Sei sulla pagina 1di 179

GIOVANNI ZANNINELLO

STORIA DELLA MEDICINA



. BREVE EPITOME

COL PATROCINIO DELL UNIVERSIT POPOLARE DI CAVARZERE
Edizioni nuova Scintilla Chioggia
PREFAZIONE
E con vero piacere che ci onoriamo di pubblicare questa breve ma intensa epitome, una sintesi
scorrevole e potremmo dire completa, dells storia della medicina, stillata con passione e precisione
dal medico e scrittore cavarzerano Giovanni Zanninello.
Dedito per vari decenni alla professione, in prima linea sul fronte sanitario, sempre apprezzato e
stimato da tutti, Zanninello non ha mai trascurato la sua imtima passione che quella degli studi
classici e filosofici, nonch larte poetica e lamore per la storia.
Tutto questo viene quasi a convergere nellopera che pubblichiamo: lautore, raccogliendo insieme
le numerose lezioni tenute allUniversit Popolare di Cavarzere da oltre un decennio, rivela la sua
propensione per la storia come la sua competenza sanitaria; ma al tempo stesso si dimostra scrittore
attento e scrupoloso, che attinge alle molte conoscenze filosofiche e che non manca di esprimere la
sua costamte attenzione per luomo, indagato non solo nelle sue patologie e nelle differenti terapie,
ma anche nelle sue aspirazioni e nelle sue illusioni.
Lopera che prende le mosse addiritura dalla preistoria e dalla medicina primitiva e si sofferma poi
sulla medicina antica analizzandola per ambiti geografici, da quello greco profondamente segnato
dagli orientamenti della filosofia della natura e poi dal grande Ippocrate a quello romano,
caratterizzato a sua volta dalla grande figura di Galeno. Lautore prosegue poi per epoche temporali
soffermandosi in particolare sulla nedicina medievale, di cui analizza le varie scuole, con speciale
riguardo alla medicina araba ma anche al filosofismo scientifico e agli sviluppi della scienza
universitaria. Lavvincente rassegna spazia quindi sui numerosi personaggi che hanno segnato i
progressi medici nel Rinascimento e poi nel Seicento, caratterizzato dagli sviluppi scientifici che si
approfondiranno ulteriormente nel Settecento secolo che, per converso, prester il fianco anche a
tutta una serie di pratiche pi popolari e discutibili. Della medicina dellOttocento, anche questa
scandita da figure di medici e scienziati di diversa grandezza, vengono messe il rilievo tutte le
nuove conquiste nei vari ambiti, dallanatomia alla chirurgia, dallostetricia alloculistica. Del
Novecento, indfine, si ripercorrono, sempre sinteticamente, le varie tappe di quello che viene
definito ed riconosciuto come un grande progresso della scienza ed arte medica che va sempre
pi specializzandosi e la cui storia dunque richiede trattazioni specifiche per settori, da quello degli
ormoni ed enzimi, a quello della genetica e della procreazione fino alle malattie da stress. Gli ultimi
due capitoli si configurano, per cos dire, come monografie: luna relativa alla lunga e tormentata
storia delle pestilenze nel mondo e in Europa, laltra intorno al complesso arcipelago della medicina
popolare, improntata spesso a pratiche magiche o ad un improprio ricorso al soprannaturale.
Il volume, che si avvale anche di un puntuale indice degli autori (con cognomi e nomi completi) e
di una essenziale nota bibliografica, si conclude con un indice generale un po atipico, che presenta,
quasi in una lunga e dettagliata carellata, tematiche e personaggi con differenti scelte grafiche per
evidenziarne come avviene nel testo, ma superandone la distinzione in paragrafi, - la differente
caratura storica.
Un grazie cordialissimo al dr Zanninello, figura eminente della sanit pubblica cavarzerana, che
-pur gravato egli stesso da precarie condizioni di salute con questopera ha inteso non solo ai suoi
ex alunni e ai suoi estimatori, ma ad una pi vasta cerchia di lettori, il frutto della sua esperienza e
dei suoi studi nellambito professionale, con la passione e la sollecitudine che hanno carattrerizzato
tutta la sua vita di realzione e con il tocco del letterato e del pensatore e talora anche del credente
mai privo di piglio critico e non di rado dedito ad una saggia autoironia.
Il lettore - ci auguriamo potr trovare in questo agile e insieme prezioso volume una sintesi
puntuale e, per quanto possibile, esauriente del percorso seguito dallarte medica nei secoli,
ricavandone - speriamo utili indicazioni per le sue conoscenze e validi orientamenti per una
interpretazione equilibrata del progradire della medicina, peculiare arte scienza al servizio
nelluomo.
Mons. VINCENZO TOSELLO
Direttore di Nuova Scintilla
I
PRESENTAZIONE
Vengo subito - risposi al mio amico Luigi Cavallaro che mi aveva telefonato -: ho pensato di fare
una Universit Popolare. E sono andato a casa sua, nella bella tavernetta.
Dopo due, tre mesi di colloqui ci siamo trovati, una ventina di amici, marted 20 novembre 1990
dalla Notaia per firmare latto di costituzione della societ.
La domenica 27 gennaio 1991 alle ore 10, nella Sala Convegni di Palazzo Piasenti, il Prof.
Giorgio Penzo, ordinario di Storia della Filosofia dellUniversit di Padova, ha tenuto la sua
prolusione sul tema Il pensiero politico di Karl Jaspers: la riunificazione delle due Germanie per
linaugurazione del primo Anno Accademico dellUniversit Popolare di Cavarzere 1990 91.
La prima lezione, quale docente dellUniversit Popolare lho tenuta il venerd pomeriggio del
primo febbraio 91 sul Concetto di salute: alimentazione, stile di vita.
Dal 1991 al 1998 ho tenuto il Corso di Storia della Medicina.
Alla fine mi sono trovato con tutti gli appunti delle lezioni, centinaia di pagine: li ho riletti,
corretti, riordinati, ho aggiornato la bibliografia e ne risultata una breve epitome di storia della
medicina, dalle origini ai nostri giorni. Non un trattato; un semplice compendio di nozioni, distinto
per epoche: dalla medicina primitiva alla medicina delle civilt antiche; dalla filosofia della natura
presocratica alla medicina dei templi. Dalla medicina prerazionale ad Ippocrate, dalla medicina in
Roma a Galeno. La medicina del Medioevo. La scuola Salernitana e le varie scuole. La medicina
degli Arabi, le Universit. La medicina del Rinascimento e il metodo sperimentale di Galileo. Il
concetto microbiologico, la circolazione del sangue, la generazione, la fecondazione. Il pensiero
medico scientifico e la fisiologia sperimentale. La medicina dellOttocento del positivismo e
idealismo: la citologia e listologia, lendocrinologia e la microbiologia, lanestesia, la radiologia e
la chemioterapia. Il grande progresso del Novecento: gli enzimi, le vitamine e gli ormoni, la neuro-
psicologia, la genetica, la medicina psicosomatica e gli antibiotici. E un capitolo sulle Pestilenze:
micro-macroparassitismo. Infine un capitolo sulla Medicina popolare.
Un libro come questo - si pensa - pu interessare pochi lettori, gente di cultura, medici,
farmacisti, biologi, persone di scienza, ma anche - guardandosi intorno - anziani che hanno
conosciuto la malaria, la tubercolosi, la difterite, e le donne che hanno a che fare con lostetricia,
con la ginecologia, la pillola, la menopausa, col tumore della portio e della mammella; e i bambini
con le vitamine e le vaccinazioni. E quelli che combattono col cuore: le valvole,
lelettrocardiogramma, lecografia. E i molti che soffrono dellansia, dello stress e malattie
psichiche; e chi si cura con lomeopatia e con le terapie alternative. Tutti hanno a che fare con la
medicina che ha raggiunto ormai vette eccelse e sempre ne promette di pi alte perch ha dietro di
s la lunga storia del progresso scientifico che ne la base.
Questo libretto, questo breve compendio di storia della medicina, pu essere per pochi, ma la
medicina , certo, per tutti.
LAUTORE
INTRODUZIONE: AGLI ALBORI
1
DALLA PREISTORIA ALLA STORIA
Tentiamo di ripercorrere la storia dellevoluzione della medicina quale una delle molteplici
espressioni del pensiero umano. Seguendo la teoria della evoluzione delluomo, secondo la quale a
partire dai primati (essi stessi anello della evoluzione universale degli esseri viventi) si sono evoluti
gli ominidi, 5.000.000 di anni fa gli Australopiteci, lAfarensis di 4.000.000 di anni fa in Etiopia,
fino allHomo abilis, attorno ai 2.000.000 di anni fa (Paleolitico inferiore), si pu orientativamente
tracciare la cronologia del genere umano nel corso di ere millenarie.
LHomo abilis era capace di fabbricarsi degli utensili scheggiando le pietre e lavorando il
legno. Fu raccoglitore prevalentemente vegetariano, ma anche cacciatore di animali a scopo
alimentare. Circa 1.500.000 di anni fa levoluzione avrebbe prodotto lHomo erectus e lHomo
ergaster. Suoi resti si trovano in Africa, Europa e Asia. Era pi alto e robusto e camminava eretto.
Costruiva utensili per vari usi e con caratteristiche pi sofisticate, aveva scoperto il fuoco che
utilizzava per usi domestici e per difesa (mito di Prometeo). Ad esso appartengono il Pitecantropo
(GiavaCina 700.000 anni fa) e il Sinantropo (Cina 500.000 anni fa), con caratteristiche simili a
quelle dellHomo Sapiens.
Circa 700.000 anni fa sembra che luomo eretto africano, prossimo a diventare Homo sapiens,
per necessit di comunicazione sempre maggiori, abbia sviluppato gli organi anatomici (laringe)
capaci di articolare suoni, era nato il seme del linguaggio. E verosimile che levoluzione degli
organi fonatori, che producono suoni, urli, gridi modulati, parole, sia avvenuto con il progressivo
sviluppo di unarea del cervello di cellule capaci di elaborare lidea, il concetto, (il pensiero)
della cosa che si voleva comunicare, della sensazione che si voleva esprimere.
Nel Paleolitico medio, 90100.000 anni fa, compare lHomo sapiens:contemporaneo allUomo di
Neanderthal, esce dallAfrica, verso lAsia fino in Australia. Grande navigatore, 45.000 anni fa
arriva in Europa. Per le sue migliori capacit intellettuali, in competizione con lotte e rapimenti, in
10.000 anni determina la scomparsa dellUomo di Neanderthal. Coltiva larte, collane, sculture in
avorio per cerimonie e riti che avvengono nelle grotte tra la comunit, conosce la tecnica
dellincastro di vari materiali, pratica la sepoltura dei morti, forse perch crede in un mondo
ultraterreno, in altri Esseri, Entit superiori, buone e cattive, che possono proteggere o nuocere:
nasce il sacro?
Soltanto 35.000 anni fa comparve lHomo sapiens sapiens (luomo di Cro Magnon nella Francia
centro meridionale) diffuso in tutti i continenti, Americhe e Australia. Siamo nel Paleolitico
superiore, ultima tappa dellevoluzione del genere umano verso luomo moderno. Perfezion le
tecniche di caccia, di guerra e del lavoro. Comparvero le prime manifestazioni grafitiche: graffiti,
oggetti scolpiti e pitture (30.000 anni fa) con numerosi esemplari di figure umane e animali (15.000
anni fa), con valore presumibilmente ritualepropiziatorio. Circa 11.000 anni fa compare
lagricoltura e lallevamento degli animali, luomo pratica laratura dei campi, seleziona e coltiva
intenzionalmente certe erbe per la sua alimentazione, usa ceramiche e soggiorna e dorme in
capanne, si riunisce in clan, trib, famiglie prefigurando una primordiale organizzazione sociale,
con una gerarchia con ruoli e gradi. Circa 9000 anni fa (nel Neolitico) sorgono villaggi, le piccole
citt con case di fango e palizzate, luomo fa scorte di cereali. Nell VIIIVII millennio inizia lEra
dei Metalli: delloro, dellargento e del rame. Nel V millennio si pratica la fusione dei metalli ad
alta temperatura. Tra IV e III millennio si realizza la fusione tra rame e stagno ricavandone il
bronzo.
Le grandi citt, Ur, Gerico sorgono nel 3.500 a. C. Presso i Sumeri si trovano i primi documenti
scritti con caratteri cuneiformi incisi sullargilla: nasce la scrittura, prima con testi di carattere
commerciale, elenchi di merci, clienti, poi con testi religiosi, poetici, politici. Le tavolette
sumeriche con caratteri pittografici sono le pi antiche. Siamo nella STORIA.
2
Allinizio del II millennio (18001500 a. C.) i Fenici inventano lalfabeto fonetico che
trasmettono ai greci e a tutti gli altri popoli. Il codice di Hammurabi risale al 19551913 a. C.
Nel 1200 a. C. Mos scrive il Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia, allepoca dellesodo
degli Ebrei dallEgitto.
Nel VII secolo a C avviene la composizione dei poemi omerici che narrano gli avvenimenti della
guerra di Troia del XVI secolo. Agli inizi del VI secolo a C, circa 500 anni a C, il Regno di Giuda
cade sotto la dominazione del re Nabucodonosor (schiavit di Babilonia per gli Ebrei).
In Italia i primi insediamenti avvengono circa 1.000.000 di anni fa da parte di popolazioni
provenienti dallAfrica settentrionale. Si installarono in Sicilia (Agrigento). Tra il VI e il III
millennio a C comparvero evolute culture neolitiche nelle Puglie e il Val Camonica. Nellet del
bronzo, nella Padania si svilupp la civilt delle palafitte e delle terramare. In Sardegna la cultura
nuragica (IVIII millennio). La civilt etrusca si svilupp tra l XIVIII secolo. Nellarea paludosa
del Tevere, nel VIII secolo, la fondazione di Roma: 753754 (?) a. C.
Verso il 3000 a. C., in Egitto, sorse la civilt del Nilo, lungo 30 dinastie. Fu contemporanea alla
civilt mesopotamica e utilizzava la scrittura geroglifica egiziana. Nel 30002230 circa a. C., (3
4 dinastia) vennero costruite le piramidi. Nel 1300 circa, Ramesse II port guerra agli Ittiti. Nel
1200 a. C. circa avviene lesodo degli Ebrei dallEgitto.
Attorno al II millennio a C inizi un grande flusso migratorio di popoli dalle steppe danubiane e
dal centroRussia di popoli indoeuropei che entrarono in contatto con le civilt semitiche. Giunsero
nella penisola anatolica nel 1819 secolo a. C. Esistono tavolette incise con caratteri cuneiformi
in una lingua non semitica che riferiscono notizie relative al II millennio. Mediante luso di armi in
ferro gli indoeuropei occuparono la Siria tra il 17301300 a. C.
Tra il III e il II millennio a. C. si diffuse la cultura del bronzo indoeuropea nellisola di Creta e
nelle isole dellEgeo dove si espresse con una complessa e articolata architettura (Palazzi di
Cnosso e di Festo). Risale a quellepoca la leggenda di Minosse e del suo mostruoso figlio, il
Minotauro, rinchiuso nel Labirinto. Verso il 1600 a. C. Creta rivolse la sua attenzione alla penisola
della Grecia e del Peloponneso determinando la nascita della civilt Micenea, organizzata in una
miriade di piccoli stati.
Gli Achei e gli Ioni, popolazioni indoeuropee ad economia pastorizia, invasero la penisola greca
quando prevaleva la civilt di Creta: attorno al 16001500 a. C. ebbero grande sviluppo le citt di
Micene, Argo, Pilo, Tirinto, Tebe e Atene con la costruzione di grandi palazzi e tombe
monumentali. Attraverso il fenicio, lebraico aramaico si ha lintroduzione dellalfabeto greco
con i segni indicanti le vocali (740 a. C.). Creta fu sottomessa nel 14001500, e nella stessa epoca
gli Achei si volsero verso lAsia minore (Guerra di Troia). Nel 1200 a. C. cess legemonia
micenea sotto la spinta dei popoli del mare, indoeuropei e dei Dori dai Balcani.
In Grecia, tra il 1200700 si realizz la nascita della religione politeista, e nel corso dellottavo
secolo a. C. i poteri del sovrano miceneo passarono agli aristocratici. Si intensificarono gli
insediamenti urbani e nacque la Cittstato, la Polis. La vita sociale aveva il suo fulcro nella acro-
poli dove risiedeva il tempio della divinit protettrice e lagor, piazza per le riunioni del popolo.
I cittadini partecipavano allamministrazione dello stato.
Nell VIII secolo a. C. inizi il flusso migratorio dalla Grecia alle coste del mediterraneo, Sicilia e
Magna Grecia. Nel VII secolo a C avviene la introduzione della moneta. Dal VII al VI secolo a. C.
si pass dalla aristocrazia al governo dei Tiranni, e quindi alla democrazia.

3
Nelle regioni del basso corso dellIndio si sviluppava nella met del III millennio la civilt
indiana che ebbe contatti con i Sumeri della Mesopotamia. Le informazioni di quella civilt ci
pervengono attraverso i libri sacri Veda scritti in sanscrito che riferiscono fatti relativi al 1500 a.
C. circa. Tra la fine del VI e linizio del V secolo a C posta la nascita di Budda.
Lantica civilt cinese risale al IV millennio a. C. Il primo stato cinese si costitu intorno al 1500
a C. Confucio visse dal 551 al 479 circa a. C. Il Taoismo si svilupp nel III secolo a. C.
Nella valle del Messico circa 7000 anni a. C. si ebbero i primi insediamenti di Nahua (dai quali
deriv la civilt degli Aztechi, Toltechi, Olmechi) che praticavano lagricoltura. Nel 2000 a C tutta
la mesoamerica era popolata. A quellepoca risalgono i pi antichi siti archeologici. Quelle
popolazioni praticavano il cannibalismo rituale e sacrifici umani. La scrittura vi sarebbe comparsa
allinizio del 1000 a. C.
La civilt dei Maya dello Yucatan inizia nel 2000 a. C. e arriva al II secolo d. C. (periodo
preclassico), continua dal 200 al 900 d. C. (periodo classico) e segue nel XVI secolo (nel periodo
postclassico).
Herman Corts giunse in Messico nel 1519 d. C.

I paleoveneti
Gli antichi abitatori del Veneto (Enetoi dellIliade) erano popoli orientali provenienti dalla
Plafagonia (coste del Mar NeroAsia Minore). Si installarono nellentroterra dellalto adriatico
poco dopo la guerra di Troia (tra XIII XII secolo a. C.). Dalloltralpe vi sopraggiunsero i Celti con
i quali in parte si fusero nel VI secolo a. C.
Nel VI secolo a. C. ad Adria, Este e Padova vivevano popolazioni che parlavano una lingua
venetica, attestata da tavolette incise. Tali tavolette avevano carattere votivo, dedicate alle divinit.
La lingua venetica potrebbe essere derivata da una antichissima lingua madre comune,
lindoeuropeo, che diede origine al sanscrito, al greco e al latino.
Adria conobbe la civilt venetica, greca, etrusca, celtica e infine romana.
Nel VI secolo a. C. si ebbe limportazione dellalfabeto dagli etruschi e la nascita dei santuari,
abitualmente costruiti in zone periferiche delle citt, in boschetti, presso fonti. I pi importanti sono
quelli rinvenuti ad Abano, Montegrotto, Padova ed Este. Esistevano anche piccoli santuari, fino a
piccoli capitelli. La divinit pi importante era la dea (?) Reitia (dellAdige?), chiamata anche Pora
perch proteggeva la nascita, la fertilit e il parto, e Sainate (risanatrice) perch preservava e ridava
la salute. Vi si offrivano sacrifici di animali la cui carne era mangiata ritualmente, e libagioni di
vino in recipienti che si rompevano dopo il rito. Alla dea erano offerti ex voto e riti di purificazione.
In un tempio dellepoca romana (50 a. C.) in una stipe votiva si trovarono dei ferri chirurgici a
riprova che i santuari avevano anche carattere medico. Furono trovate anche perle di vetro di chiaro
significato apotropaico (di allontanamento del male). Sempre in epoca romana alla divinit Reitia
subentrarono gli dei greci, Apollo (donatore di salute), Minerva, i Dioscuri e Ercole.
I paleoveneti praticavano lincinerimento dei morti e la successiva inumazione dei resti incombusti;.
ad Adria, nel (IV) III II secolo a. C., il rito dellinumazione con banchetto e libagione funebre.





4
LA MEDICINA PRIMITIVA

Da quando luomo aveva concepito il sacro, lesistenza di Entit del Bene e di Entit del Male,
che a loro arbitrio producevano le avversit naturali, terremoti, eruzioni, tempeste, alluvioni,
fulmini, tuoni, o il piacere del clima, le albe, i tramonti, la benefica sensazione della visione della
natura, era nato anche il desiderio di placare le forze del male e di propiziarsi le forze del bene.
Le forze del male, come producevano a loro arbitrio le avversit naturali, cos dovevano essere loro
stesse a produrre il malessere interno, la malattia, che insorgeva nelluomo senza nessuna forza
esterna: lo agitavano, lo addoloravano, scuotevano e infine lo facevano morire. Era dunque
necessario placarle con sacrifici, con offerte e preghiere. Il pi forte, il pi intelligente, il pi
sapiente della comunit si faceva intermediario tra le entit superiori, le divinit, e gli uomini:
nasceva la figura del Sacerdote e veniva istituzionalizzata la Religione.
Daltra parte luomo primitivo aveva imparato le elementari modalit di lenire il dolore, di
attenuare le sofferenze, con opportuni atteggiamenti del corpo e con utensili, bastoni per
sorreggersi, stecche per immobilizzare le fratture, applicazioni di sostanze calde o fredde. Aveva
anche notato che tutte le cose riproducono se stesse: le piante, le erbe, gli animali, e luomo stesso;
il fuoco genera il fuoco, il suono riproduce se stesso nelleco, la luce nel riflesso. Venne cos
elaborando la Legge di similarit.
E un altro fatto gli era sembrato evidente: una cosa a contatto con unaltra cosa trasmette ad essa
qualcosa di se stessa: una cosa fredda trasmette il freddo allaltra, una cosa calda trasmette il caldo;
cos, forse pensava, il contatto di un maschio con una femmina trasmette la forza di riprodurre il
simile. Luomo primitivo aveva elaborato la Legge del contatto.
Questa conoscenza, luomo primitivo laveva elaborata lui stesso attraverso millenni di
osservazioni, conferme, prove, tentativi: esperienza. Era il primo germoglio dellHomo sapiens, il
frutto dellEmpirismo primitivo.
Luomo primitivo elabora dunque i primordi della conoscenza attraverso due direttrici parallele, la
prima che ritiene che tutte le cose, ed egli stesso, siano a totale dipendenza di Essenze esterne, le
Divinit, buone e cattive, che regolano la natura a loro completo arbitrio. La seconda lo spinge
allosservazione della natura stessa, e a intuire i mutamenti delle cose, il loro evolversi; a stabilire
lesistenza di un prima e un dopo degli eventi, e che il primo genera il secondo, e altri in sequenza:
luomo impara dalla sua esperienza, cerca di dominare la natura. Chiamiamo la prima
linterpretazione religiosa del mondo, la seconda linterpretazione magica del mondo
(protoscientifica). Intendiamo qui per Magia il complesso delle attivit delluomo - di pensiero e di
opere - teso a scoprire, con losservazione, ripetuti tentativi, prove successive, sfruttamento della
casualit, le leggi che governano le cose, cercando di servirsene a proprio vantaggio, senza
chiedere lintervento esterno delle divinit (mago, mag, magusc, magos, magus = grande,
sapiente). In questo senso Magia-Empirismo primitivo possono essere considerati i precursori della
Scienza, contenendone gli elementi essenziali.
Nellinterpretazione religiosa del mondo figura essenziale il Sacerdote, intermediario tra la
Divinit e gli uomini. Nel dualismo antitetico, divinit del bene e divinit del male, compare la
figura del sacerdote delle divinit del male che chiamiamo Stregone (indovino, guaritore). Fin
dallinizio, lesercizio della medicina fu esercitato dalle tre figure, spesso in conflitto tra di loro, ma
talora confluenti nella stessa persona: SacerdoteStregone, Mago.
La Medicina primitiva aveva come oggetto la Malattia, intesa come il male interno di una
persona, che nasceva senza nessuna causa evidente, traumi, ferite, cause atmosferiche. La divinit
5
che per punizione di qualche trasgressione, di qualche peccato, mandava il castigo, mandava il
male, o essa stessa, la deit maligna, prendeva possesso del suo corpo. Bisognava allora riacquistare
la perduta purezza con sacrifici, con offerte, e cos scacciare il male dal corpo malato. Di preghiere,
riti di propiziazione, di offerte, riti di purificazione, di cacciata dei demoni, di rituali di scongiuri,
di sacrifici (anche umani), si trova documentazione nei libri antichi: Veda, Bibbia, Avesta, e tracce
si trovano nellarte primitiva.
Quando da queste concezioni, essenzialmente teurgiche, legate al divino, si rese evidente e pi
distinto il ramo della medicina empirico-magica (protoscientifica)? Certamente non si possono
stabilire n date n epoche sicure attraverso le ere preistoriche in cui luomo tent di dominare la
natura, di pretendere di lenire o sopprimere il dolore, di guarire la malattia o favorirne la
guarigione. Forse se ne pu trovare uneco nel Genesi, quando Adamo, lHomo sapiens,
accogliendo il suggerimento del serpente volle conoscere il Bene e il Male e, scacciato dal
Giardino, fu obbligato al lavoro (non solo raccoglitore), e alla fatica per far produrre la terra. Ebbe il
potere di assoggettare la natura: eritis sicut dii.
DOCUMENTI DELLA MEDICINA PRIMITIVA
Graffiti esterni dellepoca delluomo di Cro Magnon (35.000 anni fa). Grotte e grotte templi
affrescate di circa 14.000 anni fa. Vi sono raffigurazioni di gravidanza, scene di parto, di organi
genitali, rappresentazioni prevalentemente falliche (Rodesia). Una pittura con addome aperto
contenente due gemelli (Isole Caroline). Sculture in osso o pietra calcare con probabile significato
propiziatorio. Il pi importante reperto del genere rappresentato dalle sculture di figure femminili
dalle grasse natiche, le cos dette Veneri steatopigie (100.00080.000 a. C.). Oltre alle natiche
hanno grassi glutei e grasso addome, con particolare evidenza dei genitali. Mancano i lineamenti del
volto e i piedi. Venivano infitte davanti alla casa grotta, con probabile significato propiziatorio.
E documentata lesistenza di alcune malattie. Esistono reperti di ossa consolidate dopo riduzione
e probabile contenzione con stecche (100.00080.000 a. C.), reperti di carie nel Neolitico e di
artrosi con osteofiti in varie ossa (9000 a. C.), di piorrea nel Paleolitico medio, reperti di
trapanazione del cranio (a scopo apotropaico, per farne uscire il demone della malattia?).
Riportiamo i documenti scritti:
Libri di Veda, India (1500 500 a. C.), rivelazione di Brahm.
Tavolette sumeriche (IV millennio a. C.)
Codice di Hammurabi (II millennio a. C.).
Bibbia (1200 a. C.)
Poemi omerici (VII sec. a. C.)
Avesta (1000 a. C.) Lingua iranica indoeuropea, sito incerto. Zaratustra.
Papiro di Ebers Tebe 1500 a. C. Papiro di Smith Tebe 1500 a. C. Papiro di Brugsch 1300 a. C.
LA MEDICINA DELLE CIVILTA ANTICHE
Il pensiero medico delle prime antiche civilt si sviluppa su principi analoghi comuni: teurgico
demoniaci, con elementi proto- empirici e contemporanee pratiche di natura chirurgica.

La medicina ebraica
E tipicamente teurgica: Dio lunica fonte della malattia e della sua guarigione, Ego Dominus
sanator tuus. Unico intermediario il sacerdote, scelto egli stesso da Dio. Lui solo pu intercedere
con offerte di sacrifici e riti lustrali di purificazione. Molte sono le malattie conosciute, elencate
nelle maledizioni, ma le principali sono la lebbra e la peste. A poco a poco si affianc al principio
teurgico il principio empirico, con luso di erbe, piante e medicamenti (esse pure creature di Dio)

6
che possono coadiuvare lopera divina di guarigione (Siracide, 38. 1-15) (200180 a. C.). Ci sopra
tutto nelle malattie chirurgiche, traumatiche; venivano usate unzioni, impiastri, fiele di pesce
I precetti igienici contenuti nella Bibbia sono ispirati al concetto di puro impuro e di peccato,
offesa a Dio che andava punita con malattie o pestilenze e riparata con riti sacrificali. Da ricordare
il sacrificio di Melchisedech e di Abramo. Il sacrificio di Abramo si pu interpretare come
reminiscenza dellepoca in cui luomo abbandon la pratica di sacrifici umani con la sostituzione
di sacrifici di animali. Anche il rito della circoncisione, patto con Dio, pu essere interpretato come
sacrificio di una parte di uomo invece del sacrificio umano.

La medicina assiro-babilonese
E prevalentemente demoniaca: come causa prima e unica di malattia la divinit che, irata per
una qualche colpa o peccato delluomo, ritira il suo patrocinio dallindividuo e permette ai demoni
di aggredirlo, invaderlo, possederlo, e procurargli la malattia. La patologia si manifesta con sintomi
diversi a seconda del demone che prende possesso dellindividuo. I demoni sono in numero di sette.
Compito del sacerdote quello di combattere il demone e di scacciarlo con lesorcismo. Per la
diagnosi il sacerdote si avvale dellinterrogatorio (anamnesi) del malato, alla ricerca di quale
peccato si sia macchiato e di quale demone lo abbia posseduto per poterlo scacciare. Il sacerdote
durante gli esorcismi fa uso anche di piante ed erbe, ma solo come simbolo dellopera divina di
guarigione e non con la coscienza di sfruttarne le virt terapeutiche proprie. Oltre allammalato
venivano interrogati anche gli oggetti della stanza, gli astri e lolio versato nellacqua per trarne
aruspci interpretativi. Per trarne previsioni del futuro era praticata laruspicina del fegato.
Accanto alla medicina demoniaco sacerdotale veniva praticata la chirurgia ad opera di artigiani
regolamentata dal Codice di Hammurabi (19551913 a. C.): punizioni per il chirurgo che provoca
danni nellincisione di un ascesso.
La medicina indiana

Le notizie sono derivate dai quattro libri Veda composti circa nel 1500 a. C. e che costituiscono il
fondamento del Bramanesimo, dei tre dei, la Trimurti: Brahm (dio creatore, anche della medicina)
Visn (dio conservatore), Siva (dio della vita e della morte). Il libro che riporta le notizie della
medicina lAyurveda. La medicina creata da Brahm e la patologia teurgicodemoniaca.
Notevole fu la pratica della chirurgia (piccola e grande chirurgia) eseguita con uno strumentario di
alta perfezione tecnica: erano usati 100 strumenti ottusi e 20 taglienti. Era nota la tecnica delle
medicazioni. Si praticava la litotomia (asportazione dei calcoli) e la rinoplastica (correzione delle
deformazioni del naso). Lesame diagnostico comprendeva la ascoltazione. Si eseguivano esami
diagnostici, come lesame delle urine diabetiche con il gusto.
Lesame anatomico era eseguito sul cadavere macerato in acqua, abraso con strofinazioni di erbe
sacre. Erano presenti concezioni umorali della malattia: proporzione tra vento (pneuma), bile e
flegma. I testi antichi sono studiati ancor oggi.
La medicina cinese
La medicina cinese si sviluppata in ambito chiuso, come la medicina indiana, con pochi
collegamenti con il mondo occidentale allepoca del mitico imperatore ShenNung attorno al 2800
a C. I concetti della medicina cinese sono contenuti negli antichissimi testi (NeiKhing) del III
millennio tuttora consultati. E basata sul concetto filosofico dellArmonia tra le essenze
fondamentali Yiang e Ying, maschile e femminile. La proporzione tra di esse genera la salute, la
sproporzione genera la malattia. Per recuperare larmonia, la medicina si avvale di tecniche
7
strumentali e di osservazioni empiriche. Alla base della semeiotica la tecnica del polso, se ne
descrivono 200 variet esaminati in tre tempi. La farmacologia la pi ricca che si conosca: nel
testo principale di 52 volumi composto nel XVI secolo a. C. sono descritti 2000 medicamenti, dei
quali alcuni sono ancora usati nella nostra farmacologia occidentale: ferro antianemico, arsenico
nelle malattie della pelle, oppio come antielmintico, solfato di sodio come purgante.
Nellinsufflazione di polvere di pustole vaiolose essiccate nelle narici si pu individuare la prima
vaccinazione. La visita medica era praticata su statuette sulle quali il paziente indicava la parte
malata. Come praticche chirurgiche erano note la castrazione e la deformazione dei piedi.
Particolare importanza riveste lagopuntura introdotta nel 2700 a. C. circa, e tuttora praticata anche
nel mondo occidentale. Si basa sullinfissione di aghi doro, argento, ferro, acciaio e pietra nella
cute fino ai tessuti profondi in ben determinate regioni del corpo allo scopo di penetrare nei canali,
in numero di 12 che sono in comunicazione con gli organi interni. In tal modo si ottiene il
riequilibrio, larmonia, tra YangYing turbato dalla malattia.

