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LEVI, Primo. Si això és un home

Article · January 1997


Source: OAI

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Francesco Ardolino
University of Barcelona
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Ressenyes Quaderns d’Italià 2, 1997 161

ria pogut amagar-la, o bé mostrar-la amb che del termine moti (‘movimenti’,
paraules encobertes, com havien fet al- ‘sussulti’ per ‘azioni gloriose e vitali’)
tres. Dir la veritat fou la seva acció i, com adoperato nel brano finale del Cantico
que dir la veritat és sempre una cosa una del gallo silvestre («Tempo verrà, che esso
mica heroica, fins i tot en les circumstàn- universo, e la natura medesima, sarà
cies mínimes de la vida, la seva acció, que spenta. E nel modo che di grandissimi
apuntava al destí mateix de l'home, regni ed imperi umani, e loro maravi-
fou d'allò més heroica». Che è poi l'idea gliosi moti […] non resta oggi segno né
su cui batte pure la posfazione di Arqués fama alcuna…»), che Unamuno traduce
—La mirada malenconiosa o la mirada col neologismo «moviciones» —più atto
de la veritat—, volta a stabilire sin dal a indicare ‘giri’— laddove Arqués prefe-
titolo l'equazione verità = sguardo ma- risce convertirlo in un esplicito ‘imprese’
linconico. («…I així com dels grandíssims regnes i
La stessa coerente sobrietà contraddi- imperis humans i de les seves gestes…».
stingue l'essenziale apparato di note, in- Ma proprio per questa estrema difficoltà
dirizzate a fornire una veduta d'insieme —felicemente superata nella maggior
di ciascuna operetta, nonché chiarimenti parte dei casi, come rare volte era avve-
puntuali sul pensiero dell'autore (qual- nuto nelle precedenti versioni castiglia-
cuno anche sullo stile), e soprattutto in- ne— il problema avrebbe richiesto con-
formazioni esatte sulle allusioni e sulle tinue autogiustificazioni del curatore, il
fonti del testo, peraltro convenientemen- che, come ebbe a dire Manzoni nell'In-
te messo in rapporto con altre opere leo- troduzione ai Promessi sposi, sarebbe
pardiane (Canti, Zibaldone, Epistolario, equivalso a scrivere «un libro impegnato
altre operette). Sottace invece Arqués (sal- a giustificarne un altro». Sarebbe semmai
vo una argomentata avvertenza sull'in- il caso di invitare gli editori catalani a ri-
traducibilità dei termini animo e spirito) perete l'operazione con lo Zibaldone di
l'improbo lavoro durato a volgere in lin- pensieri, il che agevolerebbe non poco la
gua catalana —scorrevole eppure non comprensione di tutte le altre opere leo-
appiattita— una prosa di resa difficilissi- pardiane, compresa questa.
ma quanto a lessico, ritmo e sintassi; ba-
sti pensare alle implicazioni materialisti- María de las Nieves Muñiz Muñiz

Primo LEVI, Si això és un home , Barcelona: Edicions 62, 1996; trad. di


Francesc Miravitlles.

Ha ragione Vicenç Villatoro a chiedersi, razione del comportamento umano, e la


nel prologo del libro, quale sia la maniera conseguente necessità etica di ordinare
più opportuna per tramandare la memo- tutto questo materiale e dotarlo di senso.
ria dell’Olocausto. La grandezza di Pri- Allo stesso tempo, l’opera entra a pieno
mo Levi sta proprio nell’aver saputo for- diritto nell’universo della letteratura pro-
nire una risposta che ha travalicato vocando perciò un evidente imbarazzo ai
l’incasellamento in qualsiasi genere, sia critici che, letterariamente, hanno dovuto
esso storico, saggistico o letterario. Stabi- giudicarla. Del resto, lo stesso piano
lire delle definizioni da applicare a Se dell’espressione è elemento trainante del
questo è un uomo resta tuttora un compi- discorso, con una «sintassi della memo-
to difficile visto che scorrono lungo il ria» che in un primo momento segue ra-
testo le tensioni della testimonianza di- pidissima gli eventi, poi indugia sulla ri-
retta, il tentativo di comprendere l’aber- flessione e, alla fine, corre freneticamente
162 Quaderns d’Italià 2, 1997 Ressenyes

