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OLI
SCRIVER LATINO
GUIDA A COMPORRE E A TRADURRE
IN LINGUA LATINA
PRINCIPATO EDITORE
ia EDIZIONE, maggio 1948.
• Nelle. traduzione ttalìana l'anadiplosi può essere trasferita. nel nome : • Vettio,
sl Vettio, il nostro denunciatore, ecc.".
6 I. -- OM:ISSIONE E SOSTITUZIONE DELL'ARTICOLO [§§ 2-3]
eum. accusemus ;
« non si troverà un mezzo >> : nulla ratio reperietur ;
« non vedo una via di scampo » : nuUam viam salutis cerno ;
<< emise forse un gemito ~ » : num gemitum ullum emisU?
NOTE. - 1. Sull'uso di ullus cfr. § 114, 1. Si veda anche l'uso di
nullus e di nemo, § 114, 1, nota 2.
2. Si distingua : 1) « possa io perire, se feci mai allusione a questa
faccenda» (senso : 11 non ho mai fatto ecc. ») : peream si ullam unquam
huius rei mentionem feci ;
2) cc se fo allusione a questa faccenda, tutti .cominciano a gri-
dare » : si (o si qiiam ; cfr. § 114, 1, note 10-11) huius rei mentionem
feci, clamami ommes ;
3) cc se appena fo menzione, ecc. »: si mentionem. <iliquam feci
huius rei, clamant ommes.
nava a mente quel 'te lo giuro ' >> ; « qui non usa il ' voglio così ' >>,
ecc.), o anche riferite senz'articolo. con riguardo al loro valore
lessicale (p. es.: «in virtus c'è il tema di vir») equivalgono a sostan-
tivi indeclinati. Per conseguenza, nel tradurre iri. latino si dovrà:
a) ricorrere a uno dei, modi indicati nel numero prece-
dente per i sostantivi indeclinabili :
DIGESTO, L, · 16, 84 : filii appellatione omnes libero» in
tellegimus « in 'figli ' sono comprese anche le figlie » (lette-
ralm.: nell'espressione 'figlio' si intendono tutti i figli [maschi e
femmine]) ; .
Inrn., 16, 43 : verbo victus continentur quae esui, potuique,
cultnique corporie, quaeque ad viven<lum homini necessaria sunt
« con 'vitto '·si intende tutto ciò che è necessario all'uomo per
mangiare, per bere, per_la cura del corpo e per vivere >> ;
b) trasformare l'espressione sostantivata in una proposi-
zione a sè :
1 Ugualmente In greco "1 n:a"t'QCt; ( = ~ nai:Ql.t; yij) : Invece In tedesco : das Vakr·
land (cfr. Land •terra•). ·
I. - OMISSIONE E SOSTITUZIONE DELL'ARTICOLO [§ 5]
a) il neutro plurale:
<< tutto >> : omnia ;
« il futuro >> : futura ;
«l'imprevisto » : iniprovisa;
t< il presente » : praesentia ;
u il vero»: vera (meno usato : veru.m) ;
<< il meglio >> : meliora ;
« il . peggio >> : peiora ;
<< veniamo al serio >> : ad seria veniamus ;
« mi mancava il necessario >> : necessaria mihi deerant ;
Ovmro, llfetarn., Vll, vv. 20-21 : video meliora proboque, de
teriora sequor « vedo (ciò che è) il meglio, e mi piace, (ma poi)
seguo il peggio ( = il partito peggiore) >>;
Ore., orat., 11, 36 : in picturis alios horrida, · moulia, abdita
et opaca, contra olios nitida, laeia, collustrata deleciomt : . nella <<
pittura. c'è chi ama l'orrido, lo squallido, ciò che rimane na-
scosto .e nell'ombra; altri invece il lucente, il lussureggiante, la
1 uminosit >> :
à
videri:
« Amleto pone il problema dell'essere o non essere ,, : A·mletus
quid intersit inter esse ac nullurn esse considerai;
((porre il problema dell'essere ii: quid in iis quoe ocuiie cerni
mu~ verum sit quaerere :
b) senso meno astratto (sostantivale) :
«gli esseri viventi» : animantia : ·
te gli esseri di questo mondo » : guod ubique creatur i
«esseri fantastici 11: monstra; miracula , portenta;
T. LIVIO, XXXIV, 2, 13 : date [renos impotenU naturae et indo
mito animali '( lasciate le briglie sul collo a questo essere sfrenato e
indomabile ( = alle donnej »,
' Nelle traduzioni che suggeriamo si dovrà sempre distinguere se •essere • sf i-ifo·
etsca alla e3istenza umana o, in senso unìver sale, all'esistenzadelle cose.
(§ 7) CAP. III. - L'ARTICOLO CON L'INFINITO E IL PARTICIPIO 21
"In poesia. cc essere » riferito a persona può esser reso con caput 1 in
senso buono e cattivo :
, ORAZIO, I, 24, vv. 1-2 : quis desiderio sit pudor aut modus tam cari
capitisi « qual ritegno o qual limite vi sarà nel rimpianto di un essere
così caro ~ ,, ; ·
CALVO (citato da Porfirione, a ORAZIO, Sat., i, 3, v, 1): 8a1·di Ti
gelli p1itidum. caput venit «è in vendita quell'odioso essere di Tigel-
lio, il Sardo »; ·
VIRGILIO, Aen., IV, vv. 612:13: si tangere portus infand·am caput
ac terris admore necesse est «se è stabilito che quell'essere nefando giunga
a quei porti e approdi a quelle terre »,
fatta') è aciùm: Il senso poi del nostro << buona (cattiva) azione ,,·si rende
col verbo ago (jacio) e un avverbio : male egisti «bai commesso una
cattiva azione», ecc. (cfr. §§ 36 e 163).
2. Quando un sostantivo deriva direttamente dal tema del supino
(usato o disusato) :
· 1) se è neutro, appartiene alla seconda declinazione (f actwm, -i
«il fat.to »; dictum, i «il detto»; responsum, -i «la risposta»);
2) se è maschile, appartiene alla quarta declinazione (conventus,
us «la riunione ,, ; exerciius, -us «l'esercito »; coniracius, -us «il con-
tratto »).
3. Poichè dallo stesso supino può derivare un sostantivo maschile
e un aggettivo (o participioj, si badi a non confonderne le declinazioni,
Per esempio :
ducebat exercitu« « guidava gli eserciti » ; ,
exerciio« milites victoria reereaoit « ai soldati affranti (dalla fatica)
la vittoria portò sollievo »; ·
in contractibus « nei contratti ,, ;
cum copiis ex ornni Asia coniractis «con forze raccolte da tutte
le parti dell'Asia»;
conventib·us perociie « terminate le riunioni » ;
q·uibus conventis «ed essendosi incontrato con loro ,,_
4. Alcuni di tali sostantivi di forma neutra conservano in parte
il carattere participiale, per cui è meglio dire facete dictum «detto
faceto » ; bene inventum « bella invenzione >> ; 1 acute responsum « ri-
sposta arguta», che [acetuni dictum, praeclartbm inventwm, acut·um
responsum.
5. Alcuni ablativi di sostantivi verbali della quarta declinazione
(p. es. admonitus, us, arbUrat1is, us, concessus, us, iussus, 1 us, in
iussus, us, permiesus, us, ecc.) non ammettono altro attributo che il
possessivo e l'aggettivo alienus (p. es., meo [tuo, suo, alieno] arbitratu
<<a mio [tuo, suo, altrui] arbitrio ») ; invece possono essere determinati
senza limitazioni da un genitivo di specificazione (p. es. iussu consulis
« per ordine del console » ; eius adrnonitu <( per consiglio di lui » ;
omnium, concessu. « per unanime ammissione », ecc.).
6. I participi sostantivati indicanti cose implicano sempre l'idea
dell'azione compiuta : si distinguerà perciò [acta «i fatti» ( = 'i fatti
compiuti .nel passato ') da ea quae /font «i fatti » (= 'i fatti che avven-
gono '); ugualmente : dieta da ea quae dicuntur; res qestae da ea quae
qerurdu» ; cogitata da ea quae cogitarnus, ecc.
2. In luogo del sostantivo in tio (o in -io) seguito da com-
plemento di specificazione, in latino si preferisce usare un'espres-
sione participiale, specie nelle determinazioni temporali :
« dopo il ritrovamento (inventio) dell'ulivo s : post inven
tam oleasn ; 2
1
Sul modo di tradurre 11 nostro a.ggettlvo s bello •, quando non si Intenda bel-
lezzn. fisica, ctr. Il § 62, i.
• In greco, invece, come in italiano: f'E'tà i:Tiv tiiQtcnv i:ijc;; H.a.Ca.;•.
26 II. - SOSTANTIVI m 9-llJ
· Si distingua perciò :
amator « donnaiuolo )) ; amans e ìnnamorato )) (cfr• oro.,
I
Tusc., IV, 12, 27: aliud est amatoreni esse, aliud amantem) ;
NOTA. - Per dire « innamorato » si ricorre di solito a un'espres-
sione col verbo amare: «era innamorato di Caia »: Gaiam amabat; «era
perdutamente innamorato di Caia »: Gaiam perdite amabat (anche:
Gaia·m deperibat ; Gaiae amore flagrabat, ecc. ).
Si può invece usare amator nel senso del nostro <<amatore» (p. es.
di opere d'arte).
1 Non : celerit<J8 tnaenii (che è •la prontezza. •, •l'alacrità del pensiero : ere.,
Brut., 14, 53). suggerito a torto dal GANDINO (Stile latino, 1, n, 10, p. 3) e t.rapas-
sato in alcuni dizionari.
28 II.· - SOSTANTIVI [§ 12]
veritatem diligas :
e) usando l'avverbio invece dell'aggettivo :
« quello è un uomo sul serio >> : vere ille i ir est ; 1
3. L'uso del genitiv~ oggettiv.o coi ver ~i che non reggono l'accusa-
tivo è regolare anche coi pronomi personali (inv·idia mei; «rr. mihi in
videtur); non può dar luogo, come gli altri oggettivi, ad aru l.i ruit.à
per la ragione che, siccome in latino ai pronomi personali al gecitiv~
sòggettivo è costantemente sostituito l'aggettivo possessivo (p. 'es.
meus amor «il mio amore» [so g f etti v o] ; amor mei «L'amore
per me » [o g g e t t i v o]), .invidia tua non può significare ché « la tua
invidia» ( = 'l'invidia che tu provi '), ed inoidio mei «l'invidia verso
di me ( = l'invidia di cui sono oggetto da parte di altr i) »,
1
Abusus col senso dt • abuso • nella buona prosa è rarissimo ; abusi.o (avv. abu·
s1.ve) è espressione tecnica che ricorre nei trattati di retorica.: •uso di una- parola. in
senso non proprio • (gr, xa"ta;ce110Lç).
40 II. - SOSTANTIVI [§§ 19·20]
mèmor :
«impermeabilità n: impenetra.bilis natura;
« istinto » : 2 naturalis sensus (impetus) ;
<e afa»: caelum. oraseum ,
« novilunio » : nova luna; « plenilunio s : luna plena;
< ossessione >> : 3 aoucius animus ;
1
seg.).
NOTE. - I. Il genitivo che in questo elenco accorroagna il sostan-
tivo, non è sempre necessario. Per esempio oltre che ignorantia rerum,
cognitio rerurn, in latino si può dire ri.. gualmente bene ignorantia, cognitio ;
quando la determinazione al genitivo manca, il sostantivo ha senso più
generico.
1
Lnçraiiiudo è parola di tardo latino.
' Lnstincius è •ispirazione•: normalmente viene usato eolo nell'ablativo sìngo-
Jare : dù;ino instinctu •per ispirazione divina • ; raro negli altri 'casi.
• Obscssio è • assedio •.
• Humaniias significa: 1) e cor tesia • ; 2) •civiltà • (cuUus cdçue humanitas).
• La nostra parola «attenztone • di solito è resa in latino con parola diversa da
un sostantivo : dili7entissime ; adtenfissime •con grande attenzione • ; sermones 't"ll.lgi
neoleoere •non fare attenzione alle chiacchiere •; auditores aiiienios tacere •destar
l'attenzione degli l'!tndentl •; ca'l:e I •attenzione I•, ecc.
n Carmcitas nella buona prosa ha senso materiale : •capacità dl contenere •, detto
<li qualsiasi recipiente: nel senso giuridico equivale alla parola italiana ; in senso ìntel-
let tuale è usato solo da tardi scrittori.
' E:ralfafio è • elevazione •.
• Per la differenza tra il singolare e il plurale cìr. § 18, 2, b.
' Provid.enfia, senz'altro, nel latino classico è •previdenza•.
[§§ 20-21] CAP. IV. - DIVERSITÀ NELL'USO DEL SOSTANTIVO 4]
Volendo rendere con una forma at.tr ibut iva «nell'ignoranza», si dirà
ignarus rerum (cfr. Cro., pro Mare., 7, 22).
2. La nostra espressione · allunanirnit.à » in latino si traduce in
vario modo:
a) se è detto di deliberazione : cornm.uni sententia;
b) se della sentenza dei giudici omnibu» sententiis 1 ( absolvere,
condemmaaes ;
e) se della votazione popolare : omnibus suffragiis ;
d) se di ciò che la voce pubblica afferma: uno ore (p. es. : omnes
uno ore consentiunt).
