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Neorealismo (cinema)

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L'inizio del fenomeno del neorealismo propriamente detto si fa canonicamente risalire al 1943, allorquando venne presentato al
pubblico italiano il capolavoro di Visconti Ossessione. Le certezze vengono però meno al momento di stabilirne la durata. Il celebre
critico francese Georges Sadoul, ad esempio, lo fa dilatare cronologicamente fino alle soglie degli anni sessanta e cita a tale proposito
Rocco e i suoi fratelli che egli definisce «une grande tragédie néo-réaliste». Cfr. George Sadoul, Histoire du Cinema Mondial, des
Origines à nos Jours, ottava edizione, rivista e ampliata, Parigi, Flammarion, 1966, p. 333.). In ambito cinematografico i maggiori
esponenti del movimento, sorto spontaneamente e non codificato, furono, negli anni quaranta, i registi Roberto Rossellini, Luchino
Visconti, Vittorio De Sica, Giuseppe De Santis, Pietro Germi, Alberto Lattuada, Renato Castellani, Luigi Zampa, Alessandro Blasetti
e gli sceneggiatori Cesare Zavattini e Sergio Amidei, cui si affiancheranno, nel decennio successivo, Luciano Emmer, Luigi
Comencini, Gianni Puccini, Antonio Pietrangeli, Francesco Maselli, Carlo Lizzani e Francesco Rosi. In una posizione a sé stante si
collocano Federico Fellini (per la cui cinematografia si conierà il termine di realismo magico e, successivamente, fantarealismo[1]) e
Michelangelo Antonioni, che inizialmente aderì al neorealismo con alcuni celebri documentari (fra cui Gente del Po del 1943/1947 e
N. U. - Nettezza urbana, del 1948) e, in qualche misura, con il film Cronaca di un amore (1950), per poi prenderne le distanze nel
corso degli anni cinquanta (il suo neorealismo venne inizialmente definito esistenzialismo dell'anima o anche esistenzialismo
interiore)

Il cinema neorealista è caratterizzato da trame ambientate in massima parte fra le classi disagiate e lavoratrici, con lunghe riprese
all'aperto, e utilizza spesso attori non professionisti per le parti secondarie e a volte anche per quelle primarie. I film trattano
soprattutto la situazione economica e morale del dopoguerra italiano, e riflettono i cambiamenti nei sentimenti e le condizioni di vita:
speranza, riscatto, desiderio di lasciarsi il passato alle spalle e di cominciare una nuova vita, frustrazione, povertà, disperazione. Per
una maggiore fedeltà alla realtà quotidiana, nei primi anni di sviluppo e di diffusione del neorealismo i film vennero spesso girati in
esterno, sullo sfondo delle devastazioni belliche; d'altra parte, il complesso di studi cinematografici che era stato, dall'aprile del 1937,
il centro della produzione cinematografica italiana, ossia Cinecittà, fu occupato nell'immediato dopoguerra dagli sfollati, risultando
quindi temporaneamente indisponibile ai registi.

Indice
Origini e sviluppo
Caratteristiche del neorealismo
Opere principali
Precursori ed influenze
I film
Luchino Visconti Aldo Fabrizi in Roma città aperta, di
Roberto Rossellini Rossellini
Vittorio De Sica
Giuseppe De Santis
Alberto Lattuada
Pietro Germi
Renato Castellani
Luigi Zampa
Luciano Emmer
Michelangelo Antonioni
Federico Fellini
Carlo Lizzani
Francesco Maselli
Francesco De Robertis

Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni

Origini e sviluppo
Il movimento si sviluppò intorno a un circolo di critici cinematografici che
ruotavano attorno alla rivista Cinema, fra cui Michelangelo Antonioni, Luchino Silvana Mangano in Riso amaro, di
Giuseppe De Santis
Visconti, Gianni Puccini, Giuseppe De Santis, e Pietro Ingrao. Lungi dal trattare
temi politici (il direttore della rivista era Vittorio Mussolini, figlio di Benito
Mussolini), i critici attaccavano i film ascrivibili al genere dei telefoni bianchi, che al tempo dominavano l'industria cinematografica
italiana. In opposizione alla scarsa qualità dei film commerciali, alcuni critici ritenevano che il cinema dovesse rivolgersi agli scrittori
veristi di inizio secolo.

