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“Il sabato del villaggio” - Giacomo

Leopardi
Il testo è stato composto pochi giorni dopo La quiete dopo la tempesta, d’altronde completa e
amplia la tematica di quest’ultimo. Se ne La quiete dopo la tempesta la felicità veniva identificata
con la momentanea cessazione del dolore, qui la felicità, viene vista possibile nell'attesa,
precisamente del futuro. In questo senso il giorno più gradito è il sabato, che precede il vero
giorno di festa, la domenica. Anche in questo testo vi è una prima parte descrittiva che si
sofferma sugli umili personaggi del villaggio che si preparano alla festa domenicale. Alla parte
descrittiva segue la parte riflessiva. La lunga strofa iniziale di carattere descrittivo viene costruita
su delle precise simmetrie. Nella prima parte (vv. 1-15), vengono contrapposti due personaggi
femminili, la donzelletta speranzosa, protesa verso il futuro. E la vecchiarella che si affida a un
nostalgico ricordo del passato ormai lontano, quando anche lei era giovane e speranzosa. I gesti
che caratterizzano il comportamento della giovane, corrispondono ai gesti che un tempo ha
compiuto anche la vecchiarella. Infatti ritornano gli stessi verbi: "suole ornare" (vv. 5-6)  riferito
alla donzelletta, "ornava” e “solea" (vv. 12 e 14), all'imperfetto  riferito alla vecchiarella. Nei versi
centrali c'è un’analoga posizione, questa volta, tra personaggi maschili: "I fanciulli che gridano su la
piazzola in frotta" e “Lo zappatore che torna stanco dalle sue fatiche”, nella propria dimora. La
seconda strofa, inizia ad introdurci verso la riflessione di Leopardi, una riflessione che non ha il
tono ironico e caustico che troviamo ne La quiete dopo la tempesta, il tono è più quello di
un’affettuosa pietà verso il fanciullo, inconsapevole di ciò che poi lo attende. L'ultima strofa si apre,
con un invito al "garzoncello scherzoso", a godere della sua età. Questo invito sicuramente ci ricorda
il carpe diem oraziano, ci ricorda il Trionfo di Bacco e Arianna, dove Lorenzo De Medici dice:
"chi vuol esser lieto sia: di doman non c'è certezza”. Tuttavia c'è una differenza, mentre Lorenzo De
Medici, sottolinea di essere felice ora, perché il domani è incerto. Per Leopardi bisogna essere
felici ora, perché il domani è certamente doloroso e sofferente.

Metafore: la giovinezza è espressa con “età 6orita”, “età bella”, “stagion lieta”;
Litote: “altro dir= non vo’ ” fa capire l’intenzione di Leopardi di non demoralizzare
i giovani;
Climax: I personaggi sembrano realizzare un climax prima crescente dopo
decrescente: la donzelleDa (gioventù)- la vecchiarella (vecchiaia)- lo zappatore
(età matura)- il garzoncello (gioventù);
Enjambements : spezzano il ritmo (la sega/ del legnaiuol) , (diman tristezza e
noia/ recheran l’ore);
Similitudini: “cotesta età 6orita è come un giorno d’allegrezza pieno”;
Metonimie: ” torna azzurro il seren”; ” or la squilla dà segno della festa che viene”

Nella prima parte della poesia si notano alliDerazioni con doppie (donzelleDa,
vecchiarella, novellando, sulla, bella, colli…) o con diDonghi (giorno-, chiaro-
ciascuno -gioia- stagion, pien- pensier- lieta), assonanze ( campagna- calar-
ornava- sana- danzar- aria- parca…;siede- parole- recente- seDe- speme, incontro-
giorno- riposo- scherzoso ), consonanze (face- seco- reca, aQreDa- tuDa- teR-
froDa- tuDo- seDe, fanciullo- bella- garzoncello, azzurro- precorre, onde- quando)
e rime (sole- viole- suole, appresta- festa, crine- vicine, snella- bella, imbruna-
luna, gridando- saltando, rumore- zappatore, face- tace ). L’uso con=nuo di
diminu=vi (donzelleDa- vecchiarella- garzoncello) evidenzia una tenerezza del
poeta verso i suoi personaggi. In par=colare si nota una spiccata delicatezza per
gli adolescen= . Alcune annotazioni scandiscono il passar del tempo :”in su calar
del sole” ;” già tuDa l’aria imbruna ” ; ” torna azzurro il seren, e tornan l’ombre ” ; ” or la squilla…” ; “Poi quando intorno è spenta…”
.

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