Sei sulla pagina 1di 8

Associazione per lintegrit dellessere umano

LA CAMPANA
CENTRO ITALIANO DI PSICOGENEALOGIA

VOLER GUARIRE
di Anne Ancelin Schutzenberger

CENTRO ITALIANO DI PSICOGENEALOGIA C.da menocchia snc

63010 Montefiore Montefiore dellAso (Ap)


Tel. 0734/939012-938229 Fax 0734/938229 C.F. 91014400443

L'aiuto al malato colpito da cancro Anne Ancelin Schutzenberger si occupa di malati di cancro da oltre venti anni utilizzando l'approccio Simonton, un metodo centrato sulla persona intera, e basando il proprio intervento essenzialmente sulla gestione dello stress, il rilassamento, la visualizzazione e la realizzazione automatica delle predizione: queste tecniche servono ad aiutare i malati a trovare una via di guarigione al di l delle cure mediche che essi ricevono. A queste conoscenze la Schutzenberger affianca una lunga esperienza di psicanalisi, psicodramma, analisi di gruppo, dinamica dei gruppi, comunicazione non verbale e genosociogramma.

Il metodo Simonton I coniugi Simonton, nel libro Guarire verso e contro tutto, hanno trattato gli aspetti psicologici del cancro, partendo da alcune domande fondamentali: "Perch arriva il cancro? Come sbarazzarsene mobilitando tutte le forze psichiche e mentali? Perch alcuni muoiono e altri sopravvivono, anche con la stessa diagnosi e la stessa prognosi?". I Simonton hanno elaborato un metodo di cura complementare all'approccio medico classico dopo aver studiato con attenzione il percorso dei pazienti guariti. Hanno osservato, ad esempio, che queste persone presentavano alcune caratteristiche comuni: erano tutti malati giudicati "molto gravi", con prognosi riservata, per i quali la medicina tradizionale non aveva potuto fare molto; erano, in genere, dei 'combattenti', cio persone con un forte spinta a battersi, a vivere, a comprendere la loro vita e la loro malattia; ognuno aveva accettato di ripercorrere i drammi, gli affetti e le sofferenze della propria vita, prendendo coscienza del rapporto esistente tra l'esplodere della malattia e le tensioni, i lutti e le perdite affettive. Tra queste persone c'era chi praticava sport ed esercizio fisico ed era riuscito a
2

creare intorno a s un clima di simpatia al quale si affidava per essere aiutato. C'era anche chi voleva sopravvivere per avere il tempo di realizzare qualcosa di importante: "Non posso morire prima che mio figlio sia grande, sono indispensabile, bisogna che io sia l". Il metodo Simonton rappresenta, dunque, un nuovo modo di accedere alla malattia perch prende in considerazione la psicologia del malato secondo gli aspetti seguenti: La psicologia del malato. L'importante cercare di essere felici e di avere ragioni per vivere e operare. Al tempo degli antichi greci Galeno diceva: "Una donna felice guarisce molto pi di una donna triste". Perdita dell'oggetto d'amore - Ragione di vivere. Si ricerca insieme al malato se nel periodo precedente l'insorgere del tumore egli ha vissuto eventi particolari: una malattia, un lutto (perdita dell'oggetto d'amore), uno stress, dei risentimenti, un qualsiasi altro cambiamento di vita. Accade che il malato riconosca tali eventi e istituisca delle relazioni: "E' questo che successo, a causa di questo che mi sono ammalato! Finalmente! Non voglio morire per questo!". E cos ritrova la voglia di vivere. La conoscenza delle cause psicologiche della malattia e la volont di reagire consentono al malato di liberarsene. La ricerca della causa. Si aiuta il malato a fare un quadro della propria vita, definendo progetti, speranze, scopi, disagi, angosce. Questo un aspetto psicosomatico che, divenendo comprensibile, pu essere modificato riprogrammando la propria vita. E' come sbrogliare la matassa della propria vita. L'angoscia. Spesso i malati di cancro vivono una situazione di angoscia paralizzante che uccide pi della malattia stessa: tutto diviene incomprensibile, i pensieri si fanno pi cupi. Allora importante trovare un filo conduttore, una spiegazione a ci che accade: una causa che aiuti il malato ad uscire dal caos dell'incomprensibile e dall'angoscia. In questo modo la malattia diventa psicosomatica, ed ormai si sa che possibile guarire da malattie psicosomatiche anche con sintomi molto gravi. La comprensione delle cause, tuttavia, non significa che la guarigione sia immediata n facile. Statistiche e predizioni. Si tratta del potere delle statistiche e del potere della parola. Molte delle persone che lottano contro il cancro prestano attenzione alle statistiche: se, ad esempio, le statistiche dicono che un malato ha solo il 20% di possibilit di guarire, il malato fa inconsciamente una previsione, attivando la realizzazione automatica delle predizioni. In realt non esiste un cancro buono ed uno cattivo, come non esistono statistiche buone e statistiche cattive. La cosa pi importante il desiderio di battersi, la volont di guarire.
3

