Sei sulla pagina 1di 36

RIPASSO STORIA:

INTRODUZIONE
- Errore del PRESENTEISMO: “perché si studia la storia della psicologia?”

 Mary Henle (1976) <<per non ripeterne gli errori>>; Viney e Hearst <<conoscere gli
errori del passato e non ripeterli>>.
 SBAGLIATO: perché così si assume che nel presente si possano presentare gli stessi
errori o problemi del passato, ma in realtà ogni termine, concetto e lessico ha una
determinazione storica e culturale e non è immutabile. Si guardi ad esempio il termine
“forma” definito dalla scuola della Gestalt. Per questo la storia della psicologia è così
complicata.
 Capire una disciplina significa capire i suoi rapporti con le altre discipline, ad esempio la
psicologia deve guardare anche alla scienza della formazione, alle neuroscienze, alla
medicina, ecc…

- “PSICOLOGIA”
Viene dall’etimo greco “psyché” e “logos”, ovvero “scienza dell’anima”. Ma è in realtà un
NEOLOGISMO, la sua prima apparizione avviene nel Rinascimento don Freigius, i
ramisti, e poi Taillepied.
 Freigius, che già l’aveva considerata una delle suddivisioni della FISICA, scrisse poi
anche un trattato sull’ANIMA come principio vitale nel corpo naturale.
 Poi R. GOCLENIO (dubbio se sia stato lui o Melantone), nel 1590, la rese di IMPIEGO
COMUNE.
 Ma comunque bisogna aspettare per ritrovarla fino al ‘700 con WOLFF (filosofo
razionalista) che la usa come suddivisione però della METAFISICA (psi razionale, psi
empirica), infatti ancora all’epoca si preferiva usare “SCIENZA DEL MORALE”,
“SCIENZA DELL’UOMO”, o addirittura “ANTROPOLOGIA”.
 Per la “psicologia” come disciplina scientifica autonoma, come la intendiamo oggi,
bisogna ancora aspettare fino alla seconda metà dell’800, e con la nascita vera e
propria della disciplina.

- STORIOGRAFIA DI ROTTURE EPISTEMOLOGICHE:

 Un certo filone continuista della storiografia vede la storia della scienza come un
“ACCUMOLO DI CONOSCENZE”, o di “ERRORI DA CORREGGERE”, quindi
attribuisce ad essa un PROGRESSO INDEFINITO.
 SBAGLIATO: la giusta concezione invece riconosce il PROGRESSO SCIENTIFICO
come un continuo cambiamento continue rotture epistemologiche e sostituzione dei
vecchi paradigmi con i nuovi.
 KUHN: infatti divide il progresso scientifico in fasi, si parte dalla scienza normale, in cui
vengono attestati nuovi paradigmi, per poi però entrare in CRISI e portare a una serie di
ROTTURE EPISTEMOLOGICHE e quindi a SOSTITUZIONE DEI PARADIGMI.
 POPPER: afferma che la FALSIFICAZIONE ha valore assoluto. Ovvero una teoria è
valida solo quando falsificabile.
 KOYRE: invece punta l’attenzione sul legame dei concetti agli strumenti disponibili
all’epoca, facendo l’esempio della misurazione del tempo.
Si tratta quindi di progresso quando c’è rivoluzione, un progresso dinamico.
____________________________________________________________________________

- Il difficile SVILUPPO, le credenze delle antiche civiltà:

 Uno dei primi motivi per cui la psicologia ebbe così tante difficoltà ad attestarsi come
disciplina è da vedere nel difficile tema del legame tra attività psichica e sistema
nervoso, infatti nelle antiche civiltà (per esempio il pensiero egiziano, cinese o
ebraico, ma anche greco) era veramente difficile trovare la distinzione tra mente e
corpo, tra attività corporea o attività psichica.
 Molte di queste poi individuavano soprattutto il cuore come sede dell’attività psichica.
 Ma già nel PENSIERO GRECO si ebbero delle eccezioni, non poco importanti, in cui il
ruolo importante del cuore è ben fiancheggiato anche dal cervello.

- Il PENSIERO GRECO:

 PITAGORA: (500 a.C.) suddivise tre FACOLTA’ PSICHICHE: intelligenza e ragione


(uomo e animale) con sede nel CERVELLO e passione (uomo) con sede nel CUORE.
 EMPEDOCLE: (V sec. a.C.) invece pose il principio di tutte le ATTIVITA’ PSICHICHE
nel SANGUE.
 IPPOCRATE (400 a.C.): con il suo importantissimo lascito medico del corpus
ippocratico, diede molta importanza alle psicopatologie personali e interpersonali.
- Fonda una vera e propria SCIENZA DELL’UOMO prendendo i saperi da psicologia,
sociologia e fisiologia.
- Importantissimo poi per la sua DOTTRINA CARATTEROLOGICA basata sui 4 tipi di
temperamento (1. sanguigno, sangue, aria calda e umida; 2. Melanconico, bile nera,
terra, fredda e secca; 3. Collerico, bile gialla, fuoco, caldo e secco; 4. Flemmatico,
flegma, acqua, fredda e umida). A seconda dello squilibrio e prepotenza di uno dei
quattro umori sugli altri l’individuo tende a sviluppare un temperamento piuttosto che un
altro. Questa fu anche ripresa da Galeno, Pavlov, Eysenck e Steiner).
 Anche i suoi STUDI NEUROLOGICI furono di importantissimi, sosteneva che il
CERVELLO fosse l’organo più potente del corpo, e che gli ORGANI DI SENSO
dipendessero dalla sua FACOLTA’ DI DISCERNIMENTO. In più individuava nel
VENTRICOLO SX DEL CUORE la sede dell’intelligenza.
Con Ippocrate si comincia a considerare l’uomo come parte della natura, discorso poi
potenziato da Aristotele.
 ALCMEONE (VI – V sec. a.C.): in primis sottolineava la DIFFERENZA UOMO e
ANIMALE, in quanto riteneva che l’uomo percepiva e capiva, mentre l’animale percepiva
senza capire.
In più fu importantissimo per la TEORIA PERCETTOLOGICA della VISIONE, una teoria
CENTRIPETA: innanzitutto poneva nel CERVELLO la sede dell’anima percettiva, in cui
le percezioni si accordano, dal cervello poi esse potevano intraprendere due sentieri che
portavano alle CAVITA’ DEGLI OCCHI (per questo si muovono insieme sempre) dove è
contenuto lo SPIRITO NATURALE. Negli occhi quindi c’era un FUOCO che proiettato
sugli oggetti percepiti permetteva la visione. Quindi per Alcmeone la VISIONE era
dovuta alle specifiche proprietà dell’occhio del percipiente e non allo stimolo.
 DEMOCRITO (400/300 a.C.): invece fu importante per la sua teoria degli EIDOLA’, una
specie di simulacri a forma e caratteristiche percettive degli oggetti stessi. Una sorta di
pellicola dell’oggetto che si incontra con quella del percipiente: l’IMMAGINE quindi per
Democrito è lo stampo che giunge agli occhi.
 ARISTOTELE (300 a.C.): come detto in precedenza Aristotele rinforza il concetto
proposto da Ippocrate e anzi non solo l’uomo è parte della natura e quindi può essere
studiato con le scienze naturali, ma l’uomo è animale.
- Centrale è quindi per Aristotele il PARAGONE tra UOMO e ANIMALE. Infatti la
CAPACITA’ DI PERCEZIONE per lui è la seconda facoltà dell’ANIMA SENSITIVA, ciò fa
sì che siano esseri viventi anche gli animali.
- Con il “De anima” Aristotele scrive il primissimo trattato di psicologia della storia, in cui
pone l’importanza sullo studio sì dell’uomo ma anche dell’infanzia e degli animali.
Secondo Aristotele, gli organi hanno significato e senso quando svolgono una funzione.
- Egli pone come gli altri il CUORE come sede di anima, sensazione, pensiero ed
emozioni, MA da un ruolo molto importante anche al CERVELLO, che ha il potere di
RAFFREDDAMENTO del cuore stesso (zona più calda e umida). Idea che perdurò fino
al XVII con CISALPINO.
- Si afferma la concezione di UOMO COME OGGETTO DI STUDIO NATURALE.

 PLATONE (428-347 a.C.): fu tra i primi a interrogarsi su come la mente funzioni e se le


capacità cognitive siano innate o acquisite mediante l'esperienza.
 Con questo tema che contrappone INNATISMO (Platone) ed EMPIRISMO filosofico
(Aristotele - concetto di mente come tabula rasa) assistiamo alla nascita della
controversia ancora aperta.
 EROFILO ed ERASISTRATO (300/200 a.C.): fondano insieme la scuola medica di
Alessandria d’Egitto. Erofilo fu il PRIMO ANATOMISTA della storia, ed Erasistrato fornì
le prime descrizioni anatomiche del sistema nervoso.
- Isolarono i NERVI ed Erasistrato li suddivise in NERVI SENSORIALI e NERVI MOTORI.
- Descrissero il CERVELLETTO.
- E fondarono la TEORIA PNEUMATICA DEL COMPORTAMENTO (vs. Aristotele,
PNEUMA soffio vitale, anima, spirito, connesso alla vita): differenziando tra 1. PNEUMA
VITALE (nel CUORE) e pneuma 2. PSICHICO (nel CERVELLO).
____________________________________________________________________________________
- PENSIERO ROMANO:

 PLINIO IL VECCHIO (23 – 79 d.C.): si interessò all'uomo solo per segnalare dei casi
clinici meravigliosi ma non alla loro sistematizzazione.
- Poneva la sede della mente nel cuore. Successivamente la mente, attraverso lo
pneuma condotto dalle arterie, veniva portata sino al cervello.
 GALENO (100/200 d.C.): aggiunse poi un terzo tipo di pneuma che pose nel SANGUE,
chiamandolo 3. PNEUMA FISICO. derivato dai vapori del sangue e regolatore delle
funzioni corporee. Teoria accettata fino ad Harvey.

- Dal MEDIOEVO + CRISTIANESIMO al RINASCIMENTO:

 Ogni tentativo di naturalizzare l’uomo in questo periodo era CONDANNATO. Già dopo
Galeno nel PENSIERO ROMANO non ci furono sviluppi di questi temi, ma con il
MEDIOEVO e l’avvento del CRISTIANESIMO, si ebbe una vera propria CHIUSURA
ALLA SCIENZA DELL’UOMO.
 1) perché l’uomo era INTERPOSTO tra DIO e NATURA, non si poteva studiare
l’anima in quanto di derivazione divina, dunque neanche le attività psichiche potevano
essere oggetto di studio.
 2) Tommaso d’Aquino portò Aristotele nella cultura teologica, che però per l’appunto
ne fece oggetto di ciò che era utile solo alla teologia o politica, e che ne poteva
avvalorare le credenze.
 3) Sì esisteva il culto del SOPRANNATURALE, maghi e alchimisti, ma ciò era qualcosa
di totalmente diverso dal concetto del MONDO SCIENTIFICO.
 4) Chiunque intendesse intraprendere le vie dell’anatomia e delle scienze dell’uomo
doveva passare per il TRIBUNALE DELL’INQUISIZIONE (e di lì al ROGO e alla
SCOMUNICA).

- PENSIERO ARABO:
Molto più libero e laico, inizia a prendere piede anche in Occidente. Nel 832 il califfo abbaside
fonda a Baghdad la CASA DELLA SAGGEZZA, in cui arrivò il pensiero e gli studi filosofici,
medici e scientifici greci.
 ALHAZEN (X sec. d.C.): continuò sul filone delle TEORIE PERCETTOLOGICHE greche
e nei suoi primi 3 libri dell’”OTTICA” espone la sua teoria delle IMMAGINI
CONSECUTIVE: era già dato da tempo che al chiudere degli occhi, dopo aver fissato
un’immagine luminosa, la forma della sorgente rimaneva presente al soggetto. La
FORMA dell’IMMAGINE era dunque PERCEPIBILE IN ASSENZA DI STIMOLO. à per
Alhazen questo significava che NON sono i raggi che partono dall’occhio verso l’oggetto
che determinano la VISIONE (vs. Alcmeone). à con questo EFFETTO DELL’IMMAGINE
POSTUMA Alhazen dimostrò quindi che i raggi NON partono dall’occhio MA dagli
oggetti guardati.
- Infatti egli denota una VISIONE PIRAMIDALE dei raggi in cui l’occhio (camera oscura)
è al vertice e la cosa vista è alle basi, da esse partono i raggi (scorze) che vanno verso
l’occhio, MA ciò vale solo per la FORMA dell’oggetto.
- Fu importantissimo anche per aver differenziato la SENSAZIONE PURA dalla
PERCEZIONE (elaborazione più memoria) anticipando Helmholtz.

- KEPLERO (XVI – XVII sec. d. C.): Da Alhazen in poi il fatto che l’immagine retinale sia
invertita era causa di grave imbarazzo e creava un problema. Keplero non lo considera
un problema perché l’azione della luce sulla retina e la percezione che ne segue sono
due cose separate.
Anche MOLYNEUX (1659): trova la soluzione nel dire che l’occhio è la camera oscura,
lo strumento, e l’anima VEDE per mezzo dell’occhio.

____________________________________________________________________________________

- Una NUOVA CONCEZIONE DELL’UOMO con UMANESIMO e


RINASCIMENTO:
RIVOLUZIONE SCIENTIFICA (in cui si aprono definitivamente le porte alla scienza moderna e
in cui si instaura il legame tra teoria e esperienza empirica) vediamo Galileo, Newton e
Cartesio.
 GALILEO (1564-1642): definisce la vitale importanza dell’OGGETTIVITA’ per la nascita
della scienza moderna. Distinguendo le QUALITA’ in PRIMARIE (presenti al mondo
come tali: estensione, durezza, peso, moto, numero…) e SECONDARIE (caratteristiche
fisiche non percepite in quanto tali perché non si trovano nell’oggetto ma nel percipiente:
colore, odore, gusto, ruvidezza): asserisce che lo SCIENZIATO MODERNO deve
tralasciare le secondarie ed occuparsi delle primarie per poter individuare SOLO
QUELLO CHE NELL’OGGETTO E’.

 NEWTON (1642-1727): attesta le teorie di Galileo dimostrando che il COLORE non sta
nella luce che riflettono gli oggetti, MA nell’occhio del PERCIPIENTE.

