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LEGRENZI - “Storia della psicologia”

LE ORIGINI DELLA PSICOLOGIA:

Quando Wundt fondò la psicologia scientifica nella seconda metà dell'Ottocento, egli vi fece
confluire apporti provenienti da discipline differenti: non solo la filosofia, ma anche la fisologia,
l'astronomia e la biologia.
Il termine psicologia, nato a cavallo tra il '500 e il '600, fu ripreso da un allievo di Leibniz, Wolff,
che con questo termine designò nel Settecento una delle quattro parti costitutive della
metafisica, insieme all'ontologia, alla cosmologia e alla teologia. Egli distingueva inoltre una
psicologia empirica (fatti psichici fondati sull'esperienza) da una razionale (essenza dell'anima).
Solo a metà Ottocento però la psicologia diventerà autonoma rispetto alla filosofia e svincolata
dalla metafisica. La psicologia non ha avuto una evoluzione lineare ma discontinua per quanto
riguarda l'accumulo delle conoscenze.
Perchè possa esservi una scienza dell'uomo (tra cui la psicologia) occorre che l'uomo possa essere
oggetto di studio scientifico (concetto escluso per molti secoli dal pensiero occidentale) -->
pensiero cristiano medievale. Ma non è sempre stato così, e non lo era nel pensiero greco.

La psicologia greca

In tutte le antiche civiltà l'attività psichica viene collocata nel cuore (scienza egizia, cinese,
ebraica); così è anche per la civiltà greca, dove il cuore viene visto come la fonte della vita
psichica, anche se viene assegnato un certo ruolo anche al cervello. Pitagora distingueva tre facoltà
psichiche: intelligenza, passione e ragione (solo umana e immortale). La 1 e la 3 sono collocate
nel cervello, la 2 nel cuore. Per Empedocle il principio guida delle attività psichiche è il sangue.
Ippocrate è per noi importante per la dottrina caratterologica gli studi sugli effetti di traumi o
malattie al sistema nervoso sul comportamento. Vi sono quattro umori: sangue, bile nera, bile
gialla, flegma ---> a seconda del prevalere di questi elementi, la persona svilupperà un certo
carattere (sanguigno, melanconico, collerico, flegmatico). Importanti sono anche i suoi studi
neurologici (organi di senso dipendono dal cervello e corrispondenza traumi cranici-menomazioni
intellettive). Egli pone in evidenza una concezione che si svilupperà poi in Aristotele: l'uomo è
parte della natura e come tale deve essere studiato. Per A. il cervello ha il potere di
raffreddamento del cuore (funzioni mentali avvengono nel cuore). Per concludere, Erofilo e
Erasistrato fondarono la teoria pneumatica del comportamento in opposizione a quella
aristotelica, poi ripresa da Galeno.

Il Medio Evo e il Rinascimento

Pur avendo la filosofia greca posto le basi per uno sviluppo delle scienze dell'uomo, il pensiero
romano non sviluppò questi temi; nel Medioevo, con l'affermarsi della cultura cristiana, si assiste
ad un rivolgimento di prospettiva --> si nega la possibilità di uno studio dell'uomo. Il mondo è
concepito gerarchicamente (Dio, uomo, natura) --> ma uomo non fa parte della natura; anche la
scoperta aristotelica si basa sulle sue teorie metafisiche, adattate alla dottrina cristiana.
Le scienze dell'uomo ricominceranno a comparire nel Rinascimento, con la nascita di un interesse
per l'uomo come membro della natura, non più trascendente, anche se siamo ancora lontani dal
farne un oggetto di studio. All'uomo e alla natura vengono spesso attribuite alcune caratteristiche
divine: sembrerebbero agire infatti forze prodigiose che determinano quanto avviene -->
importanza dell'astrologia.

La trasformazione della scienza moderna avviene nel '600, con Galileo, Keplero e Bacone che
porteranno al legame tra teoria ed esperienza empirica.
Cartesio

I due aspetti pertinenti alla nostra analisi della filosofia di cartesio sono: la distinzione che opera
tra res cogitans e res extensa e la sua dottrina delle idee innate.
Cartesio distingue il corpo, la materia estesa dallo spirito che pensa (non è anima). La res
cogitans è priva di estensione e interagisce con il corpo tramite l'epifisi (scelto perchè era l'unico
organo all'interno della scatola cranica allora con funzione ignota). Il corpo viene considerato come
un meccanismo perfetto, simile alle macchine idrauliche, ed è in grado di funzionare
autonomamente.
Per quanto riguarda la dottrina delle idee innate, queste costituivano per Cartesio il contenuto della
mente, e ne distingueva tre tipologie: derivanti dai sensi, dalla memoria o dall'immaginazione.
Inoltre egli postula l'esistenza di un altro tipo di idee, quelle innate, principi basilari come l'idea di
Dio, di sé e degli assiomi matematici. Ma egli le deve scoprire in sé stesso, non si
automanifestano. Qui agisce un ruolo fondamentale, positivo e negativo, l'esperienza. Nell'ultimo
Cartesio, le idee innate appaiono come una sorta di predisposizioni innate a formare idee sulla base
dell'esperienza --> è comunque sempre la res cogitans a formare idee. Vi è una totale
indipendenza tra corpo e mente.

Dopo la teoria del dualismo cartesiano, si distinguono due filoni filosofici: uno che da Cartesio
prende origine, razionalista, e uno che se ne contrappone, empirista, i cui princiapli rappresentanti
furono Locke, Berkeley e Hume --> avversione ad ogni forma di idee innate e
nell'affermazione della derivazione di ogni conoscenza dall'esperienza.

Empiristi

Per Hume, non esiste nessun pensiero che non possa essere fatto risalire a qualcosa di
precedentemente sentito --> non esistono idee innate ma intelletto umano è determinato da fattori
ambientali, e la sua conoscenza da ciò che l'ambiente scriverà nella tabula rasa originaria della sua
mente. Il termine intelletto viene utilizzato per primo da Locke e con ciò egli si riferiva ad una
facoltà e non più ad una sostanza --> veniva bandita ogni discussione metafisica poiché si
indicava la via per indagare i processi dell'anima, indipendentemente dalla sua essenza. Senza
questa distinzione non sarebbe mai potuta nascere una psicologia scientifica, perchè ogni
discussione sull'anima avrebbe sempre avuto a che fare con la sua essenza.
Hume individuò nelle associazioni i processi fondamentali che regolano l'intelletto. Tra le idee
si stabiliscono legami segreti, in modo che la mente le congiunga più frequentemente. Egli
distingueva le associazioni per somiglianza, contiguità e causazione (somiglianza, vicinanza,
filiazione). Gli associazionisti svilupparono enormemente questi principi, e Brown introdusse per
primo l'introspezione, l'auto-osservazione sistematica da parte di una persona di quanto
avviene nella sua stessa mente. I legami mente-corpo furono invece affrontati da Hartley, che pur
adottando una posizione dualistica, si muoveva sulla scia di Locke --> teoria delle vibraziuncole --
> minime vibrazioni che gli oggetti provocano nel sistema nervoso attraverso gli organi sensoriali --
> a tali vibrazioni corrisponderebbero le associazioni, cioè la base delle operazioni dell'intelletto.
Nell'Ottocento gli associazionisti cercarono di comprendere eventi di pensiero complessi --> J.
Mill, principio dell'associazione sincrona --> un oggetto è costituito dalla somma di sensazioni
diverse da noi associate simultaneamente --> punto debole: un'idea semplice sarebbe costituita da
idee ancora più semplici --> teoria poco applicabile. S. Mill superò questo ostacolo con la sua teoria
della chimica mentale --> le idee semplici si comportano nel costruire idee complesse come gli
elementi chimici quando si uniscono tra loro. Bain, invece, accettando una teoria
associazionistica analoga a quella della chimica mentale, ammetteva l'esistenza di fattori innati di
organizzazione del comportamento --> necessità di dare una base neurofisiologica allo studio del
comportamento --> Bain è il più diretto precursore del comportamentismo --> formula anche i
primi processi di apprendimento --> apprendimento per prove ed errori.
Razionalisti

