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Ars nova italiana

Gustave Doré,
illustrazioni alla Divina
Commedia (1857-67): arrivo
dell‟angelo nocchiero
(Purgatorio II)
Dante Alighieri, Commedia, Purgatorio, II, 106-123

E io: «Se nuova legge non ti toglie qual negligenza, quale stare è questo?
memoria o uso a l‟amoroso canto Correte al monte a spogliarvi lo scoglio
che mi solea quetar tutte mie doglie, ch‟esser non lascia a voi Dio manifesto».
di ciò ti piaccia consolare alquanto Ma qui la morta poesì resurga,
l‟anima mia, che, con la sua persona o sante Muse, poi che vostro sono;
venendo qui, è affannata tanto!». e qui Caliopè alquanto surga,
Amor che ne la mente mi ragiona seguitando il mio canto con quel suono
cominciò elli allor sì dolcemente, di cui le Piche* misere sentiro
che la dolcezza ancor dentro mi suona. lo colpo tal, che disperar perdono.
Lo mio maestro e io e quella gente
ch‟eran con lui parevan sì contenti,
come a nessun toccasse altro la mente.
Noi eravam tutti fissi e attenti
a le sue note; ed ecco il veglio onesto
gridando: «Che è ciò, spiriti lenti? * Le Piche o Pieridi erano le nove figlie di
Piero, re di Tessaglia, che, secondo il mito,
furono trasformate in gazze per avere
sfidato nel canto le Muse
Bodleian
Library,
University of
Oxford, MS.
Holkham
misc. 48, p.
60
(Divina
Commedia
illustrata,
nord Italia,
1350-75)
Franco Sacchetti (1332-1400), Il Trecentonovelle, 1392-93 ca.
NOVELLA CXIV
(Dante Allighieri fa conoscente uno fabbro e uno asinaio del loro errore,
perché con nuovi 126 volgari cantavano il libro suo)
Lo eccellentissimo poeta volgare, la cui fama in perpetuo non verrà meno, Dante
Allighieri fiorentino, [...] quando ebbe desinato, esce di casa, [...] e passando per
porta San Piero, battendo ferro uno fabbro su la 'ncudine, cantava il Dante come si
canta uno cantare, e tramestava i versi suoi, smozzicando e appiccando, che parea a
Dante ricever di quello grandissima ingiuria.
Non dice altro, se non che s'accosta alla bottega del fabbro, là dove avea di molti
ferri con che facea l'arte; piglia Dante il martello e gettalo per la via, piglia le
tanaglie e getta per la via, piglia le bilance e getta per la via, e cosí gittò molti
ferramenti.
Il fabbro, voltosi con uno atto bestiale, dice:
“Che diavol fate voi? sete voi impazzato?”
Dice Dante: “O tu che fai?”
“Fo l'arte mia,” dice il fabbro, “e voi guastate le mie masserizie, gittandole per la
via”.
Dice Dante: “Se tu non vuogli che io guasti le cose tue, non guastare le mie”.
Disse il fabbro: “O che vi guast'io?”
Disse Dante: “Tu canti il libro e non lo di' com'io lo feci; io non ho altr'arte, e tu me
la guasti”.
Il fabbro gonfiato, non sapendo rispondere, raccoglie le cose e torna al suo lavoro;
e se volle cantare, cantò di Tristano e di Lancelotto e lasciò stare il Dante [...].
Franco Sacchetti (1332-1400), Il Trecentonovelle, 1392-93 ca.

NOVELLA CXV
(Dante Allighieri, sentendo uno asinaio cantare il libro suo, e dire: arri; il percosse
dicendo: cotesto non vi miss'io; e lo rimanente come dice la novella. )