 CARTESIO (1596-1650): matematico e filosofo, iniziatore della corrente razionalista


(ragione umana fonte di ogni conoscenza).
- DUALISMO à il dualismo cartesiano fu una vera e propria rottura epistemologica di
grandissima portata. Egli nella sua teoria distingue tra RES EXTENSA (= corpo
macchina, materia che ha estensione, limitata e inconsapevole che risponde alle leggi
della fisica) e RES COGITANS (=anima pensante, non ha estensione, ambito delle idee,
è illimitata e essendo pensiero ha coscienza di sé) e soprattutto la GHIANDOLA
PINEALE o EPIFISI. à che non è la sede dello spirito, ma solo il luogo di interazione
delle due sostanze (unico organo non doppio per Cartesio) un SISTEMA DI STIMOLI IN
ENTRATA E RISPOSTE IN USCITA. à certo la teologia può negare la possibilità di
studiare la res cogitans in quanto tratta di anima, ma nulla nega di poter studiare i
rapporti che essa ha con la res extensa, che è materia. Si sottraeva per la prima volta il
dominio delle riflessioni teologiche sulla scienza dell’uomo.
- CORPO MACCHINA à Con la scoperta della CIRCOLAZIONE SANGUIGNA di Harvey,
e le altre applicazioni ingegnose dell’idraulica di quel tempo, Cartesio e di lì la scienza a
seguire potranno studiare il corpo come macchina idraulica (robot).
- DOTTRINA DELLE IDEE INNATE à ulteriore passo avanti: alla mente non è più
necessario il corpo (compresi cervello e organi di senso) per esplicare la sua azione,
perché in essa sono compresi, quindi INNATI, i princìpi che le consentono di funzionare.
Le idee per Cartesio sono il contenuto della mente e le suddivide in tre tipi:1. Idee
derivanti dai SENSI, 2. Dalla MEMORIA, 3. dall’IMMAGINAZIONE, che costituiscono il
legame tra mente e oggetti reali. Di queste fa un’ulteriore suddivisione in: a. IDEE
FITTIZIE (=costituite da me stesso); b. IDEE AVVENTIZIE (=che trovano riscontro nella
natura; c. IDEE INNATE (= che sorgono direttamente dalla mente come principi assoluti
e basilari, es. di Dio, sel sé, …). Così non essendo più fondamentale il corpo per il
funzionamento della mente, Cartesio postula finalmente una INDIPENDENZA TRA RES
COG E RES EST.
- COGITO ERGO SUM à”penso quindi sono, se penso non posso dubitare di esistere”,
Cartesio si interroga sulla possibilità che il mondo in cui viviamo sia un mondo di
APPARENZE, di un DEMONE che ci vuole INGANNARE. La soluzione la trova nel
cogito ergo sum, in cui afferma che non ci sono più dubbi sul fatto che esistano delle
evidenze indubitabili, ovvero delle idee per semplicemente le loro caratteristiche innate
di chiarezza e distinzione sono indubitabili.
- CONCETTO DI PERCEZIONE à Cartesio suddivide il percorso delle PERCEZIONI in tre
livelli: 1. LIVELLO FISIOLOGICO ovvero quello della fisica, condiviso da tutti gli uomini e
animali. L’azione dei SENSI è PASSIVA; 2. LIVELLO DELLO SPIRITO (res cogitans) in
cui la SENSAZIONE diventa COSCIENTE raggiungendo la ghiandola pineale, ma
ancora NON identifica e localizza il percepito; 3. LIVELLO DELLA VERA PERCEZIONE
in cui la mente è in grado di distinguere e localizzare il percepito e quindi costituisce le
RAPPRESENTAZIONI MENTALI del mondo esterno in noi.

____________________________________________________________________________
_

- La fondazione delle SCIENZE DELL’UOMO:


Dopo la rivoluzione scientifica di Cartesio, bisogna ancora compiere un passo fondamentale per
la nascita della psicologia scientifica, ovvero passare:
 SOSTANZA à PROCESSI della mente.
 CORPO MACCHINA à CORPO COME ORGANISMO NATURALE.
Ricostituire quindi l’unità MENTE X CORPO.
 Fine 700: già si ha un’autentica FONDAZIONE della SCIENZA DELL’UOMO grazie
all’apporto degli EMPIRISTI inglesi (poi 800 ASSOCIAZIONISTI) e soprattutto degli
IDEOLOGUES francesi.

- Da EMPIRISMO a ASSOCIAZIONISMO:
A partire da Cartesio si sviluppano quindi le teorie del RAZIONALISMO che vedono la ragione
come principio guida dell’attività psichica, alla quale ben presto si oppose l’EMPIRISMO
(INGLESE) secondo cui:

- C’è una totale DIPENDENZA delle STRUTTURE DELL’INTELLETTO dall’ESPERIENZA


PASSATA.
- La PERCEZIONE è la CHIAVE attraverso cui l’esperienza giunge alla nostra mente: il
loro motto è infatti “NULLA è NELLA MENTE CHE NON SIA ORIGINATO DALLA
PERCEZIONE”.
- NON ci sono IDEE INNATE: la mente del bambino è una tabula rasa che attende
l’esperienza.
Vediamo gli esponenti più rilevanti dell’empirismo:
 HUME: importante per 4 punti fondamentali: 1. Le STRUTTURE PERCETTIVE sono
APPRESE (e non innate; 2. Le “PASSIONI” invece sono INNATE (e non apprese); 3.
L’INTELLETTO è determinato dai FATTORI AMBIENTALI (che scrivono nella coscienza
dell’uomo) e 4. Le ASSOCIAZIONI (risalenti ad Aristotele, in cui le impressioni e le idee
si associano) sono i processi fondamentali che REGOLANO L’INTELLETTO. Hume le
distingue X SOMIGLIANZA (= es. ritratto), X CONTINUITA’ (= un appartamento o una
casa, si parla degli abitanti), X CAUSAZIONE (= ferita, pensiamo al dolore).
 LOCKE: Fu il PRIMO a usare il termine “INTELLETTO” che non è sostanza ma
FACOLTA’. Inoltre afferma che con la NASCITA si ha già una vera e propria
CONOSCENZA ovvero ci sono già i legami tra le idee, le quali però iniziano a formarsi
già nell’UTERO, di queste la VISIONE BIDIMENSIONALE invece è già INNATA.
 MOLYNEUX: come visto già con Keplero e Alhazen, si pone il quesito sull’origine e la
formazione del CONCETTO DI SPAZIO con il PROBLEMA DEL CIECO NATO.
"Supponete un cieco dalla nascita, divenuto ormai uomo, a cui sia stato insegnato mediante il tatto a
distinguere un cubo da una sfera fatti dello stesso metallo e più o meno della stessa grandezza in
maniera che quando tocca l'uno e l'altro possa dire quale è il cubo e quale la sfera. Supponete che il
cubo e la sfera vengano posti su un tavolo, e che il cieco acquisti la vista. Ci si chiede se guardando
senza toccare sarebbe in grado di distinguerli.”
L’esperienza non ha un oggetto, mentre lo spirito, la nostra mente, crea ogni cosa. Qualsiasi idea,
dunque, anche quella di esteriorità, è prodotta dallo spirito attivo; da tutto ciò se ne conclude che alla

domanda posta da Molineux, Berkeley risponde che non è possibile che un cieco-nato, nel caso tornasse
a vedere improvvisamente, riconoscerebbe la sfera e il cubo, che aveva precedentemente toccato, perché
quei solidi sono acquisiti solo dall’esperienza o, ancora meglio, sono create dallo spirito. A partire da queste lo
spirito pone in essere le cose con modalità e processi propri di funzionamento.
Gli empiristi compiono un PASSO IMPORTANTISSIMO, (da Wolff con psi raz. E psi emp.),
distinguendo tra STUDIO DELL’ ESSENZA DELL’ANIMA (sostanza), lasciandola totalmente
al discorso della METAFISICA, e STUDIO DEI PRODOTTI DELL’ANIMA (processi ed effetti)
à questo è quello di cui si occupano, distinguendo ulteriormente i prodotti dell’anima in STUDIO
DEI PROCESSI DELL’INTELLETTO (Hume) e STUDIO DEI RAPPORTI MENTE X CORPO
(Hartley).

 HARTLEY: formula la TEORIA DELLE “VIBRAZIUNCOLE” per spiegare il rapporto tra


corpo e operazioni dell’intelletto. Le “VIBRAZIUNCOLE” sono delle minime vibrazioni
provocate dagli oggetti esterni attraverso gli organi di senso nel sistema nervoso. (es. il
ricordo di un’esperienza passata suscita nel sistema nervoso le stesse vibrazioni che
suscitò in quel momento in cui fu percepita).

[ASSOCIAZIONISMO, 1800]:

 “TUTTE LE OPERAZIONI DELL’INTELLETTO, E CIOE’ L’INSIEME DEI FENOMENI


PSICHICI, SONO RETTE DA LEGGI ASSOCIATIVE.
 JAMES MILL: esempio del FIORE (= composto di petali, gambo, foglie, radici…) à per
spiegare il suo concetto di “SINCRONIE”, ovvero per noi un OGGETTO è la somma di
SENSAZIONI (colore, forma, peso, ecc…)che vengono ASSOCIATE
SIMULTANEAMENTE, costituendo così un PERCETTO, da cui deriva un’IDEA. à in
realtà però: consideriamo ogni idea semplice come un composto di idee ancora più
semplici.

 STUART MILL (figlio): propone una soluzione ai problemi della teoria del padre con la
sua TEORIA DELLA CHIMICA MENTALE, per cui le IDEE sono = agli ELEMENTI
CHIMICI. Come per essi, non c’è bisogno di scomporre un COMPOSTO in quanto egli si
comporta come un’UNITA’.
 ALEXANDER BAIN: fu il padre filosofico della psicologia scientifica e anche il PRIMO a
parlare di APPRENDIMENTO e di TRIALS-AND-ERRORS. à indica i processi di
APPRENDIMENTO come FATTORI INNATI DEL COMPORTAMENTO: prima
movimenti casuali, di cui alcuni premiati, ripresentarsi dei comportamenti con risultati
positivi, abitudini.

- Dal SENSISMO agli IDEOLOGUES:


Per andare oltre la RIDUZIONE MECCANICISTA del corpo umano, furono fondamentali gli
apporti ritrovati in Francia tra i sensisti, naturalisti e gli ideologi.

 MECCANICISMO: La Mettrie.
- LA METTRIE e il riduzionismo meccanicista (1745/48):
- la MENTE è PROPRIETA’ DELLA MATERIA, la materia vivente è ORGANIZZATA e ha
un MOTORE INTERNO di cui l’ANIMA ne è MOLLA PRINCIPALE.
- NON ha principi innati e vale sia per l’uomo che per l’animale, perché l’ANIMALE è
semplicemente una MACCHINA + SEMPLICE dell’uomo (le uniche DIFFERENZE tra
uomo e animale sono QUANTITATIVE e non qualitative).

 SENSISMO: Condillac
- CONDILLAC: inizia lo studio sulle OPERAZIONI INTELLETTUALI DELL’UOMO
confrontandolo con gli ANIMALI. --> metafora della “STATUA” a cui vengono
progressivamente aggiunti i sensi --> dimostrando: il pensiero si costituisce solo sulla
base delle AFFERENZE SENSORIALI. --> precede Lavoisier (rivoluzione in campo
chimico): fino a 800 gli psicologi penseranno di poter lavorare sugli “elementi sensoriali”
per costruire una sintesi dal basso della scienza psicologica = CHIMICA e SCIENZA che
partivano da ELEMENTI che si aggregavano di atomo in molecola in COMPOSTI
SEMPRE PIU AMPI. (S.Mill)
 NATURALISMO: Buffon
- BUFFON: (vs. Riduzione meccanicista) “l’uomo fa parte del REGNO ANIMALE, ma
occupa una posizione di VERTICE”. Andando oltre alla concezione classificatoria per
fare una STORIA NATURALE DELL’UOMO (e non metafisica).
- La mettrie: uomo=macchina, Buffon: uomo=animale al vertice.

 IDEOLOGISMO (XVIII – XIX):

Francia: dominio culturale del 700 --> naturalismo, sensismo, meccanicismo, prima
Enciclopedia (Diderot e d’Alembert), ROUSSEAU e il “mito del buon selvaggio”: non mancano
contraddizioni MA comune FIDUCIA sull’EDUCAZIONE e sulla RAGIONE come principio
regolatore della vita umana.
--> manca di tradurre in un DISCORSO SCIENTIFICO tutte queste riflessioni.

Straordinario propulsore di questo discorso fu TURGOT, e attorno a lui si aggregarono


“savants” di diversa provenienza culturale (filosofia, medicina, letteratura, ecc...) che fondarono
la “Societé des Observateurs de l’Homme” (Società degli Osservatori dell’Uomo) che diventerà
un circolo di grandissima importanza. Per la prima volta le attività mentali e sociali
dell’uomo vengono affrontate con spirito scientifico: il nome che si danno è
“IDEOLOGUES” --> perché: “scienza che studia come si formano le idee”. I principali esponenti
furono Cabanis, de Tracy, de Biran, Pinel. IL loro campo di indagine era molto ampio e andava
oltre alla psicologia: psichiatria (Pinel), sociologia, etnologia, antropologia culturale.

Fu importantissimo il contributo degli idéologues francesi. Essi si proposero di abbattere il


disagio della separazione tra UOMO FISICO e UOMO MORALE in quanto quest’ultimo era
ancora troppo oscurato dalle ipotesi metafisiche (Cabanis), e di risolvere il problema del
rapporto tra NATURA e CULTURA,tra INNATO e ACQUISITO, (Pinel e Itard)Riuscirono nel loro
intento portando a un’ENORME SVOLTA nella fondazione della psicologia riuscendo ad
affermare una volta per tutte l’UNITA’ ONTOLOGICA DELL’UOMO.

- CABANIS: per lui FISICO e MORALE sono INTERCONNESSI, POLI OPPOSTI di


un’UNICA DIMENSIONE; da importanza al ruolo del SISTEMA NERVOSO come
REGOLATORE del corpo. Quest’unità consiste quindi nell’interconnessione morale x
fisico: MORALE =funzione del sistema nervoso, SISTEMA NERVOSO= regolatore del
fisico e quindi parte di esso.
- PINEL (psichiatra) e ITARD (giovane medico): caso famoso del “RAGAZZO
SELVAGGIO DELL’AVEYRON”: ragazzo di 13-14 anni ritrovato nei boschi dell’Aveyron
: Pinel --> idiozia , Itard --> grandi studi di apprendimento soprattutto del linguaggio, ma
risultati molto scarsi. Vicolo cieco dell’“UOMO di NATURA” più felice dell’UOMO
CIVILIZZATO? --> uomo di natura= stato naturale anche propri bisogni, bisogno
dell’uomo= educazione intelligente --> nessuno più di lui era lontano dall’essere uomo di
natura. --> discussione rapporto NATURA/CULTURA, innato/appreso.

