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n
e
e...3iale ,. t op1ca -a~~ orosa e ._ e
._.,........... ~
",#'i .. ,
s a reve r_ass •
tici, al fine di docu men tare tali scar ti. Nella canz one Tegn
o-l d
/olleimpresa, ai vv. 35-37
la notte, s'aparisce,
come lo sol di giorno da splendore,
cos.{ I' aere sclarisce
Gui nizz elli rinv erdi sce un topo s hen noto alla trad izio ne occi
t:
nica, quello della dam a che risc hiar a il buio con la sua aura.
Per :
e
prim a volt a in.volgare, esso imp iega to da Cerc amo n, Quant
I' at
ra doussa s' amarzis ai vv. 21-2 2 «Qu an totz lo segles brun ezis , I c
lai on ylh es si resp lan» ; e fu pron tam ente ripre so da Ber nart
c
~Fru1,., ,.
;l~~. -,'.'. •,
_-. : ·. ·:r· : , ~ ....' \ :.
&;t<Y,
J.?r· / •· -~' · Introduzione
XXIX
i,,,.ti tri~a1~m.
.. ,~-.,.. .t, · . .
70, 3, Amors, enqu~•US preyara, vv. 34-37:
t1i-q~!£tescha.· bel e clara I qu 1 amors n es vas me dopt oza, I_c~r 5
1
J;i\t~i~ ilgot'a" I bel jorn e clarzis noih negra»; fra 1· trov1·er1, i1 topo s ap-
:rb::t:~
r~~-:;,~'t ··lrovesciato in Thib aut de Champagne (RS 1479), Define a'!'~' .
' ·:)Jz{s~ance et bonte1\ vv . 14-16 «De Ii a Deus le siecle enlumlp~,
;~~·qui avroit le plus biau jor d' este, ILes Ii seroit obscur de plain
;·,·:;;-9i;>\ :,l n Italia, la formula venne riproposta da Chia ro Dav a
liJ1lgioia el'alegranza, vv. 21-2 4 «che-lla ov:e fa aparenza Ilo_11~~' .~~:
(·:Jij:chiarire, Ie face il sol venire Ila ovunque n presenza »•.B~:-." e,
/o}c)' 2000 ricorda giustamente come la similitudine sia ben viva
che :nei versi iniziali di Vedut' o la lucente stel/a diana (son. 2),
~:}adonna eparagonata alla Stella «che appare men tre eanco ra
, . .~tte, producendo uno splendore del tutto simile (o superiore) a
§UiUo del s<?le». Riflettendo sul topos, non possono non venire in
til~iit.e le implicazioni mistiche del motive. Per fare un solo esem
.-
pf~Jra i molti possibili, si veda il secondo capitolo dell' Expositj.a
:sup¢r Apocalysim, attribuita a Hugues de Saint-Cher (morto µ¢1
{f ~q3): «Ite m stella sex radiis illuminat noctem et Chri stus s·exvit-:
tµiib us quasi sibi propriis ». Rispetto alle probabili f onti , Gµi~
1 . ce pero a intro durr e una variazione decisiva,
o
quan do si attar - ._
.,, .,.: a descrivere l'inv idia provata dal giorno, ormai defr auda
to del-
!r::i, ~\sua capacita di risch iarare le tenebre:
~tt:5,~·~-. -: : :_;_: ;\'. .
}{f:?f}ti onde 'l giorno ne port a grande I nveggia,
Yt:; ch'ei solo avea clarore,
ora la notte igualmente 'l pareggia
(vv. 38-40).
ifi:)' Anc he il topos del <<colpo» infer to da Amore, pres ente nei vv.
~;/.::-:i 1-17 di Tegno•l de /olle impresa:
:'.!}.•>::
..
. . :, : :
u Quest a canzo ne del «Re di Navar ra» (1201 -53)
vicne citata da Dante (De Vu/gem
E/oquentia, I IX) insieme a un testo di Girau t ~e Borneil e alla guiniz
zelliana Al cor gentil
(si veda quant o osserv ato nel paragrafo success1vo) .
·
' · ).
XXX
Luciano Rossi ;·J
trova riscontro nell ·
. \·?
_ }:
33 40 a citat a canzone d1. Thib
.
aut de Champagne (vv:.• _:~l
·
..
Li couz fu_granz, il ~e fet qu'enpirier; ~,
ne nous nu.res ne m en porroit saner
se cele non que le dart fist lande r .-
se de sa main i voloit adeser... ' .j
5. Guinizzelli in Dante.
'
E forse superfluo ricordare .come, nell'insieme della produzio-
ne dantesca, l'esempio guinizzelliano assuma un ruolo d'eccezio-
nale rilievo. Per limitarci ai luoghi in ·cui il rimat ore bolognese e·
/·
lntroduzione XXXIII
'I
~'i:>( va sottolineato due qualita: «primo quidem quad qui dulcius sub-
~itl: tiliusque poetati vulgariter sunt, hii familiares et domestici sui
~fK, sunt, puta Cynus Pistoriensis et amic:1s ~ius~>. Qui c'~ da notare
f/ che solo Cino e lo stesso Dante sono 1nd1cat1 a esemp10, e che al
ii(i: dulcius si affianca I' avverbio subtilius che Dante utilizzera (come
i~);'. , aggettivo) anche_ a ~roposito delle ri1;1e aspre. ~assando al Nord,
~::t·;;,- l'unica parlata g1ud1cata «ad laudabilem suav1tatem ... tempera-
-.; . ... •
1•Cfr. Jofre de Foxa, Reg/es de trobar, ed. Li ~ot_ti, ~- 1.8'. ?ove, tra i volgari d'arte,
ac-
canto a provenzale, francese, g~ego c catalano, s1 c1ta il c1c1/ta. .
u Imitate sia da Guinizzelli che dallo stesso Dante nclla Vita Nova,
•. .