Ancora questa novella passata mi pigne a doverne dire un'altra del detto poeta, la
quale è breve, ed è bella. Andandosi un dí il detto Dante per suo diporto in alcuna
parte per la città di Firenze, e portando la gorgiera e la bracciaiuola, come allora si
facea per usanza, scontrò uno asinaio, il quale avea certe some di spazzatura
innanzi; il quale asinaio andava drieto agli asini, cantando il libro di Dante, e quando
avea cantato un pezzo, toccava l'asino, e diceva: “Arri”.
Scontrandosi Dante in costui, con la bracciaiuola li diede una grande batacchiata su
le spalle, dicendo: “Cotesto arri non vi miss'io”.
Colui non sapea né chi si fosse Dante, né per quello che gli desse; se non che tocca
gli asini forte, e pur: “Arri, arri”.
Quando fu un poco dilungato, si volge a Dante, cavandoli la lingua, e facendoli con la
mano la fica, dicendo: “Togli”.
Dante veduto costui, dice: “Io non ti darei una delle mie per cento delle tue”.
O dolci parole piene di filosofia! che sono molti che sarebbono corsi dietro
all'asinaio, e gridando e nabissando ancora tali che averebbono gittate le pietre; e
'l savio poeta confuse l'asinaio, avendo commendazione da qualunche intorno l'avea
udito, con cosí savia parola, la quale gittò contro a un sí vile uomo come fu
quell'asinaio.
Marchetto Cara,
Aer de capitoli (da
Frottole libro nono,
O. Petrucci, Venezia
1509; parte del
contralto omessa)
Le università nel Medioevo
con la data di fondazione
Padova, la cappella degli Scrovegni affrescata
da Giotto con le storie del Nuovo Testamento
(1303-05)
All‟inaugurazione fu eseguito un mottetto
politestuale in latino di Marchetto da Padova
Giotto, Il bacio
di Giuda
(Padova,
Cappella degli
Scrovegni)
Giotto,
Compianto sul
Cristo morto
(Padova,
Cappella degli
Scrovegni)
Bologna nel medioevo

(ricostruzione di Giovanni Merloni da Gina Fasoli, "Il Medioevo“,


su L'Emilia Romagna, Teti, Milano 1974)
Fenice fu‟ e vissi pura e morbida,
Ed or son trasmutat‟in una tortora,
A
Che vollo con amor per le belle ortora.

Arbor[e] secho [mai] n‟aqua torbida,


No‟ me deleta may per questo dubito. A
Va ne l‟astate l‟inverno vene subito.

Tal vissi e tal me vivo e posso scrivere B


C‟ha donna non è più chè honesta vivere.
Firenze nel „400
(1320/25-1362/63)
Francesco Landini ritratto nel Codice Squarcialupi Composizioni di Landini nel Codice Squarcialupi;
nelle ultime 3 righe la ballata Ecco la primavera
(I-Fl, Mediceo Palatino 87)
A Ripresa Echo la primavera a
che ’l cor fa rallegrare: b
tenp’è d’annamorare b
e star con lieta cera. a

B Piede No’ vegiam l’aria e ’l tenpo c


che pur chiam’ allegreça. d Francesco Landini,
B Piede In questo vago tempo c Ecco la primavera
ogni cosa à vagheça. d
ballata a 2 vv.
A Volta L’erbe con gran frescheça d
e fior coprono prati e
e gli alberi adornati e
son in simil manera. a

(A) Ripresa [Echo la primavera a


che ’l cor fa rallegrare: b
tenp’è d’annamorare b
e star con lieta cera.] a
Ars nova inglese
Rota inglese
Sumer is icumen in
1320 ca.
Rota inglese
Sumer is icumen in
1320 ca.

Testo:
“L‟estate sta per venire: canta
forte, cuculo!
Cresce il seme, fiorisce il
prato, il bosco rinverdisce;
canta forte, cuculo!”
Sumer is icumen in
trascrizione
Ascolti da Youtube

• Marchetto Cara, Nasce la speme mia, aer de capitoli:


http://www.simonemongelli.eu/index.php?option=com_content&view=arti
cle&id=19&Itemid=8&lang=it
• Jacopo da Bologna, Fenice fu, madrigale a 2 vv:
http://www.youtube.com/watch?v=a-FYwWFgesU (La Reverdie)
• Gherardello da Firenze, Tosto che l’alba, caccia a 3 vv:
http://www.youtube.com/watch?v=0dfP42sGIAQ (Ensemble Modo
Antiquo; scarsa qualità sonora)
• Francesco Landini, Ecco la primavera, ballata a 2 vv:
http://www.youtube.com/watch?v=z7OqXmOiL4U (Early Music Consort)
• Sumer is icumen in: http://www.youtube.com/watch?v=ZWWEHAswpFI
(Lumina Vocal Ensemble, Anna Pope dir)

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