____________________________________________________________________________

- INTERDIZIONE KANTIANA:

 1789 - KANT: nega la possibilità di matematizzare gli eventi psichici. (così anche la
nascita della psicologia scientifica). Per farlo si avvale della distinzione tra GRANDEZZE
ESTENSIVE (tempo, lunghezza, ecc…) e GRANDEZZE INTENSIVE (colore, suono,
ecc…): le prime sono quelle osservabili e misurabili con metodi scientifici, in quanto
AGGREGATI DI PARTI, che variano di dimensione.
Le seconde invece, quelle che tratta appunto la psicologia sono “intensive” che HANNO
SOLO UN GRADO: l’esistenza o la non esistenza, non osservabili, si colgono con la
percezione, se ne migliora la conoscenza attraverso l’introspezione, l’auto-osservazione.
- SUPERAMENTO dell’interdizione kantiana:

Per poter affermarsi come scienza autonoma, la psicologia doveva quindi superare il diniego
imposto da Kant. Le discipline che contribuirono a superare questo diniego furono:

- Fisiologia
- Neuroscienze
- Psicofisica
- Astronomia
- Biologia.

 Proviamo a individuare una mappa cronologica-argomentativa degli studiosi che più


hanno consentito il superamento di questa interdizione ricorrendo a studi di quelle
discipline:
♦ [1751] WHYATT : con lo studio delle ATTIVITA’ RIFLESSE (esperimento rana, midollo
spinale, arco riflesso...); N e F
♦ [1811/1822] BELL e MAGENDIE : studio dell’indipendenza delle VIE SENSORIALI e
MOTORIE; Ne F
♦ [1800/1824] GALL : localizzazione delle aree cerebrali (FRENOLOGIA); N e F
♦ [1825] HERBART : MATEMATIZZAZIONE delle attività mentali (dinamica e
rappresentazioni); P
♦ [1834] WEBER : scoperta della costante di RELAZIONE STIMOLO-PERCEZIONE
(diverso peso stimolo); P
♦ [1834/1860] FECHNER : formulazione LEGGE WEBER-FECHNER (nascita psicofisica);
P
♦ [1816] BESSEL : formulazione dell’EQUAZIONE PERSONALE (osservazione
passaggio astri, nasce problema tempi di reazione); A
♦ [1827] MULLER : principio dell’ENERGIA NERVOSA SPECIFICA (stimolo elettrico
nervo ottico); N e F
♦ [1840/80] HELHOLTZ : - studia la VELOCITA’ dell’IMPULSO NERVOSO (tempi
reazione bessel) - formula la TEORIA DELLA PERCEZIONE DEL COLORE e la
TEORIA DELLA PERCEZIONE DELL’ALTEZZA TONALE – arriva anche alla teoria
dell’INFERENZA INCONSCIA attraverso lo studio delle costanze percettive; F e N
♦ [1850/60] DONDERS : con la CRONOMETRIA MENTALE (tempi reazione bessel) e
formula il METODO SOTTRATTIVO; F e N
♦ [1859] DARWIN : e le TEORIE EVOLUZIONISTICHE, (Galton e Romanes); B
 HERBART (1776-1881):
- Konigsberg, Gottinga.
- Filosofo ANTI-IDEALISTA (e anti-illuminista), perché l’idealismo (Hegel) era la corrente
filosofica predominante in Germania in quel momento, e insieme a Kant interdicevano la
possibilità di creare una psicologia scientifica. Herbart si considerava un Kantiano ma si
proponeva di superare quel diniego da lui imposto.
- Si ispira molto a Leibniz (chiama i REALI, gli elementi ultimi dell’essere, che possono
ricordare le MONADI leibniziane).
- È il primo ad affermare che la psicologia è valida come scienza autonoma,
considerando che non va fondata sulla fisiologia, non è analitica o sperimentale, MA che
si fonda su METAFISICA, MATEMATICA e ESPERIENZA.
♦ RAPPRESENTAZIONI:
- L'ANIMA è UNITARIA, e in essa le IDEE variano per TEMPO e INTENSITA’. Esse
sono quindi considerate FORZE, e sono DINAMICHE, in quanto RAPPRESENTAZIONI,
concetto chiave della sua teoria. La VITA MENTALE è vista quindi in termini di forze di
rappresentazioni che si SCONTRANO, INIBISCONO, FONDONO, COMPAIONO e
SPARISCONO dalla CONSAPEVOLEZZA. Si tratta quindi per Herbart di una REALTA’
estremamente dinamica costituita dalle complesse interazioni di queste rappresentazioni
e del loro feroce CONTRASTO. MA è importante anche sottolineare che dove queste si
scontrano vi è MOLTEPLICITA’, per conseguenza c’è anche una IO-ITA' (Ichheit) che
permane (L’ IO PERMANE). --> precursore dell’INCONSCIO.
- Questa “TOTALITA’ ORGANIZZATA” lo fa precursore anche della GESTALT.
- Meccanismo dell’INIBIZIONE (Hemmung) --> le forze più potenti prevalgono sulle più
deboli e le inibiscono.
- Tendenza all’AUTOCONSERVAZIONE --> se è vero che le forze più forti rimangono
presenti alla consapevolezza è vero anche che per questa tendenza
all’autoconservazione il contrasto non è affatto pacifico. (stato di TENDENZA A
RAPPRESENTARE o PERCEPIRE).
- SOGLIA (Schwelle) di consapevolezza --> confine che viene oltrepassato quando una
rappresentazione passa da uno stato di completa inibizione al rappresentare nel reale o
viceversa. --> precursore “INCONSCIO” (sotto soglia di consapevolezza). --> si badi
che per H. non esistono rappresentazioni “negative” perché quando una
rappresentazione è inibita non va sotto alla soglia ma rimane nei dintorni pronta ad
esser richiamata.
♦ MATEMATIZZAZIONE e DINAMICA:
- Per Herbart è fondamentale basare la sua teoria psicologica fondandola su una
STATICA e una DINAMICA DEI FATTI PSICHICI. (grazie anche alle conquiste
dell’astronomia e della fisica di quegli anni).
- Infatti grazie al CALCOLO INTEGRALE e DIFFERENZIALE e il suo approccio in
SENSO PROPRIO DINAMICO egli riesce a costituire la sua teoria, che chiama anche
“MECCANICA DELLO SPIRITO”: dunque il CALCOLO INFINETESIMALE gli consente
di determinare il VARIARE NEL TEMPO di queste forze e COMPLESSI. (omogenei o
eterogenei).
- <<I concetti elaborati dalla metafisica sono sperimentali. L'esperienza offre solo
fenomeni, che sono subbiettivi, ma si riferiscono a un quid non percepito, che è il reale.
Il presupposto di ogni fenomeno è il reale, che H. chiama monade (G. Bruno, Leibniz).
Le monadi sono semplici, senza forma e parti, mentre gli atomi sono estesi e
posseggono una forma. Gli atomi sono impenetrabili; le monadi si penetrano. L'anima è
una monade, ed è la sede di tutti i fatti psichici, ma di essa ignoriamo l'essenza. Le
monadi s'incontrano nello spazio, agendo e reagendo nelle due forme di perturbazione e
autoconservazione, onde derivano tutte le forme del mondo, tutte le forze e le leggi. L'io
è un prodotto delle rappresentazioni. 2. Le rappresentazioni sono forze che, pure
scomparendo, cioè ritirandosi sotto la soglia della coscienza, si trasformano in
tendenze. 3. Ai fatti psichici, che sono forze, si deve poter applicare il calcolo
matematico. Si vede qui il principio di una statica e di una dinamica della realtà
psichica: le matematiche si applicano alla psicologia elevata al grado di scienza
esatta. La psicologia di H.si riassume nei seguenti príncipî:
- H. non parla affatto di eredità psichica; delle facoltà tradizionali si nega l'esistenza;
- le percezioni o rappresentazioni sono autoconservazioni e primi germi di ciò che si
dice vita;
- lo spirito è un tessuto infinito di rappresentazioni in continuo movimento ed è
come una fiumana che cambia sempre direzione, forza, massa.
- Le rappresentazioni agiscono le une sulle altre: si fondono, si premono; segue una
lotta; ogni rappresentazione resiste, perché è una forza.
- Alla lotta non segue annientamento, ma trasformazione: le rappresentazioni più
deboli cadono sotto la soglia della coscienza, trasformandosi in tendenze a percepire
(non esistono rappresentazioni "negative" pronte a ricomparire); ricompaiono,
quando la pressione è tolta (obliare e ricordare).>> Treccani …......portò la psicologia da
un ambito qualitativo a un ambito quantitativo.

____________________________________________________________________________________

 WEBER (1829-1834):
- Anatomo-fisiologo. A Lipsia compì degli studi importantissimi, poi ripresi, ampliati e
sistematizzati da Fechner:
- COSTANTE DI WEBER(relazione stimolo-percezione): SENSAZIONE TATTILE -->
applica due stimoli (PESI), di intensità diversa, per cui la differenza era APPENA
PERCEPIBILE --> ES: 30 gr, poi 31 gr, poi 30,5 gr (risultava percepibile a 31 e non a
30,5), MA 60 gr e 61 gr non era più percepibile, mentre 62 gr sì: CON L’AUMENTARE
DEL VALORE DEGLI STIMOLI, AUMENTAVA ANCHE LA DIFFERENZA
PERCEPIBILE, A PARITA’ DI RAPPORTO TRA I DUE STIMOLI (30gr o 60gr).
 Fechner ne fece una legge matematica.

 FECHNER (1801-1887):
♦ [1860] PSICOFISICA --> per lui era un’<<esatta dottrina dei RAPPORTI funzionali o di
dipendenza tra CORPO e ANIMA>>.
♦ Fechner fu un fisico di grandissimo valore, ma anche molto particolare per la sua
FILOSOFIA CONTRADDITTORIA: nella Germania di quegli anni era imperante la
“questione materialistica” che vedeva da un lato i VITALISTI (Muller, Liebig) e dall’altro i
MATERIALISTI (Helmholtz, Reymond). Fechner si trovava al centro tra le due correnti,
seguendo sia la sua VENA MISTICA (filosofia indiana) che quella MATERIALISTICA
(matematica). Per quanto riguarda la seconda, stiamo parlando di un MATERIALISMO
RADICALE con però l’aggiunta dell’ESISTENZA DELL’ANIMA. Infatti per Fechner SPIRITO
e MATERIA erano due facce della stessa medaglia, arrivando così a una REALTA’
ONTOLOGICAMENTE UNITARIA *superando definitivamente il DUALISMO CARTESIANO
e rifacendosi all’Etica di SPINOZA, attestando il DOPPIO ASPETTO dell’unità spirito-
materia, in cui esse differivano soltanto a seconda del punto di vista. Egli credeva che :1.
ANIMA = organizzazione della materia; 2. dotata di anima qualsiasi MATERIA = organica o
inorganica (uomo, animali, piante, pietre, sassi, pianteti...) perché MATERIA = ATOMI --> già
in questo si distanziava dai vitalisti; 3. ANIMA IMMORTALE, perché sopravvive dopo la
morte in Dio, il Dio che è onnipresente e cosciente in tutta la materia (atomi).
♦ Fu professore a Lipsia dopo Weber (1834 – 1839) fino a che una grave malattia lo rese non
vedente.
♦ Fechner si propose quindi trovare una RELAZIONE STABILE esprimibile in forma
matematica semplice, universale, tra mondo dello spirito e mondo della materia. Egli si
ritenne di trovarla a partire da quella relazione scoperta da Weber (𝑘=∆ 𝑅/ 𝑅):

𝑆=𝑐 ⋅ log ❑ 𝑅 o 𝑆=𝑘 log 𝑅+ 𝑐 .

- S= valore delle SENSAZIONI; c= costante d’integrazione che varia da stimolo a stimolo;


R=valore dello STIMOLO; k= costante di Weber (modalità sensoriale).
- <<per far crescere in progressione aritmetica l’intensità di una sensazione è
necessario che lo stimolo corrispondente cresca in progressione geometrica>>.
- La sensazione si accresce con il logaritmo dell’intensità dello stimolo. L'aggiunta di Fechner
fu quella di considerare una scala di stimoli più vasta, e di vedere come variava S al
VARIARE CONTINUO DELL’INTENSITA’ DELLA STIMOLAZIONE. (Ovvero all’
incrementare continuamente di un valore infinetesimale lo stimolo di intensità, sostituendo
l’incremento infinitesimo al valore infinitesimale e integrando).

Così Fechner aprì un capitolo importantissimo per la scienza moderna, introducendo la


PSICOFISICA che trova largo spazio anche nella scienza attuale, attualizzata dalla tecnologia
odierna.

*immediatamente la psicofisica si propose di determinare il valore della costante di Weber per le


varie modalità sensoriali, e i valori minimi o massimi di intensità percepibile: 1. SOGLIA
DIFFERENZIALE= ΔR, consente di percepire il cambiamento di intensità di uno stimolo il 50% delle
volte; 2. SOGLIA ASSOLUTA = il valore di uno stimolo che ne consente la percezione in assoluto il
50% delle volte, a sua volta la soglia assoluta si divide in: a. soglia INFERIORE, e b. soglia
SUPERIORE --> infatti stimoli eccessivi possono portare a non essere più percepiti o addirittura a
essere percepiti come appartenenti a un’altra modalità di stimolazione (es. Udito, suono troppo forte,
dolore). Dall'altra parte un punto ancora più dibattuto (superato solo da Thurstone nel 900), fu quello
degli stimoli inferiori alla soglia inferiore, es. Rappr. Negative in Herbart, Fechner invece le ammette
le SENSAZIONI NEGATIVE. Ma hanno senso da un punto di vista psicologico? Vedremo con
Thurstone.