Condillac inizia uno studio delle operazioni intellettuali dell'uomo, tralasciando la natura stessa
dell'uomo, inaugurando così uno studio scientifico dei processi psicologici. C. compara spesso
uomini con animali, ed è convinto del'esistenza di un'anima inconoscibile. Con Buffon l'uomo
rientra finalmente nel regno animale, pur occupando una posizione di vertice. Nella concezione
buffoniana, vi era una certa polemica antimeccanicistica --> ma meccanicismo era stato un passo
necessario per la fondazione di una scienza dell'uomo --> aprì la strada da una parte alla concezione
lockiana, dall'altra a uno studio del corpo come macchina.
Il più importante riduzionista meccanicista è stato La Mettrie --> mente non è che una proprietà
della materia; la materia vivente si distingue da quella non vivente per la sua capacità di
organizzazione --> anima è quindi la molla principale di tutta la macchina che non ha principi
innati. La differenza uomo-animale sta solo nella diversa complessità della macchina.
Fu però Cabanis a infrangere completamente il tabù medievale dello studio dell'uomo. Egli rifiuta
ogni riduzionismo meccanicistico --> sostiene l'impossibilità di ridurre gli esseri viventi in
termini fisici. Fisico e morale sono altamente interconnessi tramite il sistema nervoso, e sono i poli
opposti di un'unica dimensione. Il morale è funzione del sistema nervoso ed è principio
regolatore del fisico, ma il SN fanno a loro volta parte del fisico --> si afferma l'unità ontologica
dell'uomo.

Ma la psicologia scientifica non fu fondata nè in Fra nè in UK, quanto in Germania, che recupererà
un gap storico-culturale abbastanz evidente nel Settecento. Kant diede due contributi alla psicologia
importanti: il superamento della controversia tra razionalisti e empoiristi, con l'introduzione
dei giudizi sintetici a priori, e il superamento della distinzione wolffiana tra psicologia razionale
e empirica.

Herbart

Successore di Kant alla cattedra di Konigsberg, le sue posizioni sono in antitesi a quelle affermatisi
con l'Illuminismo. Infatti, per Herbart la psicologia è scienza, ma metafisica e non sperimentale,
poichè l'ultima è per definizione analitica, mentre la mente è unitaria --> è comunque il primo ad
affermare l'autonomia della psicologia. Per H. Le idee variano per il tempo e intensità; se due
idee si presentano contemporaneamente, esse tenderanno, senza riuscirci, a inibirsi -->
rimangono alla soglia della coscienza; al di sotto di questa soglia, vi è l'inconscio. H. Tolse inoltre
l'oggetto di studio della psicologia dal qualitativo facendolo entrare nel quantitativo e mostrò
l'esigenza di fondare una teoria della misurazione dei fenomeni psichici.

Fechner

Fisico, il suo materialismo a prima vista appare radicale, anche se smentito dall'affermazione
dell'esistenza dell'anima. Ma l'anima è una proprietà della materia, ed è quindi comune ad ogni
materia, differisce solo per complessità. Egli è il fondatore della psicofisica --> ritiene possibile
determinare attraverso una relazione matematica la relazione tra corpo e anima --> legge di
Weber --> sensazione proporzionale al logaritmo dello stimolo

S = k logR + C
Apporti altrettanto importanti vennero anche da altre discipline quali l'astronomia e la fisiologia:
l'astronomia diede un apporto importante dal punto di vista dei tempi di reazione. Fu Bessel a
scoprire la diversità dei tempi di osservazione dei corpi celesti da persona a persona --> cercò di
determinare l'"equazione personale" di ogni osservatore --> l'errore sistematico che ognuno
compie. Ma con l'introduzione della fotografia questo problema perse di rilevanza per uanto
riguarda l'astronomia. Ma Donders, fisiologo olandese, si ispirò ad un utilizzo dei tempi di reazione
escogitato da Helmholtz --> calcolo tempo tra somministrazione di uno stimolo e la risposta. Ma
Helmholtz successivamente misurava un secondo tempo in un punto diverso dello stesso arto
(radice-estremità) --> la differenza tra i due tempi dà il tempo in cui lo stimolo percorre l'arto.
Donders fu colpito da questo metodo sottrattivo poichè lo riteneva uno strumento per dare alla
psicologia misurazioni oggettive --> questo ostacolo poteva essere superato solo rilevando i tempi
di durata dei processi mentali --> avendo questo dato se ne dimostrerebbe l'esistenza.
Escogitò con De Jaager un triplie esperimento: a) stimolo-risposta b) x stimoli a cui
corrispondevano x risposte diverse c) x stimoli, ma si doveva rispondere solo a uno: tempi a sono i
più brevi, poi c e b: differenza c-a dà il tempo occorrente alla discriminazione degli stimoli; b-c il
tempo occorrente per la discriminazione delle risposte.

Fisiologia

Tre contributi principali

a) arco riflesso: importanza determinante per le ricerche di Pavlov. Un riflesso è la risposta


automatica a una stimolazione. Si parla di arco riflesso poichè il substrato nervoso è composto di
una parte afferente (recettore) e di un ramo efferente (la fibra motoria). Al centro, queste due
parti sono a contatto in modo che la stimolazione proveniente dall'afferente prosegua
nell'efferente senza richiedere facotà cognitive superiori.
Scopritore di questo arco riflesso fu Whytt che a metà '700 dimostrò il mantenimento di movimenti
riflessi negli arti anche dopo l'asportazione del cervello, ma non dopo asportazione del midollo
spinale --> incontro tra ramo afferente e efferente avviene nel sistema nervoso centrale.
Lagallois dimostrò invece che la respirazione avveniva su base riflessa, con centro nel midollo
spinale.
b) all'inizio del'800 Bell e Magendie scoprirono separatamente l'indipendenza delle vie sensoriali
dalle vie motorie. Ogni nervo proveniente dal midollo spinale ha infatti due radici: anteriore è
causa del movimento, posteriore della sensibilità.
Un altro passo avanti fu la legge dell'energia nervosa specifica: attribuita a Muller, ma poi
ampliata da Helmholtz, essa sostiene che la qualità delle sensazioni che riceviamo non dipende
dalla stimolazione, ma dagli organi sensoriali eccitati --> lo stesso stimolo produce sensazioni
diverse a seconda dei nervi stimolati. Ciò permette finalmente di distinguere tra
rappresentazione e cosa rappresentata --> percezione può finalmente essere studiata su basi
scientifiche. Inoltre Helmholtz introdusse il concetto di c) inferenza inconscia, cioè che il sistema
percettivo corregge i valori della percezione sulla base dell'esperienza (es. costanza di
grandezza)

L'evoluzionismo fu importante per lo sviluppo della psicologia moderna, specialmente nei paesi
anglofoni, per l'introduzione del concetto di adattamento e l'inizio della misurazione delle abilità
mentali. Alla base della teoria darwiniana vi è il concetto di selezione naturale --> le specie che
non riescono ad adattarsi all'ambiente scompaiono, e all'interno della stessa specie sopravvivono gli
individui con le caratteristiche migliori per un dato ambiente. Tale principio si applicava per darwin
anche ai tratti psichici
LO STRUTTURALISMO E IL FUNZIONALISMO

Wundt

Il merito di aver costituito la psicologia come scienza indipendente è stato attribuito a Wilhelm
Wundt. Egli seppe sintetizzare tutte le concezioni e i risultati empirici emersi nella storia
dell'umanità provenienti da discipline tra loro molto lontane. Nel 1874 pubblicò Fondamenti di
psicologia, che può essere ritenuta la prima opera sistematica della psicologia moderna.
Nel 1879 Wundt fonda il primo laboratorio di psicologia sperimentale --> non rivoluzionava
niente a livello di contenuti o metodi ma il nome contrinuiva a stabilire l'indipendenza
istituzionale della psicologia. Furono affrontati questi quattro campi d'indagine:

1) la psicolofisiologia dei sensi, seguendo la tradizione di Helmholtz


2) l'attenzione misurata con la tecnica dei tempi di reazione
3) La psicofisica
4) Le associazioni mentali, sulla scia dell'empirismo inglese

Le teorie wundtiane sono oggi rifiutate per la loro forte componente spiritualistica --> ogni
processo psichico passerebbe attraverso quattro fasi --> volontarismo: stimolazione, percezione,
appercezione (esperienza cosciente viene sintetizzata dalla mente), atto di volontà (connotato dal
libero arbitrio)

Wundt lasciò comunque come patrimonio della psicologia contemporanea:


1) la definizione programmatica dell'oggetto di indagine psicologica --> l'esperienza umana
immediata, che si contrappone a quella mediata, che è l'oggetto delle scienze fisiche
2) la codificazione del metodo sperimentale nell'ambito dell'indagine psicologica, insistendo
sull'identificazione, sul controllo e sulla quantificazione delle variabili psichiche
3) il principio del parallelismo psicofisico --> processi mentali e processi fisici sono paralleli,
ma a ciascun cambiamento dei primi corrisponde un cambiamento nei secondi

Wundt si contrappone alla psicologia introspezionistica hobbesiana perchè insiste nel porre gli
eventi mentali in relazione a stimoli/reazioni oggettivamente misurabili, ma conferisce
all'introspezione lo status di metodo psicologico privilegiato (altre divergenze sono causate
dall'immensa mole della sua opera).
I due movimenti successori di Wundt, strutturalismo e funzionalismo, sono entrambi debitori
dell'opera wundtiana.

