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UN NUOVO SECOLO

L’ottocento letterario si chiude sotto l’egida di due maestri, D’Annunzio e Pascoli che
nonostante le differenze nel pensiero nella letteratura sono accomunati dalla cultura della
tradizione classica e dalla convinzione che la poesia sia una forma di conoscenza. Le nuove
generazioni di letterati devono in un certo modo superare e contraddire questi maestri
avversi. Dall’eredità di Pascoli nasce il crepuscolarismo e dall’eredità di D’Annunzio nasce il
futurismo. In questo nuovo secolo abbiamo un ripiegamento interiore, l’Io entra in crisi.
nasce il poeta ingenuo, l’estremizzazione del fanciullino. Nasce una concezione privata
dell’arte e si sviluppa un pessimismo e una fuga nelle mura domestiche.

CREPUSCOLARISMO
il termine nasce come dispregiativo e viene adoperato per la prima volta da Giuseppe
Antonio borghese in un articolo sulla stampa nel 1910. Il crepuscolo in realtà indica l’ora che
precede sia il tramonto sia l’alba, per coincidenza quindi indica l’alba del nuovo secolo. Le
poesie crepuscolari esprimono la torbida malinconia di non avere nulla da dire e nulla da
fare. Alcuni poeti crepuscolari sono Sergio Corazzini, Guido Gozzano.
le caratteristiche di questa nuova poesia sono il tema della degradazione del mito del poeta,
che inizia perdere il suo ruolo etico e civile. Abbiamo questa nuova rassegnazione
malinconica ma anche ironica verso le meschinità del presente. La tradizione viene ripresa
in chiave parodico e spesso si arriva alla contestazione dell’ideologia borghese. I letterati
iniziano a descrivere gli stereotipi della realtà contemporanea e hanno voglia di dare spazio
a tutto ciò che spesso viene tralasciato dalla colta letteratura, quindi temi più attuali e
domestici. Nello stile abbiamo una mescolanza di registri e di diversi metri. Il tono resta
umile e dimesso e spesso colloquiale. Troviamo spesso l‘ironia che viene contrapposta
all’egotismo dannunziano e al patetismo pascoliano.
dal crepuscolarismo nasceranno poi alcuni letterati come Umberto Saba e Eugenio Montale,
ma anche Ungaretti con il prosciugamento del lessico e il superamento delle conquiste
stilistiche crepuscolari, arrivando a una continua esplorazione dell’universo soggettivo.

FUTURISMO
I futuristi si occupano di qualsiasi sfaccettatura dell’arte, della pittura della scultura, della
musica, dell’architettura, del cinema e addirittura della gastronomia e soprattutto del teatro e
della letteratura. In questi ultimi due ambiti troviamo il rifiuto della sintassi della
punteggiatura, il principio della simultaneità e della rapidità, l’improvvisazione e la
provocazione. Le principali esponenti troviamo Marinetti. La letteratura futurista si propone di
mescolare i registri, gli stili e le immagini senza pregiudizi estetici ed introdurre nella
letteratura il rumore il peso e l’odore, elementi che spesso venivano trascurati. Si
utilizzavano i verbi all’infinito affinché questi potessero adattarsi meglio al contesto e al
soggetto, inoltre la sintassi veniva distrutta e i sostantivi venivano disposti a caso. L’avverbio
e l’aggettivo sono aboliti affinché le parole non vengano tenute unite l’uno all’altra e affinché
il sostantivo nudo conservi il suo colore esistenziale.

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