____________________________________________________________________________________

o Il contesto culturale durante la nascita della psicologia:

Controversia VITALISTI / MATERIALISTI:

 VITALISMO: (Muller, Liebig)


- MATERIA vivente --> NON riducibile al mondo organico .
- VITA= qualcosa di + rispetto alla materia che compone gli organismi viventi.
- ENTELEKIA= principio vitale che è all’interno di ogni organismo vivente, fa sì che quando
c’è vita, essa non possa essere capita del tutto solo guardando come si comporta la materia
vivente, ma c’è QUALCOSA DI PIU’.
- ATTIVITA’ MENTALI= quindi non potevano essere ricondotte alla materia organica, e quindi
non si potevano conoscere studiando il cervello.
♦ MULLER (1827): il tempo impiegato dal PASSAGGIO DELL’IMPULSO NERVOSO è
infinitamente piccolo e NON MISURABILE. --> per questo esiste la differenza tra MATERIA
ORGANICA, e INORGANICA, e la sostanza nervosa si compone dell’organica. Gli impulsi
misurabili perché finiti appartengono solo alla materia inorganica.
 MATERIALISMO: (Schiff, Helmoltz, Du-Bois-Reymond)
- VITA PSICHICA= (e fenomeni vitali) riconducibili alla MATERIA che componeva TUTTI gli
ORGANISMI.
- Studiando la materia che compone gli organismi viventi e in particolare il sistema nervoso, si
possono quindi capire le ATTIVITA’ PSICHICHE in quanto funzionamenti della materia
organica.
- Per farlo bisognava mettere in relazione l’attività psichica con un altro PARAMETRO FISICO
(es. Il TEMPO) e dunque al loro VARIARE. --> leggi tra parametri di eventi tra loro
concatenati. COOVARIAZIONE dei parametri.
♦ SCHIFF (1866): fisiologo tedesco, dimostrò che durante lo svolgimento di un fatto psichico di
produceva CALORE. Es. Memorizzare una poesia portava a una produzione maggiore
calore nel cervello. P E R O ‘ Si trattava di tentativi abbastanza rozzi. Es. CHARLES
BONNET (FISIOLOGO DEL 700) aveva già fatto tentativi di questo tipo. Si era messo
ad imparare a memoria l’Eneide e aveva visto che si produceva calore.

 Fu l’utilizzo di un altro parametro fisico a risolvere i tentativi proporre delle leggi matematiche
e osservabili a fondamento della psicologia come scienza autonoma: il TEMPO.

 BESSEL (1816 – 1822): astronomo dell’Imperiale Osservatorio di Konigsberg, si incuriosì


su un fatto accaduto nel Regio Osservatorio di Greenwich nel 1796. Ovvero l’astronomo
Maskelyne rimproverò e poi licenzio il suo assistente Kinnebrook perché egli, durante
l’osservazione “OCCHIO-ORECCHIO” (che consisteva nell’osservare il passaggio degli astri
su una griglia posta sulla lente del telescopio mentre si contavano i ticchettii dell’orologio),
aveva riportato un RITARDO rispetto al maestro, compreso tra i 500 e 800 msec nei TEMPI
DI RILEVAZIONE.
Il fatto appunto di essere rimproverato aveva portato l’assistente a peggiorar ancora di più la
propria prestazione. --> così Bessel nel 1816 chiese a diversi ASTRONOMI di provare le loro
capacità e cimentarsi nelle rilevazioni: i RISULTATI portavano a una DIFFERENZA
valutabile in media sui 300 msec fino addirittura a 1 sec. Esistevano dunque delle
FLUTTUAZIONI che variavano a seconda di diversi fattori e del momento della giornata, ad
esempio la fatica, lo stato psicofisico o l’attenzione: si dimostrava così l’esistenza di un
FATTORE SOGGETTIVO che influiva sul tempo della rilevazione, esso venne chiamato
“EQUAZIONE PERSONALE” (=relazione tra processo psichico e misurazione di un
parametro fisico). Dal 1822 questa destò un enorme interesse nel mondo della scienza
astronomica, portando in luce la problematica dei “TEMPI DI REAZIONE” (Exner 1871) e
anche quella dell’esigenza di trovare metodi più attendibili nelle misurazioni. (Faya, 1849,
rilevazione fotografica).
EQUAZIONE PERSONALE: si dimostrava l’esistenza di un un FATTORE SOGGETTIVO.
 Equazione Personale= rapporto tra PROCESSO PSICHICO e MISURAZIONE DI UN PARAMETRO
FISICO (TEMPO) --> RIBOT (1879): si cominciava a “misurare con precisione lo STATO DI
COSCIENZA “.

____________________________________________________________________________________ *
***Nel 1751 con WHYATT si compì un passo fondamentale: si comincia ad affrontare un problema
che avrà un’importanza enorme, quello dei NERVI SENSORIALI:

 WHYATT [1751]:

Esperimento della RANA --> dimostrò che asportando il CERVELLO della rana, le ATTIVITA’
RIFLESSE seguitavano ad esistere, ovvero il cervello non era utile alle attività riflesse. Esse anzi,
sono attività che hanno una sede nel SISTEMA NERVOSO CENTRALE ma AL DI SOTTO DEL
CERVELLO. E si comincia anche a precisare cosa siano le attività riflesse, cosa che all’epoca non
era del tutto chiara.

 Importantissimo anche lo studio dell’ARCO RIFLESSO:

(termine coniato da Marshall Hall), che funziona in questo modo: si ha una STIMOLAZIONE che
arriva a un TRASDUTTORE SENSORIALE DORSALE (es. Corpuscolo tattile); da qui la
stimolazione viene CONVOGLIATA a una RADICE DORSALE GANGLIARE; entra quindi nel
MIDOLLO SPINALE; dal midollo viene PORTATO su un NEURONE MOTORIO che ha sede nella
SEZIONE TRASVERSALE; e attraverso l’altro RAMO TRASVERSALE giunge all’ORGANO
EFFETTORE (es. muscolo, ghiandola, ecc...). Tra una tappa e l’altra non si ha minimamente
intervento del cervello, ma rimane tutto a LIVELLO PERIFERICO del MIDOLLO SPINALE. (es.
Martelletto ginocchio ovvero riflesso patellare, qualcuno soffia in un occhio e questo si chiude, il
cosiddetto riflesso dell’ammiccamento, ecc...) tutti questi sono riflessi che avvengono
meccanicamente e autonomamente senza intervento del pensiero o della volontà, non passano nel
cervello, ma rimangono a un LIVELLO INFERIORE, pur sempre CENTRALE (perché midollo).

Con W. si comincia quindi a capire il funzionamento dei riflessi, ma ciò vuol dire anche che porta a
pensare a una regolazione corporea organizzata sulla base di questi riflessi che probabilmente
hanno poco a che fare con l’ATTIVITA’ PSICHICA.
Il discorso sui riflessi sarebbe poi stato chiarito nel 1906 con SHERRINGTON, che dimostra il
controllo centrale delle attività riflesse. Ma ricordiamo però che in seguito, nel ‘900 con PAVLOV e la
SCUOLA PSICOLOGICA RUSSA e poi con SECHENOV questi meccanismi riflessi vengono portati
a livelli più centrali e si inizia a pensare di interpretare tutta l’attività psichica sulla base di archi
riflessi.

 Importantissima fu la scoperta fatta indipendentemente nel [1811] da BELL (medico


scozzese) e nel [1822] da MAGENDIE (fisiologo francese):

La “legge Bell-Magendie", uso un po’ improprio del termine legge, in quanto si parla di una scoperta.
Essi, infatti, scoprirono che nei NERVI PERIFERICI le VIE SENSORIALI erano INDIPENDENTI dalle
VIE MOTORIE.

Se guardiamo al funzionamento dell’arco riflesso è già chiaro ciò che loro scoprirono, ma per l’epoca
era una conoscenza del tutto nuova: come possiamo vedere dalle immagini dell’arco riflesso, un
nervo ha FIBRE SENSORIALI che portano dalla periferia al centro gli stimoli sensoriali, e FIBRE
MOTORIE che portano dal centro alla periferia gli impulsi agli EFFETTORI perché compiano delle
azioni nel mondo. Ciò che fecero Bell e Magendie (l’uno indipendentemente dall’altro) all’inizio
dell’800 fu proprio dimostrare questo funzionamento indipendente dei nervi in quanto le fibre
sensoriali erano separate da quelle motorie.

Bell e Magendie scoprirono per la prima volta quindi che: IL SISTEMA NERVOSO NON È
COMPOSTO DI TESSUTO INDIFFERENZIATO, NÉ TANTO MENO È INDIFFERENZIATA LA SUA
ATTIVITA’. --> EX [se si recidono le radici posteriori dei nervi spinali, il nervo non riesce più a
convogliare sensazioni, se viceversa si recidono le radici anteriori dei nervi spinali, il nervo non
riesce più a far contrarre i muscoli a valle.]

 FRANZ JOSEPH GALL [1800/1824]:

Lo sviluppo delle neuroscienze contribuì allo sviluppo della psicologia come disciplina scientifica:
molto si deve a un grande neuro-anatomista austriaco, e creatore di una scienza che verrà chiamata
FRENOLOGIA, la quale studia la corrispondenza tra funzioni cerebrali e attività mentali. Portando
alla luce un altro aspetto molto importante, quello della LOCALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’
CEREBRALI.

PSICOLOGIA DELLE FACOLTA’: divisione funzionale della mente sulla base delle attività
psichiche svolte.
Per lui le facoltà sono qualcosa di molto specifico, per esempio sono l’intelligenza matematica,
capacità musicale, lettura, sensibilità artistica, ecc… Quindi quando si parla di una mente fatta con
scampi di attività separate le une dalle altre è perché fino ad all’ora vigeva la concezione opposta,
quella fatta per FUNZIONI, la quale sostiene che ci sono dei processi ORIZZONTALI che sono al
servizio di tutte le facoltà, come la memoria, la percezione, ecc… Le FACOLTA’ invece, sarebbero
organizzate VERTICALMENTE: una facoltà si separa rispetto alle altre, mentre le funzioni
cooperano orizzontalmente.
Gall tentò nella sua dottrina di determinare per ogni facoltà una SEDE CEREBRALE SPECIFICA.
In cui l’esercizio di una facoltà ne comportava un ACCRESCMENTO FISICO:
Nel cervello potevano essere collocate, in diversi punti, le diverse facoltà mentali. Se uno era molto
dotato in una facoltà, o si esercitava molto in quella facoltà, dato che la funzione stimola l’organo,
secondo un vecchio adagio biologico, quella zona del cervello si sarebbe accresciuta fisicamente.

Di qui le famose “BOZZE” DI GALL --> presenza sulla scatola cranica di asimmetrie, (linguaggio
comune) “bernoccolo della matematica, della musica, ecc…” In poche parole, Gall credeva che se
una persona era molto dotata in una facoltà, e se questo ha comportato l’aumento fisico della zona
del cervello, questo aumento della zona del cervello ha comportato una pressione sulla scatola
cranica in corrispondenza di quel punto: BOZZA. Secondo Gall basta tastare il cranio della persona
e si scopre se una persona è molto dotata e in quali facoltà.
Questa dottrina a noi bizzarra, fu popolarissima, è rimasta anche nel linguaggio comune.
Gall aveva fatto l’autopsia di circa 20mila persone, ne aveva studiato le deformità craniche, e
aveva cercato di selezionare quali più dotate in diverse attività mentali. Sulla base di queste
osservazioni aveva fatto questa MAPPA DELLE FACOLTA’ cerebrali.

Gall fu molto più utile e importante di quanto si pensasse dopo Spurzheim e Flourens:

- Flourens – Esperimenti sul cervello del piccione portarono Flourens alla conclusione che gli
emisferi cerebrali sono responsabili delle facoltà psichiche e intellettive superiori, che il
cervelletto regola tutti i movimenti, e che il midollo allungato controlla le funzioni vitali,
specialmente la respirazione. Flourens fu anche il primo a riconoscere il ruolo dei canali
semicircolari dell'orecchio interno nel mantenere l'equilibrio corporeo.
- Spurzheim -- Nel 1805 fu prima discepolo e poi collega di Gall. La loro collaborazione portò
alla pubblicazione di numerosi lavori su teorie anatomiche molto innovative; tra le più
accreditate quella riguardante “il sistema organologico”, che sosteneva che il cervello
fosse costituito da organi distinti, ciascuno dei quali deputato ad una precisa facoltà
mentale. Durante la pubblicazione di “Anatomie et physiologie du système nerveux en
general” Spurzheim e Gall entrarono in conflitto ed interruppero amicizia e
collaborazione scientifica, sia a causa di incompatibilità caratteriali, sia, soprattutto, per
diversità di aspirazioni ed interessi. Il primo era più orientato alla divulgazione popolare
delle nuove dottrine, Gall, invece, mirava al riconoscimento scientifico delle sue teorie da
parte della comunità scientifica.

Il problema delle funzioni separate verticalmente sussiste ancora oggi nelle teorie della MENTE
MODULARE di Fodor, nelle INTELLIGENZE MULTIPLE di Gardner e nelle AFASIE CEREBRALI di
Brocka e Wernicke:

 [1980] TEORIA DELLA MENTE MODULARE DI FODOR:

FODOR uno dei più grandi filosofi della mente vivente fino al 2017, allievo di Chomsky (grande
linguista), ha elaborato negli anni ‘80 questa teoria della MENTE MODULARE che oggi come oggi è
particolarmente sostenuta in ambiente neuropsicologico: rende esattamente questa idea delle
funzioni separate verticalmente. Secondo Fodor il cervello è organizzato in una rete di moduli che
servono sostanzialmente a tradurre immediatamente gli stimoli esterni in rappresentazioni. Solo che
questi moduli sono separati, non hanno comunicazioni tra di loro, quindi la persona che riceve gli
input dall’esterno, li riceve attraverso un sistema di funzioni strettamente separate le une dalle altre.
Questa è una teoria ristretta, vale anche il reciproco, gli effettori funzionano da impulsi mandati da
strutture separate verticalmente e che ordinano di fare le azioni. Gli esempi di Fodor sono molto
forti, ma in realtà sembra che funzionino molto bene solo per dei compiti molto semplici, e che
investano ben poco dell’attività psichica superiore (del pensiero, dei sentimenti, ecc…). Sono degli
immediati decodificatori del mondo che ci circonda. Esistono dei problemi anche di tempo per cui se
ad esempio io parlo con un’altra persona non posso dover fare ricorso a tutte le conoscenze
linguistiche che ho, non avrei il tempo di dire quello che voglio e capire quello che mi viene detto.
Questo lavoro lo devo fare in modo molto automatico, tenendo separata la decodifica da tutto il resto
delle mie conoscenze. --> ESEMPIO: Se io scendo dal marciapiede e vedo nel mio campo visivo
qualcosa che si ingrandisce rapidamente, non posso fare ricorso a tutte le mie conoscenze per
pensare di indovinare cosa possa essere perché sarei finito sotto un tram. Devo rendermi conto
subito che quel qualcosa che si sta ingrandendo è presumibilmente qualcosa che mi sta arrivando
addosso e quindi è bene che faccia un salto indietro. --> E se non ci fosse un’organizzazione
modulare sarebbe ben difficile capire questo.

 [1983] TEORIA DELLE INTELLIGENE MULTIPLE DI GARDNER:

Di notevole notorietà soprattutto in ambito scolastico in Italia. Ricorda molto più da vicino,
tralasciando le teorie localizzatorie, la teoria di GALL.
Gardner pensa che ci siano forme di pensiero organizzate come facoltà e separate verticalmente le
une dalle altre. Ha dimostrato che non esiste una sola INTELLIGENZA, ma delle INTELLIGIENZE
MULTIPLE, ne ha individuate ben SETTE, che fanno riferimento ad altrettante strutture del cervello
indipendenti le une dalle altre.