3. Un vocabolo astratto riferito a una collettività normalmente
viene determinato mediante un genitivo : ·
« mi rendo ben conto degli umori » : qui sint civium animi haud
equUlem ignoro;
«il pensiero di quell'età»: eius aetatis hominum cogitationes;
«cambiano le abitudini 11 : hominu·m mores 1rvutantur ;
« la vita è difficile, dura, piena di affanni 11 : difficilis est hominum
vita, et dura et aerummosa..
4. La determinazione di cui si è detto nella nota precedente, può
esser ottenuta anche in forma diversa da un complemento di speci-
ficazione mediante una totale trasformazione della frase:
«la paura si diffuse»: timor omnium. anim~os invasit;
({ incontra scarsa approvazione » : paucis probatur ;
« per tali cose vi è grande noncuranza»: nemo talia cura; (opp. quis
talia curatf : cfr. ~ 320).
§ 21. Traduzione latina di parole greche. 1. Il modo indi-
cato nel paragrafo precedente si presenta spesso come il più oppor-
tuno per rendere le parole che in italiano derivano dal greco :
« allegoria » : immutata oraiio ;
« arìstocr azta e : optimatium dominaius ;
<<astronomia»: siderum studia2 (anche astra; cfr. § 181 21 d) ;
«autobiografia» : sui ipsius vitae enarratio;
(e autopsia, » : apertio corporis (CELSO) ;
1
Debilis (e debilitas) dt solito ha in ìatìno un senso più grave del nostro «debote .
(s debolezza a) : a •debole• corrisponde injirmus, imbeCillus; debilis normalmente
significa •paralitico •, •stronco •, •sciancato •: raro è il senso d1 •debole•; ctr. § 328.
[§ 21] CAP. T\7. - DIVERSITÀ NELL'USO DEI SOSTANTIVI 43
<< la n o b i l t à >> :
est penes delectos, tum. illa civitas optirriatium arbitrio regi dicit1ir
<< quando il potere è in mano di uomini scelti, si- dice che quello
[am., VI, 6, 3) ;
<e sconvolgimenti politici n: rerum publicarum eversiones
(Cio., de sen., 12, 40) ;
« eapertc nella pclitica a : in re p ublico. exercitatus ; « non
esperto di politica » : rudis in re publica (Cm., pro Morc., 7, 22) ;
2) nel senso più determinato delle fuetti ve politiche seguite
dall'uomo o dalla classe che è al potere. Per rendere questo se-
condo senso si userà una perifrasi nella quale siano menzionati
i capi della politica:
«L'inconsiderata politica ateniese » : temeritas eorwm qui
Atheniensibus (o rei publicae Atheniensiwm) praeerant (opp. qui
Atheniensium. rem publicam gerebant [opp. tractabant]) ;
<1 la politica di Pericle consisteva nel... >> : eam rationem
' Cuiu« = cuiue !}enens, riferito a servitia. accentua li senso di questa parora
usata a indicare una particolare categor ìa di persone.
[§§ .24-25] CAP. rv. - DIVERSITÀ NELL'USO .DEL SOSTANTIVO 53
acerbiiae ,
<< con grande promessa di premi >> : maqnie praemiis pol-
'icitationibusque ;
« pudor nat.urale s : natura pudorque ;
<1 le regole dell'arte » : ars et praecepta ;
« al ricordo dei posteri a : ad memoriam posteritatemque ;
58 II. - SOSTANTIVI . [§§ 27-28]
avvenimento:
« di questo avvenimento si hanno scarse notizie e : pauc«
de hac re tradita sunt ;
« tutt i furono colpit.i -da questo avvenimento » : id 01n-
niùm animos coniurbuci; ;
circostanza:
<< tale circostanza gli fu di grande utilità >> : id ei maeime
pr9fuit;
« comunque le circostanze lo richiedano >> : quocumque
res postulai modo.
NOTA. - Se non si vuole o non si può adoperare l'espressione ge-
nerica si dirà causa. o temqnss : incidunt saepe causae (tempora) «capitano
spesso delle circostanze» ; tempora ipsa «le stesse circostanze».
credenza:
C1c., Tuse., 1, 15, 32 : vetera iam ista et religione omnium
conseoraia « codeste sono credenze ormai antiche, consacrate
dall'universale sentimento religioso >>;
esempio:
<< qual più mirabile esempio si può leggere ... ' >> : quid mira
bilius legi potesti
mezzo:
CIC., de off ., II, 24, 87: res .... familiaris quaeri debet
i i s
r e b u e a quibus obesi turpitudo, conservari auiem di.ligentia et
parsimonia << il patrimonio bisogna acquistarselo con q u e i
mezzi che non abbiano nulla di spregevole, e conservarlo con
la diligenza e la parsimonia >> ;
risultato:
<< ottenne questo risultato >> : id adeptus est ;
e abbiamo ottenuto un ben magro risultato s : tantulum
adepti sumus !
· « i grandi risultati che aveva raggiunto in breve tempo s :
quae brevi tenipore magna consecutus erat ;
sentimento:
« la filosofia ispira sentimenti che fanno esser migliori
gli uornini » : philosophia ea suadet quae homines meliores reddant;
s i t u a z i o. n e :
C1c., pro Sest., 39, 84: nondum r e e i p s a ad eiusmodi
praesidia viros bonos compellebat « Ia situazione non era ancora
tale da spingere g1i uomini dabbene a prendere tali precauzioni »,
NOTE. - 1. Se il sostantivo italiano che si traduce con un pro-
nome neutro è accompagnato da un aggettivo, quest'aggettivo in la-
62 ti. - SOSTANTIV1 [§ 31[
§ 33. Sostantivi italiani col cerbo «essere >> resi in latino me
diante un verbo specifico. 1. La trasformazione a cui abbiamo
accennato nel paragrafo precedente avviene in particolar modo
quando si traducano in latino' espressioni nelle quali l'italiano
usa il verbo e essere e :
« che differenza c'è~ >>: quid differt f
<< anche per gli stolti il tempo è medicina >> : dies etultis
quo que rnederi solet ;
« questa è ope+a divina >> : id deoruni numine fit ;
« Dìo è l'origine di tutto» : omnia a Deo proficiscuntur ;
e essere oggetto di sconce beffe s : turpiter irrideri ;
<< Romolo fu il primo re di Roma » : Rornulus primus Romee
regnavit ;1
« essere schiavo delle passioni >> : cupiditatibus servire ;
e essere in grande miseria » : paupertate (inopia) opprimi.
2. La stessa trasformazione si può avere con gli aggettivi:
e esser perplesso » : haerere ;
<< esser pieno di presunzione >> : nihil sibi non adsumere ;
e non essere inferiore (secondo) ad alcuno in eloquenza e :
nemini eloqueniia cedere .
. § 34. Sostantivi italiani col verbo <<avere » resi in latino con un
verbo specifico. Esempi:
« questo insegnamento ha. larghissima applicazione » : haec
praecepta latissime patent ; ·
e aveva la massima cura di raccogliere i più insignificanti
indizi >> : eumme elaborobat ui vel minima sectaretur ;
« aver grande deferenza verso uno » : plurirnum alicui
tribuere ;
« avere una grandissima opinione d'uno s : optime ecisti
mare de aliquo ;
« di lui non ho molte notizie >> : non multa de eo accepi ;
« non aver paur a » : nihil timere ;
s i Romani avevano una grandissima potenza per terra e
per mare » : Romami terra marique pl·urimum poterant ;
« ha l'idea di... >>: id molitur ut ... ;
« aver buona (cattiva) reputazione»: bene (male) audire;
1 Reçem esse normalmente significa <essere un ttranno »,
(§§ 34-35] CAP. V. - SOSTANTlVI RESI IN LATINO CON UN VERBO 65
§ 35. Sostantivi italiani col verbo << dare >> resi in latino me
diante un verbo specifico. Esempi :
e darnmi ascolto e : audi;
<< dar la propria approvazione >> : eomprobare ;
« dare un bacio >> : osculari ;
<< dar lezione >> : docere: instituere; << prendere a dar lezioni » :
se dare ad docendum. ;
<< dar modo a tutti di salvarsi » : efficere ut omnes se servent
(incolumes evadant) ;
dare splendore di forma a un argomento rii nessuna im-
<e
CIC., de nat. deor., II, 19, 50: multa a luna manant et fluunt
s molti sono gl'influssi della luna s ;
Orc., de fin., I, 12, 40: constituamus aliquem magnis, multis,
perpeiuis fruentern et animo et corpore voluptatibus e Iacciamo il
caso di uno il quale goda di grandi, molti e ininterrotti piaceri
dello spirito e fisici >> ;
Ore., Tus.c., I, 12, 28: ne plures pereèquar <<per non farne
una lunga enumerazione >> ;
Crc., ad Att., XV, 14, 4: quae quidem vereor ne miniata
cerula tua pluribus locis notandae sint e temo che tu ci debba
fare molti segni con la matita rossa >> ;
QuTNT., XII, 11, 8: quantum medioeritaie valu.i e secondo
le mie limitate possibilità >> ; « per quel poco che era in mio
potere»;
CIC., de nat. deor., I, 3, 7: omnia philosophiae praecepta
referuntur ad vitam « tutti gl'insegnamenti filosofici banno uno
scopo pratico >> ;
Cro., pro Sull., 20, 57: si in Hispania turbatum esset «se nella
Spagna vi fossero stati dei torbidi >> ;
Cro., ad Qu. fr., III, 6, 7: tu quicquasn. ab alio m1tiuarisf
e ricorrere a un prestito, tu~ >>;
Ore., Tusc., IV, 23, 52: et insani et ebrii multa [aciun; saepe
vehementiu« << i ·pazzi e gli ubriachi commettono spesso dei grandi
eccessi » :
Crc., de fin., II, 9, 27 : an potest cupiditas finirif <<si può
forse porre un limite al desiderio I >> ; •
b) p art i ci pi o :
« col rinnovamento delle lettere » (in senso temporale):
liiteris renatis ;
<< per effetto dello spopolamento >> : propter multitudinern
demisiuiam. ;
« dopo la perdita della Iibert » : post libertaiera amiseaan ;
à
Ore., de nat. deor., II, 40, 102 : sol .... oriens et occidens
diem. noctemque coniicit « Ia levata e il tramonto del sole fanno
il giorno e la notte >> ;
Ore., de olf ., I, 17, 56 : ex beneficiis ultro et citro da,tis
acceptis << con lo scambio dei benefici >> ; .
Ore., pro Font., 8, 18 : ex litteris nostris .... et miesie et
acllatis e dal nostro scambio di corrispondenza s ;
e) supino:
Ore., de otf., I, 45, 159 : ea Posidonius collegit permulta,
sed ita taetra quaedam, ita obscena, ut dictu quoque videa·ntur tur
pia << Posidonio ha raccolto molti esempi di tali azioni (ea... per
multa = earum. rerum permulta exempla ; cfr. § 31, 3 e 4), e così
ripugnanti alcuni, così vergognosi, che la stessa esposizione è
da ritenersi turpe >>.
§ 39. Vari usi del verbo mediante l'introduzione di una pro
posizione subordinata. La sostituzione di un sostantivo . ita-
liano con un verbo latino si ottiene anche mediante ima propo-
;izione subordinata. La subordinazione può avvenire in vari
nodi, dei quali i più usati sono i seguenti :
a) uso dell'interrogativa indiretta (§ 40) ;
b) uso della proposizione infinitiva (§ 41) ;
e) uso della proposizione relativa ( § 42) ;
d) uso di una proposizione con quisquis, quicquid, ecc.
±3);
e) uso di una proposizione condizionale (§ 44) ; .
f) uso di una proposizione introdotta da quod dichiarativo
-15).
NoTA. - Nel tradurre in italiano i passi latini che porteremo
o me esempi, abbiamo cercato di render sempre col sostantivo l'espres-
ione corrispondente al verbo latino, anche quando in italiano si po-
rebbe adoperare il verbo. Dato lo scopo di questo volume, che è I'av-
:iamento al tradurre o al comporre latino, deve intendersi che il testo
lassico è al servizio della traduzione e non, come normalmente deve
. ssere, viceversa.
1
Il numero delle pagine rimanda a Prose minori, lettere inedite e sparse, pensier
sentenze, con note di Alfonso Bertoldì, 2• edìz., Firenze, 1923.
z • affoltato • = esposto alla meglio.
74 II. - SOSTANTIVI [§§ 41-43]
NOTA. - Coi sostantivi che significano ' prova ', ' indizio ', ' mo-
tivo', 'argomento', ecc. nel verbo della relativa si può ripetere il
concetto che è già implicito nel sostantivo :
« argomenti dell'esistenza di Dio»: argiimenta quibu« Deum. esse
(o cur Deus sit) efficitur ( cfr. : hinc efficitur Deum esse <1 questi argo·
menti provano l'esistenza di Dio ii);
«indizi dell'avvicinarsi del nemico >>: indicia quibus hostes adven
tare susvicari licebca (cfr. inde S'l.(,Spicari Iicei: «questo è un indizio,
che... ii);
« segni evidenti del suo frequente aggirarsi in quel luogo » : vestigia
quib u» illU1n iis ipsis locis saepius versari facile adparebat ( cfr. inde adpa
ret : «questo è un segno, che... »],
« risataccia » : cachinnatio;
<< coserelle » : nugae; ineptiae;
« monelluccio »: pusio;
NOTA. - Verna quando è usato in senso proprio non ba senso
dispregiativo, e indica lo schiavo nato in casa : ma può avere per
estensione il senso su indicato (cfr, MARZIALE, I, 41, v. 2).
b) ricorrendo a un verbo (accompagnato, se occorre da
un avverbio) :
« dire una parolina all'orecchìo e : garrire in aurem;
« Iare il bravaccio » : gloriosius (iactantius) se qerere ;
' Hist. Aug., Hadr., 23: (Ha1Jrianus) .... et moriens ([Uidem hos versus teeise«
di.citur (cfr. anche v. 3: pallidula, riçida. nudula). Sono versi, anche per Ia Iorma,
singolarissimi.
