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LEZIONI Di STORIA Della MEDICINA
LEZIONI Di STORIA Della MEDICINA
2023-24
1.Età antica, pre-classica e classica: dalle origini sino alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d. C.)
2.Medioevo: Alto (476 d.C.-1000 ca.) - Basso 1000-1492 (scoperta dell’America)
3.Età moderna: 1492-1815 (Congresso di Vienna, post Rivoluzione Francese 1789)
4.Età contemporanea: 1815 (Congresso di Vienna) ad oggi
LE 4 RIVOLUZIONI SCIENTIFICHE
I. Ippocrate: medicina laico-razionale; patologia umorale; medicina scienza relativa e applicata; medico
professionista
II. Rivoluzione Anatomica-Chimica-Meccanica: la medicina da scienza delle qualità diventa scienza delle
quantità: metodo sperimentale applicato alla medicina
III. Medicina Sperimentale: validazione dell’ipotesi con l’esperimento, condotto con procedure quantitative
(le leggi delle scienze esatte spiegano i fenomeni fisiologici); abbandono del vitalismo
IV. Medicina Molecolare: 1949 anemia falciforme; 1953 struttura a doppia elica del DNA
MEDICINA PRE-CLASSICA
MEDICINA TEURGICA, MAGICA. Salute e malattia sono mandate dagli dèi: la malattia = punizione
per comportamenti umani contrari al volere degli dèi.
CONCETTO ONTOLOGICO DI MALATTIA. La malattia è un’entità indipendente dal corpo, dotata di
una propria autonomia:
OGGETTO IMMATERIALE (concezione corpuscolare)
ESSERE VIVENTE (concezione parassitaria)
ESSERE INANIMATO (concezione demoniaca)
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Testi omerici
Iliade: “Disse così pregando; e Febo Apollo l’udì, e scese giù dalle cime d’Olimpo, irato in cuore,
l’arco avendo in spalla e la faretra chiusa sopra e sotto: le frecce sonavano sulle spalle…i muli
colpiva in principio ed i cani veloci, ma poi mirando sugli uomini la freccia acuta lanciava, e di
continuo ardevano le pire dei morti, fitte…”
Odissea: “Con una benda fasciarono il ginocchio di Ulisse, poi, intonando delle melodie mistiche, la
ferita rimarginata mostrò la potenza di quella sacra melodia”
Il culto di Asklepio/Esculapio. I poteri terapeutici originariamente attribuiti ad alcuni dèi principali (Apollo,
Artemide) furono trasferiti a divinità minori quali Asklepio/Esculapio figlio di Apollo e della ninfa Coronide
La medicina si esercita nei templi/Asklepeia, luoghi sacri. Le guarigioni miracolose avvenivano grazie a
visioni che apparivano all’ammalato mentre dormiva in un tempio dedicato al dio stesso (teoterapia,
ludoterapia, musicoterapia) Filosofia teurgica della malattia. L’infermità era causata da ignote forze
sovrannaturali e quindi la guarigione doveva arrivare da quelle stesse forze.
LUOGHI DI CURA
TEMPIO: struttura sacra costituita dal santuario del dio-medico (Asclepio in Grecia, Esculapio o Apollo a
Roma) nel quale si svolgevano riti di guarigione. Il malato dopo essersi purificato nella fontana sacra ed aver
versato un’offerta ai sacerdoti, veniva ammesso al sonno sacro nell’abaton. In questa zona, da cui erano
rigorosamente esclusi malati molto gravi e partorienti, i sacerdoti inducevano il sonno sacro, il dio in
persona o il serpente che ne è l’incarnazione visitavano il malato e gli indicavano la cura dei suoi mali.
IATREION: dal greco iatròs (medico) è la bottega del medico laica, anche del medico ippocratico, posta al
centro delle vie di comunicazione cittadine più frequentate. Nello iatreion ci sono allievi del medico. A
Roma corrisponde alla taberna medica, come testimoniato da Celso (I sec d.C.)
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MEDICINA IN MAGNA GRECIA
Alcmeone di Crotone (circa 500 a.C.):
scienza medica: metodo conoscitivo analogico, dissezione sugli animali (occhi ➪ nervo ottico ➪
cervello)
“si ode perché le orecchie sono vuote, l’aria riecheggia, si sentono odori perché l’aria è
attratta dall’ispirazione al cervello, con la lingua si sentono i sapori perché il calore scioglie
gli umori sapidi, gli occhi vedono per l’umore acqueo tutte le sensazioni hanno una qualche
connessione con il cervello” (Teofrasto, De sensu)
metodologia dell’osservazione ed analisi comparativa tra esseri viventi.
salute nel corpo umano è equilibrio (isonomia) di umori e qualità
Le osservazioni fonte di nuove conoscenze, in continuo divenire. La medicina fondata su
osservazioni
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trascorre la giovinezza viaggiando allo scopo di approfondire le conoscenze e perfezionare la sua
istruzione soprattutto in campo medico
torna in patria per dedicarsi all’insegnamento e per mettere a frutto tutto ciò che aveva appreso
Corpus Hippocraticum
53 opere, 72 libri raccolti dai bibliotecari alessandrini nel III sec. a.C.
genuinità delle opere di Ippocrate: Eroziano e Galeno compilarono un glossario delle voci ippocratiche che
venne riesaminato poi in epoca umanistica e anche da autori del nostro secolo.
Le opere del Corpus possono essere divise a seconda del loro contenuto in:
* libri a contenuto etico
* libri di clinica e patologia
* libri di chirurgia
* libri di ostetricia, ginecologia e pediatria
* libri di anatomia e fisiologia
* libri di terapeutica e dietetica
Il medico
Unione del perfetto uomo con il perfetto studioso: calma nell’azione, serenità nel giudizio, moralità, onestà,
amore per la propria arte e per il malato.
Non è un essere superiore ed infallibile come i sacerdoti degli antichi templi, deve sopperire alla sua
fallacità con il massimo dell’impegno in modo da commettere solo errori di lieve entità.
Il suo abito deve essere decoroso ed il suo aspetto denotare salute
La clinica
Studio dei segni e dei sintomi osservabili sul paziente.
L’esame effettuato dal medico doveva essere approfondito, comprendeva ascoltazione, palpazione e
(forse)percussione.
Indizi utili per la diagnosi: sfumature di colore, variazioni di comportamento, insolite contrazioni
muscolari, quantità e qualità di qualsiasi escrezione e secrezione.
L’anamnesi particolareggiata e minuziosa (rivolta essenzialmente a conoscere la situazione presente
del malato).
La prognosi si basava sullo studio degli esiti delle varie patologie: infausta se si notavano fattori quali
disturbi visivi, sudore freddo, anemizzazione delle mani, cianosi delle unghie e stato di agitazione.
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La patologia
Quattro umori e qualità: sangue (caldo umido) che proveniva dal cuore, flegma (freddo umido) dal cervello,
bile gialla (caldo secco) dal fegato, bile nera (freddo secco) dalla milza.
Lo stato di salute si aveva quando gli umori erano perfettamente bilanciati tra loro; se invece la crasi era
alterata per l’eccesso, la corruzione o la putrefazione anche di un solo componente, allora insorgeva la
malattia.
La natura stessa con la sua capacità curativa interviene per ristabilire l’equilibrio. Il calore innato, energia
che produce gli umori e li mantiene in equilibrio, permette l’espulsione degli umori in eccesso. Per poter
essere eliminati gli umori, dovevano prima essere modificati con un processo definito di "cottura-pepsi-
cozione”. L’espulsione del prodotto finale (urina, sudore, pus, espettorato, diarrea) poteva essere rapida ed
evidente (crisi) o graduale (lisi).
Motivi dell’alterazione degli umori potevano essere le intemperie, la dieta o cause fisiche correlate
all’ambiente di vita, la costituzione del paziente.
Patologie come fenomeni generali per l’organismo: la polmonite, la pleurite, la rinite, la laringite, la diarrea,
alcune malattie del sistema nervoso, l’epilessia, il tetano.
