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III

Come hadrecentemente rilevato Brugnolo 2000 la canzone costitui-


sce
t - secon o un. .can.one molto d.1ffuso nella 1·u1ca
. '.1talian
. a del Duecen-
? -:-
tbil urt sorta di nscntt ura di Madonna, dir vo voglio di Giacomo da Len-
(c r. an~h~ Giunta 1999, pp. 177-78), per quanto l'imitazione sia
a D mente d1ssunulata. Gia l'attacco e la conclusione - rispettivamente
<< onna, l'a~?r mi sforza I ch'eo vi deggia contare I com'eo so 'nnamo:
rato>>, e <~P~1 ~ado~ ?a !'~ visto ... forse n'avra peccato» - sono altret-
tante var1az1oru dell 1nc1p1t e della conclusione della canzone del Nota-
ro (rispe tti~a~ ente «Madonna, dir vo voglio I como l'amor m'ha priso»,
d~ve quest ultimo verso esurrogato dal «com'eo so 'nnamorato» che in
Giaco mo compare al v. 67), e «a tal lo vederia, fora pietosa». Nella_se-
conda stanza, dipende dallo stesso Giacomo da Lentini - oltre che dai
vv. 63-64 di Amor che lungiamente, di Guido delle Colonne, altrettanto
utilizz ati nella tradizione romanza - la similitudine della nave in tempe-
sta che «si sforza molto I come possa campare»; cfr. Madonna, dirvo vo-
glio, vv. 49-54 «Lo vostr'amor che m'ave I in mare tempestoso, I esf co-
mo la nave I c'a la fortµna getta ogni pesanti, I e campan per lo getto I di
loco periglioso>>, che, come ribadisce Brugnolo, e il contrario del hon lo-
co guinizzelliano. All'origine del motivo, resta pur sempre Ovidio, Amo-
res, II IX, 31-33: « Ut subitus, prope iam prensa tellure, carinam I tan~
gentem portum uentus in alt a rapit, I sic me saepe refert incerta Cupidi~
nis aura»; non solo per la metafora della nave, ma perche soggetto del~
l' azione e l' amore, che trascina a suo piacimento l'io poetico. La terza
stanza - che s'inizia con un audivi 25 pure mutuato dal Notaro («Las~~
lamandra audivi. .. », immagine che ritorna poi in Lo fin pregi 'avanzato_;::
v s) - riformula originalmente il paragone analogico instaurato da Gia-
3
c~mo (vv. 6 1 -64): <<come 1~ furia della t~mpesta si fr~nge_, si smorza con;
tro la costa, finche, un po. alla volta, s1 pl~ca, c~s£ 10 m~ stogo ~ un po
mi placo piangendo e sospirando». Vers1 r1calcat1 da Gu1ruzzelli: «come
il fulm~ e si puo spegnere per la presenza de~e nubi, c~sf il fu?Co d:a-
more che mi tormenta si .smorza d
un poco nel p1anto e net lamentl»: «s a-
.
t
. un poco I in lagnme e 1n doglie» (con que1 s,ast.tngue che sem-
sbraingue
derivare dal « non eredo ma1. s1. sttngua [il f
oc~] » di ina
. Ar d
~nna,.d',r vo
.
lto, 24 )· Nella quarta stanza, sul modello de1 Provenzali degli esor-
vog v. d
di del secolo, la milizia impost a a Amore ai· suo1· f edeli vtene · paragona- ..
Canzoni
19
ta a una dolorosa servitu . ·
tare felicita a dispettd pdrellstata c~ntrofvfoglia, nella _qualc bisogna osten-
1 ' e e grav1 so ercnze pattte. Nella quinta e
esp11ssa_ al.con sapevolezza chc solo la morte potra procurare al Iocut~re
que a ptcta ,a 1ungo negata dall'amata.
Altre esprcssi_oni modellate su forme tipiche della canzone del Nota-
ro sono,dpcr Furio Brugnolo, «ca more di pietatc» 10 (Notaro 8 «ca vi-
;; quan, o more»), e ~Amore a tal m'a 'dutto» 53 (Notaro 77 «c'Amo-
1,. a tall_ adusse»). lnfine, al v. 51, «lavoro e non acquisto» riattualizza
1m1;11agtnc ~d _v. 32 di Madonna, dir vo
voglio: «lo meo l;voro spica e
non tngrana».(ctoe, letteralmente, 'il mio frumento mette le spighe, giun-
ge a maturaz1onc, ma non produce grano, resta sterile'); e, sempre se-
condo Brugnolo, andrebbe parafrasata 'semino e non raccolgo'.

Can~onc di soli s~ttcnari, con schema abc, abc; e/feef Nella seconds meta del
c
compon1mento una runa comune a &onte e sirma: nclla tcrza stanza e ripcte b,
rinnovandosi anzi le parole in rima identiche (nasce unfoco 26 e 34) o equivoche
(loco « luogo• 29 c «ivi• alla siciliana 31); nclla quarta e ripcte a (che e rima si-
ciliana, 37-40) c si complies in rima ricca (43-7). Nd congedo, che e coU:~gato
con Ia stanza prcccdcnte (48-9), tuttc e due le rime della sirma dcriv~<ii~~a
fronte (dove gia le parole sullc rime a e b sono uguali, 49-50 e 52-53), e pr~a-
e
mente e ripete c (ed rima siciliana, anche grafica in Le Ch per quisto, 59.)f ri-
pete a, cioe specularmente Ia prima rinnova l'ultima e l'ultima la prima. (Contini).

