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Tr ecan bew le soenco.


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C mtem e a t paus tonaz
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Oit fi Joas heto'lefi on.

Pagina di un codice (sec. xiv) dell' Entrée d'Espagne


ornato da miniature di scuola veneta con influssi padani.
Venezia, Biblioteca Marciana (ms. Franc. 21, f. 28r).

750
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Ltitte.
A

dell'Entrée d'Espagne
codice (sec. xIv) padani.
Pagina di un
veneta con
influssi

da miniature di scuola Franc. 21, f. 145).


ornato
Biblioteca
Marciana (ms.
Venczia,

751
la char oit blanche nif desendue,
come
color vermoil come graine vendue,
boche petite, denteüre menue,
oil oit riant, qant ert plus ireschue;
sa blonde crine ne vos ai manteüe;
soz ciel n'a home, tant ait chiere barbue,
ne la querist avoir en si braz nue.
Roland la garde, trestot le sang li mue;
non la voudroit le ber avoir veüe;

d'Audein li membre, tot le vis li tresue.

Nonostante l'amore che Dionés gli offre, Rolando si mantiene fedele ad Alda;
ma l'unilateralità guerriera, l'austerità rigida e
quasi ieratica del suo primitivo
carattere sono ormai rotte. Benché l'autore avverta esplicitamente che le storie
di Carlo non
somigliano alle favole
d'Artù (« ne vos sanbleront mie de les flabes
d'Artu »), un soffio d'atmosfera arturiana è penetrato nelle canzoni di
gesta.
Siamo alle soglie d'una nuova vitalissima tradizione, che proprio di qui prenderà
le mosse e che culminerà nei
poemi cavallereschi rinascimentali del Boiardo e
dell' Ariosto.
L'Entrée opera d'uno scrittore assai più che i suoi confratelli francesi
provvisto di letture classiche e contemporanee (dai Disticha Catonis e dalle com-
pilazioni scolastiche di storia romana alla narrativa epica, ai romanzi d'Enea
e di Troia, d'Alessandro e
d'Artù, e sino al Milione di Marco Polo), provvisto
altresi di qualità originali d'estro
immaginativo e d'un senso
equilibrato della
forma espressiva-non mancò di successo, sia
pur limitatamente all'Italia. Oltre
al marciano (Gall.
xxr), ci sono giunti frammenti d'altri due manoscritti che la
contenevano, e sappiamo che altre due copie, oltre quella pervenutaci, erano

I Cfr. L'entrée d'Espagne, ed. A. Thomas, re Salindro." E


Paris 1913, vv.
12523-12564.Come Rolando
«
quegli se ne va a
cavallo. Il duca rimase per armare preparare i
volle allacciarsi l'elmo, intorno a lui erano molti la sua per-
sona. Rolando si prepara, che prodezza sa-
valenti cavalieri. La figlia del re lo va a
con la sua
prendere luta. La ricca corazza aveva
indossata, armi non
mano, cortesemente gli rivolse la pa- teme
rola: "
quanto ramicello fogliuto; stringe le
un
Gentiluomo, fratello, non vi spiaccia, corregge della sua spada affilata. La figlia del re
voi avete impreso
per salvare la mia vita una gli è venuta dinanzi, gli allaccia l'elmo, si dà
battaglia molto rischiosa contro il più valente
uomo che sia di
ogni premura: mai tale sergente fu visto; sem-
qua dal mare: siete in pericolo bra un angelo disceso dalle nubi. La
di morte, e io d'essere bruciata viva. carne aveva
Per il me- bianca come neve
glio vorrei pregarvi che consentiate ch'io armi appena caduta, carnagione ver-
la vostra " miglia come grana di pregio, bocca piccola, den-
lando,
persona.
" Madamigella," dice Ro- tatura minuta, occhi aveva ridenti
quando piu
volentieri; ma ho armi che puunto era triste, e la sua bionda
non
voglio cambiare: le chioma non v'ho men-
che molto le
conquistai a un
Franco, tovato; non c'è sotto il cielo uomo per
aveva care. Scudo e lancia
vi do- quanto
austero che non desiderasse stringerla nuda tra
mando, ecavallo: il mio è fiacco, e debbo rinun-
ciarvi perché ha sofferto il mare. le braccia. Rolando la guarda, il sangue
Disse Dionés:
"