L’anatomia
Conoscenze anatomiche scarse e rudimentali:
Ippocrate era più indirizzato verso il lato pratico della medicina, maggiore propensione per la
clinica;
la cultura greca aveva un rispetto assoluto per i corpi dei morti, quindi non c’era la possibilità di
studiare l’anatomia esercitandosi direttamente sui cadaveri.
Corpus Hippocraticum: trattati chirurgici; trattati embriologici.
Descrizioni anatomiche di: occhio (tre tuniche, interna, media ed esterna), cuore (valvola aortica e
polmonare), cervello (diviso in due metà simmetriche), vasi sanguigni (due di grosso calibro dal fegato e
dalla milza), struttura delle ossa (capo, vertebre e costole).
La chirurgia
La scuola di Ippocrate disponeva di uno strumentario abbastanza fornito comprendente coltelli e bisturi di
varie forme e dimensioni. Gli interventi più frequentemente eseguiti erano la riduzione di lussazioni e di
fratture, la trapanazione del cranio e la cura dei piedi torti. Particolareggiata era la tecnica delle fasciature.
Nella cura delle ferite era raccomandato il riposo e l’applicazione di calore.
Corpus Hippocraticum: i libri di chirurgia su Ferite ed Ulcere, Emorroidi, Fistole, Ferite del cranio, Fratture,
Articolazioni “Le cose inerenti la chirurgia sono: il paziente, il chirurgo, gli assistenti, gli strumenti, la luce, il
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dove ed il come, quante cose ed in che modo, dove va posto il corpo dove vanno posti gli strumenti, il tempo
il modo ed il posto”
La terapia
Epidemie (I, II) “Aiutare, o quantomeno, non nuocere”
Varie erano le piante usate come farmaci. Venivano praticati salassi, cure idroterapiche, inalazioni,
irrigazioni vaginali. Notevole l’uso di ventose come antiflogistico: creando una depressione nella zona
infiammata si provoca una vasocostrizione da suzione che riduce la quantità di essudato e trasudato.
La febbre è un ottimo mezzo per raggiungere la guarigione: il suo calore facilita infatti l’evacuazione degli
umori in eccesso accelerandone la "cottura".
La dietetica
Dieta: complesso di regole e prescrizioni che il malato era tenuto a seguire non solo relativamente al suo
regime alimentare.
Lo scopo era il ripristino dell’equilibrio degli umori tramite la prescrizione di cibi che, a seconda dei casi,
erano umidi, caldi, freddi, o asciutti. Nella fase acuta della malattia erano maggiormente indicati cibi leggeri
e bevande poco nutrienti al fine di non distrarre le forze dell’organismo dalla "cottura" degli umori verso
quella degli alimenti.
LA MEDICINA ELLENISTICO-ROMANA
Dopo l’era della clinica (scuola di Ippocrate) si apre l’era caratterizzata dall’esperimento biologico: studi
sistematici su sezioni anatomiche e vivisezione su animali.
In Grecia il corpo umano è sacro, ma l'enorme sviluppo delle arti figurative (scultura) presuppone delle
conoscenze anatomiche.
La dissezione venne praticata poco dopo gli ippocratici e trovò la massima espressione nella scuola
alessandrina.
Il filosofo Aristotele, partendo dalla dottrina di Ippocrate approfondisce gli studi sull’anatomia e sulla
fisiologia anche attraverso vivisezioni per conoscere meglio la struttura e la funzione degli organi.
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Studi di embriologia: il cuore comincia a battere nelle fasi iniziali dello sviluppo dell'organismo: primum
oriens, ultimum moriens.
Organi illustrati con disegni che rappresentano le prime figure anatomiche (sistema genito-urinario, utero).
Alessandria d’Egitto
Nell'impero tolemaico, ad Alessandria d'Egitto, si sviluppò un movimento culturale di vastissime
proporzioni. Qui la cultura greca si fonde con quella egiziana.
Viene costruita la biblioteca più grande e famosa dell'antichità. In questa biblioteca operavano scienziati
formatisi alla scuola aristotelica che praticano le dissezioni sugli animali e anche sull'uomo.
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MEDICINA AUTOCTONA (VIII-II SEC. A.C.)
Presenza di curatores, persone in grado di prestare occasionalmente una sorta di servizio sanitario
in condizioni di straordinaria emergenza (ad esempio guerre o pestilenze)
Emanazione di leggi a sfondo igienico-sanitario fin dai tempi dei sette re (VIII-VI sec. a.C.)
Pater familias (rappresentante della medicina domestica) deputato alla tutela della salute dei
componenti del nucleo famigliare, dei dipendenti e del bestiame
Due espressioni della medicina in questa fase:
Medicina empirica: basata su nozioni desunte dall’esperienza (erbe medicamentose, infusi, decotti ecc.)
unite a elementi di magia. Catone il censore (234 -149 a.C.) famoso per la conoscenza di parecchi medicinali
e per la pratica con apparecchi per ridurre lussazioni e fratture
Medicina sacerdotale: presenza di una serie di divinità, ognuna delle quali proteggeva una parte del corpo o
era preposta a singoli aspetti della vita fisiologica.
FASE DI TRANSIZIONE (III-I sec a.C.)
Caratterizzata dall’arrivo a Roma di parecchi medici greci: scarsa abilità tecnica e dubbia moralità:
produzione e vendita di filtri amorosi
Quasi tutti schiavi o liberti, inizialmente non godevano di grande prestigi
Con Arcagato (219 a.C.) dal Peloponneso: pubblica professione medica esercitata in luoghi detti
tabernae medicinae simili agli jatreia greci descritti da Ippocrate.
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GALENO: MEDICO IMPERIALE A ROMA
«Lo scopo dell'arte medica è la salute, il fine è ottenerla»
L’istruzione di Galeno fu eclettica e sebbene la sua opera fosse prevalentemente in biologia e medicina, fu
anche conosciuto quale filosofo e filologo. Egli riteneva che la filosofia fosse parte indispensabile degli studi
di medicina.
Il medico doveva conoscere il disprezzo del denaro e spesso accusò i colleghi di avarizia.
La sua prima attività fu quale chirurgo dei gladiatori a Pergamo. Dopo quattro anni emigrò a Roma dove
godette di una brillante reputazione, tanto da divenire il medico dell’imperatore Marco Aurelio, di Lucio
Vero e di Settimio Severo.
Interpretò razionalmente le forme anatomiche collegando la morfologia alla fisiologia: anatomo-fisiologia
galenica.
Tradizione: teoria umorale ippocratica
Osservazione: dissezione e vivisezione di animali (anatomia di radice alessandrine).
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LA MEDICINA DI GALENO
In anatomia non si limitò a sterili descrizioni morfologiche: cercò di capire la funzione e la finalità di
ogni singola parte dell'organismo, (sezionò più che altro corpi di animali principalmente maiali, cani
e scimmie). Le parti più minuziosamente trattate sono l'osteologia e la neurologia.
In fisiologia quasi ogni studio fu suffragato dalla parte sperimentale: scoprì la differenza tra nervi
motori e sensitivi, distinse le lesioni degli emisferi cerebrali da quelle del cervelletto, valutò la
funzione escretrice dei reni, la circolazione fetale e si occupò particolarmente degli organi di senso.
In patologia non raggiunse livelli di eccellenza in parte per la costante preoccupazione di voler
classificare ogni malattia, in parte per una venatura di filosofismo che emergeva nei casi in cui non
riusciva a risalire alle reali cause del male. Partendo da due teorie abbastanza semplici, e cioè da
quella dell'alterazione dei pori che si trovano tra gli atomi e da quella umorale, inserì nella sua
dottrina suddivisioni spesso artificiose, cause e concaus.
In clinica fu assai minuzioso: grazie alla diretta osservazione del malato, alla profonda conoscenza
dell'anatomia ed all'esperienza accumulata durante i suoi studi di fisiologia. Degna di essere
ricordata è la diagnosi differenziale tra emottisi, ematemesi e sputo sanguigno da epistassi;
descrisse vari tipi di febbre, i sintomi dell'infiammazione e sottolineò l'importanza dell'esame delle
urine e della valutazione del polso di cui distinse non meno di 40 varietà.
