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L’EPOCA POST-UNITARIA E LE SFIDE DELLA MODERNITA’.

I primi governi dopo l’unità cercando di completare il processo di unificazione nazionale. Nel 1864 la capitale
del regno d’Italia si trasferì da Torino a Firenze, per poi avvicinarsi simbolicamente a Roma. L’Italia si allea con
la Prussia, per contrapporsi alla Francia di Napoleone III che difende il potere temporale della chiesa. Nel 1866
Prussia e Italia dichiarano guerra all’Austria, conclusa con la sconfitta dell’Italia ma con la vittoria dei prussiani,
che fecero guadagnare alla loro alleata il territorio del Veneto. Nel 1870 la Prussia invade la Francia
sconfiggendo Napoleone e conquistando Roma che diviene finalmente capitale. Da qui si crea un divario tra
stato italiano e mondo cattolico facendo scomunicare dal papa i re italiani e vieta ai fedeli cattolici di
partecipare alla vita politica. Si creano così gruppi segreti come la massoneria di pressione politica e di
reciproco aiuto, che riuscirono a unificare le leggi e l’economia del paese. L’unico problema ancora in gioco ora
è quello di fare gli italiani, cioè di conferire un’identità letteraria e culturale. Si aprì a lungo un dibattito sulla
questione della lingua durante il quale il governo incarica una commissione presieduta da Manzoni, per mettere
a punto questo problema. Nella relazione “Dell’unità della lingua e dei mezzi per recuperala”, Manzoni tratta del
fiorentino, il fiorentino vivente, parlato e adatto alle esigenze comunicative di quel tempo.
Intanto riscontriamo un forte divario tra nord (più sviluppato) e sud (meno sviluppato) cui seguono forti
rivendicazioni. Queste rivendicazioni favoriscono la vittoria della Sinistra con Depretis il quale poi per liberarsi
delle pressioni della Sinistra radicale si allea con la Destra moderata dando vita al trasformismo per liberarsi
dalle pressioni della sinistra più radicale. La sinistra cerca di coinvolgere in massa gli italiani. Si celebrano i
“padri della patria” e i momenti eroici della storia italiana, la borghesia imprenditoriale sostituisce
l’aristocrazia e si pone come guida del paese e ciò permette la crescita dei ceti medi: nascono le professioni
dell’ibero professionista, del funzionario e dell’impiegato che contribuisco a diffondere una specifica identità
cultura laica e patriottica e basata sull’esaltazione del lavoro. Inoltre, si assiste all’inurbamento delle grandi
classi di contadini e alla nascita del proletariato.

Contemporaneamente la Francia, con Luigi Filippo, vive un periodo di sviluppo socioeconomico e di vitalità
culturale che riposta Parigi al centro del panorama intellettuale europeo. Nascono così nuove poetiche che
servono a soddisfare i bisogni di consumo culturale e d’intrattenimento del nuovo pubblico di massa, tra cui il
nuovo romanzo d’appendice. ”. Chi si conformava alle aspettative maggioritarie e produceva testi ossequiosi del
senso comune aveva subito grande successo nelle editorie e nell’opinione pubblica.
Ma intanto, lo stile di vita parigino attira molti giovani (scapigliati), attratti da questo stile di vita disordinato,
ribelle e anticonformista: la cosiddetta bohème, vita zingaresca, caratterizzata da atteggiamenti di insofferenza
e disprezzo per la chiusura mentale e il conformismo borghese. I bohemiens amano lo scandalo, la
trasgressione, finendo nell’ autodistruzione per l’abuso di alcol e droghe, fattori che ritroviamo in “Scene della
vita di un bohème”. Nel romanzo di Goutier, invece, ritroviamo il concetto di autonomia dell’arte “l’arte per
l’arte”, che ha significato e valore per sé stessa e che non deve essere condizionata da niente e da nessuno. Il
poeta alle poetiche romantiche dell’espressione soggettiva sostituisce l’imperativo dell’oggettività , le sue poesie
mettono all’ordine del giorno il gusto della precisione descrittiva e dell’ardua cesellatura formale. Lo scrittore
intraprende una battaglia letteraria per la stesura di testi in un linguaggio complesso, simbolico e ricercato
fatto di rime rare e ricercate
Un’altra idea di poetica nasce da Charles Baudelaire che esalta le possibilità creative aperte dal conflitto tra gli
artisti e la società borghese portando avanti un senso di sregolatezza, infatti in una sua opera (“I fiori del male”)
impiega un’impeccabile finitura stilistica per rappresentare oggetti, situazioni, sentimenti che scandalizzano il
lettore perbenista. Egli dà voce ad uno stato d’animo inedito: lo spleen, un senso di malinconia per la perdita di
significato e di punti di riferimento nella vita spersonalizzata della metropoli moderna, si sentono navigare nel
vuoto. Il poeta stesso diventa maledetto e sbeffeggiato e la sua condizione è quella di incompreso dalla società.
Baudelaire si ispira all’americano E.A. Poe che scrive sulla scia del Gothic Novel inglese e della narrativa
fantastica di Hoffman creando la moderna letteratura dell’orrore. Su questa scia Baudelaire esplora la bellezza
del “bizzarro” e della suspence. Le sue scelte linguistiche sono caratterizzate da metafore e scelte lessicali
preziose ed elevate e termini bassi o crudamente realistici contro parole che esprimono relazioni segrete e
inspiegabili attraverso analogie.
Al contempo Gustave Flaubert rivoluziona la narrativa ponendosi all’incrocio tra tendenze prima contrapposte,
infatti, nel suo romanzo “Madame Bovary” disseziona l’universo sociale piccolo-borghese narrando il naufragio
di una donna inquieta, insoddisfatta della vita di provincia, che sfoga nell’adulterio le sue frustrazioni. È tutto
sorretto dal positivismo, lo stile di scrittura è rigorosamente oggettivo ed è notevole la ricerca sulle leggi
scientifiche che governano l’uomo e la natura. È proprio con Madame Bovary che si introduce il discorso
indiretto libero che sarà poi molto utilizzato da Verga.
Entrambi, Flaubert e Baudelaire, rivendicano la piena autonomia della ricerca artistica dalle norme e dai valori
della società , creando opere che non corrispondono ai gusti correnti, lavorando per creare un nuovo pubblico
libero dai vecchi pregiudizi e proiettandoci così nel fenomeno tipico della letteratura moderna.