Sindrome da anniversario Anne Ancelin Schutzenberger, dopo anni di colloqui con i propri pazienti, ha rilevato che in numerosi casi la malattia, il cancro, un avvenimento funesto, appaiono alla stessa et che aveva il padre, la madre, una sorella, una persona amata quando si verificato un evento funesto, come se esistesse un legame invisibile.

I punti-chiave del metodo Simonton Molto importanti sono gli esercizi di rilassamento, utili per fermare l'angoscia. Occorre farsi consigliare da uno specialista, fare cicli di 6-7 minuti di rilassamento, 3-5 volte al giorno, con un ritmo simile a quello della preghiera nei conventi o del muezzin che chiama i musulmani. Altro punto importante la visualizzazione positiva, con cui si tenta di rinforzare le difese immunitarie del corpo. Qui chiara la complementarit del metodo Simonton con la medicina tradizionale: da una parte il malato prosegue il trattamento del medico, che avr cura di ricorrere a tutti i mezzi medicali possibili, dall'altra il malato si aiuta "visualizzando" la lotta del suo sistema immunitario contro la malattia: egli visualizza i globuli bianchi (un simbolo) che, circolando ovunque nel sangue, lottano contro le cellule cancerose e le distruggono. Lennart Nilsson, dell'Institut Karoliuska di Stoccolma, premio Nobel per la fortografia nel 1978, riuscito a fotografare questa lotta vittoriosa delle cellule linfocitarie, che si infiltrano tra le cellule cancerogene attaccandole da tutte le parti, penetrando nella loro membrana e distruggendole. Anche il corpo va aiutato nella lotta contro il cancro. Ogni giorno, con lo stress e le tensioni, attiviamo cellule maligne, che solitamente riusciamo ad eliminare: ma questo non possibile quando c' un eccesso di stress, di fatica, di aggressivit. L'immagine mentale positiva E' legata alla speranza. La forza dell''immagine mentale positiva consiste nell'immaginarsi guarito o che si pu essere guariti. Al malato si chiede di visualizzarsi guarito, di vivere bene, conducendo una vita piacevole. L'esercizio fisico Diversi ricercatori hanno osservato che i pazienti che fanno dellesercizio fisico rispondono meglio alle terapie; il metodo Simonton prevede lesercizio fisico in tre sedute settimanali della durata di unora ciascuna, in momenti fissi della giornata. Anche chi costretto a letto, pu fare esercizio fisico limitandosi alle parti del corpo che possibile muovere. Infatti il piano fisico e quello psichico sono strettamente legati e interagiscono tra loro. Fare cose piacevoli Le piccole gioie della vita fanno parte dellesistenza e quindi della guarigione; rappresentano un invito a vivere. Mozart ha parlato di piccoli
4