Lo strutturalismo

Attratti da una psicologia indipendente, approdarono al lboratorio di Lipsia molti ricercatori, tra cui
l'inglese Titchener. Egli tradusse deliberatamente in modo incompleto l'opera wundtiana,
omettendo le parti non sperimentali, e questi testi furono il punto di partenza verso il sistema
strutturalista, che si affermò tra il 1892 e gli anni '20.
La psicologia ha per oggetto l'esperienza, come la fisica; la sola differenza è che la psicologia
studia l'esperienza in relazione al soggetto esperiente. Le due categorie generali che si
riferiscono all'esperienza umana immediata sono mente (somma di tutti i processi mentali nella
vita) e coscienza (somma di tutti i processi mentali nell'hic et nunc). Lo scopo dell'indagine
psicologica non è la descrizione del Sè, ma il descrivere i contenuti elementari della coscienza e
l'evidenziazione delle leggi che presiedono al loro combinarsi e susseguirsi.
L'esperienza cosciente si presenta sotto forma di percezioni, idee, emozioni o sentimenti. Ma
l'interesse dello psicologo è rivolto agli elementi costitutivi delle perezioni, ovvero le sensazioni;
agli elementi costitutivi delle idee, le immagini mentali; e agli elementi costitutivi delle emozioni e
dei sentimenti, gli stati affettivi. La sensazione, delle tre la più importante, corrisponde allo stato
di coscienza concomitante lla stimolazione di un organo sensoriale periferico. Le sensazioni
sono relative ai cinque sensi più le sensazioni cinestesiche provenienti dai muscoli. L'immagine
compare nei processi mentali non relativi all'hic et nunc, come i ricordi; rapporto immagine-
sensazione è semplice: quando un organo sensoriale è stimolato si instaura nel cervello uno stato di
eccitazione che può sostutuire la stimolazione periferic e produrre l'immagine al posto della
sensazione. Anche gli stati affettivi sono molto simili alla sensazione, tantochè spesso si combinano
(es. Lo stimolo della fame).
Gli elementi della coscienza hanno quattro attributi:
1) qualità
2) intensità
3) durata
4) chiarezza

Gli stati affettivi posseggono invece solo le prime tre caratteristiche, mancando loro la chiarezza.
Come la fisica, la psicologia procede mediante osservazione empirica --> essa è una intropezione
rivolta ai contenuti della coscienza individuale. Quest'ultima non è però l'introspezione classica,
essa è iperanalitica e sottoposta a ferree regole. Lo psicologo introspezionista deve adottare il
criterio elementistico (ogni dato deve essere scomposto nei suoi elementi più semplici) e deve
accertarsi di non cadere nell'errore dello stimolo

Il funzionalismo

Tipica espressione della cultura nordamericana, fu ispirato da James e fu strettamente legato nel
corso della sua evoluzione alla filosofia pragmistica. Il funzionalismo risentì comunque anche della
tradizione europea, in particolar modo della "psicologia dell'atto" austriaca. Il funzionalismo è stato
un movimento assai eterogeneo e composito, per cui è difficile individuare un testo chiave alla base
della teorizzazione.
Gli psicologi funzionalisti ritengono l'uomo come lo stadio finale del processo evolutivo e i suoi
processi mentali sono quelli che gli sono stati più utili nell'adattamento all'ambiente.
L'interrogativo principale non è quindi "cosa sono i p.m." quanto "a cosa servono e come
funzionano". Scompare il tradizionale dualismo mente-corpo, e viene posto l'accento sull'intero
organismo biologico. Al contrario degli strutturalisti che si limitano a descrivere, i funzionalisti
descrivono e spiegano all'interno della psicologia. Oggetto della ricerca sono le attività mentali
relative alla gestione delle sperienze e alla loro applicazione nella guida del comportamento --
> comportamento adattivo --> tre componenti: stimolazione motivante, situazione sensoriale,
risposta che alteri la situazione in modo da soddisfare le condizioni motivanti.
La coscienza non sfugge alla legge dell'adattamento biologico --> essa emerge infatti quando vi è
una nuova situazione adattiva, mentre si fa sostituire dagli automatismi quando questa si ripete.

Il funzionlismo sferra un attacco alla tradizione elementistica --> arco riflesso non è scomponibile
in due parti, ma costituisce un anello unitario in una ininterrotta catena di altri archi riflessi --
> ogni attività è quindi un processo globale e continuo; la distinzione tra stimolo e risposta non è
esistenziale (non si fonda su ciò che essi sono), ma funzionale (su ciò che essi fanno).

Oggetto della ricerca funzionalistica sono la sensazione e l'emozione (globalmente intesi), la


percezione, la motivazione, l'apprendimento, il pensiero. Ma la sensazione, fondamentale nello
strutturalismo, diventa elemento marginale per la sua semplicità nel funzionalismo. Alla
sensazione e all'emozione vengono riconosciuti il loro valore adattivo, anche se vi sono molte
emozioni gratuite, non funzionali alla sopravvivenza. La percezione è vista nell'approccio
funzionalista come un processo mentale indipendente e non una somma di sensazioni elementari, e
attribuisce grande importanza alla motivazione --> qualsiasi stimolo persistente che domina il
comportamento finchè non viene soddisfatto. Ma l'oggetto principale della ricerca funzionalistica
è l'apprendimento --> acquisizione di appropriate modalità di risposta a situazioni
problematiche che hanno valore di sopravvivenza. La spiegazione dei meccanismi interni è
largamente debitrice nei confronti della psicologia associazionistica, anche se viene attribuita scarsa
importanza all'apprendimento per prove ed errori --> ci si comporta spesso già al primo impatto
in modo selettivo.
Il funzionalismo detronizza l'introspezione dal suo status privilegiato: la coscienza è un fiume che
scorre, e pertanto non può essere colta con un metodo parcellizzante qual è quello strutturalista.
Essi valorizzano la sperimentazione di laboratorio soprattutto nel campo dell'apprendimento, ma
essa è praticata in modo molto meno sistematico, ed è accompagnata o sostituita dal metodo
genetico e dal metodo osservazionale puro.

Strutturalisti e funzionalisti, pur in disaccordo, appartengono alla stessa famiglia soggettivistica;


l'unico vero movimento alternativo sarà il comportamentismo.

Critiche al funzionalismo

Titchener contrappone il proprio sperimentalismo sistematico alle componenti filosofiche


funzionaliste --> tendono a riportare la psicologia nel prescientifico. Inoltre, riconoscendo
legittimo lo studio delle funzioni mentali, sostiene che esso deve essere preceduto da uno studio
dei contenuti mentali

Critiche allo strutturalismo

I momenti di coscienza rilevati mediante introspezione sarebbero transitori, cessano di esistere


appena vengono rilevati, mentre le funzioni mentali sono continuative.

