Sei sulla pagina 1di 7

TESTO A FRONTE

Paul Auster, Disappearances

a cura di Massimo Bocchiola

Si annuncia a medio termine la pubbli- anni (ricordo che lo scrittore è nato nel 1947
cazione presso Einaudi di Disappearances, a Newark, nel New Jersey), prima di dedi-
l’antologia di scritture poetiche (in versi e carsi alla prosa, con una scelta a oggi defi-
nella prosa molto rarefatta della sezione nitiva.
White Spaces) di Paul Auster. Farà seguito Ho accennato a L’arte della fame. Una
ad altri due libri austeriani che ho avuto la prima considerazione a uso di chi segue
fortuna di tradurre, cioè L’arte della fame Paul Auster con passione, o anche soltanto
(una raccolta, già in libreria, di articoli e re- con l’interesse dovuto a un intellettuale
censioni per lo più giovanili, ma anche re- dalle geometrie interne così tese e coese (di
centissimi, di cui poesia e poeti sono il te- tanto maggior fascino, in quanto non ne-
ma principale) e Il libro delle illusioni, in cor- cessariamente euclidee) è che leggere quel-
so di pubblicazione la raccolta di saggi e questa antologia im-
Disappearances, pubblicato nel 1988 da pone il piacere di continui andirivieni dal-
The Overlook Press, fuori catalogo anche l’una all’altra. L’intreccio – a quest’altezza
negli Stati Uniti ma non difficile da reperi- di tempo – fra l’Auster critico e prefatore e
re usato tramite Internet, è un volume di l’Auster poeta o prosatore d’arte, in retro-
poco più di cento pagine che si apre con spettiva ci appare subito determinante, an-
Spokes (un poemetto, o piuttosto una suite, che perché una faccia della raffinatezza di
del 1970, apparso su “Poetry”) e seleziona questo autore è il suo giocare a carte (rela-
quindi testi pubblicati via via nelle raccolte tivamente) scoperte. Così l’interesse auste-
Unearth (Living Hand, 1974), Wall Writing riano, ad esempio, per alcuni poeti france-
(The Figures, 1976), Fragments from Cold si del Novecento, o per Paul Celan, o per
(Parenthèse, 1977), White Spaces (Station Ungaretti, lega i testi di Disappearances con
Hill, 1980) e Facing the Music (Station Hill, quello che, ben più di una mimesi d’ap-
1980). Poesia, dunque, presumibilmente prendista, appare il primo filo di una tra-
composta da Auster fra i venti e i trentatrè ma di vita e letteratura – solida e impalpa-

* Massimo Bocchiola è nato e vive a Pavia. È tra- numerosi altri autori. Nel 2000 è stato premiato per
duttore professionista dall’inglese per Einaudi, la sua attività dal Ministero della Cultura. Ha col-
Guanda, Rizzoli e altre case editrici. Di Auster ha laborato a “Poesia”, “Testo a Fronte”, “Nuovi Ar-
tradotto L’invenzione della solitudine, Trilogia di gomenti” e altre riviste. È autore di tre raccolte di
New York, Sbarcare il lunario, Lulu on the bridge, poesie.
Timbuctù, Esperimento di verità, L’arte della fame
e, in preparazione, Il libro delle illusioni, oltre a Ringraziamo Paul Auster e l’editore Einaudi
opere di Kerouac, Pynchon, DeLillo, Amis, Welsh e per questo estratto da Disappearances.

