dal confronto ecumenico in particolare con do costantemente agli asserti prodotti assun-
il mondo ortodosso [cfr. Saint Serge a Parigi], ti quali punti di partenza con un’ermeneuti-
fu correlato a ricerche teologico-sistematiche ca puntuale dei testi, evidenzia l’asistematici-
sul ministero episcopale [L. Beaudouin, Bot- tà del pensiero conciliare [Pottmeyer, Pesch],
te, Colson, Charue], sulla relazione Chiesa l’incertezza terminologico-concettuale, che
locale-eucaristia [de Lubac 1944], sulle dina- oscilla tra Chiesa locale, e Chiesa particolare
miche di plantatio ecclesiae in contesto mis- [Routhier 1991], la mancanza di una teologia
sionario [von Harnac], sulla parrocchia [A. definita sulla Chiesa locale e ne investiga le
Winsterig, J. Pinsk, F.X. Arnold, K. Rah- questioni insolute. Gli studi sistematici ven-
ner]. Gli apporti di Congar [con la conferen- gono arricchiti da numerosi saggi che affron-
za intitolata Théologie de l’église particulière tano la tematica nel Nuovo Testamento, nei
del 1959], di K. Rahner, J. Ratzinger [Rah- primi cinque secoli, nei due delicati passaggi
ner - Ratzinger 1961] costituiscono il conte- della riforma gregoriana e del conciliarismo,
sto prossimo di riflessione per l’assise conci- nella teologia e nella prassi delle Chiese cat-
liare che affronterà il tema della Chiesa loca- toliche di rito orientale, come anche da una
le solo indirettamente, ad integrazione e mo- vasta e articolata riflessione ecumenica, con-
tivazione di altre problematiche, senza offri- dotta con il WCC [La Chiesa: locale e uni-
re una riflessione sistematica e organica sulla versale, 1990] sia con le Chiese della Riforma
natura della Chiesa locale, collocando gli ele- (dialoghi bilaterali con luterani e anglicani)
menti essenziali in rapporto alle tre direttrici sia con l’ortodossia [Il mistero della Chiesa e
emerse nella fase pre-conciliare: episcopato e dell'eucaristia alla luce del mistero della santa
collegialità episcopale [LG 23, CD 11], euca- Trinità, 1982]. La ricerca converge significa-
ristia [LG 26, SC 41], missione [AG]. Se nelle tivamente su alcune grandi aree: l'individua-
prime sessioni il tema della Chiesa locale vie- zione degli elementi costitutivi della Chiesa
ne recuperato in un’ottica ancora chiaramen- locale e della ragione teologica dell’autorea-
te universalistica, le fasi successive consegna- lizzazione di Chiesa in un luogo [H.M. Le-
no una nuova consapevolezza ecclesiologica grand, K. Rahner; A. Cattaneo], il fenome-
nella quale la Chiesa locale diventa tema pro- no della localizzazione e le dinamiche di in-
spettico, con un recupero della visione patri- culturazione, la cattolicità, quale nota qua-
832 S. Noceti
lificante la Chiesa locale e l’universa ecclesia re orientativo del dibattito teologico in atto.
[Colloquio di Salamanca 1991; Beinert; Dul- Esso pone accanto al dettato conciliare sin-
les 1985], l’esercizio della collegialità episco- teticamente espresso in LG 23 con l’espres-
pale [H.M. Legrand, W. Kasper], la sinodali- sione «in quibus et ex quibus una et unica ec-
tà nelle e delle Chiese [Melloni - Scatena]. Il clesia catholica exsistit» la formula «in qua
vivace dibattito sviluppatosi si concentra sul et qua (ecclesia) ecclesiae» proposta in un in-
rapporto tra Chiesa intera/universale e Chie- tervento di Giovanni Paolo II alla curia ro-
se locali: un accordo sostanziale viene indivi- mana (19 dicembre 1990), e si pronuncia in
duato nell’escludere tanto l’affermazione au- favore della priorità ontologica e temporale
tarchica delle singole Chiese locali e la com- della Chiesa universale su ogni singola Chie-
prensione della Chiesa universale quale fe- sa particolare, dal momento che «la Chiesa
derazione o confederazione di Chiese locali mistero partorisce infatti le Chiese partico-
quanto anche l’idea di una Chiesa universale lari come figlie, ne è madre». La lettera ha
come tutto suddivisbile in parti, dal momen- suscitato immediatamente un vasto dibattito
to che le Chiese locali si costituiscono e rea- critico, che ha attraversato tutti gli anni No-
lizzano nella interrelazione e in un reciproco vanta, coinvolgendo autorevoli teologi e ve-
riconoscimento di ecclesialità, a partire dalla scovi (cfr. il dibattito tra i cardinali Kasper e
comune origine (molti ricorrono al concetto Ratzinger), querelle per certi aspetti tuttora
mutuato dalla teologia trinitaria di pericho- aperta, nella consapevolezza della centralità
resis o mutua immanenza); oggetto di dibat- di questo snodo, non solo tematico ma pro-
tito è la modalità di comprendere le relazioni spettico, per la recezione e l’ermeneutica del
tra le figure ecclesiali e soprattutto il prima- concilio stesso.
