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SLIDE 1

1-7: Nel primo periodo è presente la ragazza indicata come donzelletta, in cui viene messa in luce
la sua dinamicità, vivacità e il suo entusiasmo giovanile.
8-15: Nel secondo periodo è presente una donna anziana indicata come vecchierella, descritta in
una posizione di quiete, che racconta il suo passato alle sue vicine, il suo periodo felice della
giovinezza.
Confronto: le due figure rappresentano il simbolo di due età della vita umana, che potremmo
indicare come climax crescente, la giovane tutta protesa verso il futuro e la donna anziana rivolta
verso il passato. Quindi potremmo dire che il tramonto del sabato hanno due significati: per la
ragazza indica una visione del futuro, cioè del giorno dopo. Invece per la donna anziana è
un’allusione al suo passato, della sua giovinezza. Possiamo inoltre notare come leopardi indica
questo in due versi, nel verso 6 e 12, uno è al futuro e l’altro è al passato.
Rose e viole hanno periodi diversi di fioritura, “rose di maggio e viole di marzo” si tratta, quindi, di
una coppia di fiori improbabile, un dettaglio che non sfuggi a Pascoli e che venne anche criticato
da lui.  scena irrealistica
Ma in realtà Leopardi mira ad ottenere un paesaggio simbolico e ricco di quelle immagini “vaghe e
indefinite” tanto care a Leopardi, perché permettono di evocare vastità e lontananze che
stimolano l’immaginazione.

‘’sana e snella’’ alludono alla bellezza giovanile, sfiorita da tempo nel caso della vecchiarella

Si mette in risalto la distinzione tra la donzelletta, che viene raccontata in movimento nel verso 1
(“la donzelletta vien”), mentre la vecchiarella che è descritta in una situazione di riposo e seduta
nei versi 8-9 (“siede la vecchierella”).
L’uso dell’articolo determinativo “la” aiuta a dare un significato collettivo, cioè Leopardi cerca di
rappresentare ogni donzelletta e ogni vecchierella e quindi la giovinezza e la vecchiaia.
Sono presenti delle allitterazioni della “ll” che indica una liberazione e soprattutto allegria ai versi
1, 6, 9, 11, 12, 13.
Sono presenti delle metafore nei versi 11 e 15 che indicano entrambi la giovinezza.
Il ritmo è lento con i versi endecasillabi e rapido con i settenari inoltre sono presenti degli
enjambement (3-4, 6-7, 8-9, 14-15) che serve a spezzare il ritmo.
Secondo Leopardi solo l’immaginazione, l’illusione salva gli uomini e Leopardi sembra
sintetizzare questo suo concetto in una poetica
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l'autore inserisce un breve quadro paesaggistico della notte (vv. 16-19) che scende.
Le scenette di vita paesana che seguono si sviluppano in parallelismo con la donzelletta e la
vecchierella attraverso altre due figure:
16-27: i bambini giocano con rumorosa allegria. Con una serie di otto settenari consecutivi (vv. 20-
27) si trasmetta una sensazione di rapidità, esattamente dove si tratta del suono della campana a
festa e del movimento gioioso dei bambini per indicare la gioiosa attesa del giorno di festa.
28-30: contadino che torna a casa fischiando e pensa tra sé e sé il suo giorno di riposo. Il verbo
riede che significa torna dà l’impressione del camminare lento per la stanchezza e rallenta il ritmo
degli ultimi 3 versi.
 Lo zappatore esprime la sua gioia in modo più calmo e per lui il giorno di festa è solo un giorno
di riposo a differenza dei bambini.
Anche qui sono presenti degli enjambement a riga (20-21, 22-23, 24-25)
Possiamo notare il passare del tempo tramite i versi 2 (“calar del sole”), 17 (“torna azzurro il
sereno, e tornan l’ombrar).