, . t..L " 1

Donna, 1 amor m1 s1prz~.,


ch'eo vi deggia contare . ·---··---
com'eo so' 'nnamorato, .
e ciascun giorno inferz·,
5 la mia voglia d' amare: -✓
pur foss' eo meritato!
Sa(c)ciate in veritate
che sf pres' e 'l meo core
di vo', incarnato amore,
IO che more di pietate,

1. mi sfona: 'mi costringe'. Qui, anzich~ a~ amare,, come nclla tradizionc occitanica
(cfr Giraut de Salinhac, A vos cui tmc, v. 22 «s1-m fors amors quc•m ten en son poder•),
Am~re obbliga 1'amante-pocta a dichiarare la propria passionc. Cfr. Cavalcanti, Fmca ro-
14 novella v. -43 «ch~ solo Amor mi sforza»; Petrarca, RVF, LXXIII, vv. 1-3 «Poi chc per
mio desthlo I a dir mi sforza qucll'acccsa voglia I che m'a sforzato a sospirar mai sempre•;
CXXV, v. 14 «Pero ch' Amor mi sforzai.; CCLXIV, v. 92: «anzi mi sforza Amore•. in/or-
Z/1: 'diviene phi impctuosa'.
6. pur ... mmtato: 'fossi almcno ricompcnsato' (Contini).
9 . 'nc"'1tlltolUllort: 'essere in cui amore ha prcso forma umana': oltrc aM11dm,na dir1,10'
vog/io, vv. 74 sg., si vedano Guittonc, Amorm'apriso e incamato tutloi Bonagiunta~Ne /'4.
moroso /oco, vv. 12-14. ·
10. di pietate: 'di tormento'.
••>, I

20
Rime
e consumar lo f aite
in gran f oco d' ardore.

Na ve ch' esce di por to


con ven to dolce e piano,
15 fra mar giunge in altura;
poi ven lo tempo tor to,
tem pes ta e grande afano
li aduce la ventura;
allor si sforza molto
20 como poss a campare,
che non perisca in mare:
cosf l'am or m'a colto
e di bon loco tolto
e miso a tempestare.

2 5 Madonna, audivi dire


che 'n aire nasce un f oco
per rin con trar di venti;

u. in gran .. , ardore: cfr. Bonagiunta, Donna,


re ardore I d'un o foco amoroso». vostre be/lezze, vv. 14-r5 «du ra 'l meo co-
13. Nave ch'esce ... a/tura: cfr. Giacomo
da Lentini, Madonna, dirvo vog/io, vv. 49-5
Ruggerone, Ben mi degio alkgrare, vv. 31-3 2;
5 «Cosi dovemo fare I come il buo n mar
che corr e tempo e.ma ro I e per affanno gia inaro, I
non s'ab ando na ... I 'nfin che cam p'a rio temp
e giunge a port o». o
15. fra mar ... altura: «att rave rso il mare
arriva al largo».
16. le tempo torto: 'il cattivo tempo che prec
ede il fortunale' .
17-1 8. tempesta ... ventura: «la sorte (avv
ersa) glirc ca burrasca e gran travaglio». Afan
in rima con piano, sembra un provenzalism o,
o, da afanar(cfr. Menichetti 1993 , p. 522)
23-2 4. e di hon ... a tempestare: «amore .
m'ha strappato da un luogo sicuro e spinto
pien a tempesta»: cfr. Chiaro, Quando lo mar in
tempesta, v. 3 «de lo suo tempestare gitta l'on-
da»; Mon te Andrea, Oi doke Amore, vv.
71-73 «Inf ra lo mare I al tempestare I son
amare - cosi mi tegno a morte». per
25. audivi dire: «ho sent ito dire», per la
ripresa da Giacomo da Lentini, dr., qui sopr
la premessa. a,
26. che 'n aire ... venti: si allude alla genesi della
trast o di sentimenti che genera la passionc folgore, cui viene paragonato il con-
amorosa . Per la tradizione scicntifica, si veda
no Cicerone, Divin., II 19; Isidoro di Sivig -
lia, Etym. , XIII IX 1-2; Alberto Magno, Mete
Ill, 2; Brun etto , T.resor, I, 106, 7, di cui cfr. or.
sopr
sa de[ Duecento, p. 323): «Or a aviene molte voltattu tto il volgarizzamento toscano (in Pro-
vole, e si fregono c percuotono s{ duramcn e che i vent i s'incontrano di sopra le nu-
te e s{ forte i,lloro venire, che fuoco ne nasc
·nell'aire»; si veda anche Ristoro d'Arezzo e
, Composizione de! mondc, II 7 2 14 «E lo
re acqueo, moltiplicandose d'ato rno a ques vapo-
to [al vaporc igneo], combatte con esso econ
stregnelo ensicme per forza, sf che questo -
non po patire [esser contenuto] en quello luoc
rom pe lo vapore acqueo da-la to pit1 debo o,
le e corrc entr o per esso; e 'nfiambandose
cend o fuoco e fugendo, va facendo rumore e fa-
entr o per lo vapore acqueo, come lo ferro
fambiato, che va facendo rumore entr o per cu-
l'acqua; c allora odimo quello rumore, lo qua-
le noi chiamiamo tuono, e vcdemo la fiam
ba, la qualc noi chiamiamo balenoi. . E si
qui sopra la nota a I, 9. veda
.. : . : / . ·, : .!
: : · ··.•,
. ·. .:· :·}
. .. ·'

