Sei sulla pagina 1di 8

La scuola Medica Salernitana

di Luciani Gianluca n matricola 245566

Sin dalla sua nascita in Italia la scuola medica salernitana ha dato il l alla riorganizzazione del sapere fino allora acquisito nelle diverse culture e civilt precedenti. Il periodo ellenico port alla diffusione, ma prima di tutto allunione, del sapere fino ad allora conosciuto, proseguito poi con i Romani che dopo la battaglia di Anzio nel 31 a.C. hanno ancor di pi promosso tale diffusione grazie all'integrazione dei popoli conquistati e alla vastit dell'impero creato. La scuola salernitana in seguito sar supportata con un contributo ancora pi vivace anche da parte della cultura araba nellambito medico. Nell847 la citt di Salerno era diventata la capitale di un principato longobardo indipendente e la sua posizione geografica ne aument il prestigio e ne facilit i rapporti con le popolazioni del mediterraneo. Il retaggio che lasci la societ bizantina, lesistenza di un chiosco benedettino, il rapporto di vicinanza con labbazia di Montecassino (che gi allora possedeva biblioteche e archivi, scuole scrittorie e miniaturistiche e conservava la pi vasta collezione di opere dellantichit), un porto che grazie ai suo scambi creava comunicazioni verso loriente e la presenza di una consistente colonia ebraica, fu un insieme di elementi essenziali per un focolare di cultura che sar negli anni, fonte di un sapere medico-sanitario largamente stimato in tutto il mondo. A questo proposito prender piede unantica leggenda (accreditata da unopera scritta nel 1608) nella quale si racconta di quattro personaggi medici leggendari: un rabbino apolide (Helinus o Eliseo), un maestro saraceno (Abdela o Abdullah di Aleppo), un greco bizantino (Pontus) e un maestro indigeno (Salernus). Di questultimo la leggenda narra che fosse un patrizio romano della famiglia dei Flavii caduto in

disgrazia e divenuto un medico errante. Proprio grazie a questi personaggi a Salerno sarebbe nata la Medicina. Un pellegrino di nome Pontus si ferm nella citt di Salerno per alcuni giorni trovando rifugio sotto gli archi dellacquedotto dellArce. Un giorno mentre scoppi un temporale fortissimo, un secondo pellegrino che passava proprio in quelle zone di nome Salernus, si ripar sotto lo stesso arco. Il greco, che al principio era sospettoso dello straniero, si avvicin per osservare le medicazioni che questo si praticava su una ferita e iniziarono a discutere. Durante la notte giunsero altri due viandanti, Helinus e Abdela, che avevano sentito da lontano i primi discutere. Anche loro sinteressarono alla ferita e alla fine si scopr che erano tutti a conoscenza della ars medica. Decisero di unirsi e di dare vita a una scuola dove tutto ci che avevano e che avessero appreso, sarebbe potuto servire alla pratica medica e al vivere bene. Una delle novit pi importanti di questa scuola sta nel fatto che la malattia non sarebbe pi dovuta essere accettata passivamente poich il medico doveva combatterla, curarla e soprattutto prevenirla con ben precisi strumenti medici e trovare un giusto modo di vivere per il paziente. Alla base del concetto di medicina della scuola di Salerno ci sono approfonditi studi anatomici sul corpo umano, tra i quali l'importanza dell'armonia psico-fisica e il valore di una dieta corretta ed equilibrata, principi che ancora oggi sono ripresi e riaffermati dalla medicina psicosomatica e dalla scienza dell'alimentazione. La scuola ha vissuto la sua prima fase in stretto contatto con la Curia romana, messa in evidenza da alcuni vescovi-medici; come Pietro, Grimoaldo, Milone Arcivescovo di Benevento e anche Desiderio, abate di Montecassino divenuto in seguito papa Vittore III. Dato lenorme potere che la chiesa esercitava nel controllo del territorio, nel controllo spirituale e nella tutela e conservazione dei manoscritti, da sempre fonte storica e culturale, era direttamente coinvolta in questa acquisizione e scolarizzazione della medicina e pratica medica. Ovviamente questa fase era considerata una fase prescolastica, poich i cosiddetti maestri darte, che avevano imparato la medicina sul campo, si trasformeranno ben presto in maestri di scienza a cominciare dalla seconda met dellXI secolo indipendentemente dai monaci, i quali avevano appreso larte del curare leggendo le opere dei pi grandi maestri della Grecia classica e dellantico Egitto. Gli ecclesiastici erano le uniche persone che avevano accesso a queste fonti bibliografiche, e tutte queste innumerevoli informazioni venivano tramandate all'interno del monastero. Successivamente con Alfano, (che era stato anche lui un monaco di Montecassino, in seguito arcivescovo di Salerno e reggente della citt durante il passaggio tra dominazione longobarda e quella normanna con Roberto il Guiscardo), si avr una decisa rivoluzione per quanto riguarda la divulgazione del sapere, e indirizz lo studio della medicina alla scolastica. Esattamente ci che avvenne a Kos da parte dellasclepiade di 17 generazione, Ippocrate, il quale indirizz allo studio e al sapere medico non solo i suoi discendenti, ma anche persone che avessero amato questa professione. Alfano fu uno dei personaggi letterari e scienziato pi importante della cultura Salernitana.