STRUTTURALISMO --> contenuti dei processi mentali tramite introspezione


FUNZIONALISMO --> funzioni dei processi mentali tramite sperimentaz. di lab. e metodo
osservazionale puro

LA RIFLESSOLOGIA E LA SCUOLA STORICO-CULTURALE

Con la rivoluzione del '17, si cercò di fondare una nuova psicologia che rivedesse le proprie teorie
alla luce di quelle marxiste e leniniste e che potesse fornire soluzione ai problemi della nuova
società comunista. Le scuole sovietiche più importanti sono la riflessologia (Bechterev, Pavlov) e
la scuola storico-culturale (Vygotskij)

La riflessologia

Coin questo termine si intende una concezione dei processi psichici riducibili a riflessi, cioè a
processi fisiologici elementari. La prima formulazione riflessologica fu di Secenov, considerato il
padre della fisiologia russa [I riflessi del cervello, 1863]. Il comportamento semplice veniva
spiegtao con il meccanismo dell'arco riflesso; Secenov suppose che per spiegare i comportamenti
cmplessi intervenissero centri nervosi superiori, localizzati nel cervello --> ma meccanismo di
base resta lo stesso: stimolo-centro nervoso-reazione --> processi psichici riducibili a riflessi
cerebrali nella loro struttura. I contenuti vengono invece acquisiti durante lo sviluppo
ontogenetico e sono quindi legati all'ambiente --> ma anch'esso si basa sui riflessi.
Negli anni '20 si diffuse la corrente riflessologica vera e propria di Bechterev. Il suo oggetto di
indagine sono i riflessi, sui cui si fonda l'intera attività psichica-sociale, con particolare
attenzione ai riflessi motori.
La concezione più sistematica fu però quella di Pavlov; dall'inizio del '900 egli si dedicò allo studio
dei riflessi condizionati e alla fondazione della teoria dell'attività nervosa superiore. Pavlov era
partito dalla "secrezione psichica" (esperimento di Pavlov sui cani). Reazione in assenza dello
stimolo inizialmente attivante = riflesso condizionato --> parte integrante e fondamentale del
comportamento --> consentono all'animale e all'uomo di reagire in modo più plastico e adattativo
all'ambiente. I processi fondamentali dell'acquisizione del r.c. Sono comuni agli animali e
all'uomo --> ma uomo forma anche riflessi condizionati verbali --> segnalano variazioni
ambiente. Un altro tema centrale è il condizionamento interocettivo --> azione degli stimoli
condizionati/incondizionati sulle mucose degli organi interni.

La scuola storico-culturale

In Occidente la scuola pavloviana fu considerata la scuola sovietica per eccellenza, ma dipendeva da


una scarsa conoscenza delle fonti, poichè la Rivoluzione aveva sì influito ma non aveva stravolto e
teorie psicologiche.
All'Istituto di psicologia di Mosca si distinse Vygotskij, esponente della scuola storico-culturalke la
cui prima formulazione venne data in Studi sulla storia del comportamento del 1930. Il problema
principale è il rapporto tra il comportamento degli animali e dell'uomo (ofilogenetico) e lo
sviluppo delle funzioni psichiche dal bambino all'uomo (ontogenetico) --> vi è una continuità
strutturale e funzionale e allo stesso tempo una serie di momenti critici che distinguono i
comportamenti. I processi comportamentali possono essere comuni all'animale e all'uomo, ma per
il secondo questi saranno i processi più elementari. Tra a. E uomo vi è una specie di salto nelle
modalità di interazione --> l'uomo si avvale degli strumenti, tra cui il linguaggio, e ciò e appreso
nel contesto sociale --> sviluppo ontogenetico.
Il pensiero e il linguaggio hanno radici genetiche differenti; p. è indipendente dal linguaggio
fino ai due anni circa, dopodichè cominciano a interagire. Attorno ai 4 anni il linguaggio è usato
in funzione regolativa. L'interiorizzazione di questo aspetto si ha intorno ai 7 anni. Fase
intermedia è la fase del linguaggio egocentrico. Critica Piaget poichè l. egocentrico sarebbe una
fase di transizione dall'autismo alla comunicazione, per Vygotskij è una fase dalla dimensione
sociale a quella individuale
LA PSICOLOGIA DELLA GESTALT

Con il termine psicologia della Gestalt si intende quel corpo di affermazioni sviluppate da
Wertheimer, Kohler e Koffka. La gestalt può essere considerata la risposta tedesca alla psicologia
wundtiana --> rifiutano completamente questa impostazione e i metodi --> radicale
antielementismo. Il filosofo più influente nella Gestalt è Kant, poichè egli è il primo a proporre
una soluzione alla frattura tra empirismo e razionalismo con il concetto di sintesi a priori --> atto
di conoscere è una attività unitaria e unificante in cui la materia viene organizzata secondo
forme proprie della mente. Altra scuola che influenza la Gestalt è la scuola di Graz --> teoria
della produzione --> distinzione tra oggetti superiori e inferiori, due tipi di rappresentazioni,
elementari e prodotte, dalla combinazione delle r. Elementari. Altra influenza quella di Von
Ehrenfels che pone in rilievo qualità-gestalt --> il risultato finale non è la somma delle parti -->
non è una semplice somma delle parti, ma è data dalle relazioni che intercorrono. Per la Gestalt
una stessa parte può avere caratteristiche differenti a seconda del contesto in cui è inserita. Essi
non si rapportano all'esperienza da un'analisi frammentatoria ma considera entità globali
intrinsecamente organizzate.
La Gestalt nasce nel 1912, anno in cui Wertheimer pubblica il suo lavoro sul movimento
stroboscopico, fenomeno phi --> due raggi di luce spenti e accesi quasi contemporaneamente ci
faranno vedere un movimento irreale --> entra in crisi corrispondenza tra realtà fisica e
fenomenica. Un altro tema polemico è la critica all'empirismo --> critica a correnti psicologiche
quali l'associazionismo e il comportamentismo. Per i gestaltisti gli oggetti sono originati in base
ad autodistribuzioni dinamiche dell'esperienza sensoriale, e non in base all'apprendimento
come sostenevano i comportamentisti (esempio dell'esagono inserito in una figura complessa -->
non riconoscibile). L'esperienza passata non è quindi l'unico fattore in grado di determinare i
risultati dell'organizzazione percettiva (per alcuni il ruolo dell'esperienza è addirittura nullo)
Per atteggiamento fenomenologico, il modo di rapportarsi ai fatti tipico della corrente tedesca, si
intende che bisogna prendere in considerazione i fatti così come ci vengono forniti dagli organi
di senso --> ogni spiegazione sarà quindi valida quando convaliderà i fatti derivati dall'esperienza --
> agli antipodi dell'introspezionismo. Tenendo presente questo sul piano metodologico, sul piano
teorico è cruciale il concetto di teoria di campo --> le uniche possibilità di spiegazione vanno
attribuite a una teoria che usi strumenti concettuali quali forze, campo ed equilibrio --> ciò
perchè l'ordine presente nelle cose è dinamico --> le gestalten possono essere descritte con gli
strumenti della fisica dei campi. Ogni fenomeno deve essere quindi descritto con attenzione verso
gli aspetti dinamici. Costruire una teoria di campo significa individuare le regole dell'interazione
tra le parti --> principi di unificazione formale: vicinanza, somiglianza, buona continuazione,
pregnanza, destino comune, chiusura, esperienza precedente. Questi principi non vogliono
essere una copia fedele del mondo fenomenico, ma hanno il compito di darci delle indicazioni su
come si comporta il campo fenomenico.
I gestaltisti sono convinti che a un fenomeno psicologico corrisponda una realtà fisiologica
(isomorfismo) --> processi astratti hanno un preciso supporto materiale. Ciò non vuol dire però che
il cervello funzioni come un apparato di registrazione, ma che se conosciamo le leggi che regolano
la nostra esperienza fenomenica coinosciamo anche le leggi che operano tra fatti che
avvengono nel cervello --> teoria dinamica del sistema nervoso. Questo postulato è stato
apertamente criticato, da una parte si è visto un tentativo di voler risurre l'attività cerebrale a
fenomeni fisiologici osservabili, dall'altra gli si imputa il fatto di costituire una reduplicazione
del mondo esterno.
A prima vista i gestaltisti sembrano essersi occupati solo di percezione, ma ha anche operato in altri
campi (processi di pensiero, la memoria e l'apprendimento, psicologia sociale e genetica) --> infatti
le gestalt non sono unità proprie della percezione, ma si ritrovano in tutti i campi.
Nella psicologia del pensiero però le interpretazioni dinamiche non sono così preordinate dalle
condizioni dell'oggetto --> introduzione del concetto di insight (Kohler) --> costruzione di una
mappa mentale, di una strategia non casuale per svolgere un compito (vs. Thorndike e il
comportamentismo) --> per i gestaltisti apprendimento è discontinuo e non continuo come
pensavano i comportamentisti, anche se l'insight non nega l'importanza dell'esperienza.
Wertheimer sviluppa l'impostazione kohleriana cercando di analizzare quali fossero le condizioni
in cui si può giungere ad un atto di intelligenza creativa --> bisogna considerare la situazione
come una intera totalità significante --> migliori processi di apprendimento. Per Duncker, come per
Wertheimer, è la tendenza a vedere le cose troppo da vicino a far ritardare la soluzione --> solo
raramente si ha una ristrutturazione del campo cognitivo (insight totale) mentre spesso il processo
richiede più ristrutturazioni (insight parziale).
Lewin ha invece studiato aspetti del comportamento meno trattabili con criteri scientifici --> mostra
la scientificità di analisi sperimentali non ripetibili (impostazione galileiana --> si controllano tutte
le condizioni). Attraverso l'uso della topologia (relazioni spaziali in modo non metrico), riesce ad
approntare un linguaggio appropriato per descrivere situazioni dinamiche concrete. Per regione
s'intende uno spazio graficamente racchiuso da un confine che può indicare situazioni di tipo
psicologico --> per passare da una regione all'altra devo compiere una locomozione (non
necessariamente fisica). Gli oggetti sono dotati di una valenza, positiva o negativa (rappresentabile
con un vettore). Individuo tende a rifiutare eventi/oggetti di valenza negativa e a d essere attratto da
quelli di valenza positiva --> la persona è una sorta di gerarchia di regioni interconnesse più o
meno e interdipendenti tra loro con una struttura variabile nel tempo. Egli applica poi questa
teoria alla psicologia dei gruppi