18 1 3, Sf /ung,a-
··,. ii mente m' ha tenuto Amore.
. -
. .
•·' l
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XXXIV . ~~
Luciano Rossi ·, -'~
(I xv ) e
I'tam»
altezz~ dei 5 l qu~11a holognese, anche se essa non e ancora al- ·\1:J
-~
lontan atisi d:f g~e tllustre .. ~ra gli esempi di doctores illustres, al- •:'!
fra i holog n . ~~ gare 1?urucipale della loro citta, il «massimo», :.;~-
1
anche Guid esG 'h. P ! 0
rrio Gwdo Guinizzelli, ma vengono citati ·,
O ls,11er1, Fabruzzo e Onesto ' '· - --.•.
Q uando · · · · ·
. . . Pot. s1 tratte ra d~ far luce sull'eccelso grado delll) com- '-:i.j
posiz~one. poet1ca, excellenttssimus dopo i Provenzali e conside- ·1
rato, ra 1 Si~iliani, il solo Guido delle Colonne («iudex de Mes- ·.:)
jalia» ), ~a di pari valore egiudicato propri6 'Guinizzelli, mentre -~
a sta s1 concludera ancora con Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia : :)
e lo stesso Dant~ (II, vr, 6). . · i
Al~rett~nto .r~evanti e «canoniche» sono, pero, le citazioni per _:;1
cos{ dire «1mplic1te», ?alle rim; degli esordi, a quelle della Vita No- /!)
va, alle petrose, al qu1nto dell Inferno. In questa sede, non poten- ; ~-ij
do, ~er ovv~e r_a~io~ d'economia, analizzare ognuno c;lei p~ss~ so:
pra r1~or~at1, c1 limite~emo a conce~tr~e le Aostre osservaz1on1 sw \~i
1
{I
luoghi p1~ cont~ov~rs1 d:l Purgatono, 1n cw il nostro poeta svolge_
una funz1one d1 pnmo piano, ma sempre nel confronto con uno o ;t~J
.ii
piu enigmatici rivali: l'altro Guido, nel canto XI; un non meglio
precis ato Arnau t e l'ambiguo Que/ di Lemos{, nel XXVI.
<I
;:iJJ
Nella premonizione f atta da Oderisi da Gubb io al pellegrino-
poeta , nell'undicesimo canto, si afferma che un Guido avrebbe 'i
)I
tolto: a un suo omonimo - ma solo per un breve periodo - «la glo- ··'.i,I
ria ~e la lingua», salvo a dover a sua volta ceder le armi, secondo /j
una . prosp ettiva _di continua :iiternarsi _delle ~od~. ~~cond~. ~ico- -';j
ne 2000 e G~rn1 2_001, -~er c~tare solo 1contri buu p1_u rece~.,_t l sul- - •.,~l
l'argomento, il Gwdo p1u anttco sarebbe lo stesso Gwtto ne16 ~ men- ;fl
tre nel piu giovane (e aleatoriamente vittorioso) bisognere9be ri- -ii
conoscere Guinizzelli. Ma rileggiamo i versi che ci interess-ano: {~1
Credet te Cimabue ne la pittura /~~
tener lo campo, e ora ha Giotto il grido,
e
sf chc la fama di colui scura. ·
'-~
j
.:a~
/.~
"Stupis ce pcro che proprio _Gorni, che-piu d~ogni altr~ ~i ha resi sensib_ili al particola- -r~
re valore dell' intepretatio nomims, nel_la C~mmed,a, trascur1 il fatt~ ch~ Gu,~one. conscrva
sempre
lo
'b
t1 ecco 1
e Comunque una valenza pegg1orat1va, sulla quale del resto ii pr1mo a Jioruzzarc era
stesso maestro aretino. S1· leggano, £ra 1· moIt1· esemp1· che s1· potrcbbero addurre, il bat-
·ngarraiato dall'Aretino con Oncsto da Bologna, Credo savete hen, messer Onesto,
1 al Guitton~ . il propr10
e dichiara di. preferirc . grottcsco nome a que11 ·., bil d 1 (:!
o p1u no
.~ i,
~: qul eutore· 0 anche di Mastro Bandino (ed. Egidi, 153), Leal Guittone, nome none ve,- e.
~~
1mter
ten
• p ocJ'' dipcnde
creatura ,
,
v·
' Guittoro
nza di
, · er ')m da Guido.I.one positivo
'
.J
ne, dispreg1at1
. . vo (mcsso 1n
· (da un germaru·co *w,tan,· •in
'guidare'), si veda gia quanto osservato da G'1anfranco Fo1cna, in
. c.o1francone *w,'ht,
. reIaz1one
· d'mzzare
· ' e qwn
. L.mgUll__
· di anche
Nostra, XVII ,
~-I~
E cfr. Margueron 1966, p. 14, n. 7. -'cl-~
19.56 ' P. 29 . . c'~
.}}
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Introduzione XXXV