I neorealisti furono molto influenzati dal realismo poetico francese. Di fatto, sia Luchino Visconti sia Michelangelo Antonioni
lavorarono come aiuto registi in Francia, il primo nel 1939 con Jean Renoir e il secondo nel 1942 con Marcel Carné. Inoltre molti
registi neorealisti erano maturati lavorando su film calligrafisti, sebbene questo breve movimento fosse notevolmente diverso dal
neorealismo. Elementi di neorealismo sono rintracciabili anche in alcune opere di Alessandro Blasetti e nei film - documentari di
Francesco De Robertis. Secondo alcuni critici, i due più significativi lungometraggi che negli anni trenta anticiparono alcuni aspetti
del neorealismo, furono Toni (Renoir, 1935) e 1860 (Blasetti, 1934) cui seguirono, all'inizio del decennio successivo, Uomini sul
fondo (Francesco De Robertis, 1941), Quattro passi fra le nuvole (Blasetti, 1942), I bambini ci guardano (Vittorio De Sica, 1943,
primo di una serie di film realizzati in collaborazione con lo sceneggiatore Cesare Zavattini). Il primo film che viene considerato
dalla maggior parte dei critici pienamente ascrivibile al genere è tuttavia Ossessione (1943),di Luchino Visconti[2]. Il Neorealismo
acquistò però risonanza mondiale nel1945, con Roma, città aperta, primo importante film uscito in Italia nell'immediato dopoguerra.
Il lungometraggio narra, con accenti fortemente drammatici, la resistenza della popolazione contro l'occupazione tedesca di Roma
(anche i bambini, nel film, prendono parte a tale lotta con azioni di sabotaggio).

Altro film importante dell'epoca fu Sciuscià (1946) di Vittorio De Sica, primo di una serie di film neorealisti realizzati dal regista, fra
cui spiccheranno, poi,Ladri di Biciclette (1948), Miracolo a Milano (1951) e Umberto D (1952).

Al culmine del neorealismo, nel 1948, Luchino Visconti adattò I Malavoglia, il celeberrimo romanzo di Giovanni Verga scritto nel
pieno del verismo, il movimento del XIX secolo che fu per tanti aspetti la base del neorealismo. Ne ammodernò il soggetto,
apportando modifiche straordinariamente piccole alla trama o allo stile originale. Il film che ne risultò, La terra trema, fu interpretato
solo da attori non professionisti e fu girato nel medesimo paese, Aci Trezza, frazione di Aci Castello (Catania), dove il romanzo era
ambientato. Poiché il film venne girato inLingua siciliana, esso fu sottotitolato anche nella versione originale italiana.

Il neorealismo propriamente detto si esaurì attorno alla metà degli anni cinquanta, tuttavia influenzò sensibilmente alcuni registi
successivi, fra cui Pier Paolo Pasolini, che nei primi anni sessanta diresse alcuni film apparentemente ascrivibili al genere, anche se
l'attenzione al picaresco in quel momento era evidente e apertamente dichiarata. Il contenuto neorealista fu allora nella
rappresentazione, spettacolare e forse documentaria, ma comunque accessoria, di alcuni elementi della vera vita comune in Italia
dopo il cosiddetto "boom" degli anni sessanta.

L'eredità del neorealismo fu raccolta, durante gli anni '80, anche dai registi Claudio Caligari in Amore tossico[3] del 1983 e Nico
D'Alessandria ne L'imperatore di Roma[4] del 1987. Entrambi i registi realizzarono dei film sulla tossicodipendenza nel contesto
romano avvalendosi di attori non professionisti, persone che erano tossicodipendenti durante la lavorazione dei film o che lo erano
state.
Caratteristiche del neorealismo
Ci sono vari aspetti che caratterizzano il neorealismo: i film
neorealisti sono generalmente girati con attori non professionisti; le
scene sono girate quasi esclusivamente in esterno, per lo più in
periferia e in campagna; il soggetto rappresenta la vita di lavoratori
e di indigenti, impoveriti dalla guerra. È sempre enfatizzata
l'immobilità, le trame sono costruite soprattutto su scene di gente
normale impegnata in normali attività quotidiane, completamente
prive di consapevolezza come normalmente accade con attori
dilettanti. I bambini occupano ruoli di grande importanza ma non
solo di partecipazione, perché essi riflettono ciò che "dovrebbero
fare i grandi".