La medicina iranica
Ha carattere essenzialmente religiosodemoniaco. E desunta dallAvesta, complesso della
letteratura della religione di Zaratustra (Mazdeismo), composto in lingua vedica circa nel 1000 a.
C. La malattia opera del dio del male Arymane, opposto al dio del bene AuraMazda. Di qui la
costante preoccupazione di non contrarre impurit e di sfuggire chi impuro. La schieradei servi del
dio del male diffonde impurit e malattie. La sintomatologia molto vaga e la cura consiste in
sacrifici espiatori e riti lustrali. Vi sono tuttavia cenni del medico che guarisce con le piante e di
quello che guarisce col ferro. In epoche pi tarde nasce una medicina professionale con la misura
del compenso al medico.
La medicina egiziana
Sviluppatasi secondo testi documentali (papiri del 1500) fin dal 3000 a. C., pu essere considerata
la precorritrice della medicina della Grecia. La leggenda di Imhotep ricalca quella di Asclepio,
medicoguaritore divinizzato. Rappresenta il punto di passaggio tra la medicina teurgica e quella
proto empirica; era esercitata da medici che ne svelavano i segreti solo agli interessati.
La concezione biologica si basa sul concetto umorale (sanguigno) e su quello pneumatico (aria
soffio). Conoscevano il polso, cio la pulsazione periferica del sangue che circola partendo dal
cuore. Le conoscenze dellanatomia, nonostante limbalsamazione, erano povere e ingenue. Vi si
trovano invece quadri di sintomatologia combinata, utili per la conclusione diagnostica: dolori allo
stomaco, vomito, occhi stanchi; naso chiuso e sporgenza addominale significa putrefazione degli
escrementi, che, nel linguaggio attuale, potrebbe significare occlusione intestinale con peritonite.
Molto precisa si rivela la terapia che dispone di una poli - farmacia che sfrutta luso di molti
semplici e loro combinazioni: per guarire le granulazioni agli occhi prescritto un rimedio con
colliri, cipolle, verderame (solfatocarbonato di Cu), vetriolo di rame (solfato) e polvere di legno:
un miscuglio per applicarlo sugli occhi. Si conoscono pi di 500 medicamenti in varie confezioni:
colliri, unguenti, polveri, tisane, decotti, macerazioni, pastiglie, boli, elettuari (sciroppi di
medicamenti e miele). Nota era pure la tecnica del clistere. Famosa la bevanda nepente
( ), nota anche ai greci dellepoca della guerra di Troia, che faceva calmare gli affanni e
dimenticare il dolore, (Odissea IV 221).
Altra caratteristica di questa medicina era quella di avere molti specialisti: per gli occhi, per gli
orecchi, la pelle, le malattie urinarie. Anche la chirurgia aveva raggiunto una tecnica assai
progredita: era in grado di diagnosticare la paralisi vescicale e intestinale secondaria a lesioni
traumatiche e a ferite della colonna vertebrale. Praticava la sutura delle ferite, medicazioni,

8
fasciature, escissioni, luso del cauterio e del tagliente, immobilizzazione degli arti; conosceva ben
52 tipi di lesioni traumatiche (vedi Papiro di Smith e Papiro di Ebers).


La medicina del mondo preellenico
Le fonti principali sono i racconti dei poemi omerici, composti nel VII sec. a. C. ma che riflettono
le civilt di Creta (III - II millennio) e di Micene (16001500 a. C.). E un tipo di medicina che si
pu definire teurgicochirurgica.
La medicina, in senso stretto, essenzialmente religiosa: Apollo il dio della salute, il dio che
manda le pestilenze per offese ricevute, e che pu rimuoverle a seguito di preghiere e sacrifici. Al
culto di Apollo segu quello di Asclepio (Esculapio) che si diffuse a vari popoli e regioni e perdur
a lungo. Asclepio fu guaritore, divinizzato, avendo conservato le sue virt taumaturgiche anche
dopo morto. Dalla sua lunga discendenza venivano i sacerdotimedici, privilegiati in casta
esclusiva. Essi esercitavano la medicina in santuari e poi in templi. Altri eroi mitici ebbero culti
propiziatori di salute: Ercole, Melampo, Chirone. Il mitico centauro fu maestro di Achille e di
Esculapio stesso.
Accanto a questo concetto religioso di medicina sono tuttavia riportate nozioni di virt
terapeutiche di erbe e piante. E riconosciuta la virt del citato misterioso nepente, filtro egiziano.
Luso di abluzioni e bagni, e luso del fuoco e dello zolfo nelle purificazioni, ha pi valore rituale
propiziatorio che riconoscimento cosciente del valore curativo delle sostanze adoperate. Notevole
la credenza che siano le mosche a generare i vermi dei cadaveri.
Contemporanea alla medicina religiosa si svilupp notevolmente larte della chirurgia. E desunta
principalmente dallIliade e si tratta prevalentemente di una chirurgia bellica: sono riportati
numerosissimi tipi di ferite (ben 141) e gli opportuni bendaggi e metodi emostatici. Vi
documentazione della fasciatura a spina di pesce (coppa di Sosias: Achille medica Patroclo). La
topografia anatomica degli organi toracici e addominali abbastanza precisa. Erano note le
contrazioni cardiache: dalla vibrazione ritmica del dardo infitto nel cuore.
FILOSOFIA DELLA NATURA PRESOCRATICO -PLATONICA
A partire del VIIVI secolo a. C. ebbe inizio il pensiero filosofico, tappa fondamentale
dellevoluzione del pensiero umano: luomo avvert il bisogno di conoscere quale fosse la sostanza
originaria del mondo, gli elementi che costituiscono la materia, il principio delle cose, larch.
Alla scuola di Mileto, ionica, appartengono Talete, Anassimandro, e Anassimene.
Talete (624548 a. C.) individua nellacqua la sostanza originaria di tutte le cose: presente
ovunque come la vita ovunque presente (ilozoismo).
Anassimandro (570 a. C.) individua nellapeiron (lindefinito) la sostanza che genera tutte le cose
mediante un movimento di separazione, in coppie di contrari: caldofreddo, seccoumido
Anassimene (546528 a. C.) ritiene laria, rarefatta o condensata, la sostanza originaria.
Pitagora (580 a. C.) per primo concepisce lastratto come sostanza originaria di tutte le cose: ritiene
che il Numero sia la forza generatrice di ogni cosa. Il rapporto quantitativo genera larmonia. Gli
oggetti sono misurabili. Scopre i rapporti musicali e il ritmo. Propone la meloterapia.
Nel V secolo a. C. Parmenide ed Eraclito pongono il problema se la sostanza fondamentale esista o
meno, e se lessere sia o no soggetto al divenire.
9
Eraclito (500 a. C.) assume il fuoco come simbolo del perenne movimento e cambiamento delle
cose: panta rei ( ), tutto scorre; EssereNon essere.
Parmenide (prima met del V secolo) di Elea, Lucania, contemporaneo di Socrate, ritiene che la
realt sia lEssere, uno, immobile, immutabile. LEssere lo spazio pieno, il Non essere lo spazio
vuoto. LEssere la substantia delle cose apparenti: ci che sta sotto alla mutabilit delle cose. Il
suo pensiero permea di s tutta la filosofia presocratica.
Anassagora (499-428 a. C.) maestro e amico di Pericle, ritiene che la materia sia formata da
piccolissime particelle che chiama spermata (semi), perfettamente simili alle cose da esse
composte, originariamente in mescolanza caotica, e quindi aggregate dalla Nous, Mente divina.
Aristotele le chiam omeomerie. Tutto in tutto, tutto pu derivare da tutto; nulla si crea, nulla si
distrugge.
Democrito (Abdera 460 a. C.) ritiene che tutte le cose siano formate da piccole particelle di materia
omogenea, di differente forma e grandezza, ma uguali per qualit, che si aggregano e disaggregano
per il continuo movimento di esse nel vuoto secondo le leggi del Caso. Tali particelle sono
indivisibili: atomi.
Empedocle (Agrigento 490430) pensa che la radice di tutte le cose risieda nelle particelle di
quattro sostanze: aria, acqua, terra e fuoco che si aggregano e disaggregano per lazione di due
forze contrarie, Odio e Amore. I contrari si respingono i simili si attraggono.
Platone (Atene 427-347 a. C.), allievo di Socrate (469399), rivolge la sua attenzione non tanto
alle cose fisiche, alla materia ma cerca la verit assoluta: lIdea lessere delluniverso, lIdea la
realt, non solo pensiero astratto. (Dialoghi: Fedro, Fedone, Simposio, Repubblica).
Nel Timeo, tratta della filosofia della natura di cui si erano interessati i presocratici. Sono riferite
le sue conoscenze sullanatomia, sulla fisiologia, i sensi e la patologia. Lanatomia vista in senso
teleologico: ogni organo ha la sua precisa finalit: il corpo sostiene la testa, il polmone rinfresca il
cuore, il cuore domina le parti sensibili(attinge a concezioni di Ippocrate (460377).
La vita consiste in fuoco e spirito (alito, respiro). Il fuoco nel sangue e sceglie gli alimenti per la
digestione, portando nutrimento ovunque. La respirazione un movimento dellaria dallesterno
allinterno e viceversa, che serve a purificare il corpo. Il liquido seminale (sperma) deriva dal
midollo ed spinto dallimperiosit di uscirne. Lutero bramoso di fare figli: se non ne fa genera
fastidi e malattie che errano per il corpo, isterismo. Animaletti invisibili, per desiderio reciproco di
unirsi, vengono seminati nellutero dove crescono e assumono forma umana.
La patologia data dalla trasposizione da un luogo allaltro degli elementi, e da un loro abnorme
rapporto distributivo: laria se non equamente distribuita nel corpo genera disturbi. La pituita,
umore, secrezione acida e salsa, produce malattie catarrali. La pituita bianca mescolata con la
pituita nera genera la lebbra e lerpeteNel Simposio riferito che lambiente naturale influisce
sulla salute delluomo. Nel Lachete riferito che la malattia di un organo comporta disordine in
tutto il corpo: se il tuo occhio malato tutto il corpo malato.
..
Mentre nella Magna Grecia e nellEllade nasceva il pensiero filosofico che raggiungeva vette
eccelse con i grandi filosofi e larte (scultura, pittura, architettura, poesia, lirica, teatro)
raggiungeva perfezioni tuttora insuperate, il pensiero medico nelle sue due direttrici teurgico
religiosa ed empirica non progrediva in proporzione. La medicina teurgico-religiosa manteneva
intatto il principio secondo cui la malattia e la salute sono dono o castigo degli dei, e in tal senso si
sviluppava nei santuari e nei templi. La medicina empirica (sperimentale, protoscientifica)
progrediva di poco. Tra i suoi maggiori esponenti numeriamo Empedocle e soprattutto Alcmeone
che pu essere considerato il precursore della medicina razionale di Ippocrate.

10
La medicina nei Templi
Il culto pi diffuso degli eroideiguaritori fu, come abbiano accennato, quello di Asclepio
(Esculapio). Si svolgeva nei santuari e poi nei templi. I templi, edifici pi o meno fastosi che
sorgevano ovunque, erano costruiti generalmente in prossimit di fonti sorgive in luoghi salubri e
ameni, tra la quiete degli alberi. Il tempio era generalmente dotato di portici, di magazzini per gli
oggetti offerti al dio, e di tavolette votive che narravano la malattia sofferta, in definitiva la storia
clinica del paziente. Era inoltre dotato dei locali per lalloggio dei sacerdotimedici e
laccoglienza dei malati per il pernottamento. Di palestre e soggiorni per i malati cronici e, pi
tardi, anche di locali per le partorienti e i moribondi.
La fonte sorgiva, in prossimit del bosco sacro, serviva per le lustrazioni (bagni) e le libagioni.
Non escluso che, oltre al rito sacro, influissero sulle guarigioni la tranquillit dellambiente e le
propriet terapeutiche delle acque.
Il Dio era posto nellbaton, , in luogo inaccessibile al popolo: solo i sacerdoti erano
intermediari tra il Dio e luomo.
La vita del Tempio aveva unorganizzazione nosocomiale: lammissione (ufficio accettazione), il
periodo preparatorio, durante il quale si facevano le abluzioni, il tempo delle purificazioni,
losservazione astanteria durante la quale si faceva una dieta particolare. Lentrata nel Tempio
aveva un rituale predisposto: vestizione di bianco ed esecuzione dei sacrifici. Alfine, durante il
sonno notturno, presso labaton, aveva luogo la incubatio, il sogno profetico nel quale appariva il
dio per indicare la cura e rivelare la malattia. (Qualche anticlericale, come Aristofane, nella
commedia Pluto, sospettava della buona fede dei sacerdoti, e insinuava di trucchi).
E evidente che con tale pratica assistenziale i sacerdotimedici avevano lopportunit di
osservare il malato, i sintomi della malattia, di abbozzare un primo indirizzo diagnostico, e di
intuirne la patologia. E di preparare e predisporre adeguate misure terapeutiche basate su principi
naturalisticisperimentali, uso di erbe, di sostanze terapeutiche, adombrato dallaura misterica
della presenza della divinit, la quale essa stessa dettava le prescrizioni. Ancora una volta avveniva
la commistione tra lesercizio della medicina religiosa con quella empirico -sperimentale.
I templi pi famosi dellantichit greca sono quelli di Epidauro (380 a. C.), di Coo (375 a. C.) e di
Pergamo (IV secolo a. C.).
La medicina protoscientifica, pre-razionale
I prodromi del pensiero medico biologico, anticipatori della medicina razionale, si registrano in
Sicilia con Empedocle di Agrigento e soprattutto nella Magna Grecia con Alcmeone di Crotone.
Durante i secoli della filosofia della natura avviene gradatamente il passaggio dal Mithos al Logos,
mai tuttavia scomparendo la medicina religiosa.

La scuola siciliana
La figura di Empedocle avvolta in unaura di incertezze biografiche: grande mago, santone,
guaritore, indovino, filosofo dellepoca presocratica. La sua concezione della materia postula che le
cose sono sempre diverse e mutevoli, in quanto la materia, costituita da particelle dei quattro
elementi, acqua, terra, aria e fuoco, si aggrega in ammassi che assumono aspetti diversi, perch si
aggrega secondo proporzioni ponderali diverse. Una cosa quindi si pu trasformare in unaltra:
basta variarne in proporzione i pesi delle particelle. Anche le particelle del corpo esanime
delluomo e degli animali non si distruggono, ma si ricompongono secondo nuove e diverse
proporzioni a formare altre cose, animali, uomini. La materia resta uguale, in continua
trasformazione: una catena di nascita, morte, rinascita (metempsicosi). Delle prime forme umane
cos formatesi sono sopravvissute quelle pi adatte a vincere le avversit dellambiente.
11
Secondo Empedocle la sede del pensiero il sangue, il cui centro il cuore. Il sangue nel suo moto
ondoso centripeto riscalda laria la quale esce dalla bocca dalla quale era entrata (rapporto sangue
aria = respirazione). Laria entra nel corpo anche attraverso dei pori che si trovano nella pelle.
Laria entra nel neonato col primo vagito perch dalla sua bocca fuoriescono le mucosit (umidit):
il vuoto cos viene riempito dallaria. E la Legge dei simili: vuoto \ pieno.
Secondo la Legge dei simili avviene la conoscenza, che, secondo Empedocle, si identifica con la
percezione: con la terra scopriamo la terra, col fuoco scopriamo il fuoco
La nutrizione avviene per putrefazione degli alimenti: il simile attira il simile, ne segue la
formazione di sostanze omogenee che si depositano sulle simili sostanze omogenee.
La generazione avviene per lunione del seme maschile col seme femminile, e la prevalenza di
calidit o di frigidit determina il sesso del nascituro. Nellembrione si sviluppa prima il cuore.
La nutrizione dellembrione e del feto avviene per mezzo dei vasi ombelicali che terminano nel
fegato.
Quando le particelle elementari (simili alle omeomerie di Anassagora) si disgregano, avviene la
morte: lelemento igneo, il fuoco, si ritira completamente dal corpo, provocando il raffreddamento
mortale. Un raffreddamento modesto provoca il sonno.
Empedocle citato anche per le opere di bonifica, di igiene del suolo: liber Selinunte dai miasmi
e dalla pestilenza facendo confluire nel fiume inquinato le acque di altri due fiumi.
La scuola di Crotone
Alcmeone di Crotone, nella Magna Grecia, vissuto tra il 550 e 450 a. C., pu essere considerato
liniziatore del metodo sperimentale in medicina e in generale il precursore in anatomia, patologia,
psicologia, liniziatore dello studio della biologia, lanticipatore della Medicina razionale di
Ippocrate. Riporta unamplissima dossografia di svariati argomenti trattati , peri
fiseos, intorno alla natura.
I principi fondamentali costitutivi del corpo sono detti qualit o potenze disposte in coppie di
contrari, dinami, secondo equivalenze di proporzioni: una tale armonia di contrari detta
isonomia.
Alcmeone fu il primo a praticare la dissezione dei cadaveri allo scopo preciso di conoscere
lanatomia delluomo. Afferm per primo che luomo si differenzia dagli animali perch ha
lintelligenza: luomo capisce, gli animali percepiscono. Distingue quindi tra conoscenza e
percezione. Suo principale merito quello di aver intuito che il cervello la sede del sensorio
comune: il cervello legemone di tutto lorganismo del corpo animale. Le percezioni, dagli organi
periferici di senso, giungono al cervello dove saccordano: vi giungono per mezzo di proi
( ), sentieri di nervi si direbbe oggi.
La procreazione avviene ad opera del seme che proviene dal cervello. La sterilit dovuta alla
frigidit del seme (fattore maschile), alla chiusura dei genitali (fattore femminile). Il sesso del
nascituro determinato dalla prevalenza del seme di uno dei genitori. Nellembrione la parte che si
forma per prima la testa perch in essa la sede principale dellanima. Il feto si nutre nellutero
attraverso tutto il suo corpo che assorbe come una spugna il nutrimento.
Importanti sono le nozioni di fisiologia e anatomia degli organi di senso, secondo quanto la
dossografia attribuisce ad Alcmeone, ma forse patrimonio di altri medici filosofi posteriori,
Callistene (scolaro di Aristotele) ed Erofilo (IVIII sec. a. C.). La vista avviene per mezzo di due
sentieri (proi), nervi, che partono dal cervello, sede percettiva dellanima e giungono alle cavit
degli occhi dapprima appaiati, poi, ad un bivio, si dividono verso le orbite. Gli occhi sono formati
da quattro membrane che raccolgono lumidit naturale. La luce passa attraverso i viottoli che
servono anche a regolare il movimento consensuale degli occhi. Ludito avviene per mezzo delle
orecchie perch contengono una cavit che risuona e trasmette cos il suono al cervello. Gli odori
vengono percepiti perch con laspirazione vengono portati al cervello. Cos i sapori, liquefatti dalla
lingua, vengono trasmessi al cervello.
12
Il sonno avviene per il ritirarsi del sangue nei vasi sanguigni, il risveglio per il suo espandersi.
Nella morte vi il ritiro completo del sangue nei vasi sanguigni.
Il concetto di salute e di malattia conseguente alla legge dellisonomia: si ha salute quando esiste
equivalenza, armonia, tra le coppie dei contrari (dinami), mentre invece si genera malattia quando
avviene il sopravvento di una potenza sullaltra o di una coppia sullaltra, creando cos eccesso,
sproporzione, di uno dei dinami. Labbondanza o il difetto di nutrimento genera squilibrio, quindi
malattia.
La scuola di Cnido
Merita un breve cenno. A Cnido, citt nella penisola dellEgeo di fronte a Coo, sorgeva un celebre
tempio di Afrodite con relativo culto, attorno al quale si svilupp una celebre scuola di medicina.
Era particolarmente trattata la anatomia, di cui per non restano che scarse tracce della vera
conoscenza raggiunta. Erano trattate pure la ostetricia e la ginecologia: la patologia tuttavia aveva
carattere essenzialmente sintomatico e le conoscenze erano rudimentali.
Importante larchivio delle tavolette che riportavano le malattie e le relative guarigioni.
In terapia erano usati scarsi medicinali: succhi di poche piante, euforbio, elleboro e coloquintide,
inoltre latte di donna e di asina.
Appartengono a questa scuola Ctesia, medico di Artaserse, ricordato per le Massime di Cnido e
Crisippo che praticava il salasso e luso di purganti. Contemporaneo di Eudosio (400362),
Eurifone, allievo di Alcmeone, conosceva il prolasso uterino e lo curava.
Da Cnido pass a Crotone, dovera nato, Democede (nato 570-565 ?) medico periodeuta: nel suo
peregrinare fu invitato a fermarsi ad Egina per un anno con lo stipendio di un talento. Cur Dario
per una distorsione dellastragalo mediante medicamenti lenitivi e appropriate manovre mentre
avevano fallito i migliori specialisti egiziani. Cur e guar pure Atossa, sua moglie, di una mastite.
Specie nel VI secolo, sia in Grecia che nella Magna Grecia, fu molto praticata la GINNASTICA.
Era intesa e praticata come esercizio per la conservazione dellarmonia costituzionale, fondamento
di salute dellorganismo. Si trattava di esercizi di atletica leggera, quasi danze, al suono del flauto,
nei Ginnasi, di giovinetti e giovinette in casta nudit (gymnos, = nudo).
Nelle palestre, invece, si esercitavano gli atleti. Prima degli esercizi si praticava la frizione del
corpo con oli aromatici, al termine, la strigliatura e il bagno. La vita era regolata dal ginnasiarca,
che praticava anche lattivit di medico sportivo eseguendo piccoli interventi di chirurgia degli
infortuni degli atleti e ginnasti, e regolava la dieta frugale e controllata, assunta senza avidit.
La scuola di Coo
Rivale della scuola di Cnido fu la scuola di Coo, la maggior isola dellEgeo dopo Rodi. Fu antica
sede del culto di Asclepio esercitato nei templi dove si praticava la medicina ad impronta
prevalentemente teurgica da parte di medici asclepiadi, appartenenti cio alla casta famigliare dei
discendenti di Asclepio, chirurgo della guerra di Troia divinizzato.
Questi medici-sacerdoti si tramandavano, secondo la legge del tempio, linsegnamento e
lesercizio della medicina di padre in figlio, mantenendo rigorosamente il segreto della loro arte.
Durante lo sviluppo e lesercizio di questa medicina si andava parallelamente elaborando ed
arricchendo una conoscenza empirica dei medicisacerdoti che avevano la opportunit di osservare
i casi clinici, di catalogarne i sintomi e di operare la guarigione, oltre che per lopera della divinit,
con lausilio di medicamenti la cui efficacia andavano provando con diuturna esperienza.
Ma si introducevano anche pratiche dintervento, specialmente su malattie traumatiche, che
nascevano ed erano praticate fuori dal tempio, e da persone non autorizzate, estranee alla casta degli
asclepiadi.

13
Nellisola di Coo nacque, probabilmente nel 460 a. C., IPPOCRATE. Diretto discendente dalla
casta degli asclepiadi, impar comera suo diritto larte medica da suo padre. Ma fu anche allievo di
Gorgia e di Democrito (460 a. C.) e conoscitore della filosofia della natura. Conobbe certamente le
idee di Eraclito (500 a. C.) e soprattutto di Empedocle (490 a. C.).
Famoso e tuttora riconosciuto come regola etica dei medici il suo GIURAMENTO. Questo testo
fu sempre ritenuto come regola morale del medico, ma, se inquadrato nel contesto storico in cui fu
scritto e nellambiente in cui si esercitava la medicina regolata dalla legge del tempio, pu assumere
un nuovo e diverso significato. Il testo pu essere interpretato come un atto di adozione da parte
dei figli del padre medicosacerdote mediante il quale il neofita laico diventava fratello e quindi
titolare degli stessi diritti dei figli naturali, compreso quello di imparare la medicina e di esercitarla
a patto di osservare certe regole. Prima tra tutte lobbligo di mantenere il segreto dellarte, di trattare
come famigliari i suoi adottanti e di esercitare la medicina col massimo rispetto per la vita, fin dal
suo nascere (proibizione dellaborto), e al suo termine (proibizione delleutanasia), e di non
produrre sterilit (proibizione di operare sulla vescica per non ledere i deferenti).
Il giuramento, quindi, pu essere interpretato come una formula sacrale di iniziazione, il
corrispondente di unordinazione sacerdotale, che con atto scritto, singraf , assumeva
valore di legge. Cos anche il laico, non appartenente alla casta sacerdotale, poteva esercitare la
medicina.
La medicina diventa patrimonio del popolo (demos, ), diventa demotica.
La medicina razionale di Ippocrate
La medicina uscita dai Templi, permeata dalle idee della filosofia della natura che ricercava
lArch, il principio delle cose e la sostanza dellEssere e del suo evolvere, prescindendo
dallazione diretta della Divinit, si orientava anchessa alla ricerca del principio della malattia, allo
studio dellevoluzione dei sintomi, della loro spiegazione. Cercava la causa della malattia, della
vita e della morte stessa. Non si accontentava pi della semplice rilevazione, osservazione e
constatazione dei fatti (empirismo), ma, pur partendo da essi, procedeva con metodo filosofico,
dialettico, razionale, alla loro interpretazione.
Per fare ci, per, partiva da un modello razionale precostituito, secondo principi assiomatici,
indimostrabili. In questo senso chiamiamo razionale la medicina di Ippocrate come lui stesso lha
definita. Gi Alcmeone aveva anticipato questa strada trattando peri fyseos: della natura. Pi tardi
Aristotele offrir il logos come il pi perfezionato strumento di ragionamento.
La medicina razionale di Ippocrate desunta dal CORPUS HIPPOCRATICUM, collezione dello
scibile medico ippocratico effettuata nel III sec. a. C. dalla Biblioteca Alessandrina.
Non tutti i libri che vi appartengono sono da attribuirsi ad Ippocrate che sarebbe lautore certo solo
dei libri Delle fratture, Della riduzione delle lussazioni, Della dieta, Della prognosi, degli Aforismi,
Delle ferite e delle ulcere, Delle emorroidi, Delle fistole, Delle ferite del capo, Delle epidemie,
Delle arie, delle acque e dei luoghi.
Altre opere appartengono genericamente alla Scuola di Coo: Degli umori, DellAnatomia, Del
parto, Del parto in sette mesi, Del parto in otto mesi, Dei giorni critici, Della dentizione. Altri libri
del Corpus, specie quelli di argomento ginecologico, appartengono alla Scuola di Cnido. Il famoso
libro sul morbo sacro (epilessia) sarebbe di tarda compilazione, di scuola sofistica.
I principi della medicina ippocratica
Idea guida del pensiero medico ippocratico che la salute sia la risultante dellequilibrio degli
umori dellorganismo, della loro proporzione armonica Eucrasia. La malattia invece dipende dalla

14
corruzione degli umori che, a sua volta, dipende dal predominio di un umore sugli altri
Discrasia.Per riottenere la salute necessario espellere lumore corrotto: con ci si ottiene la
risoluzione della malattia: la crisi, che avviene allacme di essa. Se la crisi non si manifesta o non
c errore nel tempo di somministrazione dei medicamenti, la malattia diventa cronica.
Gli umori del corpo umano sono quattro: SANGUE caldo-umido proveniente dal CUORE
FLEGMA freddo-umido CERVELLO
. BILE GIALLA caldo-secco FEGATO
BILE NERA freddo-secco MILZA
(atrabile)
Gli umori ippocratici conservano le stesse qualit caratteristiche degli elementi di Empedocle per
cui si ha il seguente passaggio: ARIA (calda -umida = Sangue
FUOCO (caldosecco) = Bile gialla
ACQUA (freddaumida) = Flegma
TERRA (freddasecca) = Atrabile
Oltre alladerenza ai principi filosofici di Empedocle si noti la aderenza al principio di Alcmeone
della isonomia dei dinami di contrari.
Lalterato equilibrio degli umori, la malattia, tende per le stesse forze della Natura alla cozione,
alla cottura, dellumore prevalente che viene espulso in forza della vis medicatrix Naturae. Se tale
forza della natura non sufficiente interviene la morte. Sono considerati umori esorbitanti, e quindi
da espellere, le urine, il pus, lespettorato, le feci diarroiche.
Non sempre sono ben desumibili dalle sue opere le cause dellalterazione degli umori: ora si parla
di intemperie in senso indefinito, ora di dieta, ora di miasmi, ora di cause ambientali, specie per
quanto riguarda le epidemie. E comunque interessante il legame che si pu stabilire tra malattia,
individuale o collettiva, e ambiente (arie, luoghi, acque).
Compare inoltre un nuovo concetto di malattia, non pi considerata episodio isolato, sintomatico,
di un organo, ma come espressione di un disordine che interessa lintero organismo. (Gi abbiamo
visto questo concetto espresso intuitivamente nel Lachete di Platone e nel Filottete di Sofocle).
Altro concetto innovativo quello di costituzione psicofisica individuale, di temperamento. Se in
un determinato individuo uno dei quattro umori prevale sugli altri, il fatto determina una certa
predisposizione a determinati comportamenti con particolari caratteristiche, tali da definirne il
temperamento. I temperamenti sono quattro: il sanguigno, il biliare, il flemmatico e latrabiliare
(melanconico), che ancora resistono nel nostro vocabolario.
Accanto alla teoria degli umori coesisteva il concetto pneumatico della costituzione organica: il
pneuma, aria vitale cotta dal calore centrale del cuore, contribuisce a regolare la costituzione, il
temperamento.

Molte sono le malattie note alla medicina ippocratica: la polmonite, la pleurite, le riniti, le laringiti;
lileo (occlusione intestinale), la diarrea (colera nostrano). Delle malattie nervose era noto il delirio,
le allucinazioni, e lepilessia; inoltre il tetano e la paraplegia (paralisi).
Di fondamentale importanza per lo studio delle malattie il fatto che viene elaborato un preciso
Metodo di ricerca: viene definito uno strumento dindagine concettuale, razionale, collegato a
strumenti dindagine concreti e definiti, empirici. Il malato un libro aperto da leggersi con metodo
e da trattarsi con rispetto e amore. Nasce la clinica medica.
Il malato viene sottoposto a minuzioso interrogatorio circa i suoi disturbi, (lanamnesi); quindi
scrupolosamente visitato per rilevarne i sintomi, mediante lispezione per notare il colore della cute,
le contrazioni muscolari, il sudore, il tipo di escrezioni e secrezioni. Mediante lascoltazione si
scoprono rumori, sfregamenti, borborigmi; con la palpazione si notano deformazioni, si svelano
punti dolorosi. Ed infine la percussione per rilevare particolari suoni dei tessuti (la succussione
ippocratica).