• Gli Umanisti usaronocymbula per tradurre ' gondola ••
[§ 49] CAP. VI. - TRADFZIONE DI PAROLE ITAJ,IANE ALTERATE 79
' Per la differenza tra Atricus e A.Jricanus vedi il § 64. Ajer negli scrittori plù
antichi è usato in un senso ristretto che esclude i Cartaginesi e gli Egiziani.
• Spesso l'aggettivo •ateniese •è reso col gen. pl. Àthenien.sium. Rara è la sostan-
t,i vazione Aitio», a meno che non si a.Iluda al primi abitatori dell'Attica.
• Raro è l'uso dell'aggettivo duplus.
• In tal caso, però, dubium è aggettivo sostantivato ; cfr. § 6, 2, b, nota.
• Il latino non distingue tra •freddo • e •fresco •: fri(J'U.s amabile (ORAZIO, Od.,
III, 13, v. 10) significa •deliziosa trescura . ; com'è indicato nel testo, l'aggettivo
•fresco • è piuttosto çetuius che friuidus ; quindi uelidus ha due sensi : 1) gelido ; 2) fre-
sco: çelidisiuberrimus undis (OVIDIO, Tristia. IV, 10, v, 3): •ricco di fresche acque ».
• Rara la sostantivazione dell'aggettivo Iibertinus ; meno rara al femminile.
' L'uso aggettivale di 1n.a.s è poetico; la sostantivazione di masculu.srara e tarda.
[§§ 50-52] CAP. J. - SINGOLARITÀ T,ESSICALI 81
1
Ferus, oltre che «besbtale s, significa anche • reroce •, «crudele », e va tenuto
distinto da fcro:c che usualmente significa •fiero•. e Beat.ìale », detto di collettività,
può t r a.Iur si con im:manis.
1 Dubius, se detto di cose, si riferisce tuttavia al dubbio di un uomo : cena rl11.bi11
•cena sontuosa », che mette nell'imbarazzo della scelta (espressione scherzosa: TE-
RENZIO, Phornu., v. 342); spes haud dubia •sicura speranza s ; invece: incerl:i sunt
exi:tus bellorum •dubbio è l'esito delle guerre >. Incertus, riferito a persona, è più raro
di dubius, ma ha buoni esempi (CIC., ad Aii., I, 9, 1 : cum incerlus essem ubi esses).
• Di solito la parola «ettìcacìa • è resa con un verbo (cfr. § 38) : e ebbe grande
efficacia nel... • : multum profuit ad ... Il sostantivo efficacia è poetico e tardo.
' Efficax è in Orazio e nella prosa imperiale.
• In ultimus (propriam. •che sta nel punto più lontano », superi. di ultra), prevale
11 senso locale : terrarum. ultima Thule •Tille, che è situata all'estreinità del mondo • ;
in postremus il senso temporale.
• Impetuosus è di età tarda.
' A perduellia, . come sostantivo indicante persona, corrisponde proditor ; non
penlwelli», che è •il nemico pubblico •.
8
Lacedaemones, è tardo e da evitare; Spartiatae, usato quasi esclusivamente
al plurale, è raro e indica la classe guerriera che dominava in Sparta ; Spartanus è
raro, poetico, e non può essere sostantivato.
' Trattandosi di uno Stato, • confiue • è fines (al plurale, per estensione, fines
siguifica anche il territorio di uno Stato); l'aggettivo è ugualmente finitimus.
[§ 53] CAp. I. - SINGOLARITÀ LESSICALI 83
1 Raro ficticius.
• Questi aggettivi possono essere usati anche riferiti a. cose, compreso lepidu&
e faceius nel senso di • ben fatto s ,
• Raro con riferimento a uomini.
' Tardo e raro du!}iosus riferito a. cose.
1 Tardo e raro exactus di uomini e di cose.
• -71Iendax riferito a cosa, implica. una personiflca.zlone, come nel nostro • podere
bugiardo • : fundus mendax.
1 Fruçi; usato come aggettivo Indeclinabile, è originaria.mente dativo di frux. La
trasformazione di questo dativo In Un aggettivo nell'età di Cicerone non è ancora.
totalmente compiuta. ; Cicerone stesso ha vir bonae fruoi e uomo dabbene •.
86 III. - AGGETTIVI [§§ 55-57]
1
Nel linguaggio plautino immortalis ( 'I'rin; v, 55) riferito a persona significa :
•che non si decide mai a morlre s •
• Strenuus, propriam. •attivo., può essere usato predicativo ( e da bravo s ,
«presto , ). Lruicfessùs (indefatigatus) è raro ; si dirà : lobore invictus, opp. qui nullo
labore defatigari poiest,
• Si hanno esempi di infùlelis riferito a cose, e di infidus riferito a uomini.
' Il latino, se si riferisce a persona, non distingue dunque <serio • da • severo •.
Nota poi che si può usare, riferito a cose, severus (purchè nel senso di 'che si addìce
a uomini seri ') per serius, ma non serius per severus, se detto di uomini.
[§ 57] CAP. I. - SINGOLARITl LESSICALI 87
1
A torto se ne è visto il primo esempio in Plinio (XI. 146): animo autem mdemus,
animo cernimus: oculi cr.u »asa qtiac.rlarn t·isibilem eittS partem accipiunt atçue tra·
mittunt. In quel passo visibilis non significa, la µossibilità di esser vìsto, ma di ve·
dere; in altri termini, ha senso attivo e non passivo.
90 ITI. - AGGETTIYI [§§ 57-58]
o) una relativa:
cc calcolatore»: omnia ad utilitatem suasn reieren» (cfr.
Cro., de orat., II, 51, 207) ;
cc rimedio preservatore»: remedius» quo morbum depel
limus;
à) un genitivo :
<< opera pacificatrice » : pacis opus ;
e) un'espressione in cui il rapporto fra determinante e
determinato è invertito ( cfr. § 24) :
cc musica corruttrice » : cantus corruptela ;
« occhio indagatore » : ·intentio oculorum.
plane esse »euem meus (Crc., de leg., II, 7, 17) ; << anch'egli è ori-
ginale » : hic quoque suus est (CIO., de fin., V, 5, 14) ;
« non originale >> : alienu» ; << nella scienza della natura
Epicuro non è assolutamente originale » : (Epicurus) in physicis
.... totus est alienus (Crc., de iin., I, 6, 17) ;
~ seguente » : hic ; << disse le seguenti parole » : dixit haec ;
[§§ 61-62] CAP. II. - DIVERSITÀ NELL'USO DELL'AGGETTIVO 95
1
Bellissima occasio di Petronio è forma di latino tardo e volgara.
~ Nel linguaggio familiare anche : opiparum.
UI. - AGGETTIVI [§§ 62-63]
di grandezza di numero
tantu« tot (tam multi)
quant us 1 quot (quam multi)
totus (cfr. nota 1) omnes (~niversi;; cuncti)
parvus pauci
magnus multi
minor es pacciore«
maiores plure«
quantulus quam. pauci
tantulu» tam, pauci
·minimus admodum (opp1do) pa uci 1
1
Jnnumerus è poetico.
7. PAOLI - Scriver latin3,
98 III. - AGGETTIVI [§ 64]
e) usando il plurale :
per me chiedo poco » : pauca rnihi quaero ; « gli bastava
<1
1 Polohè in latino superficies nel senso della nostra « superfìcìe •è rarissimo e In·
dica comunemente (sempre nel linguaggio giuridico) la fabbrica elevata su di un'area,
l'uso dell'aggettivo summus è necessario.
104 III. - AGGETTIVI [§§ 69-70]
1
Catone avrebbe pronunciato le parole su rifer.lte, _quando Clcerone difendeva
scherzosa.merrte la causa di 11.Jurena.
[§§ 70-71] CAP. II. - DIVERSITÀ NELL'USO DELL'AGGETTIVO 105
1
•Sedurre • nel senso di •esercitare attrattiva• (fr. charmer) è irahcre : fra'hit
sua qu~m1ue voluptas (VmG., Ecl., ll, v. 65) : trahimur omnes studio laudis (C1c., pro
Arcti., 11. 26).
106 III. - AGGETTIVI [§§ 71-72]
eloquente di t.utt.i e ; -
predi c. ve r b. : eloqueniia omnes superavit (omnibus
praestitit): «superò tutti (si segnalò su tutti) per eloquenza »,
2. Si hanno alcune espressioni nelle quali in latino è prefe-
ribile usare il verbo piuttosto che l'aggettivo. Per esempio :. _
id non Iiquet ciò non è chiaro >> ;
<<
vetustis simus.
3. I/aggettivo curvus non ha in latino nè comparativo nè
superlativo. Si renderà e più curvo », secondo i casi, con maqi«
inileicu«, flexuosior; «facendosi più curvo >> : maiore corporis incU
natione ; « meno curvo >> : le·vius inileeu«, ccc. ·
Forme equivalenti al non usato superlativo di « curvo >>
sono in italiano :'
, a) (di uomini) : «tutto curvo 1>: bumerie incurnu» ; « come
piegato in due s : corpore paene [raeto ;
b) (di cose lineari) : «facendo una strettissima curva s :
artiseime inflexus.
4. Il . comparativo dell'avverbio mature « presto », « solleei-
tamente » è maiurius ; ma se l'avverbio è usato in contrapposi-
sione con serius o con tardius, si preferisce la forma oeius : 4
--CIC., T'usc., IV,' 14, 32 : sic illi in morbuni et incidunt tardius
et recreaniur oeius « così quelli è- più raro che si ammalino e
fanno più presto a guarire >>.
1
Oicerone ha il rarissimo avverbio invitius. Si è elencato . invitus fra gli agget·
tìvi, qual è il vocabolo per la rorma : per il senso corrisponde, di regola, in italiano R
un avverbio.
• Mirior è attestato solo in testi arcaici e poetici.
• Veterior è forma arcaica.
• Forma rara in prosa, ma con esempi.
110 IV. - COMPARATIVI E SUPERLATIVI [§§ 74-75]
Per esempio :
d e m i s s u s « dimesso >>, << abbattuto >> ; superlativo :
derniss·us pronusque ;
demissus atque humilis ;
oratio demissa iaceneque ;
amimus demissus et oppreseu« (Cro., pro Clu., 21, 58) ;
iracio animo et demisso esse (C1c., ad fam.., I, 9, 16) ;
e f f r e n a t u s « sfrenato » ; superlativo :
ista tua cupidita.s e/frenata ac furiosa (OIC., . Oai., I.
10, 25);
solitti effrenatique (Cic., de rep., I, 34, 53) ;
libido ef irenata et indomita (Cro., pro Glit., .6, 15).
2) Molti fra gli aggettivi negativi in tus (sus) mancano di
gradi di comparazione:
inconsultus << imprudente >> ; c o m p. im.prudeniior ;
incognitus « sconosciuto » ; c o m p. obscurior ;
indefessus « indefesso >> ; c o m p. pertinacior ; ,
inconditus « rozzo s ; com p. horridior, ·
§ 7.6. lllodo di rendere il superlativo con aggettivi che hanno
il solo eompartuioo, Di alcuni aggettivi latini è in uso il solo
comparativo ; il superlativo si rende:
a) usando maxime ; per esempio:
memorabilis « memorabile >> : c o m p. memorobilior ;
s u p e r 1. maaiime memorabilis.
Questa è la normale formazione del superlativo con gli agget-
tivi in bilis, i quali (fatta eccezione di tre: amabilis, mo
bilis, nobilis) evitano sia la forma in issimus, sia il superlativo
col prefisso per ;
b) usando il superlativo di un aggettivo sinonimo:
longinquus << lontano >> : e o m p. longinquior ; s u p e r 1.
remotissim·us ;
e) usando due aggettivi di senso affine, come se (vedi esem-
pio precedente) in luogo di remotissimus si dicesse longinquus
ac remotus.
I più comuni tra tali accoppiamenti di aggettivi che sosti-
tuiscono il superlativo mancante sono :
agrestis << rustico » : 1 s u p e r 1. 2 rusticus et agrestis ; durus
et agrestis ; [era agrestisque (vita) (Crc.) ;
1
• Non si esclude che in italiano •più bello del sole » possa essere usato col s,po
preciso valore formale (PETRARCA, 119 : «una donna più bella assai che '1 sole e pì ù
unus excellit ;
~) aggiungendo multo o lonqe :
« di gran lunga il più b¬ Ho>>: lonçe pulcherrimus ;
1) usando il superlativo accompagnato da quam o da vel :
« con le maggiori tappe che può»: quam. maximis potest
itineribits ;
« notare anche i più piccoli difetti >> : »el minima ·viti a
cer_nere;
e ti amo col più grande affetto »: te quaai qui nuucime
diligo;
« al più presto » : quam primum ;
<< Protagora, il più grande sofista di quellet.à s : Pro
taqoras, sophistes illis 'teniporibus 'IJel maeimus ;
ò) usando per il superlativo relativo una parola ag-
gettivale di senso equivalente:
« Omero, il più grande dei poeti s : Homerus poeiarum
f acile princeps.