I film neorealisti proponevano storie contemporanee ispirate a Ladri di biciclette, di Vittorio De Sica
eventi reali e spesso raccontavano la storia recente come Roma
città aperta di Roberto Rossellini. Questo film è l'epopea della
Resistenza, messa in pratica grazie all'alleanza tra comunisti e taluni cattolici a fianco della popolazione. Ben presto però l'attenzione
fu rivolta ai problemi sociali contemporanei, fra questi emerge Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, nel film è raccontato il dramma
di un operaio, nella narrazione si rappresenta la durezza della vita nel dopoguerra. La denuncia del disagio sociale è ancora più forte
nei film Riso amaro di Giuseppe De Santis e La terra trema di Visconti.

Tuttavia l'immagine dell'Italia, un paese povero e desolato, che traspariva da questi film infastidiva una certa classe politica. A questo
proposito è emblematico l'episodio di Vittorio Mussolini che, dopo aver visto Ossessione di Visconti, era uscito dalla sala urlando
Questa non è l'Italia!. Anche la chiesa cattolica condannò molti film per l'anticlericalismo e per come venivano trattati argomenti
come il sesso, mentre la sinistra non accettava la visione pessimistica e la mancanza di un'esplicita dichiarazione di fede politica.

Nel 1949 fu emanata una legge, presentata dall'allora sottosegretario allo spettacolo Giulio Andreotti, che doveva sostenere e
promuovere la crescita del cinema italiano e al contempo frenare l'avanzata dei film americani ma anche gli imbarazzanti eccessi del
neorealismo. A seguito di questa norma, prima di poter ricevere finanziamenti pubblici, la sceneggiatura doveva essere approvata da
una commissione statale.[5] Inoltre se si riteneva che un film diffamasse l'Italia poteva essere negata la licenza di esportazione,
insomma era nata una sorta dicensura preventiva.[6]

Opere principali

Precursori ed influenze
Le opere realiste di Giovanni Verga
Gente in Aspromonte di Corrado Alvaro (1930)
Il romanzo Fontamara di Ignazio Silone (1933)
I film di Elvira Notari (prima regista donna del cinema italiano)
Il romanzo Cristo si è fermato a Ebolidi Carlo Levi (1947)
1860, di Alessandro Blasetti (1934)
Toni, di Jean Renoir (1935)
La nave bianca (1941), Un pilota ritorna (1941), L'uomo dalla croce (1943), di Roberto Rossellini
Uomini sul fondo e Alfa Tau!, di Francesco De Robertis, (1941)
Quattro passi fra le nuvole, di Alessandro Blasetti (1942)
Avanti c'è posto, di Mario Bonnard (1942)

Campo de' fiori, di Mario Bonnard (1943)


I bambini ci guardano, di Vittorio De Sica (1943)
L'ultima carrozzella, di Mario Mattoli (1943)
O sole mio, di Giacomo Gentilomo (1945)
Il documentario Gente del Po, di Michelangelo Antonioni(1943)

I film

Luchino Visconti

Ossessione (1943)
La terra trema (1948)
Bellissima (1951)

Roberto Rossellini

Roma, città aperta (1945) Massimo Girotti e Clara Calamai in


Paisà (1946) Ossessione
Germania anno zero (1948)
Stromboli terra di Dio (1949)
Europa '51 (1951)
Viaggio in Italia (1953)

Vittorio De Sica

Sciuscià (1946) - Oscar onorario


Ladri di biciclette (1948) - Oscar onorario
Miracolo a Milano (1951) - Palma d'oro al festival di Cannes
Umberto D. (1952)
Stazione Termini (1953)

Giuseppe De Santis

Caccia tragica (1947)


Riso amaro (1949)
Non c'è pace tra gli ulivi(1950)
Roma ore 11 (1952)
Uomini e lupi (co-regia 1957)

Pietro Germi nel suo film Il ferroviere


Alberto Lattuada

Il bandito (1946)
Senza pietà (1948)

Pietro Germi

Gioventù perduta (1947)


In nome della legge (1948)
Il cammino della speranza(1950)
Il ferroviere (1956)

Renato Castellani

Sotto il sole di Roma (1948)


È primavera (1949)
Due soldi di speranza (1952) - Palma d'oro al festival di Cannes
Luigi Zampa