15
I sintomi erano catalogati in lunghi elenchi derivati dalla lunga esperienza dei medici sacerdoti
della Scuola di Cnido e di Coo: Tavole cnidiche e Prenozioni coiche.
Acquisiti tutti gli elementi di conoscenza, mediante gli strumenti dindagine codificati, si doveva
formulare un giudizio sullo stato di salute, (diagnosi), e sullevoluzione della malattia, (prognosi).
La metodologia clinica prevedeva anche lesame delle urine (quantit, colore, sapore, sedimento,
nubecole). Tutto il complesso delle operazioni cliniche, semeiotiche, si compendiava nel
Prognostico, conclusione delliter che permetteva di divinare il futuro dellevolversi della
malattia. Ma ci solo come indicazione di probabilit, non di certezza assoluta: il miglior medico
quello che sa pre-vedere. Importanti e utilmente valutabili ancor oggi sono i segni letali: facies
hippocratica, (agonica premortale), sudore freddo, pallore e raffreddamento delle estremit, cianosi
diffusa e delle unghie, stato di agitazione.

Particolare menzione merita lopera ippocratica degli Aforismi: citiamo il primo che contiene
tutti i germi essenziali della medicina razionale. Esso recita:
Ars longa = Larte lunga, vasta, estesa.
Vita brevis = La vita breve.
Occasio praeceps = Il momento opportuno fuggevole, repentino.
Experimentum fallax = Lesperienza fallace, ingannevole.
Iudicium difficile = Il giudizio difficile.
Altri aforismi celebri: Primum non nocere deinde evacuare = Primo non nuocere, poi purgare.
Le forze naturali sono i veri medici delle malattie
Lopera una sintesi efficace che la medicina deve sempre seguire, nella forma un insieme di
frasi staccate di vari passi.
Riferiamo ora alcune nozioni fisioanatomiche della scuola di Coo e della scuola ippocratica.
Del cuore si conosceva solo approssimativamente la conformazione interna e non lesatto
funzionamento. Era noto il pericardio e il suo liquido. I nervi erano confusi con i tendini e
legamenti. Il cervello , per la maggioranza dei medici ippocratici, la sede dellintelletto, ma il suo
compito quello di attirare lumidit da tutto lorganismo. E considerato la ghiandola pi grande
del corpo, ripiena di liquido freddo. Raccoglie il liquido seminale che poi discende nei testicoli. E
diviso in due emisferi, separato dalla falce interemisferica e coperto dalle meningi. E noto il
midollo spinale con lo stesso nome attuale. Sono conosciuti i seguenti nervi: trigemino, acustico,
intercostali, sciatico, brachiale, ulnare e il vago. Degli organi di senso il meglio conosciuto
locchio (secondo le informazioni di Alcmeone), collegato col nervo ottico fornito di tre tuniche,
con la cornea e la pupilla. Le sensazioni visive vanno al cervello. Dei muscoli sono conosciuti i
muscoli dorsali, intercostali, il deltoide e il pettorale. Del cranio i muscoli temporali e i masseteri.
Le vene sono confuse con le arterie, e derivano dalla cava e dallaorta in modo indistinto.
Le vertebre sono 18 o 22, le costole sono sette. E noto losso sacro ( = os sacrum).
Lapparato digerente di due cavit: stomaco e intestino. Parti dellintestino sono il colon (con lo
stesso nome attuale), il digiuno e il retto. I polmoni sono divisi in cinque lobi: contengono i bronchi
e la trachea (detta arteria). E nota lepiglottide.
Le opere ippocratiche parlano con cura della chirurgia ,della quale riferiscono vasto strumentario e
sicurezza di tecniche. Da Ippocrate stesso fu inventato il banco per la riduzione delle fratture. Era
noto il trapano, si usavano coltelli, bisturi di varie forme: convessi, concavi, ricurvi, acuminati,
smussi. Particolare interesse era dedicato alle fasciature, alcune delle quali inventate e praticate
dallo stesso Ippocrate, come quella del capo. Le lussazioni erano ridotte per mezzo di macchine
complicate, e cos le fratture venivano contenute mediante stecche e fasciature. La trapanazione del
cranio era eseguita quale intervento nelle fratture di quelle ossa. Secondo tecniche descritte in modo
chiaro e preciso.
16
Gli interventi di ginecologia e ostetricia erano limitati: si usava lo speculum vaginale e anale,
sonde e pessari. E dilatatori di vario calibro. Proibito laborto provocato. Si praticavano irrigazioni
vaginali. La sterilit era trattata con fumigazioni vaginali e infusione di latte di donna. La
generazione avviene per la commistione del seme maschile con quello femminile. Lutero diviso
in due parti, destra e sinistra: nella parte destra confluisce il seme del testicolo destro e genera
maschi, nella sinistra confluisce il seme del testicolo sinistro e genera femmine.
La terapia mediante medicamenti veniva usata con oculata parsimonia: primum non nocere. Erano
per usati molti semplici: elleboro nero, coloquintide, veratro bianco, oppio, giusquiamo,
mandragora, belladonna, scilla, ruta, menta e coriandroPochi i minerali: sali di rame, allume,
piomboI medicamenti erano classificati in gruppi: purganti, narcotici, diuretici
Si usavano le ventose, semplici o scarificate, nelle infiammazioni. Inoltre, inalazioni e lavaggi
delle piaghe, delle ferite e delle cavit naturali.
Ingegnoso il metodo per tamponare una ferita toracica profonda sanguinante: si introduceva una
vescica nella cavit e poi la si gonfiava, realizzando cos un utile tamponamento.
La terapia ippocratica si basava sul principio dellevoluzione naturale della malattia e sulle forze
medicatrici della natura. Il suo compito, quindi, era quello di facilitare il buon decorso, favorirlo e
stimolare, se possibile, le forze individuali. Nelluso dei medicamenti si ispirava, di volta in volta,
allassioma similia similibus curantur o allassioma contraria contrariis curantur. Cos, per
esempio, il veratro d vomito, diarrea, raffreddamento; similmente il colera nostrano d vomito,
diarrea e raffreddamento, ergo, il veratro cura il colera. Ugualmente, abbondanza contrario di
sottrazione, pletora contrario di evacuazione, e cos si user il salasso (evacuazione) nella pletora:
suo contrario. Notevole il concetto che la febbre pu essere utile nella guarigione delle malattie: con
il calore accelera la cozione degli umori corrotti.
Trattiamo ora della dieta. Col termine diaita , modo di vivere, tenore di vita, si
intendeva non solo la regolamentazione delluso degli alimenti, ma comprendeva anche il
complessivo comportamento dellindividuo, sia sano che malato. Nel malato, la dieta, la
regolamentazione dellintroduzione del cibo, aveva il compito di favorire i naturali mezzi di difesa
con lutilizzo delle forze naturali, le quali, durante la malattia venivano impegnate a cuocere gli
umori peccanti. Nelle malattie era prescritta una dieta leggera: semplici bibite umettanti e
blandamente nutrienti, come la celebre tisana, decotto di orzo macinato di scarso valore calorico.
Oltre alla tisana un ruolo importante era assegnato allidromele (fermentato di miele in acqua).
La dieta, nellambito della concezione globale dellindividuo, sia malato che sano e in tutte le sue
espressioni, era importante anche nel contenere, mitigare o stimolare i temperamenti individuali.
Una menzione merita lidroterapia da sempre praticata nella medicina del templi e tenuta in
considerazione anche nella medicina ippocratica.

La scuola dogmatica
Il pensiero medico, influenzato dalla filosofia della natura, si era espresso nella medicina pre
razionale, proto scientifica di Almeone e di Empedocle che poneva laccento sulla anatomia e la
biologia, e in quella razionale di Ippocrate che si fondava sullinterpretazione clinica unitaria e
razionale della malattia. Nel periodo successivo, a partire dagli eredi diretti, gli stessi figli di
Ippocrate, si sviluppato il pensiero medico che riteneva quelle nozioni ormai certe, dogmi del
Maestro. Il figlio Tessalo pu essere ritenuto il fondatore di quella scuola detta appunto dogmatica.
In questo periodo si gettarono le basi per il connubio tra medicina e biologia: fu dato nuovo
impulso allo studio della anatomia, furono perfezionate tecniche chirurgiche e anche modificato
qualche elemento di patologia. Allumoralismo si affianc il concetto di pneuma, aria,
evaporazione del fuoco. Il pneuma entra nellorganismo per la bocca, giunge al cuore dal quale si
espande a tutto il corpo: dal cuore presiede a tutte le funzioni, fisiche e psichiche delluomo.

17
Per la prima volta viene dato fondamentale valore semiologico al polso (Prassagora 340 (320) a. C.
. Da ricordare anche Diocle di Caristo (IV sec. a. C.) il quale ritiene che il sangue origini dagli
alimenti trasformati dal fegato. Scrisse inoltre sulla dieta e sulluso delle erbe.

Aristotele e il mondo culturale alessandrino
Aristotele (384322), figlio di medico, allievo di Platone e maestro di Alessandro Magno, segn
una tappa fondamentale nellevoluzione del pensiero umano e quindi anche del pensiero medico
scientifico. Superato il periodo presocratico dellintuizione e della rappresentazione razionale di
modelli interpretativi, nasce il concetto della prova, della dimostrazione inconfutabile della verit
intuita. Per raggiungere la prova si pu seguire il metodo deduttivo, secondo il quale partendo da
concetti generali assiomatici, verit evidenti, il logos (il ragionamento logico), conduce, attraverso
una catena di sillogismi, alla conclusione che d la verit in quanto non contrasta con i principi di
partenza. E chiaro il vizio originale che d per scontata la verit dei principi assiomatici. Ma si pu
anche seguire una strada diversa che porta, secondo Aristotele, ad una conoscenza minore,
relativa alle cose sensibili: il cos detto metodo induttivo.
Partendo dallosservazione dei fatti sensibili, mediante la percezione, si pu risalire alle cause
generali che generano i fatti stessi. E losservazione dei fatti deve essere precisa, scrupolosa,
toccando con mano, catalogando, ordinando le varie conoscenze parziali per poter poi giungere, con
laiuto del logos, alla verit provata. Questo metodo coincide col moderno concetto di scienza.
Aristotele insegna anche che bisogna selezionare, giudicare, criticare le conoscenze del passato
per poterle accettare o confutare.
Come Empedocle anche Aristotele ammette lesistenza di quattro elementi fondamentali, acqua,
aria, terra, fuoco, ma ne riconosce un quinto elemento, una quinta essenza, sottilissima che ha
movimento circolare e forma il cielo: lEtere. Oltre il cielo forma anche lEmpireo, e Dio che lo
abita il Supremo Motore, la causa delle cause di tutte le cose. Luomo composto di materia e di
anima, sostanza e forma, Lanima che compenetra e organizza la materia chiamata entelechia.
Esistono tre specie di anime: la vegetativa, comune anche alle piante, ha sede nel fegato; lanima
sensitiva ha sede nel cuore; lanima razionale ha sede nel cervello ed esclusiva delluomo.
La fonte della conoscenza la sensazione interpretata dal logos secondo i principi, precostituiti,
della divinit.
Secondo Darwin, Aristotele il padre della biologia. Classific gli animali, dalle piante
alluomo, passando per i molluschi, gli artropodi, i crostacei, i rettili e i mammiferi.
Per mezzo di numerose autopsie studi particolarmente i nervi, che, come Alcmeone, chiam
poroi. Riconobbe nel cuore tre cavit e dimostr che le vene partono da esso: laorta e le cave; non
distingue le vene dalle arterie. Laria penetra nel cuore sinistro per la trachea. Il sangue, formato
dagli alimenti, cotti e trasformati dal pneuma e dal calore del sangue, si muove partendo dal cuore
e va in tutti gli organi ai quali porta alimento. Il sangue nero e denso nutre gli organi
sottodiaframmatici, quello leggero e fresco le regioni superiori del corpo.
La generazione avviene per opera dello sperma che congela il sangue mestruale, dal quale nasce
lembrione. Aristotele ammetteva la generazione spontanea delle piante senza fiori, di alcuni pesci e
di alcuni insetti: una forza vitale, psiche, diffusa nellaria e nel calore vitale, agirebbe sulla materia
organica in corruzione, mescolata con acqua di pioggia.
Oltre ai dieci libri di anatomia e fisiologia comparata (Storia degli animali), Aristotele scrisse i
quattro libri Sulle parti degli animali, i cinque sulla Generazione degli animali. Scrisse inoltre
Fisica, Del cielo, Della generazione e corruzione e Metereologia.
Aristotele, ultimo fulgore della genialit della Grecia prima della decadenza, rappresenta il tratto
dunione col mondo culturale alessandrino.
18
Tra gli allievi di Aristotele degno di nota Teofrasto, che per primo tratt in modo organico della
botanica, morto circa nel 285 a. C.

La scuola alessandrina
Le vicende storico politiche fecero spostare il centro culturale dalla Grecia al bacino orientale
del mediterraneo e allEgitto, specie in Alessandria, la cui costruzione, decretata da Alessandro nel
323 a. C., venne completata molto tempo dopo la sua morte, durante il regno di Tolomeo II tra il
285-246 a. C. Rivale di Pergamo, Alessandria fu sede della biblioteca pi grande del mondo ad
opera di Evergete e di Tolomeo Sotero.
Il pensiero medico di questa scuola fu caratterizzato dal cos detto esperimento biologico.
Le idee di Ippocrate erano tenute in sommo onore e le sue opere conservate e studiate nella famosa
biblioteca. Furono soprattutto la anatomia e, conseguentemente, la fisiologia che ebbero maggior
impulso. Gli alessandrini infatti ricorsero, per lo studio anatomico, alle vivisezioni: il condannato a
morte, addormentato, era ucciso nel sonno e il suo corpo sezionato e studiato. Molte delle nozioni
cos acquisite, anche di anatomia patologica, resistettero fino al Rinascimento. Le conoscenze
scientifiche di anatomia e fisiologia furono poste al servizio della clinica. I maggiori esponenti di
questa scuola furono Erasistrato ed Erofilo.
Erasistrato (330 a. C.), allievo di Teofrasto, scoperse, secondo Galeno, i vasa vasorum, descrisse
le valvole degli atri del cuore e dei vasi, e assegn la tricuspide alla vena cava. Descrisse larteria
polmonare come una vena che sembra unarteria e la vena polmonare come unarteria che sembra
una vena. Intravide lazione aspirante e premente del cuore, ipotizz il sistema di passaggio artero-
venoso periferico (anastomosi). Pens che le arterie vuote di sangue dei cadaveri fossero piene di
pneuma e che le vene fossero piene di sangue. Il movimento del sangue avverrebbe in questo modo:
laria attraversa la trachea e giunge al polmone, e poi al cuore sinistro per mezzo della vena
polmonare dove si tramuta in pneuma; il cuore sinistro, per via delle arterie, spande questaria,
divenuta pneuma, per tutto il corpo. Il succo degli alimenti digeriti diviene sangue nel fegato e da
questo arriva al cuore per via della vena cava. Per il gioco delle valvole, il sangue, attraverso
larteria polmonare, arriva nei polmoni. I polmoni si contraggono e si dilatano in sistole e diastole.
Il pneuma urtando contro le arterie produce il polso.
Nel cervello riconobbe i ventricoli laterali e descrisse il cervelletto; distinse la funzione dei nervi
motori dai nervi sensitivi. Nel fegato descrisse il parenchima e la secrezione della bile. Riconobbe
la cirrosi atrofica e la conseguente idropisia (ascite).
Le sue dirette osservazioni di anatomia patologica lo fecero allontanare dalla teoria umorale,
ippocratica, suggerendogli una prima ipotesi meccanicistica della malattia: egli riteneva che la
malattia risiedesse nei tessuti e nei vasi e che fosse causata da eccessiva produzione di sangue
(pletora). Dette molto valore allesame del polso, stabilendo un rapporto tra tachicardia e
sentimenti, come nellosservazione del giovane Antioco alla presenza di Stratonice
Fu molto parco di medicamenti, us la terapia naturale, lidroterapia e lesercizio fisico.
La sua fama e i suoi insegnamenti durarono oltre tre secoli.

Erofilo (340 a. C.). Le sue ricerche riguardano specialmente il sistema nervoso, la splancnologia
(apparato digerente, respiratorio e urogenitale) e gli organi genitali. Del cervello descrisse le
meningi, scoperse il IV ventricolo (che credette sede dellanima), vide il calamo scrittorio,
descrisse il torculare, il plesso corioideo e i seni venosi. Descrisse magistralmente locchio con le
tre membrane: cornea, coroide e aracnoide. Il nervo ottico fu interpretato come canale che porta la
sensazione visiva al cervello. Dette il nome al duodeno e vide i vasi chiliferi. Vide gli epididimi
sopra i testicoli, e le tube uterine. Fu rinomato medico pratico, specie in ostetricia e ginecologia e
scrisse un libro per levatrici. Dett un trattato di anatomia, uno di terapia e un commentario sulle
opere di Ippocrate.
19
Il periodo di splendore della scuola alessadrina dur poco: non oltrepass di molto la vita dei suoi
massimi esponenti.
La scuola empirica
In seno alla scuola alessandrina i seguaci di Erofilo ed Erasistrato si appiattirono sulle idee dei
maestri e trascurarono la medicina pratica; per reazione si risvegli linsegnamento ippocratico che
si basava sullosservazione diretta, autopsia, del malato, sulla storia delle proprie o altrui
osservazioni e sull analogia o confronto dei simili: il tripode alessandrino. Questi medici, per,
non avevano lacume ippocratico e il metodo non dava gli stessi frutti. Prediligevano la pratica e
losservazione, lempirismo, sulla speculazione razionale, per cui fu trascurata lanatomia e la
fisiologia. La chirurgia invece fece notevoli progressi, specialmente nel trattamento delle lussazioni,
delle fratture, delle ferite, dellernia, nelloperazione per la cataratta, nelle ernie ombelicali e
nella rottura dei calcoli vescicali.
Il medico che molto onor la scuola empirica fu Eracleide di Taranto (III sec. a. C.): si
interess di medicina militare e di dietetica. Pu essere considerato il primo farmacologo,
sperimentando molti principi attivi di piante. Fu autore di ricette ragionate e ben finalizzate allo
scopo, contro la tosse e linsonnia: papavero, zafferano, mirra, pepe lungo, cannella, galbano e
castoroFu autosperimentatore di alcuni veleni in dosi terapeutiche: cicuta e giusquiamo.
La scuola empirica alessandrina si interess anche di tossicologia, con esperimenti in vivo che
portavano spesso a morte gli ignari pazienti. Famoso il re Mitridate (13263 a. C.), fra questi
sperimentatori, che studiava il modo per vincere i veleni e scopr appunto il mitridatismo,
lassuefazione ai veleni. Laltra sua scoperta fu un antidoto universale, composto di 90 droghe, che
da lui prese il nome di mitridato, e che, con laggiunta di carne di vipera da parte del medico di
Nerone, Andromaco il Vecchio, divenne la pi celebre triaca.
La medicina preromana, etrusca
Le cognizioni mediche dei popoli italici sono avvolte nella leggenda e nella tradizione; quei popoli
ebbero fama di essere conoscitori di farmaci e rimedi atti a produrre sanit o terribili effetti: grande
era infatti labbondanza di erbe di quelle regioni. I guaritori erano sacerdoti, la loro arte medica
proveniva pi da dono divino che da studio umano.
Gi allepoca del ferro e del bronzo si svilupp nellItalia centrale una civilt autoctona tipica che
pu grosso modo identificarsi con la civilt etrusca. Scarse sono le conoscenze dirette di questa
civilt e in particolare intorno alla medicina. Le particolarit geografiche, per la presenza di
numerose fonti sorgive di acque minerali, determinarono lo sviluppo dellaspetto igienico, teso a
depurare le acque, a renderle potabili, al loro trasporto e al loro uso per bagni lustrali.
Famosa la cloaca massima fatta costruire dal re Tarquinio Prisco, di origine etrusca, che provvide
anche alla bonifica di luoghi paludosi. Gli Etruschi inoltre costruirono gli acquedotti, e cisterne con
filtri di sabbia per la purificazione dellacqua: un pozzo attiguo serviva per lutilizzo.
Sempre nellambito igienico notevole la regolamentazione del seppellimento dei cadaveri.
Molto diffusa e tenuta in grande considerazione era laruspicina, arte divinatoria che si basava
sullo studio particolareggiato e scrupoloso del fegato (radice caldea har). Oltre al fegato venivano
osservati i polmoni, la milza, i reni ed altri organi. Ci comportava una buona conoscenza della
anatomia, della anatomia patologica e della medicina: di qui lantagonismo tra medici e arspici.
Una particolare perizia ebbero gli Etruschi nellarte odontotecnica. Fin dal 1000 a. C. conoscevano
le protesi dette a ponte, la costruzione di corone e nastri doro per collegare denti vacillanti.
Usavano loro puro, non di lega, che dava plasticit alle protesi con saldature perfette, tuttora
ammirate.
20
LA MEDICINA IN ROMA
Roma, allinizio, non ebbe scuole mediche sue proprie, ma tutti i medici delle sue provincie,
dallAsia Minore ad Alessandria, alla Spagna miravano a venire a Roma. La medicina dellepoca di
Roma ebbe tre periodi: uno di origine autoctona, italica, uno di transizione e uno detto delle
scuole. Nellepoca che possiamo grossolanamente determinare tra la fondazione di Roma (753 a.
C.) e limmigrazione di medici greci (200 a. C.), si esercit nei territori latini e in Roma quella
medicina primitiva che tutti i popoli esplicano agli albori della civilt.
Questa medicina autoctona, italica, and progressivamente sviluppandosi in una sorta di medicina
domestica, esercitata dal Paterfamilias che oltre ad essere il sovrano assoluto della sua comunit
aveva anche il compito di badare alla salute dei suoi sudditi e a quella degli animali. Allo scopo la
casa era fornita di un valetudinario, un locale dove venivano ricoverati gli ammalati. Larte della
medicina si trasmetteva ereditariamente di padre in figlio. Si trattava prevalentemente di una
medicina empirica, basata sulluso di erbe, in infusi o decotti in acqua o vino.
Contemporaneamente era anche praticata la medicina ieratica nei templi.
La medicina domestica non si basa su conoscenze scientifiche ma sulla pratica delluso di erbe
infuse o decotte in vino o in acqua. Esponente di questa medicina fu Catone il censore (234149 a.
C.) che non fu propriamente medico, ma scrisse e si occup di medicina, in quellepoca che Plinio
defin senza medici: scrisse De re rustica e De medicina domestica, andato perduto. Fu una
medicina estremamente povera di sostanze terapeutiche: si basava quasi esclusivamente sulluso di
piante del genere brassica, sul cavolo, e sul vino, dei quali ne fece quasi una panacea. Si usavano
tuttavia anche altre erbe, quali il lauro, il veratro, la ruta, la menta, e il melograno. Il vino era
medicato con ginepro e mirto. Le ricette di Catone erano ispirate ad un saggio empirismo
naturalistico. Utile ricordare qualche capitolo del dottrinario medico di Catone: vinum ad alveum
movendum, ad dyspepsiam et stranguriam, medicamenta brassicae, ad intertriginem remedia.
La patologia abbastanza vasta: erano conosciute le ostruzioni del fegato e della milza, le coliche,
le malattie delle articolazioni; il cancro, distinto in atro, purulento e fistoloso. Della teoria umorale,
che Catone apprende dagli studi delle opere greche, sono considerati solo tre elementi: la bile, la
pituita e latrabile. Nella Roma antica fu data molta importanza alligiene in senso lato, di cui sono
tracce evidenti ed esplicite nella legislazione fin dalle XII tavole, tre secoli dalla fondazione di
Roma. Molta importanza aveva ligiene del suolo e delle acque, con lobbligo di ripulimento delle
acque del Tevere. Esistevano norme sulla conservazione degli alimenti allo scopo di preservarne la
salubrit e la qualit. Nello stesso periodo si esercitava in Roma la medicina ieratica, sacerdotale,
una medicina del tempio, analoga a quella dei Greci e di tutti i popoli.
La medicina ieratica
La divinit particolarmente venerata fu la dea Febbre, con la quale si identificava la malaria,
distinta in terzana e quartana. Molto venerata anche la dea Mefite, invocata per liberare Roma dalle
esalazioni delle paludi e da quelle causate dalle deficienze igieniche nella depurazione delle acque
e delligiene del suolo. Anche la dea Salus aveva i suoi devoti, e tanti altri dei e dee minori per ogni
manifestazione della vita, atti e fatti fisiologici: Mutus Tutunnus (Priapo), Cunina, UterinaCon
lintroduzione della civilt ellenica furono introdotti anche il culto ad Apollo e quello ad Esculapio
che ebbe dedicato il famoso tempio Tiberino (292 a C).
21
Periodo di transizione

Intorno allinizio del III secolo, nel periodo di transizione della medicina in Roma, si ebbe una
progressiva infiltrazione della cultura greca in Roma. Vi giunsero cos anche molti medici, tra i
quali molti ciarlatani girovaghi che contribuirono alla cattiva fama di cui godevano i medici in
generale presso le popolazioni.
Intorno al 219 a C, quando Catone scriveva la sua De re rustica, venne a Roma dal Pelopenneso
Arcagato, un periodeuta greco accolto presto col nome di vulnerarius, di chirurgo, per il quale fu
messa a disposizione una bottega, una taberna dove potesse esercitare la sua arte.
Con larrivo dei medici greci che esercitavano in propri locali la loro arte, ebbe origine lesercizio
pubblico della medicina, riconosciuto mestiere come gli altri esercitati nelle varie tabernae. Cos
insieme alla taberna argentaria, alla taberna vinaria, alla taberna tonsitrina si aperse anche la
taberna medicina. Nelle tabernae medicorum, botteghe dei medici, si faceva un po di tutto: si
confezionavano e venivano venduti i medicamenti, si curavano gli ammalati, si salassava, si
aggiustavano ossa e si chiacchierava, come nelle farmacie di qualche tempo fa. Pochi medici in
quel periodo ebbero buona reputazione. Erano spesso schiavi prigionieri di guerra, colti, ai quali
veniva addirittura concessa la cittadinanza romana. Giulio Cesare, nel 46 a. C., la concesse a tutti i
medici. Negli ultimi anni della Repubblica lesercizio della medicina miglior molto e larte medica
si riconoscer in vere scuole.
LA MEDICINA DELLE SCUOLE DELLA ROMA IMPERIALE
I medici greci pervenuti in Roma nellepoca repubblicana diedero deludente prova come gi
notato. Nel periodo successivo, invece, con la venuta di Asclepiade, sotto limpero di Traiano,
inizia un periodo fecondo in cui larte medica greca trova in Roma nuovo impulso per il suo
sviluppo. La medicina della Roma imperiale tuttavia dominata dalla grande figura di Galeno,
tanto da dover porre il grande medico al centro dellintero periodo, e di poter distinguere la
medicina dellimpero romano in tre fasi: pregalenica (fino a circa il 150 d C), galenica (160200 d.
C.) e postgalenica (dopo il 200 d. C.).
La medicina nella fase pregalenica
La fase pre galenica comprende quasi due secoli di vita, tra la venuta in Roma di Asclepiade e la
nascita di Galeno. E caratterizzata dallo sviluppo di varie scuole: la metodica, la pneumatica e la
eclettica, e dal diffondersi dellenciclopedismo.
La scuola metodica
Gli appartenenti a questa scuola delinearono per la prima volta una netta reazione antiippocratica.
Accanto allinterpretazione della costituzione della materia di Ippocrate (teoria degli umori), si
delineava una nuova interpretazione anche della malattia. La malattia non era solo unalterazione
della crasi umorale, ma era determinata dallalterato movimento delle particelle costituenti la
materia nei pori di esse (solidismo). La dottrina diretta emanazione dellatomismo di Democrito.
. Secondo Asclepiade (124 d. C.), la materia formata di atomi di diversa grandezza e da pori entro
i quali essi si muovono. Quando la proporzione tra atomi e pori perfetta, e il loro movimento
regolare, si ha la salute; al contrario si ha la malattia. E la teoria solidistica contrapposta a quella
umoralistica di Ippocrate. Questa concezione di malattia alla base della scuola metodica fondata
22
da Temisone verso il 50 a. C., cosi chiamata perch egli dette il metodo per lapplicazione pratica
delle idee di Asclepiade, suo maestro, che distingueva uno status laxus da uno status strictus, a
seconda della larghezza o strettezza dei pori. Allo status laxus corrispondeva pallore, polso debole,
flaccidit, astenia, affaticamento, rilassamento, mentre allo status strictus corrispondeva rossore,
calore, congestioni, sete intensa, ipertonia, stato agitato.
In terapia, Asclepiade si basava sul principio del contraria contrariis: rilassare lo status strictus e
restringere lo status laxus. Preferiva esercizi fisici e idroterapia ai pochi farmaci. Aborriva tutti quei
beveroni e intrugli talora usati dalla medicina umorale, il suo motto era: tute, cito et iucunde. Us
per primo le sanguisughe. Ogni terapia era preceduta da tre giorni di digiuno.
Tessalo, venuto a Roma ai tempi di Nerone, contribu alla decadenza della scuola pur avendo avuto
numerosi maestri migliori di lui come Sorano dEfeso, che venne a Roma circa lanno 100 d. C.,
noto come valente ostetrico e scrisse unopera intitolata Delle malattie delle donne. Descrive
lutero, le mammelle e le ovaie, che chiama testicoli; avrebbe descritto limene. Ammette le
pratiche antifecondative come la chiusura dellutero con lana e sostanze grasse, ma proibisce
laborto. Consiglia la difesa del perineo durante lespulsione del feto e lo svuotamento della vescica
mediante catetere prima del parto. Descrive la tecnica del rivolgimento del feto in utero e la doppia
legatura del cordone ombelicale. Descrive i segni di maturit fetale, e d indicazioni sui primi
lavaggi, sulla pulizia e sulla fasciatura del neonato. Detta regole per lallattamento, e per lo
svezzamento da attuarsi allinizio della dentizione, d inoltre consigli sulla cura delle diarree del
neonato.
La scuola pneumatica
Contro la riforma della scuola metodica, contraria al pensiero di Ippocrate, sorse
contemporaneamente una controriforma rappresentata dalla scuola pneumatica ad opera di Ateneo
di Attaleia giunto a Roma dal 41 al 54 d. C. Rappresenta la continuazione della scuola dogmatica
che, accanto a quella degli umori, poneva quella del Pneuma (aria, evaporazione del fuoco). Si
occup di igiene delle abitazioni e della depurazione delle acque. Nellinterpretazione fisio
patologica seguiva le idee di Aristotele.
La scuola eclettica
Fu fondata da Agatino, allievo di Ateneo, nel 90 d. C. La Scuola, preceduta dalle tendenze culturali
sorte fin dallepoca di Cesare e di Augusto in campo filosofico (Cicerone fu uno degli eclettici pi
noti), realizz la fusione dellumoralismo ippocratico con il solidismo di Asclepiade, senza
rinunciare alle idee pneumatiche e metodiche che si fusero e armonizzarono tra loro. Per tale
operazione Agatino si merit lappellativo di episintetico.
Tra i migliori medici della scuola, e di tutta la medicina di Roma, fu Archigne, siriano che visse
e oper allepoca di Traiano (48117 d. C.). Si occup per primo del linguaggio medico con
lintroduzione di nuovi termini. Descrisse la difterite (angina necrotica?) e lascesso del fegato,
perfezion la tecnica delle amputazioni. Descrisse e oper il cancro solido della mammella e i
tumori solidi dellutero. Particolare interesse dedic al polso del quale ne descrisse otto specie con
diverse variet; si occup della dottrina delle febbri e della sede delle malattie dedotta dalle varie
modificazioni del dolore. Fautore del salasso, lo praticava fino al deliquio.
Molto stimato fu Areteo di Cappadocia, ippocratico e penumatico (III sec. d C). Come anatomico
descrisse i reni e assai bene lintestino dove possono formarsi varie ulcerazioni.
Scrisse un libro intitolato Le malattie acute e croniche, dove descrive mirabilmente i quadri
morbosi, in particolare la pleurite, la paralisi cerebrale che riconosce crociata, a differenza della
paralisi spinale con sintomatologia omolaterale. Descrive larresto cardiaco e la sincope e il diabete.
Dalleclettismo si pass allEnciclopedismo.
Questa tendenza culturale interess tutte le branche dello scibile, della sapienza greca e romana, e di
ogni branca tendeva a raccoglierne il meglio e ad armonizzarlo insieme.
23
In campo medico i maggiori esponenti furono A. Cornelio Celso e Plinio Secondo. In campo
generale sopra tutti Cicerone, ma anche Lucrezio, Seneca, Varrone, Columella, e Vitruvio riportano
nelle loro opere notizie di carattere medico.
A. CORNELIO CELSO
Celso quasi certamente non esercit la professione di medico, ma fu autore e compilatore di opere
di medicina di estrema chiarezza e completezza. Fu attivo intorno al 25 d. C. Scrisse De medicina in
otto libri. In essa riflette le idee e il metodo di Ippocrate. Pu essere considerato anche come storico
della medicina, la sua opera infatti comincia con una prefazione in cui traccia la storia della
medicina del passato. Tratta delle varie scienze mediche: dietetica, farmaceutica, chirurgia e
anatomia, De humani corporis, che reputa disciplina indispensabile allo studio della medicina.
Riserva molto spazio alla trattazione delle febbri che distingue e analizza nelle loro varie forme. La
patologia esposta per regioni anatomiche e per i vari organi; di ogni malattia ne descrive i sintomi
il cui complesso forma il quadro generale. Tratta la patologia mentale: ricorda le allucinazioni e la
amenza. Molto estesa la parte della trattazione che riguarda la cura. Descrive le confezioni dei vari
medicamenti: cerotti, pastelli, pessari, antidoti, pillolesuddivisi in classi a seconda delle azioni
medicamentose: purganti, diuretici, revulsivi, emeticiMolti capitoli sono dedicati alle ferite e ai
morsi di animali ; tratta anche dei singoli avvelenamenti.
La parte dedicata alla chirurgia tra le pi precise, comincia col tratteggiare il ritratto del perfetto
chirurgo: giovane, forte, di vista acuta, abile nellusare la mano destra e la mano sinistra, coraggioso
espietato. Per le emorragie riporta il consiglio di trattarle con spugne imbevute di acqua fredda.
Se lemorragia violenta consiglia la legatura del vaso isolato. Riporta varie manovre di fasciatura
per le ferite. Riporta la tecnica e gli strumenti adatti per la trapanazione del cranio. Tratta delle
fratture delle singole ossa e della loro specifica cura. Parla delle ferite penetranti in addome, e delle
ernie di vari tipi: inguinale, scrotale e addominale, con i relativi tipi di trattamento. Riferisce anche
la sintomatologia dellincarcerazione dellernia. E descritta minutamente loperazione per
lestrazione dei calcoli vescicali e la tecnica per loperazione delle emorroidi e delle varici. .
Notevole il metodo celsiano per le plastiche facciali. Molte sono le malattie degli occhi trattate,
delle quali riporta la specifica cura: per la cataratta indica la reclinazione del cristallino e, se ritorna
nella posizione primitiva, la sua frammentazione. Tratta del calazio, pterigio, ectropion,
dacriocistiteRiporta il vastissimo strumentario: circa 50 pezzi confermati dai reperti di Pompei e
Ercolano. La paracentesi ritenuta poco utile se lascite dipende da malattia del fegato. Indica il
salasso solo in casi ben ponderati a seconda della malattia.
Riporta e descrive i tre caratteri fondamentali della flogosi, infiammazione, degli ippocratici:
rubor, tumor, dolor, cui aggiunse la laesa functio.
Distingue i tumori in quelli secundum Naturam: utero gravido, mammelle puberi; super Naturam:
obesit, callo osseo; praeter Naturam: tutte le altre tumefazioni, tumori solidi benigni, maligni e
flogosi.
In dermatologia nota, e ancora in uso, la definizione dellarea Celsi.
Oltre che di igiene generale, si interess di igiene alimentare e di dietologia. Il soggetto robusto e
sano non ha bisogno di nessuna regola. Il soggetto debole deve seguire precise regole adatte al suo
stato: deve usare cibi ingrassanti o dimagranti nelle giuste quantit, sempre accompagnati
dallesercizio fisico. Per liberare lo stomaco indica in taluni casi il vomito.
Notevole importanza viene assegnata ai bagni corroboranti. Tratta anche delle malattie degli organi
genitali, scusandosi di dover parlare di cose oscene.
Lopera di Celso rappresenta una vera summa delle conoscenze medico chirurgiche della
seconda met del primo secolo d. C. esposte chiaramente ed organicamente da chi, anche se non
pratic la medicina, certo la conosceva alla perfezione.
La sua opera fornir le cognizioni di base della medicina araba.