 [1860] LE AFASIE DI BROCKA E WERNICKE:

Dalla seconda metà dell’800 si aprì il discorso della LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI, e non
delle facoltà, con Flourens. Avevamo avuto un predominio dell’idea che il cervello funzioni come un
tutto indifferenziato e che predomini come un’azione comune del cervello. Ma negli anni 60 dell’800
vengono fatte delle scoperte in ambito neurologico che cambiano completamente le carte in tavola:
in particolare le due che ebbero maggior impatto erano le scoperte delle AFASIE fatte da Brocka e
Wernicke, due grandi neurologi dell’epoca.

Brocka scopre che se una persona ha una LESIONE CEREBRALE in una particolare
localizzazione (piede della terza circonvoluzione prefrontale) una zona particolare del
cervello,localizzazione precisa valida per tutte le persone, nell’emisfero sinistro per quanto riguarda i
destrorsi, e nell’emisfero destro per i mancini, lesione in quell’area avrà una conseguenza
abbastanza spiacevole: perderà la capacità di articolare il linguaggio anche se rimarrà perfettamente
capace d capire quello che gli viene detto. Avrà perso la programmazione motoria di quello che
dovrebbe dire. La persona in questione non saprà piu articolare il linguaggio, ma saprà tutti i
significati. AFASIA MOTORIA.

Poco dopo Wernicke scopre che in una zona appena sopra l’ultima (Brocka) la persona che avrà
una lesione in essa avrà un problema esattamente opposto: saprà perfettamente articolare il
linguaggio ma non sarà più capace di capire quel che gli viene detto, sentirà perfettamente i suoni
ma non sarà più capace di scoprirne il significato. AFASIA SENSORIALE.

Dopo la scoperta delle afasie, si avrà tutta una serie di scoperte di perdita di funzioni cognitive a
seguito di lesioni specifiche e precise in determinate aree cerebrali:
ESEMPIO 1 --> vicino all’area di Brocka e Wernicke, ci sono altre aree che compongono tutte
quante il cosidetto QUADRILATERO DI PIERRE-MARIE, in cui una lesione in questa zona fa
perdere la capacità di leggere, ma non di scrivere; oppure una zona subito sotto esattamente
viceversa, saprà scrivere ma non leggere.
ESEMPIO 2 --> musicisti: ci sono persone che perdono la capacità di capire la musica, sentono i
suoni ma non gli sanno più dare significato però sanno ancora suonare; o viceversa. Lo stesso vale
per il calcolo ecc…
ESEMPIO 3 --> Oppure perdere capacità di distinguere le cose: esempio di distinguere le dita
(agnosia delle dita), oppure di distinguere le facce, oppure di usare le posate…. Sempre con lesioni
precisamente localizzate.

 Certo nella MODERNA NEUROPSICOLOGIA:

Questo discorso della localizzazione non può più essere visto come Gall per facoltà localizzate. Ma
tutta la moderna neuropsicologia si fonda sulla capacità di individuare quali sono le strutture del
sistema nervoso centrale che sono alla base delle FUNZIONI COGNITIVE. La
NEUROPSICOLOGIA ATTUALE è UNA DOTTRINA DI TIPO STRETTAMENTE LOCALIZZATORIO
E IN LARGA MISURA MODULARE In questo senso.
_____________________________________________________________________________

 MÜLLER [1827]:
 ***IMPOSSIBILITA’ DI MISURARE VELOCITA’ IMPULSO NERVOSO : un altro grande
problema al centro nella controversia tra vitalisti e materialisti era quello della misura
della velocità di conduzione degli impulsi nervosi. Muller (l’altro grande VITALISTA
insieme a Liebig) nega la possibilità di misurare la velocità di conduzione degli impulsi
nervosi, assumendo il passaggio dell’impulso infinitamente piccolo e quindi non
misurabile. Avvalorando con ciò la differenza tra materia organica (che compone la
sostanza nervosa) e materia inorganica, che se viene attraversata da qualsiasi impulso
(elettricità, calore, ecc…) trasmette l’impulso con una velocità finita e misurabile.
 **PRINCIPIO DELL’ENERGIA NERVOSA SPECIFICA --> in cui afferma che la
NATURA degli IMPULSI che un NERVO TRASMETTE ai CENTRI NERVOSI non
dipende dalla NATURA della STIMOLAZIONE, ma dalla NATURA del NERVO STESSO.
- es – somministra una SCARICA ELETTRICA sul NERVO OTTICO, stimolandolo, il
soggetto NON avvertirà la scarica elettrica, ma bensì VEDRA’ UN LAMPO DI LUCE,
come fosse stato stimolato effettivamente visivamente. --> Muller dimostra quindi che il
nervo ottico trasmette al cervello impulsi visivi anche se stimolato elettricamente o
meccanicamente (con altri esempi) e questo VALE PER OGNI NERVO.

 HELMHOLTZ [1840-1880]:
 ***Ma erano sempre più numerosi i fisiologi della nuova generazione (in larga parte suoi
allievi) come i “quattro grandi” Ludwig, Du-Bois-Reymond, von Brucke, e Helmholtz,
che stipularono il famoso “PATTO” ANTIVITALISTICO, rifiutando l’imposizione di questo
limite. Giurandosi di lavorare per dimostrare che il vitalismo era una dottrina falsa e che
la fisiologia del sistema nervoso soprattutto poteva essere affrontata molto meglio
scientificamente da un punto di vista materialista.

 **LA VELOCITA’ DELL’IMPULSO NERVOSO: **L’idea del ricorso alla


CRONOMETRIA fu di Du-Bois-Reymond, ma la REALIZZAZIONE SPERIMENTALE di
HELMHOLTZ, con un memorabile lavoro: [1850-52] ESPERIMENTO sulla RANA-->
egli utilizzava un preparato del muscolo gastrocnemio innervato, stimolava il nervo a
diverse distanze dal muscolo, misurava il tempo trascorso tra la stimolazione e la
contrazione. --> le stime ottenute erano diverse ma abbastanza prossime: 26,4 msec /
27,25 msec con il metodo grafico. --> DIMOSTRO’ così che la conduzione richiedeva un
TEMPO DEFINITO, MISURABILE e RAGIONEVOLMENTE PRECISO.
In realtà sappiamo che le cose non sono esattamente così precise, le apparecchiature
usate da Helmholtz non erano sufficientemente affidabili. ma l'importanza storica di
questo risultato non è tanto la misura precisa, quanto più la dimostrazione che si tratti di
una VELOCITA'MISURABILE, e quindi è possibile dire che il NERVO si comporta come
tutte le materie che compongono gli oggetti e che quindi da questo punto di vista NON
C'E' DIFFERENZA TRA MATERIA ORGANICA e INORGANICA che compone i nervi.
Attenzione però questo ancora non ci dice niente sui PROCESSI PSICHICI, ma si può
iniziare a dire che il SISTEMA NERVOSO si comporta dal punto di vista fisico come
qualsiasi altra sostanza o materia anche inorganica, è quindi soggetto TUTTE LE LEGGI
FISICHE PROPRIE DELLA MATERIA INORGANICA.

 Per quanto Helmholtz si sia distaccato dalla visione “vitalistica” del maestro Muller, pose
alla base del suo sistema teorico percettologico proprio il principio dell’energia
nervosa specifica avanzato dal maestro. Oltre a quest’ultimo pose come fondamento
(anti-vitalista) anche la geometria non euclidea, per potersi sbarazzare dell’ingombrante
eredità kantiana, per cui lo spazio euclideo è una categoria a priori, innata, e la
percezione dello spazio non viene appresa con l’esperienza, ma data direttamente dalla
struttura dell’organismo. Helmholtz, infatti, non nega che il nostro spazio percettivo sia
euclideo ma con le geometrie non euclidee riesce a provare l’esistenza di una serie di
impressioni sensoriali di superfici e spazi non euclidei e quindi di provarne la
percepibilità; incastrando una volta per tutte il diniego kantiano delle categorie non a
priori...con Helmholtz la dottrina empirista ora raggiunge anche le percezioni.
Vediamo ora quali sono le tre teorie percettologiche avanzate da Helmholtz più
importanti per la storia della nascita della psicologia come scienza autonoma:
 LA TEORIA PERCETTOLOGICA DEL COLORE [1860]: Era già data (da Young per
es.) l’esistenza sulla retina di due tipi di recettori retinici: 1) CONI, fitti nel centro,
responsabili della visione diurna-fotopica e 2) BASTONCELLI, disparsi e in misura
ridotta, responsabili della visione notturna e capaci solo di individuare la scala di grigi.
Questi erano in grado di recepire gli stimoli dei diversi colori. Helmholtz ampliò
ulteriormente questa teoria definendo i cosiddetti “colori” in funzione delle LUNGHEZZE
D’ONDA DELLA LUCE RIFLESSA. Suddivise ulteriormente i coni in tre tipi a seconda
della sensibilità specifica di uno dei colori primari: 1) rosso, 2) blu, 3) violetto-verde;
indicando le rispettive lunghezze d’onda e affermando che la visione del resto dei colori
esistenti nel mondo che vediamo fosse il risultato della MESCOLANZA in proporzioni
opportune di questi impulsi dati dai diversi recettori.
Questa teoria permise anche di spiegare alcuni deficit come il Daltonismo, dovuto
all’incapacità di distinguere i due colori complementari rosso-verde (in effetti ogni
recettore come ad esempio il rosso, è responsabile anche della visione del colore
complementare, es. Giallo-blu, viola-verde).
 LA TEORIA PERCETTOLOGICA DELL’ALTEZZA TONALE [1862]: sempre al
principio di Muller si riferisce anche la teoria della percezione dell’altezza tonale, che
tutt’ora conserva in gran parte la sua validità. I recettori sensibili all’altezza tonale si
trovano nella chiocciola del cosiddetto organo di Corti, nell’orecchio interno: un dotto
arrotolato ad elice, all’interno della sua membrana “basilare” si trovano le cosiddette
CELLULE CILIATE, dotate all’estremità di ciglia che si inseriscono in un’altra
membrana “tettoria”. La lunghezza d’onda giunge meccanicamente al timpano, che la
trasporta alla catena di ossicini, poi alla finestra ovale, imprimendo un MOTO a un
liquido che riempie tutto l’orecchio. A seconda dell’altezza del tono l’onda sonora avrà
una diversa frequenza, sinusoide, (magg toni acuti, min. Toni gravi): la frequenza si
traduce in oscillazioni di corrispondente frequenza diversificata del liquido, queste
trasmettono alla membrana basilare, e ciò produce il movimento delle cellule ciliate con
conseguente stiramento delle ciglia, che si traduce in impulso nervoso, ciò permetteva
diverse minori o maggiori oscillazioni alla base o all’estremità a seconda del suono acuto
o grave. Troviamo il principio dell’energia nervosa specifica nel fatto che ogni cellula
trasmetteva informazioni relative a una data altezza tonale specifica. (la teoria di H.
contrastava quella di Chaldni del 1809, che ripudiava l’idea che il suono incidesse su
una sola parte specifica dell’orecchio).
 INFERENZA INCONSCIA: l’idea alla base della teoria della percezione di Helmholtz era
relativamente semplice: l’ESPERIENZA PASSATA fa sì che si tenda per natura a
correggere le percezioni attuali attraverso un ATTO DI GIUDIZIO che ognuno di noi
compie inconsapevolmente di fronte a una percezione: una vera e propria “INFERENZA
INCONSCIA”. Questo meccanismo è dato dalle cosiddette “COSTANZE
PERCETTIVE” (= capacità del nostro sistema di attribuire una certa invarianza a
stimolazioni che variano notevolmente, quindi attribuiscono una stabilità dove non
esiste): ovvero ciò che abbiamo direttamente a disposizione nella nostra percezione
visiva è lo “STIMOLO PROSSIMALE” (=l’immagine che la luce riflessa degli oggetti che
ci circondano proietta sulla nostra retina), MA non lo “STIMOLO DISTALE” (=la luce
riflessa, l’oggetto riflettente), al quale risaliamo solo sulla base dello stimolo prossimale
(grandezza, forma, colore...), e lo stimolo prossimale varia continuamente secondo la
legge della geometria proiettiva, al variare della posizione reciproca tra l’osservatore e
l’oggetto osservato.
Esempi:
- distanza oggetto --> l’immagine di un oggetto che si rimpiccolisce quando l’osservatore
si allontana e si ingrandisce quando si avvicina. (grandezza)
- cerchio --> un cerchio proietta un’immagine circolare solo se presentato all’osservatore
su piano fronto-parallelo, altrimenti sarà sempre un’ellisse, un quadrato, un trapezio.
(forma)
- luce ambientale --> quando un oggetto di un determinato colore si trova immerso in
una luce ambientale di un altro colore, la luce riflessa sulla superficie avrà un colore che
sarà parzialmente determinato dalla luce ambientale incidente su di esso. (colore)
- contrasto simultaneo --> per esempio un piccolo quadrato grigio all’interno di una
superficie “incidente” più ampia rossa: il quadratino verrà percepito verdastro (colori
complementari rosso-verde).
Spiegazione di Helmholtz:
La costanza percettiva è un tipico esempio di inferenza inconscia --> il SISTEMA
PERCETTIVO, in base all’esperienza passata, compie una sorta di RAGIONAMENTO
INCONSAPEVOLE, per cui per esempio quando vede un oggetto e sa che è lontano ne
corregge inconsapevolmente la grandezza percepita ingrandendolo.
 HERING [1834-1918]: acerrimo nemico INNATISTA (o NATIVISTA) di Helmholtz (anche
se storicamente nei manuali di psicologia non gli viene dato credito come al rivale) le
sue teorie percettologiche sono altrettanto importanti e anzi anche più vicine alle teorie
tutt’ora accettate riguardo per esempio la TEORIA PERCETTOLOGICA DEL COLORE:
egli controbatte la teoria helmholtziana sostenendo che quella corretta sarebbe basata
su recettori retinici non per singoli colori a per COPPIE DI COLORI
ANTAGONISTI(giallo-blu, rosso-verde, bianco-nero), sostenendo un meccanismo di
INIBIZIONE (es. Se un recettore relativo alla coppia giallo-blu viene stimolato, il
messaggio che invierà corrisponderà al giallo, se invece inibito, al rosso; per percepire il
giallo occorre che vengano stimolati solo i recettori per il rosso e il porpora, per
percepire il blu, solo il recettore per il blu). --> la teoria accettata di OGGI della
percezione del colore è una sorta di compromesso tra quella di Helmholtz e quella di
Hering, anche se Hering ci si avvicina di più, in quanto oggi si accetta una teoria a
TERZINE di colori con punto d’assorbimento massimo rispettivamente a rosso, blu e
violetto (Helm) ma a livello cerebrale si ritrovano meccanismi sensibili alle tre coppie
previste da Hering.
L’innatismo di Hering è evidente nella sua concezione della percezione innatista che
andava in senso direttamente simmetrico e opposto a Helmholtz e alla sua inferenza
inconscia: Hering sosteneva l’esistenza di PRINCIPI ORGANIZZATORI dell
PERCEZIONE PRECEDENTI ALL’ESPERIENZA, e li saldava a STRUTTURE
NEUROLOGICHE DEL SISTEMA. --> ex: TEORIA DEL CONTRASTO (vs. Teoria delle
costanze di Helmholtz). Questa controversia sul modo di concepire i meccanismi della
percezione (da un lato costanze e empirismo e dall’altro contrasto e innatismo) innescò
un grande dibattito che coinvolse tantissimi ricercatori tra il 1860 e il 1864 (es. Turner).
Hering evidenziava una teoria innatista anche per quanto riguarda la concezione di un’
ORGANIZZAZIONE TRIDIMENZIONALE INNATA DELLO SPAZIO: “lo SPAZIO
VISIVO, somma di tutto quel che vediamo in ogni momento, è una CREAZIONE DEL
NOSTRO SENSORIO, ed è quindi il prodotto dell’effetto combinato di DUE FATTORI: 1)
le sensazioni (di luce e spazio) indotte direttamente attraverso le immagini retiniche
binoculari, basate su un MECCANISMO INNATO; e 2) lo STATO continuamente
MUTEVOLE DEL SENSORIO, che dipende da esperienze, opinioni e pensieri, per
mezzo dei quali il SENSORIO viene continuamente RICREATO. --> *GESTALT