In questo periodo infatti si hanno i primi testi scritti di letteratura medica, nei quali si riscontra un iniziale passaggio da uno studio empirico a quello teorico che si avr in modo pi marcato nella seconda fase della scuola essendo questa una fase di transizione. A questo riguardo dobbiamo registrare la presenza a Salerno di un altro personaggio importante, Rodolfo Malacorona, che fu indiscusso medico e teorico francese, ma che entr in contrasto con un personaggio salernitano riconosciuto da tutti e da lui stesso ritenuto come il miglior medico mai esistito, la guaritrice di Salerno: Trotula. Rodolfo apport una notazione critica e filosofica a questa scuola. La figura storica di Trottola De Ruggero, a volte sconfina con la leggenda, anche se sappiamo sia realmente esistita poich ci sono giunti fino a noi testi di medicina che portano la sua firma. Era moglie del medico salernitano Giovanni Plateario, da cui ebbe due figli, Giovanni e Matteo, questi ultimi daranno inizio a un nuovo ordine, e verranno ricordati come Magistri Platearii. A quei tempi la figura della donna era vista in modo marginale e a volte inutile, non erano ammesse alla vita pubblica e nemmeno indirizzate agli studi. Trottola, era stata educata agli studi classici e si appassion, dato anche linfluenza che Salerno le forniva, allo studio della medicina. Non era diventata magistra poich non possedeva un titolo accademico, ma tamquam magistra per le sue competenze e per quellautorevolezza e considerazione che godeva a livello popolare. Questo prestigio, che era riuscita a perseguire durante la sua carriera, le era stato anche dato dal fatto che fosse un donna prima che medico, e acquis grazie a questo competenze ed interessi particolari. Leggendo ad esempio il suo De ornatu mulierum nel quale si descrivono le cure per le malattie della pelle e le prime nozioni di cosmetica, Trotula promuove la cura della bellezza esteriore, nel motto belli fuori e belli dentro, il benessere psicofisico migliora lo stato di salute generale, e doveva essere esteso a tutte le persone come concetto oltre che alle donne, ed anche il De compositione medicamentorum ,nel quale vengono trattate le composizioni e il modo di preparazione dei medicamenti (quelli che oggi chiamiamo farmaci), ci mostra il suo grado di acquisizione di importanti nozioni e scoperte. Inoltre ci sono alcuni manoscritti di Trotula che sono stati i primi trattati di ostetricia e ginecologia, due materie che da qui in avanti diventeranno parte della medicina, ma per essere precisi i primi ad aver avuto nozioni di ostetricia e ginecologia sono stati gli egizi. Ritroviamo nel papiro di Kahun una serie di approfondimenti e consigli a tal proposito. uno dei dieci papiri ritrovati di argomento medico scientifico. Questo nome gli fu dato perch ritrovato in questa suddetta localit egiziana durante i lavori di sterro. Per precisare, altri papiri famosi prendono il nome della persona che li ha comperati, da ricercatori di tesori o perch ritrovati in qualche spedizione (es:. quelli di Smith e Ebers).