24
CAIO PLINIO SECONDO
Plinio il Vecchio, Caio Plinio Secondo, zio di Plinio il Giovane, nato a Como nel 23 d. C. morto a
Stabia nel 79 fuggendo dalleruzione del Vesuvio, fu autore della Storia naturale, una sorta di
enciclopedia della scienza che resistette per circa 15 secoli. Dedicata a Tito, tratta tra laltro di
zoologia, di botanica, di medicamenti tratti dai semplici di origine vegetale, animale e minerale.
Tra i vegetali riconosce le propriet della belladonna sulla pupilla e il beneficio dellefedra contro
lasma. Parla del verbasco e delle betonica.
Onora Ippocrate, non aderisce alla scuola metodica e disprezza Asclepiade. Molte delle notizie sulla
medicina e sui medici dellepoca di Roma sono desunte dalla sua opera.
..
A completamento di quanto riportato nei vari capitoli sulle diverse Scuole e sui loro esponenti, si
integra il Dottrinario della medicina in Roma prima di Galeno.
Per quanto riguarda lanatomia e la fisiologia si pu dire che, non essendo ammessa la vivisezione
e la visione diretta dei visceri, le nozioni derivano esclusivamente dallosservazione dellanatomia
degli animali e da quanto era pervenuto dalle opere della Scuola alessandrina. Si deve tuttavia
riferire che Marino, le cui opere sono andate perdute, enumer, secondo Galeno, le sette paia di
nervi cranici e fu probabilmente lo scopritore dei nervi palatino e glossofaringeo.
Rufo dEfeso, vissuto allepoca di Traiano, descrive il decorso dei nervi ottici e la capsula del
cristallino e osserv che il ventricolo sinistro del cuore ha le pareti pi grosse e cavit pi piccola
del destro.
Per la chirurgia si deve rilevare la sua grande importanza e notevole sviluppo delle varie branche
con luso di numerosi ingegnosi strumenti: forfices e forficulae a molla, litotomi, tonsillotomi,
serrae e serrulae (seghe), forcipi per lestrazione di corpi estranei, coltelli, dissecatori, flebotomi,
lanceolati, perforatori (terebrae), speculi, specilli, spatole, pinze da denti, aghi da sutura (retti e
curvi), ventose
La disinfezione era coscientemente praticata mediante la pulizia e la detersione delle ferite con
lavaggi con aceto e vino diluiti con estratti di varie erbe, e ci per evitare la suppurazione. Tra le
sostanze usate erano la cera, la trementina, l'incenso, la ruggine, il sale ammonico, il mercurio, il
piombo, lallume, loro, il borace e varie terre: famosa la terra sigillata (in pastiglie timbrate, la
terra Lemnia ) =cimolite, terra di Cimolo, terrosa, silicato di alluminio.
Tra le specialit, molto in auge la oculistica: numerosi i medici ocularii. Erano noti 24 tipi di
operazioni per gli occhi, eseguiti con pochi strumenti, simili, ma pi piccoli di quelli chirurgici.
Lodontoiatria non fece molti progressi dallepoca etrusca. Si praticavano le protesi a ponte e si
usavano denti artificiali, in osso, oro e anche in legno. Lestrazione era preceduta dalla dissezione
della gengiva e veniva eseguita con pinze adatte: odontagrae per i denti, rhizagrae per le radici.
Erano usati dentifrici per pulire e imbiancare i denti: Egnatius quod candidos habet dentes renidet
usquequaque: ha denti candidi e sorride sempre(Catullo). Molto richiesta allo scopo era lurina
degli spagnoli.
Roma dette molta importanza a tutto ci che atteneva alla generazione, alla gravidanza, al parto e
al trattamento del civis romanus. Se ne hanno precise tracce nelle leggi. Gi Numa Pompilio
imponeva il taglio cesareo sulla donna appena deceduta per salvare il neonato. La legge Cornelia
determinava i segni di vitalit del feto nei casi di aborto di feto prematuro e comminava la pena di
25
morte per la sostituzione di neonato. Laborto era proibito, tuttavia praticato da medici poco
ossequienti, specie greci girovaghi. Frequente luso di abortivi.
La donna gravida era ritenuta sacra e la legge ingiungeva alla gestante lobbligo di una vita parca,
frugale e astemia: per ci Lucrezio loda i costumi dellepoca repubblicana.
Il parto era conosciuto con sufficiente chiarezza e note le principali cause di distocia: et avanzata
nelle primipare e anomalie del bacino e dei genitali. Si usavano speculi vaginali in bronzo a 3 o 4
valve e strumenti per lembriotomia. Il parto avveniva sulla sedia da parto, con lassistenza di
ostetriche, che erano anche chiamate a certificare lo stato di gravidanza e ci aveva importanza
determinante in controversie legali. Fin dai tempi di Romolo, il padre aveva il diritto di sopprimere
i figli maschi deformi e le femmine secondogenite. La legge consentiva inoltre la esposizione dei
neonati in caso di povert, di illegittimit, e di nascita in tempo di pubbliche calamit e per cattivo
augurio degli aruspici. I neonati erano esposti nei Fori, nelle cloache, sulle rive dei fiumi e del mare.
Se raccolti diventavano schiavi. I neonati destinati alla vita erano oggetto di molte cure: la scelta
della nutrice, losservanza del migliore tenore di vita per il suo futuro sviluppo e per il
potenziamento della sua costituzione. Il neonato era opportunamente fasciato, e gli veniva praticata
la pulizia degli occhi e della bocca con lolio. Era alimentato per i primi due giorni con miele
bollito, lallattamento iniziava al terzo giorno e lo svezzamento con la dentizione. La vitalit dei
prematuri era valutata dopo il settimo mese.
La terapia raggiunse nella Roma imperiale le caratteristiche di completezza nelluso dei semplici
derivati dalla natura, (erbe, animali, minerali) che durer fino ai primi tentativi dellalchimia, e poi
della farmacia che introdurr i preparati chimici. Di qualunque scuola fosse il medico si basava
essenzialmente sul principio del contraria contrariis, come gi riferito. Talora il criterio era il
principio, di origini ancestrali, similia similibus per cui la velenosit lantidoto di se stessa: lolio
di scorpione giova contro la puntura di quegli insetti; il diaspro, rosso sanguigno, utile contro le
emorragie; le lucertole, che con la loro pelle ricordano laspetto dei tumori, sono utili contro i
tumori stessi. E la vipera, emblema di tutti i veleni, lantidoto di tutti i veleni: il fondamentale
componente della famosa teriaca, antidoto universale e cura di tutti i mali. Famosa la teriaca di
Andromaco, medico di Nerone, composta di 54 ingredienti, raccolti e mescolati con rituali
particolari, che non poco giovarono a conferire al medicamento un indubbio effetto magico, di
placebo, come causa del beneficio terapeutico piuttosto che delleffetto specifico dei molteplici
ingredienti. Fra gli animali pi utilizzati sono da ricordare i ricci, la torpedine, le seppie, le
chiocciole, le locuste, le cantaridi, le cimici, i castori, le lepri, le donnole, i lombrichi, i millepiedi,
le lucertole e naturalmente gli scorpioni e le vipere. Ma anche i derivati animali: latte, formaggio,
peli, ossa, pelli ed escrementi. Xenocrate (I sec. d. C.) ricordato come il maggior esponente di
certa terapia coprologica: oltre allurina usava le feci e varie secrezioni, il sangue mestruale e il
cerume dorecchio. Leccipiente principale era il miele nel quale fermentava il semplice,
formandosi cos un elettuario utile a vari usi. Nei lapidari erano elencate varie pietre e gemme,
alcune delle quali erano ritenute medicamentose o semplicemente apotropaiche (Pedacio
Dioscoride, 80 d. C.).
Molta importanza, come ricordato, ebbe lidroterapia mediante acque saline (alcaline), solforose,
albuminose, bituminose, utili per ammorbidire lutero, la vescica e lintestino; e inoltre acque
ferruginose e vetrioliche. Importanti erano le acque anche per i bagni: Antonio Musa (I sec) salv
nel 23 d.C. la vita ad Augusto variando tipo di terapia, con bagni freddi (invece che caldi) e legumi
e insalata. E il Freud dellantica Roma, nel suo lectulus lucubratorius confess Catullo, Lucrezio,
Virgilio e Orazio.
Non esisteva una disciplina che potesse avvicinarsi a quella che oggi chiamiamo farmacologia,
ma certo vi furono medici che dedicarono la loro specifica ricerca allo studio del medicamenti. Di
essi da ricordare Scribonio Largo che scrisse appunto Compositiones medicamentorum, dove
assegna importanza farmaceutica alloppio introducendolo in molte sue ricette (4348 d. C.) e


26
inoltre, da ricordare il gi citato Dioscoride che oltre ad adombrare un metodo di preparazione di
medicinali chimico (preparazione del mercurio vivo dal cinabro, riconoscendo tuttavia le propriet
venefiche del mercurio), introdusse delle prove per verificare le falsificazioni e le adulterazione dei
medicinali.
La medicina nella fase galenica
GALENO nacque a Pergamo nel 129 d. C. nella citt famosa per lesistenza di un tempio ad
Esculapio, centro quindi di medicina ieratica, ma anche empirica. Dimor a lungo ad Alessandria;
venne a Roma sotto Marco Aurelio e Commodo, dove forse vi mor nel 201.
Fu perfetto osservatore e sperimentatore convinto, che tuttavia non disdegna il ragionamento
sillogistico aristotelico quando la via dellesperimento non pu essere percorsa o la conoscenza
diretta risulta impossibile. La sua genialit si esplic maggiormente nellanatomia e fisiologia, ma
soprattutto nella clinica. Seguace di Platone ammira lopera del Creatore, unico Essere superiore
che ha fatto gli organi ciascuno finalizzato alla sua specifica funzione (concetto teleologico), e di
Aristotele del quale segue il metodo logico, talora complicandolo fino a renderlo un limite alla
conoscenza invece di valido strumento.
La sua patologia la risultante di un geniale sincretismo tra le dottrine umoralepneumatica e
solidistica, con predilezione della prima. Possiamo dire che segue un positivismo scientifico, che
lo rende preciso e scrupoloso nelle dissezioni anatomiche degli animali per poterne ottenere le
migliori deduzioni, come ad esempio nella minuziosa descrizione del decorso dei vasi e dei nervi,
nozioni che sono di base al chirurgo per i suoi interventi.
Delle sue opere (400600?), scritte originariamente in greco, rimangono 83 scritti ritenuti originali,
19 dubbi e, inoltre, 15 commentari degli scritti di Ippocrate. Gli arabi lo tradussero e
commentarono, talora travisandolo nella loro interpretazione. Le traduzioni arabe furono tuttavia
utili anche agli occidentali, che cos poterono integrare le opere originali, andate perdute.
Anatomia
La legge romana proibiva le dissezioni di cadaveri umani, le descrizioni anatomiche di Galeno,
quindi, sono il frutto di dissezioni di scimmie antropomorfe del genere macacus. Era convinto che
gli organi di quegli animali che avevano la stessa funzione di quelli corrispondenti delluomo
potessero avere anche la stessa forma. Degne di nota sono la descrizione delle fibre muscolari, la
scoperta dei muscoli della laringe e dei nervi laringei. Distingue il nervo acustico dal nervo facciale,
del quale ne segue il tortuoso decorso. Conferma la distinzione tra nervi sensitivi e nervi motori.
Descrive la branca superiore e inferiore del nervo trigemino e i nervi olfatori. Riconosce la
connessione dei nervi col cervello, del quale descrive il setto pellucido, il corpo calloso, le
eminenze quadrigemine e i ventricoli. Descrive le fibre della struttura cardiaca, ma non ne riconosce
la natura muscolare. Per lanatomia dei vasi si attiene alle scoperte degli alessandrini Erofilo ed
Erasistrato.
Delle tre concezioni, umoralepneumatica di Ippocrate, meccanicistica di Erasistrato (pletora di
sangue che dilata i vasi e i tessuti) e solidistica di Asclepiade, propende pi per la umorale
pneumatica, come gi notato. Secondo Galeno, gli umori derivano dagli elementi (acqua, aria,
fuoco, terra) e sono contenuti nel sangue. La prevalenza di uno degli umori conferisce la
caratteristica allumore stesso: acqua per la pituita, fuoco per la bile gialla, terra per latrabile, aria
per il sangue. Il pneuma, distinto secondo Aristotele in psichico, con sede nel cervello, zoticon
(vitale), con sede nel cuore, fisico (vegetativo) con sede nel fegato, ha valore di forza vitalizzante.
Queste tre forze del pneuma costituiscono le forze fondamentali dellorganismo che generano le
facolt attraente, alterante ed espellente.
27
Distinse le varie lesioni cerebrali dei due emisferi da quelle del cervelletto. Dimostr che la
secrezione delle urine avviene nei reni che secernono lurina dal sangue. Inoltre osserv la paralisi
di moto e di senso conseguente al taglio del midollo spinale e la morte istantanea alla lesione del
bulbo. Per quanto riguarda la circolazione del sangue, Galeno, contraddicendo gli alessandrini,
scopre che negli animali vivi e nei gladiatori le arterie contengono sangue e non pneuma, e che le
arterie sono
in connessione con le vene. Ci dimostr tagliando unarteria di un animale: constat che conteneva
sangue e che incidendo unarteria si poteva rendere lanimale completamente esangue. Scoperse
inoltre che il sangue delle arterie era diverso da sangue contenuto nelle vene. Il sangue contenuto
nelle arterie detto vitale perch contiene anche il pneuma, quello contenuto nelle vene detto
nutritivo. Il movimento del sangue avviene nel seguente modo: dallapparato digerente gli alimenti
giungono al fegato, dove si trasformano in sangue nutritivo; di questo sangue una parte viene
attratta dagli organi per la loro nutrizione, unaltra parte, attraverso la cava inferiore, arriva al cuore
destro. Dal cuore destro, attraverso fori invisibili del setto (che divide i due cuori), passa al cuore
sinistro dove si mescola col pneuma e diventa sangue pneumatico, vitale, spiritoso. Questo sangue
vitale passa attraverso laorta e si diffonde a tutto il corpo e si esaurisce negli organi. Una piccola
parte di sangue dal cuore destro passa per la vena arteriosa (arteria polmonare) nei polmoni per il
loro nutrimento. Attraverso le vene polmonari il sangue viene convogliato ai polmoni, dai quali,
poi, refluisce in piccola parte per espellere, con lespirazione, le fuliggini, le impurit. In
definitiva per Galeno il fegato il centro del sangue venoso (nutritivo), il cuore il centro del
sangue arterioso (vitale). Il cuore destro comunica col sinistro per i fori invisibili del setto. Galeno
non conosce la circolazione polmonare, sebbene ne dia un piccolo abbozzo nel fatto che parte del
sangue venoso del cuore destro passa ai polmoni, per la depurazione delle fuliggini, come
accennato. E inoltre il sangue non circola: parte dal fegato e dal cuore e si esaurisce nei tessuti come
gi notato.
Per quanto riguarda la generazione, Galeno riconosce lo sperma umano derivante dal sangue: esso
si forma nei vasi spermatici, vena e arteria, e nei didimi dove viene elaborato per poter generare.
Lovaia genera il seme femminile. Conosce gli effetti ormonali delle ghiandole sessuali: lo deduce
da quanto accade dopo la castrazione degli animali.
La patologia secondo Galeno non cos originale come la anatomia e la fisiologia. La malattia ,
per Galeno, uno stato del corpo in cui sono lese le funzioni, diatesi: ad ogni malattia corrisponde
una lesione organica. Divide le malattie in malattie delle parti semplici (arterie, vene, nervi, ossa,
cartilagini e muscoli), malattie degli organi (fegato, polmoni), e malattie traumatiche. Nel fondere
le precedenti teorie patogenetiche, parla di ametria (alterazione dei pori tra gli atomi), e di
intemperie (disarmonica mescolanza di umori). Su queste basi costruisce un complicato e
complesso sistema di divisioni, suddivisioni, cause, concause, delletiologia morbosa, appesantito
da astrusi sillogismi nei quali si perde la chiarezza dellosservatore.
Dove Galeno eccelle nella clinica: ricerca i sintomi (epigenemata) fino allo scrupolo e la loro
ragionata interpretazione dopo la puntigliosa valutazione della storia del paziente (anamnesi), il
tutto fondato sulle basi anatomiche e fisiologiche. Notissimo lesempio del sofista persiano colpito
da paralisi sensoria delle due ultime dita di una mano e della met del medio: lanamnesi pot
mettere in rilievo una caduta che provoc una contusione delle spalle con violento dolore, ne
dedusse uninfiammazione del midollo, mise il paziente a riposo, applic emollienti ed ottenne la
guarigione.
Nella chirurgia non emerse come nelle altre discipline, pur essendo stato medico dei gladiatori,
attivit che gli offr forse loccasione di osservare attraverso le loro ferite lanatomia umana e il
flusso del sangue arterioso e venoso.
Nelle sue opere si trovano chiare allusioni alla medicina legale: porta ancora il suo nome la
docimasia idrostatica per constatare, in caso di infanticidio, se il feto aveva o no respirato. Si
occupa delle morti vere o apparenti e delle simulazioni delle malattie.
28
La terapia di Galeno si basa sul principio contraria contrariis. Essendo, come abbiamo visto,
complicata la discrasia degli umori nel concetto di malattia, diventa, di conseguenza, indaginoso
applicare quel concetto a tutte le infinite combinazioni umorali. Usa medicinali prevalentemente
vegetali, di cui se ne contano ben 473, oltre ai semplici animali e minerali. Non disdegna, come
visto, limmancabile teriaca e la hiera, purgante sacro, a base di coloquintide e la picra, purgante
amaro. Usa il salasso sempre col criterio del contraria contrariis.
La medicina nella fase postgalenica
Al declino dellImpero comincia in Roma quello che comunemente si chiama periodo di
decadenza. Costantino nel 330 scelse Bisanzio, Costantinopoli, quale sua capitale che acquist
particolare splendore, costituendo una nuova civilt, con proprie caratteristiche nella cultura,
nellarte, nella vita sociale e nella medicina: la medicina bizantina.
Citiamo brevemente Leonida di Alessandria che descrisse il verme Filaria medinensis, lidrocefalo
e il gozzo. Filagirio, IV secolo, ottimo chirurgo, fratello di Poseidonio che si occup in modo
particolare delle malattie del cervello. Vindiciano Afro, amico di SantAgostino, si occup di
ginecologia. Teodoro Prisciano, IV scolo, tra i pi noti della bassa latinit, piuttosto empirico in
terapia, tiene presente la depurazione degli umori corrotti. Marcello di Bordeaux, visse allepoca di
Teodosio, animato da spirito di carit verso i poveri, us ricette e prescrizioni con vasto influsso di
superstizione e magia, con parole e canti taumaturgici.
Gli ospedali in Roma
Abbiamo fatto cenno che fin dalla medicina domestica del paterfamilias erano in uso dei locali per
gli schiavi malati, valetudinari: specie di infermerie private pi o meno ampie.
Esistevano, naturalmente, i locali di accoglienza per gli ammessi al Tempio di Esculapio e le
medicatrinae di cui si fatto cenno: tabernae, botteghe, specie di ambulatori, farmacie, luoghi di
osservazione, presso labitazione del medico dove egli esercitava la sua arte e dove teneva in cura e
osservazione i suoi pazienti. Col passare degli anni, i valetudinari si ampliarono e moltiplicarono:
Celso parla di ampla valetudinaria, forse talora sovvenzionati dallo stato, ma non se ne ha
documentazione. Il valetudinari, tuttavia, dovevano essere sempre tenuti ben puliti, salubri e ben
ordinati, anche quando non erano occupati da ammalati. Vi prestavano servizio medici e
infermieri, servi a valetudinario.
Lostetricia era affidata alle ostetriche, che avevano lo status di medichesse invece che di
semplici infermiere. Tutta lassistenza ospedaliera era improntata allo stato utilitario di mettere lo
schiavo in condizioni di lavorare, prescindendo completamente dallo scopo umanitario.
Collavvento invece del cristianesimo, si affianc il concetto di carit: il buon samaritano cura il
malcapitato pellegrino, viandante. Nascono, in piena persecuzione, gli Xenodochi: alloggi per i
pellegrini, luoghi di cura e di assistenza caritatevole per i pi umili, diseredati, malati indigenti.
Vuole la tradizione che San Cleto, terzo papa, nell 80 abbia trasformato la sua casa in ospizio. E
ugualmente SantAgnese nel IV secolo. La prima menzione ufficiale degli xenodochi avviene nel
concilio di Nicea, indetto da Costantino nel 325 (Editto di Milano 313), che vide protagonisti
Attanasio e Ario. In esso si stabiliva che ogni citt dovesse essere dotata del suo ospizio per i
pellegrini, infermi e poveri, presieduto e governato da un monaco. Ne sorsero molti a spese sia
pubbliche che private. La nobile Fabiola (della famiglia dei Fabi), tra i privati, costru in Trastevere
un vero e proprio ospedale, incitata dalla predicazione di San Girolamo (347420), tornato a Roma
nel 381 dal deserto della Calcide, (dove tradusse dal greco - aramaico - ebraico in latino la Bibbia,
la famosa vulgata). Nellospedale di Fabiola erano raccolti gli ammalati che giacevano nelle
piazze, consunti dallindigenza e dallinedia, e i malati pi ributtanti per piaghe gangrenose, ferite
29
fetide e verminose. Lospedale di Fabiola fu il primo dellOccidente. Alla sua morte il popolo le
tribut onori come ai conduttori vincitori. Dal punto di vista filologico, San Girolamo, oltre che la
parola xenodochi, introdusse nella lingua latina il termine greco nosocomeion, nosocomio, tuttora
usato per ospedale.

La professione medica in Roma
Per circa 600 anni, secondo lespressione di Plinio, Roma visse, sembra non male, senza medici,
nel senso, come gi notato, che la professione del medico non era regolamentata n riconosciuta
ufficialmente; al massimo, lesercizio della sua arte era paragonata a quella di qualsiasi artigiano.
Dopo il 200 a. C. -come detto- una moltitudine di medici immigrarono dalla Grecia, ma non
diedero buona prova n lasciarono buona fama: molti erano ciarlatani ignoranti, rari i medici colti,
per lo pi schiavi e prigionieri di guerra. A credere alle descrizioni di Plinio e alle satire di Marziale
il loro livello morale era assai basso. Non mancarono tuttavia medici di alto livello, anche tra gli
immigrati: Asclepiade, Archigne, Areteo, Agatino e altri che sicuramente diedero buona prova,
specie dallet imperiale. Larte e la scienza medica riportata da Celso, Plinio e da Galeno era di
ottima qualit e Galeno ha il merito di averla sintetizzata.
Linsegnamento della medicina si svolgeva allinizio da parte del paterfamilias, poi nelle
medicatrinae e nei valetudinari e nelle scholae medicorum, o dai medici al domicilio del loro
paziente, seguiti da una turba di discepoli: cos riferisce Marziale (L. V. 9) Languebam, sed tu
comitatus protinus \ ad me venisti centum, Symmache, discipulis / Centum me tetigere manus
Aquilone gelatae. / Non habui febrem, Symmache, nunc habeo.(Non avevo la febbre, Simmaco,
ora ce lho.)
Plinio insiste sullavidit dei medici: 200 sesterzi per una visita domiciliare fuori Roma; il medico
Crina lascia alla moglie 100.000 sesterzi in eredit: quanti ne occorrevano per rifare le mura di
Marsiglia; 500.000 sesterzi era lo stipendio per il servizio medico a corte.
I poveri dovevano accontentarsi di mestieranti: ciarlatani, stregoni, sacerdoti di Esculapio,
fattucchiere che per pochi solidi davano ricette e intrugli.
Soltanto nel 46 Giulio Cesare concesse la cittadinanza ai medici immigrati: cominci cos
lemancipazione progressiva e il riconoscimento dellarte medica autoctona. Il medico servus
diventava libertus (spesso per manumissio dominica, (liberazione da parte del padrone), in segno di
riconoscenza per i servizi prestati), e infine civis pleno iure. Come tale poteva avanzare nelliter
honorum e nel cursus honorum.
Giuliano lapostata (331363) promulg una legge secondo la quale il medico doveva attestare la
propria idoneit allesercizio della medicina. Ai tempi di Galeno esistevano delle scholae
medicorum, presso le biblioteche, dove veniva insegnata la parte teorica. Pare che Galeno stesso
abbia insegnato nella biblioteca del Tempio della Pace.
Nel basso impero il medico conquist addiritura una condizione privilegiata: primus inter pares
tra i liberi professionisti cui competeva il titolo di praesulis spectabilisperfectissimus,
clarissimus vir,ma la completa e totale personalit giuridica, la conquister ufficialmente con il
Corpus iuris giustinianeo (528534).
30
LA MEDCINA NEL MDIOEVO
Dal tardo Impero alla soglia delle Universit
Il pensiero medico e tutto il dottrinario derivato da Ippocrate, da Aristotele e dagli Alessandrini,
passato in Roma e raccolto da Celso, Plinio e Galeno si estese alla cultura del tardo Impero sia in
Occidente che in Oriente e successivamente influenz in modo determinante la cultura medica
araba. Durante lera imperiale di Roma inizi e si svilupp la Rivoluzione Cristiana. Questo fatto
storico influenz tutta levoluzione del pensiero del Medio Evo. La nuova religione, la nuova
ideologia, domina, pervade e determina lo sviluppo del pensiero in tutte le sue manifestazioni:
filosofia, letteratura, arti figurative, architettura, costume e sicuramente anche il pensiero medico e
la pratica della medicina.
Durante il tardo Impero e la prima fase del Medio Evo levoluzione del pensiero medico
influenzata da tre orientamenti prevalenti: la dottrina cristiana, che via via si va precisando e
codificando, la misteriosofia (di origine alessandrino romana) e il retaggio della cultura medica
classica.
In campo filosofico prevaleva lo scetticismo. La ragione non pu dare certezze: al massimo offre
probabilit. Per il cristianesimo la verit era la Rivelazione del Verbo, incarnato nella persona di
Cristo. E Cristo predicava lamore per i fratelli, i deboli, e assicurava il premio nel regno di Dio a
chi facesse opere di carit. Ges aveva comandato: ama il prossimo tuo come te stesso; il buon
samaritano medica le ferite e assiste il bisognoso, e Ges ancora aveva insegnato docete omnes
(insegnate a tutti). Ne conseguiva linvito allassistenza del prossimo e alla cura dellindividuo, e
anche la necessit di insegnare non solo la salvezza dellanima, ma anche ogni attenzione al
benessere del corpo: vengono istituite scuole, anche di medicina. Nascono gli xenodochi, si
potenziano le scuole imperiali, rette da funzionari civili, dove insegnavano docenti laici nelle
Diocesi, e si trasformano in scuole cattedrali rette del vescovo. Il retaggio del pensiero medico
classico cos integrato nella nuova ideologia e nella pratica assistenziale.
Tuttavia, come accade in tutte le ere, accanto alla medicina scientifico razionale coesistette,
parallela, la pratica della medicina teurgica, che anzi fu, tra le masse, la prevalente. Dio concede
direttamente la salute alluomo per le sue preghiere: ecco i santi cristiani che, come gli di pagani
danno la salute, e talora perfino restituiscono la vita. E si venerano le reliquie, si fanno esorcismi,
si celebrano processioni: nihil novi (niente di nuovo), come nella medicina dei Templi.
Allo scetticismo si contrappose anche quella corrente di pensiero che si chiama Misteriosofia
alessandrina. Questa dottrina, in modo pi deciso che la cristiana, negava alla mente umana ogni
possibilit di conoscenza: solo la rivelazione divina era la fonte di ogni conoscenza, e la rivelazione
non era terminata con lAntico e Nuovo Testamento, come per i cristiani, ma avveniva per taluni
prescelti da Dio, anche attraverso le estasi, i sogni, durante i quali venivano rivelati i meravigliosi
segreti di Dio, e insegnate pratiche esoteriche e taumaturgiche. Su questa base nascono, specie in
Oriente, le sette teosofiche, tra le quali gli Esseni e gli Gnostici.
Una parola, una formula, letta nel libro sigillato, strappato dal sepolcro di un saggio, dietro la
rivelazione avvenuta durante il sogno, aveva poteri invincibili contro ogni malattia e perfino contro
la morte.
Tra i maggiori esponenti di questa corrente ricordiamo Ermete Trismegisto (terzo sec. d. C.) mago,
astrologo egiziano. Questo pensiero deteriore della medicina ebbe culla proprio in quellAlessandria
dove nacquero le maggiori scoperte mediche e chirurgiche e di anatomia, che abbiamo conosciuto
come Scuola Alessandrina (Erasistrato 331-250 a. C. e Erofilo 340 a. C.).