niente. Si redige una breve lista di cose da fare, piacevoli e finanziariamente non onerose, e si cerca quotidianamente di realizzarne almeno quattro. Occorre creare nellarco della giornata un spazio specifico per queste attivit, che vanno programmate ed eseguite come se si trattasse di una prescrizione medica. Del tempo per vivere - Del tempo per se stessi Concedere a se stessi loccasione per fare quattro cose piacevoli ogni giorno un dovere sacro di egoismo. E molto importante distendersi, ridere, scoprire il piacere per la vita. Secondo alcuni ricercatori esistono due tipi di cancro: da stress e da svuotamento. Mentre quello da stress ben conosciuto, quello da svuotamento non viene mai considerato. Esistono persone che sono svuotate a tal punto da non accorgersene (religiosi, infermieri, medici, etc.). Arrestare levoluzione della malattia significa anche ridurre il tempo che viene sprecato e vivere altrimenti: se non si prende un po di tempo per s non ci si autorizza a vivere. Concentrare le forze per guarire Stare meglio, guarire, avere buoni risultati spesso vuol dire fare una revisione seria dellimpiego del tempo e degli impegni che pensiamo di doverci assumere. Bisogna allora capire e far capire la necessit che il malato prenda ogni giorno un po di tempo per se stesso, dedicandosi al rilassamento (3/5 volte al giorno) e alla lista delle cose piacevoli (4 al giorno). Risorse di sostegno e di affetto E' difficile lottare da soli per guarire, indispensabile per il malato crearsi una risorsa affettiva di supporto, familiare o amichevole (un aiuto telefonico, una corrispondenza per lettera, un disco, un libro). E' importante trovare amici, persone conosciute - o anche da conoscere - che possano trasmettere dei pensieri positivi al malato. La guida interiore o la saggezza interiore Un aiuto efficace e sempre disponibile pu venire anche da ci che si chiama "guida interiore". Si chiede al malato, in stato di relax, di visualizzare qualcuno che possa venirgli in aiuto nella dimensione del suo spirito. Le immagini evocate per questa via possono essere le pi disparate: un lama tibetano, il proprio angelo custode, Bambi il cerbiatto, Tarzan o Superman, il medico buono della loro infanzia Una volta che questa immagine mentale appare, si chiede al malato di prendere questa guida interiore come amico o consigliere, di discutere insieme a lui di tutti i problemi quando se ne senta il bisogno e di ascoltare la guida. Questa guida interiore idealizzata meglio di un amico reale o di uno psicoterapeuta perch sempre disponibile, pu venire in ogni istante. Superare il risentimento Per poter disporre di tutte le energie positive per guarire bisogna sbarazzarsi di ci che ci divora, rode e consuma all'interno: odio, ambivalenza, aggressivit verso gli altri, tutti elementi di struttivi. E' meglio esprimere, eventualmente con violenza, questi sentimenti, ammettere di provarli, piuttosto che arrivare a "desiderare la propria morte" perch ci si
5

sente colpevoli. Si guarisce dal cancro quando si arriva a cambiare il modo di pensare, di vivere, di reagire alle difficolt e di gestire lo stress. La malattia diviene occasione per riflettere e cambiare: "guardare la morte in faccia cambia la vita". I benefici secondari della malattia C' chi crede, lasciandosi morire, di poter colpevolizzare un congiunto, un parente, il proprio entourage. E' importante chiedere al malato se egli preferisca davvero morire per colpevolizzare qualcuno piuttosto che vivere e riappacificarsi. I benefici secondari della malattia si manifestano anche in relazione allo stress professionale: il malato non ha pi bisogno di terminare un lavoro in un determinato tempo, di ottenere una promozione, di essere professionalmente impeccabile, di essere figlio o marito perfetto. Bisogna decidere - e non facile - se si vuole morire, continuare ad essere malato per conservare questi benefici o trovare un altro modo per uscire da una condizione di difficolt grave. Il malato come persona intera che informa e consulta. "Un certo abbandono del potere medico" Un altro punto importante nell'aiuto al malato e quello di considerarlo come essere umano nella sua interezza. La medicina olistica non cura soltanto l'organo malato, ma considera la persona intera in relazione al suo contesto familiare, culturale, socio-professionale. Il malato considerato come persona si riappropria di un ruolo attivo nella propria guarigione: lui a decidere cosa fare di fronte alle varie situazioni. Il medico e l'equipe terapeutica divengono "assistenti" del malato. Per il medico questo implica uno spostamento della focalizzazione - dalla malattia e dall'organo malato alla persona - e la rinuncia ad un certo potere. Dire la verit al malato Troppo spesso si tratta il malato come un bambino. Dire la verit non vuol dire aggiustarla! Si pu parlare al malato in modo chiaro anche nel caso di una malattia molto grave, ma bisogna farlo nella consapevolezza che necessario utilizzare tutte le forze presenti, offrire tempo e disponibilit, essere vicini al malato anche se il pronostico non buono. Come e quando dire la verit? Sono stati filmati numerosi incontri tra medici e malati in cui ben evidente il contrasto tra ci che detto volontariamente attraverso le parole e ci che espresso dal linguaggio del corpo: c' un modo di evitare lo sguardo, di stornare la conversazione, di aggiustare verit tragiche o di essere esageratamente ottimistici. La comunicazione non verbale e il linguaggio del corpo dicono molto. Per un medico o uno psicoterapeuta, pur se disponibili a farsi carico del malato, molto difficile abbandonare il potere medico e "centrarsi sulla persona". Il malato deve essere al centro dell'attenzione nell'equipe terapeutica. Bisogna dividere con lui tutto il proprio sapere, prendendolo come una sorta di partner nelle decisioni da prendere, ascoltandolo a lungo e tenendo in grande considerazione ogni sua parola. Tutto questo molto pi importante di statistiche e pronostici. La verit al malato Per agire bisogna sentirsi liberi, essere a proprio agio, esprimere ci che si desidera. Non si pu essere a proprio agio sostenendo la menzogna.
6