2. Il superlativo relativo con « meno » si rende col superla-
tivo dell'aggett.ivo di senso contrario (cfr. § 78, b): .
<< neua posizione meno sfavorevole >~ : quam aequissimo loco
con tale espressione riguarda solo due cose, due persone, o due
gruppi, si usa in latino il comparativo anche se in italiano vi e\
l'articolo. Per esempio :
manus dextera [ortior est e la mano destra è la più forte>>;
invece:
polle» digitorum f ortissimu« est << il pollice è i] dito più
Iorte ».
Ugualmente « il maggiore >> di tre o più fratelli è nuucimu«
natu, di due maior natu.
2. Quando si parla di una pluralità, bisogna distinguere se,
usando l'espressione e i migliori », < i peggìori », « i più giovani »,
1
CIC., pro Caeo., 11, 32 : cum. hoc constet, ego, homo im
peritus iuris, ignarus negotiorum ac litium, hanc puto me haberc
actione1n, ·ut per interdict·um meum ius teneam atque iniurium. tuan,
persequar « ciò risultando, io, uomo inesperto di diritto e uon
pratico di (certi) affari e di processi, ritengo di avere azion..
per far valere il mio diritto in base all'interdetto e per respin-
gere il torto che mi Iai ».
2. Il pronome di prima persona singolare può in latino essere
usato al plurale in due diversi éasi particolari :
a) per enfasi o per boria (pluralis, maiestatis) :
CIC., Cat., II, 1, 1 : CatiUnarn .... »el eiecimu.~ cel emisimuN
e Oatilina lo abbiamo o cacciato o costretto ad andarsene a ;
ORAZIO, Sat., I, 9, v. 7: 'Noris nos' inquit, 'docti sumue '
« ' tu mi dovresti conoscere ' ; dice, ' un letterato sono ' >> ;
b) con tono di modestia o di Iamìliarit à (pluralis modestiae) :
Crn., ad fam., XIV, fJ, 1 : nec saepe est cui litteras demus,
nec reni habemus ullan: quam. scribere ceiimu» « mi càpita di rado
uno a cui consegnare una lettera, e non vi è niente che mi prema
di scrivere »,
Dal contesto si ricaverà facilmente se si tratti dell'un caso
o dell'altro.
3. Il pronome personale può anche essere ripetuto ; cfr. §§
319, 2, 1 ; 324, 1, a.
4. Quando due membri di un periodo si corrispondono for-
malmente, il pronome personale può essere espresso in quello
dei due membri in cui è sottintèso il predicato (quest'uso è
estraneo all'italiano) : ·
Ctc., de div., II, 72, 149: sive tu oatem. s·ive tu omen onulierie
e sia che tu abbia udito un indovino o una voce di augurio s ,
cfr .. CIC., de fato, 12, 28 (riportato al § 192, 7, b, oc) ; ·
ORAZIO, Od., I, 9, vv. 15-16: neo dulces amores speme puer
neque tu ohorèa« e non disprezzare, tu che sei giovane, gli amori
e le danze >>.
1 Anche in greco normalmente Toù-ro si riferisce a ciò che precede, i:obe a ciò che
segue; ma si usa sempre "t60e quando si voglia dar rilievo al pronome.
[§ U4] CAP. III. - PRONOMI DIMOSTRATIVI
Ia7
Cto., pro Sest., 68, 140 hanc taniam rempublicam «il nostro
(hanc) grande Stato ». '
Quindi una espressione come «la varietà di questi casi», andrà
tradotta hi tani varii casu» ; ugualmente : « la scarsità di questi
rnezzi s : hae tantulae opes ; « I'enormità di questo fatto » : hoc
tantum f acinu«.
NOTA. - Nello stesso modo ci si regolerà coi pronomi relativi e inter-
rogativi (cfr. § llO, 4): «per tali grandi meriti»: qu,ibus pro tantis meritis;
1
Cosl anche in greco, dove, in locuzioni simili, è usato l'articolo con valore
di pronome:
DEM., de cor., § 243: et -cò xa.t -cò b:ot11aev «se avesse fatto questo e quest'altro •.
Lrsra, de eaede Erath., § 23 : àqnxvoiiµ,a.L etç -còv xa.L -cov «mì reco da questo è
da quest'altro »,
138 y. - PRONOMI [§§ 94-95]
C1c., Phil., IX, 15, 38: quod eorum. tantum fastidium est, quae tanta
adrogantia? «che è questo loro grancle disprezzo, questa grande arro-
ganza t ».
facia,m;
« parlò con tali parole, che mosse tutti a ccmpassione a :
iis oerbi« locutus est, '1.tt omnium miserationem moverit.
~OTE. - dare a e tale » il particolar senso di cc di tal
I. Volendo
fatta », è preferibile l 'uso
di huiusmodi, eiusmodi.
2. Quando cc tale» si usa in italiano per richiamarsi a un prece-
dente aggettivo, in latino si omette (vedi § 101, 4).
7. Il neutro id può richiamarsi, indipendentemente dalle
regole di concordanza, a un'idea che si ricava~·dalla~·proposi-
zione precedente :
Crc., Tusc., I, 2, 4: in Graecia musici floruerum; àiscebantque
id omnee « ìn Grecia la musica era in grande onore; tutti si ap-
plicavano a tale studio »,
I
§ 99. Uso di isque (et is) col valore di « anai », « per gìunta »,
ecc. -1. Si usa isque (et is) per precisare, ampliare, intensificare
il concetto espresso da un precedente sostantivo :
« ho conosciutò in Apollonio un uomo ·dotto e dedito ai
migliori studi, e questo, per giunta, sino da Ianeìullo a : Apollo
niura doctum. hominem. cognovi et studiis optimis deditum, ulque
a puero ;
<< con una legione sola e per giunta malsicura >> : cura una
b) con praeterea :
e in molti altri passì » : m'ultis praeterea loois. ·
NOTA. - In tali espressioni alius può accompagnare plura e prae
terea (p. es. plura alia; alia praeterea}, ma non sostituirsi, con lo stesso
senso, a queste parole. Si distingua perciò:
1) pluia dixissem ; plura olia dizissem ; alia praeterea dixissem
« avrei detto di più » ;
2) alia dixissem «avrei· parlato diversamente»;
3) eetera di;cissem (cfr. § sg.): « avrei detto anche il resto».
1
Invece in greco: xa.t i:èilln (i:à loL:it<i).
[§§ lOo-107) CAP. IV. - PRONOME RELATIVO E INTERROGATIVO lf)!}
te indignum [eceris ;
e non diceva nulla che fosse credibile (a cui si potesse
credere) » : nihil verisimile dicebat ;
« accadono molte cose, che n~n si sarebbero aspettate » :
multa improoiea eveniunt ;
<< non vi troverai una parola, che sia di più >> : »erbwm
nullitm supervacaneum inceniee ,
b) quando, essendovi nella reggente un predicato nomi-
nale, la relativa ne determina il soggetto o tl predicato :
« Talete fu il primo che misurò l'altezza delle piramidi s :
mensurcm. pyrarnidum Thales primus deprehendi: ;
« questa è una virtù, che pochi possìedono s : hanc mr-
tutem pauei habuerun: ;
<< questa è la sola cosa di cui ti prego » : id unum te rogo ;
esse superatum (dicendo cui quia iure inimicus fui, si renderebbe ne-
cessario l'uso di eum come soggetto di superatum esse) : «ma questo
neanche Publio Clodio osò mai dirlo ; e siccome con ragione gli fui ne-
mico, mi duole che ormai tu lo abbia superato in tutti i suoi eccessi».
(anche: ut si velis) ;
Oro., de sen., 6, 17: eimilee sunt, ut si qui •.• dicant «fanno
come chi dicesse ».
NOTA. - Come appare dagli esempi allegati, nella traduzione di
cc come chi » al valore comparativo dell'espressione si dà risalto facendo
precedere sic (similiter), similem esse, ecc. (cfr. § 313, 6).
4. Quando col relativo « ohi » ( = e colui il quale ») si consi-
dera un'ipotesi astratta, il latino adopera spesso la protasi della
possibilità :
(§§ 108-109] CAP. IV. - PRONOME RELATIVO E INTERROGATIVO 163
<( chi vuol saper questo >> : id si quis scire velit ( opp. cupiat) ;
« che risponderai a chi te lo domanda? » : si quis te inier
roqet, quid respondeas? ( opp. : si quis te interrogaverit, quid
respondebis ?) ;
« chi dicesse questo, direbbe una grande sciocchezza » :
quod si quis dicere velit, perabsurdum sit ;
e chi ci rifletta meglio sopra s : si quis rem diligentius (opp.
adtentius) consideret (opp. cogitet).
5. L'italiano « chiunque » corrisponde ai pronomi :
a) quisquis, quicquid·;
quicumque, quaecumque, q1wdcwmque;
b) q1iivis, quaeoie, quidvis (sost.), quodvis (agg.) ;
quilibet, quaelibet, quidlibet ( so.st.), quodlibet ( agg.).
Fra i primi due (quisquis, quicumque) e gli altri due (qui1,is,
quilibet) vi è in latino una notevole differenza di significato e
di uso :
a) . quando « ohiunque » ha in italiano il valore impli-
cito di una relativa, in latino vi corrispondono i pronomi quis
quis, quicumque (non mai quivis, quiVibet). Per esempio: « chiun-
que dice questo, sbaglia ( = tutti coloro c h e dicono questo,
sbagliano) >>: quisquis (quicumque) id dicit, errat;
b) se invece in << chiunque >> non si ha il valore implicito
di una relativa, si traduce con quivis, quill,bet. Per esempio:
« questo te lo può dir chiunque ( = tutti te lo potranno dire) » :
id quioi« tibi dicat.
NOTE. - L Non è ammesso mai l'uso di quivis, quilibet in luogo
di quisquis, quicumque ; invece in alcune espressioni è ammessa la sosti-
tuzione di quicumque a quivis, quilibet. Per esempio : quacumque de
re in luogo di quavis de re ; quooumque modo in luogo di quovis
modo; quaeumque ratione in luogo di quavis ratione. Si eviti tale sosti-
tuzione con parole che non siano res, modus, ratio, perJquanto!se ne
abbiano esempi nel latino dell'età imperiale.
2. La relativa, che è sempre implicita in quisquis (quicquid) e qui
cumque (quaecumque, quodcumque), può essere espressa, per dare al
discorso un tono più solenne o enfatico ; in particolare, se i verbi della
relativa sono più d'uno :
CIC., Tusc., I, 27, 66: quicquid est illud quod sentit, quodJ.sapit,
quod vivit, quod viget ... aeternum sit necesse est (tradotto al § 319, 2, e);
secondo l'uso più semplice e normale si direbbe: quicquid sentit, sapit,
vivit, viget, aeternum sit necesse est.
Crc., 'I'uso., I, 39, 94: apud Hyp(llf/,im fluvium, qui ... in Pontum
influi t, Aristoteles ait beetiolas quasdam nasci, quae unum dien» 1.Ji
vdnt «Artstotele afferma che presso il .fiume Ipanì (= Bug), il quale
sfocia nel Ponto, nascono delle bestioline che vivono un giorno solo »;
e) che costituiscono un inciso che ha semplice valore determi-
nante rispetto a una singola parola; p. es: aiunt mare, quod Ca
spium vocatur, saeoie prooeliie exagitari «dicono che il mar Caspio è
un mare tempestoso »,
Esempi di relative a v v e r b i a 1 i :
e ringraziavano il proconsole che li aveva ( = perchè li
aveva) aiutati con tanta Iìberalìt.à » (senso causa 1 e) : gra
tias proconsul» agebant, qui tam liberaliter sibi subveni.1Jset ;
NOTA. - In una proposizione come la precedente, volendo dare
alla relativa un semplice valore attributivo ( = a quel liberalissimo
proconsole), si dirà : qui tam liberaliter illis subvenerat.
« mandò alcuni ad annunziare ( = che annunziassero)
la disfatta » (senso f i n a 1 e) : misit qui cladem nuntiarent ;
<< per qual ragione tu odi i tiranni siciliani, che pure non
hai mai veduto I » (senso e once s si v o): quid est cur tyrannos
Siculos, quos numquam videris, oderis?
- << quale Stato è cosi forte che gli odi e le discordie non
<< f1a quel che fanno tutti >> : f a,oit quod omnes ;
Ore., de orat., III, 37, 151: in quo... hoc quasi solum quod
dam atque f undamentum est, verborum usus et copia bonorum : e in
ciò ( = nel parlar con proprietà) la base, per dir così, e il fonda-
mento consiste nel largo uso di parole appropriato ») ;
B) s porre sotto gli oechi » (detto di cose che non esistono
nella realtà sensibile) : ocuiis, paene subicere ;
Cro., de orat., III, 37, 149 : certa quasi »oeabula rerum,
paene una nata cum rebus ipsis « vocaboli precisi, nati, per dir
così, insieme con le stess~ cose »,
3. Quidam ha valore rafforzativo con gli aggettivi che deno-
tano l'alto grado di una qualità (.mmmus, ingens, singularis,
etcimius. incredibilis~ admirabili», eec.) e coi superlativi :
« di un'audacia addirittura straordinarìa s : singulari qua
dam audacia ;
<< un ingegno veramente incredibile >> : incredibilis quaedam
magni.tudo ingenii ;
CIO., de arnie., 9, 29: admirabilis quaedam exardescit bene
volentiae magnitudo << nasce un affetto addirittura straordinario »,
NOTE. - I. Quidam quando ha valore rafforzativo : ,
a) di regola si pospone;
b) può essere sostituito, con una leggera differenza di tono, da
neseio qui (cfr. § l l I, 2): Crc., pro Caelio, 15, 35: mente nescio qua e/fre
nata atque praecipiti «per non so quale disastrosa follia».