verso la conclusione segnando la libera- inevitabilmente si deve perdere con


zione del personaggio dal campo di con- l’esplicitazione della frase relativa nel ca-
centramento. A dare fede di questa cen- poverso successivo. Per quanto riguarda
tralità dello stile, si prenda il capitolo poi l’uso degli aggettivi, che in Levi sono
intitolato «Il canto di Ulisse», nella se- momenti di spietato riconoscimento di
conda metà del libro. Sin dall’inizio il sé e degli altri nell’abbrutimento della
brano si caratterizza per il miscuglio cao- pena, nella traduzione sembrano addol-
tico delle lingue parlate nel Lager. Il pro- cirsi, ma la durezza semantica perduta si
tagonista viene scelto come accompa- cela intatta dietro l’eufemismo (come
gnante del ragazzo francese addetto a nelle «sorpreses desagradables»). Miravit-
ritirare il rancio e i due, intraprendendo lles si muove, quindi, su due binari: da
il cammino, danno vita a un dialogo. Il una parte, deve sostenere lessicalmente la
ragazzo parla perfettamente anche il te- disumanizzazione progressiva impietosa-
desco e vorrebbe imparare l’italiano. Co- mente presentata nell’ originale; dall’al-
sì, Levi decide di recitargli e spiegargli il tra, mantenere l’immediatezza degli av-
XXVI canto dell’Inferno, e il racconto venimenti con uno stile nominale, fatto
tocca punte d’intensa drammaticità. Sul- di cose, che nella lingua d’arrivo non può
lo sfondo della babele che domina il La- essere riportato specularmente. Ecco co-
ger, dove anche i codici linguistici sono me si apre l’ultimo brano del libro:
stati calpestati, si staglia lo sforzo dispe-
rato e epico del protagonista di recuperare L’alba. Sul pavimento, l’infame tumulo
il segno sprofondato, di impedire, con il di membra stecchite, la cosa Sómogyi.
ricordo della Cultura, la cancellazione L’alba. A terra, l’infame revoltim de mem-
della comunicazione umana. bres remagrits, la cosa anomenada Sómo-
Insomma, si tratta di un libro che so- gyi.
lo in superficie può apparire facile da tra-
durre. Francesc Miravitlles se la cava Dove «anomenada» non è semplice
egregiamente, e specialmente nella parte zeppa ma strutturazione indispensabile
finale quando gli avvenimenti si susse- ad evitare in catalano giochi di colore, to-
guono con ritmo incalzante. Vediamo ni surrealistici senz’altro fuori luogo.
un esempio: Discordiamo, invece, dal traduttore
in alcuni sporadici calchi di costruzione,
La notte riservò brutte sorprese. Lak- probabilmente usati per tenere testa al
maker, della cuccetta sotto la mia, era flusso narrativo, in particolare nella ri-
uno sciagurato rottame umano. Era (o produzione pedissequa del trapassato ita-
era stato) un ebreo olandese di dicias- liano anche quando esso assume un
sette anni, alto, magro e mite. aspetto perfettivo. Come nell’apertura
dell’opera:
La nit ens reservava sorpreses desagrada-
bles. Lakmaker, que ocupava la llitera
inferior a la meva, era una pobra desferra Ero stato catturato dalla Milizia fascista
humana. Era (o havia estat) un jueu il 13 dicembre 1943.
holandès de disset anys, alt, prim i afable. Havia estat capturat per la milícia feixista
el 13 de desembre de 1943.
È un piccolo brano, per lo più de-
scrittivo, ma basta per notare alcuni ac- Ma sono peccata minora, sfumature
corgimenti usati dal traduttore. Il primo sempre discutibili, di fronte a una tradu-
verbo viene reso in catalano con l’imper- zione che è riuscita a riportare la forza
fetto (= futuro nel passato) per anticipare d’impatto di un testo straordinario e,
l’episodio e guadagnare quel tempo che purtroppo, più che mai necessario di
Ressenyes Quaderns d’Italià 2, 1997 163

fronte al becero revisionismo che dilaga sentazione, priva di ogni retorica, del do-
per tutta Europa. Da parte nostra, non lore e del Male dell’uomo.
possiamo che consigliare al pubblico ca-
talano la lettura di questo libro, rappre- Francesco Ardolino

Eugenio MONTALE, Xènia, Barcelona: Edicions 62, 1995; trad. de Jordi


Cornudella, pròleg de Raffaele Pinto.