In terapia partì dal concetto ippocratico della forza medicatrice della natura basandosi sulla regola
del contraria contrariis.
Ogni medicamento doveva poi essere di provata efficacia e prescritto per una ragione plausibile;
conosceva quasi 500 sostanze semplici di origine vegetale e una vasta gamma di origine animale e
minerale. Tra quelli composti i più famosi erano la picra (purgante amaro a base di aloe) e la hjera
(purgante sacro a base di coloquintide). Frequente era anche il ricorso al salasso.
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La dissezione di animali comporta il rischio di essere accusati di pratiche magiche ( Apuleio,
Apologia).
TEORIA DEGLI UMORI
La medicina non si basa sul presupposto anatomico:
il medico cura ripristinando l’equilibrio umorale e non guarendo una parte od un’altra del corpo;
l’individualità degli organi è un fattore che determina la miscela umorale ed il moto di sangue,
flegma, bile gialla e bile nera nel corpo;
gli organi hanno quindi importanza solo in relazione alla sede degli umori.
MEDICINA POST-GALENICA
Sviluppo del dogmatismo e di uno sterile canonismo
Progressivo arresto dello sviluppo della medicina
Tendenza allo sconfinamento del conoscibile nel campo dell’inconoscibile
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PULIZIA PERSONALE
I lavaggi quotidiani limitati alle braccia e alle gambe, mentre ogni nove giorni lavaggio di tutto il corpo
Trattamento termale:
inizio con esercizi fisici, bagni di sole e massaggi
immersione nella vasca calda (calidarium), in quella tiepida (tepidarium), e per ultimo in quella
fredda (frigidarium)
ulteriore massaggio, la unzione con balsami ed oli profumati
Le donne potevano accedere alle terme di mattina, gli uomini invece da mezzogiorno fino a dopo il
tramonto; gli ammalati potevano entrare anche prima dell'orario di apertura
L'epidemiologia
Il concetto di epidemiologia simile a quello esistente in epoca greca: costituzione epidemica dell'atmosfera
causata dagli eccessi di calore, umidità, secchezza e freddo.
Penetrazione di una sostanza velenosa non bene identificata (proveniente dalla putrefazione dei cadaveri
insepolti) nell'organismo principalmente attraverso le vie respiratorie.
Esempi di interpretazioni assolutamente fantastiche: pestilenze di origine tellurica (il veleno esalava dalla
terra dopo i terremoti), religiosa e astrologica.
Purificazione dell’aria attraverso grandi fuochi in cui venivano bruciati fiori profumati ed unguenti
aromatici.
L'OSPEDALITÀ A ROMA
Presenza dei valetudinaria, cioè infermerie private dove i patrizi erano soliti curare i propri famigliari e gli
schiavi e in cui trovavano impiego sia medici che infermieri (servi a valetudinario)
Famose le medicatrinae adiacenti al tempio di Esculapio, sull'isola Tiberina, dove gli ammalati erano tenuti
sotto la diretta osservazione di medici e dei loro discepoli
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LA MEDICINA MILITARE
Nell'esercito romano c'era un medico per ogni coorte e due per quella in prima linea.
Dipendevano dal praefectus castrensis e da un medico capo che spesso era anche il medico personale
dell'imperatore, ma non potevano passare al rango di ufficiali in quanto non partecipavano direttamente
alle battaglie.
L'assistenza ai feriti prestata direttamente sul campo, all'aperto; per i casi più gravi c'era il valetudinarium
in castris, una sorta di ospedale da campo che poteva contenere fino a 200 pazienti e in cui trovavano
impiego anche infermieri, massaggiatori ed inservienti.
MEDICINA MEDIEVALE
Il Medioevo raccoglie l’eredità della medicina del mondo classico: nonostante che nell’Alto Medioevo si
assista ad una apparente stasi degli studi di medicina, ciò non significa che la medicina non sia stata
praticata.
La medicina fu essenzialmente una medicina pratica, basata sull’insegnamento diretto e sull’uso di presidi
terapeutici consacrati dall’uso e dalla tradizione: la medicina dell’alto medioevo non differì molto da quella
dell’antichità
A partire dal XII secolo la medicina in Occidente vivrà una stagione nuova con la definizione di un nuovo
status del medico e con l’ingresso della medicina nell’insegnamento universitario.
•La malattia (a parte la menomazione fisica, come ad esempio una ferita) veniva intesa come rottura
dell'equilibrio umorale che comporterebbe una alterazione del buon funzionamento dei processi.
•La terapia: sforzo di ritornare all'equilibrio precedente (o ad un nuovo equilibrio se la malattia comporta
comunque una menomazione) attraverso l'igiene o i farmaci o, se necessario, la chirurgia.
Il Medico:
•Durante questo periodo la medicina iniziò comunque ad essere riconosciuta quale professione, sulla base
di una formale istruzione, un curriculum standardizzato e leggi riconosciute.
•In alcune regioni, i medici erano tenuti a superare esami prima di iniziare la pratica. I medici non
addestrati erano destinati a sanzioni e multe, cosicché la licenza di stato divenne procedura comunemente
diffusa.
•Le donne-medico trattavano comunemente pazienti femminili, ed i medici non istruiti o autodidatti, o
”sanguisughe”, sebbene derisi dai medici istruiti, erano lasciati lavorare sia sull’uomo, sia sugli animali.
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La Diagnosi:
•La diagnosi del paziente era solitamente incompleta.
•Essa consisteva nella ispezione di sangue, feci, urina e nell’esame del polso
•Il sangue era esaminato per la viscosità, temperatura, scivolosità, sapore, schiumosità, rapidità di
coagulazione, e le caratteristiche degli strati in cui si separava.
•Sangue, feci e urine misuravano l’equilibrio degli umori in un individuo.
•L’osservazione, comunque, consisteva principalmente nel considerare visivamente l’apparenza esterna del
paziente, nell’ascoltare la descrizione del paziente della malattia, e nell’ispezione ed odore delle sue
escrezioni.
•L’esame del polso non era per valutare e misurare il flusso ematico, non essendo i medici medievali al
corrente della circolazione, ma piuttosto per la forza degli spasmi cardiaci.
LA SCUOLA SALERNITANA
È considerata la più antica ed illustre istituzione medievale medica del mondo occidentale; in essa
confluirono tutte le grandi correnti del pensiero medico fino ad allora conosciuto: la leggenda narra
infatti che nacque dall'incontro di un medico romano, uno greco, uno ebreo ed uno arabo.
Le prime testimonianze storiche certe risalgono all'inizio del IX° sec.: in quel tempo lo studio della
medicina a Salerno era principalmente pratico e, anche se la tendenza di questa scuola è
spiccatamente laica, erano i monaci che tramandavano oralmente gli insegnamenti.
Alla base del concetto di medicina della scuola di Salerno stanno approfonditi studi anatomici sul
corpo umano, l'importanza dell'armonia psico-fisica e il valore di una dieta corretta ed equilibrata.
I maestri salernitani sono disposti a scendere dalla cattedra per avvicinarsi al letto del paziente e
discutere con gli allievi degli aspetti clinici delle malattie.
Nel XII secolo la Scuola ottenne dall’Imperatore Federico II il privilegio di essere l’unica Facoltà medica del
Regno
I precetti fondamentali della scuola salernitana sono raccolti nel Flos Medicinae Salerni (Regimen
sanitatis salernitanum o Lilium medicinae): è un trattato igienico-profilattico a carattere divulgativo
che espone una serie di norme scritte in versi che individuava una serie di elementi esterni
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all'organismo (alimentazione, luoghi, fattori climatici, attività fisica) che andavano controllati e
regolati al fine di conservare e migliorare la salute dell'individuo.
Notevole era la conoscenza delle erbe medicinali: l'issopo contro le bronchiti e le affezioni
respiratorie, la ruta per la vista, il colchico come antireumatico.