Conclusione:
Nonostante il brano tratti il tema dell’illusione della giovinezza il brano non è
caratterizzato da toni angoscianti o cupi, ma al contrario il tono dell’opera è dolce e delicato dato
che è rivolto ai giovani.
Leopardi utilizza dei termini semplici, ad indicare l’umiltà che possiamo incontrare nelle figure che
prendono posizione (donzelletta, vecchierella, i fanciulli, lo zappatore, il falegname e il
garzoncello) che sono ad indicare la tenerezza di Leopardi verso i personaggi con l’utilizzo delle
abbreviazioni e sono anche utilizzati oggetti di uso quotidiano, come il fascio dell’erba (v. 3), il
mazzolin di rose e viole (v.4), la scala (v. 9), il martel e la sega (v. 33), la bottega e la lucerna (v. 35).
 Climax crescente e decrescente
La poesia si struttura in due parti:
La prima parte è descrittiva e sono le prime due strofe in cui il poeta descrive varie scene di vita
paesana che caratterizzano il sabato:
La prima strofa è concentrata sui comportamenti di vari personaggi al tramonto: una ragazza
torna dal lavoro in campagna; una vecchietta chiacchiera con le vicine; dei bambini giocano; un
contadino rientra nella sua casa.
La seconda strofa continua la descrizione fino a notte ed un falegname continua a lavorare
rumorosamente per finire il lavoro e godersi il giorno dopo la festa domenicale.
La seconda parte è riflessiva e sono le ultime due strofe:
La terza strofa dichiara la superiorità del sabato sulla domenica e cioè la superiorità dell’attesa
sulla verifica.
Nella quarta strofa il poeta si rivolge ad un fanciullo raccomandandogli di godere della speranza di
realizzazione dei desideri e dei sogni della sua età, dato che la vita che seguirà non potrà
eguagliare il piacere di quella attesa.
Il tema centrale della lirica è l’attesa del giorno di festa che rivela il fondamentale rapporto tra
illusione e realtà.
La descrizione dell’attesa del giorno di festa ha infatti un significato allegorico:
il sabato è l'allegoria della giovinezza e delle speranze che si nutrono per il futuro, la domenica
rappresenta invece l'età adulta, quando ogni speranza viene a cadere.
Come la domenica deluderà l'attesa del sabato, così la vita deluderà i sogni della giovinezza.
La speranza che la vita ci riservi chissà quali felicità, inevitabilmente, si scontra contro la deludente
realtà e si rivela un’illusione.
Se il sabato è la giovinezza, capiamo che la domenica altro non è che allegoria della fase adulta
della vita. Quella «festa», che resta nel non detto, ci ricorda il secondo personaggio incontrato, la
«vecchiarella». Per lei, infatti, la festa è quasi finita e guardare il tramonto non significa sperare
nell’alba successiva (come per la ragazza), ma guardarsi indietro perché in quel giorno che si perde
c’è tutta la propria vita.

In un passo dello “Zibaldone” (v. 3550) Leopardi scrive che il piacere è sempre o passato o
futuro, mai presente; tutti hanno provato il piacere o lo proveranno, ma nessuno lo prova. Ancora
scrive che la felicità è un piacere sempre futuro: non esistendo e non potendo esistere realmente,
esiste solo nel desiderio del vivente e nella speranza o nella sua aspettativa.
CONFRONTO:
Con questa tematica centrale possiamo collegarci alla teoria del piacere: il piacere si divide in due
in un tal piacere, che sono i piaceri concreti e limitati, invece il piacere che è generale, astratto e
infinito. L’uomo vuole riuscire a trovare il piacere invece riesce solo a trovare solo il tal piacere
quindi l’essere umano finito è condannato ad essere infelice perché i piacere sono finiti invece il
desiderio è infinito.
La quiete dopo la tempesta e Il sabato del villaggio sono state composte entrambe a Recanati nel
settembre del 1829, a pochi giorni l’una dall’altra, la prima tra il 17 ed il 20 settembre e la seconda
il 29 di settembre.
Le due poesie presentano diversi aspetti comuni:
- l’ambientazione recanatese, entrambe le liriche raccontano la vita di paese (Recanati);
- la struttura fatta di due momenti distinti, il momento descrittivo seguito dalla conclusione
- tematica dell’impossibilità del piacere e della felicità, visti come illusioni.
Le due poesie si differenziano riguardo al concetto di piacere:
Sabato del villaggio: Il canto affronta il motivo del piacere e in particolar modo di come la felicità
derivi più dall’attesa del piacere che dal piacere stesso
Nella quiete dopo la tempesta il piacere consiste nella cessazione momentanea del dolore

Da notare il diverso tono con cui il poeta esprime il concetto, nel primo caso con un atteggiamento
sarcastico e amareggiato, nel secondo caso con pacata accettazione e in modo delicato e dolce.

Si evidenziano i temi della rimembranza dell’evanescenza della giovinezza


Nella conclusione della quiete dopo la tempesta la morte rappresenta secondo il poeta l’unico
modo per far cessare le difficoltà e la sofferenza della condizione umana.
Invece nel “sabato del villaggio” la conclusione offre una briciola di speranza, in particolare
l’attesa è definita un piacere reale e per questo motivo il poeta invita un fanciullo a godersi i suoi
anni migliori, senza indugiare nel voler crescere in fretta poiché al contrario la sofferenza dell’età
adulta non lascia spazio alla felicità.

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