____________________________________________________________________________________

 DONDERS [1850/70]:
 Fisiologo famosissimo nel mondo dell’OCULISTICA per i suoi studi sulla fisiologia
dell’occhio.
Il più grande scienziato olandese dell’800, quando morì fu un lutto per tutta la scienza,
anche se il suo nome è stato parzialmente dimenticato a causa di Wundt a Lipsia che
aveva fatto un uso improprio del suo metodo sottrattivo per l’analisi della VITA
PSICHICA, come strumento fondamentale a fianco dell’INTROSPEZIONE.
 Fu professore di fisiologia ad UTRECHT dal 1847, e dal 1860 iniziò a studiare anche lui i
TEMPI DI REAZIONE, creando, insieme al suo allievo De JAAGER, il “METODO
SOTTRATTIVO”. Oltre a compiere importantissimi studi sulla FONAZIONE e il
COLORE.
Donders studiava i RAPPORTI esistenti tra PROCESSI AL LIVELLO DEL SISTEMA
NERVOSO CENTRALE e FENOMENI MENTALI, chiamando questo ambito di studi
“CRONOMETRIA MENTALE”.

** due anni prima di Helmholtz** Donders fu forse il primo a stabilire il PRINCIPIO DI


CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA PSICHICA. Fu anche uno studioso dell’EVOLUZIONE,
tanto che Darwin disse che nessuno come lui aveva anticipato così correttamente le sue idee.

 PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA PSICHICA: <<l’essenza di ogni forma


di ENERGIA che conosciamo e misuriamo è MOVIMENTO, o condizione di movimento, e
NESSUNO può immaginare COME DAL MOVIMENTO possa NASCEre la COSCIENZA o
qualsiasi altro tipo di FUNZIONE MENTALE.>> 1865. A differenza della VISIONE
VITALISTICA di LIEBIG, che vedeva le attività spirituali come cause delle modificazioni
materiali; Donders affermava che per il semplice fatto che la fisiologia non è ancora
sufficientemente progredita non significa che si debba accettare l’esistenza di un
principio vitale fuori della materia, perché violerebbe il principio di conservazione
dell’energia, piuttosto si dovrebbero trovare altre forme di OGGETTIVAZIONE DEI
PROCESSI MENTALI.

 Per poter oggettivare i processi mentali Donders si avvalse dunque dei TEMPI DI
REAZIONE, ponendo alle basi della sua sperimentazione due filoni di ricerca:
l’EQUAZIONE PERSONALE e la VELOCITA’ DELL’IMPULSO NERVOSO (Helmholtz).
Partì dunque dal criticare gli esperimenti sulla STIMOLAZIONE IN PUNTI DIVERSI e a
DIVERSA INTENSITA’ fatti da Helmholtz: Egli notava che in queste ricerche non si era
considerato che i due fattori di DISTANZA e VALORE DI INTENSITA’ usati da Helmholtz
potevano dar luogo a PROCESSI MENTALI DIFFERENTI, e si propose quindi di
controllare e determinare la COMPLESSITA’ dei PROCESSI MENTALI, avvalendosi a
MISURAZIONI DIFFERENZIALI dei TEMPI NECESSARI perché processi diversamente
complessi si svolgano. Secondo lui processi mentali più complessi dovevano dar luogo a
TEMPI di reazione PIU’ LUNGHI.
- Egli si pose il quesito di quale parte del tempo di reazione si poteva effettivamente
attribuire al LIVELLO DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE, e quindi ai PROCESSI
MENTALI. Per farlo suddivise quindi il tempo totale tra stimolo e risposta in fasi.

SCHEMA A 12 FASI:

1) AZIONE degli ELEMENTI SENSORIALI negli ORGANI DI SENSO;


2) COMUNICAZIONE con le CELLULE GANGLIARI PERIFERICHE, INCREMENTO di ATTIVITA’ richiesto per
la SCARICA;
3) CONDUZIONE nei NERVI SENSORIALI alle cellule gangliari del MIDOLO;
4) INCREMENTO di ATTIVITA’ di tali cellule;
5) CONDUZIONE alle CELLULE NERVOSE degli ORGANI
CONCETTUALI*;
6) INCREMENTO di attività di queste cellule;
7) INCREMENTO delle attività delle CELLULE NERVOSE dell’ORGANO DELLA
VOLONTA’**;
8) CONDUZIONE alle cellule nervose che governano il MOVIMENTO;
9) INCREMENTO dell’attività di queste cellule;
10) CONDUZIONE nei NERVI MOTORI ai MUSCOLI;
11) LATENZA dell’azione del MUSCOLO;
12) INCREMENTO dell’attività fino al SUPERAMENTO della RESISTENZA la RISPOSTA.

*(ORGANI CONCETTUALI = organi preposti al pensiero)


**(alla volontà dovrebbe corrispondere, secondo Donders, un organo alla base nervosa:
ORGANO DELLA VOLONTA’ è quello che fa sì che si voglia rispondere, che si voglia dare una
risposta alla stimolazione)

 Di tutte le 12 fasi quelle PROPRIAMENTE PSICHICHE sono solo le FASI 6 e 7 che


riguardano l’attività degli ORGANI CONCETTUALI e l’attività dell’ORGANO DELLA
VOLONTA’. Attività puramente psichiche, tutte le altre: passaggi di stimoli al sistema
nervoso.
--> A parte quelle di conduzione di impulsi nei nervi, però, non possiamo determinare
con esattezza la durata delle altre fasi, possiamo dedurre solo che, accettando le stime
di Helmholtz per cui l’intero tempo di reazione dura da 1/8 a 1/9 di secondo, le fasi 6 e 7
possano durare tra 0 e 1/10 di secondo, ma nulla può indicarci il valore reale tra questi
estremi).

 Da questo Donders decise di COMPLICARE IL COMPITO che il soggetto doveva


eseguire, per arrivare così alla DIFFERENZA tra TEMPI DI REAZIONE SEMPLICI e
COMPOSTI e quindi alla MISURA OGGETTIVA e QUANTITATIVA degli ulteriori
PROCESSI MENTALI in gioco. Di qui il famoso METODO SOTTRATTIVO.

- Individuò 3 TIPI fondamentali di TEMPI DI REAZIONE:


1) [Tempi a] – semplici – a 1 stimolo deve corrispondere 1 risposta;
--> es: 1 stimolazione elettrica a gamba dx ---> premere pulsante con mano dx.
2) [Tempi b] – composti – a + stimoli differenziati + risposte differenziate;
--> es: 2 stimolazioni 1 gamba dx, o 2 gamba sx ---> 1 mano dx pulsante se gamba dx, 2 mano sx pulsante
se gamba sx.
3) [Tempi c] – composti – a + stimoli differenziati 1 sola risposta.
--> es: 2 stimolazioni “ “ “ ---> MA solo 1 risposta: mano dx pulsante se gamba dx.

 In questo modo Donders dimostrò:


1) La durate dei tempi a seconda della complessità: 1. tempi a – semplici, 2. tempi c- composti, 3.
tempi b – composti (in ordine crescente).
2) Che la differenza tra i vari tempi portava per la prima volta la MISURAZIONE
OGGETTIVA IN TERMINI DI PARAMETRI FISICI a corrispondere a dei PROCESSI
MENTALI:
- [b – a] = tempo mentale necessario per una SCELTA SEMPLICE;
- [c – a] = tempo mentale necessario per una SCELTA COMPLESSA;
- [c – b] = tempo mentale necessario a DIFFERENZIARE tra SCELTE: una semplice e
una complessa.

 In seguito a queste ricerche (1865) Donders, insieme a de Jaager, pubblicò un primo


lavoro e una comunicazione all’Accademia reale delle scienze: de Jaager pubblico poi
anche una dissertazione a riguardo, di magnifica modernità, trattando di distinzione tra
REAZIONI “NATURALI” (rispondere “ki” al suono “ki”) e “CONVENZIONALI” (rispodere
con mano dx a un suono, e mano sx ad un altro), anticipando il concetto oggi
rilevantissimo di “COMPATIBILITA”.
[1868] --> Donders pubblica lavoro complessivo.
[1873] --> EXNER (colui che coniò il termine “tempi di reazione”), intraprese un famoso
studio (più prettamente fisiologico però) in cui misurava il tempo di percorrenza di
stimolazioni sulla cute con CORRENTE FARADICA in diversi punti del corpo (es. Mano,
piede), evidenziando le differenze a seconda della distanza, a livello di midollo spinale,
tra i punti di afferenza dei nervi provenienti dalla mano o dal piede, ricavando la
DIFFERENZA di VELOCITA’ NELL’ATTRAVERSAMENTO DEL MIDOLLO SPINALE di
7,97 msec.

____________________________________________________________________________
_

- [1859] DARWIN pubblica “L’origine delle specie”: opera che ebbe un impatto
enorme su tutto il mondo scientifico e culturale. La sua dottrina dell’EVOLUZIONISMO
si coniugò bene con il positivismo filosofico che stava iniziando a dominare il mondo
scientifico (vs. Confessioni religiose).
- TEORIA DELLA “SELEZIONE NATURALE” --> introdotto da Darwin (e Wallace,
indipendentemente), descrive un processo di EVOLUZIONE e modificazione
progressiva della SPECIE: per cui gli INDIVIDUI che sono sopravvissuti tramite i
caratteri adattivi più forti si accoppiano, creando una discendenza sviluppa ancora di
più tali caratteri forti, con la conseguente progressiva sparizione dei caratteri
disadattivi (deboli). (ex. Collo lungo della GIRAFFA per arrivare al fogliame degli
alberi).
------> CIO’ VALE ANCHE PER I CARATTERI PSICHICI.
- EVOLUZIONISMO X PSICOLOGIA: nato in Inghilterra fu anche altamente importante in
America e grazie ad esso nacquero ufficialmente due nuove branche della psicologia:
PSICOLOGIA DELL’ETA’ EVOLUTIVA (studio dei bambini) e la PSICOLOGIA
ANIMALE (studio degli animali). Importando nuovi concetti radicalmente fondamentali
per lo sviluppo della disciplina: CONCETTO DI ADATTAMENTO, MISURAZIONE
DELLE ABILITA’ MENTALI.
- Secondo le teorie evoluzionistiche anche le ATTIVITA’ MENTALI subiscono
un’evoluzione per selezione naturale. Grazie a questa nuova concezione per gli
psicologi è possibile studiare questa evoluzione (1) ONTOGENICA (=sviluppo del
singolo individuo) e anche (2) FILOGENICA (=sviluppo delle specie).
- [INGHILTERRA]:
- --> GALTON (1889): cugino di Darwin, studia l’EREDITARIETA’ dei CARATTERI
MENTALI, e fu pioniere dei TEST MENTALI.
- --> ROMANES (1883): amico di Darwin, considerato l’iniziatore della PSICOLOGIA
ANIMALE, ponendosi come scopo quello di rintracciare ELEMENTI UMANI nel
COMPORTAMENTO ANIMALE. Ma l’APPROCCIO ANEDDOTICO che usa dimostra
uno scarso rigore sperimentale suscitando le critiche di Morgan. --> “CANONE DI
LLOYD MORGAN” 1884, il quale lo richiamava ad un maggior rigore enunciando
questo principio secondo cui << nessun comportamento che poteva essere interpretato
sulla base di processi mentali inferiori, venisse interpretato come se fosse
determinato da processi mentali superiori >>.
- [AMERICA]: tutta la nascente psicologia venne influenzata dall’evoluzionismo, in
particolare il FUNZIONALISMO (CARATTERI PSICHICI= mezzi dell’uomo per adattarsi
all’ambiente).

____________________________________________________________________________
_

- [1879] NASCITA UFFICIALE DELLA PSICOLOGIA COME SCIENZA AUTONOMA:


WUNDT.

 WUNDT [1832-1920]:
- Psicologo, fisiologo, e filosofo tedesco, fu allievo e assistente di Helmholtz a Heidelberg.
- Considerato “padre fondatore” della psicologia scientifica in quanto fondò il primissimo
laboratorio sperimentale di psicologia ufficialmente riconosciuto all’università di
Lipsia:
- Nel suo laboratorio accorrevano studiosi da tutta Europa e America, Wundt e i suoi
studenti affrontarono sperimentalmente soprattutto 4 campi d’indagine:
1) PSICOFISIOLOGIA DEI SENSI (soprattutto udito e vista);
2) ATTENZIONE (utilizzando i tempi di reazione);
3) PSICOFISICA (lo psicologo doveva individuare gli ELEMENTI della COSCIENZA,
identificandone gli aspetti qualitativi e quantitativi per capire in che modo si
combinassero tra loro per formare COMPOSTI + complessi);
4) ASSOCIAZIONI MENTALI (sulla scia dell’associazionismo nella filosofia empirica
inglese).
5) Altre ricerche non sperimentali in senso stretto, nell’ambito della psicologia animale,
sociale ed evolutiva.