31
Queste idee erano contenute nelle cosiddtte capsule eburnee, testi i cui manoscritti originari
erano ritenuti come ritrovati in cassette davorio custodite nel sepolcro del vecchio saggio che ne
era stato lautore, dietro la rivelazione, avvenuta nel sogno, che aveva guidato il prediletto
fortunato, alla scoperta del nascondiglio della tomba.
Pur in mezzo a questo dilagare di magismo esoterico persisteva il retaggio del pensiero medico
classico. In Roma e in altre citt restarono le Scuole dove era insegnata la letteratura classica anche
da uomini che avevano abbracciato la nuova religione, e con essa passava il pensiero medico dei
classici grecoalessandrini, Ippocrate, Aristotele, Erasistrato, Erofilo e i latini Celso, Plinio e
Galeno.
..
Per ragioni di pratica esposizione dei fatti storici e della evoluzione del pensiero si convenuto di
fare iniziare il MEDIO EVO con la caduta dellImpero Romano dOccidente (476 d. C.), quando
Odoacre re degli Eruli depone lultimo imperatore Romolo Augustolo e assume il potere in
Occidente col titolo di patricius conferitogli da Zenone, Imperatore dOriente. Cerano stati i
Visigoti (395) e gli Unni (452).
Il Medio Evo stato considerato come il periodo dei secoli bui, notte del pensiero, assopimento di
ogni attivit mentale; certamente questa interpretazione non si ritiene pi valida. Il pensiero
medievale dominato dalla nuova religione cristiana: dallansia di trovare la via della conoscenza
di Dio, della verit assoluta. Dei segreti della essenza, della sostanza di Dio e della Natura da lui
creata. E tenta la via della Rivelazione, del Libro. La via del soprannaturale, intrisa di
neoplatonismo, la via preternaturale della magia, la via naturale dellalchimia, dellastrologia e la
via della speculazione filosofica e, infine, la via dellesperimento alle soglie del Rinascimento.
La via del sopranaturale e della speculazione filosofica porta luomo medievale a valorizzare
soprattutto i valori dello spirito, dellanima. Il corpo talora rappresenta un peso allelevazione
mentis in Deum, e va mortificato: con cilici, flagellazioni, penitenze: amo nesciri et pro nihilo
reputaricastigo corpus meum. Ritiene lesperimento con le cose, con le creature, fallace e non
degno di essere tentato: solo Dio, il trascendente, riassume ogni conoscenza.
Alluomo non resta che ubbidire, ubbidire alla suprema autorit di Dio e alle autorit da lui
direttamente dipendenti in precisa gerarchia. Questa cultura del Medio Evo finir con lUmanesimo
e il Rinascimento.
La medicina occidentale nellepoca gota
Il regno di Teodorico (489526) fu un rifiorire culturale romano in contrapposizione della durezza
gota, ed a Boezio, Simmaco e specialmente a Cassiodoro, scelti come consiglieri, che si deve
questo riaccendersi di romanit. Durante il governo di Roma con lassistenza e i consigli di
Cassiodoro, la medicina era tenuta in grande onore arte prima tra le pi utiliallindigenza
dellumana fragilit. Venne rimesso in onore il Conte degli archiatri, giudice delle attivit dei
medici, rimettendo in auge lantica tradizione delle scuole imperiali.
Non altrettanto era nella cultura dei Visigoti, presso i quali il medico era tenuto in poco conto. Il
medico era tenuto, allinizio della cura, a garantire il buon esito di essa: se moriva un nobile dopo
un salasso, il medico veniva consegnato ai parenti che avevano il diritto di disporne secondo la loro
volont. Se moriva uno schiavo il medico doveva pagarlo al padrone.
Le vicissitudini politiche indussero CASSIODORO (490-580 ?) alla vita pubblica nel 540. Fond in
Calabria, a Squillace dovera nato, il famoso monastero detto il Vivariense (da Vivarium, localit
ricca di vivai di pesci). Era una comunit cenobitica, ricca di una biblioteca, dedita agli studi e alla
copiatura e conservazione dei testi antichi. A lui si deve la suddivisione del curriculum di studio in
trivium e quadrivium: al trivium appartenevano la grammatica, la retorica, la dialettica, al
quadrivium appartenevano laritmetica, la geometria, lastronomia e la musica. Pur governando il
32
monastero come un Abbas, non dett regole scritte, indicando solo un saggio indirizzo di vita ai
monaci.
Tra i codici conservati dai monaci di Cassiodoro vi furono testi di medicina classica: lErbario di
Dioscoride, testi di Ippocrate tra cui gli Aforismi, tradotti in lingua latina, e di Galeno. Il corpus di
cultura medica venne trasferito, dopo lincendio della biblioteca, nel monastero di Montecassino.
Negli orti del vivariense si coltivavano i semplici, descritti dagli antichi come fonte di
estrazione di medicamenti usati nella pratica terapeutica. La cura degli ammalati era in massima
considerazione e cos pure la loro assistenza, secondo gli insegnamenti cristiani. Particolare
attenzione era data alla dieta e alle condizioni igieniche.
E linizio e il prototipo della medicina monastica, che continuer con lOrdine benedettino e gli
altri ordini religiosi.
La medicina monastica
SAN BENEDETTO (480547) nato a Norcia, gemello di Scolastica, il fondatore del monachesimo
in Occidente. Fondamento e compendio delle regole scritte era il famoso ora et labora. Orazione a
Dio e meditazione dei divini misteri, ma anche lavoro, cio attivit manuale per il sostentamento
fisico dei monaci e attivit di studio delle discipline teologiche, ma anche di ogni disciplina che
tenda alla promozione delluomo, e tra esse la medicina.
Il primo di dodici monasteri, in Subiaco, lo dedic ai santi Cosma e Damiano, medici e protettori
della medicina. La regola benedettina mette avanti a tutto e sopra a tutto la cura degli infermi:
abbiano una cella particolare (isolamento), un servitore diligente e sollecito (assistenza
infermieristica), sia concesso luso del bagno ogni volta che se ne renda utilit (igiene). Scopo
primario dunque quello di curare le malattie, specie quelle interne, la cui causa non appare ai sensi e
sono pi difficili da capire con lo studio. Lenire i dolori, medicare le piaghe secondo lesempio del
samaritano del vangelo.
Il monastero era provvisto dell armarium pigmentorum, sorta di farmacia dove erano conservati i
decotti, le pozioni, gli empiastri estratti dai semplici coltivati nellorto. Uno dei monaci, il pi
adatto, assumeva i compiti specifici di assistenza nellambito della comunit: nasce cos la figura
del monachus infirmarius che conosce elementi di medicina, di botanica farmaceutica, luso dei
semplici e il metodo per estrarli dalle piante. Ben presto il monachus infirmarius sar chiamato
Medicus. Egli godeva di grande stima e dignit e la sua autorit veniva subito dopo quella dei
superiori. La continuit del sapere acquisito avveniva attraverso la trasmissione delle nozioni ad
altri monaci, configurandosi cos una sorta di scuola interna di medicina.
Come noto oltre allesercizio pratico della medicina e alla trasmissione delle nozioni mediche dei
monaci - medici fu grande merito del monachesimo la conservazione dei codici antichi del sapere
greco e latino: conservare e copiare. Tra i testi di medicina furono salvati testi di Galeno, Plinio,
Dioscoride, Sorano dEfeso, Celio Aureliano. Ben presto il medicus del monastero usc, spinto dalla
carit cristiana, dalle mura di clausura allesterno, tra il popolo a curare e ad assistere i bisognosi, i
pellegrini, i crociati: la medicina monastica diviene la medicina anche del mondo laico.
Col passare del tempo, per, lo slancio della carit dei medicifrati o dei fratimedici,
specialmente durante il periodo dei Vescovi-Conti e dei ricchi Abati e potenti del feudalesimo
monastico, venne scemando. I monaci infirmarii col pretesto della cura del corpo trascuravano la
cura dellanima, della propria e dellaltrui. Si assentavano troppo spesso e per troppo tempo dal
monastero, dediti alla professione medica pi per guadagno che per carit cristiana, laicizzati fino a
perdere loriginario spirito monastico. A partire dal 1100 si hanno i primi documenti di questa
discrepanza.

33
Del problema si occup San Bernardo tra il 1115 e il 1130 e vari concili. I medicifrati venivano
ormai accomunati ai tavernieri, ai droghieri, e le farmacie, le drogherie, i bagni e i luoghi
dellesercizio della medicina erano considerati come luoghi di turpe guadagno e di menzogna. Nel
Concilio Lateranense II del 1139 si proibisce lo studio della medicina ai monaci e al clero regolare:
medicinam non discant. I motivi sono loccasione di peccare del monaco contro la pudicizia e di
diventare preda della cupidigia di guadagno. I divieti conciliari non ebbero per che scarsi risultati:
i medici monaci continuarono la loro attivit, specie quelli degli ordini successivi a quello
benedettino: i cluniacensi, gli agostiniani, i camaldolesi e i cistercensi Anche il clero secolare
continu ad esercitare la medicina e la chirurgia.
Col Concilio lateranense IV (1215) e soprattutto con la Decretale di Onorio III, papa dal 1216 al
1227, la proibizione fu estesa a tutti i sacerdoti i quali non dovevano aver nulla a che fare con
morte e ferite. Restavano fuori dalla proibizione i chierici che non avevano gli ordini maggiori..
Cos a poco a poco finiva la medicina monastica, mentre, dopo le Scuole vescovili, sorgevano
nelle principali citt del mondo occidentale le Universit.
.
Lassistenza pubblica: ospedali e diaconie
Lassistenza pubblica era svolta, abbiamo visto, da strutture come gli xenodochi che, oltre a dare
un tetto, offrivano anche assistenza medica.
Lassistenza, la beneficenza pubblica era anche svolta dalle diaconie di cui si ha il primo accenno
da papa Benedetto III (684). Erano al principio gestite dai laici, poi dagli ecclesiastici. Cessarono la
loro opera nel XVI secolo. Vecchi edifici della Roma imperiale vennero adibiti a luoghi di ospizio e
cura. Lorganizzazione era molto simile a quella degli xenodochi, di tipo quindi ospedaliero. Talora
si trattava di semplici giacigli in stanze disadorne. La stanza, spesso unica, era rettangolare con i
letti lungo le pareti, un altare e qualche altro piccolo locale per i servizi. Presso queste istituzioni
furono molto importanti le diaconesse che vi svolgevano la preziosa attivit infermieristica.
In seguito si arriv allorganizzazione di ospedali ad opera delle corporazioni delle arti e mestieri e
ad opera degli appartenenti alle singole nazioni, che vi ricoveravano i connazionali malati o che
avessero bisogno di un tetto.
Col tempo piccoli ospedali si riunirono in pi grandi istituzioni, per opera dei Vescovi e delle
autorit civili: sorgevano gli ospedali riuniti, che, dopo circa tre secoli erano divenuti mirabili
costruzioni, veri capolavori darte tuttora presenti.
Lassistenza ospedaliera era particolarmente preziosa nel corso delle numerose pestilenze e
carestie che travagliarono il Medio Evo. Da quella che invase larmata dei Goti che assediavano
Roma nel 538, a quella che dalla Francia si diffuse in Italia nel 588, che distrusse la maggior parte
delle persone, specie in Roma. Era una pestilenza che si manifestava con petecchie e bubboni
inguinali. Vi mor il papa Pelagio II. In quellepoca furono istituite le Litanie maggiori: a peste
fame et bello libera nos, Domine. La tradizione e la leggenda riferiscono che molti morivano
starnutendo o sbadigliando (in una contrazione facciale che gli assomigliava), da allora si dice
salute a chi starnutisce. Altra pestilenza fu quella insorta a Pavia nellanno 774 durante lassedio
di Carlo Magno. E ancora in tutta lItalia e specialmente a Roma nell 856 con sintomi che
colpivano la gola e per ci fu chiamata peste anginosa. Nel 989 la peste si diffuse a Venezia. E
cos via via nei secoli fino al 1022 quando lItalia fu dimezzata della sua popolazione. E ancora nel
1093.
Miseria e pestilenze moltiplicarono gli ospedali e le opere di assistenza pubblica.

34
Le scuole vescovili, le cattedrali e le scuole laiche
Alle scuole imperiali di Roma dove, come abbiamo visto, si insegnava anche la medicina si
sostituirono le scuole medioevali di ispirazione cristiana e a gestione ecclesiastica. Il
comandamento di Cristo docete omnes, diffuso da San Paolo, da SantAgostino, dagli apologisti, e
dai padri della Chiesa, si realizzava nellistituzione delle scuole. Il linguaggio della filosofia
neoplatonica e le sue idee fecero da base alla costruzione teorico filosofica della nuova ideologia
e della nuova religione.
Dalla consuetudine che il Vescovo viveva in comunit col suo clero (SantEusebio vescovo di
Vercelli, Lucifero di Cagliari), nacque fin dal IV secolo il primo seme della scuola vescovile o
cattedrale, cattedra appunto di insegnamento, religioso e non solo. Listituzione formale delle
scuole vescovili fu sancita da un Decreto nel 798. Le aule della scuola si aprivano nel cortile della
chiesa cattedrale. Oltre alle scuole cattedrali sorsero in seguito le scuole canonicali e parrocchiali. I
monasteri avevano le loro scuole cenobiali o claustrali. In queste scuole si insegnavano le scienze
sacre e teologali, ma anche altre discipline, sullesempio delle antiche scuole imperiali, dette poi
arti liberali, tra cui la medicina, come nella scuola del Vivariense di Cassiodoro. Tra queste scuole
erano le diaconie, dove i diaconi, apprendevano ed esercitavano la medicina e lassistenza
ospedaliera. La quasi totalit della letteratura medica di quel periodo proveniva da autori della
ecclesia, dalla comunit vescovile: suddiaconi, diaconi e clerici.
Molti sono i nomi di vescovi, prima del 1000, autori di opere di medicina, che non solo ne
scrivevano, ma anche la praticavano: Teodoro di Canterbury, Isidoro di Siviglia, Benedetto Crespo
di Milano e Romualdo di Salerno, archiatra pontificio. A documentazione che nelle scuole
vescovili si insegnava la medicina valga il fatto che nella Scuola palatina di Roma, per volere di
Innocenzo IV (1243 54), oltre agli studi legali, si aggiunsero quelli di medicina, con facolt di
addottorare.
Notevole impulso alle scuole vescovili e monastiche diede Carlo Magno. Si parla appunto di
rinascita carolingia impressa dallimperatore alla cultura e alle arti. Il vero artefice e ispiratore
fu il monaco inglese Alcuino che conobbe Carlo Magno a Roma.
Sullesempio delle scuole vescovili, furono istituite, in Francia e in tutto il Sacro Romano Impero,
scuole pubbliche laiche. Il passaggio dalle scuole ecclesiastiche alla loro laicizzazione fu
progressivo: vennero inizialmente aperte delle sezioni per laici: alle scholae interiores per
ecclesiastici si affiancarono scholae exteriores per laici. Venne disciplinato il curriculum degli
studi: i due classici gruppi del Trivium e del Quadrivium vennero compresi nel Septemplice
studium: comprendente grammatica, retorica, dialettica, geometria, astronomia, aritmetica e
musica. Oltre a queste sette arti liberali, nel curriculum era certamente compreso linsegnamento
della medicina, come documenta un Capitolato dell 805.
Durante questo periodo furono istituite scuole sia in Francia che in Italia: a Pavia, Ivrea, Torino,
Verona,Vicenza, Cividale. Carlo Magno si avvalse dellopera dei Benedettini che fondarono centri
a Fulda, Lione, Tours, San Gallo, che tennero alto lonore della medicina nei primi secoli medievali.
Tra i maggiori esponenti sono San Patrizio in Irlanda, il Venerabile Beda in Inghilterra, Sant
Isidoro a Siviglia, Rabano Mauro a Fulda e San Colombano a Bobbio.
La badessa benedettina Santa Ildegarda (1108 Boeckelheim 1183 Bingem), di cultura
enciclopedica, scrisse anche di medicina: Causae et curae o Liber compositae medicinae e Physica
o Liber simplicis medicinae. Nel primo testo tratta di fisiologia, anatomia, patologia e terapia, nel
secondo di storia naturale con applicazione continua alla medicina e alla terapia, si occupa delle
piante, degli elementi, delle pietre, dei pesci, degli uccelli, dei rettili e dei metalli. Di grande fama
per la sua dottrina era interpellata da illustri personaggi non esclusi i pontefici regnanti.

35
Cos termina la storia della medicina nelle scuole svoltasi in Occidente fino all XI secolo.
Le Scuole in Occidente dopo lanno mille
Dopo il mille le scuole subirono notevole incremento e nuova organizzazione, sia che fossero
ancora legate alla cattedrale sia che fossero del tutto laiche. In esse nacquero fermenti innovativi
spinti fin quasi alleresia. Nascono in questo periodo la Goliardia e i clerici vagantes, spiriti liberi e
anticonformisti, semi del futuro umanesimo e del Rinascimento.
La Scuola era una societas, un insieme di persone, socii, una associazione, una comunit
accomunata dallo scopo di apprendere e di insegnare, un insieme di studenti e docenti, si
istituivano le prime cariche scolastiche: i magischola, i cancellieri, i decani. La disciplina della
medicina comprendeva dapprima i medici poi i magistri, i physici, i professores,fino ai doctores, la
distinzione pi alta, come per i giuristi. I discepoli, gli studenti, erano gli scolari.
Accanto alle Scholae delle societates, coesistevano anche scuole private, di un solo maestro che
raccoglieva attorno a s i suoi scolari. In queste scuole, dove si insegnava il tradizionale trivio e
quadrivio, la medicina talora assumeva la preminenza. Oltre ad essa era insegnata la filosofia, il
notariato, e le humanae litterae.
La pi importante di queste Scuole fu la Scuola salernitana.
LA SCUOLA SALERNITANA.

Le origini della pi famosa scuola di medicina del Medio Evo non sono sicure. Secondo la
tradizione e la leggenda sarebbe stata fondata da quattro maestri: Helinus (ebreo), Pontus (greco),
Adela (arabo) e Salernus (salernitanoitalico). Sono forse nomi simbolici per significare la
complessit delle fonti di cui la scuola si nutr. Alcuni la vogliono fondata da Carlo Magno. Per altri
sarebbe di origine saracena. Paolo Diacono la fa risalire al suo pi illustre maestro, Costantino
lAfricano. Altri ancora da confraternite secrete. Molto pi verosimilmente si svilupp dalla scuola
vescovile della diocesi di Salerno: i suoi primi medici infatti erano suddiaconi, diaconi, presbiteri,
episcopi, clerici: tutti titoli della gerarchia ecclesiastica secolare, ci che escluderebbe la sua
origine monastica. A riprova iconografica esiste una miniatura trecentesca che raffigura la Civitas
Hippocratica in un edificio incorporato nel complesso edilizio della cattedrale.
Si distinguono tre periodi: Primo periodo dalle origini al 1100; dal 1100 al 1300 (Periodo
costantiniano); dal 1300 al 1811 (Periodo della decadenza).

Primo periodo della Scuola salernitana
Gi alla fine del 900 i medici salernitani erano noti nel mondo occidentale, come testimonia
Richerius, dotti ed esperti pi nella pratica della medicina che nellarte delle dispute teoriche.
La letteratura medica segue la tradizione latina di Galeno di cui avevano diretta nozione, e quella
greca pure direttamente appresa dalle opere provenienti da Bisanzio. E ci prima dellintroduzione
della cultura araba in Italia. Le basi della medicina salernitana sono dunque ippocratiche. Tra i
principali maestri Guarimpoto (o Gariopoto) dell XI secolo, ritenuto ecclesiastico infatti
chiamato subdiaconus. Scrisse il Passionarius, opera enciclopedica sunteggiata da vari autori,
specialmente da Galeno. E importante perch introduce le basi del linguaggio medico tuttora in
uso: cicatrizzare, cauterizzare, clisterare. Pietro Clerico o Petrocello, contemporaneo di Guarimpoto
scrisse la Practica, opera simile al Passionario, dove non rivela nessuna influenza araba. Alfano
Primo, vescovo nel 1058, fu attivo durante lassedio di Salerno da parte di Roberto il Guiscardo.
Scrisse De quatuor humoribus di chiara derivazione ippocratica e De pulsibus. Oltre ai maestri
ecclesiastici ci furono maestri laici provenienti dalle famiglie dei Cofoni e dei Plateari. Degna di
36
nota la medichessa (o semplice levatrice?) Trotula, forse moglie di Giovanni Plateario il Vecchio,
scrisse De mulierum passionibus in ante et post partum. Di origine longobarda, bellissima, era
maestra, esaltava il ruolo delle donne in ogni fase della vita; oltre al parto tratt dellepilessia, delle
malattie dei denti e delle gengive, dellalimentazione del bambino; descrisse la tecnica della
perineorrafia e i polipi del canale cervicale.
Da ricordare lAntidotario salernitano di Anonimo, che sar la base di futuri trattati di terapia.
Riporta la spugna anestetica (oppio, mandragora, cicuta), e, per il risveglio, sugerisce succo di
finocchio nelle narici.
Secondo Periodo costantiniano della Scuola salernitana
Questo periodo inizia con la venuta in Salerno di Costantino lAfricano. Egli port in Occidente
la cultura medica di lingua araba, in un periodo in cui la citt di Salerno godeva di un florido
sviluppo politico, sociale e soprattutto commerciale che la rendeva quasi una metropoli sotto la
guida di Roberto il Guiscardo.
Nel secolo XII si ebbe un profondo mutamento nella didattica medica: rispetto allistruzione piana
e semplice e soprattutto pratica delle origini, prese sempre pi vigore laspetto teoretico, dialettico,
tipico di tutte le discipline di quellepoca. Comparve inoltre la didattica in forma aforistica di
imitazione ippocratica. La scuola era, come le altre, organizzata in Societas: soci, studenti e
maestri, accumunati dallo studio della medicina per lapprendimento e la pratica.
Ruggero II (1140) imponeva un esame, in presenza delle autorit civili, a coloro che volevano
esercitare la medicina. E Federico II (il cui segretario era (1224) Pier delle Vigne), con le sue
Decretali emanate a Menfi nel 1231 e 1241, regolamentava molto pi esplicitamente la licenza per
lesercizio della medicina: un esame davanti a una commissione di dottori.
Il corso di medicina durava cinque anni, preceduto dallo studio della logica per un periodo di tre
anni. Ai chirurghi era prescritto di frequentare almeno per un anno la specialit di chirurgia e di
seguire corsi di anatomia. La Scuola di Salerno, quindi, era una scuola riconosciuta e regolamentata
da leggi dello stato.
Costantino lAfricano, di Cartagine, considerato il maggior esponente della Scuola, anche se,
diventato monaco a Montecassino, non insegn mai nella Scuola salernitana. Fu poliglotta di
cultura enciclopedica. Tradusse in latino le opere di medicina in lingua araba, opere pervenute agli
arabi dai testi greci. Con ci ha origine la diffusione dellarabismo nella Scuola medica salernitana e
della cultura medica araba in Italia. Fu segretario di Roberto il Guiscardo. Mor a Montecassino nel
1087. La sua fama fu ambigua: a volte esageratamente esaltato, a volte denigrato fino ad essere
ritenuto dedito alla magia. Pietro dAbano, grande medico dellUniversit di Padova, ne aveva
scarsa stima: lo chiamava lapostata. La sua opera fu vastissima (22 opere), la maggior parte di
traduzione, talora con interpolazioni arbitrarie che ne alteravano loriginariet. La prima delle sue
opere fu Pantegni (Liber regius) in dodici libri, tratta dellintera arte medica allepoca conosciuta.
Tra le altre opere: Practica, Viaticum, Dieta ciborum, De urina, De ginecia.
Altri maestri, di minor fama, ma forse maggiori di lui per professionalit, furono Cofone il
giovane (1120) che scrisse De modo medendi e Giovanni Platerio II (1120) che scrisse Practica
brevis. Pi celebre Giovanni Plateario III che scrisse De semplici medicina, nota col suo incipit
Circa instans, che ritenuta tra le maggiori opere mediche in Occidente, insieme a quelle di
Dioscoride e Plinio per lo studio dei semplici vegetali.
Importante la famiglia di medici Ferrario, tra i quali Giovannaccio (1120), autore di certe pillole
artetiche, assai note al tempo, dalla pianta omonina, artetica (Ajuga chamepitys), il canapicchio,
erbacea ad azione stimolante e deostruente biliare; e inoltre Giovanni Ferrario II (1188) autore di
un trattato di cura delle febbri.
37
Altri maestri furono il Guarana (1170), Giovanni da Procida, pi noto nella storia civile per i celebri
Vespri Siciliani e Gilles de Corbeil (XII sec.) che pare abbia insegnato a Parigi, autore di due
poemi didascalici De pulsibus, ritenuti un testo classico fino al Rinascimento.
IL DOTTRINARIO della Scuola di Salerno si fonda sulla base della patologia e clinica medica
derivante dalla teoria degli umori di Ippocrate e Galeno. Oltre allinsegnamento della Anatomia
furono prevalentemente coltivate due specialit: la uroscopia e la oculistica.
Particolare interesse ebbe la Uroscopia. Gi Ippocrate, Celso, e Galeno, che ne scrisse un trattato:
De urinis, avevano messo in evidenza le diverse particolarit delle urine in relazione alle varie
malattie. Di tale pratica tuttavia si abus fino ad attribuire allesame delle urine non tanto valore di
segni di malattia quanto invece ad attribuire ad esso valore di uromanzia , di chiaro sapore di
magismo. I maggiori esponenti di tale specialit furono Maestro Mauro (1170) e Gilles de Corbeil.
NellOculistica si distinse particolarmente Maestro Zaccaria che scrisse un opera intitolata
Sisilacera, e Benvenuto Grasso (seconda met del XIII secolo) che scrisse Ars probata oculorum.
Una caratteristica che d diritto di vanto alla Scuola fu linsegnamento della anatomia, il cui studio
via via decaduto dallepoca galenica fu ripreso in questo periodo aureo della Scuola. Le lezioni
avvenivano molto probabilmente mediante dimostrazioni di autopsie di animali. Lopera pi
conosciuta la Anathomia porci di Cofone il Giovane che oper nel periodo 1085 1100. Pur non
avendo la Scuola apportato nuove conoscenze in campo anatomico, ebbe lindiscutibile merito di
averne rimesso in auge lo studio e linsegnamento.
La Chirurgia unaltra branca della medicina che trova nel Medio Evo le radici della trattatistica
futura o per lo meno limpulso al suo affermarsi. Sembra tuttavia che la chirurgia salernitana sia da
intendersi pi come attivit manuale del medico che come attivit di chirurgo, con tagli,
spargimento di sangue, suture, legature di vasi, come usualmente sintende. Pi uso di empiastri,
unguenti, unzioni, manipolazioni esterne, che uso di bisturi e scalpelli.
La vera chirurgia, in senso grecoalessandrino e moderno, sarebbe nata, come si vedr, con la
Scuola di Parma.
Della Scuola salernitana era, per altro, Giovanni Casamicciola, chirurgo militare (XIII sec.) che
praticava la legatura dei vasi sanguigni con filo di seta montato su ago, come documenta il suo
discepolo Arnaldo da Napoli.
LIgiene e la Terapia erano tenute in massimo conto: lopera pi conosciuta della Scuola e della
letteratura salernitana il famoso REGIMEN SALERNITANUM detto FLOS MEDICINAE SALERNI di
Autore ignoto e di epoca altrettanto ignota. Probabilmente molti autori vi hanno messo mano in
epoche successive. Ci sono pervenuti esemplari di 362 versi e di 3250 versi. Nellopera si possono
distinguere due sezioni: una prima in esametri latini di buona fattura, laltra in versi leonini settenari
doppi a rima baciata, di sapore popolare, probabilmente interpolati in date successive da vari autori.
Taluni esametri risultano copiati da autori estranei alla scuola. Secondo alcuni il vero Flos
Medicinae originario sarebbe composto dei soli primi otto versi originariamente dedicato a
Riccardo Cuor di Leone (III Crociata 11891192). Contiene buone regole per mantenersi sani, il
che il fondamento delligiene; consigli di comportamento per favorire le varie funzioni del corpo,
luso dei cibi, bevande, vestiario e rapporti sessuali. Il tutto frammisto a inevitabili ingenuit. Ebbe
enorme importanza non solo per tutto il Medio Evo: i suoi versi furono rispettati e citati, in varie
lingue, in tutto il mondo.
Qualche citazione dal Flos Medicinae.
Temperamenti. I sanguinipingui e giovialiprovano diletto da Venere e Bacco nei pranzi e
nel ridereVersatili in ogni cosanon si muovono allirasono allegri, sorridenti e rubicondi
muscolosi I flemmatici hanno forze fiacche, sono tarchiati ma di bassa staturamoderati in
sanguesi danno allozio e al sonnodeboli dingegno, lenti e pigri sputacchiosi faccia
grossa di colore bianco. Se una donna (gravida) ha laddome grosso e le