gli si rimescola, non vorrebbe il valoroso averla


tutto
Non preoccupatevi." L'ardito
soldano disse vista, d'Alda gli rimembra,
al suo scudiero: " " tutto il viso gli s'im
Va, gli dice, e portami "

perla di sudore. »
qui il cavallo bianco che l'altr'ieri m'inviò il

752
Un pastore:
particolarc dell'affrcsco con /.a fuga in Egitlo di Altichiero.
Padova, Oratorio di San Giorgio.
La letteratur
dalla biblioteca di Francesco anco-veneta
edute
continuazione che il poema ebbe nellaGonzaga Del successo test
la contin
la
Prise de testimon 1a po
23 da Nicolò da Verona, autore anche Pampelune,
d'un altro composta intorno
classico, la che Phar sale, deriva poema epico,
d'una Passion, sempre in
a sua
materia questa volta
ano. e
franco-veneto. Tre versi
della
addirittura da Lu-
alrresi in acrostico entrO 10 Stesso poema, Pharsale, riprodotti
c'informano che
e

Nicolais le rima do
païs veronais,
por amor suen segnor, de
Ferare marcois,
corant mil e trois cent ans e
quarant'e trois.
T1dedicatario del poema era dunque l'estense Nicolò I
altro che improbabile T'identificazione del nostro
(m. 1344); e risulta
rimatore con un « do-
minns Nicolaus de Verona, legum doctor », 1l cui nome
compare, verso il Iz40.
in una matricola dei dottori giuristi dello Studio di Padova. Sia o no da accet
questa identificazione (proposta dal iccet
rare Crescini), quel che dal punto di vista
ctorico importa sottolineare e la figura nuova impersonata da Nicolò veronese:
il primo autore franco-veneto che mostri e anzi ostenti, oltre che una solida cul-
tura, una matura consapevolezza letteraria dell'opera sua e che tenga a tramandarci
il suo nome, firmandola, cosi come tiene a certe rivendicazioni d'orgoglio na-
zionale, quali l'attribuzione della conquista di Pamplona a merito soprattutto di
re Desiderio e dei suoi Lombardi, o, ancor più significativa, l'adozione ed esal-
tazione delle antiche gesta romane come nuova materia di canto, non meno degna
di-di
quanto fossero le tradizionali gesta di Francia; poeta dobbiamo riconoscerlo
non calda vena, ma pur capace di sviluppare felicemente un'invenzione
come quella del tipo d'Estout, il futuro Astolfo dell'Innamorato e del Furioso;
e soprattutto « poeta di corte », e, per tale qualità, predecessore diretto dei grandi
poeti che fioriranno, di qui a un secolo e mezzo, nella corte estense.
Nicolò da
Sulla stessa linea si colloca, nella seconda metà del secolo xIv,
un notaio bolognese costretto dalla dominazione viscontea ad esulare
4 d'un rinnova-
4nel Veneto e più tardia Ferrara-il quale pure tentò la via
na21onale dei temi cavallereschi, componendo un pesante poema su
dall'amico
Gerra d'Aitila. L'opera, cui Nicolò (incoraggiato
la
ferrarese Simone decennio, lasciandola
ancor lontana

dalla fine
fine
Bisone) attese per oltre un
destinata n
dedica
(più di trentasettemila versi),
era
al cor l c i canti d'Este: ed espicita
e in Ariosti, zio del marchese Aldobrandino
essa dinastia estense, Un
Iogenitore a
progenitore
l'intenzio
e cortigiana di celebrare le glorie della
difensori del
fieri
(ilOroso Forest) spicca tra i più
valoroso principe
12 contr prin
Cnlere unne, mentre un altro il bellissimo ACcarino) P
Cir. Pharsale, amore
del suo signore,
ed. H. per 1343.»
apilette
Catlettera delle
4445-47, ripetuti hle, Marburg del paese
veronese,