Oltre alla ginecologia e ostetricia nel papiro troviamo anche nozioni di veterinaria. E' datato circa 1900 a.C. consta di tre colonne e 35 ricette, accenna anche alle malattie dellutero e alla fecondit della donna; ma sicuramente di queste tecniche gli egizi ne erano a conoscenza gi centinaia di anni prima, grazie alla tradizione orale. molto importante capire che grado di cure i medici egizi riuscivano a fornire anche alla luce di un esame che ci fornisce il livello sociale e lefficienza sanitaria, basato ancora oggi sul tasso di mortalit nel periodo neonatale. Non a caso in Egitto era stato istituito il primo servizio sanitario gratuito. Lostetricia veniva insegnata nelle scuole dalle divine madri nelle cosiddette case di vita. Come si pu osservare, era un ruolo ricoperto prettamente se non esclusivamente dalle donne, e dovremo attendere esattamente la scuola medica salernitana perch sia di nuovo riabilitata la figura della donna anche come medico. Cosa indispensabile era che fosse proprio unaltra donna a prendersi cura della partoriente. Lassistenza e laiuto al parto erano stati gi introdotti dal mondo ebraico ed che erano affini pi alla donna che allinesperienza maschile. Soprattutto questi ritenevano, e per anni continuarono a pensare ci, che la donna fosse impura durante il parto, e da qui nacque una divisione di ruoli ben definita. Cos inizi lesigenza di specializzazioni: un medico per ogni tipologia di malattia. In questo secondo periodo della scuola vi era un modo empirico nello studio della pratica medica specialmente quello delle levatrici. Esattamente otto secoli dopo Sorano di Efeso fu il primo a descrivere le tecniche che verranno impiegate da allora in avanti per tutto il medioevo dalle ostetriche o aspiranti ostetriche per il parto. Grazie a Trotula verr poi riportato in auge, poich si erano perse le tracce di questo manoscritto, riproposto proprio nel suo trattato di ostetricia. Qui descrisse la tecnica di rivolgimento del feto, e per quanto riguarda il suo ruolo di levatrice, propose e raccomand la protezione del peritoneo durante il travaglio del parto, e la sutura in caso che questo si lacerasse. Il contributo dato dalle donne nella scuola salernitana sar notevole non solamente per la scolastica ma anche nellattivit ambulatoriale; un po come il passaggio tra lepoca dei templi a quella degli Atra (cos venivano chiamati gli ambulatori durante la scuola di Kos). Non bisogna per tralasciare come il mondo arabo sia entrato a far parte di questa scuola. Con la cacciata dei normanni dalla Sicilia, che risale alla fine dellXI secolo da parte degli arabi, aument questo scambio culturale ed economico tra questi due popoli. Un uomo convertitosi al cristianesimo e originario di Cartagine, Costantino l'Africano, fu definito da Paolo Diacono: monaco pienamente erudito in tutte le discipline filosofiche, maestro dOriente e dOccidente, nuovo fulgido Ippocrate. Pass gli ultimi anni della sua vita nell'abbazia a Montecassino, si dedic alla traduzione dallarabo di testi antichi e introdusse in Occidente il Pantegni (Liber regius il termine una deformazione latino-medievale di pan-techne, tutte le tecniche unarte medica completa) di Al ibn al-Abbas, lIsagogh di Giovannizzo, il libro De urinis di Ishaq al-Israili e il libro De melancholia di Ishaq ibn Imran. La melancolia dal greco mlas, nero e chole, bile, era dovuta da eccesso di bile nera, che era ritenuta la responsabile di alcune malattie tipo il cancro o malattie psichiche.