La chirurgia: nella Practica chirurgiae di Ruggero Frugardi (il primo chirurgo salernitano) sono menzionate
tecniche come la sutura dei vasi sanguigni usando fili di seta, le metodiche per la trapanazione del cranio,
una sorta di rudimentale anestesia effettuata con sostanze estratte dalla Spongia somnifera e il consiglio di
adoperare nella terapia medica del gozzo spugne ed alghe contenenti iodio.
LE UNIVERSITÀ
Le prime università sorsero a partire dal XIII secolo dove già esistevano centri di studio sia laici, sia
di ispirazione religiosa
La prima università in Italia fu quella di Bologna (1088) e i primi corsi di medicina partirono nel XII
secolo dando a chi li frequentava le qualifiche prima di Magistri, poi di Medici fisici, quindi di
Professori ed infine di Dottori.
All’università di Bologna fecero seguito quelle altrettanto famose di Padova (1222) nata da un
gruppo di insegnanti e studenti provenienti da Bologna, e di Napoli (1224).
LE PESTILENZE
Con la parola pestilenza si indicava qualsiasi genere di malattia epidemica rapidamente diffusibile
anche per cause diverse dal contagio vero e proprio (intossicazioni, carenze alimentari).
Per spiegare queste morie l’epidemiologia medioevale ricorse ad interpretazioni naturali e
soprannaturali: l’opinione più diffusa era la presenza nell’aria di vapori nocivi contenenti un veleno
pestilenziale; un’altra ipotesi era quella di giganteschi incendi scoppiati in oriente che producevano
fumi velenosi, oppure il morbo poteva provenire anche dalle viscere della terra o dal cielo a causa
di maligne congiunzioni astrali.
A partire dal XII secolo si può fare in Europa un conto approssimativo di una pestilenza in media ogni 10-15
anni. Le patologie che più frequentemente causavano queste morie erano: la lebbra, la malaria, il vaiolo, il
tifo, lo scorbuto e soprattutto la peste bubbonica.
La peste bubbonica raggiunse il massimo della mortalità nel 1348 manifestandosi nella forma polmonare. Il
contagio cominciò nel 1333 in Asia, si diffuse verso l’India, colpì anche la Crimea e altre zone intorno al Mar
Nero, la Mesopotamia, l’Arabia e l’Egitto.
Nel 1347 arrivò in Italia penetrando attraverso la Sicilia e le repubbliche marinare; si diffuse poi in Olanda,
in Inghilterra, in Germania, in Polonia ed in Russia per estinguersi nel 1353 sulle rive del Mar Nero.
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In Italia morirono 60000 persone a Napoli, 40000 a Genova, 100000 a Venezia, 96000 a Firenze e 70000 a
Siena: tenuto conto di queste cifre e dei decessi in tutte le altre città, complessivamente la nostra penisola
perse la metà della sua popolazione totale. Nel resto dell’Europa, in soli tre anni (dal 1347 al 1350) si
ebbero ben 43 milioni di vittime a causa dell’epidemia.
Le difese adottate dai vari comuni contro le pestilenze furono inizialmente dettate dal bisogno immediato,
poi vennero codificate in leggi da applicarsi nei casi di necessità:
• i malati di peste venivano espulsi dalle città;
• venne impedita l’usanza di accompagnare i funerali e tutto ciò che comportava un eccessivo
agglomerato di gente;
• venne fatto obbligo di seppellire i cadaveri fuori dalla città anziché nelle chiese come era
consuetudine;
• vennero stabiliti cordoni sanitari tra le città colpite dalla pestilenza e quelle limitrofe che ancora ne
erano immuni;
• le persone che avevano assistito i malati dovevano stare lontano dalla città per almeno dieci giorni
senza avere rapporti con nessuno;
• le case e le suppellettili degli appestati dovevano essere distrutte;
• i sacerdoti avevano l’obbligo di denunciare tutti i malati di cui avevano conoscenza;
• si obbligarono le navi che provenivano da regioni sospette a trascorrere un periodo di 40 giorni fuori
dai porti prima di permettere loro l’attracco.
LAZZARETTI
Nel 1403 furono istituiti particolari luoghi di ricovero, costruiti a spese dello stato e grazie a
donazioni private, dove si potevano isolare i malati di peste (lazzaretti): la prima città a dotarsi di
tali strutture fu Venezia, in particolare sull’isola di S. Maria di Nazareth dove i frati dell’ordine di S.
Agostino avevano edificato un monastero.
Altre città seguirono l’esempio di Venezia seguendo particolari norme: anzitutto un’adeguata
distanza dal centro abitato per impedire il contagio, ma non eccessiva lontananza perché non fosse
troppo disagevole il trasporto degli ammalati; poi una cura particolare era riservata
all’orientamento al fine di evitare l’esposizione ai venti occidentali ritenuti nocivi (erano detti anche
“putridi”); era infine consigliata la separazione dei lazzaretti dai centri abitati tramite acqua di mare
dove possibile, di fiume (come a Roma per quello istituito sull’isola Tiberina) o di fossato (come a
Milano).
I lazzaretti più funzionali erano quelli per la quarantena portuale che consistevano di quattro edifici isolati
tra loro: uno serviva per il personale superiore (ispettori, commissari, medici, speziali, sacerdoti ed ufficiali),
uno per il deposito di merci non sospette, per i malati comuni e per gli infermieri, un terzo per i malati
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sospetti e per la merce proveniente da luoghi infetti, l’ultimo, che era costruito ben più lontano dagli altri
tre, per coloro che venivano colpiti manifestamente dalla malattia in questione.
L’unico metodo utilizzato per tentare di debellare i morbi che causavano le varie pestilenze e cioè
l’accensione di grandi fuochi in cui venivano gettati unguenti, resine ed erbe aromatiche per
depurare l’aria dai miasmi che si riteneva diffondessero il male in quanto si contrapponevano al
tanfo proveniente dai corpi abbandonati in putrefazione (resina di pino bruciata su legno di larice,
lo zolfo, l’aceto ma anche lo sterco di bovini, corna e peli di svariati animali). Fu poi introdotto l’uso
di tenere alle narici sostanze odorose per purificare l’aria direttamente inspirata: spugne imbevute
di aceto in cui erano stati tenuti in infusione chiodi di garofano, cannella ed altre spezie.
Molti furono gli autori che in questo periodo si dedicarono alla stesura di opere che dettavano
regole e norme per preservarsi dalle varie pestilenze, in particolare dalla peste; tra essi va ricordato
Dionisio Colle che enumerò e descrisse nella sua opera molti dei sintomi ai quali andavano incontro
gli appestati, consigliando parecchi farmaci tra cui i suffumigi di pino e larice.
L’OSPEDALITÀ MEDIOEVALE
Dopo la nascita della religione cristiana iniziò la pratica dell’assistenza caritativa agli ammalati e ai poveri in
appositi ospizi e ricoveri: xenodochia quelli riservati agli stranieri, ptochia quelli per i poveri, gerontocomi
erano dette le strutture per gli anziani, brefitrofi erano i luoghi dove si curavano i bambini e orfanotrofi
quelli destinati a chi aveva perso i genitori.
Sorsero praticamente allo stesso tempo delle associazioni dette ordini ospedalieri. La situazione di
questo genere di strutture non era rosea sotto il profilo del rispetto delle norme igieniche o della
qualità dell’assistenza prestata. Anche il tipo di costruzione, sebbene impreziosito da sculture,
pitture ed opere d’arte, non appariva certo funzionale alle reali esigenze.
Il primo ospedale sorto in Italia fu quello di S. Spirito in Sassia, fatto costruire dal papa Innocenzo III
nel 1201 a Roma. A questo seguirono poi gli ospedali di Pistoia (1271), quello di Firenze (1288) epoi
via via tutti gli altri nelle maggiori città della penisola.
La scuola salernitana è la prima istituzione a considerare l’anatomia come base della medicina.