to cronologico e assiologico da assegnare al
polo universale o alla localizzazione. La non
risolta determinazione riguardo alla prospet- 9. Soggetti e dinamiche comunicative-parte-
tiva nella quale collocarsi per l’intelligenza cipative
dell’oggetto della Chiesa (dalla Chiesa loca-
le o dalla universa ecclesia) segna la recezione L’interrogativo sulla figura ecclesiale si co-
post-conciliare e la riflessione dei singoli teo- niuga nel XX secolo, nel contesto cattolico,
logi è ascrivibile facilmente al filone di stam- con una rinnovata considerazione della sog-
po giuridico-universalistico più tradiziona- gettualità dei credenti, degli elementi defini-
le oppure alla rivalorizzazione della dimen- tori della loro identità specifica, del loro ap-
sione locale a partire dalla quale viene ridi- porto proprio per la vita e la missione della
segnato l’intero opus ecclesiologico e la stes- Chiesa, e con nuove prospettive di interpreta-
sa comprensione della Chiesa universale qua- zione delle relazioni interne intraecclesiali. Il
le communio ecclesiarum [sul primo versante passaggio dal riferimento al principio di au-
D. Valentini, H. de Lubac, J. Ratzinger 1987, torità delegata quale costitutivo della societas
P. Rodriguez; dall’altro J.A. Komonchak, al riconoscimento dell’essenza comunionale
J.M.R. Tillard, H.M. Legrand]. L’ermeneu- di Chiesa sul fondamento della comune fede
tica magisteriale del concilio assume su que- e dell’unico battesimo, portano a una rivisi-
sta questione precisa posizione, sia con l’isti- tazione tanto del proprium dei laici, quanto
tuzione della Prelatura personale dell’Opus – correlativamente – della teologia del mini-
Dei [1982, CDC 294.296], con una relati- stero ordinato. Le ricerche teologico-sistema-
vizzazione del fenomeno della localizzazio- tiche sull’argomento che si sviluppano a par-
ne quale elemento costitutivo, sia in partico- tire dagli anni Trenta e che vedono nel conci-
lare con la Lettera della Congregazione per lio Vaticano II un punto di svolta sostanzia-
la dottrina della fede Communionis Notio. le vengono arricchite da una sempre maggiore
Su alcuni aspetti della Chiesa intesa come co- e più matura comprensione delle dinamiche
munione [1992], documento che vuole esse- storiche intervenute nel corso dei secoli, dal-
Ecclesiologia 833
contrassegnata da una riflessione solo indi- che venisse elaborata una trattazione unitaria
retta sul laicato [nella linea carismatica di H. del tema. In piena consonanza con la visione
Küng e teologico-politica di J.B. Metz, nel- tridentina e la spiritualità post-tridentina (in
la visione di «Chiesa comunione» in Con- particolare della Scuola francese di De Berul-
gar, con la lettura funzionalistico-ecclesiolo- le), gli scritti insistono sulla dimensione sa-
gica dei ministeri di E. Schillebeeckx], il di- cerdotale ridotta alla funzione cultuale, sul-
battito sul tema si riaccenderà alla metà degli la giurisdizione, sulla determinazione onto-
anni Ottanta, in Italia, in ordine alla prepa- logica della persona («carattere» indelebile
razione del sinodo sui laici (1987). Accanto e permanente, dono esclusivo e separante dal
alla riproposizione della secolarità come cifra resto dei cristiani) e raccolgono nella «me-