OPERA:
Oltre 50.000 pagine fra volumi e articoli, [1873-4] --> prima edizione “Elementi di psicologia
fisiologica” poi 6 riedizioni con aggiunte dalle sue ricerche= prima opera sistematica della
psicologia scientifica moderna.

Opera wundtiana grande eclettismo temi filosofici ed epistemologici (rapporti: vitalismo-


meccanicismo, principio causalistico-finalistico, logica, meccanica, percezione del tempo, natura
dell’emozione estetica, psicofisica weber-fechner come pietra miliare della psicologia
sperimentale). Teorie psicologiche wundtiane --> alcune improponibili per spiccata componente
spiritualistica, soprattutto “volontarismo” wundtiano (teoria delle fasi,4, del processo psichico
“atto di volontà”, x Wundt attività psichica non è mai passiva ma sempre voluta).
A parte queste teorizzazioni nell’opera di Wundt patrimonio della psicologia scientifica
contemporanea: 1) oggetto dell’indagine psicologica= esperienza diretta o immediata; 2)
codifica con rigore il metodo sperimentale dell’indagine psicologica, insistendo sull’importanza
delle variabili psichiche (vs. Brentano); 3) enuncia “principio del parallelismo psicofisico” =
processi psichici e fisici sono paralleli quindi non si causano ma per forza di cose a ciascun
cambiamento dei primi corrisponde cambiamento dei secondi.

A causa della mole e dell’eclettismo nell’opera di Wundt assistiamo a tantissime divergenze di


istanze: 1) vs tradizionale psicologia introspezionista hobbesiana perché insiste sul rigore di
mettere in relazione gli eventi mentali a stimoli e risposte oggettivamente riconoscibili e
misurabili, MA conferisce valore assoluto all’introspezione come metodo psicologico, ponendo
premesse per introspezionismo sistematico dell’ allievo Titchener; 2) esclude dalla propria
indagine il pensiero, MA allo stesso tempo esprime idee in linea con odierna psicologia
cognitivista; 3) può essere considerato padre delle psicologie elementistiche che
scompongono coscienza o comportamento come elementi semplici e irriducibili, perché rileva il
suo ideale di scientificità dal lavoro iperanalitico del chimico, MA sviluppa concetti come quello
di “sintesi creativa” che precorrono psicologie anti-elementistiche o globalistiche come
quella della Gestalt; 4) pone premesse storiche di una psicologia dell’uomo astratto o
generalizzato, MA allo stesso tempo si interessa molto ai problemi di psicologia applicata e
della psicopatologia.

I successori immediati di Wundt comunque rimangono STRUTTURALISMO* e in parte il


funzionalismo, * tanto che alcuni storiografi lo trattano proprio come strutturalista.

- “PSICOLOGIA FISIOLOGICA” è il nome che Wundt dà alla sua psicologia in quanto


sostiene che essa utilizzi lo stesso METODO SCIENTIFICO NATURALISTICO della
fisiologia, e in quanto non tratta di PSICOPATOLOGIA ma di ATTIVITA’ PSICHICA
NORMALE (fisiologica).
- OGGETTO DI STUDIO = ESPERIENZA IMMEDIATA (o diretta). Che è diversa
dall’esperienza mediata o indiretta che studiano le scienze naturali secondo Wundt:
ESEMPIO COLORE: 1) il chimico studia il colore percepito e quindi mediato, 2) lo
psicologo studia il la percezione del colore in quanto tale.
- INTROSPEZIONE è il metodo privilegiato per rilevare l’oggetto di studio della
psicologia: perché unico modo di rilevare questa esperienza immediata (diretta). Essa
consente all’individuo di RILEVARE IMMEDIATAMENTE COSA SUCCEDE NEL
MOMENTO IN CUI ESPERISCE LA REALTA’ (guardarsi dentro, analizzare cosa sto
provando).
Wundt cosciente dell’inattendibilità dell’introspezione evidenziata già da Kant, ma trova
la soluzione:
- SOLUZIONE AL PROBLEMA DELL’INATTENDIBILITA’
DELL’INTROSPEZIONE: per il semplice fatto che quando compio un atto di
introspezione altero i miei CONTENUTI DI COSCIENZA, che non si può sapere se sono
gli stessi in presenza o in assenza dell’introspezione, proprio per il VALORE
ASSOLUTO DELL’INTROSPEZIONE= non posso essere a conoscenza degli stati di
coscienza senza introspezione. Di qui il metodo sperimentale.
- METODO SPERIMENTALE: consente di determinare la VARIABILE DIPENDENTE
al variare della VARIABILE INDIPENDENTE. (in quanto il variare non dipende dalla
presenza dell’introspezione e neanche dalla differenza dei contenuti di coscienza tra i
soggetti...è proprio questa variazione l’oggetto di studio del metodo sperimentale).
- CONTENUTO DI COSCIENZA: perde dunque il suo valore assoluto in quanto la
variazione è l’oggetto di studio, e non è possibile, né importante sapere l’esatto
contenuto di coscienza. Inoltre, ciò può essere ulteriormente minimizzato nell’imporre
come SOGGETTI DI STUDIO persone molto vicine socio-culturalmente allo
sperimentatore stesso. Infatti, Wundt analizzava sé stesso e i suoi collaboratori. -->
psicologia dell’uomo astratto o generalizzato.
- “PRINCIPIO DEL PARALLELISMO PSICOFISICO” : Wundt enunciò questo
principio secondo cui PROCESSO FISICO e PROCESSO PSICHICO non causano
reciprocamente cambiamento, ma necessariamente al cambiamento di uno dei due
corrisponde un cambiamento simultaneo dell’altro, per questo PARALLELI.

- TEORIA TRIFATTORIALE DEI SENTIMENTI: grande influenza fine 800 ma poi


abbandonata e recuperata recentemente nell’ambito delle psicologie cognitiviste. -->
ESPERIMENTO SEMPLICE DEL METRONOMO tra un ticchettio e l’altro si provano dei
sentimenti che Wundt suddivide in 3 ASSI CARTESIANI BIPOLARI INDIPENDENTI
TRA LORO:
- 1. x – PIACERE-DISPIACERE;
- y – TENSIONE-RILASSAMENTO;
- z – ECCITAZIONE-CALMA.
In dipendenza dell’arrivo più lento o più veloce del metronomo il soggetto prova dei
sentimenti che si possono registrare su questo piano tridimensionale. Da qui Wundt
estese la sua teoria a situazioni più complesse per arrivare a dimostrare l’universalità di
questa teoria, tutte le situazioni che provocano sentimenti potevano essere analizzate
secondo questi fattori.
- “PSICOLOGIA DEI POPOLI” [1900-1920]: ultima opera di Wundt, 9 volumi, viene
spesso considerata la prima opera sistematica di PSICOLOGIA SOCIALE della storia,
in realtà più che psicologia sociale tratta soprattutto di FILOSOFIA DELLA STORIA e
ANTROPOLOGIA. Parla di GRUPPI UMANI PIU’ AMPI, ATTIVITA’ CULTURALI
IMPORTANTI COME ARTE, RUOLI SOCIALI E SOPRATTUTTO LINGUAGGIO. -->
considerandolo, a differenza del susseguente comportamentismo che lo considerava
semplice comportamento appreso, come attività mentale superiore. --> teoria ripresa
negli anni 50 da CHOMSKY per la sua linguistica generativo-trasformazionale.
- “VOLONTARISMO” nella TEORIA DELLE 4 FASI DEL PROCESSO PSICHICO:
Wundt aveva elaborato una teoria per cui il processo psichico veniva articolato in 4 fasi:
1)STIMOLAZIONE
2)PERCEZIONE oggi la chiameremmo “sensazione”, stimoli si presentano in quanto tali alla
coscienza.
3)APPERCEZIONE* termine non più usato, atto di “SINTESI CREATRICE” che identifica,
organizza e da senso agli elementi e alle sensazioni raccolte nella percezione (=sensazione).
4)VOLONTA’ DI REAZIONE** si passa all’AZIONE, si reagisce agli stimoli con un atto di
volontà, per questo la psicologia di Wundt viene chiamata “volontaristica”.
- MALUSO DEL METODO SOTTRATTIVO: Wundt e i suoi allievi tentarono di
misurare i tempi dell’Appercezione, per farlo tentarono di separare percezione e
appercezione ISTRUENDO il soggetto a dare attenzione prima allo stimolo e poi alla
risposta durante un compito, e la differenza tra i tempi di reazione di questi due doveva
risultare il tempo di reazione dell’appercezione secondo la sua teoria tripartitica del
processo psichico, ma ovviamente queste istruzioni alteravano il processo mentale e
dunque anche il risultato del compito (ESPERIMENTO LAMPADINA-PULSANTE). -->
per questo maluso il metodo sottrattivo di Donders venne abbandonato per mezzo
secolo, poi ripreso in ambito cognitivista.
- PADRE DELLO STRUTTURALISMO e in parte del FUNZIONALISMO: Titchener
diretto successore nello “strutturalismo”.

____________________________________________________________________________
_

- Le REAZIONI A WUNDT E ALLO STRUTTURALISMO: Brentano e i brentaniani

 BRENTANO [1874]:

Per Brentano, psicologo e filosofo tedesco, la psicologia era la scienza dei processi mentali in
quanto tali, il punto di vista era quello empirico, cioè basato sull’esperienza effettiva, e
chiarisce che utilizzerà come parametro ciò che esperiamo in modo più diretto possibile,
escludendo ogni questione metafisica.--> pone l’accento sull’esperire stesso.

La psicologia di Brentano era una psicologia empirica, corrente distinta da quella


sperimentale. Quando si crearono queste due correnti? Proprio nel 1879 a Lipsia, quando
Wundt avviò il laboratorio di psicologia sperimentale, emersero queste due correnti. Erano due
orientamenti che comunque rimanevano all’interno di una psicologia empirica, che si
differenziava dalla passata psicologia razionale di tipo filosofico, fondata su assunzioni
metafisiche. Brentano rifiutava la psicologia razionale, riteneva che la psicologia doveva basarsi
sui dati empirici, infatti l’opera più importante è “Psicologia dal punto di vista empirico”
[1874]. Afferma però che il dato empirico era ottenibile con metodi diversi: dall’osservazione
alla sperimentazione, ma non esclusivamente con quest’ultima. Per Wundt invece il metodo
sperimentale era essenziale per definire la psicologia come scientifica, essa era scientifica in
quanto sperimentale. Quindi a fine 800 Wundt e Brentano avevano proposto due modi diversi di
concepire la ricerca psicologica.

Brentano affermò qual era l’oggetto della psicologia nel momento in cui delineava ciò che
veramente avrebbe contraddistinto il fenomeno psichico rispetto a quello fisico: l’oggetto è
sempre presente, è insito nell’atto psichico, da qui appunto “psicologia dell’atto”, non è
distaccato come qualcosa di esterno all’atto stesso.

Proponeva una CLASSIFICAZIONE DEI FENOMENI PSICHICI che aveva per fondamento il
diverso rapporto con l’oggetto dell’attività psichica: le RAPPRESENTAZIONI (se udiamo ci
rappresentiamo un suono, serve sempre un oggetto da rappresentarsi, non è possibile
rappresentare qualcosa che non sia un oggetto); i GIUDIZI (esempio: accettare come vero o
respingere come falso un qualcosa, cosa che si applica anche alla memoria e alla percezione,
quindi anche il giudizio richiede un’azione, richiede un oggetto); le RELAZIONI AFFETTIVE
(esempio fenomeni di odio o di amore).
Secondo Brentano quindi non dovremmo analizzare l’esperienza oggettiva associata a
fenomeni mentali, ma semplicemente concentrarci sulla descrizione di come la viviamo nel
modo più ricco possibile.

Nella psicologia dell’atto non sono quindi rilevanti le sensazioni, le percezioni e le immagini, ma
gli atti intenzionali di sentire, percepire, vedere, ecc... INTENZIONALITA’ intesa come il
rapportarsi del soggetto con un oggetto, essere consci di un oggetto specifico, che ha
ovviamente caratteristiche proprie ma che diventa esistente solo nel momento in cui diventa
oggetto di un atto.

Tuttavia la psicologia dell’atto è stata criticata fin dal suo inizio anche dagli stessi discepoli di
Brentano, per la mancanza di chiarezza del suo approccio. Inoltre i metodi di studio introspettivi
sono molto criticati al momento perché non è possibile sistematizzarli nel modo adeguato.

Sono due gli aspetti psicologici della teoria di Brentano che più ci interessano:

 LA TEORIA CLASSIFICATORIA:

[1911] --> “La classificazione delle attività psichiche”

- Critica alle teorie classificatorie già esistenti, che per lo più da Kant in poi tendevano a
suddividere i FATTI PSICHICI in “conoscitivi”, “sentimenti”, “volontà” (Wundt);
- La sua TRIPARTIZIONE DEI FATTI PSICHICI prevede tre classi:
1. Atto di “RAPPRESENTAZIONE”: apparizione di qualcosa; esempio--> se vediamo qualcosa
ci rappresentiamo un colore, se udiamo qualcosa ci rappresentiamo un suono; È
IMPOSSIBILE CHE L’ATTIVITA’ PSICHICA SI RIFERISCA A QUALCOSA CHE NON È
RAPPRESENTATO.
2. Atto di “GIUDIZIO”: accettare qualcosa come vero o respingerl come falso, interessa anche
gli ambiti della MEMORIA e della PERCEZIONE.
3. Atto di “RELAZIONE AFFETTIVA”: riguarda tutti gli ambiti non presenti nelle classi
precedenti, ovvero EMOZIONI, DESIDERI, INTERESSI (es. Desiderio di sapere), OGNI
OGGETTO viene AMATO o ODIATO.

La base della teoria classificatoria per Brentano è la DISTINZIONE tra [MORFOLOGIA] e


[FUNZIONE], che è ben rappresentata dalla DISTINZIONE tra [PSICOGNOSIA] e [PSICOLOGIA
GENETICA]:

1. La PSICOGNOSIA descrive e analizza i FENOMENI PSICHICI (“fenomenologia”) e


PRECEDE la psicologia genetica. ---------------> Brentano si occupa di questa.
2. La PSICOLOGIA GENETICA studia lo svolgersi dei PROCESSI della mente (“fisiologia
della mente”).