Federico II nel 1231 decreta che la dissezione del cadavere deve essere compiuta una volta ogni cinque
anni, in presenza obbligatoria dei medici e chirurghi del regno 1265: Ordine dei cavalieri della Repubblica di
Venezia stabilisce che i morti per cause violente e per avvelenamento debbono essere esaminati da
chirurghi per stabilire la causa di morte 1300 Bolla De Sepolturis, Bonifacio VIII
Anatomia
Michele Serveto, 1511 ca.-1553
Realdo Colombo, 1516 ca. -1559
Andrea Vesalio, 1514-1564
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Andrea Cesalpino, 1525-1603
Girolamo Fabrici d’Acquapendente, 1537-1619
ANATOMIA
Anatomia = dissezione, dal greco anatomé
“Scienza che studia la conformazione e la struttura degli esseri viventi ed il rapporto tra i vari organi
che li costituiscono”.
CIVILTA’ MINOICA
Cognizioni anatomiche vanno incontro alle esigenze dell’arte (Cnosso di Creta, circa 1500 a.C.)
CIVILTA’ EGIZIA
Papiri medici di Smith ed Ebers (1600-1550 a.C.): procedure chirurgiche per le quali il chirurgo
egiziano doveva possedere una conoscenza pratica nel campo della anatomia umana
(mummificazione).
Amuleti e geroglifici: rappresentazioni di organi umani (cuore, utero, trachea, polmoni).
CIVILTA’ MESOPOTAMICHE
Conoscenze di anatomia animale nelle istruzioni per la pratica della divinazione con fegato di
pecora in una scuola del tempio di Babilonia (circa 2000 a.C.).
Cognizioni anatomiche nelle procedure chirurgiche descritte nel codice di Hammurabi (circa 1950
a.C.).
INDAGINE ANATOMICA
La tradizione anatomica nel mondo occidentale ha le sue radici nell’antica Grecia, da cui sono
derivati metodi, applicazioni e nomenclature della disciplina.
La civiltà greca ha derivato parte della sua tradizione culturale anatomica dalla Mesopotamia,
dall’Egitto e probabilmente anche da Creta.
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SCUOLE di SICILIA, IONIA E COS (550-400 a.C.)
Alcmeone di Crotone (circa 500 a.C.):
scienza medica: dissezione sugli animali (occhi ⎢ nervo ottico ⎢ cervello)
“si ode perché le orecchie sono vuote e quindi l’aria riecheggia, si odora perché con
l’inspirazione si attira l’aria verso il cervello…tutte le sensazioni hanno una qualche connessione con il
cervello” (Teofrasto, De sensu)
metodologia dell’osservazione ed analisi comparativa tra esseri viventi.
Empedocle (495-435 a.C.)
Il sangue è la sede del calore innato, il cuore è al centro del sistema vascolare e lo pneuma è
distribuito nei vasi sanguigni.
Riassume in modo sincretico due concezioni epistemologiche: archè (principio) e historie
(osservazione) della physis (natura).
Ippocrate di Cos (460-370 a.C.)
Conoscenze anatomiche scarse e rudimentali (dissezioni di animali).
Corpus Hippocraticum: trattati chirurgici; trattati embriologici.
Descrizioni anatomiche di: occhio (tre tuniche, interna, media ed esterna), cuore (valvola aortica e
polmonare), cervello (diviso in due metà simmetriche), vasi sanguigni (due di grosso calibro dal
fegato e dalla milza).
Ipotesi anatomico-fisiologiche: teoria della sensazione (udito avviene per mezzo del vuoto nelle
orecchie).
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Erasistrato di Chio (ca 290 a.C.) padre della fisiologia.
Ogni organo è fornito di un sistema ramificato di vasi che dividendosi danno luogo al tessuto.
Il cuore è all’origine di arterie e vene (le arterie portano lo pneuma, le vene il sangue).
Sistema capillare arteriolo-venoso (il sangue è risucchiato dalle vene nelle arterie attraverso sottili
intercomunicazioni).
Museo e Biblioteca: studio di opere scientifiche precedenti e dissezione di cadaveri.
I nomi di Erofilo ed Erasistrato sono legati alla pratica della vivisezione sugli uomini
(Celso De Medicina, Proemium, 23; Claude Bernard Introduzione allo studio della medicina sperimentale).
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ANATOMIA NELLA ROMA IMPERIALE
Offerte votive: raffigurazioni di parti anatomiche (uteri, mammelle, scheletri e visceri) affette da
malattie portate in luoghi sacri per ottenere la guarigione o come ringraziamento per la guarigione
ottenuta.
LA DISSEZIONE DIDATTICA
Mondino de’ Liuzzi (1257-1326), professore a Bologna (Anathomia 1316, postuma1478)
La tecnica dissettoria parte dall’addome procede con il torace e finisce con la testa (facoltà
nutritiva, vitale ed animale).
La sua anatomia non si discosta dall’approccio galenico, è essenzialmente raccontata.
Apre il periodo dell’anatomia sistematica nelle università.
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XV SECOLO
Nel 1472 Sisto IV emana una Bolla in cui l’anatomia è riconosciuta come una disciplina “utile alla
pratica medica ed artistica” ed il suo insegnamento fu formalmente autorizzato da Clemente VII.
Le dissezioni didattiche e le autopsie giudiziarie sono appannaggio delle città universitarie italiane
(Padova, Bologna, Pisa, Roma).
ANATOMIA ED ARTE
Leonardo da Vinci, opera dissezioni, nei disegni anatomici impiega particolari tecniche di proiezioni
e raffigurazioni in trasparenza. Il disegno diventa mezzo espressivo di ricerca ed esperimento.
Michelangelo, San Bartolomeo nella Cappella Sistina è raffigurato in piedi con in mano la propria
pelle; lo stesso motivo si ritrova in ”uno scuoiato” anonimo di Berengario da Carpi.
XVI SECOLO
Tre importanti avvenimenti predispongono l’Europa alla grande rinascita del pensiero scientifico:
la rivoluzione iconografica: sostituzione dell’iconografia antica e medievale con la stampa, le
xilografie vengono sostituite dalle incisioni sul rame;
l’invenzione della polvere da sparo;
i viaggi e la scoperta di nuovi mondi.
ANATOMIA PRATICA
Dalle opere di Benivieni, di Jean Fernel (1506-1558) e di Thomas Willis (1621-1675) si desume che
nel 1600 alcuni facoltosi pazienti privati chiedevano nel testamento di essere dissezionati.
Dissezioni con finalità diagnostiche: precisare la causa di morte ed interpretare la sintomatologia
che l’aveva preceduta.
La pratica delle autopsie obbligherà al passaggio dall’anatomia umana normale all’anatomia
patologica.
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Santorio Santori (1561-1636) fu il primo misuratore in campo medico. Santorio parte dalle tesi ippocratica
della salute come equilibrio e della malattia come squilibrio misurabile attraverso lo squilibrio del
metabolismo. Condusse approfonditi studi sul metabolismo ed elabora strumenti nuovi per misurare
l’equilibrio metabolico. Grazie a una bilancia di straordinarie dimensioni calcolava la variazione del peso del
corpo dovuta non solo alle normali attività di vita, ma anche alla perdita dei materiali eliminati attraverso
cute e polmoni (perspiratio insensibilis).
Introdusse l’uso di strumenti utili al medico nella formulazione della diagnosi. Il pulsilogio, che misurava il
ritmo e la frequenza del polso, concepito nel 1602, consiste di un peso sospeso ad un filo, il peso oscilla
accanto ad una scala graduata e la lunghezza del filo viene regolata in modo da farla corrispondere alla
battuta del polso del paziente. Un rudimentale termometro e l’igrometro composto da una corda sospesa
tra due pesi con il quale si misurava l’escursione del peso verticale.
WILLIAM HARVEY
William Harvey (1578-1657) A lui si deve la scoperta della circolazione del sangue (emodinamica).
Studiò a Padova. Harvey parte da presupposti teorici e filosofiche di tipo aristotelico. Aristotele era stato il
sostenitore del primato del cuore sugli altri organi del corpo umano.
Harvey è autore di un’opera fondamentale del pensiero scientifico occidentale: Esercitatio anatomica de
motus cordis et sanguinis in animalibus pubblicata a Francoforte nel 1628.