20
TESTO A FRONTE

bile – da cui ancora oggi, oltre vent’anni parola austeriana per eccellenza) all’anto-
dopo, prende sostanza l’arte dell’Auster logia; e rappresenta una piccola raccolta
romanziere. autonoma, completa, evoluta e palindro-
Perché ogni tanto, ma sempre troppo ma in andata/ritorno un incipit verbaliz-
spesso, succede di sentire rimproverare a zato (il primo verso è Out of solitude he be-
questo scrittore un’ossessiva fedeltà ai pro- gins again e l’ossimoro finale And it is the end
pri temi e personaggi. È vero: Auster è un of time // that begins). La sequenza è domi-
narratore che non sorprende, e questo può nata dall’onnivoro semantico del muro,
disamorare un lettore di narrativa anche esistenziale e sepolcrale: tutto trova una
colto e agguerrito. Soprattutto pensando simbolizzazione in esso, poiché il muro è
all’apparente immutabilità della sua prosa inconoscibilità, e dunque morte (It is a
(un’immutabilità, per l’appunto, quanto wall. And the wall is death); è mutismo ma
mai “apparente”, considerando che quella è anche “orecchio” e potenziale interlocu-
prosa è diventata in effetti sempre più den- zione (he will tell it to the very wall / that
sa e accumulatoria), a una costante identità grows before him); e da ultimo parola (fino
enunciativa che alla fine, più che ad altri al paradigma sapienziale: For the wall is a
esempi americani, rimanda alla grande tra- word) e dunque vita.
dizione europea dello scrittore-personag- D’altro canto, questi versi sono tanto
gio-affabulatore. Ed è significativo come, scolpiti nella forma, con un rischio di acer-
per contro, l’io narrante di Auster assuma ba oracolarità, quanto nel significato de-
invece dalla tradizione statunitense le mo- scrivono condizioni di tenebra, di branco-
dalità ultracodificate – spesso al limite del- lamento. Se vogliamo riandare a classiche
la paraletteratura o parodia – del polizie- suggestioni austeriane, suonano come l’e-
sco hard-boiled. strinsecazione in formule di una babelica
Personalmente, dai tempi in cui tradu- ipocondria. La condizione umana è asso-
cevo il mio primo libro austeriano, L’in- luta (im)permeabilità, negazione costante,
venzione della solitudine, la ripetitività di cui insieme di pieni e di vuoti che, compene-
si parla mi è sempre sembrata semplice- trandosi o tenendosi distinti, appaiono
mente quella connaturata al testo poetico, ugualmente refrattari; un insieme di sin-
nei suoi elementi interni come nel suo sta- golari e plurali che, separatamente oscuri,
tuto di coazione, di parto isterico per lo più danno per somma il nulla. Così nell’unità
(ma non sempre, come è noto) progettua- compatta del muro (In the face of the wall) di-
le. Traguardata in questo modo, la recursi- viniamo la somma dei particolari (somma
vità diventa scavo, la replica spirale a pre- che è monstrous: una qualifica terribile, co-
cipizio (Vertigo, appunto) dentro e in dire- gente in quanto anche valutativa in un am-
zione di un vuoto che non sta solo di là dal bito linguistico di dura neutralità), la qua-
muro compatto dell’esistenza, ma è quello le però is nothing. / And it is all that he is.
stesso muro. Solo per sottolineare l’osmosi totale, in
A Disapperances Auster ha assegnato pa- quegli anni Settanta, fra le ricerche temati-
lesemente un cuore, o se vogliamo una vi- co-formali dell’Auster narratore e dell’Au-
te senza fine piantata nel centro: la sezione ster poeta, ricordo la curiosa pièce becket-
omonima, del 1975. Questa Disappearances tiana Laurel e Hardy vanno in paradiso (1976-
en abîme, costituita dai sette componimen- 77, pubblicata in Sbarcare il lunario) che ha
ti che ho qui tradotto, si colloca esattamen- come tema la grottesca edificazione di un
te a metà della diacronia editoriale del- muro (al culmine di questo lavorio di ico-
l’Auster poeta; dà il titolo (e che titolo: la nizzazione si porrà poi il ben più affasci-