Anni difficili (1948)


Processo alla città (1952)

Luciano Emmer

Domenica d'agosto (1950)

Michelangelo Antonioni

Cronaca di un amore (1950)

Federico Fellini
Anthony Quinn e Giulietta Masina nel
I Vitelloni (1953) - Leone d'argento allaMostra di Venezia; 2 nastri film La strada
d'argento (miglior regia e miglior attore non protagonista)
La strada (1954) - Oscar al miglior film straniero; Leone d'argento alla
Mostra Cin. di Venezia; 2 nastri d'argento (miglior regia e produzione)

Carlo Lizzani

Achtung! Banditi! (1951)


Cronache di poveri amanti(1954)

Francesco Maselli

Gli sbandati (1955) - Menzione speciale alla Mostra d'arte cinematografica di enezia
V

Francesco De Robertis

Fantasmi del mare (1948);


Il mulatto (1949);
Gli amanti di Ravello o Fenesta ca' lucive (1950);
Carica eroica (1952);
I sette dell'Orsa maggiore(1953);
Uomini ombra (1954);
Mizar (Sabotaggio in mare)(1954); Guardie e ladri, di Monicelli e Steno:
Ragazzi della Marina (1958). commedia drammatica, ma che
richiama palesemente lo stile
Note neorealista

1. ^ Davide Abbatescianni,Scene felliniane: il circo, il teatro, la televisione,


Academia.edu (licenza libera), 2013, p. 45. L'autore indica il fantarealismo come un genere all'interno del quale «il
film presenta una commistione di immagini realistiche e di fantasia, presenti in rapporto paritario o tendenzialmente
paritario. [..] Fellini rientra a pieno titolo in questo approccio ma non è certamente l'unico regista ad essersi servito
della commistione di realtà e fantasia davanti alla macchina da presa, pur avendo egli adottato uno stile originale e
riconoscibilissimo. Il fantarealismo è il piano intermedio, dove la fantasia inizia a conquistare pian piano spazi sulla
realtà».
2. ^ Dice Luchino Visconti in un'intervista al settimanale "L'Europeo": Con Ossessione, venti anni fa, si parlò per la
prima volta di Neorealismo(L'Europeo, anno XVIII - n° 34 - 28 agosto 1962)
3. ^ http://www.cinematographe.it/40580/recensioni/amore-tossico-recensione-claudio-caligari.html
4. ^ Il Morandini, voce su L'imperatore di Roma. Zanichelli, 2011
5. ^ Andreotti era stato Sottosegretario per lo Spettacolo dal maggio 1947 all'agosto 1953. La norma è prevista all'art.6
della legge n. 958 del 29/12/1949. Lo stesso anno era stato emanato anche il D.P .R. 20 ottobre 1949, n. 1071
6. ^ Mass media e anni cinquanta(http://www.comunicazione.uniroma1.it/materiali/12.28.43_Lezione%204%20%20Ma
ss%20Media%20e%20Anni%2040.pdf)

Bibliografia
Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano, Vol. III (Dal neorealismo al miracolo economico 1945-1959 ), Roma,
Editori Riuniti, 1993. ISBN 88-359-3788-4
Carlo Lizzani, Il cinema italiano. Dalle origini agli anni ottanta
, Roma, Editori Riuniti, II edizione 1982, p. 99-160. CL
63-2470-3
Lino Micciché, «Neorealismo», Enciclopedia del cinema, vol. IV, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
Georges Sadoul, Histoire du Cinema Mondial, des Origines à nos Jours , ottava edizione, rivista e ampliata, Parigi,
Flammarion, 1966, pp. 326–338
Mario Verdone, Il Cinema Neorealista, da Rossellini a Pasolini(Celebes Editore, 1977).

Voci correlate
Censura cinematografica
Cinema d'autore
Laceno d'oro Festival del cinema neorealistico
Neorealismo (letteratura)
Nouvelle Vague
Nová vlna
Nuovo cinema tedesco
Storia del cinema

Collegamenti esterni
Articolo della RAI, su italica.rai.it. URL consultato il 26 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2007).
Articolo per ThinkQuest, su library.thinkquest.org. URL consultato il 26 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 16 giugno
2007).
Articolo di Sapere.it, su sapere.it.
Storia del cinema. Italia: Neorealismo, su cinemadelsilenzio.it.
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