38
perdite grasse come amido sciolto la vulva arrotondata e le labbra rosee, dimostra che
concepito un maschioSe le labbra sono bianche e appiattite, concepita una femmina.
Igiene e dietetica. Non mangerai se non sei sicuro che lo stomaco libero e vuoto: lo conoscerai
dallappetito, allora avrai saliva sottile in bocca. Desisti dal desiderio del cibo se ti sentirai
aggravato. Prima del cibo fa del moto, dopo del cibo sii calmo: Ante prandium ambulabis, post
prandium stabis.
Fanno male le fritture, i lessati riscaldano, gli stufati restringono, purgano i cibi acri, i crudi
gonfianoI cibi piccanti infiammano gli occhi e scemano lo sperma, generano la scabbia, il prurito
e la febbre.
Il coito giova in primaveraanche nellinverno salutare. Se vuoi essere sano coisci dautunno,
restane fuori destate. Il coito usato con moderazione prolunga la vita a chi lecito, al contrario
assai dannoso. Coitus omnia curat.
Periodo della decadenza della Scuola salernitana
Dopo il 1300 inizia la decadenza della Scuola salernitana. LUniversit di Napoli, gi nel 1225
prevalse sulla Scuola. Col sorgere delle Universit la Scuola perde via via importanza: rimane di
essa pi il lustro del nome che una reale importanza di fatto; i frutti dei suoi maestri, tuttavia,
perdurano per secoli. In occasione del nuovo ordinamento della pubblica istruzione del Regno di
Napoli, con decreto del 1811, Gioacchino Murat sopprime lantica e gloriosa scuola.
Le Scuole
La Scuola di Parma
Fin dal 1200 Parma, retta dal potente governo del VescovoConte divenne uno dei pi
importanti centri culturali italiani e vantava una delle pi fiorenti scuole di arti liberali. San Pier
Damiani vi convenne nel 1025 e con lui altri illustri maestri. Anchessa organizzata in Societas vi
accoglieva fin dal XII secolo la Scuola di Medicina, con propri statuti (1294) e con facolt di
addotorare: la sua fama era seconda solo a quella di Salerno. La cultura medica italiana, anche nella
branca chirurgica, aveva propri mezzi per alimentarsi, ancor prima dellapporto arabistico.
Esistevano nelle biblioteche dellepoca le opere di Celso e degli altri classici greci e latini, e poteva
acquistare le opere greche provenienti da Bisanzio, attraverso la vicina Ravenna. Celso, Paolo
dEgina e Oribasio (del tardo Impero Occidentale) che avevano alimentato la cultura araba, avevano
direttamente influenzato la cultura italiana.
La chirurgia della Scuola di Parma, tuttavia, da considerarsi autoctona perch, pur influenzata
dalla cultura greco - latina, era figlia della pratica quotidiana dei maestri di Parma. Guido dArezzo,
medico, allievo di Ruggero da Parma, redasse lopera Cyrurgia Magistri Rogerii divisa in quattro
parti, a loro volta divise in capitoli, il cui incipit Post Mundi fabricam divenne una specie di
intitolazione dellintera opera. Vi messo in ordine il materiale prezioso dellattivit pratica di
Ruggero e di altri maestri di chirurgia (1180). Dopo pochi anni lopera fu commentata dai doctores
salernitani che vi introdussero elementi arabistici. Il suo allievo Rolando da Parma la aggiorn
apportandovi proprie additiones.
Rolando da Parma, di cui si ignorano i precisi dati anagrafici, pass da Parma a Bologna di cui
acquist la cittadinanza, insegnando in quella Scuola. Fu anchegli autore di unopera di chirurgia,
la Rolandina, nella quale segue fedelmente le tracce del suo maestro. Anche la Rolandina fu
glossata a Salerno: ne deriv un dotto commento di influenza arabistica, meno genuino dellopera
39
originale, frutto della pratica operatoria. Vi si tratta principalmente della chirurgia durgenza: larghe
ferite toraciche, e toracoaddominali, ferite addominali, ernie strozzate, fratture craniche e lesioni
ossee per erosioni tumorali. Rolando praticava la sutura dellintestino introducendo nel lume un
cannello di sambuco. Notevole era il suo armamentario: scalpelli, trapani, aghi. Notevole la tecnica
della posizione inclinata a capo basso nelloperazione di ernia: posizione che oggi si chiama di
Trendelemburg.
La Scuola di Bologna
Della Scuola di Bologna, rinomata sopratutto per gli studi giuridici dispirazione romanico
giustinianea, si ha menzione di un tale Pepo, insegnante in essa nel 1090. Vi si coltivarono tuttavia
anche la medicina e le arti liberali fin dai tempi di Onorio III (1216 1227) che proib, come
abbiamo visto, agli ecclesiastici di frequentare i corsi di medicina. Tra i Maestri, degno di memoria
Jacopo da Bertinoro (1199), che per primo assunse il titolo di Magister. Ugo da Lucca fu
chirurgo insegnante di chirurgia, e medico condotto, la cui figura appare nel 1300 in epoca
comunale: era il medico del Comune, aiutato nel disbrigo delle pratiche chirurgiche da qualche
empirico. La massa dei guaritori era di gran lunga superiore allesiguo numero di medici delle
scuole. Anche la scuola bolognese era organizzata come Societas, nella quale, col tempo, la
corporazione degli studenti ebbe il sopravvento su quella dei maestri, primo seme del sorgere delle
Universit.
La Scuola Palatina di Roma
Era la Scuola della Curia Pontificia istituita da Onorio III per consiglio di San Domenico. Si
occup di materie filosoficoteologiche, ma in seguito sicuramente anche di diritto e di medicina.
(Innocenzo IV, 1243).
La Scuola di Parigi
Nacque nel chiostro di Ntre Dame come scuola cattedrale con Guglielmo di Champeaux (1070-
1121) che si occupava pi di sillogismi in competizione con Abelardo che di medicina. Si pu
tuttavia presumere che vi fosse insegnata anche la medicina se Carlo Magno, nell 805, ne aveva
introdotto lo studio in quella scuola cattedrale. La scuola prese forma corporativa di insegnamento
nel 1170 e gli statuti furono approvati nel 1210 da Innocenzo III. Gi nel XII secolo aveva titolo di
Scuola, con un Decanus e un Cancellarius. Gli studenti vivevano alla meglio, al loro mantenimento
concorsero anche gli ospedali, tra i quali lHtelDieu presso Ntre Dame. Da questa Scuola
nacque nel 1200 lUniversit.
La Scuola di Montpellier
Fu rivale di Salerno, non se ne conoscono in modo preciso le origini. Montpellier divenne vera
citt solo nel 1150: sita sulla via dei pellegrini al santuario di San Giacomo di Compostela, ne
sorsero di conseguenza le strutture ospedaliere. La sua origine rabbinica di provenienza spagnola
non sembra certa. Tuttavia attorno al 1000 un allievo di Rabbi Abbor avrebbe compilato lopera
Guerison de Montpellier. Verso la fine del XII secolo Guido vi fond un ospedale, retto da un
ordine ospedaliero, che si pose in concorrenza con i medici locali. Nel 1180 Guglielmo VIII,
signore di Montpellier, dava facolt agli arabi e agli ebrei di frequentare la Scuola di medicina.
Per la sua particolare attenzione agli studi medici fu considerato lideale fondatore dellUniversit.
40
La Scuola di Oxford

Solo nel IX secolo Oxford assunse fisionomia di citt, divenendo poi importante centro
commerciale lungo la via del Tamigi. Nel 912 fu fortificata. Che vi sia stata una Scuola di medicina
in epoca pre universitaria probabile, ma non esistono documenti. Di certo si sa che nel 1209
erano 3000 tra studenti e insegnanti i componenti dellUniversit, probabilmente inglesi provenienti
da Parigi.
La Scuola di Cambridge
In questa citt non esistevano istituzioni paragonabili alle scuole. Solo con limmigrazione di
studenti e professori da Oxford (1209) nacquero le prime Scuole, che ben presto divennero la
Universit.
La Scuola di York
Fu la pi antica e quotata delle scuole inglesi dellalto Medio Evo. La sua fondazione si fa risalire
al Vescovo Wilfrido, uomo di grande cultura classicoromana (634709).
Era una Scuola cattedrale nella quale insegn anche il monaco benedettino Egberto, anchegli di
formazione romana, amico di Alcuino che pure studi in quella Scuola. Come nelle altre scuole
cattedrali probabile che vi si insegnasse anche la medicina.
41
La medicina in Oriente, dal tardo Impero agli Arabi
Nel 330 Costantino, rimasto unico Imperatore sia dOriente che dOccidente, trasferisce la
capitale a Costantinopoli costruita sulla vecchia Bisanzio. Alla sua morte (337) limpero viene
diviso tra i suoi figli. Giuliano lApostata (361363) tenta di realizzare lutopia di restaurare la
cultura grecolatina contro la nuova religione cristiana. Il suo successore Teodosio (379 395)
riesce a concentrare nelle sue mani il potere sia dellOriente che dellOccidente, favorendo
lunificazione dei cristiani in continua espansione, anche ad opera dei Padri della Chiesa. Nel
Concilio di Efeso (431) fu condannata leresia di Nestorio. La sua eresia continu tuttavia a
diffondersi, specialmente tra i barbari, presso i quali si svilupp il monachesimo nestoriano che
ebbe importanza nellassistenza ospedaliera.
La citt di Alessandria, gi culla della cultura classica (Erofilo, Erasistrato), divenne in questo
periodo il centro della nascita e diffusione della Misteriosofia, della Gnosi e di altre sette, molto pi
attive che in Occidente, dove pure si espansero e influenzarono lesercizio della medicina.
Alla Misteriosofia e alla Gnosi si oppose il cristianesimo ortodosso, specialmente in Oriente ad
opera del Padri della Chiesa. Nelle loro operegli Exameron e le Omeliei Padri della Chiesa
trattarono soprattutto di teologia in senso apologetico, ma si occuparono, di riflesso, anche
delluomo, della sua anima, e della sua fisiologia e anatomia, e dei migliori modi per mantenerlo
sano, integro, e di curarlo.
La medicina patristica
San Basilio, vescovo di Cesarea di Capadocia (329-379), nei suoi Exameron, piccole enciclopedie
(331), tratta oltre che di teologia, di fisica, botanica e di medicina.
San Clemente Alessandrino (morto nel 271) nel suo Pedagogo tratta soprattutto di igiene: sulluso
moderato dei bagni del corpo a scopo di pulizia, sullutilit della ginnastica, sullabuso dei cibi.
Tratta di cosmesi: condanna la tintura delle ciglia, sopracciglia e palpebre, le pomate contro la
calvizie, la biacca e i belletti.
Nemesio (vescovo di Emesa IV sec) fu il pi famoso: sembra addirittura avere intuito la
circolazione del sangue, quando afferma che esso passa dalle arterie alle vene. In effetti ripete le
idee di Galeno e di Aristotele. In fisiologia segue i classici: quattro elementi, quattro umori, tra loro
simili e contrari. Prende in esame gli organi di senso e le sensazioni, e larchitettura del sistema
nervoso, ma non va oltre Galeno. Tratta dellalimentazione e della trasformazione del cibo in
sangue ad opera del fegato; assegna al sudore la funzione di raffreddamento della cute.
Firmiano Lattanzio (Africa, seconda met del II secolo) mor a Treviso nel 325. Fu detto il
Cicerone cristiano. Nel suo De opificio Dei sostiene che il sangue il fondamento della nutrizione
di tutto lorganismo. Esso si forma nello stomaco e in tutto lintestino per trasformazione degli
alimenti. Accenna alle illusioni ottiche, al mutismo e alla sordit. Sinterroga sulla funzione del
peritoneo, della milza e della bile, e sul modo con cui i reni secernono gli umori. E inoltre sulla
natura delle ossa e sulla formazione delle articolazioni, e sulla localizzazione del gusto.
La medicina bizantina
Su queste basi si form quella che fu chiamata la medicina bizantina, non solo per la sua origine in
Bisanzio, ma anche per peculiari particolarit. Fu in auge nella nuova sede imperiale e in genere
nellOriente fino al VII secolo e fu rappresentata dai quattro suoi maggiori esponenti: Oribasio,
Ezio, Alessandro dEfeso e Paolo dEgina che, tuttavia, si alimentarono dei classici greco
alessandrini e dei latini, primo fra tutti di Celso. La letteratura bizantina passer in seguito agli
Arabi i quali pure direttamente attinsero dai classici. Una particolarit stilistica di questa letteratura
il metodo disputatorio, dialettico, appunto bizantino, per cui, dice Gregorio di Nissa, fratello di
42
San Basilio,: Se a Costantinopoli si chiede a qualcuno di barattarvi del danaro, questi comincia a
dissertare sulla differenza che passa tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo che pure da esso
procede.
Oribasio (325403) fu amico e medico personale di Giuliano lApostata. Compil in 70 libri le sue
Sinagoghe, riassunto di tutte le maggiori opere di medicina esistenti; ne rimangono 25 libri. Le sue
idee si fondano sul dottrinario di Galeno, ma attinge ugualmente da Aristotele, Aslclepiade, Sorano,
ecc. Tratta di igiene, sia dellindividuo che dellambiante, di idrologia, di anatomia, fisiologia e
chirurgia. Riassume la sua opera in Synopsis, ben presto tradotta in latino, in nove libri. Vi tratta di
patologia interna e esterna, di semeiotica e di terapia. Di terapia tratta in modo specifico nella sua
Euporista con la quale fa opera di divulgazione dei medicamenti di pi facile reperimento. Fu
coltissimo ed espertissimo medico pratico. Cur bene una ferita da freccia al fegato di Giuliano
lApostata, che per, strappatesi le bende, ne mor. Fu allora mandato in esilio tra le genti pi
rozze, selvagge e pi barbare, i Goti. Poi, per, fu richiamato in patria e colmato di onori e
ricchezze.
Ezio (Aezio) del VVI secolo, visse durante il regno di Giustiniano. Scrisse opere di
compilazione. Come limperatore ordin le leggi dello stato nel Corpus juris, cos Ezio compendi
il sapere medico, di prevalente impronta galenica, nei suoi Sermoni. Si trova anche qualche
intuizione: per primo fa menzione delluso della canfora e dei chiodi di garofano. Riserva tuttavia
molta importanza anche alle formule magiche di ispirazione cristiana.
Alessandro di Tralles (presso Efeso) visse dal 525 al 605, fu compilatore di opere di medicina, ma
anche buon osservatore dei malati e delle medicine. Fu autore dei Dodici libri di medicina, di un
trattato Sulle febbri e di una Lettera sui vermi, opere che, mutile, in parte sono andate perdute come
i tre libri di oculistica e un trattato delle fratture e dei traumatismi della testa. Da ricordare i suoi
studi sul sistema nervoso e nelle patologie dellapparato respiratorio, tra cui la pleurite e lemoftoe.
Tratta inoltre le malattie dellintestino e dello stomaco, le parassitosi e la gotta. La diagnostica
trattata con precisione e pure, per lepoca, la diagnosi differenziale. La sua opera fu tradotta in
latino e in arabo, diventando uno degli autori preferiti dagli arabi. Anchegli fu propenso
allinvocazione ieratico magica, quando falliva la scienza.
PAOLO DEGINA (isola di fronte ad Atene) 620680. Fu il pi noto tra i medici bizantini,
consultato e copiato dagli arabi soprattutto per la chirurgia. Studi non solo la medicina, ma tutte le
scienze; viaggi molto: fu in Italia e soggiorn a Roma. Delle sue opere ci rimane De medicina in
sette libri.
Anche questa opera un riassunto di antiche opere classiche con laggiunta di qualche
osservazione derivatagli dalla pratica personale; la materia esposta in modo netto e preciso. Tratta
dellarte di conservare la salute, delle febbri, delle malattie interne e di patologia esterna, dei morsi
e dei veleni, di chirurgia, di medicinali semplici e composti. La pi interessante delle sue opere il
libro dedicato alla chirurgia, che fu il testo basilare degli arabi, specialmente per Albucasis. In
questopera sono riportate per intero tutte le conoscenze in materia della medicina bizantina. Vi
trattato il carcinoma dellutero e della mammella, lascesso del fegato, che va cauterizzato: ubi pus
ibi evacua. E le malattie della vescica da trattarsi con cateterismo e lavaggi medicati. Tratta
dellintervento per lernia inguinale e scrotale, della castrazione, di fistole anali, di emorroidi e di
varici. Intu inoltre che lulcera gastrica era di origine acida, e per ci proibiva i cibi acidi. Fu
ottimo ostetrico: assisteva personalmente le partorienti invece di delegare lassistenza al parto alle
levatrici.
La sua opera, specie il trattato di chirurgia resistette a lungo. Fabrizio dAcquapendente, nel 1592,
la tiene come fondamento della sua opera chirurgica. E ancora nel 1607, la Facolt di Medicina di
Parigi richiedeva il commento del VI libro della sua opera per linsegnamento della chirurgia.

43
Attuario Giovanni, medico di corte a Costantinopoli nellultima parte del III secolo, fu lautore
del miglior trattato di urinoscopia dellantichit. Nel suo De urinis sostiene che lesame dellurina
un momento di diagnosi, non come gli urinoscopisti posteriori che arrivarono a darne valenza di
uromanzia. Sostenne inoltre che i disturbi mentali possono dipendere direttamente da cause
organiche come laffaticamento fisico, consigliando opportuna dieta, bagni ed esercizi fisici, invece
di esorcismi.
Gli ospedali in Oriente
Anche questa forma di assistenza pubblica sorse in Oriente sotto la spinta della religione
cristiana, per gli stessi motivi del suo nascere in Occidente. Anche in Oriente nasce nei monasteri.
Il primo monastero fu fondato nel 305 da Sant Antonio Abate (251-356) del medio Egitto. Altri ne
furono fondati nel 320 da San Pacomio (292-348). Nei monasteri era esercitata la medicina e
lassistenza infermieristica che era tenuta in grande onore. Gli addetti furono i precursori dei
monachi infirmarii dei Benedettini in Occidente. Anche San Basilio, vescovo di Cesarea, d molta
importanza, nella sua Regola maggiore, allassistenza degli infermi. Costru un grandioso ospedale,
la Basiliade, vera e propria citt ospedaliera. Xenodochi, ospedali, furono costruiti anche da San
Gregorio Nazianzeno e da San Giovanni Crisostomo. E lebbrosari per la raccolta di quei relitti
umani che la religione cristiana imponeva di assistere.
Un cenno meritano gli ospedali costruiti dai Nestoriani, cristiani eretici, diffusi soprattutto tra i
barbari dOriente. Di essi un tale Giorgio diresse lospedale di Bagdad nel 765.
Lorganizzazione della medicina in Bisanzio
Lorganizzazione della medicina nellepoca bizantina ricalcava fedelmente quella della Roma
imperiale. Esistevano gli Archiatri di Palazzo e gli Archiatri popolari. Gli archiatri palatini erano
veri e propri medici di corte, ben pagati, molto onorati, dalle sontuose vesti e vistose insegne.
Avevano il controllo sugli altri medici popolari che esercitavano nel territorio. A questi, eletti dal
municipio, erano affidati i poveri. Esercitavano la medicina anche altri, non investiti di autorit, e
dediti alla cura dei diseredati. Dal Corpus juris di Giustiniano si desume lo stato giuridico dei
medici: un vero privilegio loro concesso. Per la prima volta riconosciuta la personalit giuridica
del medico. Lesercizio dellarte regolato da norme che fissano doveri e diritti nellesercizio della
professione.
Dopo il periodo giustinianeo si delinea la decadenza della medicina bizantina: si affacciano gli
Arabi.

44
LA MEDICINA DEGLI ARABI
Nei primi secoli del Medio Evo, abbiamo visto, il sapere greco e latino, detto classico, pur
permeando di s le successive e diverse civilt, restava confinato nelle biblioteche dei monasteri.
La civilt cristiana si era diffusa in tutto il mondo occidentale e orientale.
Il mondo arabo, unificato in nazione da Maometto (571632) e animato dalla forza espansiva di
quel popolo divenuto islamico, diffuse, fin dalla nascita dellislamismo, la sua potenza, il suo
dominio e influenza dallOriente su tutto il mondo occidentale.
Nelle terre conquistate in Oriente, gli arabi avevano trovato citt con centri di grande importanza
culturale e scientifica: Alessandria in Egitto e Gondisciapr in Persia.
Ad Alessandria, conquistata nel 642, vennero a contatto con lErmetismo, la Gnosi e la
Misteriosofia. Dal contatto della cultura araba mediterranea con lErmetismo (Ermete Trisgemisto)
avrebbe tratto linfa la nascita dellAlchimia. A Gondisciapr i seguaci di Nestorio, col rifugiati, e i
neoplatonici cacciati da Atene (dovera fiorita una scuola) da parte di Giustiniano (529), fondarono
nuove Scuole che recavano in s lantica eco della civilt greca. Da questa gli Arabi appresero la
medicina, la filosofia, le matematiche e lastronomia. La loro indole intelligente e riflessiva ne fece
dei cultori appassionati: sorsero accademie, scuole, ospedali e centri culturali celebri come quelli di
Bagdad e Samarcanda.
Ugualmente in Occidente sorsero scuole a Cordova, Siviglia e Toledo. Il maggior risveglio si ebbe
a partire dal IX secolo, quando si fuse la cultura visigotica con lelemento ellenizzante nella Scuola
di Siviglia, fondata da Sant Isidoro.
Cos imbevuti di cultura classica, o che per lo meno apparteneva al classicismo, gli Arabi
elaborarono quella caratteristica del pensiero medico arabo che doveva dare impronta indelebile.
La cultura medica araba fu, in parte, preesistente allislamismo, di base greco latina, ma con
influenze egizie ed ebraiche. Lespansione islamica ne facilit la diffusione e il potenziamento.
Il Corano contiene numerose norme di igiene e di medicina; sembra che Maometto stesso, erudito
nellarte di guarire, abbia in qualche circostanza esercitato la medicina.
La storia della medicina araba si svolge nei due Califfati: dOriente e dOccidente. Il Califfato
dOriente con citt principale Bagdad, fondata nel 762, svilupp le famose Scuole di Bagdad e di
Gondisciapur. Il Califfato dOccidente con citt principale Cordova, che divenne centro politico e
culturale e, al massimo del suo splendore contava 300.000 abitanti e poteva gloriarsi di 50 ospedali,
900 bagni, 800 scuole, 600 moschee e 70 biblioteche private, oltre alla ricchissima biblioteca
pubblica con 300.000 volumi.
I due califfati, in emulazione tra loro, contribuirono al rigoglioso fiorire della civilt araba.
Per quanto riguarda la Medicina, la produzione della letteratura era prevalentemente medico
scientifica nel Califfato dOriente, mentre nel Califfato dOccidente era piuttosto improntata a
concezioni filosofiche.

45
Dottrinario della Medicina araba
Il dottrinario della medicina araba ha per base fondamentale i concetti della medicina classica
greca e latina. Si fonda sulla concezione umorale, ippocraticogalenica: le affezioni sono calde,
fredde, umide, secche, di primo, secondo e terzo grado. Un nuovo elemento viene introdotto, la
astrologia. La medicina astrologica sar presente in tutto il Medio Evo. Notevole importanza
assume lesame del polso, con prognostici spesso del tutto esorbitanti, e dellesame dellurina che
prese il carattere di vera uromanzia. In genere per i medici arabi, nei loro massimi esponenti,
furono animati da severo spirito scientifico, attenti e intelligenti osservatori, spesso liberi da influssi
di scuole e di autorit, pronti a difendere le loro idee anche contro i classici. Molta importanza fu
data alle malattie dei bambini. In sintesi si pu dire che la medicina araba non fu semplice opera di
compilazione di opere di derivazione classica, ma vi furono anche intuizioni originali, frutto della
pratica e del metodo di ricerca con fondamento empirico, sia pure con tendenza, in generale, al
filosofismo e alla interpretazione meravigliosa dei fenomeni, e ci specialmente da parte della
massa dei medici arabi minori.
Lanatomia fu pochissimo coltivata, forse per le proibizioni di carattere religioso: le nozioni
anatomiche dei medici arabi sono esclusivamente quelle derivate dalla medicina classica e
bizantina. Anche la chirurgia essenzialmente quella appresa dalla traduzione dei classici,
specialmente da Paolo dEgina. Anche Albucasis, il maggior esponente della specialit, poco vi
innov del sapere classico. Di notevole importanza luso del cauterio come tagliente: si potevano
incidere i tessuti senza spargimento di sangue, come imponeva la nuova religione, e le ferite
cicatrizzavano meglio, disinfettate dallalta temperatura. Il suo uso era estesissimo, fino quasi a
sostituire le lame taglienti. Lo strumentario chirurgico si arricch di nuove forme dei tradizionali
ferri chirurgici: seghe a segmento di cerchio, a falce, a taglio retto e curvo, forbici, sonde. Compare
il cranioclasto per lestrazione della testa fetale nella sproporzione cefalo pelvica di feto morto:
precursore del forcipe per il feto vivo. Una branca particolarmente coltivata fu loculistica, forse per
la frequenza delle malattie degli occhi di quel popolo.
La terapia ebbe notevole impulso. Si scopersero propriet medicamentose di nuove piante e si
introdussero nuovi metodi estrattivi. Entrarono nelluso lalcool, lo sciroppo, lelisir, la canfora,
lhascisc, il mirabolano, la nafta, il giulebbe (sciroppo aromatizzato e zuccherato), il bezoar,
misterioso antidoto universale, e nuove sostanze che tuttora portano il nome arabo. Si ottennero gli
ossidi metallici, il sublimato corrosivo (cloruro mercurico Hg Cl), lacido solforico, lacido nitrico,
lacqua regia per sciogliere loro, il nitrato dargento.
Tecniche alchimistiche, passate poi nella chimica, permisero la distillazione, mediante
lalambicco, e la digestione di sostanze; fu usato il bagnomaria. Si sfrutt la sublimazione, la
filtrazione e la concentrazione delle sostanze.
Si inizi luso di elenchi di farmaci, di medicinali, riconosciuti dalle autorit superiori, a garanzia
della proporzione e composizione delle ricette: prototipi delle moderne farmacopee. Aument il
numero di piante medicinali da cui estrarre i semplici: abbiamo gi ricordato la canfora (dal
canforo, albero del genere cinnamomo) e lhascisc dalla Cannabis indica, il mirabolano; ora citiamo
la noce moscata (pianta miristica), la noce vomica (da cui la stricnina), il seme santo (da cui la
santonina). Da citare il bezoar, medicamento di origine animale: concrezioni calcari formatesi nel
tubo digerente, lisciate e lucidate, erano ritenute antidoti universali, ricercatissimi, avevano alti
prezzi. Questa pietra rimase a lungo in uso, assumendo significato magico.
46
Accanto ai medicamenti ricordati, di sicura attivit medicinale, coesisteva limpiego di pietre ad
uso terapeutico alle quali erano attribuiti potere e virt nascoste. I lapidari elencavano gemme,
pietre preziose, gi presenti allepoca romana e alessandrinoromana. Ugualmente accanto alla
medicina empirica (scientifica), prosperava la medicina astrologica con la produzione di talismani,
capaci di
neutralizzare gli influssi malefici degli astri. E ancora altri arcani influssi maligni erano scacciati
da una pratica occultistica, una pseudo scienza degli abracadabra, degli sciabriri, sui pentacoli, sui
sigilli di Salomone, eredi del peggiore alessandrinismo della misteriosofia. .

Principali esponenti della Medicina Araba
Per comodit espositiva si divide in tre periodi la storia della medicina araba. Dall VIII secolo
all 850 il primo periodo; dal X al XIII secolo il periodo doro, dal XIII secolo il periodo della
decadenza.
Primo periodo
I primi medici di lingua araba furono il tramite tra lelemento greco alessandrino e quello arabo
propriamente detto. Si fa menzione di un certo Harn, prete cristiano di Alessandria, visse nel VII
secolo, contemporaneo di Paolo dEgina. Scrisse una silloge in trenta libri, le Pandette che
racchiudeva tutto lo scibile medico, la prima di origine ellenica a venire nelle mani degli Arabi.
Segue per intero la medicina classica e sembra che abbia descritto il vaiolo.
Il principale esponente di questo periodo Johannitius, (Hunain Ibn Ishaq), allievo di Mesue della
scuola nestoriana. E importante per aver dato fonetica araba a vocaboli medici greci e persiani, e
per aver tradotto Ippocrate, Oribasio, Paolo dEgina e Dioscoride. Nel dottrinario segue il pensiero
classico, tra le sue opere originali sono da citare Questioni della medicina e Dissertazioni
sullocchio.
Serapione il vecchio (Jbya Ibn Serafyn) del IX secolo, fu cristiano e scrisse in siriano. Studi la
cefalea, la lebbra, lidrofobia e i fenomeni isterici. Fu autore di numerosi aforismi.
Secondo periodo
Questo periodo costituisce lapogeo della cultura medica araba. Vi appartengono Rasez, Avicenna
e Albucasis.
Rasez, tra i migliori esponenti della medicina araba, nacque nell 850 presso Teheran, mor tra il
903 e il 923. Studi alla scuola di Bagdad dove poi diresse il famoso ospedale. Lopera medica pi
importante venne tradotta con il titolo Continens, grandiosa enciclopedia dedicata alla terapia con la
quale riassume tutto il dottrinario medico arabo, arricchito dalla sua personale esperienza. La sua
opera pi nota il Liber medicinalis ad Almansorem, di dieci libri dove tratta di anatomia, di
temperamenti, di dietetica, di terapia, di igiene, di cosmetica, di chirurgia e di tossicologia. Il nono
libro, Nonus Almansoris, tratta delle malattie in generale. Molto noto e forse il pi originale fu il De
pestilentia dove fornisce la prima trattazione del vaiolo che distingue dalla varicella, ne indica la
terapia e la profilassi nonch la cosmesi delle cicatrici. La sua personalit scientifica rivela
originalit di vedute, libert di indagine espressa in forma aforistica: La verit in medicina meta
che non si pu raggiungerequando Galeno e Aristotele vanno daccordo faciledifficile
quando sono in disaccordo. Chi interrogher molti medici commetter molti errori.
AVICENNA (Bukara 9801037) fu reputato il principe dei medici arabi. Dintelligenza precoce
studi tutte le scienze. Nella sua opera il Canone coordina tutto lo scibile di Ippocrate e Galeno con
quello di Aristotele, aggiungendovi il frutto della personale esperienza. E la summa non solo
delle nozioni della medicina araba, ma anche di quella occidentale. Questa opera ebbe valore

47
dogmatico per tutto il Medio Evo, fino al Rinascimento e oltre. Lopera divisa in cinque libri,
distinti in capitoli e paragrafi. Tratta di patologia generale e di terapia sulla base di Dioscoride.
Nella trattazione le malattie sono divise tra quelle che interessano le varie regioni anatomiche e
quelle che interessano tutto lorganismo simultaneamente, come la febbre, il vaiolo, il morbillo. Vi
si tratta di chirurgia, di fratture e lussazioni. Nel quinto libro, Antidotarium, si tratta della
composizione dei medicinali, un vero trattato di farmacologia. Nel suo Canone offre descrizioni
precise e chiare: Nella pleurite il dolore puntorio, violento sotto le costole che qualche volta
si manifesta solo quando il malato respira forteTerzo segno la difficolt del respiro e la
frequenza, il polso rapido e debole; la tosse al principio secca, poi con sputo, allora significa che
c affezione del polmone. Tratta in modo preciso di molte malattie e stati morbosi la cui
descrizione resiste ancor oggi: del cancro della mammella, delluso del forcipe, cranioclasto, per
lestrazione del feto morto; della nefrite cronica; della paralisi del facciale, centrale e periferica; del
meningismo secondario ad altre malattie; dellittero, tossico ed emolitico; della tubercolosi come
malattia contagiosa.
Scrisse il trattato De anima allinizio dellXI secolo, tradotto alla met del XII. Assieme al trattato
di Aristotele e al commento che ne fece Averro, riapr in Occidente la questione dellimmortalit e
dellessenza dellanima. La sua opera pose problemi ai filosofi, ai teologi e ai medici. Gli
anatomisti della Scuola di Alessandria avevano scoperto che i nervi erano il veicolo della facolt
del tatto, e i nervi facevano capo al cervello, che diventava quindi sede dellanima, non pi il cuore
come per Aristotele. Il Medio Evo occidentale, sollecitato da questo trattato, discuteva di problemi
simili a quelli della psicologia e della neurologia moderna: come si forma la memoria, come si
immagazzinano le informazioni, dove ha luogo la ragione (la ratio, la psiche) umana, come avviene
il processo di astrazione. Non risparmia, tuttavia, nessuno dei fenomeni pi misteriosi e pi
importanti nella visione religiosa del mondo: la profezia, la stregoneria e la terapia magica.
Mor forse di cirrosi epatica, dovuta alla sua passione per lalcool, allora inventato.
Albucasis (Cordova 10131106). Fu il pi abile chirurgo di tutta la storia della medicina araba e
tra i pi sapienti medici. La sua opera di medicina e chirurgia, Al-Tasrif, tradotta col titolo di
Practica, in 30 volumi, contiene nella parte che riguarda la chirurgia, tutto lo scibile che fu la base
di tutta la pratica chirurgica delloccidente. D molta importanza allemostasi, da ottenersi
principalmente col cauterio. Tratta delle fratture vertebrali e della trapanazione del cranio, della
tracheotomia nel gozzo, delle malattie delle arcate dentarie e di otologia (studio dellorecchio), della
sciatica, della lussazione dellanca e perfino del raffreddore. Molto importanti sono le sue
riproduzioni iconografiche degli strumenti chirurgici. Va ricordato e sottolineato che la sua opera
chirurgica tratta dai libri di Paolo dEgina, pur con aggiunte e interpretazioni personali. Utilizz in
terapia tutte le nuove produzioni farmaceutiche di cui si disse nel Dottrinario.
Da ricordare in questo periodo Ibn Wafid (9771074) di Toledo, medico ospedaliero si distinse
soprattutto per la terapia basata sulla dietetica.
Ishaq di Cordova (880940), era ebreo e si interess di dietetica assegnando grande valore
nutritizio alla carne, compresa quella di maiale che ritenne alimento sanissimo. Si occup anche di
febbri e di esame durina.
Terzo periodo
Con la conquista di Cordova da parte di Ferdinando II di Castiglia (1236) e la distruzione di
Bagdad da parte dei Mongoli (1258), inizia la fine della potenza politico militare araba, ma non si
esaurisce la loro cultura. I maggiori maestri di questo periodo furono Avenzoar, Averro e
Maimonide.
Avenzoar (Siviglia 11131162) fu detto il Saggio, libero da pregiudizi, os attaccare lautorit di
Avicenna e perfino di Galeno. La sua medicina ebbe indirizzo prevalentemente pratico: descrisse la

48
pericardite sierosa, lascesso mediastinico, la paralisi faringea, le otiti. Gli fu attribuita anche la
descrizione dellacaro della scabbia che sembra fosse gi stato descritto dal Al Tabari nel X secolo.
Si oppose allastrologia e al misticismo in medicina, e tenne divisa la pratica medica da quella
farmaceutica e chirurgica.

