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07/12/22, 13:12 Analisi testuale - Gabriele D'Annunzio, L'Onda

Nella cala tranquilla


scintilla,
intesto di scaglia
come l'antica
5 lorica
del catafratto,
il Mare.
Sembra trascolorare.
S'argenta? s'oscura?
10 A un tratto
come colpo dismaglia
l'arme, la forza
del vento l'intacca.
Non dura.
15 Nasce l'onda fiacca,
subito s'ammorza.
Il vento rinforza.
Altra onda nasce,
si perde,
20 come agnello che pasce
pel verde:
un fiocco di spuma
che balza!
Ma il vento riviene,
25 rincalza, ridonda.
Altra onda s'alza,
nel suo nascimento
più lene
che ventre virginale!
30 Palpita, sale,
si gonfia, s'incurva,
s'alluma, propende.
Il dorso ampio splende
come cristallo;
35 la cima leggiera
s'arruffa
come criniera
nivea di cavallo.
Il vento la scavezza.
40 L'onda si spezza,
precipita nel cavo
del solco sonora;
spumeggia, biancheggia,
s'infiora, odora,
45 travolge la cuora,
trae l'alga e l'ulva;
s'allunga,
rotola, galoppa;
intoppa
50 in altra cui l'vento
diè tempra diversa;
l'avversa,
l'assalta, la sormonta,
vi si mesce, s'accresce.
55 Di spruzzi, di sprazzi,

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di fiocchi, d'iridi
ferve nella risacca;
par che di crisopazzi
scintilli
60 e di berilli
viridi a sacca.
O sua favella!
Sciacqua, sciaborda,
scroscia, schiocca, schianta,
65 romba, ride, canta,
accorda, discorda,
tutte accoglie e fonde
le dissonanze acute
nelle sue volute
70 profonde,
libera e bella, numerosa e folle,
possente e molle,
creatura viva
che gode
75 del suo mistero
fugace.
E per la riva l'ode
la sua sorella scalza
dal passo leggero
80 e dalle gambe lisce,
Aretusa rapace
che rapisce le frutta
ond'ha colmo il suo grembo.
Sùbito le balza
85 il cor, le raggia
il viso d'oro.
Lascia ella il lembo,
s'inclina
al richiamo canoro;
90 e la selvaggia
rapina,
l'acerbo suo tesoro
oblìa nella melode.
E anch'ella si gode
95 come l'onda, l'asciutta
fura, quasi che tutta
la freschezza marina
a nembo
entro le giunga!
100
Musa, cantai la lode
della mia Strofe Lunga.

Analisi testuale
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Gabriele D'Annunzio, L'Onda - Analisi della poesia

Titolo
Il titolo di questa poesia è molto semplice; nonostante questo, è già capace di dirci qualcosa di significativo. E' il nome di un
soggetto marino, l'onda. Ci si richiama quindi sicuramente al mondo della natura, ma in una sua espressione particolare:
nel momento in cui è in movimento.
L'onda inoltre porta con sé sicuramente altri significati importanti: la freschezza, l'impetuosità, e la fuggevolezza. L'onda è
un qualcosa che dura solo un attimo, nasce piano, poi cresce, infine sparisce, in un moto continuo.

Metrica
La poesia è composta da una strofe lunga di 99 versi + un distico (../dizio/C00_metrica_generi.asp#distico) finale. Le rime
seguono uno schema metrico talvolta baciato, talvolta incrociato, talvolta libero. Nel complesso, l'idea generale è
comunque quello di uno schema metrico libero. I versi sono perlopiù senari, settenari, trisillabi. Unendo con
l'enjambement due versi, si ottengono anche spesso degli endecasillabi.

Campi semantici
La natura: cala, onda, fiacca, agnello, vento, cavallo, ecc., ed è, ovviamente, il campo semantico più evidente.
La guerra: l'intesto di scaglia come l'antica lorica del catafratto (vv.3-6) si riferisce al tessuto metallico dell'antica
corazza del soldato greco-romano; come colpo dismaglia l'arme (fa saltare le maglie della corazza, vv.11-12).
Il movimento: campo semantico importantissimo, dovuto al largo uso di verbi di movimento (dismaglia, nasce,
balza, riviene, rincalza, ridonda, s'alza, palpita, sale, ecc.). E questo, nonostante che la poesia cominci invece con una
situazione tranquilla (v.1).
La luce: scintilla, trascolorare, s'argenta, s'oscura, splende, cristallo, sprazzi, scintilli, ecc.
Il rumore: a parte qualche eccezione, le parole di questo campo semantico si trovano soprattutto nella seconda parte
della poesia, introdotte dal verso 62: O sua favella! e quindi a partire dal v. 63: sciacqua, sciaborda, scroscia, schiocca,
schianta, romba, ride, ecc., in un'insieme di verbi che richiamano a sé Aretusa (per la riva l'ode, e poi s'inclina al
richiamo canoro).