Dire la verit non significa proporne una e fuggire, ma entrare in ascolto del malato e rispettare i suoi sentimenti. C' una comunicazione costante tra l'inconscio del malato e quello dello psicoterapeuta: quando quest'ultimo prova un senso di inutilit e di disperazione, rischia di comunicarlo al paziente. Non si pu negare che alcuni malati vivono molto male la notizia della verit, ma altrettanto vero che dalla conoscenza del proprio stato reale pu nascere la voglia di lottare per la vita. Certe forze di sopravvivenza si risvegliano solo quando si messi alle strette: si lotta con la forza della disperazione e quando ci si batte insieme, malato, medico e famiglia, si hanno pi possibilit di vincere. Tutti devono credere nell'evoluzione positiva della malattia: non si pu fingere di credere che il malato guarir se non lo si pensa veramente; c' una dissonanza evidente - e percepibile dal malato - tra ci che si dice e ci che si sente. Quando si mente ci si tradisce con l'espressione del corpo, con la respirazione o lo sguardo, e il malato reagisce in base a ci che percepisce, non in base alle parole che vengono pronunciate.

Psicoterapie complementari Anne Ancelin Schutzenberger fa un rapido riferimento alla "sindrome di anniversario", che ha analizzato in maniera pi completa nel suo libro precedente Aie, mes aieux!. Nel corso della sua lunga attivit professionale la Schutzenberger ha osservato che le persone hanno una malattia, un incidente, un cancro alla stessa et o nello stesso periodo in cui uno dei loro parenti ha vissuto la medesima situazione, come per un fenomeno di identificazione inconscia o di legame familiare inconscio. Questa ripetizione pu essere messa in evidenza, chiarita e superata. La sindrome da anniversario e la fragilit della persona nel momento in cui la vive sono da prendere in esame tanto quanto la gestione dello stress e del risentimento. Attraverso il genosociogramma (albero genealogico) possono essere evidenziate le coincidenze di date, di et, di configurazione e le ripetizioni di malattie, troppo frequenti e sistematiche per essere imputate al caso. Analizzando le situazioni del passato da tre fino a sette generazioni indietro emergono ripetizioni di incidenti, malattie, tumori ecc. La conoscenza della sindrome da anniversario pu aiutare a uscire da situazioni anche disperate.

Altri concetti, valutazioni, orientamenti ed esempi del modo di porsi di fronte al cancro sono esposti nel libro Voler guarire. Si fa riferimento ad uno studio condotto sui sopravvissuti a situazioni di pericolo grave (guerre, campi di concentramento, stragi, incidenti), dove si sostiene che chi sopravvive ha vissuto quell'esperienza con una sfida e ha sempre cercato, nella disperazione, di mantenere vivo qualche valore, di appassionarsi a qualche cosa. Questo amore per la vita si pu trasmettere e insegnare: molti malati, infatti, possono riuscire a guarire trovando risorse dentro se stessi o nell'ambiente che li accoglie, nell'arte, nella natura, nello sport, nelle terapie di sostegno.

Fondamentale la speranza vera e cosciente, non la falsa speranza che a volte si d ai malati: il rifiuto di sperare gi una decisione di morire. Il concetto di falsa speranza deve essere eliminato dal vocabolario del medico. La situazione pi terribile per un malato di cancro e di vivere la perdita di controllo della propria situazione: questo lo porta alla disperazione e alla depressione. Si pu ricorrere ai farmaci, alla psicoterapia di sostegno, alla dietetica, ma la cosa pi importante mantenere viva la speranza, stimolare nel malato una partecipazione attiva, ascoltarlo con attenzione. Solo la decisione e la partecipazione attiva sono in grado di innescare e di sostenere il processo di guarigione, facendo emergere dal profondo il desiderio di guarire. Tre bisogni fondamentali devono essere soddisfatti nel malato: l'affetto, l'inclusione in un gruppo, il controllo della situazione. La visualizzazione, di cui si parlato in precedenza, molto importante, ma non sempre facile perch quando il malato non ha il desiderio di guarire visualizza immagini piuttosto deboli e negative. Il malato deve parlare delle proprie visualizzazioni, mostrare le proprie difficolt ad uno specialista che possa verificare se si sta procedendo bene; e una volta individuate immagini forti e vitali deve porre in esse il fondamento della propria speranza.

Potrebbero piacerti anche