propria del laicato fatta da G. Lazzati, vengo- diazione» il proprium del ministro ordinato,
no a contrapposti due diversi modi di rece- isolando la trattazione della soggettualità del
pire la lezione conciliare: da un lato la Facol- presbitero dal quadro ecclesiologico globale
tà teologica di Milano [P. Colombo, G. Am- [Castellucci]. Come già indicava Leone XIII,
brosio, più di recente M. Vergottini], con la il sacerdote è alter Christus, agisce in perso-
sua richiesta di «superamento» della figura na Christi nel contsto sacrificale eucaristi-
del laico in quella del cristiano, dall’altro il co. Il ritorno alle fonti patristiche, gli apporti
«dossier su laici e laicità» di B. Forte, S. Dia- del movimento biblico e liturgico, il confron-
nich, G. Canobbio, che richiedeva una più di- to ecumenico portano alla maturazione pro-
retta trattazione della soggettualità ecclesiale gressiva di una nuova visione del ministero,
del laico in una visione ministeriale comples- che trova la sua sintesi nei documenti conci-
siva. L’esortazione post-sinodale Christifide- liari, in particolare il III capitolo di LG, CD,
les laici riaffermerà sostanzialmente la visio- PO. Differente il punto di partenza assunto:
ne del IV capitolo di Lumen gentium sull’in- la relazione con la Chiesa locale, la comunità
dole secolare, recependo la visione lazzatia- ecclesiale e la sua missione, e non più prima-
na, seppur con integrazioni legate in modo riamente con l’eucaristia e la vita sacramen-
particolare al fenomeno dei movimenti lai- tale; differente la considerazione delle figure
cali, fenomeno denotato da maggiore novità ministeriali, con la recuperata affermazione
nel panorama ecclesiale degli anni Ottanta. della sacramentalità dell’episcopato [LG 20-
L’ultima fase del pontificato di Giovanni Pa- 21], la strutturazione tripartita del ministe-
olo II si sviluppa in questa stessa prospettiva, ro ordinato [LG 28], la re-istituzione del dia-
di forte valorizzazione delle aggregazioni lai- conato come grado autonomo [LG 29]; diffe-
cali, di ridefinizione dello status del laico nel- rente la determinazione dello specifico mini-
la forma della collaborazione con la gerarchia steriale secondo la declinazione dei tria mu-
[Ecclesia de mysterio, 1997], mentre la ricerca nera (con una priorità accordata al munus di
teologica inizierà ad affrontare il tema della insegnamento) in un popolo tutto sacerdota-
laicità della Chiesa e dello Stato in rapporto le e ministeriale [LG 9-12]; differente, infi-
alla missione dei laici. ne, la relazione riconosciuta tra potestas ordi-
nis e potestas iurisdictionis, con la seconda di-
9.2. Teologia del ministero ordinato rettamente derivata e dipendente dalla pri-
ma a partire dalla consacrazione episcopale.
Nella teologia di stampo manualistico che Il recupero di una prospettiva collegiale nella
ha dominato nella prima parte del Novecen- trattazione dell’episcopato e del presbiterato
to la trattazione del ministero da un lato è e di un radicamento pneumatologico e non
stata ricondotta nei trattati di apologetica solo cristologico completano in quadro inter-
sotto la voce autorità (del vescovo, del papa), pretativo teologico.
