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750
r 1eai bien qLted trcln..
9 f e ! po:o.tuoi piaz.
dell'Entrée d'Espagne
codice (sec. xIv) padani.
Pagina di un
veneta con
influssi
751
la char oit blanche nif desendue,
come
color vermoil come graine vendue,
boche petite, denteüre menue,
oil oit riant, qant ert plus ireschue;
sa blonde crine ne vos ai manteüe;
soz ciel n'a home, tant ait chiere barbue,
ne la querist avoir en si braz nue.
Roland la garde, trestot le sang li mue;
non la voudroit le ber avoir veüe;
Nonostante l'amore che Dionés gli offre, Rolando si mantiene fedele ad Alda;
ma l'unilateralità guerriera, l'austerità rigida e
quasi ieratica del suo primitivo
carattere sono ormai rotte. Benché l'autore avverta esplicitamente che le storie
di Carlo non
somigliano alle favole
d'Artù (« ne vos sanbleront mie de les flabes
d'Artu »), un soffio d'atmosfera arturiana è penetrato nelle canzoni di
gesta.
Siamo alle soglie d'una nuova vitalissima tradizione, che proprio di qui prenderà
le mosse e che culminerà nei
poemi cavallereschi rinascimentali del Boiardo e
dell' Ariosto.
L'Entrée opera d'uno scrittore assai più che i suoi confratelli francesi
provvisto di letture classiche e contemporanee (dai Disticha Catonis e dalle com-
pilazioni scolastiche di storia romana alla narrativa epica, ai romanzi d'Enea
e di Troia, d'Alessandro e
d'Artù, e sino al Milione di Marco Polo), provvisto
altresi di qualità originali d'estro
immaginativo e d'un senso
equilibrato della
forma espressiva-non mancò di successo, sia
pur limitatamente all'Italia. Oltre
al marciano (Gall.
xxr), ci sono giunti frammenti d'altri due manoscritti che la
contenevano, e sappiamo che altre due copie, oltre quella pervenutaci, erano
perla di sudore. »
qui il cavallo bianco che l'altr'ieri m'inviò il
752
Un pastore:
particolarc dell'affrcsco con /.a fuga in Egitlo di Altichiero.
Padova, Oratorio di San Giorgio.
La letteratur
dalla biblioteca di Francesco anco-veneta
edute
continuazione che il poema ebbe nellaGonzaga Del successo test
la contin
la
Prise de testimon 1a po
23 da Nicolò da Verona, autore anche Pampelune,
d'un altro composta intorno
classico, la che Phar sale, deriva poema epico,
d'una Passion, sempre in
a sua
materia questa volta
ano. e
franco-veneto. Tre versi
della
addirittura da Lu-
alrresi in acrostico entrO 10 Stesso poema, Pharsale, riprodotti
c'informano che
e
Nicolais le rima do
païs veronais,
por amor suen segnor, de
Ferare marcois,
corant mil e trois cent ans e
quarant'e trois.
T1dedicatario del poema era dunque l'estense Nicolò I
altro che improbabile T'identificazione del nostro
(m. 1344); e risulta
rimatore con un « do-
minns Nicolaus de Verona, legum doctor », 1l cui nome
compare, verso il Iz40.
in una matricola dei dottori giuristi dello Studio di Padova. Sia o no da accet
questa identificazione (proposta dal iccet
rare Crescini), quel che dal punto di vista
ctorico importa sottolineare e la figura nuova impersonata da Nicolò veronese:
il primo autore franco-veneto che mostri e anzi ostenti, oltre che una solida cul-
tura, una matura consapevolezza letteraria dell'opera sua e che tenga a tramandarci
il suo nome, firmandola, cosi come tiene a certe rivendicazioni d'orgoglio na-
zionale, quali l'attribuzione della conquista di Pamplona a merito soprattutto di
re Desiderio e dei suoi Lombardi, o, ancor più significativa, l'adozione ed esal-
tazione delle antiche gesta romane come nuova materia di canto, non meno degna
di-di
quanto fossero le tradizionali gesta di Francia; poeta dobbiamo riconoscerlo
non calda vena, ma pur capace di sviluppare felicemente un'invenzione
come quella del tipo d'Estout, il futuro Astolfo dell'Innamorato e del Furioso;
e soprattutto « poeta di corte », e, per tale qualità, predecessore diretto dei grandi
poeti che fioriranno, di qui a un secolo e mezzo, nella corte estense.