2. Quidam è unito anche a certus, nel qual caso certus quidam si-
gnifica « determinato » : certis quibusdam oerbis « usando alcune precise
parole (certe determinate formule) ».
in proposizioni in proposizioni
affermative negative
con valore aliqui«, q·uid quisquam
di sostantivo quicquam
con valore
aliqui, qua, quod ullus, a, -um:
di aggettivo
[ § 114] CAP. V.; - USO DEL' PRONOME INDEFINITO 171
Esempi:
« dirà qualcuno >> : dixerit aliquis ;
« e non c'era aleuno s : neo quisquam aderat;
<< vi notai qualche difetto >> : aliquod vitium notavi ;
« e non vi era più alcun, mezzo >> : nec iam ratio ulla su
pererat ;
« meglio di chiunque altro » : melius quam quisquam alius ;
e se qualcuno lo volesse » (escludendo che qualcuno lo
voglia) : id si, quisquam velit.
NOTE. - I. La forma che questo pronome ha nelle frasi negative,
si riscontra anche nelle proposizioni condizionali e comparative con
senso negativo.
2. In luogo di noti.., quisquam si usa nemo ; in luogo di non ...
quicquam si usa nihil ; in luogo di non... ullus· si usa nullus ( cfr.
§ 198, 1).
3. Coi sostantivi e con gli aggettivi sostantivati al nominativo
e all'accusativo singolare si adopera di regola nemo, neminem (in luogo
di nullus, nullum): nemo civis «nessun cittadino»; neminem sapientem
« nessun sapiente » ; . ugualmente : ( nemo mortalis « nessun mortale » ;
neminem doctum «nessun dotto » si veda tuttavia § 6, 1, a, nota 1).
4. Il nostro « un qualche », <e una qualche », « un qualsivoglia » e si·
mili si traducono con . aliquis anche nelle proposizioni negative : nec
ratio aliqua inveniri poterat <<e non si riusciva a trovare un qualche
mezzo».
5. Con sine si usa di regola ullus : sime ulla raiione « a casaccio »
(vedi tuttavia la nota precedente: sine aliqua ratione «senza un qual-
siasi criterio ») ; con non sine si usa aliquis : non sine aliquo · maerore
«non senza (una certa) tristezza» (vedi la nota seguente).
6. Spesso si può usare ugualmente bene (cfr. le note 4 e 5) aliqui e
ullus, ma il senso è diverso:
si in te ulla pietas fuisset « se vi fosse stato in te un sentimento
di pietà»;
si in te aliqua pietas fuisset « se vi fosse stato in te un po' (un
sia pur minimo sentimento) di pietà » ;
sine ullo solacio « senza una consolazione » ; .
sine aliquo solacio «senza una qualsiasi consolazione » (= 'senza
che vi fosse alcunchè che in qualche modo mi [ti, ecc.] consolasse').
7. Si usa aliquis e non ullus se nella proposizione si abbiano due
negazioni la cui combinazione. si risolve in un enunciato positivo (cfr.
§ 201, 3 > 1) : \ .
Crc., de nat. deor., II, 66, 166: nemo vir magnus sine aliquo ad-
flatu divino unquam fuit « nessun uomo grande fu mai senza ispirazione
divina» ( = 'tutti gli uomini grandi sono sempre stati ispirati dalla di-
vinità'). ·
8. L'uso di quisquam o ullus, anche in frasi non formalmente nega-
tive, fa sentire al lettore che chi scrive è per la negativa ; si distingua,
perciò:
172 v. - PRONOMI [§ 'll4]
q·uatur aliquid erroris in verbo << perchè si sappia che cosa si-
gnifichi il verbo carere, e non rimanga una ragione di dubbio
nell'uso di questa parola »,
3. Il neutro aliquid può essere riferito a persona, come in
italiano:
Cre., ad fam., VI, 18, 4 : ego quoque aliquid sum e anohe io
sono qualcosa » (cfr. § 100, 2).
4. Aliqui8 (aliquid), aggettivo, può accompagnarsi con ioli«:
oro., .Phil., XIV, 13~ 34 : atque uiinam.«. ali qua talis iis
adhiberi publiee · posset oratio, qua. deponerent maerorem atque
luctum 1 « così si potessero rivolger loro a nome dello Stato pa-
role tali, per cui potessero deporre la loro tristezza e il loro cor-
doglìo »,
NOTA. - Distingui : aliquid aliud cc qualcosa di diverso » ; nihil
aliud ( nec quicquam aliud) « niente altro » ; aliquid tale cc qualcosa di
simile» (cfr. aliqui [aggett.] talis cc di tal genere»); quiddam aliud «qual-
cos'altro »; aliud quoddam cc uno» (indeterm.); p. es. :
Crc., orat., 71, 237 : tuo (iudicio) stobis, si aliud quoddam est
tuum cc ti atterrai al tuo parere, se ne hai uno »,
~) dopo ut comparativo :
« lodò ciascuno secondo i suoi meriti » : ut quisque me
ruerai, (ita) laudavit.
NOTE. - 1. L'uso di quisque in senso non distributivo ( = quivis)
è rarissimo, e si restringe a espressioni come cuiusque generis, cuiusque
modi. '
2. In italiano, se la reggente e la dipendente hanno lo stesso sog-
getto, « ciascuno >> si pone nella principale, anche se questa è accom-
pagnata da una relativa o da una interrogativa indiretta ; in latino
invece si pone nella relativa o interrogativa indiretta. Così,per esem-
pio, nella proposizione(su riferita (p. prec.) : quam quisque norit artem,
in ea se exerceai,
Ugualmente « ciascuno » ha posizione diversa che in italiano in
proposizioni come ut quisque meruerai, laaulaoit. .
3. L'espressione italiana del tipo «quanto più uno è cattivo,
tanto più è diffidente con gli altri » si rende in latino in tre modi :
a) quo quisque pravior est, eo (opp. hoc) magis eeteris diffidit;
b) ut quisque vir pessimus est, ita maxime ceteris diffidit ;
e) pessimus quisque ceteris maxime diffidit.
1
Letteralmente l'aggettivo greco µ.ovoyevi]ç corrisponde al latino unicus (iiòç
µ.ovoyevf)ç Jilius unicus).
2
Si noti che Cicerone (de pro». consul., 8, 18), dicendo: Ti Gracchustantam
laudem est adepius, çuod tribunus plRbissolus ex toto illo collegioL. Scipioni auxilio
fuit, usando soluse non unus, mette in rilievo la condizione di isolamento in cui Gracco
si venne a trovare.
[§ 117] VI. - NUJ\IERALI 181
relinquitur ;
« questo è l'unico punto sul quale non siamo d'accordo e :
in hoc uno dissentimus ;
b) se il relativo non può essere soppresso, accordando
unus col relativo e inserendolo nella relativa :
« Cicerone, il solo ( oratore) che essi si propongano di
imitare >> : Cicero, quem unum sibi imitandum proponunt ;
«la sapienza, la sola cosa per cui l'uomo eccelle sulle
bestie >> : sapientia, qua una homo f eris praestat.
NOTA. - Questo spostamento di unus entro la relativa non ha
luogo se, con l'effettuarlo, il senso della proposizione verrebbe alte-
rato ; per esempio :
CIC., de imp. O». Pomp., 22, 63 : vos illum unum ex omnibus de
legistis, quem bello praedonum praeponeretis «solo lui sceglieste per
preporlo ( = come il solo che poteva esser preposto) alla guerra contro i
pirati », (Dicendo : quem unum bello praedonum praeponeretis, si sarebbe
avuto questo senso : « per preporre lui solo [ = come unico generale]
alla guerra contro i pirati »).
1
Laetare, nel senso di •prendere il latte "• doveva già appartenere al linguaggio
popolare (onde il nostro «Iattante n), e se ne ha qualche esempio arcaico o tardo.
190 VII. - VERBI [§§ 120-121]
1
Per esempio, il russo ha due prefissi diversi per il senso di movimento in
alto, e per quello di movimento verso l'esterno.
[§§ 121-122)} CAP. II. - VERBI FRASEOLOGICI E Vl<~RBI ACCJ<~SSOnI l 9::J
1
Tali preposizioni in origine erano avverbi.
l~. PAOLI - Scrive: latina.
IB4 vn. - VERBI [§§ 122-12~]
rebu» disputan:t ;
196 vn. - V.ERBI [§§ 124-126]
reprehenderet ;
« non riuscirono a ottenere la pace » : frustra pacem solli
citaverunt ; ·
« potevano essere quaranta giorni » : quadraginta f ere erant
dies,
,
198 vn. - .. VERBI [§ 128]
NOTA. --:-- In fieri solet, il verbo fieri SP.esso si omette: cc come suole
accadere tra amici s : ut inter amfoos solet (cfr. num. 1, a, nota 3, e§ 313, 3).
202 vn. - VEUBI [§ 12fl]
[ « dìfendo s ;
clefendo) e soatengo » (difendendo una determinata opi-
\ nione);
d' t ~<<disputo>>; ~-
iep« 0 ~ « sostengo disputando»; «sostengo l'opinione che ... >>;
1 Sono parole cli Antonio, di cui Cicerone legge una lettera.
2 Cfr. DANTI<:, Par., I, vv. 98-99: _
« ma ora ammiro
com'Io trascenda quest.i corpi lievi "'.
208 VII. - VERBI [§§ 133-134]
\ <<scherzo » ;
iocor ~ <<dico per ischerzo » ;
\ « mi lamento » ;
queror ~ « espongo in tono Iamentoso » ;
~<<temo>>;
timeo
~ << mi domando con paura » ;
e esponeva Iamentosamente ciò che aveva sofferto s : quc
rebatu» quae passus eesei ;
PLAUTO, Anl., v. 1: ne quis miretur qui sim « perchè nes-
suno si domandi con meraviglia che personaggio io sia s ;
CIC., de fin., IV, 22, 61: admirati 81.1/iJ'l/US, quid esset cur nobi«
Stoicos osueierree e ci siamo domandati con meraviglia, per qual
ragione tu anteponessi la dottrina stoica alla nostra >> ;
VIRGILIO, Ecl., I, L 36: mirabar quid maesta deos, .A.ma
rylli, oocares « mi domandavo, con meraviglia, o Amarillide,
perchè tu invocassi gli dèi con un'aria sì triste s ;
Cw., Tusc., -V, 38, 111: cum quidam etiam disputent eeteras
voluptates in ipsis habitare seneibu» << sostener.do per giunta al-
cuni l'opinione che gli altri piaceri risiedono nel senso » ;
Cm.• de fin., III, 21, 71: gravissime et verissime defenditur
numquam aequitatem ab utilitate posse seiungi « si sostiene con
grande autorità, ben a ragione, l'opinione che non è mai pos-
sìbìle separare il giusto dall'ntìlc » ;
oro., ad fam., IX, 14, 4: haec.... iocatus sum e queste cose
le ho dette per ischerzo >> ;
Lrv., XXIV, 22, 14: ...timentem qui finis caedib1ts esset fu
turus « ... perchè si domandava preoccupato dove si sarebbero
fermate le stragi »,
exquiro «
ricerco »; a g g. exquisitu» «r affinatoe;
parti c. inve.'ltigatus, quaesitu» ;
fallo s inganno e ; a g g. falsus « Ialso » (cfr. § 56) ;
p a r t i c. deceptus ;
lavo « Iavo >> ; ·a g g. lautus « splendìdo » ; p a r t i c. lo
tus, ablutus ;
paro spreparo», «procaccio»; . a g g. paratus «preparato»,
« pronto >> ; p a r t i c. partus (da pario) « procacciato >> ;
. perdo << mando in rovina » ; a g g. perditus << disperato >>,
«rovinato >> ; p a r t i c. pessuf!tddtus ;
promo « traggo Iuori a ; a g g. promptus « pronto e ;
parti c. (secondo i vari sensi) : eductus, expreesus, eetractu» ;
·re/ ercio «riempio >> ; a g g. ref ertus << pieno >> ; p a r t i c.