Un testo composto essenzialmente da testi, una sola immagine metteva in evidenza come l’azione
meccanica sulle vene spiegasse il concetto di flusso sanguigno.
Galeno aveva capito che le arterie non contenevano aria ma sangue ma non essendo riuscito ad individuare
a livello di tessuti un collegamento tra sistema venoso e arterioso ed ignorando il transito polmonare del
sangue, giunse alla conclusione che l’unico punto di intersezione tra i due diversi tipi di sangue potesse
avvenire solo all’interno del cuore.
Per Harvey il sangue è una massa costante che viene generata durante il processo di circolazione.
Il cuore diventava un organo pulsante in base ad un impulso fisico meccanico impresso a sangue dalla
contrazione del cuore
(sistole, la funzione che manda il sangue all’interno del cuore). Il cuore appare sempre più una pompa.
Harvey postula che il sangue passi dal ventricolo destro al sinistro del cuore, dal quale poi viene spinto nelle
arterie attraverso i polmoni. In sostanza Harvey ipotizzava che si verificasse una anastomosi tra due reti di
capillari.
Per la prima volta si stabiliva che il sangue circolasse (e non si rigenerasse di continuo) e che si riossigenasse
attraverso i polmoni.
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Harvey compì una serie di esperimenti di legature delle vene per dimostrare che l’arresto meccanico, fatto
dalla legatura, provocava la congestione degli arti a monte della stessa. Era una prova che esisteva una
dinamica del sangue.
Riuscì a spiegare la funzione delle valvole delle vene che consentivano il passaggio in una sola direzione del
sangue impedendo il riflusso dello stesso verso la periferia del corpo.
Harvey era affascinato, da buon seguace delle teorie aristoteliche, dalla perfezione del moto circolare ed
anche le analogie tra microcosmo e macrocosmo. La sua opera resuscitava la fisiologia cardiocentrica di
Aristotele contro quella triavica di Galeno.
Stimolato poi dall’analogia tra microcosmo e macrocosmo (l’analogia tra sole e cuore), paragona il cuore
che governa il corpo al sole, che governa l’universo ed anche al re, che governa lo stato.
ANATOMIA PATOLOGICA
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Una nuova semeiotica, sintesi tra anatomia e clinica, nasce come strumento pratico per i medici.
L’esigenza di interpretare eziologia e patogenesi entra nella storia della medicina moderna.
LA CEROPLASTICA ANATOMICA
Le aumentate esigenze didattico-divulgative, la persistente scarsa disponibilità di materiale
cadaverico, lo scadente risultato ottenuto con le preparazioni naturali determinarono lo sviluppo
dell’arte di riprodurre le parti in avorio, bronzo, gesso, legno e soprattutto cera.
L’uomo dell’epoca dell’anatomia non è ancora “macchina” ma “quadro” ed anche “spettacolo” .
XIX SECOLO
Dalla patologia degli organi a quella tessutale il passo è breve: Marie-François-Xavier Bichat (1771-1802)
individua in membrane e tessuti le unità fondamentali dei viventi, caratterizzate da specifiche proprietà
vitali (sensibilità e motilità) che presiedono alle funzioni degli organi. I tessuti si ammalano
indipendentemente dall’organo: la malattia è lesione del tessuto dell’organo: visione olistica della malattia,
che diviene manifestazione ‘vitale’, interpretabile alla luce delle caratteristiche e delle proprietà delle
strutture dei tessuti: si delinea una sintesi fra disfunzione tissutale e quadro clinico.
L’istologia, nuova scienza dei tessuti, con l’ausilio di una perfezionata microscopia, che affina le conoscenze
morfologiche, porta all’affermazione della teoria cellulare di Schleiden (vegetali, 1838) e Schwann (animali,
1839) che pone la cellula a minimo comun denominatore di tutti i viventi, teoria poi ripresa da Virchow.
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Il naturalista Jan Swammerdam (1637-1680) descrisse per primo i globuli rossi e osservò che gli embrioni di
rana erano costituti da particelle globulari.
Per le sue osservazioni utilizzò un microscopio a singola lente, un sorta di potente piccola lente di
ingrandimento: l’oggetto da guardare tocca quasi la lente e l’osservatore deve avvicinare molto l’occhio alla
lente per vedere l’oggetto.
Utilizzò il microscopio per osservare il comportamento e la struttura corporea degli insetti. Arrivò a
dimostrare che i vari stadi del ciclo vitale degli insetti (uova, larva, pupa, adulto) non erano altro che
differenti forme dello stesso individuo che si sviluppava da uova deposte dagli adulti e non da materiali in
putrefazione.
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La generazione spontanea: sostenitori
A sostegno della generazione spontanea furono gli esperimenti di di John Needham (1713-1781). Da infusi
di diversa natura e origini egli sostenne di aver ottenuto la nascita spontanea di animalcula e ipotizzò che
fosse l’esalazione della forza vitale contenuta anche nel più piccolo frammento di materia organica, anche
dopo la morte, a generare la vita.
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confinata solo nell’epiderma, ma può essere rilevata non solo nelle pubescenze della superficie…ma in molti
casi anche nel parenchima ovvero nelle cellule interne del tessuto”.
Marie-François-Xavier Bichat (1771-1802) individua in membrane e tessuti le unità fondamentali dei viventi,
caratterizzate da specifiche proprietà vitali (sensibilità e motilità) che presiedono alle funzioni degli organi.
I tessuti si ammalano indipendentemente dall’organo: la malattia è lesione del tessuto dell’organo: visione
olistica della malattia, che diviene manifestazione ‘vitale’, interpretabile alla luce delle caratteristiche e
delle proprietà delle strutture dei tessuti: si delinea una sintesi fra disfunzione tissutale e quadro clinico.
L’istologia, nuova scienza dei tessuti, con l’ausilio di una perfezionata microscopia, che affina le conoscenze
morfologiche, porta all’affermazione della teoria cellulare di Schleiden (vegetali, 1838) e Schwann (animali,
1839) che pone la cellula a minimo comun denominatore di tutti i viventi, teoria poi ripresa da Virchow.
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Rudolf Virchow (1821-1902) studiando le componenti cellulari del processo infiammatorio arrivò a
concepire la cellula come il centro della vita anormale. Egli mostrò come cambiamenti nella struttura o
nelle funzioni cellulari fossero legate all’infiammazione, alla crescita tumorale e alla degenerazione, cioè
alla base dei processi patologici.
Die Cellularpathologie
Rudolph Virchow (1821-1902) in ‘Die Cellularpathologie in ihrer Begründung auf physiologsche unt
pathologishce Gewebelehre’ (1858) (La patologia cellulare nel suo fondarsi sull’istologia fisiologica e
patologica), in una visione estremamente riduzionistica, come ogni processo vitale è prodotto di fenomeni
cellulari, così la malattia è alterazione cellulare (cellula malata, ens morbi).
La patologia cellulare è svincolata dalla malattia che si manifesta a livello macroscopico.
Non v’è malattia generalizzata, se non come sviluppo di una modificazione microscopica, ovvero
un’alterazione cellulare.
Con Julius Cohnheim (1839-1884), assistente di Virchow, assertore dell’esperimento patologico (indaga la
formazione dell’essudato, già descritta dalla medicina romana: i 4 segni celsiani: rubor-tumor-calor-dolor),
nasce la fisiopatologia sperimentale moderna.
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L’osservazione clinica non basta: bisogna verificare le ipotesi diagnostiche tramite la creazione artificiale di
stati morbosi, sugli animali, e misurare e quantificare i fenomeni vitali. Il fine è studiare le anomalie
strutturali e funzionali dell’organismo, i meccanismi alla base del fenomeno morboso: l’eziologia (causa) e
la patogenesi (meccanismi con cui le cause agiscono).
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La medicina è sottoposta a un determinismo biologico assoluto: il campo della fisiologia è ridotto allo
sperimentalmente dimostrabile, e le leggi delle scienze naturali bastano a spiegare tutti i fenomeni
fisiologici (di natura fisica o psichica).