IL COMPORTAMENTISMO

Il comportamentismo rappresenta il capovolgimento radicale nell'assunzione dell'oggetto di


studio della psicologia (rifiuto della coscienza e studiod el comportamento osservabile). L'oggetto
psiche viene esplicitato nei contenuti psicologici, osservabili attraverso la loro manifestazione in
termini di comportamento --> tutto ciò per dare una fondazione scientifica reale alla psicologia in
modo da collocarla nelle scienze biologiche. Il c. fu un movimento tipicamente nordamericano che
solo negli anni '50 grazie all'americanizzazione della cultura cominciò ad essere conosciuto in
Europa. Esso nasce ufficialmente nel 1913, quando Watson pubblicò l'articolo "La psicologia così
come la vede il comportamentista". Forti influenze sul c. furono viste nel movimento funzionalista
(biologia darwiniana, attenzione ai processi adattivi, uomo è un animale che reagisce all'ambiente).
Seguenda la teoria darwiniana secondo cui non ci sarebbe stata differenza radicale tra uomo e
animale, i comportamentisti sostennero che era plausibile fare ricerca anche con gli animali.
Facendo ciò, non si sarebbe giunti a conoscere la natura della coscienza animale poichè tale non era
l'oggetto di studio, quanto alla determinazione del loro comportamento in situazioni
predeterminate. Già nel 1907 Watson negò rilevanza alla coscienza, poichè l'apprendimento
sembrava consistere nell'acquisizione di una serie di movimenti e non di nozioni. Si cominciò così
ad usare l'animale come cavia di laboratorio ideale per la conoscenza psicologica dell'uomo.
Thorndike sostenne che l'apprendimento si svolgeva per prove ed errori, e venivano consolidate
le reazioni che erano state ricompensate (legge dell'effetto) --> un'azione soddisfatta tenderà a
ripresentarsi più spesso. Questa legge sottolineava il carattere adattivo e utilitaristico dell'uomo;
l'apprendimento non si verifica per decisione repentina, poichè ciò non è dimostrato (viene rifiutato
dai radicali); l'apprendimento sembrerebbe essere graduale, come dimostrano le curve di
Thorndike. Watson rivolse inizialmente la sua vena polkemica contro gli introspezionisti --> non è
scientifica poichè: l'osservatore si identifica con l'osservato e poichè l'osservazione era
compiuta da una persona che parlava di cose che gli altri non potevano vedere e quindi
verificare. Ciò porta a due abusi: l'introspezionismo tradizionale (proliferazione concetti vaghi,
non specificati) e lo strutturalismo titcheneriano (introspezione come maniera sofisticata di
descrivere la propria esperienza cosciente). Lo studio del comportamento permetteva inoltre di
utilizzare metodi più soddisfacenti e soprattutto oggettivi. La psicologia di Watson è anche in un
certo senso veicolo di trasmissione dell'american way of life, oltre che delle problematiche correlate
al rapporto uomo-macchina. La teoria watsoniana non si presenta come un sistema organico e
definito. Ciò che si può dire al riguardo è che l'unità d'osservazione psicologica è il
comportamento nel senso di azione complessa manifestata dall'organismo nella sua interezza
(non le singole reazioni psico-fisiologiche) --> ma questi comportamenti complessi non sono altro
che combinazioni di reazioni più semplici --> MOLECOLARISMO --> principi di
composizione: frequenza, recenza, condizionamento --> 1-2 --> tanto più spesso e tanto più
recentemente un'associazione si è verificata, con tanta maggiore probabilità si verificherà. Per
quanto riguarda il condizionamento Watson sembra fortemente influenzato da Pavlov. Il principio
del condizionamento parte dalla rilevazione che nell'organismo esistono risposte incondizionate a
determinate situazioni (stimoli incondizionati). Altri stimoli a questi associati provocheranno
anch'essi la reazione incondizionata (es. cane di Pavlov). La ricerca del condizionamento permette
di individuare precise unità-stimolo e precise unità-risposta e offre un principio-chiave per
spiegare la genesi delle risposte complesse.
Per quanto riguarda le emozioni, Watson credeva che le emozioni base, elementari, fossero la
paura, la rabbia e l'amore e le altre si costruiscano a partire da queste a seconda degli stimoli
ambientali --> tutto ciò collegato al condizionamento dimostra che le nevrosi possono essere
definite in termini di risposte emozionali apprese. Le stesse leggi sono alla base delle abitudini.
Per quanto riguarda il linguaggio, Watson credeva fosse appreso per condizionamento (per le
continue e coerenti associazioni il bambino finisce per evocare la stessa risposta). L'attività di
pensiero è invece secondo Watson un risultato degli apprendimenti comunicativi che non si
esauriscono nel linguaggio. Il neonato per Watson ha un repertorio di reazioni limitato, come i
riflessi e le reazioni motorie, ma tali reazioni interessano il corpo e non tratti mentali --> il
bambino nasce senza istinto e sarà l'esperienza successiva a caratterizzare la sua formazione
--> posizione egualitaristica. Essendo l'uomo il prodotto delle sue esperienze, assume importanza
strategica lo studio dell'apprendimento.