Averro (Ibn Rushd) (Cordova 11261198) fu tra i pi illustri filosofi e medici della cultura
araba in occidente. Scolaro di Avenzoar, fu notissimo come colui che il gran commento feo alle
opere di Aristotele, dove espone la sua teoria filosofica nota col nome di averroismo. La sua opera
fondamentale fu il Colliget, enciclopedia di scienze mediche nella quale tratta di anatomia,
patologia, fisiologia, semeiotica e farmacologia. Nel trattare di terapia si dichiara contrario alla
polifarmacia, alluso cio di introdurre troppi medicamenti e ingredienti in una ricetta.
Maimonide (Cordova 11351204). Ebreo, perseguitato e peregrino per la Spagna e la Palestina,
giunse al Cairo dove pot dedicarsi agli studi. Studioso di filosofia e di religione, fu tra i pi quotati
talmudisti. Fu autore di un libro di Aforismi o meglio di un commento sugli aforismi di Ippocrate.
Scrisse il Regimen sanitatis per cui divenne famoso, tanto da essere invitato da Riccardo Cuor di
Leone alla corte inglese e divenire medico del Gran Visir. Da ricordare unoperetta intitolata Ars
coeundi e un trattato sui veleni e sugli antidoti. Intravide, nelle malattie, i rapporti tra psiche e
soma. Consigli luso delloppio in unguenti sedativi.
Degno di nota Ibn an Nafis, morto nel 1288. Sembra che abbia avuto lintuizione della
circolazione nel piccolo circolo polmonare: il sangue per giungere dal cuore destro al cuore sinistro
doveva percorrere la via dei polmoni e non passare tra i pori del setto interventricolare come
pensava Galeno.
..
La cultura araba caratterizzata dallimportanza data allo stile di vita, al riconoscimento della
superiorit della cultura classica greco alessandrina e cristiano occidentale, oggetto di studi e
traduzioni. Gli Arabi curarono particolarmente la medicina, creando centri culturali, biblioteche,
ospedali, organizzazioni di copiatura e scuole. Il medico e la sua opera furono valorizzati al
massimo. Anche larte dellassistenza infermieristica, specie negli ospedali dove veniva insegnata
la medicina. Presso le Moschee sorgevano ospedali e poliambulatori. I Califfi se ne occupavano
personalmente. Bagdad, lo ricordiamo ancora, gi nel IX secolo fu sede di un grande ospedale in cui
numerosi medici insegnavano la medicina. Scomparve nel 1258 con la distruzione della citt. Con
questo evento e con la conquista di Cordova (1236), scomparve unepoca: lepoca della civilt degli
Arabi. LArabesimo poi sinfiltr nelle aule delle nostre Universit come a Montpellier e da noi a
Padova, e fu importato a Salerno da Costantino lAfricano.
LA MEDICINA MEDIEVALE: il Filosofismo scientifico e il Dogmatismo
Nel secondo periodo del Medio Evo, nel XIII secolo, si verificarono alcuni eventi che pi di altri
delinearono la svolta verso limminente umanesimo. Nel 1236 cade il califfato di Cordova, e nel
1258 quello di Bagdad: viene quindi a cessare linfluenza politica araba. Le Scuole si trasformano
gradatamente in Universit nelle quali, pur persistendo per un certo periodo linfluenza
dellarabismo, muta gradatamente lorganizzazione dellinsegnamento: la medicina sar accolta nel
numero delle arti che formano il corpo dellinsegnamento universitario.
Prima di questo passo fondamentale la medicina medioevale fu determinata dal filosofismo
scientifico, dallabitudine, cio, di regolare il ragionamento medico sulla falsariga di quello
filosofico. I principali orientamenti di questa pratica furono il Platonismo, con SantAgostino e i
Francescani; lAristotelismo cristianizzato di Alberto Magno e soprattutto di San Tommaso
dAquino, seguito dai Domenicani; lAverroismo, aristotelismo interpretato dalla scuola araba, e
una quarta tendenza, quella eclettica di Duns Scoto, il doctor subtilis della scuola di Oxford.

49
Nello studio e nellesercizio della medicina, oltre al tradizionale indirizzo che si basava sul
ragionamento logicofilosofico, sullilluminazione religioso teologica che portava la medicina,
da una parte al razionalismo ippocraticogalenico, dallaltra al magismo, allastrologia e alla
alchimia, inizia a farsi strada la via della sperimentazione: il cercare, nelloggetto, la realt obiettiva
delle cose: credo quia experimentum explicit (Ruggero Bacone, doctor mirabilis 12141292
Oxford).
Tra i quattro orientamenti prevalse di gran lunga laristotelismo di San Tommaso, che divenne
filosofia ufficiale della Chiesa (anche se non subito) ritenuta philosophia quaedam perennis, verit
immutabile, dogma. Il dogmatismo fu appunto la nota dominante di questo periodo: intoccabili i
dogmi filosofico teologici e i dogmi del sapere. Intoccabili Ippocrate e Galeno, Aristotele e Plinio.
Si diffuse e si accentu in epoca universitaria, nellet dei Comuni.
I medici si chiamavano medici-fisici aristotelici. La medicina cercava di conciliare filosofia,
razionalismo supportato dallautorit dei classici, con levidenza empirica della natura del corpo
umano. Chi osava opporsi allautorit filosofico teologica era eretico, e rischiava il rogo. Chi si
opponeva al dogma scientifico dei classici era sbeffeggiato dai dotti e messo al bando dalle
universit. Galeno sopra tutti fu considerato espressione della verit assoluta: se in anatomia si
rilevava differenza tra quello che lui asseriva e la realt obiettiva, non era Galeno che aveva
sbagliato ma la natura che era cambiata: Ipse dixit, causa finita.
Le Universit diventano sempre pi le detentrici del sapere ufficiale e del patrimonio culturale.
Filosofismo, arabismo e dogmatismo sono i fondamenti dellinsegnamento universitario di questo
periodo. Contro questo appiattimento della libera ricerca si erano gi opposti i Clerici vagantes e la
Goliardia, pur con le loro deteriori manifestazioni. Alla fine del XIV secolo sono presenti i segni
che preludono allUmanesimo. Dante (12651321), della corporazione dei medici e farmacisti,
dichiara di essere uno che va significando come amor gli detta dentro, senza remore, senza paura
di condannare principi, papi e imperatori, a rischio dellesilio, per amor di libert alla quale pu
sacrificare la vita.
LE UNIVERSIT
In periodo comunale, le corporazioni, libere associazioni di persone che esercitavano la stessa
arte o mestiere, andarono sempre pi organizzandosi tanto da diventare la base dello stato sociale
dellindividuo e della difesa degli interessi della categoria. Abbiamo gi visto come la Societas sia
stata alla base delle Scuole. Alcune di queste Societas cominciarono a chiamarsi Universitas: cera
la Universitas fullonum (dei lavandai), la Universitas fabrorum (dei fabbri), e cos anche la
Universitas studiorum, associazione di studenti. Queste associazioni erano rette da un Rettore con
potere su tutta la popolazione studentesca. Gli insegnanti erano riuniti in Collegiu.m I due distinti
organismi, degli studenti e degli insegnanti, operavano nello Studium generale, corrispondente a
quello che oggi sintende con la parola Universit. Nello Studium generale venivano impartite le
lezioni, linsegnamento delle arti liberali e delle discipline giuridiche; inizialmente la medicina era
una delle arti liberali. La parola facolt, per designare la suddivisione dei corsi di studio, appare
in una lettera di papa Onorio III agli studenti di Parigi (principio XIII secolo). Luniversit degli
studenti si divise ben presto in Nazioni a seconda della nazionalit di provenienza degli studenti,
che spesso migravano da uno Studio allaltro alla ricerca del miglior Maestro o di maggior fama.
Inizialmente luniversit degli studenti ebbe peso preponderante: essi pagavano i maestri, ai quali
potevano richiedere e imporre lezioni, orario e impegno didattico. In seguito ben presto la scelta
degli insegnanti e il loro stipendio fu demandato al governo della citt. Nelle Universit si
concentr quindi ogni attivit culturale, anche della medicina: universitari furono i maggiori maestri
di medicina, che dettero quindi ufficialit alla disciplina in quanto garantiti dalla cattedra su cui
sedevano e dal loro prestigio. Il curriculum degli studi medici venne meglio codificato e cos pure

50
laccertamento della preparazione degli allievi mediante ripetuti esami. La concessione della
abilitazione alla pratica era subordinata allaccertamento da parte dei maestri.
La classe dei giuristi, unici ai quali competeva il titolo di doctores, abili disputatori secondo le
norme aristoteliche della logica, non vedeva di buon occhio la nuova disciplina, la medicina, che si
affermava sempre pi negli studi generali, ma i cui esponenti poco valevano in disputazioni
filosofiche. Per farsi riconoscere il titolo di doctores anche i medici dovettero adattarsi al metodo
disputatorio imperante; la medicina, invece, per sua natura tendeva a basarsi sullesperimentum.
Tale pedaggio la medicina pag nel XIII secolo per poter varcare a pieno titolo le soglie delle
Universit. Fu Taddeo degli Alberotti, eminente medico dello studio di Bologna che maggiormente
contribu a far accettare dalla Facolt dei giuristi quella dei mediciartisti. Per la medicina fu una
promozione, ma il metodo disputatoriodialettico, imposto e accettato dai medici, inarid
certamente la ricerca e la voglia di experimentum che gi si faceva sentire.
Le Universit, nate sulle varie Scuole precedenti, di origine ecclesiastica per la maggior parte, o
laica, si potenziarono e diffusero ovunque in Italia e in Europa. Comuni, prncipi e regnanti se ne
fecero vanto e ne trassero prestigio. Le incrementarono chiamando ognuno i pi famosi maestri per
attirarvi studenti dalle svariate Nazioni.
LUniversit di Bologna
La prima Universit in Italia fu quella di Bologna, erede della famosa Scuola. La sua istituzione
fu concessa da Onorio III nel 1219, ma si afferm solo nel 1290. La fama dei medici super ben
presto quella dei giuristi: i pi illustri medici Pietro da Vercelli e Pietro da Perugia. Nellambito
dellorganizzazione generale aveva rigide norme che prevedevano addirittura la pena di morte per
chi tentasse di trasferire altrove la sede, ma anche per il docente che insegnasse altrove senza
lautorizzazione. Gli studenti dovevano giurare fedelt al governo e addirittura al partito al potere.
Il corso di laurea in medicina era diviso in tre parti: medicina teorica, medicina pratica e chirurgia,
con lobbligo dello studio dellanatomia sul cadavere. I cadaveri erano procurati dagli stessi studenti
che dovevano osservare le norme prescritte: studio su cadaveri di giustiziati, di numero prefissato
per anno. La scolara, la campana di San Petronio, annunciava linizio delle lezioni ordinarie. Gli
studenti potevano usufruire di un ripetitore a loro scelta e pagamento. Tra i maggiori esponenti,
oltre a Taddeo Alberotti nominato da Dante (Parad. XII 8285), degno di nota soprattutto
Mondino de Liuzzi che esegu la prima dissezione nel gennaio 1315. Fu il primo a verificare di
persona le affermazioni dei classici, di solito citati come infallibili dalla cattedra. Riferisce Nicol
Machiavelli, suo contemporaneo, che dapprima dissecava personalmente e spiegava agli studenti,
poi si fece aiutare da Alessandra Giuliani, giovane di soli 19 anni, espertissima nel trattare vene e
organi per farne dimostrazione: ripuliva in modo eccellente le vene e le arterie senza lacerarle e
ne faceva dei tubi che riempiva di liquidi coloratie indurivanosenza alterarsi e venivano
mostrati agli studenti e illustrati dal maestro. Sulla base delle sue osservazioni compil la sua
Anothomia, primo moderno testo di anatomia che resistette sino al Vesalio.
LUniversit di Padova
Nacque nel 1222 per una trasmigrazione di studenti e professori dallo studio di Bologna a
Padova, che per opera di quel Comune e di quella Diocesi ebbe calorosa accoglienza. Fin dallinizio
vi furono due distinte facolt, quella dei giuristi e quella degli artisti, tra i quali erano i medici che
subito prevalsero. Gi lanno successivo, 1223, vi accorse Alberto di Bollstaedt, il futuro
SantAlberto Magno. Raggiunse il suo massimo splendore quando, nel 1405, pass dal dominio
papale a quello di Venezia.
Massima importanza fu data allo studio della anatomia mediante il metodo dellautopsia.
51
Degno di nota il calabrese Bruno da Longoburgo che scrisse Cyrugia magna, dove descrive la
guarigione per prima e seconda intenzione e le suture con filo di cotone e seta; distinse
lemorragia venosa da quella arteriosa. Molto pi importante e famoso fu Pietro dAbano (1250
1316), le cui lezioni furono seguite anche da Dante. Esperto non solo di medicina, ma in tutto lo
scibile dellepoca, tent di conciliare la medicina araba con quella greca: volle imparare il greco per
poter leggere Ippocrate nella sua lingua. Scrisse il Conciliator dove non disdegna il sillogismo, a
volte prevalente sulle prove concrete. Si rif specialmente ad Avicenna che distingue quattro fasi
della malattia: attacco, aumento, sosta e declino. Interessanti le sue osservazioni sui traumi cranici,
sulla distribuzione dei nervi e sul trattamento della rabbia. Scrisse un trattato di farmacologia: De
venenis. Le sue conoscenze di astrologia e di alchimia lo circondarono di un alone di magia che,
assieme alla fama di arabista, attirarono le attenzioni dellInquisizione. Nel 1303 i domenicani lo
accusarono di eresia; da prima scagionato, non sfugg nel 1315, quando fu emessa condanna al
rogo: ma mor prima di subirla. N la sub il suo cadavere, trafugato da mani pietose: alle fiamme
and solo la sua effigie.
Napoli ebbe la sua Universit nel 1224 per opera di Ferdinando II, essendo ancora fiorente la
Scuola di Salerno.
A Vercelli sorse lUniversit nel 1228 per la crisi momentanea di quella di Padova. Perdur fino
al 1405, allapertura dellUniversit di Torino.
Altre Universit sorsero a Siena nel 1246. A Perugia nel 1266. A Roma nel 1303.

Universit di Parigi
Sorse dalla Scuola di Ntre Dame nel 1231. La facolt di medicina nel 1271 era di sei lettori, retta
da un canonico della Cattedrale, Scuola vescovile. Nel 1257 Roberto di Sorbon, cappellano di San
Luigi, don la sua casa a 15 studenti di teologia in disagiate condizioni; il numero via via si
accrebbe e cos nacque la Sorbonne, sinonimo dellUniversit. Le sue origini furono assai povere: le
lezioni erano tenute in diversi locali, disadorni e miseri, nelle strade, e talora in case malfamate, in
fienili, assai spesso nel celebre Vico degli strami, di dantesca memoria. Il maestro seduto su un
cumulo di fieno e gli studenti per terra. LUniversit trov stabile dimora solo nel 1369.
Le lezioni consistevano nella lettura e commento di un testo, lectio, spesso interrotta da disputa,
disputatio ordinaria. Due volte lanno si tenevano dispute generali, disputationes de quo libet. Un
Conciliator infine traeva le conclusioni dette le concordantiae. Gli insegnanti di medicina erano
considerati tra gli artisti, maestri delle arti liberali. Dovevano aver compiuto sei anni di studio ed
essere approvati in seguito ad un esame. Dopo i primi tre anni potevano insegnare le scienze
preparatorie, ed avere il titolo di bacca - laurei, baccellieri. Dopo altri tre anni avevano il titolo di
Magistri in physica, col permesso di esercitare liberamente. Erano divisi in phyisici teorici e
practici. Linsegnamento della medicina era prevalentemente dialettico, la pratica totalmente
assente. Tra i primi insegnanti da ricordare Gilles de Corbeil, gi allievo della scuola salernitana,
Pietro Ispano, che divenne papa Giovanni XXI, e soprattutto SantAlberto Magno.
Universit di Montpellier
Nacque nel 1220, quando Onorio III ne approv gli statuti per la facolt di medicina. Lo Studio
generale fu per approvato nel 1289. Fu dispirazione averroistica in rivalit con la Scuola di
Salerno di cui peraltro utilizzava i testi. Gli insegnanti erano pagati dagli studenti.
Tra i maggiori esponenti Arnaldo da Villanova e Pietro Ispano. Guy de Chauliac tra i maggiori
chirurghi.
52
Universit di Oxford
Sorse probabilmente da una trasmigrazione di studenti da Parigi. Si sa per certo che lo Studio nel
1209 aveva 3000 studenti. In quellepoca furono istituiti i Collegi per studenti e insegnanti, prima
per ragioni di indigenza, poi divennero i luoghi di insegnamento, dove studenti e insegnanti
abitavano insieme. Gli studenti erano i socii cio i fellows, retti da un master. I vari Collegi
riuniti insieme formarono lUniversit, governata dagli studenti e controllata da un Cancelliere.
Ordini religiosi, francescani, carmelitani, benedettini diedero impulso allUniversit che nel XIV
secolo era seconda solo a Parigi. In quellUniversit Ruggero Bacone (12141292) inizi la strada
definita sperimentale, e vi insegn Duns Scoto.
Universit di Cambridge
Fu riconosciuta come Studio generale da Giovanni XXII nel 1318. Si organizz sul modello di
Oxford e di Parigi, diventando citt prettamente universitaria, nel senso che tutta la sua economia
era orientata in funzione dei Collegi in essa esistenti. Ebbe i suoi cancellieri, i suoi maestri e i suoi
studenti. Gli studi consistevano nel trivio e quadrivio: il primo, di tre anni, portava al titolo di
baccelliere, il secondo di quattro anni portava al titolo di maestro delle arti. Com noto, il trivio, di
arti liberali, comprendeva la grammatica, la dialettica e la retorica, il quadrivio, delle scienze,
comprendeva laritmetica, la geometria, la musica e lastronomia.

53
IL RINASCIMENTO
Preceduto dai fertili semi dellUmanesimo, il Rinascimento rappresenta la rivolta al dogmatismo
imperante nellultima parte del Medio Evo, esteso dal 476 al 1492. Luomo si riappropria del
proprio Io individuale contro lautorit di qualsiasi genere: filosofica, teologico religiosa o
scientifica. In campo scientifico non ci si accontenta pi dellautorit dei classici, ma si vuole
toccare, vedere, sperimentare in proprio: verificare la verit della tradizione. La fisica separata
dalla metafisica, la ragione dallesperimento. E il periodo della rivoluzione copernicana, dei grandi
viaggi intorno alla Terra, delle esplorazioni. Avviene linvenzione della stampa: i primi caratteri
metallici nel 1450. Fiorisce la cultura ellenistica, il neoplatonismo e il rinnovato studio di Platone.
Avviene lapprofondimento degli studi medicofilologici. Si fondano le prime Accademie:
Marsilio Ficino a Firenze, Pomponio Leto a Roma, Pontano a Napoli, Manunzio a Venezia.
Sono i tempi di Lutero, Paracelso, Leonardo e infine di Galilei.
Per quanto riguarda la Medicina il periodo della rinascita della Anatomia: il 500 il secolo
dellanatomia. Il Maestro, come gi Mondino, scende dalla cattedra, non solo legge e commenta i
sacri testi, ma lui stesso fa notomia: taglia, scruta, classifica, descrive, disegna organi, muscoli, vasi,
nervi, cervello Il vero testo il corpo umano, il cadavere, su cui imparare e comparare la vecchia
scienza. Si impone perci il metodo descrittivosistematico, dimostrativo, vivisettorio, alla ricerca
della verit oggettiva, libera da pregiudizi e dalla sudditanza dei classici.
La descrizione esatta e puntuale, postula una nomenclatura precisa: vengono sostituiti vecchi
vocaboli arabolatini, prelevando vocaboli dallopera di Celso: occipite, omero, radio, rotula, tibia,
vertebra, ano, tonsilla, uteroLa rottura del principio di Autorit insinua il dubbio in tutti campi: al
metodo deduttivo della dialettica si preferisce quello induttivo dellesperimento: le cose vanno
dimostrate. Se ne ha percezione palpabile negli Orti botanici, che mostrano la vita delle piante e la
derivazione dei semplici, e nei Teatri Anatomici, primo tra i quali quello di Padova di Fabrizio
dAcquapendente, e poi diffusi in tutta lEuropa.
Leonardo inaugura il metodo anatomo-comparativo, dimostrando cos che Galeno riferiva una
anatomia animale, non quella del corpo umano. In questo periodo vennero dimostrate ben 200
discrepanze anatomiche rispetto alle nozioni di Galeno: lutero uniloculare, lo sterno tripartito, la
mandibola osso unico, la denominazione dei muscoli secondo il punto dinserzione e di origine.
Venne data dimostrazione del piccolo circolo polmonare, si precis la morfologia del fegato, si
scopr la valvola ileocecale. Si precisarono le nozioni sul sistema nervoso, sullapparato genitale
femminile e sullorecchio interno.
LEONARDO DA VINCI

Nacque a Vinci, presso Empoli, nel 1452, mor in Francia nel 1519.
Il nostro massimo artista, sommo in ogni arte, fu il primo ad imporsi nellAnatomia con spirito e
pratica attuazione di vero scienziato: osservatore acuto della forma e analizzatore delle possibili
funzioni degli organi e delle parti dissecate, perfetto disegnatore dellinsieme e dei particolari della
fabbrica del corpo umano. Nellarte di fare notomia non aveva precedenti cui rendere omaggio:
unica maestra lesperienza propria. Fu anatomico, ma anche fisiologo e biologo: Io scopro alli
homini lorigine della prima o forse della seconda ragione del loro essere. Usufruiva dei cadaveri
dei giustiziati: una delle pene era quella di dover subire la vivisezione. Era sua intenzione di
realizzare un vero Atlante anatomico, completo e organico, di tutto il corpo umano, inserito nel
grande universo di cui luomo parte. Ci lasci invece circa 1000 fogli di disegni con annotazioni
fisiologiche esplicative. Descrisse un secolo prima di Higmoro l armatura della mascella
54
conosciuta appunto come antro di Higmoro che se ne assunse la paternit. Scopr il III ventricolo
del cervello dove pose il centro dellanima, il luogo cio dove convergono tutti i sensi nel Senso
comune. Nel IV ventricolo pose la Memoria. Il Senso comune insieme alla Memoria formano il
Giudizio. Indag il meccanismo del movimento delle articolazioni, studiandone separatamente le
facce articolari. Dei muscoli si preoccup di individuare il punto dattacco dei capi, per poterne
studiare le funzioni. Ancor oggi i testi di anatomia chiamano corda di Leonardo il fascio
moderatore del ventricolo destro del cuore; studi le valvole atrioventricolari e semilunari.
Descrisse levenienza della persistenza di un foro interventricolare, che oggi chiamiamo foro di
Botallo. Invent lesame seriale dei preparati anatomici, e lartificio di riempire le cavit
anatomiche con cere, cos da renderle tridimensionali e poterle disegnare con perfetta precisione.
Famoso il suo disegno del feto in utero. Ed emblematico ormai il suo Canone nel quale fiss le
proporzioni del corpo umano.
Anche se non effettivamente realizzata, la Cosmografia del minor mondo vive nei suoi fogli
disegnati del corpo umano, microcosmo, in relazione col Creato, macrocosmo.
Berengario da Carpi (Iacopo Barigazzi 14601530?)
Fu il primo ad accompagnare la trattazione dellAnatomia con elementi illustrativi delle parti
studiate e descritte. Per le sue conoscenze di chirurgia bellica fu lettore di Chirurgia a Bologna.
Giulio II lo chiama a Roma dove, in seguito, lavorer per Leone X. Assiste Lorenzo de Medici per
una ferita al cranio da una pallottola di fucile. Il suo modello di anatomista fu Mondino di Liuzzi
del quale tuttavia sottolinea gli errori. Scrisse Commentariasuper Anatomia MondiniDistinse
per primo i vasi chiliferi dalle vene e descrisse lappendice vermiforme. Nelle Isogogae breves
descrisse in modo particolareggiato il cuore e il cervello, la ghiandola pineale, il plesso corioideo e
il quarto ventricolo. Cur nel 1525 Giovanni dalle Bande nere. E da considerarsi lillustre
precursore del grande Vesalio.
ANDREA VESALIO (15141564)
Van Viesel, fiammingo di origine tedesca, nacque a Bruxelles, ma scelse per la sua attivit lItalia.
Studi a Montpellier e a Parigi, forse allievo di Guido Guidi e sicuramente di Sylvius Du Bois.
Gi convinto galenista fu il primo ad attaccare apertamente lindiscussa autorit del grande maestro.
Da Parigi torn a Lovanio, dove, preso da intensa attivit anatomica, quasi frenetica, e da furore
vivisettorio, arriva a staccare i cadaveri pendenti dalla forca per poterli sezionare di notte.
Laureatosi a Padova nel 1537 fu subito nominato Lettore di Anatomia.
Scrisse la sua famosa De humani corporis fabrica tra il 1540 e il 1542, allet di 2628 anni. Ne
cur personalmente la stampa e lincisione delle xilografie da parte dei vari maestri incisori. Part
molte volte da Padova e altrettante vi ritorn. Archiatra di Carlo V nel 1544 e del suo successore,
Filippo II, nel 1559.
Nel 1564 intraprese un viaggio in Terra Santa, forse per espiare il suo furore dissecatorio, forse per
condanna dellInquisizione. Certo non fu mai esente da acredine, invidia e maligni sospetti. .
Considerato pazzo sfrontato da ardire di opporsi a Galeno, fu chiamato da Sylvius Du Bois
Vesanus quidam: un pazzo. Fu contestato dai fanatici galenisti, ma anche dai suoi allievi e
successori nella Cattedra di Padova, Colombo e Fabrizi dAcquapendente. Era inoltre incline al
protestantesimo. Nella sua opera riscrive tutta lanatomia, facendo via via rilevare gli errori rispetto
a quella classica tradizionale galenica. Sfata definitivamente lipotesi dei pori interventricolari del
cuore: Io non ho mai trovato fori nel setto. Corregge Galeno sulla anatomia del fegato, dei dotti
escretori, dellutero, dellosso mascellare. Descrive i menischi e individua il corpo luteo e le ossa
componenti losso sacro. Mor a Zante.
55
Realdo Colombo
Nacque a Cremona nel 1500, mor nel 1559. Succedette a Vesalio nella cattedra di Padova nel
1544. Fu buon medico e buon chirurgo, ma soprattutto prosegu nelle ricerche anatomiche e
produsse un mirabile trattato De re anatomica, decisamente superiore a quella del maestro per
quanto riguarda la descrizione del mediastino, della pleura, del peritoneo e del cristallino. Ma
soprattutto per la descrizione della circolazione polmonare: il movimento del sangue va dal
ventricolo destro tramite larteria venosa (arteria polmonare) ai polmoni, e da questi, tramite la
vena arteriosa (vena polmonare), allatrio di sinistra e di qui al ventricolo sinistro.
Gabriele Falloppio
Dopo Realdo Colombo sal sulla cattedra di Vesalio, Gabriele Fallopio di Modena (15231563),
suo discepolo, non per averne udite le lezioni, ma per averne studiato lopera e condiviso
limpostazione. Fu a Padova dal 1551, insegnante di anatomia, di chirurgia e di lettura dei semplici,
fino alla morte. La sua opera legata alla scoperta delle tube uterine, che portano il suo nome, ma
scoperse molte strutture del cranio: la corda del timpano, i canali semicircolari, i seni sfenoidali e il
canale del nervo facciale. Si devono a lui termini medici ancora in uso: vagina, placenta, coclea,
labirinto, palato, velo palatino. Pu essere considerato il fondatore dellOculistica e dellOtologia
per essersene ampiamente occupato. Invi la sua opera Observationes anatomicae a Madrid, al
maestro Vesalio che gli rispose: Non posso verificarlequi non mi permesso neppure di
studiare un cranio. Si interess perfino di preservazione delle malattie veneree, (era lepoca della
sifilide), e invent il preservativo, una sorta di guanto di tela finissima umettato di sostanze
medicamentose.
GIROLAMO FABRIZI DACQUAPENDENTE
Nacque ad Acquapendente nel 1533 (1537?), mor novantenne a Padova nel 1619.
Allievo di Fallopio, studi a Padova e ne occup la cattedra di Anatomia e Chirurgia. Si riallaccia
ai concetti leonardeschi di anatomia: la morfologia serve di base per la ricostruzione dellintero
organismo e delle sue funzioni, soprattutto del movimento: scrisse De motu animalium. E poich
deve studiare lo sviluppo dellessere umano, fin dalla sua evoluzione nellutero materno,
dellembrione, scrive De formato foetu. Contribu inoltre alla conoscenza dellocchio, dellorecchio
e della fonazione con le opere: De oculo, De aure et laringe, De locutione et eius instrumentis.
Nelle opere De musculi fabrica e De motu tratta del camminare, del nuotare, dello strisciare
Fece costruire, a sue spese, lAnfiteatro anatomico che, ricostruito dalla Repubblica Veneta,
tuttora esistente.
Fu ottimo chirurgo, amava ripetere che il miglior chirurgo quello che taglia meno e con maggior
cautela: cur Paolo Sarpi pugnalato da cospiratori.
Di carattere difficile e litigioso girava con la scorta di uomini da coltello.
La sua maggiore scoperta fu lesistenza delle valvole delle vene. La loro funzione, secondo il
Fabrizi, quella di ritardare il ritorno del sangue dal cuore verso la periferia, implicitamente
postulando che il cuore il centro motore del sangue, che da esso fluisce verso la periferia e da essa
vi ritorna. Alle lezioni su questo argomento cera il giovane Harvey che in seguito, nel 1628, scopr
definitivamente la circolazione del sangue, senza per altro fare cenno di quanto aveva appreso dal
Fabrizi e da Cesalpino. In medicina interna fu galenista convinto e aristotelico.
Miguel Servedo (Villanova dAragona 15091553) studi medicina a Parigi e fu amico di
Rabelais, anche lui medico. Parla di circolazione del sangue in un libro di teologia Christianismi
restitutio, dove descrive il sangue (vera anima e forza vitale) che dai polmoni ritorna al cuore,
attraverso le vene polmonari dopo essersi mescolato, nei polmoni, col pneuma.
56
Nel suo libro di teologia dimostra poca ortodossia circa il dogma della S.S. Trinit; Calvino, suo
acerrimo nemico, lo denuncia al vescovo cattolico che lo fa condannare al rogo, su cui muore con
due copie della sua opera, nei dintorni di Ginevra.
Andrea Cesalpino (15241603)
Fu allievo di Realdo Colombo e forse del Vesalio, profondo studioso di botanica (conosceva 1500
piante), fu lettore di medicina pratica. Usa per primo il termine circulatio sanguinis e dimostra
anatomicamente che il cuore, e non il fegato, il centro del movimento del sangue: sanguis currit
ad cor; e cos dal cuore nasce il principio delle arterie e delle vene: come i rivi prendono acqua
dalla fonte cos le vene e le arterie fanno dal cuore. Con la descrizione del fenomeno del laccio
dimostra la circolazione del sangue: le vene legate in qualsiasi punto del corpo, si tumefanno al di
sotto del laccio, cio nella parte periferica rispetto al centro, il cuore. E se vengono aperte, come nel
salasso, scorre da prima sangue scuro, venoso, poi invece rosso, arterioso. Riassumendo si pu
concludere che secondo le pratiche osservazioni sul vivente e sul cadavere anatomizzato, il cuore
centro di tutto il movimento sanguigno; da esso si dipartono le vene e le arterie che si sfioccano in
capillari negli organi; il contatto aria sangue che avviene nei polmoni si effettua per contiguit dei
vasi; nellalbero artero venoso si compie una doppia corrente, una centrifuga e una centripeta
(venosa).
Ricordiamo, solo riportandone il nome, alcuni dei grandi anatomici del Cinquecento che hanno
legato il loro nome a specifiche scoperte.
Bartolomeo Eustachio (15001574): Trombe di Eustachio.
Leonardo Botallo (15101580): Forame di Botallo (tra gli atri del cuore).
Ceare Aranzio (15301589): Descrittore del feto; Dotto di Aranzio.
Costanzo Varolio (15431575): Ponte cerebellare di Varolio.
Gaspare Bauhin (15601624): Valvola ileocecale.
..
Girolamo Cardano (Pavia 1501Roma 1576)
Figlio illegittimo merita di essere ricordato per la sua attivit eclettica e per la sua vita anomala
ed errabonda. Studi a Padova, centro dellaristotelismo umanistico, credeva in modo certo solo alla
matematica. Laureato a Bologna divenne rettore di quella universit a 24 anni. Fu a Milano e a
Piove di Sacco, dedito a vari mestieri, e giocatore dazzardo. A Milano dava lezioni di geometria e
di astronomia non riuscendo ad essere accolto nel Collegio dei Medici. Si dedic anche alla
meccanica: invent il giunto che porta il suo nome. Assai poco estimatore della classe medica,
aveva scritto un libello De malo usu medicorum, nel quale descrive ben 72 errori nella pratica
medica del suo tempo. .
Scrisse il suo capolavoro, Ars magna, che gli diede fama universale di grande medico. Fu
chiamato dallarcivescovo di Edimburgo che soffriva di una malattia polmonare creduta tisi, ma
dopo attenta osservazione dei sintomi, concluse che doveva trattarsi di asma, dovuto alla presenza
di piume del letto: aveva scoperto lasma allergico. Larcivescovo guar seguendo il consiglio di
dormire su lenzuola di seta filata.