Canzoni ... ·.:

se non more n ven.ue


,
in nuviloso loco,
30 arde inmantenenti
cio che dim ora loco:
cosf 'n le nos tre voglie
con tra! ' aire s' accoglie,
uncle mi nasce un f oco
35 lo qual s'astingue un poco
in lagrime ed in doglie.

Gra ve cos' e servire


signor con tra tale nto
e sperar guiderdone,
40 e mostrare ' n par ere
che sia gioia 'l tor me nto
, . .. one.
con tra su opp1n1
Do nqu a si de gradire
di me, che voglio hen fare,
45 e ghirlanda por tare
di molto orgoglio ardire:
che s' eo voglio ver dire ,
credo pingere l' aire.

2 8- 3 1. se non ... loco_: «se (il fulmine) no~


si cstinguc, nel. pass ar; attra vers o .il cielc
nuvoloso tutto cio che s1 trova al suo passagg10
la (loco) arde 1mmed1atamente»; per nu-
viloso, cf~. il Libra de le virtudi de le pietre preziose,
ed. Nard ucci 186 9, p. 317 «li vent i ci
hanno colore di cera e sentc l'aierc; impercio che
quan do l'aie re e nuvi loso et elli e ob·
scuro».
30. arde inmantenenti: per la dialefe dopo arde
, cfr. Men iche tti 1993 , p. 347 , e cfr. lc
note a I 16 e IV 48.
. .36. lo qua! ... un poco: «si spegne un po'» . Per
la
diAncorche l'aiguaperlofoco lassi, di Gui do delle Calositua zion e oppo sta, cfr. i vv. 45 sg.
nne: «me ttem i 'n tem pest atc I ogna
pensieri che mai non si stanca» (su cui si vcda Beg
giato r999 , pp. 55-1 66) .
.3 7-42 . Grave cos' e... oppini'one: «e estre mam ente
gravoso servirc un signore suo mal·
grado (contra talento), e sperare in una retri buzi
one, e mos trarc negli atteg giam enti cste-
riori ('n parere) che sia gioia il proprio torm ento
, anche se si pcns a l'op post o». Si vedano
Bondie, Greve cosa m' avene oltre misura e Chia ro,
Greve cosa el'atendere.
40. 'n parere: vedi Chiaro, Amor m'ha dato, vv.
re, I per dimostrar ch'i' aggia gioi in parere». 8-9 «che di doglianza fo novel canta-
12 -43. Donqua ... di me: 'per tant o mi si deve apprezzare'; gradi~ vale
gradimento'. qui 'esprimere
44. di_ me ... fare: al ~ari di 5, I (cfr. la nota rclat
palatalc £male (cfr. Mcruchctti 1993 , p. r68) iva), qui voglio e monosillabico, con -I
. .
~5- ghi~landa portare: 'men ar vant o', 'por tar
coro na' (per il mio ardimcnto); ved! l's-
n,orumo,. Dr dolo~e mi convien cantare (CLPIO, p.
s amant1 I e poru ne ghirlanda». 32 r), vv. 6.3-64 «d'o n', io, amore vo che
22
Rime

A ping er l' air son dato ,


50 poi ch'a tal sono adu tto;
lavo ro e non acquisto.
Lasso, ch'e o Ii fui dato !
Am ore a tal m'a 'dut to,
fra gli altri son piu trist o.
55 0 signor Geso Cristo,
fu' i' pero sol nato
di star e inna mor ato?
Poi mad onn a l'a visto,
megli'e ch'e o mora in quis~o:
60 £orse n ,avra' peccato.

48-49 . pinger /'air ... dato: «son costrctto a compicrc sforzi dissennati
respr essio ne plautina (A.sinaria, vv. 99-10 0) «piscari in acre,., per inclic »; variantc dcI-
-:.

comp letam cnte insensata, un'in utile proya, cui il locut orc ~ costr ctto are un'op crazi o~e
(adutto) dalla propr ta
insan ia amor osa. Qui, come nel son. 14, v. 9, air c monosillabico.
56. pero: 'a questQ scopo ', prolcttico.
58-60. Poi ... quisto: «ora che madonna ha const atato tutto cio, ·
all'ist antc» .
c mcglio ch'io muoi a
60. forse ... peccato: 'forsc se ne affliggcra', 'ne prover~ piet~ '.

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