Tolman:

Venne via via differenziandosi dal comportamentismo watsoniano e ad accogliere idee cognitiviste
o psicanalitiche. Nello specificare l'oggetto psicologico, rivede la psizione molecolaristica di
Watson ritenendo che esistesse uno specifico psicologico non scomponibile di natura
comportamentale che possiede proprietà emergenti (tra cui gli scopi). Nella sua opera è molto
importante l'argomentazione sul predicato dell'intenzionalità --> comportamentismo intenzionale.
Lo scopo è presente quando sussiste una di queste condizioni in rapporto all'oggetto-meta: la
costanza dell'oggetto-meta nonostante le variazioni nell'adattamento agli ostacoli intervenienti, la
variazione nella direzione finale corrispondente alle diverse posizioni dell'oggetto-meta e la
cessazione dell'attività quando l'oggetto-meta è tolto --> introducendo gli scopi Tolman si discosta
dai comportamentisti. Tolman introduce inoltre la presenza di variabili intervenienti che rendono
più complessa la semplice connessione stimolo-risposta

R = f (I x S)
(la risposta è una funzione del prodotto tra le variabili intervenienti e lo stimolo)
Hull:

Hull operò una specie di sintesi delle migliori teorie comportamentiste, adottando da Watson il c.
molecolare, da Thorndike l'idea che la ricompensa è un requisito fondamentale dell'apprendimento,
da Tolman il riferimento alle variabili intervenienti; su queste basi costruì una teoria ipotetico-
deduttiva che tentava per la psicologia la stessa sistematizzazione delle scienze fisiche
(definizioni, postulati, corollari, teoremi) --> egli caratterizza qualitativamente e
quantitativamente l'analisi del comportamento (ma la sua analisi si dovette fermare a poche
situazioni sperimentali)

Skinner:

Si oppone alle teorie che introducono concetti mentalistici. Egli è interessato all'osservazione del
comportamento e della sua relazione con i rinforzi --> analisi sufficiente a spiegare ogni forma
di apprendimento. Egli estrapola questa analisi generale dallo studio del comportamento di ratti e
piccioni in una gabbia (Skinner-box). Fra le varie risposte possibili, l'animale ne sceglie una e se la
risposta sarà seguita da rinforzo questa tenderà a ripresentarsi sempre di più -->
CONDIZIONAMENTO OPERANTE--> diverso da c.classico di Pavlov poichè risposta precede
lo stimolo critico. Il c.operante è diventato uno schema fondamentale e ha permesso di studiare
apprendimenti complessi inesplicabili sulla base del c.classico --> esistenza di reazioni
incondizionate e sulla formazione di condizionamenti di second'ordine. Il c.operante si applica a
qualsiasi tipo di risposta, perchè a ciascuno può seguire un rinforzo.

A partire da Miller e Dollard si trova una corrente che cerchi di applicare i processi di
app.individuale al sociale, valendosi di spunti provenienti dalla psicanalisi. Un principio
d'apprendimento sociale è l'imitazione sociale che contribuisce a mantenere la conformità sociale e
la disciplina --> bambino tende ad imitare poichè è stato rinforzato dalle prime risposte
imitative. Per Bandura invece, nuove risposte possono essere acquisite mediante l'osservazione di
modelli (es. nei comportamenti aggressivi). Inoltre Bandura dimostra come rinforzi intermittenti,
dati di tanto in tanto, siano maggiormente in grado di mantenere comportamenti aggressivi -->
rinforzo agisce nella fase di mantenimento delle risposte e nell'incremento degli indici di
misurazione della forza più che nella fase di acquisizione.
Modelli e rinforzi possono anche inibire alcune risposte.
Le analisi della personalità di Staats riprendono l'affermazione watsoniana secondo cui la
personalità non è altro che una costellazione di comportamenti --> la stabilità di alcuni tratti
comportamentali viene spiegata in base alla difficoltà di estinzione di risposte che sono state
superapprese (le abitudini). Nei confronti della psicanalisi, il comportamentismo ha un
atteggiamento duplice: da una parte ne critica la debolezza metodologica, dall'altra analizza e cerca
di adattare alla propria teoria fenomeni come il transfert, i fattori inconsci, paure e nevrosi. Sears
vede invece continuità tra la teoria comportamentista e quella psicanalitica, poichè per la psicanalisi
la personalità sarebbe il prodotto di particolari esperienze passate, traendone un particolare tipo
di apprendimento condizionante le esperienze successive.
FREUD E LA PSICANALISI

Il termine psicanalisi sta ad indicare un insieme di accorgimenti osservativi e terapeutici volti alla
conoscenza e al trattamento di determinati disturbi psichici. Osservando questi disturbi, la p. è
andata saldando questi con i processi psichici normali.
Psicanalisi può essere intesa come un metodo rivolto all'indagine delle modalità in cui si
svolgono e si manifestano i processi psichici basata sull'osservazione che la nostra vita psichica
sia caratterizzata da processi inconsci, una tecnica terapeutica che intende analizzare le
resistenze nei confronti dei pensieri inconsci. Non è possibile disgiungere l'aspetto teorico
dall'osservazione empirica. L'inconscio non va considerato come una forza cieca e istintuale, ma
come un mondo dotato di senso, che si manifesta mediante un insieme di fenomeni che
richiedono una chiave d'interpretazione. Questo viene analizzato da comportamenti
direttamente osservabili. Freud ha individuato anche l'importanza che riveste nella vita adulta il
mondo fantasmatico: questo collegato con la teoria della sessualità infantile viene inibito dal
processo di rimozione --> allontanamento dalla coscienza dei pensieri sgradevoli.
Il terapeuta nell'analisi non può aggiungere nulla, ma deve solo far riappropriare le parti e gli
elementi dimenticati al soggetto. Analista aiuta il soggetto a svelare la natura dei processi. Il
paziente durante l'analisi trasferisce sull'analista quegli stati emotivi che ha vissuto nella propria
infanzia --> transfert --> ripetersi e riattivarsi di antiche situazioni affettive infantili.
Attraverso il transfert si può procedere alla liquidazione dei sintomi isterici. Ciò che è contenuto
nell'inconscio non è accessibile in modo diretto a causa delle resistenze che il soggetto attiva, ma
può essere rintracciato nei ricordi, nei sogni e in azioni involontarie --> psiche come un insieme di
processi diversi e molto complessi. Ciò che è contenuto nella sfera inconscia è indistruttibile
finchè questi non vengono liquidati attraverso l'analisi; ciò che appartiene al passato è però presente
in modo nascosto, e può servirsi di elementi recenti per riformulare le proprie richieste. Realtà
psichica può essere vista in una duplice prospettiva: diacronica (infanzia) e sincronica (vari strati
psichici): ogni rpocesso può produrre una modificazione della psiche. La psicanalisi pone l'accento
sulla dialettica che regola il rapporto tra inconscio e coscienza.
L'inconscio è costituito da quell'insieme di significati che il soggetto porta dentro di sè e che
viene condizionare la sua condotta.
Freud, interessato dalla dottrina darwiniana, studia presso un esponente della Scuola fisica di
Berlino --> uomo come una macchina, funziona cioè secondo processi governati da forze
fisiche . L'unica differenza tra l'uomo e le macchine è il fatto che l'uomo è dotato di
assimilazione. Ma Freud si andò convincendo che la fisiologia non è sufficiente a spiegare tutti i
fenomeni psicologici. Alla Scuola di Berlino si contrapponeva Herbart, che sosteneva la
preminenza della psicologia sulla fisiologia, proponendo un metodo per quantificare gli eventi
psichici Herbart è il primo a introdurre il concetto di inconscio e la constatazione che la nostra vita
psichica è costituita solo in minima parte da idee coscienti. Verso la fine dell'800, la crisi delle
scienze naturali diede l'avvio a un ripensamento sui modelli naturalistici, ritenuti non più
sufficienti. Per Freud si trattava di non abbandonare un'impostazione razionale senza accogliere
una formulazione accademica che aveva perduto di senso.
L'osservazione di alcuni disturbi andò convincendo Freud che alla base di alcune alterazioni
funzionali non corrispondeva un'alterazione organica --> origine ideogena dell'isteria, origine
cioè psichica; Freud ebbe così il sentore che la vita psichica non fosse riducibile a una serie di
energie biofisiologiche. Nel 1886, mise in pratica ciò che aveva appreso alla Scuola di Charcot -->
isteria ha base psichica e si origina in rapporto a traumi psichici. I sintomi isrerici possono
essere curati con l'ipnosi. Ma questo metodo incideva solo sul sintomo e non le cause, per cui tra
l'86 e il '94 adotta con Breuer una variante del metodo ipnotico, invitando il paziente a ricordare
quelle esperienze dolorose --> metodo catartico. Questo metodo permise a Freud di rilevare che i
sintomi isterici sono i sostituti di processi psichici normali e che questi si originano quando
non si verifica una reazione affettiva ed emotiva adeguata in una situazione --> il sintomo
isterico è il sostituto di una reazione psichica normale non verificatasi. Ma il metodo catartico,
una volta cessato, faceva ricomparire i sintomi isterici. Vi furono discordanze tra Freud e Breuer su
due punti: il primo sulla patogenicità degli elementi psichici all'origine dei disturbi (per Freud
perchè si contrappongono alle tendenze dominanti nella vita psichica, per Breuer perchè originati in
una situazione di stato ipnoide) e sulla osservazione di Freud, negata da Breuer, che
l'incompatibilità dei pensieri inconsci erano fortemete associati a significati della vita sessuale.
Breuer rifiutò sia il riferimento alla sessualità infantile sia la teoria della libido (energia psichica che
preside alle relazioni autoerotiche e ad ogni tipo di relaizone oggettuale). Per Freud esiste quindi un
mondo psichico sconosciuto alla dimensione cosciente, ed esso non si manifesta solo nelle
nevrosi, ma anche nella condotta normale attraverso l'analisi dei osgni --> compromesso tra
tendenze perturbanti e forze rimoventi dell'Io. Il sogno è l'appagamento allucinatorio di un
desiderio infantile e la sua analisi, attraverso il metodo delle associazioni libere, diventa il cardine
dell'interpretazione psicanalitica. La forza motrice dei sogni è data da un'aspirazione inconscia che
pone le condizioni per l'appagamento in una dimensione parallela dei desideri inconsci. I
pensieri onirici latenti vengono trasformati in una diversa modalità espressiva dal lavoro onirico --
> presiede alla manipolazione dei pensieri rimossi. A questa trasformazione concorre anche la
censura che continua l'opera di arginamento delle aspiraioni inconsce anche durante il sonno, opera
che in veglia viene svolta dalla rimozione. Il materiale onirico subisce poi una elaborazione
secondaria per renderlo più coerente ed aumenta man mano che ci si avvicina al risveglio.