repletus ;
rego << dirigo 1> ; a g g. rectue « retto » ; p a r t i c. (se-
condo i vari sensi) : actus (di animale, nave), administra.tus (di
province), gubernatus (di cose e di uomini) ;
umio « unisco s ; a g g. unitus « unito a ; parti e. co
niunctus, coneociotue, collatus (cfr. la nota 5) ;
b) quando non può essere sostituito da un verbo sino-
nimo, si traduce volgendo diversamente la frase :
«furono affilate le spade >> : milites gladios acuerunt (non :
gladii acuti sunt, che significa 'e le spade sono affilate >>) ;
Distingui perciò:
dis iratis << in ira agli dèi » ; cum di suscensuissent << essen-
dosi adirati gli dèi >.\ ; ·
2. L'infinito italiano retto da 1< senza » può esser reso in vari modi
nella traduzione latina :
(t} con sine seguito da un sostantivo che sostituisca l'infinito :
sine lacrimis « senza piangere )) ;
eine dolore (( senza provar, dolore ii ;
sine sensu « senza avvertirlo » ; <~ senza averne la sensazione » ;
b) con un ablativo accordato con nullits :
nullo periculo «senza correr pericolo » ; nullo magistro (duct)
« sena'avere un maestro (una guida) i>;
e) con un aggettivo, participio, avverbio preceduto da parola
negativa:
non rogatu,s « senz'esser tichiesto >>; non. iimidus «scnsa lasciarsi
intimorire » ; non hoesitom« « senza esitare i> ;
non suppliciter a·ut demisse cc senza scendere a preghiere o ad
umiliazioni ;, ; ·
nihil a·rnplius loeutus <1 senza dire altro )) ;
wumquom» aueue « senza mai osare » ;
d) con aggettivi, participi, avverbi negativi :
in/t)ifas « senea volerlo » ; impriidens «senza pensarci i>; iuecius
«senza saperlo » ; impransus «senza aver fatto colazione 'l ;
insaturabiliter « senza potersene saziare ii ;
e) con aggettivo, participio, avverbio di senso opposto a quello
dell'infinito italiano :
tacitus abiit « se ne andò senza parlare » ; placùlu~ reepoudit
«rispose senza scomporsi » ;
perstans « senza darsi per vinto ii ;
firmiter « senza perdersi di animo i) ;
!) con un ablativo assoluto di senso negativo o contrario :
non servatis ordinibus « senza rimaner fermi al loro posto » ;
·n·ullo verbo addito « senza dire una parola di più » ; incognita causa <( senza
avere istruito il processo »;
· contemptis minis « senza badare alle minacce » ; eo consilio
spreto « senae. dar retta a quel consiglio» r lobore numquam iauermisso
cc senza interrompere mai la fatica (il lavoro) » ; cc senza mai prendersi
un po' di riposo s ,
inte9ris ordinibus «senaa scompigliare ( abbandonare) le file » ;
salvie legibus « senza violare le leggi » ; salva jide « senza venir meno
alla parola data » ; •
g) con una proposisione subordinata al modo finito :
cum malus non sit, multis tamem nocuii cc senz'essere un cat-
tivo uomo, ha fatto del male a molti » ;
reum ne damna.veris, omiequam. audieri« «non condannare l'ac-
cusato sens'averlo sentito »;
nemo illum adspiciebat, quin [leret « nesauno lo poteva guar-
dare senza piangere » ; neminem dimittebat, quem non liberaliter donaret
« non licenziava alcuno senza fargli degli splendidi doni >> ;
ne dicam « senza dire » ( = « per non dire >>) ;
h) 'con una proposizione negativa coordinata:
fluvium tranaboi, nequ» iamen. arma abiciebat «passava a
nuoto il fiume, senza tuttavia abbandonare le armi i>;
[§~ 141-142] CAP. IV. - OSSERVAZIONI SUI.L'uso DELL'INFINITO 219
MANZONI, Pr. sp., cap. 8, pag. 158: «quel pudore .... ·che
ignora sè stesso, somigliante alla paura del fanciullo, che trema nelle
tenebre, senza saper di che s : pudor ille qui semetipsum ignorat, pueroru.m
formidini prorsus similis, qui tenebras horrent nec (opp. neq1ie ta.men)
quid timeani intellegunt.
3. In alcune delle espressioni indicate si hanno nella nostra
lingua anche forme corrispondenti o più vicine alle latine : sine lacrimis
«senza piangere » e «senza lacrime s , sine duce « senz'aver una guida »
e « senza guida » ; peretam« « senza darsi per vinto » e <e rimanendo fermo
nel proposito », ecc.
4. La costruzione con quin non può essere usata, se non quando
il verbo reggente sia negativo (cfr. § 269).
<< promise di star più attento >> ( = << ' starò più attento,
lo prometto ', disse >>) = promisit se adtentiorettn f ore ;
« penso di raggiunger presto il mio scopo » ( = << raggiun-
gerò presto il mio scopo, penso )) ) = puto me id cito consecuturum ;
« era certo di giungere a Roma prima delle calende »
( = << 'arriverò a Roma prima delle calende, ne aon.certo ', disse »)
= pro certo habebat se ante Kalendae Romam perventurum ;
« lo aspetto, perchè disse di v;enire >> ( = « perchè disse :
'verrò'>>) = eum eespecto, quod se 'l)entu·rum dixit;
« spero che tu farai questo » ( = « tu lo farai, spero »)
= spero te id facturum;
« speravo che egli avrebbe fatto questo >> ( = « ' egli farà
questo' speravo ») = sperobasn. illum 'id facturum.
NOTE. - I. Dagli esempi portati si ricava che, per regolarsi retta-
mente sul tempo che va all'infinito, dovremo sempre domandarci quale
sarebbe il tempo di quel verbo, se appartenesse a una proposizione
principale.
2. Si noti che spero e iuro non vogliono il verbo futuro se non
quando accennano a cosa futura.
. 3. La forma «essere per essere», con la quale le grammatiche ren-
dono futurum esse, è estranea al linguaggio corrente.
4. L'infinito futuro latino {per esempio: facturum esse) rende senza
possibilità di distinzione formale due diverse frasi italiane :
a) (indipendente: faciam): «che farò (farai, farà ecc.) ».
b) (indipendente: [aciurus sumJ: - -
et) ((esser sul punto (o in procinto) di fare i>; « star per fare il;
-~) (e avere intenzione di fare n; « che ho (hai, ha, eec.) inten-
zione di fare».
[§ 142] CAP. IV. - OSSERVAZIONI SULL'USO DELL'INFINITO 221
Esempi:
a) scio te profecturum esse «so che partirai»;
b, a.) me profecturum vides <e tu vedi che sono sul punto di par-
tire >1;
~) aliud est profecturum esse, aliud esse profectum «altro è star
per partire, altro essere partito 1>.
5. Nell'infinito futuro latino spesso si omette essè.
6. A proposizioni che in latino si esprimono con l'infinito futuro,
corris~ondono in italiano proposizioni :
I) con un infinito presente :
dixit se venturum « disse di venire » ;
2) con un verbo all'indicativo futuro :
scio illum venturum « so che. verrà » ;
3) con un verbo al condizionale (quando il tempo della reggente
sia passato) : .
seiebam. illum venturum «sapevo che sarebbe venuto».
7. Non si confondano in italiano i due usi del modo condizionale :
· I) nelle proposiziorri condizionali ;
2) nell'indicare il futuro in dipendenza di un tempo passato.
Esempi:
I} « disse che, se l'avesse saputo, sarebbe venuto (= discorso
diretto : ' sarei venuto ') 1> ;
2) cc disse che sarebbe venuto ( = discorso diretto : ; verrò ')>i.
Nel primo caso il condizionale rimane anche se nella reggente vi
sia un presente (e dìce che, se l'avesse saputo, sarebbe venuto ») o se si
trasforma la dipendente in principale ( « disse : ' se l'avessi saputo sarei
venuto '»).
Nel secondo caso, invece, si ha un futuro in luogo del condizionale
se nella reggente vi sia un tempo presente ( « dice che verrà » ), o se si
trasforma la dipendente in principale ( « disse : ' verrò ' »).
Nel dubbio, si pensi alla forma che avrebbe la dipendente, se fosse
principale : la soluzione apparirà sempre chiarissima.
8. Discende dalla regola generale il fatto che a proposizioni subor-
dinate, le quali in italiano hanno lo stesso tempo dell'indicativo, pos-
sono corrispondere in latino proposizioni all'Infinito con tempo di-
verso : dixit se diseere « disse e h e i m p a r a v a » ; dicit se didicisse ·
<e dice eh e imparava»; nel primo caso, infatti, si ha contempo-
raneità, nel secondo anteriorità rispetto alla reggente.
9. Quando si ha infinito se m p 1 ice e non proposi-
z i o ne i n f i n i.t i v a, si trova usato con maggior frequenza degli
altri tempi l'infinito presente (per esempio : errare humanum est); ma
è regolare, sebbene meno frequente, anche l'infinito passato (per esem-
pio : semetipsum vicisse magna est laus) ; rarissimo, invece, è l'infinito
futuro, e sempre col senso di «esser per », «essere in procinto di... >>,
« esser disposti a ... ;>, cc esser destinati a », Per esempio : oieere est
morit·u·rum esse << vivere significa · essere destinati a morire »,
10. L'infinito semplice italiano può in latino essere usato al pas-
sato con valore di presente (infinito tioristico) .; ciò avviene particolar-
222 vn. - VERBI [§ 142]
niente coi verbi impersonali .{per esempio : in~ ·iuvat [eeiese «mi dà pia-
cere Il fare ))), ed è uso poetico.
11. Quando un verbo manca di participio futuro, non potendosi
adoperare la forma in urum esse, si ricorre a una circonlocuzione con
f ut·urum esse ut o f ore ut.
Esempi:
scio [ore. ut illum vaeniteat « so che se ne pentir~ n ; •
spero [ore ut virtutem celere pergas « spero che continuerai a onorar
la virtù»;
puto numquam. fnturu·ni esse 'ut hoc discatis « penso che non l'im ·
parerete mai », •
12. La suindicata costruzione con futurum esse ui, o [ore ut, ù neces-
saria anche quando il verbo dell'Infinitiva è un futuro anteriore ; l'in-
finito in urum esse, infatti, corrisponde a una principale con futuro
semplice. Si confronti :
spe·ro 'me redituruni esse (indipendente : redib'o) ;
spero f ore ui eras iam redierim. (indipendente : rediero).
Di regola il latino evita di porre il futuro anteriore in posizrone
di dipendenza ; meglio si dirà : cras iam. rediero, spero, dando cioè forma
d'inciso al verbo della principale (cfr. § 291, 2).
13. L'infinito futuro passivo (per es. la·udat·um ir·i) è raramente
usato ; di solito si ricorre a una circonlocuzione come nei due casi pre-
cedentemente 'esaminati :
«spero che sarai lodato » : spero [ore ut lauderie (più frequente
di spero te laudatum iri).
14. Coi verbi passivi e coi verbi deponenti il futuro anteriore è
reso mediante il participio perfetto con [ore : .
p1ito tu·m bellum confectum [ore « spero che allora la guerra sarà
già finita )) ;
spero te ia·m munus illud adepium. [ore « spero che avrai già otte-
nuto quell'incarico »,
3. Conforme a quanto si è detto sopra, in latino non si fa
distinzione tra « dice che faceva » e « dice che fece » ; l'una e
l'altra frase si traduce, infatti, dicit se fec·isse.1
L'unico caso nel quale è possibile rendere la differenza come
in italiano si ha col verbo ·rnemini e ricordo >~, sempre che si tratti
di un ricordo personale, riferito cioè da uno che sia stato te-
stimone del fatto ricordato. 2 In tal caso :
a) se in italiano vi è un imperfetto, si usa l'infinito pre-
sente:
« mi ricordo che mio padre diceva >> : memini patrem
mettm dicere_ ;
1
Diversamente in greco si usa l'infinito presente in corrispondenza di un ìmper-
fetto, l'infinito aoristo in corrispondenza di un aoristo. -
1 Le grammatiche tradlaìonalì danno una regola diversa; ma gli esempi di Ci·
cerone che alleghiamo ci sembrano non lasciar dubbio circa la regola enunciata
nel testo.
[*§ 142-14-3] CAP. rv. -- 08SERVAZIONI at.r.r.tuso nEr.r.'1NFINITO 223
§ H,9. Ycrbi latini usaH nella. forma passiva con valore intran
sitivo1 Normalmente non è conforme al latino l'uso italiano
di rendere l'idea intranaitiva mediante il riflessivo ; invece un
certo numero di verbi rende l'idea intransitiva mediante il
passivo (uso m e d i a l e dcl passivo) ; per esempio :
t r a n s. conficio << compio >> ; in t r. conficior « mì
struggo e ;
t r a n s. f ero « porto >> ; i n t r. f eror << mi slancio » ;
t r a n s. gigno << genero >> ; i n t r. gignor << nasco >> ;
t 1· a n s. laoo « lavo » ; i n t r. laoor << fo il bagno » (cfr.
me abiuo « mi lavo ») ;
t r a n s. min·uo « diminuisco » ; i n t r. miwuor « climi-
nuiseo » (cfr. § 147, b);
trans. rnuto e cambio s ; in t r. msuor « mi trastormo s ;
t r a n s. panào << apro » ; i n t r. pamdor « mi apro >> ;
t r a n s. pasco << porto al pascolo >> (detto del astore) ; f
i n t r. poscor s paacolo >> (detto degli animali) ;
t r a n s. perdo << mando in rovina >> ; i n t r. pereo << vo
in rovina )) ;
NOTA. - Pereo ha due sensi: 1) ((perisco » ; 2) <evo in rovina »,
« vo perduto », Nel secondo seneo sostituisce la forma passiva con va-
lore intransitivo di perdo «mando in rovina » : dies intttilis periit «il
giorno se ne andò perduto inutilmente». Il passivo di perdo è usato
solo nelle forme perdiius, perdendus. (Eccezionale in ORAZIO, Sat., II,
6, v. 59: perditur haec inte» misero lux «fra tali faccende mi va perduto,
ahimè, tutto il giorno »).
t r a n s. »ebo e trasporto >> ; i n t r. eeho» « vo >> (con un
veicolo) ; 1
t r a n s, verto « volgo s ; in t r. certor « mi volgo » (cfr.
§ 147, b).