Nicolò da
Sulla stessa linea si colloca, nella seconda metà del secolo xIv,
un notaio bolognese costretto dalla dominazione viscontea ad esulare
4 d'un rinnova-
4nel Veneto e più tardia Ferrara-il quale pure tentò la via
na21onale dei temi cavallereschi, componendo un pesante poema su
dall'amico
Gerra d'Aitila. L'opera, cui Nicolò (incoraggiato
la
ferrarese Simone decennio, lasciandola
ancor lontana
dalla fine
fine
Bisone) attese per oltre un
destinata n
dedica
(più di trentasettemila versi),
era
al cor l c i canti d'Este: ed espicita
e in Ariosti, zio del marchese Aldobrandino
essa dinastia estense, Un
Iogenitore a
progenitore
l'intenzio
e cortigiana di celebrare le glorie della
difensori del
fieri
(ilOroso Forest) spicca tra i più
valoroso principe
12 contr prin
Cnlere unne, mentre un altro il bellissimo ACcarino) P
Cir. Pharsale, amore
del suo signore,
ed. H. per 1343.»
apilette
Catlettera delle
4445-47, ripetuti hle, Marburg del paese
veronese,
di Ferrara,
correndo
l'anno
in acrostico
tico dai
lasse 3-90.
3-96. Nicolò lo rimo,
l1marchese
753
Ia letteratura franco-veneta
755
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9)9 , iEs
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8
756 757
cterauT2 rnco-ena
a ieneratura fraracr eneta
orino i952,pp
32-31 e 66. Sulla ingca
manica fragmenta, dialetto 1ene%, It, trs0T1 alia ingua d ci
d t a r B a m , ibed, pp. t48-14. Per i (ar de a m i i A. CavALIERE, proingo mt Stuai nei
R. Ist. Veneto», s.
negl Atti diel VII, t. VE (T8G6-
hiaiG 191%. Per il Feaugae de Candit, veda !extzione
ancora
, S.
oltre alic seguenti exdiz:onm de: singoit pocm.i:J. RETNHOLD, Die jranto-ifabierisher an codice
da
56-94, da
at utilizzare tenendo presenti le correzioni di G. BER VIL, t. 1-
XXXv (1911
R die Bore d-intona, nella « Zeitschritt tur roman1sche Philologie», 1893), Pp. romanische
Philologie », XXXTV (1910). pp. 86-88.
Beria de für
xXXVE (19T2). pp. i-32; A. tssAFTA, grar pii, in schrift
PP 5-6o7. 68i-714, erra d'A#ila di Niccoló da Casola, si veda 1'edizione. can
e
F. GUESSARD, Maraire,
Paris 1866; A. MuSsAFLA, Alfranzö- radberlinese, in « Studj romanzi , XX der berl. franko-venezianischer Ch
.
MA
216, 335-361, $11-525; Wien 1864. Sulla lingua:
Knd SJziaxX m
Huon
Handschriften, 1, Macaire, NONE, Formenlebre fu
pubblicato da A.BaRToLI, nel suo laroro I a
Ssiscbe Gedichie ans renezianiscben (Cod. Gall. XIII), Leipzig 1936. L Hector
poemotów rekopisu weneckiego ote.
J. REINHOLD, Dyaiekt franco-w laskich Sui rapporti c o n le re diei francesi della Biblioteca Marciana di Venezia, I (Solo pubblicato), in Archivio veneto
«
I34-204.
Akad. Umiejetno[ci », LI (1912), pp. Verhälinis Kamarao e
LESENgrino tu pubblicato nella redazione
in «Rozprawy die I1, PP. 331-300.