Il messaggio psicoanalitico

La costruzione di un metodo esplorativo che mettesse in rilievo la dimensione inconscia avveniva in


un periodo in cui la scienza ufficiale era in crisi e ricominciavano ad emergere soluzioni
metafisiche --> Freud supera la crisi della ragione mettendo in connessione ciò che
apparentemente non è logico col mondo della coscienza -_> si ribalta il cogito cartesiano --> la
ragione deve cessare di negare l'esistenza di un insieme di fenomeni inconsci --> l'inconscio ha
SENSO. La psicanalisi è una psicologia del profondo nel senso che aiuta il soggetto a
riappropriarsi di ciò che ha rimosso --> la ragione deve assumere l'esistenza di parti in cui essa
non si riconosce. Con la ricostruzione psicanalitica Freud intende un lavoro in cui il linguaggio
dell'inconscio, apparentemente sconnesso, si fa significativo.
All'inizio della sua attività Freud aveva ipotizzato che alla base delle nevrosi stesse un trauma
infantile specifico connesso con un'aggressione sessuale subita da parte dei genitori --> ma
questa si rivelò decisamente erronea
PIAGET E LA SCUOLA DI GINEVRA:

Negli anni in cui si affermano la Gestalt e la psicanalisi, un singolo ricercatore svizzero inizia una
tradizione di ricerca e di approccio teorico allo studio dell'uomo molto importante per la
disciplina. Piaget, allievo di Simon, psicologo che nel suo laboratorio costruiva test per misurare
l'intelligenza dei bambini. Piaget non si limitò a rilevare le prestazioni, ma chiese ai bambini le
motivazioni delle risposte. Per condurre lo studio sui bambini, Piaget si inventò il metodo del
colloquio clinico; tutti gli altri metodi non erano infatti adatti all'analisi dello sviluppo
dell'intelligenza (introspezione, metodo comportamenista, colloquio psicanalitico). Questo sistema,
misto tra il colloquio e l'osservazione, consisteva nel ricostruire le credenze del bambino o nel
sottoporgli domande mentre svolgeva un compito. Il colloquio clinico non poteva però essere
usato con bambini molto piccoli, in questo caso si limita all'osservazione e alla descrizione dei
comportamenti. Il limite del metodo piagetiano sta nell'intreccio tra osservazioni e
interpretazioni. I risultati vengono infatti filtrati con gli occhi del teorico, che finiva per vedere
dietro i comportamenti le strutture del pensiero, tendendo così a interpretare le risposte sulla
base delle sue teorie.
Inoltre egli aveva sottovalutato due fattori: l'intelligenza dei bambini, che era superiore a quella
prevista da Piaget, a condizione che la situazione acquisisse per loro senso (problemi sotto forma
di situazioni familiari) e il fatto che, adottando piccoli cambiamenti nel formulare la domanda, si
ottenevano grandi differenze nella soluzione dei compiti (es. Problema delle montagne che
faceva sembrare il bambino egocentrico, formulato diversamente da Hughes dimostra la capacità di
decentrazione del bambino). Un altro esempio di difficoltà di comprensione lo si ha nel compito di
inclusione in classi, che dà risultati diversi a seconda della formulazione linguistica delle domande.
Il passaggio da uno stadio di sviluppo ad un altro avviene sulla base della capacità di
compiere operazioni mentali descrivibili in termini di strutture logiche --> lo stadio finale è
dato dalla capacità di falsificare un'ipotesi --> tutto ciò è stato dimostrato falso dall'esperimento
delle quattro carte associate a numeri di Wason. Le nostre capacità di ragionamento non sono
quindi descrivibili in termini logici, ma in funzione di come ci rappresentiamo i compiti.

La teoria di Piaget, l'epistemologia genetica, rigurda il problema della relazione tra soggetto
agente e pensante in relazione agli oggetti dell'esperienza. Il suo approccio fu chiamato
epistemologia genetica, dove genetica sta ad indicare una genesi, uno sviluppo, cioè l'acquisizione
di categorie conoscitive. Piaget inaugura l'epistemologia naturale, ovvero basata su risposte
empiriche alle questioni epistemologiche. La conoscenza è un processo, una relazione tra
conoscente e conosciuto --> tutto ciò non solo a livello individuale ma anche a livello sociale.
Per Piaget l'intelligenza non è altro che una forma di adattamento all'ambiente.

Le nozioni chiave dell'opera di Piaget sono genesi e struttura. Egli definisce la struttura mentale
come un sistema di operazioni mentali descrivibile in strutture logiche. La genesi è invece una
trasformazione che parte da uno stato A per giungere ad uno stato B più stabile del
precedente. Si contrappone sia alla Gestalt (strutturalismo senza genesi) sia al comportamentismo
(genetismo senza strutture). Genesi e struttura sono inscindibili. La teoria di Piaget ebbe
applicazioni soprattutto in ambito pedagogico e della psicologia dello sviluppo.

Alcuni successori di Piaget, come Pinker e MacNamara, hanno sostenuto la continuità dello
sviluppo cognitivo --> non ci sono differenze discrete tra bambini e adulti. Per Case invece la
capacità strutturale dell'organismo non cambia più già dai due anni, mentre cambia la capacità
funzionale, poichè le operazioni si automatizzano grazie all'aprrendimento --> compiti identici
formulati diversamente risultano di difficoltà diversa perchè le versioni familiari occupano
meno risorse cognitive quando vengono rappresentate.
IL COGNITIVISMO