Figure retoriche
Le allitterazioni: la poesia è piena di allitterazioni: riviene, rincalza, ridonda; ventre virginale; del solco sonora;
spumeggia; trae l'alga e l'ulva; s'allunga; spruzzi, sprazzi ... crisopazzi; sciacqua, sciaborda, scroscia, schiocca, schianta;
romba, ride; eccetera, eccetera. Insieme alle rime e alle rime interne, quindi alle assonanze, costituisce uno
strutturatissimo complesso di sonorità che s'intrecciano e si riprendono di continuo.
L'asindeto: il vento riviene, rincalza, ridonda; poi: Palpita, sale, si gonfia, s'incurva, s'alluma, propende; eccetera. Questi
e numerosi altri esempi nella poesia di accostamento di più elementi senza l'uso di congiunzioni permette al poeta  di

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dare un movimento veloce e senza pause alla sua poesia, per sottolineare i momenti in cui il mare si muove più
velocemente.
L'enjambement: La poesia si dipana in una metrica molto breve e lunga, che bene esprime i movimenti brevi ma
repentini delle onde del mare. In questa metrica, l'enjambement è un elemento fondamentale che permette al poeta
di allungare le frasi, anche grazie all'asindeto, senza creare pause costrittive che le darebbero un ritmo troppo
cantilenante.
La personificazione: la descrizione dell'onda diventa subito descrizione di ciò che l'onda fa, e in questo viene
personificata, tanto che il poeta mette poi in campo un personaggio vero e proprio (seppure mitologico), Aretusa,
chiamandola sua sorella, con la quale si incontra. Dell'onda è inoltre detto esplicitamente che è una "creatura viva"

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(v.73). Un'altra personificazione importante è espressa nei primi versi della poesia: il Mare (proprio la maiuscola ci
aiuta a individuarla).
La similitudine: il mare scintilla come l'antica lorica del catafratto (vv.2-6); la forza del vento intacca l'onda come colpo
che dismaglia (vv.11-13); l'onda nasce come agnello che pasce (vv.18-20); il dorso dell'onda splende come cristallo
(vv.33-34); la cima dell'onda s'arruffa come criniera di cavallo (vv.35-38).
La metafora: ovviamente, è la regina delle figure retoriche in una poesia come questa. Il poeta, avvalendosi anche di
tutte le figure retoriche precedenti, "mette in scena", cioè "esprime" in tutti i sensi, il potenziale della propria poesia
("cantai la lode della mia Strofe Lunga"), che paragona all'onda del mare, impetuosa, sonora, fugace, una "creatura
viva" libera e bella, possente e molle (potente nella sua espressione ma plasmabile alla volontà del poeta), che accorda
e discorda e tutte accoglie e fonde / le dissonanze acute / nelle sue volute / profonde (capace di integrare in sé tutte le
sonorità della lingua, anche le più distanti, e farle diventare un insieme armonico).

Osservazioni conclusive
  La poesia non è la descrizione del mare e delle onde, anche se è ciò che sembra. In realtà, come osservato sopra, le
onde e il mare sono una metafora usata da D'Annunzio per descrivere il suo stesso fare poesia, come del resto lui stesso
dice chiaramente a fine poesia ("Musa, cantai la lode / della mia Strofe Lunga"). Attraverso questa descrizione, ricca di
sonorità, riprese e ritmi incessanti (elementi propri alla poesia esattamente come al frangersi delle onde), i suoi versi
rappresentano una sapiente auto-celebrazione, come se fosse un vero e proprio Manifesto poetico.

Leggendo questi versi, possiamo dunque osservare come per D'Annunzio sia importante la strofe lunga, perché gli permette
una narrazione ampia e libera, possente, dove le sonorità non devono per forza trovarsi a fine verso con la rima, ma
costituiscono un corpo organico tra tutte le parole. E' una poesia sapiente, ricercata, sia a livello fonetico che
lessicalmente. Si trovano molti termini aulici e si attinge a piene mani alle figure mitologiche; dèi, creature fantastiche,
elementi naturali personificati popolano questo mondo ricercato.
Il poeta è l'artefice di questo mondo e la poesia non esprime per forza qualcosa (un sentimento, un'emozione, una
riflessione, ecc) ma può anche essere solo fine a se stessa, perché ciò che fa la differenza è la capacità del poeta di plasmarla
a suo piacimento. Il poeta è quindi su un livello superiore: per cultura, conoscenze, capacità linguistiche, ecc. e di questa
superiorità si compiace.

I campi semantici prevalenti usati per descrivere l'onda e, quindi, la poesia, attingono - come si è visto - alla guerra, alla
luce, al movimento, ecc: tutti elementi che in generale trasmettono un'idea di potenza e solarità, che rappresentano
sicuramente dei valori importanti per D'Annunzio. La poesia esprime così dei valori di forza che il poeta, l'uomo capace di
plasmare a suo piacimento la materia poetica, possente e molle, necessariamente possiede e sa destreggiare con estrema
abilità.
 

Eloise Lonobile (classe 1976) vive e lavora. La passione per la letteratura, perfezionata con una Laurea all'Università di
Pisa, accompagna da sempre la sua vita. Letteratour ne è il prodotto principale.

 (mailto:eloise@letteratour.it)

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