Xenia d'Eugenio Montale - Xènia en el posada per Pinto, que cal admirar pel do-
nou volum de la col·lecció «L'escorpí. ble resultat que obté: el d’un assaig lúcid
Poesia Universal del Segle XX», (com de i ple d’interès (on el lector troba discri-
costum, una elegant edició bilingüe): «28 minades les línies de càrrega principals
petits poemes on s’oculta el major esforç de la poesia de Montale) que és alhora
d’intel·ligència i la més intensa vibració convit i orientació a la lectura, que satisfà
de poesia que Montale ha sabut pro- a més un equilibri de registre més excep-
duir», en paraules de R. Pinto, autor de ció que norma. La lectura es veu sens
la modèlica introducció que s’hi inclou. dubte afavorida amb propostes de ruta
Un nou element, en definitiva (ocasió d'aquesta qualitat— més si troba espai
s’estaria temptat de dir) en el continu més enllà d’àmbits acadèmics, com és
fluctuar del tracte entre els mons cultu- d’esperar tenint en compte les caracterís-
rals italià i català —un vaivé de proximi- tiques d’aquesta poesia, per a la qual, s’ha
tats i llunyanies; gairebé una germanor de fet notar, els riscos de malentès són nota-
lonh, sobretot pel que fa a l’actitud de la bles: com deia Contini, més que no tro-
cultura catalana en referència amb la ita- bar-se dins dels confins de la poesia, es
liana: una presència intangible però per- mou en els seus límits (en el llindar, si
sistent en l'horitzó cultural, intermiten- pensem a Rella). L'eix de l'absència esde-
ment resolta de manera tangible— vé a Xenia el motiu conductor d’aquesta
Montale hi exemplifica, en aquest sentit, tensió del límit —límit que és també
un flux bidireccional (bastaria la límpida moral i vital: la certesa única de la manca
cristal·linitat de la traducció del «Cant de certeses, del buit del temps, del no-res
Espiritual» per sostenir-ho). En la versió com a presència (d’on aquell lliscar clar
de Cornudella tenim disponible de ma- cap a una religiositat de contorns vagues
nera òptima la completa sèrie d’epigra- però d’intensa vibració). L’experiència
mes en català, segons l’edició del 1971 de s’articula així en un compost d’alternan-
Satura —és a dir, sense la modificació ces, que fon l’aparent a-poeticitat del
de lloc del poema I,12 que apareix a quotidià que l’expressa amb la projecció
l’edició crítica de L’opera in versi (1981). de la seva essència íntimament poètica; la
La significació d’aquesta novetat edi- incomunicabilitat i la unicitat humanes
torial, que coincideix gairebé amb el cen- amb la seva qualitat transcendent. La
tenari montalià i el seguit d’activitats que munió de petits indicis de vida diària es
ha generat, és múltiple. Principalment transforma aquí en vehicle sobri d’aquest
perquè presenta una mostra singular de viure en el límit poètic —al capdavall,
l’obra de Montale: allò que en concepte i essències del «correlat objectiu» (ni que
execució constitueix gairebé un compen- calgui afegir-hi impropi com s’ha dit),
di de la seva poètica, concentrat del procés transversal en tota la seva obra: «fe en les
de sintonia constant del poeta i els seus coses», tal com descriu Rella la instància
modes expressius amb l’horitzó històric i salvífica que contenen. L'objecte quoti-
existencial propi —en la descripció pro- dià hi emergeix així com amarat de l’eter-

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