dall’altro è stata affrontata in prospettiva sa- Il post-concilio vede fermenti nuovi a livel-
cramentaria nel De ordine secondo la figura lo di prassi (nella fase immediatamente suc-
del sacerdote e della sua potestas sacra, senza cessiva al concilio fino al sinodo del 1971) e
Ecclesiologia 835
di riflessione teologica sistematica (soprat- sione e una inedita prospettiva per l’ecclesio-
tutto negli anni Ottanta e Novanta), con logia. Da circa 40 anni le tematiche ecclesio-
una accentuazione in chiave di teologia spi- logiche vengono avvertite dalle donne come
rituale (negli anni Novanta); moltissimi con- questioni centrali e sono divenute oggetto di
tributi analitici (sulla storia, la teologia neo- numerosi studi, soprattutto di taglio analiti-
testamentaria, la patristica) hanno arricchi- co e settoriale, condotti da alcune in un’ot-
to la conoscenza dell’evoluzione delle figure tica «al femminile» [C. Militello], da altre
di ministero nel corso dei secoli, ma sono sta- avvalendosi degli strumenti della riflessio-
ti relativamente pochi gli studi complessivi di ne femminista e in particolare degli women’s
teologia sistematica. Tra questi ultimi due li- studies [L. Russell, E. Gössmann, R. Radford
nee interpretative si sono fin dagli anni Set- Reuthers], e più recentemente in una specifi-
tanta andate definendo: all’opzione di alcu- ca e dichiarata prospettiva di gender. «Una
ni per una fondazione ecclesiologica del mi- riconsiderazione femminista dell’ecclesio-
nistero, sulla scia delle aperture conciliari [K. logia è un atto di rivendicazione di un’area
Rahner, Küng 1967, Congar 1970; Schille- della teologia e della vita della Chiesa che nel
beeckx 1980, 1984, Legrand 1986, Dianich passato è stata in larga parte dominio ma-
1983, L. Boff], è stata contrapposta la scelta schile» [N. Watson]. La condizione di mi-
di un punto di partenza esplicitamente cri- norità e di marginalizzazione, sul piano della
stologico-ontologico, dal momento che si è ri- parola autorevole e dell’autorità decisionale,
tenuta la relazione primaria Cristo-ministro vissuta per secoli dalle donne è assunta come
il luogo di determinazione dello specifico mi- prospettiva dalla quale rielaborare la mate-
nisteriale, da parte di alcuni nel privilegiare il ria ecclesiologica, da un lato con un processo
legame con il Cristo sacerdote e la funzione di decostruzione dei modelli (interpretativi e
sacerdotale [J. Lecuyer, J. Galot, Saraiva Mar- organizzativi) della cristianità patriarcale e
tin 1995, B. Gherardini 1975, in parte con androcentrica, dall’altro come ricostruzione
una lettura trinitaria G. Greshake], da par- dei modelli relazionali e istituzionali in vista
te di altri nell’evidenziare la funzione pasto- dell’edificazione di una Chiesa inclusiva, in
rale [Cristo capo e pastore; cfr. G. Martelet, accordo alla prassi liberatrice di Gesù e del-
J. Ratzinger, H.U. von Balthasar]. Quest’ul- le prime comunità cristiane [Gal 3,28; l’idea
tima prospettiva risulta essere quella che ha di un «discepolato di eguali» di E. Schüssler
guidato l’ermeneutica magisteriale nei più re- Fiorenza]. È frequente il ricorso a metafore e
centi documenti dedicati al ministero [Pasto- immagini (sia tradizionali, sia coniate appo-
res dabo vobis, 1992; Pastores gregis, 2003], sitamente, nel richiamo a esperienze tipica-
nei quali la proposta interpretativa ricalca i mente femminili), costante il rinvio a model-
moduli della teologia tradizionale (ontolo- li partecipativi, comunionali; interdiscipli-
gia - su base cristologica - sacerdozio al centro narità e impianto ecumenico, che contrad-
- funzione di mediatore tra Dio e il popolo; distinguono la teologia femminista, segna-
«configurazione a Cristo capo, pastore, ser- no anche la riflessione ecclesiologica. Nel de-
vo e sposo della Chiesa» PdV 3; «ripresen- lineare le sfide per una soggettualità inedite
tazione sacramentale di Cristo capo e pasto- delle donne le teologhe insistono in partico-
re» PdV 15) e pone la relazione con la comu- lare sulla questione del ministero ordinato/
nità come legame secondo di un ministro po- pastorale e sulla leadership di comunità. La
sto non tanto nel popolo di Dio, quando «da- domanda assume forma diversa nei differen-
vanti/di fronte» ad esso (PdV 16). ti contesti confessionali: è interrogativo sulla
possibilità del ministero ordinato per le teo-
9.3. Le donne, l’ecclesiologia femminista loghe cattoliche-romane e ortodosse, è quesi-
to sulle forme di esercizio per le teologhe del
La soggettualità delle donne nelle Chie- mondo della Riforma. Già dagli anni Cin-
se costituisce un ulteriore elemento di rifles- quanta si sviluppano in ambito protestante
836 S. Noceti
saggi sull’inserimento delle donne nel pasto- consapevolezza delle peculiarità e della dif-
rato e nel diaconato-presbiterato (per la co- ferenza dei percorsi di ciascun linguaggio, in
munione anglicana) e ricerche sui presuppo- modo da intrecciarne le diverse vie del pen-
sti biblici di tale presenza. Dagli anni Sessan- siero senza mescolarne le logiche, che devo-
ta anche nella Chiesa cattolica si sviluppano no restare ben differenziate» [Dianich 1993,
tentativi di ricerca in questo campo, nel con- 258-259].