Da questo determinismo discende il rifiuto radicale delle visioni metafisiche e teleologiche del vitalismo,
che allora dominavano le spiegazioni dei fenomeni fisiologici.
Il legame stabilito da Bernard fra scienze sperimentali e fisiologia sottrae quest’ultima al tradizionale
legame con l’anatomia, che considerava la fisiologia “anatomia in movimento” (anatomia animata, Haller),
facendo della fisiologia una scienza naturale esatta e indipendente.
Le Verità Scientifiche sono effimere: ‘frammenti di verità assolute’
La scienza non può fondarsi esclusivamente sulla registrazione dei fatti, che deve essere supportata dal
ragionamento, dal confronto e dal giudizio espresso attraverso strumenti di controllo: l’esperimento
appunto, è la riproduzione di fatti che confermino o neghino l’intuizione dello scienziato, tradotta in ipotesi
ammissibile, verisimile, verificabile. A sua volta, il risultato dell’esperimento diviene fondamento su cui
costruire nuove ipotesi da sottoporre a loro volta a verifica sperimentale, nella convinzione della fallibilità
di ogni verità scientifica ‘frammenti di verità assolute’, convinzione che prefigura la teoria popperiana della
falsificabilità — non si può dimostrare la verità di una teoria, ma solo cercare di falsificarla; una teoria è
provvisoriamente valida fin quando i tentativi di falsificarla falliscono: come recita il titolo dell’autobiografia
di Popper, La ricerca non ha fine (1992). Il dubbio (strumento di conoscenza relativa) svela la fallibilità della
teoria e l’errore apre la strada ad altre ipotesi: una teoria è valida se può essere confutata, la falsificazione,
dimostrazione dell’errore, avvicina alla verità. La medicina procede per errore.
Milieu Interieur
Bernard elabora il concetto di ‘milieu interieur’, ‘ambiente interno’ (prefigurazione dell’idea di omeostasi di
Walter Cannon):
l’organismo è in perfetto equilibrio tra ambiente interno e esterno, un sistema che ristabilisce
autonomamente il proprio bilancio senza interventi esterni.
Malattia = rottura dell’equilibrio omeostatico, alterazione funzionale, passaggio da uno stato fisiologico a
uno patologico.
Per l’animale esistono realmente due ambienti: un ambiente esterno in cui è collocato l'organismo e un
ambiente interno in cui vivono gli elementi dei tessuti. L'esistenza dell'essere trascorre non nell'ambiente
esterno - aria atmosferica per l'essere aereo, acqua dolce o salata per l'animale acquatico, - ma
nell’ambiente liquido interno formato dal liquido organico circolante che circonda e bagna tutti gli elementi
anatomici dei tessuti; è la linfa, o il plasma del sangue, la sua parte liquida, che negli animali superiori
penetra nei tessuti e costituisce l'insieme di tutti i liquidi interstiziali, espressione di tutte le nutrizioni locali,
fonte e affluente di tutti gli scambi elementari. Un organismo complesso deve essere considerato come
un'unione di esseri semplici, gli elementi anatomici, che vivono nell’ambiente liquido interno.
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Malattia come Alterazione Funzionale
La malattia è rottura dell’equilibrio omeostatico, alterazione funzionale, passaggio da uno stato fisiologico a
uno patologico.
L’organismo è in perfetto equilibrio tra ambiente interno e esterno, è un sistema che si autoregola,
mantenendo condizioni stabili.
una pietra, oggetto inanimato, con l’esposizione a elevate temperature, si surriscalda, accumula
calore, non riuscendo a disperderlo.
l’organismo vivente, invece, reagisce allo stimolo esterno: ne è esempio il mantenimento costante
della temperatura corporea attraverso i meccanismi della termolisi - consumo di calore - e della
termogenesi - produzione di calore. La sudorazione abbassa la temperatura e ristabilisce l’equilibrio
messo in crisi dal calore; il brivido, prodotto dalla contrazione muscolare, produce calore.
L’organismo agisce come un omeostato, un sistema che si autoregola.
LA BATTERIOLOGIA
La medicina scientifica di Bernard individua spiegazioni causali, sul modello delle scienze fisiche: una causa
per ogni malattia.
La ricerca della causa univoca delle malattie infettive portò allo sviluppo della batteriologia - furono messi a
punto metodi di coltivazione dei batteri, in terreni liquidi (Pasteur) e solidi (Koch) - e alla definizione dei
Postulati di Koch, che guidano all’individuazione dell’agente patogeno specifico di ogni malattia.
Alexandre Yersin scopre il batterio della peste “Yersinia pestis”
Robert Koch il bacillo della tubercolosi (bacillo di Koch) e il vibrione colerico, identificando
nell’acqua contaminata il veicolo dell’infezione
Friedrich A. J. Löeffler (1852-1915) il bacillo della difterite (bacillo di Löeffler) Corynebacterium
diphtheriae
Andrew Camilli, sul colera in Bangladesh: “Gli esseri umani sono un buon ambiente di sviluppo e un
perfetto veicolo di trasmissione per il colera. Il più delle volte, il vibrione del colera vive nell’acqua
stagnante e si riproduce molto lentamente. Ma negli esseri umani, il numero dei batteri cresce in
maniera esplosiva, questo microrganismo causa attacchi di diarrea che svuotano l’intestino da ogni
altro tipo di batterio. Le feci di un malato possono arrivare a contenere anche 100 milioni di vibrioni
per millilitro.” (Nature)
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I POSTULATI DI KOCH
Robert Koch (1843-1910) 1905, Nobel per la medicina
I Postulati (1882) stabiliscono i criteri perché un microrganismo sia considerato causa unica di malattia.
• deve essere osservato in tutti i casi della malattia;
• deve essere isolato e coltivato in coltura pura;
• inoculato in animale da esperimento deve riprodurre, in tutto o in parte, la malattia;
• dall’animale infetto deve essere possibile isolare nuovamente il microrganismo.
Limiti: “tutto è germe”, quando la malattia è multifattoriale: concause: tenore di vita, igiene, alimentazione,
predisposizione.
LA PELLAGRA
Anche per la pellagra si ipotizzò una teoria tossica: tossine prodotte dalla vegetazione dei miceti nel mais
mal conservato.
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Endemica fino ai primi del Novecento, era legata al consumo di granoturco (nord Italia, polenta) → proteine
povere per scarsa quantità di aminoacidi indispensabili, il ‘triptofano’, da cui deriva la vitamina
antipellagrosa PP ‘pellagra preventing’ → acido nicotinico, il cui amide era il coenzima di un enzima
indispensabile al trasporto di elettroni (Warburg e Christian, 1934-7).
Funk aveva individuato l’acido nicotinico nel lievito e nella pula del riso, ma siccome la sostanza non aveva
attività anti beri-beri, nessuno pensò che potesse contrastare la pellagra.
LO SCORBUTO
Lo Scorbuto è una malattia emorragica che si sviluppa in particolari circostanze in cui è raro il consumo di
frutta fresca: era diffusa infatti fra i marinai, durante le carestie, nei campi di concentramento.
Nonostante Lindt descrisse malattia e la sua cura nel 1757, solo nel 1932 King e Waught isolarono dal succo
di limone in forma cristallina un fattore anti-scorbutico, identico all’acido esuronico isolato nel 1928 da
Szent-Gyorgyi (che allora non ne comprese la natura), che nel ’32 dimostrò la natura anti-scorbutica della
sostanza, chiamandola acido ascorbico o Vitamina C.
ANESTESIA E ANTISEPSI
L’anestesia, come induzione di uno stato di quiete artificiale, fin dall’antichità era praticata con nepente,
semi di papavero e giusquiamo, mandragora; anche per ipnosi da Franz Mesmer (1734-1815).
Protossido d’azoto (Wells) e etere (Morton), sperimentati dapprima in odontoiatria, rivoluzioneranno la
storia della chirurgia (16 ottobre 1846, Ether day), unitamente all’antisepsi in sala operatoria (chimica di
Joseph Lister, con acido fenico stillato nelle ferite; asepsi di von Bergman, con sterilizzazione a vapore) sulla
scia delle scoperte di Pasteur e Semmelweis.