di Ferrara,
correndo
l'anno

in acrostico
tico dai
lasse 3-90.
3-96. Nicolò lo rimo,
l1marchese

753
Ia letteratura franco-veneta

cui pure occorreva


va accennare, Sono fuori ormai dal nostro quadro. (Qui sarà

di sottolineare come la fedeltà ai personaggi della materia carolingia,


solo il caso
franco-veneta, la fedeltà
tra noi tanto deve alla fioritura
la cui
aclimatazione a quel pronto compe
d'Orlando, sia condizione funzionale
al nome prestigioso dei sentimenti che fa
mondo fittizio della narrazione e mondo reale
netrarsi tra
una suggestiva metatora
della vita umana, a m o r o s a m e n t e
ariostesca
della favola sua libertà, in un quadro di perfetta
ar-
sua ricchezza c nella
contemplata nella
monia spirituale.

755
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ana e srolo di Marco Polo, Firenze 1955, e Nel VII centenario della nascitacwmlta di
veE l I, PP. 707-717; per il valore testuale del ms., s'aggiunga
9)9 , iEs
Polo, Venezia 1915, infine il libro di L. OLscHKI, L'Asia di Marty n c di A. RosELLINI, Rolandiana marciana: il ms. V4
nell'insieme della
tradigone
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progetto d'edizione critica della Chanson de Roland e posizione
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t la critica al
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En
o7247 prose de Tristan, le roman de Palamède et LOSETH Caltura neolatina », xx1 (1961), Pp. 20-33; pet infine, anche al fa
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neolatina
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BERTONI, I1 Duecento, Milano Scritti di varia letteratura, Milano 193)» FLi A. DE MANDACH, À ia decomerte d'an owel «Aprenon dlieant dansle m. fr. Vu
1939, III ed., pp. 74-9I (cOn le antone, ibid., pp. I 16-122. Per 1l'Aliscans: M. TYsSENY
8
756 757
cterauT2 rnco-ena
a ieneratura fraracr eneta
orino i952,pp
32-31 e 66. Sulla ingca
manica fragmenta, dialetto 1ene%, It, trs0T1 alia ingua d ci
d t a r B a m , ibed, pp. t48-14. Per i (ar de a m i i A. CavALIERE, proingo mt Stuai nei
R. Ist. Veneto», s.
negl Atti diel VII, t. VE (T8G6-
hiaiG 191%. Per il Feaugae de Candit, veda !extzione
ancora

de Nanei, Napois si d XIV, e d i t a da A. MusSAFLA,


Prise è
stata Aifranzi G:dicele P.12312
SCHTLTZ-GoRA, Desden 19c9-1936. La de Panpe lune, Wien 1364: la Pharsalz da H.
tacsimile tototipico, c o n proemin d: P. RAs L a prie WaHLE,
Della Gtternor si pud vedere il
Ls «tste Framor t 2 a (codict mircians kI[l della serie france:, Mlano 1926. Passion
da . TELLANI, Sal
ASTELLANI, fondo Jraneese Gela
Jal fona6
Brolinteca Martan Marburz
a d esso recente i e n t e a g T 0 , negii « Atti del R. Ist, eneto

, S.
oltre alic seguenti exdiz:onm de: singoit pocm.i:J. RETNHOLD, Die jranto-ifabierisher an codice

da
56-94, da
at utilizzare tenendo presenti le correzioni di G. BER VIL, t. 1-
XXXv (1911
R die Bore d-intona, nella « Zeitschritt tur roman1sche Philologie», 1893), Pp. romanische
Philologie », XXXTV (1910). pp. 86-88.
Beria de für
xXXVE (19T2). pp. i-32; A. tssAFTA, grar pii, in schrift
PP 5-6o7. 68i-714, erra d'A#ila di Niccoló da Casola, si veda 1'edizione. can
e