fronto con la prassi di altre Chiese cristiane e Dal punto di vista delle metodiche di ri-
nel desiderio di una riforma ecclesiale com- cerca appare rilevante ricercare ulteriori con-
plessiva che veda per le donne la possibilità fronti con la sociologia (delle religioni, delle
di diventare diacono e presbitero. Il dibattito istituzioni, delle organizzazioni, dei processi
si accende in campo cattolico negli anni Ot- culturali), con le filosofie sociali, con l’antro-
tanta e Novanta, soprattutto in seguito alla pologia culturale. L’ecclesiologia del Nove-
pubblicazione dei documenti Inter Insignio- cento si è andata riconfigurando nella misu-
res [1976] Ordinatio sacerdotalis [1994], che ra in cui ridelineava la sua identità in rappor-
sancisce per la Chiesa cattolica-romana l’im- to alle relazioni che la definiscono, quanto ai
possibilità di ordinazione delle donne nei suoi fondamenti, ai suoi rapporti interni, e in
gradi sacerdotali. ordine alla sua missione. Gli studi patristici,
storici, storiografici, che esaminino tanto le
configurazioni ecclesiali assunte nelle Chie-
10. Questioni aperte se d’Occidente quanto la variegata ricchezza
della tradizione orientale, possono favorire la
Alcune questioni aperte vengono conse- maturazione della coscienza di affrontare un
gnate alla ricerca teologico-sistematica fu- soggetto storico in divenire, che si è espresso
tura, questioni non ancora affrontate o non e realizzato in molteplici configurazioni.
pienamente risolte che affondano le loro ra- La coscienza ecumenica e le implicazio-
dici nello stesso rinnovamento ecclesiologi- ni del confronto ecumenico tra le Chiese
co avvenuto nel XX secolo che ha investito la sono state forze di propulsione per la rifles-
forma e l’impianto complessivo della ricerca, sione sull’impianto complessivo dell’eccle-
con spostamenti di prospettiva e di paradig- siologia, sui paradigmi e sui metodi adottati,
ma fondamentale. come anche su molti particolari della strut-
Una più decisa e consapevole ripresa del tura della Chiesa, che chiedono di essere ri-
quadro epistemologico dell’ecclesiologia co- pensati in vista di una auspicata e possibile
stituisce la prima di queste questioni: si trat- unità (giustificazione ed ecclesiologia, il pa-
ta di rendere ragione in maniera riflessa dei pato, la struttura patriarcale, ministero or-
modi di procedere e delle regole dell’operare dinato, ordinazione delle donne, sacramen-
speculativo, di motivare previamente gli in- talità e sacramenti, etc.). Il tratto ecumenico
terrogativi intorno ai quali si costruisce la ri- dell’ecclesiologia novecentesca è innegabile e
cerca sulla Chiesa, di giustificare le scelte po- ha portato, in particolare al pensiero catto-
ste sul piano dei paradigmi, delle categorie, lico, a sostanziali svolte [cfr. ad esempio la
dei modelli assunti. In particolare è apparso collana Ökumenische Forschungen inaugu-
essenziale, nel ricostruire la pluralità di ap- rata nel 1967 da H. Küng e J. Ratzinger]; le
procci descrittivi e interpretativi all’oggetto ricerche più feconde sono state tutte sostan-
Chiesa nei quali viene consegnata attraverso ziate da un interesse e una passione ecume-
i secoli l’autodefinizione del soggetto-ogget- nica [cfr. Congar, Rahner]. La nuova consi-
to Chiesa, definire con maggior rigore l’ap- derazione del rapporto tra Chiesa di Cristo,
porto proprio dei diversi linguaggi usati, le forma ecclesiae e forme confessionali, sancita