Negli anni '50 vi era una scuola che esercitava un dominio quasi assoluto sulla psicologia, il
comportamentismo; vi erano delle eccezioni, come la psicologia clinica in mano agli psicanalisti.
E' ancora mistero negli anni '50 ciò che stia avvenendo nelle scuole psicologiche oltre cortina, e la
traduzione di Vygotskij che verrà pubblicata in quel decennio costituirà uno shock e la scoperta di
un mondo completamente nuovo. Sul predominio del comportamentismo incombeva però la
rivoluzione cognitivista, che presto arrivò a prendere il posto della scuola fondata da Watson. Ma il
cognitivismo è una diretta filiazione del comportamentismo, poichè anche sugli argomenti di
rottura tale rimane il punto di riferimento dei cognitivisti; gli stessi cognitivisti si ritenevano
comportamentisti di una nuova fase, per la precisione cenocomportamentisti, iniziata con Hebb
e vista come la continuazione della fase skinneriana.
Hebb si era posto il problema delle cosiddette variabili intervenienti che intercorrono all'interno
dell'individuo e che erano stati introdotti dai neocomportamentisti come costrutti ipotetici.
Hebb era in particolare interessato ai processi di mediazione, a quei processi cioè che consentono
all'individuo di non rispondere immediatamente allo stimolo, ma che fanno sì che questo
possa comportarsi avendo a disposizione degli stimoli e delle risposte interne. Hebb concepiva
queste strutture interne in termini di modelli logici; egli immaginava infatti che i neuroni si
organizzassero in assembramenti cellulari, strutture di neuroni formanti dei circuiti prefissati
in cui circolassero le informazioni all'interno del sistema nervoso. Alcuni sono già presenti alla
nascita, altri si formano per apprendimento; la circolazione nei circuiti delle informazioni consente
di ritardare la risposta.
L'opera di Hebb segna così una decisiva rottura col comportamentismo e cominciava a porre le
condizioni perchè si uscisse dai modelli semplici stimolo-risposta. Con Hebb, l'interesse si rivolge
ai processi che si svolgono all'interno dell'individuo, sul piano del modello logico dello
svolgimento dei processi mentali --> costruzione dei modelli --> simulazione. L'interesse del
cognitivista è rivolto ai processi mentali mentre il substrato fisico può essere accantonato e
sostituito con un altro modello.
Si è parlato a proposito del cognitivismo di mentalismo: questo termine, visto come sinonimo di
metafisica nel comportamentismo, e visto quindi in accezione negativa, poichè essendo le categorie
mentali non osservabili non potevano essere esse stesse oggetto di ricerca. Nella prospettiva
operazionista, le variabili intervenienti non sono che dei costrutti ipotetici che esistono solo
quando la correlazione tra ambiente e comportamento non dà un risultato univoco --> la v.i.
Viene ipotizzata per risolvere l'ambiguità.
Tolman è l'autore comportamentista che sviluppa più di altri concetti mentalistici (es. il concetto di
mappa cognitiva), ma questi vengono risolti in un insieme di correlazioni tra stimolazioni e
risposte dell'organismo. Nell'altro filone epistemologico comportamenista, l'empirismo logico,
l'interesse è rivolto alla scienza considerata come linguaggio e ai rapporti tra linguaggio terico
e osservativo; nella versione ristretta dell'empirismo (supporto a Watson) si riteneva possibile
dare di ogni oggetto teorico una definizione contestuale in termini di osservabili; a ciò segue la
prima liberalizzazione dell'empirismo, che rende necessaria l'introduzione di altri procedimenti
definitori per i termini disposizionali (quelli che si manifestano solo in determinate circostanze)
(supporto al neocomportamentismo di Tolman). Negli anni '50 emerge l'impossibilità della
definizione di tutti i termini teorici in funzione di osservabili, ma esistono dei termini primitivi
nel sistema teorico che vanno introdotti indipendentemente dall'osservazione (seconda
liberalizzazione dell'empirismo) --> qui emerge il cognitivismo. La concezione cognitivista era
inoltre facilitata dal suo ricorso ai modelli, ovvero a rappresentazioni semplificate della realtà
che pretende di essere realistico per ciò che riguarda le funzioni svolte dalla mente (per questo
il mentalismo cognitivista non è il mentalismo metafisico, poichè i modelli non vogliono essere una
copia fedele della realtà). Con l'adozione esasperata di modelli, il cognitivismo ha finito però spesso
per allontanarsi dalla vita reale.
La storia del cognitivismo può essere fatta risalire alle ricerche di Craick sul comportamento di
tracking (compito in cui vi è un bersaglio mobile che si sposta su uno schermo e al soggetto viene
chiesto di tenere allineato un segnale con il bersaglio) --> uomo come servomeccanismo. Il
soggetto umano non sarebbe in grado di operare più di una correzione ogni 0,5 secondi -->
Craick ipotizza la presenza di un meccanismo che necessita di 0,5 secondi per l'elaborazione delle
informazioni. Craick dà anche molta importanza al tempo impiegato per svolgere un'azione
come indicatore dei processi mentali sottostanti.
Nel '56 Miller dimostrò un altro limite dei processi cognitivi umani: egli stabilisce infatti in 7
chunks ("pezzi") di informazione alla volta (con un possibile scarto di 2 a seconda del compito
svolto) il limite mnemonico umano a breve termine. Brown scoprì poi che mentre la memoria a
lungo termine poteva subire interferenze sul piano semantico (confondere significati di vocaboli)
ciò non poteva accadere nella memoria a breve termine. Un altro importante obiettivo fu
raggiunto nel 1960 da Sperling con la scoperta di una nuova memoria a tempi brevissimi (entro
i 100 ms) --> registro sensoriale.
Miller, Galanter e Pribram cercarono anche di sostituire il riflesso comportamentista con l'unità
TOTE (test-operate-test-exit) --> pietra miliare nel campo della scienza cognitiva -->
riferimenti alla linguistica generativo-trasformazionale chomskyiana --> fino agli anni '50 la
considerazione era in mano agli strutturalisti (non gli strutturalisti di Saussure) e questo si era
concentrato sull'analisi del messaggio trascurando l'utente linguistico.
Chomsky sostiene invece che il linguaggio ha una base innata e distingue tra competenza
(sapere come parlare) e esecuzione concreta. Egli inizialmente mira ad individuare le regole
attraverso cui le frasi vengono generate, dopodichè attribuisce una maggiore importanza al
significato.
Negli anni '60 e '70 vi fu però anche la grande crisi cognitivista, dovuta alla costruzione di modelli
sempre più astratti. In questi anni si avverte sempre più l'esigenza di un ritorno alle "grandi teorie" e
all'interno del movimento si è aperta una riflessione critica, i cui sbocchi principali sono stati il
rifiuto dei micromodelli e perplessità sull'analogia uomo-calcolatore. Il punto più importante di
questa riflessione è stata la pubblicazione di Conoscenza e realtà di Neisser nel 1976 --> tre critiche
alla psicologia cognitivista: vi è stato un progressivo restringimento di campo, con
un'attenzione focalizzata sempre più sull'esperimento in laboratorio; critica il valore delle
ricerche sempre più sofisticate compiute negli ultimi tempi (ripiegarsi della ricerca su se stessa);
inoltre egli critica il concetto di elaborazione delle informazioni, concetto chiave della psicologia
cognitivista. Esso soffre di un'ambiguità di fondo: muta significato nel momento in cui le
informazioni vengono definite in modo diverso dagli autori. Per Neisser, le informazioni che
l'individuo elabora vanno viste nell'ambiente e l'individuo possiede degli schemi che gli
consentono di coglierle --> richiamo alla teoria ecologica di Gibson --> le informazioni sono già
presenti nella stimolazione e vengono colte in quanto affordances presentate dall'ambiente. In
contrapposizione alla teoria ecologica di Gibson si sviluppa la scienza cognitiva che domina il
quadro contemporaneo.
La scienza cognitiva nasce nel 1977 e il suo punto di partenza è dato dalle ricerche sulle reti
semantiche. Sia la scienza cognitiva che l'impostazione cologica rifiutano i micromodelli , ma
mentre gli ecologici rifiutano l'analogia uomo-calcolatore, i sostenitori della scienza cognitiva
accentuano l'importanza dell'intelligenza artificiale.
I paradigmi della scienza cognitiva negli anni '80 sono stati il modularismo e il connessionismo; il
primo prevede un'architettura cognitiva distinta, moduli che trasformano computazionalmente
gli input in rappresentazioni che offrono alla parte centrale del sistema cognitivo. Questi
sistemi d'analisi input sono altamente specializzati, a funzionamento obbligato, presentano solo
un accesso centrale limitato alle rappresentazioni a cui sono addetti, sono dotati di grande
velocità di funzionamento e sono incapsulati informazionalmente --> non possono aver accesso
alla rappresentazione delle conoscenze dell'individuo mentre operano.
Per il connessionismo invece le operazioni non sono organizzate gerarchicamente ma
avvengono simultaneamente, in parallelo e le informazioni sono distribuite nell'intera rete di
interconnessioni tra gli elementi, non in una singola unità. Questi modelli connessionisti sono tra
l'altro compatibili con alcune teorie classiche, come la concezione di campo gestaltista

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