Attraverso la scoperta di questi scritti si avr una ripresa della teoria umorale che torner in auge per tutto il medioevo, questa apparteneva alla tradizione ippocratica, e collegava ogni umore ad un organo e ad un elemento essenziale dell'universo. La bile nera era collegata alla milza, all'aria secca e all'elemento terra, in contrapposizione a sangue-cuore-caldo-fuoco, flegma-cervello-freddo-aria, bile gialla-fegato-umido-acqua. Sin dall'antichit classica greca, i quattro elementi dovevano coesistere in modo armonioso tra di loro e una prevaricazione di uno di essi significava essere la causa scatenante di una malattia. Costantino fu inoltre traduttore di testi di Ippocrate e di Galeno; tradusse dallarabo al latino gli aforismi e i pronostici del primo Ars parva. I suoi pi grandi scritti erano dedicati alle cure mediche e alla chirurgia, e descrivevano malattie dello stomaco, il coito e lo sperma. Nei secoli successivi con Amalfi, che affermava sempre pi il suo potere navale, e con gli aumentati scambi con lAfrica, la Spagna e la Terrasanta, da dove provenivano la maggior parte dei malati e feriti a causa della Guerra Santa, anche la scuola fece degli enormi passi avanti nella cura delle diverse patologie e nelluso di nuovi farmaci. Inizia cos un nuovo periodo della scuola salernitana quella di maggior riconoscimento e ampiezza dottrinale:dalla pratica empirica si ricavavano nozioni e si passava alla proposizione scritta. Era allinizio una forma sommaria delle conoscenze e serviva ad unazione mnemonica delle pi importanti dottrine da parte dei nuovi medici. Ad esempio si studiava la dottrina dei polsi e delle urine, la dottrina chirurgica e quella della materia medica, che trattava in generale di diagnosi-terapia e seguiva gli scritti lasciati da Alfano e le traduzioni di Costantino l'Africano. Insomma era una ritorno al periodo di Coo dove attraverso la grande larghezza di vedute nasceva il concetto di ricerca empirica e di clinica medica. La figura del medico l'unione di uomo e studioso. Tutto questo lavoro culmina con la fondazione della Schola, una istituzione che far parte della citt per lunghissimo tempo fino alla fine circa del 1800. Di questo periodo si racconta di Roberto Duca di Normandia, figlio di Guglielmo il Conquistatore, che tornando dalla Terra Santa con una ferita riportata dopo la battaglia di Gerusalemme, ricevette cure per la sua ferita e consigli sul vivere bene proprio a Salerno. Per il suo ritorno in patria i medici Salernitani fecero dono al principe di un breviario dal nome regime sanitario. Questo libricino venne scritto in versi. Nella prima versione stampata nel 1479 era composto di 362 versi, ed era un trattato igienicoprofilattico a carattere divulgativo che esponeva una serie di norme scritte e incorporava alcuni fattori esterni tra le cause prime che dovevano essere controllati per mantenere una corretta salute (alimentazione, luoghi, fattori climatici, attivit fisica, ecc..). Anche Ippocrate considerava la dieta come il complesso di regole e prescrizioni che il malato era tenuto a seguire non solo relativamente al suo regime alimentare che, comunque, era di fondamentale importanza, ma anche per ripristino dell'equilibrio