Analogamente :
t r a n s. f acio « Iaccìo >>; i n t r. fio << son fatto >>; << divengo »,
1
Per la differenza fra ire o oelci, confronta in tedesco l'analoga differenza fra
gehen e Jahren.
232 VII. - VERBI [§ 150]
a) ostendor ; b) me o stendo :
a) spes nulla ostendit.ur e non appare alcuna speranza » ;
ex hoc ostenditur « ciò prova >> ;
haec una via ostenditur. « questa è la sola via che ci
si mostri » ;
magnifica et praeclara defensio ostenditu·r e mi si offre
un ottimo argomento di difesa » ;
b) se omnibus ostendit « si mostrò a tutti e ;
a) expergiscor « mi sveglio » (fatto fisiologico, riferito per
estensione anche al campo morale) ; b) me eeeùo « mi sveglio »
(fatto volontario) :
a) ere., Acad. pr., II, 16, 51: simul ut experrecti sumus,
visa illa contemnirnus « non appena ci siamo svegliati, non diamo
più importanza a quelle visioni » ; _
b) << se finalmente ti sveglierai, tutto ti diventerà tacile s :
si tandem te excita·veris, o~nia facilia fient;
No·.rA. - Tale differenza si osserva anche nell'imperativo, seppure
con molto minore evidenza :
experoiecere ! « svegliati ! n (detto a uno che dorme, oppure, se
in senso morale : «esci da codesto stato di inerzia ! >J) ;
excita te ! (( svegliati ! » (detto a. uno che sta per riaddormentarsi ;
oppure, se in senso morale: ((fa' uno sforzo per uscire da codesto stato
di torpore ! » ).
a) dari ; b) se dare :
a) occaeio datur « si offre I'occasìone s ;
b) dare se fugae « darsi alla fuga>>;
doctrinae totum se dedit « sì sprofondò negli studi» ;
da te homini ! « mettiti sotto di lui ! ».
~) t r ansi ti v o :
faveo aUcui «favorisco uno » ailiutorem (fa·utorem) oliquem
habeo «sono favorito da uno»;
ignosco alicui << perdono uno » reniasn. impetro ab aliquo « sono
perdonato da uno >> ;
invideo e invìdio » invidiam habeo «sono invidiato»,
odi « odio >> odiwm habeo << sono odiato » ;
adoersor alicui e contrasto uno » cç>ntrarium hobeo oiiquem (in
aliqua re): «sono contrastato
da uno (in qualche cosa) »;
aemèlor a.Ucui << emulare uno >>-- aemulwm. habeo aliquern << sono
emulato da uno >> ;
d) usando il doppio dativo col verbo sum:
odi << odio >> odio sum alicui << sono odiato
da uno»;
,illudo alicui « schernisco uno >> ludibrio (risui) sum alicu·i << sono
schernito da uno >> ;
invideo alicui << invidio » invidiae sum. alicui « sono invi-
diato da uno»;
e) se il verbo ha forma attiva, usando un'espressione pas-
siva impersonale: ·
invideo ~invidio >> mihi im)idetur «sono invìdiato»;
obtrecto << denigro >> mihi obtrectatur « son denì-
gratos ,
f aveo << favorisco » mihi [aoeiur e sono Iavorito ».
V e r b o : decipere « ingannare » ;
S o s t a n t i v o : fraus ; dolus « inganno >> ;
_ A g g e t t i v o : f alsus ; dolosus « ingannatore » ;
V e r b o : dehortari << dissuadere >> ;
S o s t a n t i v o : dissuasio << dissuasione » ;
V e r b o : duci (pass. di duco: detto di parole): « derivare >> ;
1
Iniuria è genericamente . •torto •.
• Oltre al normalo senso di • furto ••
VIII. - A VVER.BI
natura e convenienter.
NOTA. - Vanno qui ricordati i molti casi nei quali a un avverbio
latino corrisponde in italiano una forma avverbiale consistente in un
sostantivo, o aggettivo (participio) sostantivato, retti da preposizione,
o viceversa :
« legalmente » : secundum leqee ;
« letteralmente » : ad verbum ;
244 VIII. - AVVERBI [§§ 160-162]
« di fronte » : e regione ;
« ritmicamente » : ad, numeros ;
<<arbitrariamente»: (ex) libidine;
« inaspettatamente » : ex inopinato.
spalle e ;
SALL., Iug., 1, 1 : falso queritur de natura 8Ua genus huma
num « hanno torto gli· uomini quando si lamentano della loro
condizione naturale >> ;
246 VIII. - AVVERBI [§§ 163-164]
1
Auche unde unde ; ma è forma rara.
[§§ 165-166] CAP. Il. -;- SULL'USO DEI SINGOLI AVVERBI 249
oriatur.
8. A supra « sopra », subte» « sotto » corrianondono, per indi-
care dìrezione, s·ursum « verso I'alto », deorswm «verso il baeso »,
9. Retro e dìetro » è di regola usato coi verbi di movimen-
to. Ne~ complementi di stato in luogo è raro, sebbene non
manchino esempi, anche ciceroniani, di questo uso (p. es. Tusc.,
V, 31, 87: omnia quae eine ea [ = hone8ta.te]sint, longe retro po
nenda censeat) ; di solito è sostituito :
a) da post usato avverbialmente :
oro., pro Mil., 1,0, 29 : oaedere incipium: eius servos qui
post erant « cominciano a massacrare i servi di lui che veni-
vano dietro >> ;
b) con la preposizione post accompagnata da un sostantivo:
« ìl giardino qui dietro s : hortus post aedes situ» ;
e) con un aggettivo (accompagnato al sostantivo richiesto
dal senso):
<< dietro vi era scritto .... >~ : in parte aversa script1tm
eroi ... ; "'
<< nelle stanze di dietro della casa >> : in ultimis aedium
pa1·tibus. ,
Il senso della direzione che è in retro può essere accentuato
mediante il suffisso rsum: retrorsum « indietro », « in direzione
contraria alla precedente >>.
qual sapeva clÌ' era poco discosto dal suo: 'A.isne?' Lucia
inquit, quae bene sciret vicum illum a suo non multum abesse,
7.• Quando e poco » si riferisce a un aggettivo o a un av-
verbio, ed è preceduto da << così >>, si traduce di regola con ita
seguito da non o da parala negativa :
ita non timidus e così poco pauroso » (cfr. § 172, 1, e);
ita neglenter « eou così poca attonzione ».
più >> : rogavit 1tt librum sibi commodarem, nec unquam restituit ;
« occuparono quelle regioni nè più le abbandonarono >> :
eas regiones occupaverunt neque unquam inde reéeeeerusu.
NòTE. - I. In caso di dubbio, si rifletta che quando « non più»
va tradotto con iam non, non può in italiano esser sostituito da « non
ma i più»; t~le sostituzione, invece, è sempre possibile quando si debba
tradurre con numquam.
2. Si distingua se nella espressione «non l'ho più visto» e simili
si intenda dire :
a) « e non mi è più capitato di vederlo s • nec iam il'/;um vidi ;
b) « e .non l'ho rivisto più » : nec unquam il'/;um vidi.
1
Confronta l'uso dell'enclitica greca ve, e ùella particella µtv in correlazione
con M.
260 VIII. - AVVERBI [§ 171]
1
Quest'uso ha suggerito la falsa supposizione che equidem. derivasse da eao qui
dem. : si tratta invece dell'avverbio quidem a cui è preposto il prefisso intensivo e-.
[§§ 171-172] CAP. II. -- SULL'USO DEI SINGOLI AVVERBI 261
<< per conto mio son pronto ad ammettere ... >> : concedo
equidem ...
NOTA. - Raro, ma non senza esempi, è equidem in unione con
un pronome di 2a. o di 3a. persona.
1 Confronta in greco : ìiµ.otye boxei e l'uso di µ.év nell'espressione èyw uèv oIµa.L :
• io per me ritengo •.
262 VIII. - AVVERBI [§ 172]
1 In FEDRO, III, 7, vv, 25-26 si ha non. plane nel senso indicato nel testo : erro-
neamente i più fra gl'interpreti intendono "no davvero », che esigerebbe minime vero:
• Abire si (JUO estanimus, est licentia'J' ' Non plane est 'inrru'it • Se ti viene la voglia
di andare in giro, puoi farlo 1 '. ' Non proprio ', rispose». È la favola del cane grasso
e del lupo magro: il cane grasso, che fa gli elogi della suavtta di servo dell'uomo,
non afferma recisamente che gli è tolta la libertà, ma usa un'espressione attenuata,
quasi evastva.
268 VIII. - AVVERBI [§§ 176-177]
« non so per qual mai motivo: .. >>: nescio quanam de causa ...
3. Quando. per esprimere attesa o desiderio, noi aggiungiamo
« mai >>, << dunque mai >>, si può usare tandem :
<< sino a quando mai.. .t >> : quousque tandem ... ?
[eeiese ;
18. PAOLI - Serit1er latino.
274 VIII. - AVVERRI [§§ 181-182]
lenier se gesserit ;
~) con verbi, mediante quantum, quaniopere :
« tu sai come ciò mi secchi >> : haud iqnorae quantum id
me taedeat.
NOTE. -'-- I. In espressioni simili, l'italiano usa indifferentemente
«come » e « quanto » ; in latino è preferito il corrispondente di « quanto »
(quam; quantum).
2. Se il verbo è accompagnato da un complemento con sostantivo,
1Si usa q·uantus, accordando col sostantivo : « noto com'egli facesse
è
1
Confronta I'uso fra.ncese di tel qw.
278 VIII. - AVVERBI [§§ 185-186]
e nesauno, solo che ·sia un libero cittadino ... >> : nemo, sit
modo liber et cioi« ...
10. Quando <1 soltanto >> ha valore ipotetico-limitativo; come,
per esempio, nella proposizione « solo uno stolto può creder que-
sto >>, non potendo nè essere omesso (perchè la frase acquiste-
rebbe un senso diverso), nè esser tradotto letteralmente (man-
cando in latino un avverbio corrispondente), è necessario dare
alla frase . un giro diverso :
qui«; nisi stultits sit, haec credat?
« soltanto in caso. di necessità si può far questo » : num
quaan. id licet, nisi necessitate impellente.
§ 187. Gli aooerbi certe e certo. - .Trad uzio·ne dell' osroerbio ita
1
rara, e per il suo senso può essere anche resa in italiano con la
eongiunzione << purchè >> o con una frase in cui entri il verbo
« limitare » :
ORAZIO, ar» poei., v. 23: deniq·ue sit q1wdvis, simple» dum
taaiat et unum e sia qualsivoglia l'argomento; ma sia almeno
semplice ed uno ( = purchè sia semplice e non manchi di unità)>>;
Cto., de rep., II, 32, 56 : 1tti consules potestatem haberent
tempere dumtaxat annuam, genere ipso ac iure regiam « che i
consoli avessero un potere, limitato, quanto al tempo, a un anno
(=a non più che un anno; al massimo di un anno), ma, in so-
stanza e per le prerogative, di re >> ; '
Cro., ad Att., V, 10, o:
valde me Ath.mae delectarunt, urbe
dumtaxat et urbis ornamento :« mi è molto piaciuta Atene ; non
foss'altro per la città e per le bellezze della citta >> ;
Cio., ad Att., IV, 3, 6 : nos animo dumta.xat 1;igemus, etiam
maqi« quam. cum florebam.us << 10 spirito, quello almeno, è alto ;
anche più di quando ero un uomo potente s ;
Orn., Brut., 82, 285: sin autem ieiunitatem et eiccitatem.
et inopiam, dummodo sit polita, àum urbana, dusn. elegans, in
Attico genere ponit, hoc rectc dumtaxat << se poi nello stile attico
egli pòne la sobrietà, la semplicità, l'assenza di ogni ricercatezsa,
purchè in tali qualità vi sia un che di elegante, di signorile,
di Iine, sin qui ( =-.., in questo, ma solo in questo) si può esser
d'sccordo »,
§ 188. Traduzione di<< perciò >>, <<per questo>>_.__: L'espressìone
« perciò » ( << per questo >>) :
a) se anticipa una causale o una finale, si traduce con
ideo, idcirco, ob id, ob id ipsitrn, ob eam rem, ob eam. causam, ea
de re:
« te l'ho scritto appunto per questo, affinchè tu non ere-
dessi...>>: id .ego ideo tibi scripei, ne forte putares ... ;
<< per questo nel prendere una. deliberazione non erano
abbastanza energici : parte perchè non avevano alcun timore,
parte perchè avevano paura >> : partim ideo f ortes in decernendo
non erant, quia nihil timebant, partim quia timebant ;
CIO., de rep., I, 7, 12: haec plurimis a me oerbis dieta sitnt ob
eam eausam, quod hi8 libris erat instituta et suseepta rnihi de re
publica àisputatio << per questo mi sono dilungato su tale argo-
mento, perchè mi ero proposto di trattare in questi libri della
repubblica » ;
282 VllI. - AVVEHlll L§§ 188-189]
b) nelle dipendenti :
iX) con necne, senz_a ripetere il verbo :
(J1ç., in TTerrem, II, 4, 16, 35 : iam duàum ego erro,
qui .... quaeram ·ittrum emeris necne « da un pezzo sono fuori
di strada io che ti domando se hai comprato o no s ;
~) con necne, ripetendo il verbo :
Cro., de nat~ deor., III, 7, 16: di uirum sint necne
sint quaeritur <da questione. è se gli dei esistano o no » ;
.Y) con sive .... sive (seu ... sw), usando nella seconda pro-
posizione o lo stesso verbo in forma negativa, o un predi~ato
che corrisponda negativamente a quello della prima :
« tu lo faccia o no s : sive facis, sive non facis ;
« sia egli o no fuggito » : seu f ugit, seu mansit ;
Crc., de [aio, 12, 28 : si fatum tibi est ex hoc morbo con
valescere, sive tu medicum adhibueris sive non adhibueris, conva
leeoes e se è destinato che tu debba guarire da questa malattia,
tu chiami o no il medico, guarirai >> ;
288 VIII. - AVVERBI [§§ rn2-rn~]
1
Omnino si riferisce a una cautio est, e non a omnium come altri intendono
(cfr. GEORGES, ÀUB/ilhrliches lateinisch·deutsches Wòrterbuch, s, v.).