virtualità e i limiti di ciascuno: «al teologo dal Vaticano II [LG 8, UR 2 «subsistit in»
la responsabilità di penetrare in tutte le for- rispetto all’identificazione di Chiesa cattoli-
me del linguaggio. Egli deve tenere desta la ca romana con Chiesa di Cristo della Mysti-
Ecclesiologia 837
ci corporis], ha aperto inedite vie per la ricer- cità (sui quali si concentrano oggi i più viva-
ca ecclesiologica e per una differente tratta- ci apporti e confronti teologico-sistmatici ed
zione delle singole questioni afferenti, come ecumenici) si connettono con la logica di svi-
dimostrato in questi 40 anni di dialogo ecu- luppo dell’autocoscienza di Chiesa e le forme
menico nel quale le questioni ecclesiologiche di un confronto necessario con la moderni-
sono state al cuore dei dibattiti e dei confron- tà. «La teologia riuscirà a porsi in reale con-
ti multilaterali e bilaterali. Le recenti pun- sonanza con i testimoni biblici quando si im-
tualizzazioni e prese di distanza manifesta- mergerà nei problemi che travagliano il no-
te da alcuni in ambito cattolico [IV capitolo stro tempo e in tale contesto proporrà ciò che
di Dominus Iesus; A. von Teuffenbach] non gli autori sacri hanno testimoniato entro gli
possono inficiare la consapevolezza matura- schemi linguistici e concettuali del loro tem-
ta della relatività della propria forma confes- po. […] La teologia riuscirà a superare questa
sionale. L’ecumenismo consegna alla ricerca situazione [attuale] soltanto se si mostrerà in
ecclesiologica due sfide: definire un model- grado di accogliere il pensiero moderno nel
lo ecclesiologico e modelli ecclesiali «soste- contesto della storia cristiana della tradizio-
nibili» [WCC, Called to Be One Church] e ne» [Pannenberg 1967].
confrontarsi sui principi e fondamenti di una
ecclesiologia ecumenica [Birmelé].
Il dibattito critico sull’interpretazione del Bibliografia
Vaticano II, dell’evento conciliare e dei do-
cumenti prodotti, sulle vie, fasi e forme del- A. Acerbi, Due ecclesiologie. Ecclesiologia giuridica
la recezione ecclesiale, locale e universale, del ed ecclesiologia di comunione nella «Lumen Gentium»,
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concilio e sull’ermeneutica magisteriale nel mus, 1924; N. Afanassief, La Chiesa che presiede
processo di recezione complessivo, offre un nell’amore, in O. Cullmann et al., Il primato di Pietro
ulteriore spazio di ricerca, ancora aperto e nel pensiero cristiano contemporaneo, Bologna 1965,
vivacemente discusso. D’altra parte tutti gli 487-555; G. Alberigo (a cura di), L'ecclesiologia del
Vaticano II: dinamismi e prospettive. Atti del Collo-
autori cattolici non possono che relazionarsi quio Internazionale di Bologna, Bologna 1981; Id. (a
al dettato conciliare e alle sue proposte nella cura di), Storia del concilio Vaticano II, I-IV, Bologna
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Infine, ulteriore prospettiva aperta per la la Chiesa, Brescia 1984; G. Ambrosio - G. Angelini,
quale è iniziato un confronto, seppur fati- Laico e cristiano. La fede e le condizioni comuni del
vivere, Genova 1987; A. Antón, Lo sviluppo della
coso, è quello della significatività e rilevan- dottrina sulla Chiesa nella teologia dal Vaticano I al
za culturale dell’ecclesiologia, in un conte- Vaticano II, in L’ecclesiologia dal Vaticano I al Vatica-
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