57
PARACELSO (14931541)
Filippo Aurelio Teofrasto Bombasto von Hoenheim nacque a Einsiedeln in Svizzera, latinizz il
suo nome Hoenheim in Paracelsus: vicino alleccelso. Io sono stato eletto da Dio a questo fine,
di estinguere e cancellare tutte le fantasie e false operee pretestuose parole di Aristotele, Galeno e
Avicenna o i dogmi di qualsivoglia loro seguaci. Questo il suo programma.
Viaggi molto in Italia e form la sua mente alla filosofia di Marsilio Ficino, di cui fu grande
ammiratore per il suo neoplatonismo. Forse si laure a Ferrara. Vagabondo per dieci anni di paese
in paese, fu in Oriente, in Russia, a Mosca. Chirurgo militare con Francesco I e con Carlo V. Fu
ribelle ad ogni forma di aristotelismo scolasticismo: spinto dal furore della sua missione bruci in
pubblico i testi dellantica medicina. In giovent studi alchimia e apprese limmenso magistero
della trasformazione dei metalli sulle opere degli esperti arabi. Si inimic medici, farmacisti e
pubblico quando fu nominato medico a Basilea. Salv dallamputazione la gamba del celebre
editore di Erasmo, Froben, usando la tintura di laudano, mirabile medicamentum.
Trascin molti a contrapporre alla falsit dei sacri testi la verit dellesperienza diretta e della
tecnica della imitazione della Natura: rivalutando il concetto della Vis medicatrix Naturae.
Demolendo i dogmi del passato, volle rimettere tutto in discussione: invitava al ritorno allo studio
del malato per mezzo della ragione, ma non disgiunto dallesperimento, rivelandosi cos
saggiamente ippocratico: lesperimento pu essere fallace, il giudizio difficile. Alla teoria
ippocratica degli umori, per, oppose quella delle sostanze reali: il sale, lo zolfo, il mercurio:
sostanze vere e sperimentabili, componenti di tutti i metalli non solo, ma di tutti gli Esseri, viventi
e nonviventi: materia universale del macrocosmo (mondo), e del microcosmo (uomo).
Luomo ha quindi una doppia essenza: una astrale e una materiale. Sulla essenza astrale si pu
operare con esorcismi e formule magiche, quando la cura sulla essenza materiale coi mezzi
naturali si dimostra vana. Solo conoscendo queste correlazioni si pu conoscere la malattia.
Paracelso esprime un nuovo concetto di malattia che colloca la forza al di sopra della materia.
. Esiste un principio vitale, una forza soprannaturale, esterna rispetto ai solidi e agli umori, che egli
chiama Archeus. LArcheo indispensabile nei diversi meccanismi fisiologici e fisiopatologici:
esso opera nel chimismo corporeo, nel senso che trasforma le varie sostanze, la materia, di cui
composto il microcosmo, luomo. LArcheo separa in modo adeguato le varie componenti della
materia producendo la salute, le separa in modo inadeguato producendo la malattia. Alla malattia,
quindi, riconosciuta una base che possiamo dire biochimica, dominata dalla forza dellArcheo.
Tutta la ricerca farmaceutica di Paracelso fu mirata a trovare il mezzo per poter separare il puro
dall impuro, affinch il puro, la sostanza pura, cos estratta, possa agire meglio. Bisogna
dunque estrarre il principio attivo dalle sostanze complesse, quello puro che veramente attivo.
Questo era in fondo lo scopo dellalchimia, degli arabi in particolare, che cercavano di ottenerlo
con la distillazione e altre tecniche. Trovare la quinta essenza, lessenza celeste di Aristotele, oltre
laria, acqua, fuoco e terra di Empedocle. In definitiva bisognava trovare un unico solvente, che
Paracelso chiama Alkaest, il quale, sciogliendo ogni sostanza composta, ne estragga il puro
principio attivo per la terapia. Una tale arte Paracelso chiama spagirica, , che
corrisponde alla moderna arte farmaceutica chimica.
Le sue opere pi importanti sono Paragranum (1530) e Paramirum (1531).
Fra tante stravaganze di una vita ribelle, vagabonda e irrequieta, Paracelso pu considerarsi il vero
padre della moderna chimica farmaceutica: certamente contribu alla diffusione delluso del
mercurio, zolfo, ferro, piombo, arsenico, antimonio, solfato di rame e degli estratti alcolici. Ebbe il
merito di aver introdotto luso del laudano, che si dice, portasse sempre con s, nel pomo della
inseparabile spada. Us pure letere solforico, rendendo insensibili i pulcini: si potrebbe, volendo,
ritenerlo il padre anche dellanestesia generale.
58
GIROLAMO FRACASTORO (Verona 14781553)

Allievo del Pomponazzi a Padova, dove si laure, fu medico privato di Paolo III e al Concilio
di Trento. Fu latinista, musico, poeta, filosofo. Scrisse De contagione et contagiosis morbis
eorumque curatione. La sua opera pu essere considerata come la divinazione del mondo
microbico, intuto nellera pre microscopica. Ma si pu anche dire che ha definito il concetto di
contagio e iniziato lera della microbiologia. La paura e la sensazione che le malattie potessero
trasmettersi tra individui antica: Tucidide descrisse il terrore della peste di Atene, i Romani
fuggivano gli appestati, gli Ebrei i lebbrosi, come tutti gli altri popoli. Boccaccio descrive la navata
semivuota di Santa Maria Novella per la fuga dei fedeli impauriti, Petrarca afferma che nessuno sa
in che cosa veramente consista la causa della peste: gli storici tacciono, i fisici si stupiscono, i
filosofi consigliano il silenzio.
Democrito, Epicuro, Lucrezio avevano parlato di atomi. Fracastoro ci parla di particelle
invisibili. Particelle invisibili passano da un malato allaltro, queste sono le seminaria morbi, i semi
della malattia. Ma questo meccanismo si d solo per quelle malattie ben definite che si dicono
contagiose. Le particelle viventi escono fuori col respiro, con la perspiratio superficialis, e formano
attorno al malato un alone, unatmosfera, una nebbia, pronta ad aggredire un altro individuo. Queste
particelle per non sono parti evaporanti dal corpo, non semplici detriti, non atomi, ma sono
corpuscoli vivi che si propagano da un ammalato ad un sano per attrazione, per simpatia. E
inoltre questi seminaria ne generano altri di simili, una filiazione che genera altre fonti di contagio.
I seminaria morbi devono essere uccisi, e bisogna evacuarne anche i loro cadaveri, che sono pure
dannosi: concetti attuali, anticipati: disinfezione, antibiosi, tossine. E ancora i seminaria si
trasmettono: per contatto diretto, per mezzo di cose impregnate di essi, fomites, veicoli, che devono
aver superficie porosa e viscosa, si trasmettono a distanza, per chi entra nel raggio dazione
dellalone creato dal portatore. E non basta: hanno vitalit propria, sufficiente anche per vivere a
distanza, nellaria, nellacqua, nel suolo. Dallambiente vengono assorbiti col respiro, o dai pori
della pelle, da dove passano nel sangue attraverso le vene: la catena epidemiologica: infetto
veicoliinfetto. Questo il merito principale di Fracastoro, di aver pensato ad agenti di malattia
vivi e di averne descritto le modalit di trasmissione, in modo talmente preciso che poco si
aggiungerebbe in un moderno trattato di Igiene.
Fracastoro, uomo del cinquecento, non pu prescindere dallastrologia. Una certa qual importanza
gli astri potrebbero avere nella propagazione delle pestilenze, se vero che gli astrologi le possono
prevedere.
E certo che pu a ragione essere considerato lanticipatore della microbiologia: gli mancava la
prova della diretta visione dei seminaria: gli mancava la tecnologia, il microscopio.
Paracelso inizi la chimica. Per il vero progresso decisivo mancava un metodo che desse la
possibilit di osservare i fenomeni, di quantificarli e di verificarli. Galileo detter il Metodo per la
nascita della Scienza sperimentale.
La Chirurgia e i barbieri chirurghi. LOstetricia
I grandi anatomici ricordati furono anche grandi chirurghi: anatomia e chirurgia progredirono
insieme. Accanto alla chirurgia ufficiale fu da sempre prospera una chirurgia empirica, esercitata
da artigiani, illetterati, su indicazione dei medici o pi spesso in proprio.
Nel Medio Evo esistevano tre classi di tali artigiani: i barbieri, i barbieri chirurghi e i medici delle
ferite. Al barbierechirurgo era concesso, oltre che di tagliare barba e capelli, anche di praticare il
salasso. Il salasso aveva svariate indicazioni, dettate dai medici, ed era eseguito quasi sempre come
un rito: vene specifiche dovevano essere incise per ciascuna malattia, in determinate ore e stagioni,
59
e congiunzioni astraliAlcuni barbieri chirurghi acquisirono grande abilit dalla pratica
quotidiana e dallapprendimento nelle botteghe del maestro: ad essi erano affidate le operazioni
pi difficili e pi gravate da mortalit che i medici rifiutavano di eseguire: non erano cose che loro
convenissero.
Un barbiere -chirurgo divenne un grande chirurgo, fu Ambroise Par (15091590). Ebbe la
ventura di poter far pratica nei campi di battaglia. Nel trattare le ferite trov che era meglio usare un
miscuglio di albume duovo, invece che lolio bollente sulle ferite darma da fuoco. Scrisse nel
1545 un Metodo di trattare le ferite darchibugio e da altri bastoni da fuoco, che divenne ben
presto il vademecum dei chirurghi degli eserciti francese, italiano, tedesco e spagnolo. La sua fama
giunse ad Enrico II di Francia, e cos un barbiere chirurgo, che non conosceva n greco n latino
(scrisse i suoi trattati nella lingua francese, lunica conosciuta), fu accolto nella Confraternita di San
Cosma come Maestro di Chirurgia, il che lo equiparava al rango sociale del medico e lo autorizzava
a usare la veste lunga, suscitando le ire dei maestri della Sorbona.
Tra le altre opere scrisse un Trattato di Anatomia e Dieci libri di chirurgia: la sua opera di
chirurgo da paragonare a quella di anatomico di Vesalio. Propugn la legatura dei vasi
nellamputazione degli arti. Descrisse la lue congenita e attribu allaneurisma dellaorta lorigine
luetica. Descrisse dentifrici per ligiene orale, e denti artificiali in osso o avorio, tenuti da filo doro
o dargento. Propugn il trapano a corona. Pur credendo nellastrologia e nel potere dei santi nella
guarigione delle malattie, sfat la credenza nellefficacia del bezoar. Molto importante lopera di
Par nellOstetricia: descrisse con chiarezza il cancro dellutero e della mammella e fa cenno a
diffusioni ghiandolari sottoascellari; prospetta lestirpazione chirurgica in forme non estese.
Descrisse la tecnica del rivolgimento. Scrisse un libro sulla Generazione delluomo.
Abbiamo gi ricordato Leonardo che descrisse lutero con le sue tuniche e la vera posizione del
feto in utero. Falloppio descrisse le tube. Realdo Colombo precisa le tre posizioni fetali: testa in
basso, testa in alto, posizione trasversa; e inoltre limportanza del liquido amniotico. Riconosce per
primo la cervix uteri distinta dalla vagina.
Lallievo di Par, Guillemeau Jacques (15501613), scrisse lHeureux accouchement des
femmes.
Il taglio cesareo, sempre eseguito su donna morta, fu attuato nel 1500 da un castratore, Giacomo
Nufer, sulla propria moglie che sopravvisseMa fu ardito episodio isolato. Solo nel 1581
Francesco Rousset descrisse loperazione nel libro intitolato Isterotomochya, ma fu Cristoforo
Maini il primo chirurgo che lesegu a tecnica darte. Tali interventi per furono rarissimi e gravati
da altissima mortalit: si dovette attendere molto, prima di poterla usare con sufficiente
efficacia. . . ..Degno di memoria Scipione Mercuri per la sua opera in volgare La commare, che
si rivolge prevalentemente alle levatrici, dove per la prima volta indica il bacino stretto come
motivo per lesecuzione del taglio cesareo. Nel suo trattato d consigli di pediatria, atti a mantenere
sani i bambini e a curarli. Anche Girolamo Mercuriale (153016046?) tratt di pediatria (De
morbis puerorum) e di ostetricia (De morbis muliebribus 1582) dove parla di allattamento,
puerperio, disfunzioni mestruali e malattie ginecologiche.
LIgiene personale
Durante il Medio Evo ligiene personale era quasi del tutto trascurata: non si usava il sapone, per
altro gi conosciuto da Plinio. I vestiti non venivano quasi mai lavati anche per la difficolt tecnica,
essendo per lo pi costituiti di lana. Nella loro trama vivevano abitualmente vari parassiti: pidocchi
e pulci erano ospiti abituali. Il bagno era praticato solo dai ricchi in bigoncia di legno: lacqua calda
era versata con piccoli boccali sul bagnante seduto. Gli scarsi bagni pubblici, pi che fonte di
pulizia erano fomiti di infezioni. Il letto era in comune per tutti i membri della famiglia, ma anche
per gli ospiti che vi giacevano nudi, usando per guanciale i vestiti del giorno. Era costituito da un
60
pagliericcio contenuto in un telaio di legno. I ricchi avevano letti di piume e cuscini, i poveri solo
giacigli, coperti da una tela. Non esistevano latrine, n locali appartati per le esigenze corporali.
Solo nel 1533 il Parlamento di Parigi ordin che ogni casa avesse apposite buche per gli escrementi,
onde evitare di gettarli dalle finestre. Non esistevano i piatti: al principio del Medio Evo erano
rappresentati da una fetta di pane rotonda (la mensa degli antichi), sulla quale si versavano gli
alimenti. Poi vennero i piatti di legno e poi quelli di terracotta. Unico il bicchiere per tutti: i ricchi
ne avevano uno per coppia. Unico il piatto di terraglia, posto al centro della tavola, dal quale
ognuno si serviva con le mani. La minestra era versata in buche scavate nello spessore della tavola.
Nel Rinascimento invece ligiene personale abbastanza curata. Si usa il sapone, anche
profumato, per il lavaggio del viso e delle mani, consigliato ogni mattina. Quello dei piedi e dei
capelli era consiglato ogni settimana. I ricchi avevano camere da bagno, con vasca marmorea e
pareti di lusso, con dispositivo per larrivo dellacqua calda (vedi Castel SantAngelo in Roma,
nellappartamento del cardinale). Era conosciuta la doccia, prima in Italia, in Francia nel XVI
secolo. La biancheria personale era cambiata una volta alla settimana. Comparve il fazzoletto per
aiutare le mani nella pulizia del naso. Abbastanza curata anche ligiene sessuale: era vietata la
prostituzione clandestina, regolata quella pubblica. Durante il regno di Carlo IX, nel 1561, vennero
chiusi tutti i postriboli: erano tollerati solo quelli aperti nel 1256: di qui il nome di case di
tolleranza.
Lebbra e Pestilenze
Lebbra e pestilenze funestarono anche il Rinascimento con varie epidemie cicliche, precedute da
avvenimenti tellurici straordinari, ritenuti presagi dalla credenza popolare. Si credevano mandate
dallira divina a causa di peccati individuali o collettivi che bisognava espiare. Era intuto il fatto
che fossero contagiose: Fracastoro laveva teorizzato. Marsilio Ficino consiglia di fuggire dai
luoghi sospetti di starsene sobri e casti, e allegri, di evitare eccessive fatiche, di evitare i
cattivi odori e i venti provenienti dalle paludi.
Sorgono i Lazzaretti, il primo a Venezia nellisola dove sorgeva la chiesa di Santa Maria di
Nazareth (nazaretum ?), nel 1403. Poi a Milano, Genova, Ferrara e FirenzeMa il ricovero fu reso
obbligatorio solo nel 1476 con ordinanza del magistrato di Padova. Le condizioni di alloggio erano
abbastanza buone, salvo nel corso di epidemie, quando i pazienti giacevano dovunque ci fosse
posto.
Nel Cinquecento comparve una malattia nuova la, Sifilide. Sembra ormai certo da studi eseguiti
su ossa di individui dellAmerica Latina, Stati Uniti e Oceania col metodo del Carbonio 14, che la
malattia esistesse tra quelle popolazioni fin dal IX secolo e che, quindi, sia credibile che la Sifilide
fu importata in Europa dalle caravelle di Colombo di ritorno dal Nuovo Mondo. Il nome di sifilide
fu dato da Fracastoro nel suo celebre trattatopoema Syfilis seu de morbo gallico. Lautore
presume che la malattia provenisse dalla Francia, importata in Italia dalle empie guerre galliche.
Il poema consta di 1300 raffinati esametri. I Francesi chiamarono il morbo gallico mal italien o
mal napolitain, e gli Inglesi french disease. I Giapponesi mal dei Turchi e i Turchi mal dei
Cristiani. Il nome deriva da Sifilo, mitico pastorello che, avendo osato protestare contro Apollo
che non laveva protetto contro la carestia, venne punito dal dio con quella malattia che provocava
pustole e ulcere che poi scomparivano, ma non la malattia che ricompariva con rigonfiamento delle
ossa. La Sifilide non era distinta dalla gonorrea, con la quale fu sempre confusa fino al 1879.
Verso il Metodo scientifico in Medicina
Il pensiero dellultimo periodo del Medio Evo e del Rinascimento si evolve nel senso
dellantiautoritarismo: nessuna autorit possiede la verit assoluta, immutabile. Non si cerca pi
61
lorigine prima delle cose, la causa causarum metafisica, ma lo studioso rivolge il suo sforzo
allesame del fenomeno in s, allo studio della materia, della Natura, col rigore del ragionamento
non solo, ma con lesigenza dell experimentum. Queste esigenze hanno origini lontane, e sorgono
proprio dallinterno della Chiesa, dove germogliano fermenti sempre ai limiti delleresia,
linsofferenza dei clerici vagantes, il confronto tra santi ed eretici, con divisioni talora cos sottili
che solo piccole differenze hanno imposto laureola a taluno e il rogo agli altri. Abbiamo ricordato i
francescani della Scuola di Oxford, Duns Scoto e Ruggero Bacone; citiamo ora, come figura
emblematica di questa esigenza di opposizione all' ipse dixit, Sant'Alberto Magno (Colonia 1193
-1282). Per primo ha il coraggio di opporsi allautorit di Plinio in biologia: lipse dixit nella
scienza non ha nessun valore: experimentum solum certificat. Le cose sono vere solo se probatae
per experimentum. E lesperimento deve essere ripetuto alla presenza di moltiEgo et multi
mecum de sociis vidimus: experti sumus ego et socii mei: io, i miei collaboratori, assistenti, abbiamo
visto...
Esperimento fatto personalmente dallo sperimentatore o da esperti: experto crede Ruperto: credi
allesperto Rupertofidati.
Nelle sue opere quindi non riferisce semplicemente le cose asserite dai classici, ma riporta quanto
lui stesso ha provato. Si tratt di precisa osservazione del fenomeno, rigorosa e confermata; non di
vero esperimento in senso moderno: Galilei era ancora lontano. Certo ne fu un anticipatore, un
precursore. Il dubbio metodico era la sua guida: il fenomeno osservato era provato dal fatto
sperimentato.
Solo dopo circa quattro secoli dovette maturare il Metodo scientifico di ricerca: attenta
osservazione di ciascun fenomeno, valutazione di pi fenomeni fino a risalire alla legge naturale
che li regola, riproduzione del fenomeno secondo la legge che lha prodotto. Questo sar il metodo
di Galileo Galilei che sar possibile adottare solo con lavvento della tecnologia che permetter di
quantificare il fenomeno e di ridurlo a formula matematica.
La Medicina solo con lapplicazione di questo metodo potr veramente avanzare come scienza
che indaga sulla materia. Luomo tuttavia non composto di sola materia riducibile in formule, ma
anche di Psiche che dirige ragione e irrazionalit, che sfuggono alle regole della matematica.


62
IL RINASCIMENTO SCIENTIFICO DEL SEICENTO
Della necessit che anche la verit biologica debba essere certificata dallexperimentum e che
la prova debba essere ripetibile aveva gi parlato SantAlberto Magno. Si dovette per arrivare al
600 perch questo postulato divenisse oggetto di pratica attuazione. In questo secolo i due pilastri
della via scientifica alla conoscenza, il razionalismo e lempirismo, furono in dissidio tra loro: da
una parte lo studio di ci che positivamente esiste, la sperimentazione del fatto reale, dallaltra
lattivit pensante di ciascun individuo, il suo raziocinio, il suo giudizio. Ambedue le vie parallele
contribuirono allo sviluppo e al progresso della conoscenza.
Il principale esponente del Razionalismo fu Cartesio (15961650).
Il pensiero, la ragione ha preminenza sulla sensazione (gi lo affermava Campanella). La
sensazione pu essere fallace; di ogni cosa dunque si deve innanzi tutto dubitare. Il dubbio
sistematico, razionale: la preminenza del ragionamento: cogito, ergo sum. La concezione del mondo
secondo Cartesio quella di Democrito: la materia composta da corpuscoli in movimento entro il
vuoto; il movimento reciproco dei corpuscoli produce le diverse realt esistenti della vita. Fonte
prima dei movimenti lanima, con sede nella ghiandola pineale. Le leggi quindi che regolano il
movimento, le leggi della meccanica, mantengono e regolano il mondo. Scrisse Discours de la
mthode. Suo merito principale fu quello di richiamare lattenzione sulla materia accessibile allo
studio diretto delle sensazioni e di porre il dubbio a regola del raziocinio.
Il principale esponente dellEmpirismo fu Francesco Bacone (15611626).
Ebbe il merito di farsi entusiasta banditore della dottrina che basava ogni fondamento di conoscenza
nella esperienza data dagli organi di senso. Il suo metodo si esplica in due fasi: una negativa, basata
sulla critica delle illusioni, laltra positiva basata, sullo studio sperimentale dei fenomeni, di ciascun
fenomeno: dal particolare alluniversale. E il metodo induttivo. Linverso di quanto aveva
insegnato Aristotele: dalluniversale al particolare (metodo deduttivo). Scrisse il Novum organum.
Determinante per la conoscenza scientifica fu lopera di GALILEO GALILEI (15641642). Egli
realizz una vera rivoluzione nel metodo dindagine scientifica: descrisse e pratic il Metodo
sperimentale, tuttora valido per la ricerca scientifica. I capisaldi del metodo sono:
1) Osservazione del fenomeno, fisico o biologico.
2) Valutazione del fenomeno rendendolo quantificabile in termini matematici.
3) Ricerca della legge naturale che produce e regola il fenomeno.
4) Riproduzione del fenomeno applicando la legge scoperta che lo determina.
La ripetizione dellesperimento diventa quindi la controprova dellesattezza della legge trovata.
Loggetto della scienza, in senso galileiano, la Legge che regola il fenomeno, non lEssenza delle
cose, oggetto della filosofia. E la scienza misura. Lintera Natura e i fenomeni fisiologici e
patologici vengono cos ricondotti alla vera oggettivit, espressa con numeri. Il Metodo galileiano,
matematico sperimentale, applicato a tutte le scienze, mut profondamente la forma mentis di fronte
al problema della conoscenza. Nelle scienze esatte la legge esprime il rapporto costante e
necessario tra due fenomeni: ammesso il primo (causa), ne consegue di necessit il secondo
(effetto). E il procedimento induttivo.
Effetto diretto del metodo fu il progresso dello strumentario clinico. Principale e fondamentale
invenzione di strumenti dindagine fu il Microscopio. La paternit dellinvenzione non certa. La
prima menzione di uno strumento per vedere cose invisibili si ricollega a Galileo che denomina
occhialino lo strumento da lui realizzato nel 1610 sullidea del cannocchiale. Il nome
microscopio appare nel 1625 in una lettera di Giovanni Faber, medico di Urbano VIII. Grande
costruttore e perfezionatore di microscopi fu Leeuwenhoek che costruiva personalmente lenti
biconvesse capaci di 270 diametri.
63
Le Accademie scientifiche
La prima di esse fu lAccademia dei Lincei, fondata dal principe Federico Cesi nel 1603. Aveva
come stemma una lince, dagli occhi indagatori, che atterra lIdra, con il motto Sagacius ista.
LAccademia del Cimento, col motto Provando e riprovando, fu fondata dal Card. Leopoldo de
Medici nel 1657. Da essa presero spunto le accademie scientifiche straniere.
Sorse la Royal Society, di Londra ad opera di Carlo II nel 1662, e lAcadmie Franaise ad opera
del Card. Richelieu nel 1635.
LAccademia dei Lincei, dopo varie vicissitudini, fu chiusa nel 1840 da Gregorio XVI, riaperta da
Pio IX col titolo di Pontificia Accademia dei nuovi Lincei, poi definitivamente costituita nella
attuale Pontificia Accademia delle Scienze da Pio XI. Fusa nel 1939 con lAccademia dItalia.
Ricostituita nel 1944 come Accademia dei Lincei.
Le Scuole Jatromeccanica e Jatrochimica
Il 1500 fu il secolo dei grandi anatomici. Il 1600 vide soprattutto rinascere linteresse per
linterpretazione delle funzioni che gli organi biologici, per la loro struttura e conformazione,
dovevano esercitare. Lo studio appunto della Fisiologia.
Due orientamenti contrapposti tentarono di interpretare e spiegare i fenomeni biologici, normali o
patologici. Uno, di ispirazione galileiana, li interpretava sulle basi della meccanica, laltro sulle basi
della chimica. Furono le due scuole: jatromeccanica e jatrochimica.
Scuola jatromeccanica
Secondo questa Scuola le funzioni del corpo umano sono effetti meccanici della macchina umana.
Conservano tuttora una certa validit le interpretazioni delle funzioni relative allazione muscolare e
alcuni fenomeni della meccanica respiratoria. Caposcuola fu Santorio Santorio (15611636),
inventore di vari strumenti scientifici: us per misurare la febbre lo scherzino, termometro ad
alcool inventato da Galileo. Invent il pulsilogio per misurare le pulsazioni delle arterie
(frequenza e ritmo) e l igroscopio per misurare la umidit dellambiente. Fu soprattutto famoso
per luso sistematico della bilancia. Invent la statera a seggiola, pesando i malati prima e dopo i
pasti, prima e dopo le escrezioni, prima e dopo ogni attivit fisica, e scopr che gli escreti, con le
urine e le feci, pesavano meno della quantit di cibo ingerita: qualcosa quindi doveva sfuggire alle
vie fecale e urinaria, qualcosa doveva essere eliminato per altre vie: la via cutanea e polmonare.
Chiam questo fenomeno perspiratio superficialis.
In terapia prescriveva ricette molto semplici e consigliava attenzione per lambiente, lo stato
danimo, lo stile di vita e lattivit sessuale, che influenzano positivamente o negativamente
lattivit delle escrezioni. Affermava che lallegrezza rende pi facili la sistole e la diastole; il
timore e la mestizia le rende pi difficili.
Tornato a Venezia carico degli escrementi dei nobili di mezza Europa, fu docente allUniversit di
Padova finch gli studenti ne ottennero le dimissioni per assenteismo: era troppo occupato con la
professione privata.


64
Altro grande esponente di questa Scuola fu Alfonso Borelli (16061679). Fu matematico allievo
di Galilei. Condusse studi sul movimento degli animali: lattivit muscolare dovuta ad una
sostanza attiva, mentre i tendini e le fibre erano interpretati come semplici strutture di supporto.
Attribu la forza meccanica della sistole cardiaca alla disposizione a spirale delle fibre muscolari
del ventricolo, e il flusso ematico alla elasticit delle arterie, e, inoltre, la inspirazioneespirazione
allattivit dei muscoli toracici. Sostenne che nello stomaco esiste un succo corrosivo che
trasforma il cibo da solido in liquido. Le febbri maligne erano da lui interpretate come dovute ad
evaporazione di particelle velenose che, ricadendo al suolo, lo inquinavano, provocando cos le
febbri: non quindi per contagio, come sostenevano altri, specialmente Fracastoro.
Da ricordare Giorgio Baglivi (16681707), strenuo sostenitore dello sperimentalismo per spiegare
i fenomeni biologici alla luce delle scienze, ma ippocratico sul piano della attivit clinica. Studi al
microscopio le fibre muscolari e distinse i muscoli in lisci e striati. Studi gli aspetti fisiologici della
saliva, della bile e del sangue. Il medico doveva essere il ministro della natura, che ne ascolta i
principi e li classifica e raggruppa: precedenti morbosi, sintomi in atto, complicazioni: il tutto
digerito forma la Storia naturale della malattia. Come le lettere dellalfabeto che da sole non
dicono nulla, ordinate e collegate, invece, formano un chiaro linguaggio.
Scuola jatrochimica
Accanto alla Scuola jatromeccanica e in contrapposizione ad essa si sviluppava nello stesso
periodo, la Scuola jatrochimica che basava ogni interpretazione dei fenomeni biologici su concetti
chimici. Ispiratore e precursore di questa scuola fu G.B. von Helmont (15771644), seguace delle
idee di Paracelso ebbe felici intuizioni frammiste a idee misticooccultistiche che ne fecero uno
strano medico alchimista, sempre sotto i rigori e il controllo dellInquisizione. Riteneva che
esistessero diverse forze attive, archei, accompagnate da materia aeriforme, da lui stesso chiamata
gas, e da movimento, chiamato blas, energia che trasforma la materia.
Alla base di ogni processo fisiologico e patologico sta la fermentazione, concetto che trov
favorevole eco tra i medici jatrochimici. Us per primo il termine saturazione per indicare il
completo stato di soluzione e intu che la materia disciolta nel solvente non veniva in esso distrutta.
In terapia seguiva gli insegnamenti di Paracelso e ne usava le sostanze: guar dalla scabbia con i
medicamenti del maestro svizzero, mentre quasi soccombeva ai salassi della medicina galenica.
Il vero fondatore della Scuola jatrochimica fu Francesco Dubois (16141672), De la Bo di
Hanau che latinizz il suo nome in Sylvius. Sostenne che le fermentazioni sono alla base di ogni
processo vitale. Dalla fermentazione scaturiscono tre umori fondamentali: saliva, bile e succo
pancreatico, elementi fondamentali nel processo della digestione. Oltre alla fermentazione si svolge
nel sangue anche il processo di effervescenza, ebollizione: lurina si formerebbe dal sangue per
effetto delleffervescenza che stacca dalla massa ematica delle particelle piccolissime che,
ammassandosi, costituiscono lurina. Scopr che i sali sono la risultante della combinazione di
acidi con alcali. AllUniversit di Leida, dove insegnava, introdusse un corso di Laboratorio