21
A cura di Massimo Bocchiola

nante romanzo The Music of Chance, del tocentesca ossessione epilettica del seppel-
1990, dove la costruzione di un altro muro limento prematuro, così sedimentata in
ha i tratti della poena esistenziale). Ma affi- Auster che, ancora nel Libro delle illusioni,
nità tonali non meno sostanziose affiorano un personaggio minore si chiama Jim For-
in numerose pagine de L’Invenzione della so- tunato (come il malcapitato di The Cask of
litudine e della Trilogia di New York. Amontillado di Poe). Da cripte e stanze mu-
Tornando ancora una volta ai saggi de rate Auster fa balenare sempre lampi di lu-
L’arte della fame, se diamo una scorsa ai poe- ciferina intelligenza. Ma sottotraccia, per
ti europei frequentati dal giovane Paul Au- non alimentare troppo la presunzione che
ster, non è difficile ritrovarvi l’immagine ci sia un senso.
del muro come concrezione dell’angoscia Una parola sulla traduzione. Sembran-
novecentesca, satanica antibussola erutta- domi macchinosa, per non dire pedante, la
ta dalle trincee della Somme o del Carso e ricerca di corrispettivi italiani adeguati ai
riprodotta nelle tante Maginot materiali e fondamentali replicanti sonori whole, hole e
ideologiche edificate dopo. La parentela è wall, mi sono accontentato di usare quello
lampante, dichiarata, nei confronti di un che la musica del caso, inesorabilmente, mi
André du Bouchet (di cui mi permetto di porgeva su un piatto d’argento: cioè i tran-
segnalare la selezione di testi Neve d’aprile ci omofoni di intero, foro e muro. E per com-
comparsa nel numero 162 di “Poesia”, nel pensazione, ho preferito seminare i sette
giugno 2002; e le note austeriane sulla sua componimenti di qualche frammento allit-
poesia ne L’arte della fame); ma vorrei indi- terativo in più. Ma sono anche convinto
care anche, fra gli italiani, non tanto l’ov- che, nel tradurre Paul Auster, sia meglio te-
vio Montale quanto il meno immediato ner conto che il dominio stilistico sulla
Ungaretti, fornitore di poetica scabra e di realtà da lui perseguito ha un carattere lai-
strazianti materie prime come la pietra del co, possibilista: a differenza di altri maestri,
San Michele (su Ungaretti si legga, sempre non mi sembra che Auster usi la penna per
ne L’arte della fame, l’ottima nota critica “In- mettere le briglie all’entropia, bensì per
nocenza e memoria”). Ma poi, arruffando evocarla con la leggerezza di una dispera-
babelicamente i fili e giocando a dipana- zione strenua, vitale.
menti più remoti, possiamo risalire all’ot-

Paul Auster Paul Auster


Disappearances (1975) Sparizioni (1975)

1 1
Out of solitude, he begins again – Per solitudine, comincia di nuovo –

as if it were the last time come se fosse l’ultima volta


that he would breathe, che respira,

and therefore it is now e dunque è adesso

that he breathes for the first time che respira per la prima volta
beyond the grasp di là dalla portata

22
TESTO A FRONTE

of the singular. del singolare.

He is alive, and therefore he is nothing È vivo, e dunque non è niente


but what drowns in the fathomless hole se non quello che affonda nel foro insondabile
of his eye, del suo occhio,

and what he sees e ciò che vede


is all that he is not: a city è tutto ciò che lui non è: città

of the undeciphered dell’evento


event, indecifrato,

and therefore a language of stones, e dunque un linguaggio di pietre,


since he knows that for the whole of life sapendo che per la vita intera
a stone una pietra
will give way to another stone farà posto a un’altra pietra

to make a wall per dare forma a un muro

and that all these stones e che tutte le pietre


will form the monstrous sum daranno la somma mostruosa

of particulars. dei particolari.

2 2

It is a wall. And the wall is death. È un muro. E il muro è morte.

Illegible Illeggibile
scrawl of discontent, in the image sgorbio dello scontento, nell’immagine

and after-image of life – e post-immagine della vita –

and the many who are here e i tanti che sono qui
though never born, non essendo mai nati,
and those who would speak e quelli che parlerebbero

to give birth to themselves. per darsi una nascita.

He will learn the speech of this place. Lui imparerà la parlata di qui.
And he will learn to hold his tongue. E imparerà a trattenere la lingua.

For this is his nostalgia: a man. Perché è questa la sua nostalgia: un uomo.

3 3

To hear the silence Ascoltare il silenzio


that follows the word of oneself. Murmur che segue la parola di sé. Murmure

23
A cura di Massimo Bocchiola

of the least stone della minima pietra

shaped in the image formata a immagine


of earth, and those who would speak della terra, e quelli che parlerebbero
to be nothing per non essere niente

but he voice that speaks them altro che la voce che li parla
to the air. all’aria.