 LA TEORIA DELLA “RAPPRESENTAZIONE”:

o <<Ogni FENOMENO PSICHICO è caratterizzato dall’ “IN/ESISTENZA INTENZIONALE”


(=mentale) di un OGGETTO, che noi definiamo in riferimento ad un contenuto, o in direzione
di un obietto, che è diverso da una realtà, ovvero l’OGGETTIVITA’ IMMANENTE...OGNI
FENOMENO PSICHICO contiene in sé QUALCOSA COME OGGETTO, anche se non
sempre allo stesso modo.>>
o Quindi per Brentano nei FENOMENI PSICHICI l’IN/ESISTENZA INTENZIONALE è ciò che
CONTRADDISTINGUE (1) ciò che percepiamo dentro di noi e (2) ciò che percepiamo degli
eventi esterni a noi.

I due diretti successori di Brentano (definiti anche “brentaniani”) saranno sicuramente Meinong
e la scuola di Graz, e Stumpf (Gestalt).

- LA SCUOLA DI GRAZ. MEINONG, VON EHRENFELS, BENUSSI:

Dopo Brentano prendiamo in considerazione un’altra importante scuola che si oppose alla
percettologia wundtiana, ponendo le premesse per la Gestaltpsychologie: la scuola di
Wurzburg.

Essa fu fondata da Alexius Meinong, fortemente influenzato da Brentano, ebbe tra i suoi allievi
Benussi (uno dei grandi maestri della psicologia italiana) e von Erhenfels (allievo anche dello
stesso Brentano).

--> VON EHRENFELS [1890]: pubblicò un articolo che portò a un’enorme rottura
epistemologica nella psicologia, aprendo un dibattito che culminò con la costituzione della
Gestaltpsychogie:

- Fino ad allora si era trattato fondamentalmente di una visione associazionistica,


elementistica e atomistica nella considerazione dei fatti psichici. Ovvero DALLE PARTI
AL TUTTO [parti-------------------->tutto]. MA con questo articolo si proponeva una
percettologia DAL TUTTO ALLE PARTI [tutto------------------>parti].
- Coniando egli stesso il termine “GESTALTQUALITAT”
QUALITA’ GESTALTICHE= << Caratteristiche delle configurazioni percettive che NON
variano al variare dei contenuti elementari delle stesse.>> ES -----> MELODIA,
TRIANGOLARITA’.
- Ora venivano messe al centro, per lo studio del fatto psichico, le PROPRIETA’
GLOBALI, le TOTALITA’ IN LUOGO DELLE PARTI.
- MEINONG: ne fece una recensione chiamando “COMPLESSIONI” le qualità
gestaltiche, mentre successivamente le considererà “OGGETTI DI ORDINE
SUPERIORE” FRUTTO DI UN’ATTIVITA’ DI “PRODUZIONE” DELLA MENTE --->
afferma che ci sono: “INFERIORA” (= oggetti fondanti, completi, di ordine inferiore) es.
Singoli triangoli di ogni tipo; e dei “SUPERIORA” (oggetti fondati, incompleti, di ordine
superiore) es. Concetto di TRIANGOLARITA’ --> più oggetti fondanti inferiori, i singoli
triangoli, producono un oggetto fondato superiore della triangolarità.------- [importante]
sottolineare che le qualità gestaltiche (oggetti fondati) sono considerati da Meinong e
allievi FRUTTO DI UNA PRODUZIONE DELL’ATTIVITA’ PSICHICA, mentre
successivamente per la Gestaltpsychologie saranno IMMEDIATE PERCEZIONI.
- MACH [1885] “Analisi delle sensazioni” --> precursore di Meinong e von Erhenfels:
diceva che l’uomo è capace di AVERE IMMEDIATAMENTE LA SENSAZIONE DI
“FIGURE TONALI” (=melodie). --> a sua volta Mach si ispirava esplicitamente a
HERBART (primo ad usare il termine “GESTALT” con il nuovo significato, in “Psicologia
come scienza”) e a FECHNER (melodia= si fonda solo nella “PIENA TOTALITA’”).
- BENUSSI: si occupò più di tutti di percezione, polemica con gestaltisti e soprattutto
con KOFFKA per la TEORIA DELLA PRODUZIONE --> esposta nel suo modello della
percezione, in questa teoria attesta la “PLURIVOCITA’” GESTALTICA di ORIGINE
ASENSORIALE, IMMAGINATIVA (vs. Gestalt).
Fu maestro di Musatti (padre della percettologia e psicanalisi italiana).
- WERTHEIMER (colui che fondò la Gestaltpsychologie) fu allievo di Von Erhenfels a
Praga, di Stumpf a Berlino, e a Wurzburg intraprese un dottorato con Kulpe.

- LA SCUOLA DI WURZBURG. KULPE, BUHLER, SELZ:

L’opposizione al wundtismo si manifestò anche nel suo stesso circolo di ALLIEVI. Tra i più
importanti OTTO KULPE, fondatore della Scuola di Wurzburg, fortemente influenzato da
Brentano e Husserl.

- APPROCCIO GLOBALISTICO (contro elementismo wundtiano)


- Oggetto di studio principale ---------> PENSIERO.
- Metodo -----------------------------------> INTROSPEZIONE ANALITICA (come Brentano).
- In questa scuola si tentò di CLASSIFICARE IL PENSIERO in vari modi, ma ciò che fece
più scalpore fu la scoperta del “PENSIERO SENZA IMMAGINI”: [Ach] si proponeva al
soggetto una parola stimolo, a cui poteva rispondere in modo “determinato” (=
semplice: 1 parola, 1 risposta; complesso: + parole, + risposte), o in modo
“indeterminato” (=scelta tra + risposte). --> poi si passava alla “FASE POSTUMA”
dell’INTROSPEZIONE ANALITICA dei processi effettuati durante l’esperimento: si
notava che nei contenuti dello “stato di coscienza” in questa fase non si rintracciava
NESSUNA ATTIVITA’ IMMAGINATIVA. --> non c’erano dunque ELEMENTI
SENSORIALI, ciò andava totalmente contro Wundt e Titchener che consideravano gli
elementi sensoriali come costitutivi primitivi dell’attività di pensiero.
- BUHLER: tenta di fondare sperimentalmente, una TEORIA PERCETTOLOGIA DELLE
QUALITA’ GESTALTICHE, una vera e propria PSICOFISICA DELLE GESTALT (usa
l’esempio della “snellezza” del rettangolo, e dell’”impressione di proporzione”). Inoltre,
importante per le sue TEORIE NEUROFISIOLOGICHE che anticipano l’ISOMORFISMO
di Kohler: influenzato dalle idee di von Kries sui MECCANISMI DI REGOLAZIONE DEL
CERVELLO nell’ATTIVITA’ MENTALE SUPERIORE (<<connettivi>> associazioni;
<<dispositivi>> rappresentazioni).
- SELZ: psicologo del pensiero, lavorò a Wurzburg sulla “TEORIA DEI COMPLESSI e
sul “PRINCIPIO DI TENDENZA AL COMPORTAMENTO DEI COMPLESSI”
(Gestaltisti), sul “PENSIERO PRODUTTIVO” (Wertheimer). E per queste importanti
teorie è considerato il reale erede di Kulpe.

- MICROGENESI (SCUOLA DI LIPSIA). KRUGER, CORNELIUS, SANDER,


GEMELLI.
[Lipsia]: a WUNDT successe [KRUGER], allievo di [CORNELIUS] --> che elaborò il
“PRINCIPIO DELLE UNITA’” = << tendenza a percepire immediatamente in termini di totalità
unitarie.>> con cui previde la futura CONCEZIONE DI PROCESSO (1. Percezione totalità delle
parti; 2. scomposizione in elementi di questa totalità; 3. Fusione).

- KRUGER: “TOTALITA’ UNITARIA” = “ciò che è afferrabile”.


- SANDER [1928] --> sviluppa gli aspetti percettologici di questa teoria delle totalità
nella “GENESI ATTUALE” (= MICROGENESI).
- GEMELLI [1928] Studio delle totalità ma in CHIAVE ANTI-GESTALTISTA: tecnica
del TACHISTOSCOPIO = x la presentazione di stimoli in modo tale da separare “PRE-
GESTALT” (=in cui agiscono i principi di Wertheimer come simmetria, regolarità...); e
“GESTALT-FINALI” (=gli oggetti stabili del nostro mondo percettivo).
- CRITICHE feroci da parte dei GESTALTISTI a questa psicologia della microgenesi di
Lipsia: che li accusa di “tendenza alla pregnanza”.

- STRUTTURALISMO. TITCHENER:

TITCHENER [1867-1927]:

Di origine inglese, allievo di Wundt a Lipsia, fu colui che più di tutti si interessò dello
sperimentalismo wundtiano, e propugnò le sue idee anche negli Stati Uniti, nel laboratorio di
psicologia sperimentale dell’Università di Cornell, di cui prese le direzioni dal 1892 (x 35 anni),
in cui si adoperò alla formazione di un gruppo selezionato di allievi chiamati “sperimentalisti”.
Fu anche direttore della rivista di psicologia americana “American Journal of Psychology”.
Si impegnò per dieci anni alla elaborazione dei cosiddetti “manuali titcheneriani di
laboratorio” che pubblicò nel 1901 (sotto il titolo di “Experimental Psychology”).
BORING (padre della moderna storiografia psicologica) fu tra i suoi allievi più importanti.
Tradusse l’opera di Wundt in inglese, tralasciando volutamente le parti più eclettiste e anti-
sperimentaliste per poter obbedire anche all’influenza associazionista inglese e al fenomenismo
di Mach.
Dalle riflessioni sui testi di Wundt partì per poi elaborare un proprio sistema, rigoroso e
coerente, chiamato “strutturalismo” o “esistenzialismo” o “introspezionismo”. --> manifesto:
“Postulati di una Psicologia Strutturale” [1898].

La psicologia secondo gli strutturalisti ha per oggetto l’esperienza, come la fisica, con la
differenza che la fisica studia l’esperienza indipendente dal soggetto espediente mentre la
psicologia strutturalista studia l’esperienza dipendente dal soggetto espediente.

Per lo strutturalismo, mente e coscienza sono due categorie generali che si riferiscono
all’esperienza umana immediata, la mente (=somma di tutti i processi mentali che hanno luogo
nella vita di un individuo), la coscienza (= somma di tutti i processi mentali che hanno luogo qui
e ora, in determinati momenti della vita di un individuo). La struttura mentale è il risultato della
somma di più elementi coscienti semplici, una sorta di MOSAICO PSICHICO, da questa
concezione della STRUTTURA, deriva il termine “strutturalismo”.
Scopo della psicologia titcheneriana è descrivere i contenuti elementari della coscienza, ed
evidenziare le leggi che presiedono al loro combinarsi, quindi è la scomposizione e
ricomposizione analitica dei pezzi, l’io o il se è una dimensione non sottoponibile all’indagine
mentale, e quindi estranea alla psicologia scientifica. L'esperienza cosciente si presenta
sottoforma di percezioni, idee ed emozioni. L'interesse analitico dello psicologo è rivolto agli
elementi semplici costitutivi ovvero sensazioni (elementi costitutivi delle percezioni),
immagini mentali (elementi costitutivi delle idee), stati affettivi (di emozioni e sentimenti).

Per quanto semplici e irriducibili gli elementi della coscienza, sono dotati per Titchener di alcuni
ATTRIBUTI fondamentali:

- X IMMAGINI e SENSAZIONI: “qualità”, “intensità”, “durata” e “chiarezza”.


- X STATI AFFETTIVI: “qualità”, “intensità”, “durata”.

La chiarezza è propria solo delle prime due in quanto se ci concentriamo sulle nostre
sensazioni o immagini, riusciamo a renderle sempre più chiare, mentre se ci concentriamo sui
nostri stati affettivi succede esattamente il contrario (diventano meno chiari alla coscienza).
Inoltre gli stati affettivi sono sempre o spiacevoli o piacevoli, mentre immagini e sensazioni
sfuggono a questa legge del contrasto.

METODO DELL’INTROSPEZIONE (analitica/sistematica):

Fisica = Psicologia --> procedono per OSSERVAZIONE EMPIRICA. Ma fisica->” ispezione”,


mentre psicologia-> “INTROspezione” (contenuti della coscienza individuale). È l’unico metodo
che differenzia la psicologia dalle altre scienze, in quanto i dati empirici oggettivi, diventano
psicologici soltanto se possono essere interpretati mediante introspezione.
L’introspezione nella psicologia scientifica non deve essere confusa con quella del romanziere o
del profano: ma si tratta di un’introspezione iperanalitica e disciplinatissima, che deve seguire le
regole ferree del controllo sperimentale sistematico.

Per Titchener lo psicologo introspezionista deve sottoporre al soggetto un addestramento per


niente semplice, ci sono 2 norme fondamentali da seguire:

1) Adottare il “CRITERIO ELEMENTISTICO” = ogni dato cosciente deve essere


scomposto nei suoi elementi più semplici, ovvero non suscettibili ad ulteriore
scomposizione psichica; elementi che non possono più essere ridotti ad elementi più
semplici di così (es. Elemento non semplice del FIORE PROFUMATO, ridotto a due
elementi semplici non riducibili di sensazione di odore, stato affettivo di piacere).
2) Salvaguardarsi dal commettere l’“ERRORE DELLO STIMOLO” = es. TAVOLA: “vedo
una tavola” <-- sbagliato; “vedo un colore grigio, una luminosità di media intensità...”.
errore dello stimolo= attribuzione di significati o valori ai dati dell’esperienza cosciente,
che vanno invece riportati nella loro nuda e cruda ESISTENZIALITA’ (* da qui
“ESISTENZIALISMO”). Con il duro addestramento il soggetto impara a riferire soltanto
la propria esperienza cosciente immediata, distinguendola dall’involucro socio-culturale-
linguistico in cui si presenta fin dall’inizio. Distinguere ciò che effettivamente esperisce
da ciò che sa riguardo all’oggetto. --> concetto ampliamente sviluppato poi nella
psicologia della Gestalt da KOHLER.
** l’introspezione analitica fu largamente utilizzata anche a Wurzburg da KULPE che con la
scoperta del “PENSIERO SENZA IMMAGINI”, sfida al dogma del sensorialismo titcheneriano.
**

Il sistema di Titchener dominò la psicologia Americana per oltre un trentennio, ma alla sua
morte, scomparì del tutto (anche per l’ipotesi del collasso per esaurimento del campo in cui si
era auto confinato), lasciando il posto e il materiale a cui attaccarsi alle psicologie antagoniste:
lasciò ampio spazio al comportamentismo di Watson [1913]. A cui Titchener aveva lasciato la
possibilità di esplorare le FUNZIONI dei fenomeni psichici, studio che lui si era imposto di non
intraprendere, preferendo l’analisi sperimentale solo degli elementi strutturali della mente.

____________________________________________________________________________

Potrebbero piacerti anche