[§§ 193-194] CAP. II. - SULL' USO DEI SINGOLI AVVERBI 291
.
NoTA· - In espressioni simili, al nostro «ea.corrisponde in latino aut .
o) per dar risalto a un enunciato generico, quando segue
un'avversativa :
CIC., de off., II, 20, 71: danda omnino opera est ut omni
generi satis f acere poseimus ; ·sed si res in contentionem veniet ...
e si dovrà. senza dubbio cercare di accontentare (col beneficio)
gli uomini di ogni genere; se, tuttavia, ci si trovi di fronte a
un contrasto (d'interessi) ... >>;
d) per rafforzare un superlativo :
Ore., de sea., 3, 9: aptiesima omnino sunt .... arma se
nectuii« artes eoercitaiionesque virtutum « sono opportunissimi con·
forti della vecchiaia l'esperienza e l'esercizio delle virt~ >>.
§ 194. Traduzione dell'espressione avverbiale « per esempio >>.'
-1. Il nostro « per esempio > (anche «come, per esempio» e, in
1
principio di periodo, << così, per esempio >>) si traduce col semplice
ut, oelut (cfr. § 2 66) : ·
« I'ambizìone portò molti alla rovina, come, per esempio,
Pausan+a s : multos ambi'tio perdidit, ut Pausaniam;
CIO., Tusc., V, 12, .34 : apud quem ( = Platonem) saepe
haec oratio usurpata est, ut nihil praeter »iriuiem. dfr.eretur bonwm. ;
velut in Gorgia Soerates, cum essei ex eo qttaesitum... << in Platone
spesso si afferma che non vi è bene all'infuori della virtù; così
per esempio Socrate, nel Gorgia, venendogli dom~ndato ... >> •
. NoT~. - Se «per esempio» si riferisce a un caso puramente ipo-
tetico, si può usare l'inciso puta (e supponi »), preceduto o no da ut:
<1 se uno, per esempio, dicesse» : si quis, puta, dicat.
1
Non tutti gl' interpetri ammettono un tale uso di [ere intensivo· e c'è chi
sospetta la genuinità di questa lezione.
[§ 195] CAP. II. - SULL'USO DEI SINGOLI AVVERBI 293
1
Cfr. in tedesco: ich gla'libekaum cc non ci credo. (let.teralm. •ci credo appena').
298 IX. - LE NEGAZIONI [§§ 197-198]
Oro., de off ., I, 2, 4 : nulla .... vitae pars .... ·vacare officio po
tesi « non vi è parte della vita in cui non vi siano doveri ».
NOTE. - 1. Poiehè è caratteristica del latino (cfr. § 311) la pre-
dilezione per l'espressione negativa, può avvenire che si abbia la forma
negat.iva di un verbo negativo, ottenendosi per tal modo un'espressione
sostanzialmente positiva. Per esempio :
C1c., de off., I, 36, 130: histrionu·m nonnulli gestiis inepiiis non
vacant « alcuni atteggiamenti degli at\ori sono affettati i) inept~s non
(
effuqere poese ;
<< non l'ho trovato in nessun posto >> : nusquam illum inveni.
[§ 201] CAP. I. - OSSERVAZIONI GENERALI 303
1
Gloriosus non significa. sempre • millantatore "• ma può avere, come qui, il
senso di •glorioso » ; cfr. de fin., I, 11, 37 ; pro Deiot., 14, 40 ; de dir., II, 2, 5.
20. PAOLI -- Scriver latino.
306 IX. - LE NEGAZIONI [§§ 201-202]
8unt flores ;
« non vi è rosa che sempre fiorisca » : nulla est rosa quae
semper f loreat ;
Cic., Phil., XIII, 19, 43: quod verbum omnino nullum
in Latina lingua est « (' piissimos ')... una parola che in latino
non c'è>>;
Ore., de off ., II, 1, 3 : cum autem,res publica ... ·nulla esset
omnino << non essendovi più ( = non esistendo più) lo Stato (li-
bero) ».
No'I'E. - I. E inesatta la regola la quale insegna che l'enclitica
«-ci » unita al verbo « essere » non si traduce; ciò vale solo per le pro-
posizioni affermative, non per le negative.
2. Raro e non imitabile è l'uso di non. esse per nullum esse:
Ovmro, Met., I, v , 99: non galeae, non ensis erant « non vi
erano nè elmi nè spada » ;
CORNIFICIO, Rhet. ad Her, IV, 53, 66 : libertatem quae non erat
cc la libertà che non c'era »,
3. N ullum esse, come appare da alcuni dei passi sopra riferiti, .è
spesso rafforzato da omnino.
2. Si può sempre adoperare n·ullus, anche se non vi sia il
verbo esse, quando si vuol negare l'esistenza o la sostanziale im-
portanza di una persona o di una cosa:
« il sapere senza l'accorgimento è, per me, come se non
esìstesse >> : doctrinam sine sapientia nullam iudico ;
« non si troverà un rìmedio s : nullum remedium invenies;
« sono un uomo Iinito a : nitllus sum ;
« questo argomento non ha alcpn valore » : hoc argu
mentum nullum est;
Crc., de orat., II, 5, 20: sine hi« studiis vitam nullam
esse ducimus e pensiarno che senza questi studi la vita non è
vita s ..
3. Per estensione si adopera nullus in luogo di non in espres-
sioni come le seguenti :
Crc., ad .Att., XI, 24, 4 .: Philotlmus.... nullus venit
<< .Filòtìmo non si è fatto vedere » ;
CIC., de fin., I, 17, 56: etiamsi vol,upias ea, quae sensum
moveat, n·ulla successerii « quand'anche non si produca come con-
seguenza un piacere dei sensi )} ;
oro., pro Sex. Boscio A.mer., 44, 128 : haeo bona in ta~
308 IX. - LE NEGAZIONI [§ 202]
»ideat ;
« non c'è cosa che venga tanto ricercata s : nihil est
quod tantopere expetatur (ma anche [cfr .. nota 2]: nihil tantoperc
expeti tur).
NOTE. - I. Va suggerito lo stesso modo di traduzione quando
in italiano si usa « trovarsi » nel senso di cc esserci » :
<< non si troverà chi dica » : neminem inveniee qui dicat.
2. Spesso, quando il verbo «esserci i> in italiano è seguito da una
relativa, in latino si semplifica l'espressione, eliminando il verbo ''es-
serci » e il relativo (cfr. § 313, 10, a): nemo non videt; nihil taniopere
expeiiiur ;
« non vi è piacere, che non si accompagni col dolore >1 : nulla
ooluqna« dolore carei.
3. Nelle espressioni comparative si può usar nihil anche riferen-
dosi a persona (cfr. § l 00, 2) :
«non c'è alcuno che mi sia caro più di te (opp. : tanto caro come
te) » : nihil te cariu« habeo.
4. Quando in «non esserci 11 si ha il particolar senso di te mancare »,
a esser mancante » (nel linguaggio militare «non rispondere all'appello 1;);
si usa di regola il verbo desidero, prevalentemente (ma non esclusiva-
mente) al passivo :
« in questo libro mancano quattro pagine ., : in hoc libro quattuor
pagellae desiderardur ;
((le quattro pagine che non ci.sono » : quattiior pagellrw quae deei
deraniu» (meglio che nulloe suntJ ;
CESARE, de b. c., III, 99, I : in eo proeiio non amplius ducenios
milites desideroui: in quella battaglia perse non più di duecento sol-
(I
1
Clr. la nota 8 a pag. seguente.
2 Lmpoeeibilis è raro ; ma si trova già in Quintiliano.
310 IX. - LE NEGAZIONI. [§ 203]
quern (quod) convplecti (effari) non licet ;· quem. (q1wd) nemo com
pieeti (e/fari) potest ;
<< i n v i o 1 a b i 1 e » :
5 sanctu« ;
<< i r r a g i o n e v o 1 e » : rationis eepers ; absurdus ;
insanabilis ;
<< i r r e p r e n s i b i I e >> : n·ulla reprehensione dignu8 ; in
teger ; incorru/ptu» ;
« i r r e s i s t i b i 1 e » : cui resisti non potest ; inoietu« ;
<< i n f a 11 i b i 1 e » : qui errare non potesi ; certissimus ;
I
a) « temo che avvenga una cosa che
non vorrei. che avvenisse >>--: timeo ne,
col verbo di senso equivalente al
verbo italiano ;
»erba timendi b) e terno che non avvenga una cosa
( § 209) ' che vorrei che avvenisse >> : timeo ne,
f
col verbo di senso opposto al verbo
italiano (non: timeo ut) ;
\. 2) se si indica dubbio, scarsa persua-
sione : timeo ui,
iropiicito (e, in certo modo, anticipato) nel verbo- reggente. Per con-
seguenza: . . . . . . . .
"in prospicto ·ut, si ha ut esplicativo con senso finale ( quindi
la negazione è ne) ; . . . . .
in mos est ui, si ha ut esplicativo m senso non finale, man-
cando un generico senso di scopo nella espressione mos est (quindi la
negazione è ut non).
2. Si badi anche a non confondere la dipendente con ne in un verbo
il quale abbia un oggetto nella stessa reggente (ne allora è finale e non
esplicativo), col caso indicato nella nota precedente, nel quale l'oggetto
del verbo è la proposizione dichiarativa :
« cerco di non trascurar nulla ii (e s p 1 i e a t i v o) : ne quid prae
termiuam f acio ;
«faccio questo, per non trascurar nulla» (fin a 1 e): id facio,
ne quid praetermiitcm:
Queste due proposizioni hanno senso diverso e prendono in ita-
liano una diversa forma.
3. Si distingua anche id ago «faccio questo », da id ago « mi pro-
pongo » ; le congiunzioni ut e ne nel primo senso sono finali, nel secondo
esplicative.
La differenza non appare nella negazione, ma nelluso della con-
giunzione davanti al comparativo, se la proposizione ò positiva :
«faccio questo, per divenir più saggio ii (f i n a 1 e} : id oqo, quo
sapieniior fiam ;·
« mi propongo di divenir più saggio » : id ago ut sapientior [iam:
Cfr. §§ 79, 6 ; 276, i. I, nota I.
4. Con lex est (legem [erre, ecc.) si usa iut non, ne, e anche ut ne
(vedi la nota seguente). Si _dirà: Solon. legem tulit, ut memo, se prevale
la considerazione del contenuto oggettivo della legge ; invece legem
tulit ne quis, se prevale la con-iderazìone dello scopo da cui è mosso
il legislatore nello stabilire la legge.
Quando in locuzioni simili ut è seguito da due negazioni, si può
usare neque.». neque :
Cro., de amie., 12, 40: haec igitur lex in amicitia sanciatur, ut
neq~ rogemus ree turpes nec faciamus rogati e si sancisca dunque nella
amicizia la legge di non richiedere cose disonorevoli e, se richiesti, di
non farle».
5. La negativa di ut epesegetico può anche essere ut ne, quan-
do al contenuto negativo della prpposizione si vuol dare un particolar .
rilievo :
C1c., pro Sexio Rose . .Am., 20, 55: accusatores multos esse in cioi
tate utile est, ... vernm tamen hoc iia est utile, ut ne illudamur ab accusato
ribus cc credo utile che nella città gli accusatori siano molti ; a questa
condizione, però, che noi non siamo senz'altro in balia di essi » (cfr. § 279,
nota 10}; .
C1c., de off., I, 7, 21 : iustitiae primum munus est, ut ne cui quis
noceat «il primo dovere di giustizia .è che non si faccia del male ad
alcuno ».
dire invece timeo ut, se si volesse indicare scarsa fiducia nella condanna
di Verro.
6. 1lletuo ne può essere usato anche per esprimere inclinazione a
credere, Re pure esuli ogni idea di timore :
C1c., Tusc., IV, 24, 52 : quamvis licet insectemur istos (= Stoicos), ....
meiuo ne soli philosophi sint « diamo pure addosso quanto si vuole agli
Stoici; temo (= sono portato a credere) che siano i soli filosofi >>.1
. 7. Quando un verbun» timendi ha il senso di cc esitare n, « peritarsi ))'
« non osare n, nella dipendente si usa l'infinito semplice : cc mi perito' a
farti degli elogi in faccia » : uereor te laudare praeseniem,
1 Cfr. l'uso greco di xwbuveuoo (letteralm. <corro pericolo ') neJ senso di •è pro·
babìle che» : 't<l'iii;a. xwbuveveL cU.111'.tii etvuL •è probabile che ciò sia vero s, Nel parlar
toscano si dice < ho paura che tu abbia rastone» per •propendo a credere che tu
abbia ragtone »,
320 IX. - LE NEGAZION-1 [§§ 210-211]