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Il cloroformio fu usato in odontoiatria e ostetricia, nello stesso tempo si sperimentò la cocaina come
anestetico iniettabile (Halsted e Hill † assuefatti).
I raggi X (consentono la localizzazione di fratture e corpi estranei) + dotazione materiale asettico in sala
operatoria → chirurgia da palliativa diviene interventistica, conservativa (Billroth, chirurgia addominale:
metodica di gastroresezione), ricostruttiva (plastica).
XX SECOLO: Medicina Molecolare
LE ORIGINI DELLA MEDICINA MOLECOLARE
Nel 1902 Archibald Garrod applica le leggi mendeliane per spiegare la ricorrenza familiare dell’alcaptonuria.
Garrod identificò un difetto metabolico come carattere ereditario, ovvero ipotizzò un rapporto tra percorsi
metabolici e fattori ereditari. L’alcaptonuria, insieme alla cistinuria e all’albinismo, vengono definito da
Garrod “percorsi alternativi del metabolismo” ed equiparati a delle mutazioni dei fattori ereditari.
NUCLEINA
1869-Friederich Miescher purifica la nucleina: composto formato da materiale proteico e da un nuovo
elemento chimico ricco di fosforo, con isomerismo degli atomi di cabonio.
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1889-Richard Altmann (Nobel,1912) libera la nucleina dalla componente proteica: acido nucleico e Albrecht
Kossel (Nobel,1910) scopre che la nucleina contiene purine e pirimidine.
1909-Phoebus Levene osserva la presenza di d-ribosio nell’acido nucleico del lievito.
METODOLOGIE MOLECOLARI
1973, Stanley Cohen ed il suo gruppo costruiscono in vitro un plasmide ricombinante: clonaggio
genico.
1976, ibridazione molecolare per la diagnosi pre-natale della alfa talassemia.
1979, Werner Arber, Hamilton O. Smith, Daniel Nathans, Nobel per i loro studi sugli enzimi di
restrizione.
1980, Walter Gilbert e Frederick Sanger, Nobel per le tecniche di sequenziamento.
1985, Kary Mullis inventa la reazione polimerasica a catena (PCR), Nobel 1993.
GENETICA MOLECOLARE
1981 - scoperta degli oncogeni umani
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1982 - identificazione di una mutazione puntiforme dell’oncogene ras come causa del carcinoma
della vescica (Reddy EP et al., Nature)
1982 - scoperta dei geni oncosoppressori
1990 - primo protocollo di terapia genica
GENOMA UMANO
Il genoma è l’intero patrimonio genetico di un organismo vivente.
È scritto in basi nucleotidiche, Adenina (A), Timina (T), Guanosina (G), Citosina (C), la cui
successione caratterizza il DNA.
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Contiene circa 3,2 miliardi di basi.
Il genoma dell’uomo e dello scimpanzè sono identici al 98%.
La differenza tra il DNA di due individui è di appena lo 0,2%.
GENOMICA E PROTEOMICA
1986 - Genomica: scienza del mappaggio, sequenziamento ed analisi del genoma.
1995 - Proteomica: scienza che analizza le proteine espresse in differenti tipi cellulari
MEDICINA MOLECOLARE
• Le acquisizioni della medicina molecolare e della genetica molecolare portano alla formulazione di
diagnosi o di esclusione di “malattia futura”.
• La medicina molecolare aggiunge un ulteriore elemento alla medicina:
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Predittività
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MEDICINA PREDITTIVA
La medicina predittiva ha lo scopo di predire dalla nascita o anche prima, il rischio genetico che una
persona ha di ammalarsi sulla base della costituzione del suo patrimonio genetico, che può essere più o
meno adatto a rispondere a certe condizioni ambientali.
Medicina preventiva: a livello di popolazione
Medicina predittiva: medicina individuale
non interessa persone già malate ma individui sani portatori di una suscettibilità genetica
(“unpatients”)
diagnosi o esclusione di malattia futura viene fatta su soggetti a rischio consapevoli ( informati) e
consenzienti
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Analisi mutazionale del DNA genomico
1. Prelievo di sangue
2. Estrazione del DNA dai linfociti
3. DNA gnomico
PALEOPATOLOGIA
La Paleopatolgia è la scienza che studia le malattie di un passato più o meno remoto attraverso
l’esame diretto dei resti umani antichi, scheletrici o mummificati.
La paleopatologia contribuisce allo studio dell’evoluzione patologica e a quello della patogenesi
affiancandosi quindi alla patologia generale. (Leon Pales, 1930)
Punto di incontro tra medicina, antropologia e storia della medicina.
La paleopatologia rappresenta una branca della medicina, dell’antropologia e della storia della
medicina.
COSA E’ LA PALEOPATOLOGIA
La paleopatologia è una disciplina che si occupa della conoscenza della storia naturale delle malattie
attraverso lo studio di resti scheletrici fossili. Ruffer, 1913
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FONTI IN PALEOPATOLOGIA
La ricerca paleopatologica utilizza:
fonti dirette: resti scheletrici, mummie ed altro materiale biologico di origine umana;
fonti indirette: scritti ed iconografie;
fonti comparative: informazioni concernenti le malattie in altre specie animali viventi.
LA PALEOPATOLOGIA
Lo studio della paleopatologia riveste un duplice interesse: antropologico e medico.
PSEUDOPATOLOGIA
Alterazioni post mortem
Possono essere:
1. macroscopiche
2. microstrutturali
3. molecolari
Sono dovute all’azione di:
agenti fisici
agenti chimici
agenti biologici
LA DIAGNOSI PALEOPATOLOGICA
METODI
• Indagine morfologica macroscopica
• Indagine radiologica
• Indagine istologica
• Microscopia elettronica
• Analisi biochimiche
• Indagini molecolari
INDAGINI PALEO-MOLECOLARI
Identificazione e diagnosi molecolare di condizioni patologiche in reperti scheletrici umani antichi.
Studio delle popolazioni antiche (paleogenetica).
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PALEOPATOLOGIA MOLECOLARE MALATTIE INFETTIVE
Ricerca del DNA genomico di agenti patogeni di natura batterica, virale, protozoaria o fungina negli acidi
nucleici recuperabili da antichi reperti scheletrici o mummificati.
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DNA ANTICO (aDNA)
Allo stato attuale delle conoscenze il limite superiore di sopravvivenza del aDNA è calcolato tra 50.000 e
100.000 anni.
Perché’ si degrada il dna
Idrolisi del legame N-glicosidico e distacco delle basi azotate.
Ossidazione diretta ed indiretta.
DIETA
L’ambiente alimentare della corte di Napoli spiega l’insorgenza del tumore che uccise il sovrano aragonese
oltre cinque secoli fa.
Le abitudini alimentari, riflesse dai menù della corte aragonese di Napoli, evidenziano un massiccio
consumo di carni rosse.
I cronachisti riferiscono la forte predilezione del re per le carni rosse, in particolare per la selvaggina.
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•Ieri, “epidemia”: per gli autori antichi è luogo di residenza, è ciò che accade od incombe su una data
popolazione, comprese la malattie (nosemata) prevalenti, non riguarda quindi necessariamente le malattie
infettive.
•Oggi, “epidemiologia”: il concetto classico di epidemia si avvicina piuttosto a ciò che oggi definiamo
“epidemiologia”, ovvero osservazione dell’incidenza delle malattie, indipendentemente dalla loro eziologia.
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Malattie infettive croniche in resti scheletrici di età romana
• Lesioni ossee riferibili a tubercolosi, brucellosi e lebbra sono state documentate in reperti
scheletrici provenienti da Roma o da altre necropoli italiane.
• Nell’area di Roma non sono riportati reperti scheletrici con le stigmate delle emoglobinopatie
associate alla malaria, anche se questa malttia era presente nell’area mediterranea in età classica
(Sallares, 2002).
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