And he will tell E lui dirà


of each thing he sees in this space, di ogni cosa che vede in questo spazio,
and he will tell it to the very wall e lo dirà al medesimo muro
that grows before him: che gli cresce di fronte:

and for this, too, there will be a voice, e anche per questo, ci sarà una voce
although it will not be his. se pure non sarà la sua.

Even though he speaks. Anche se parla.

And because he speaks. E in quanto parla.

4 4

There are the many – and they are here: Ci sono i molti – e i molti sono qui:

and for each stone he counts among them e per ogni pietra che conta fra loro
he excludes himself, esclude se stesso,

as if he, too, might begin to breathe come se anche lui, prendesse a respirare
for the first time la prima volta

in the space that separates him nello spazio che lo divide


from himself. da sé.

For the wall is a word. And there is no word Perché il muro è una parola. E non c’è parola
he does not count che lui non conti
as a stone in the wall. come pietra nel muro.

Therefore, he begins again, E quindi ricomincia,


and at each moment he begins to breathe e a ogni momento in cui comincia a respirare

he feels there has never been another sente che non c’è mai stato altro
time – as if for the time that he lived tempo – come se per il tempo che ha vissuto
he might find himself potesse trovare se stesso

in each thing he is not. in ogni cosa che non è.

What he breathes, therefore, Ciò che respira, quindi,


is time, and he knows now è il tempo, e adesso sa

24
TESTO A FRONTE

that if he lives che se vive,


it is only in what lives lui, è solo in ciò che vive

and will continue to live e continuerà a vivere


without him. senza di lui.

5 5

In the face of the wall – Nella faccia del muro –

he divines the monstrous divina la mostruosa


sum of particulars. somma dei particolari.

It is nothing. Non è niente.


And it is all that he is; Ed è tutto ciò che lui è.
And if he would be nothing, then let him begin E se non fosse niente, allora che incominci
where he finds himself, and like any other man dove trova se stesso, e come ogni altro uomo
learn the speech of this place. impari la parlata di qui.

For he, too, lives in the silence Perché anche lui vive nel silenzio
that comes before the word che viene prima della parola
of himself. di sé.

6 6

And of each thing he has seen E di ogni cosa che ha visto


he will speak – parlerà –

the blinding l’accecante


enumeration of stones, enumerazione delle pietre,
even to the moment of death – fino ancora al momento della morte –

as if for no other reason come se per nessun’altra ragione


than that he speaks. salvo che parla.

Therefore, he says I, Per questo, dice io,


and counts himself e conta sé
in all that he excludes, in tutto ciò che esclude,

which is nothing, che è niente,

and because he is nothing e se lui non è niente,


he can speak, which is to say può parlare, e questo è come dire
there is no escape che non c’è scampo

from the word that is born dal mondo che è nato


in the eye. And whether or not nell’occhio. E che lo dica
he would say it, o no,

25
A cura di Massimo Bocchiola

there is no escape. non c’è scampo.

7 7

He is alone. And from the moment he begins È solo. E dal momento in cui respira
to breathe,

he is nowhere. Plural death, born è in nessun luogo. Morte plurale, nata

in the jaws of the singular, tra le fauci del singolare,

and the word that would build a wall e la parola che farebbe un muro
from the innermost stone dalla pietra più riposta
of life. della vita.

For each thing that he speaks of Perché ogni cosa di cui parla
he is not – lui non è –

and in spite of himself e suo malgrado


he says I, as if he, too, would begin dice io, come se prendesse anche,
to live in all the others a vivere in tutti gli altri

who are not. For the city is monstrous, che non sono. Perché la città è un mostro
and its mouth suffers e la sua bocca non soffre
no issue questione

that does not devour the word che non divori la parola
of oneself. di sé.

Therefore, there are the many, Perciò, ci sono i molti,


and all these many lives e tutte queste molte vite
shaped into the stones formate nella pietra
of a wall, di un muro,

and he who would begin to breathe e chi incomincerebbe a respirare


will learn there is nowhere to go imparerà che non esiste altrove
but here. dove andare, che qui.

Therefore, he begins again, Perciò, lui ricomincia,

as if it were the last time come se fosse l’ultima volta


he would breathe. che respira.

For there is no more time. And it is the end of Perché non c’è più tempo. Ed è la fine del
time tempo

that begins. che comincia.

26

Potrebbero piacerti anche