degli umori tramite la prescrizione di cibi che, a seconda dei casi, erano umidi, caldi, freddi, o asciutti. Il principio generale, come gi accennato in precedenza, era quello di aiutare l'organismo a liberarsi degli umori corrotti o in eccesso. I primi versi del Regimen valsero per Salerno un riconoscimento non solo in Italia ma anche nel reso d'Europa sull'arte medica acquisita. Si vis incolumen, si vis te reddere sanum Curas tolle graves; irasci crede profanum Parce mero, coenato parum; non tibi vanum Surgere post epulas; somnum fuge merdianum Non mictum retine, nec comprimere fortiter anum Heac bene si serves, tu longo tempore vivas. Non era comunque facile diventare medico a Salerno: prima bisognava studiare la logica per tre anni, e nei successivi cinque si studiava scuola medica (e non era uno studio solo di testi classici ma veniva accompagnato da pratica autoptica) ed infine si sosteneva un esame sia con il maestro del corso, sia alla presenza di un collegio composto da altri medici. Se l'esame veniva superato il giovane medico riceveva un attestato davanti al quale il re rilasciava la licenza per esercitare la professione, non prima per di avere trascorso un anno come tirocinante presso un medico anziano. Da menzionare anche che la scuola era aperta indistintamente a uomini e donne, le quali tuttavia esercitavano soprattutto la ginecologia. Non possiamo nemmeno tralasciare il largo uso delle conoscenze acquisite in campo delle erbe medicinali, grazie alla riscoperta dei libri di derivazione classica e del mito di Asclepio. Questo ebbe come maestro il centauro Chirone, che grazie alla sua saggezza e alla sua conoscenza dell'arte curativa e medicamentosa, insegn l'uso delle erbe al suo allievo. Tra gli innumerevoli esempi medicamentosi ricordiamo l'Hissopo contro le bronchiti e le affezioni respiratorie, la Ruta per la vista (la quale favorisce la microcircolazione oculare), il Colchico come antireumatico. Nella scuola salernitana non si pu poi dimenticare l'importanza che ebbe la chirurgia. Nel Practica chirurgiae di Ruggero Frugardi (il primo chirurgo salernitano) sono menzionate tecniche come la sutura dei vasi sanguigni usando fili di seta, le metodiche per la trapanazione del cranio, (una sorta di rudimentale anestesia effettuata con sostanze estratte dalla Spongia somnifera) e il consiglio di adoperare nella terapia medica del gozzo, spugne ed alghe contenenti iodio. Dovremmo attendere ancora molti anni prima che la figura del chirurgo venga rivalutata. Sin dagli antichi egizi la chirurgia non era ben vista e solo persone di ceto basso potevano eseguire alcune

pratiche, e non potevano essere esenti da conseguenze nel caso avessero portato alla morte l'individuo trattato. Dovremmo aspettare la fine del 1700 quando Ambroise Par riusc ad elevare la chirurgia al medesimo rango della medicina interna. Dal 1300 fino agli inizi del 1800, per iscriversi alla facolt di medicina alla Sorbona a Parigi si doveva fare un giuramento secondo cui mai e poi mai il medico avrebbe praticato la chirurgia, e questo port alla divisione di queste due figuri professionali. Nacque proprio in quel periodo per, una nuova figura professionale: il Barbiere. Si intendeva tutta quella serie di persone praticanti che, non medici, e non conoscitori delle lingue classiche si limitavano ad interventi come la flebotomia, estrazioni dentarie cura di piccole ferite e estrazioni di proiettili. Siccome con la stessa lama eseguivano anche il taglio della barba furono chiamati proprio con questo appellativo. Par a 13 anni divenne chirurgo-barbiere e impar il mestiere nell'ospedale HotelDieu di Parigi e all'et di 19 anni divenne chirurgo nell'esercito francese. Era specialista in ferite da proiettili. E proprio nella campagna d'Italia per curare alcune ferite d'arma, utilizz un collutorio per disinfettare le ferite e guar molti soldati. La pratica che veniva usualmente praticata in queste occasioni era quella della cauterizzazione con olio bollente. Proprio la mancanza di quest'ultimo fece scoprire in modo casuale questo nuovo metodo di cura. Scrisse una serie di libri in francese (per la prima volta non in latino) che trattavano delle sue scoperte in ambito scientifico. Fu un innovatore, divenne il primo chirurgo ad effettuare la legatura routinaria dei vasi nelle amputazioni e fu chirurgo e medico di 5 imperatori francesi. Grazie alla scuola salernitana dietetica, farmaceutica e chirurgia da qui in avanti diventeranno i tre pilastri della medicina medievale. Un altro modello salernitano che rester materia di studio sar l'uroscopia, che aveva avuto un ruolo importante gi in et ippocratica. La scuola salernitana stato il punto di unione tra la vecchia e la nuova storia della medicina. Attraverso la riscoperta della tradizione medica greca romana e islamica, dar le basi al rinascimento e allo studio sperimentale nella medicina moderna.

Note bibliografiche: La medicina gli uomini e le terorie L'arte lunga Focus di Febbr 2012 Wikipedia.

di Donatella Lippi, Massimo Baldini ed.Clueb di Giorgio Cosmacini ed. Laterza

Potrebbero piacerti anche