e IV (875), pp. 91-107: . REINHOLD, Karleso,


Romania», itr (z 874), pp. 339-364. glossario, a cura di G. STENDARDO, IOdena 194i, e, tra gli studi precedent
XXXViEt (1913), Pp. 145-176, 287-5 12 note e
nellaZeitschrift für romanische Philologie», di G. BERTONI, Afiila, poema jrano-iialiano di Nicola da Caols, Frihus
xIv (1885), pp. 177
e 641-6-: A. MtssAFEA,
Beria e Milone; Orlandino, in « Romania », il saggto relativa agli altri test. Dell H
'ersion der Enfances Ogier nach dem Codex Mar Co. infine, qualche indicazione
elencate da L. A. MerEGaZZI nella \ess
206:J. StBAR, Die franko-itaiieniscóeromanische solo stampe parziali,
etanus XIil, nella
Zeitschrift
« für Philologie », XXXIIT (1909), Pp. 36 messa alla sua edizione dell'Episodio del prete Gianni nell'« Ugo d'Aierria »2seconda
Modern Philology », VIII (1910-191 1), Pp. 187-
S70: B. CERF, Chbevalerie Ogier,
in
935), PP. 5-69; per la lingua cit. FF. .
«

F. GUESSARD, Maraire,
Paris 1866; A. MuSsAFLA, Alfranzö- radberlinese, in « Studj romanzi , XX der berl. franko-venezianischer Ch
.
MA
216, 335-361, $11-525; Wien 1864. Sulla lingua:
Knd SJziaxX m
Huon
Handschriften, 1, Macaire, NONE, Formenlebre fu
pubblicato da A.BaRToLI, nel suo laroro I a
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dazioni francesi, ci
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del cod. Canonici
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135-140; M. EusSEBI, da E. MARTIN, nella sua edizione del Roman de Renard,
neolatina », Saga e nella Karl Magnus le redazioni sono ripubblicate
del Danese nella Karlamagnús
tura
è stata criticamente
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Condotta AvALLE in Poeti del Duecento a cura di G. CoNTINI, Milano-Napoli
Krenike, ibid., pp. I4T-145. c u r a di A. THoMAS,
Paris 1913, riedita da D'A. S. sono inoltre da ricordare
si veda l'edizione a notizia P. Az- Con nota al testo nel vol. 11, p. 853;
Dell' Entrée d'Espagne d'altri due
frammenti
manoscritti danno
1960, vol. 1, pp. 811-841, Darmstadt 1903; A. CABONI,
Di Renartbrancben,
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sul cod. Marc. XII (1928), pP. 233-264,
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Note e correzioni al «
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tardine
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de raccolta
da parte di F. ToRRACA,
in Cahiers
«
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214
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successiva,
a un'importante Tra la bibliografia
OCcasione
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Stndi di storia letteraria, DioNISOTTI, 219. L'Aquilon di P. H. CorONEDI, in
« Archi-
lo studio di C. 207-241, del
Sima parte, inedito; su di esso
si può vedere lo studio
f o n d a m e n t a l e importanza Modena 1959, vol. 1, PP. è stato restituito
di A. Monteverdi,
Espagne e dai
Fatti il nome esatto dell'autore
vum Komanicum », xIx (1935), pp. 237-304;
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Studi in onore
di Roncisvalle, in discussa da R. M. neolatina »,
conclusione è
Gonzagbesco,
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quale u n a » dellInventario RoNcCAGLIA,
alla « materia
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de Spagna u n a questione
Citiamo a n c o r a , per 191-205; per
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XXI (1961), PP. dell'autore del'
En-
in « Cultura
eschieles de Rollant» e la
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« Les quatre Note sulla personalità 175-181.
culturale, A.
M. FINOLI, neolatina », XxI (1961),
Pp.
u n profilo Cultura 8oo versi),
stèsso fasc. di « Pampelane (circa
nello
e della
Prise de
irée d'Espagne, versi) recentissimo
vo-

Estratti dell' Entrée


d'Espagne (circa 9oo si possono
leggere nel
italiano moderno,
traduzione a
fronte in Torino 1965.
data
con del Trecento, Di una
Poemi cavallereschi di V. CREsCINT,
FerRERO, scritti
lume di G. G. fondamentali
due
Istituto
V e n e t o di dC.
Verona s o n o del R.
Su N i c o l ò da in « Atti Verona, neg
franc0-veneta, Di Nicolò da
neila storia dell'epopea 115o-1174,
e
volume
Ko-
mportane pp. nel
s. vIT, t. vir (1895- 1896), entrambi raccolti poi
I e t t . ed Arti »,
pp. 1290-1306,
759
v I I I (1896-1897),
A t t i », t.
stessi

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