Ueber gegenseitige T t (1872), parte
limitiamo a segnalare: H. PAETz, Bodlelana di Oxtord da E. TezA, Rainardo e
dazioni francesi, ci
gereimten Fassungen des Bueve
del cod. Canonici
it. 48 della ngrino,
und französiscben
franko-italienischen der contenuta in un cod. della Biblioteca Arcivescovile di Udine, da
der venetianischen, der et la Berte d' Adenet,
in « Cul-
Pisa 1869; nell'altra,
A. HENRY, aerta de li gran pié del « Giornale di Filologia
r o m a n z a », II (1879),
Pp. 153-163,; entrambe
de Hantone, Halle 1913; Saggio comparativo sull'Uggieri R. PuTELLI, in
xXI (1961), PP.
135-140; M. EusSEBI, da E. MARTIN, nella sua edizione del Roman de Renard,
neolatina », Saga e nella Karl Magnus le redazioni sono ripubblicate
del Danese nella Karlamagnús
tura
è stata criticamente
fr. XIIl e la leggenda 358-38o; la redazione oxoniense poi
ms. marciano
vol. I1, Strasbourg 1885, pp.
Condotta AvALLE in Poeti del Duecento a cura di G. CoNTINI, Milano-Napoli
Krenike, ibid., pp. I4T-145. c u r a di A. THoMAS,
Paris 1913, riedita da D'A. S. sono inoltre da ricordare
si veda l'edizione a notizia P. Az- Con nota al testo nel vol. 11, p. 853;
Dell' Entrée d'Espagne d'altri due
frammenti
manoscritti danno
1960, vol. 1, pp. 811-841, Darmstadt 1903; A. CABONI,
Di Renartbrancben,
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Gall. xxi. A. MONTEVERDI,
sul cod. Marc. XII (1928), pP. 233-264,
e
Romanicum », diede
BISCHER, in «
Archivum L'edizione del Thomas
Note e correzioni al «
Rainardo e Lesengrino »,
tardine
III (196o), p. 75. HR. JAUSS, Une transformation
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civilisation médiévale poi Lincei », serie vi, vol. x1 (1936), pp. 936-973;
de raccolta
da parte di F. ToRRACA,
in Cahiers
«
recensione è di in « Cultura neolatina », xXI (1961), pp.
214
de l'epopée animale: Rainaldo e Lesengrino,
successiva,
a un'importante Tra la bibliografia
OCcasione
è ancora, per la mas-
Firenze 1923, PP. 164-241. Entrée d'Espagne, Spagna,
Rotta
de Bavière, c o n s e r v a t o nel cod. Vat. urbinate ;81,
Stndi di storia letteraria, DioNISOTTI, 219. L'Aquilon di P. H. CorONEDI, in
« Archi-
lo studio di C. 207-241, del
Sima parte, inedito; su di esso
si può vedere lo studio
f o n d a m e n t a l e importanza Modena 1959, vol. 1, PP. è stato restituito
di A. Monteverdi,
Espagne e dai
Fatti il nome esatto dell'autore
vum Komanicum », xIx (1935), pp. 237-304;
RucGIERI, Dall'Entrée d'
Studi in onore
di Roncisvalle, in discussa da R. M. neolatina »,
conclusione è
Gonzagbesco,
in « Cultura dal Dionisotti, nel saggio già citato.
quale u n a » dellInventario RoNcCAGLIA,
alla « materia
di Spagna di fonti, A.
de Spagna u n a questione
Citiamo a n c o r a , per 191-205; per
182-190. neolatina », xxI (1961), Pp.
XXI (1961), PP. dell'autore del'
En-
in « Cultura
eschieles de Rollant» e la
cultura
« Les quatre Note sulla personalità 175-181.
culturale, A.
M. FINOLI, neolatina », XxI (1961),
Pp.
u n profilo Cultura 8oo versi),
stèsso fasc. di « Pampelane (circa
nello
e della
Prise de
irée d'Espagne, versi) recentissimo
vo-
REG 758
61Ss