Accanto allo sviluppo della letteratura scapigliata vi è lo slancio agli orientamenti positivisti con il biologo e
naturalista inglese Charles Darwin che riesce, tramite le sue ricerche, a dimostrare che la natura è governata
dalla lotta per l’esistenza tra specie diverse che causa una selezione naturale grazie a cui sopravvivono solo gli
organismi più adatti all’ambiente in cui vivono. Spiega anche, che mediante la teoria dell’evoluzione, risulta che
il genere umano è un prodotto di questi meccanismi naturali.
Tutta questa metodologia e le ipotesi della scienza positivista vengono traspostati da É mile Zola nei
procedimenti narrativi e stilistici del suo ciclo di romanzi. Egli lancia la tendenza letteraria del naturalismo,
che si sforza di descrivere il mondo sociale con la stessa oggettività con cui la storia naturale descrive quello
animale, vegetale e minerale. Zola affronta ogni aspetto della vita sociale, ma da grande spazio alle conseguenze
più atroci della moderna organizzazione capitalista e liberale, rappresentando la degenerazione fisica e morale
degli sfruttati. Zola inoltre ritiene che i suoi “romanzi sperimentali”come “Les Rougon-Macquart” siano anche
uno strumento per analizzare e correggere le storture sociali, ottenendo un notevole successo del pubblico e
facendo affermare i suoi romanzi come punto di riferimento per una nuova generazione di scrittori in Europa. Il
romanzo sperimentale consiste nel partire dall’osservazione minuta dei fenomeni psicologici e sociali ed
elaborare un’ipotesi interpretativa e realizzarne una verifica sperimentale che consiste nel studiarne la
concatenazione. Sulla base del romanzo naturalista di Zola, Verga delineerà i tratti della narrativa verista

in Italia il risorgimento diventa un modello da tramandare alle nuove generazioni e il panorama editoriale è
inondato della produzione memorialistica con i volontari garibaldini e i dirigenti politici che volevano
raccontare l’esperienza di quel periodo storico ormai chiuso attraverso un linguaggio che potesse rendere e
trasmettere l’emozione di chi ha vissuto quell’avventura lontana, Il cambiamento del sistema politico muta la
condizione sociale degli intellettuali, sanando la frattura con il loro mondo del potere e delle istituzioni
pubbliche. Lo sviluppo impresso all’insegnamento pubblico apre nuovi spazi di lavoro per gli intellettuali privi
di rendita che, grazie allo stipendio dello stato, possono dedicarsi solo allo studio e alla ricerca senza più
dipendere dal mercato editoriale. Anche le donne le ritroviamo relegate nei ruoli meno prestigiosi come
scrittrici di romanzi da intrattenimento o maestre elementari, al contrario degli uomini che occupavano
cattedre di università o licei. Anche gli scrittori entrarono nel sistema dell’insegnamento superiore facendo
nascere la figura del poeta-professore che troviamo in Giosuè Carducci a Bologna, l’antica città universitaria che
grazie a lui acquista rilievo come centro culturale e dell’editoria.
Anche in Italia lo sviluppo culturale dell’editoria pone gli autori di fronte al dilemma tra autonomia e mercato,
così inizia a formarsi un ambiente di intellettuali che vivono alla giornata, praticano una creatività ribelle e
disordinata e rivendicano provocatoriamente i comportamenti più eccessivi e anticonformisti, gli scapigliati. Il
romanzo “La scapigliatura e il 6 febbraio” di Cletto Arrighi li ritrae come una bizzarra casta a parte, creativa e
squattrinata, serbatoio del disordine, dello spirito di rivolta e di opposizione a tutti gli ordini stabiliti. Questa
scapigliatura di Arrighi traduce in un vocabolo e in un contesto italiano la bohème parigina resa celebre da
Murger. Il panorama letterario dei primi due decenni postunitari è molto variegato ma la letteratura diventa
uno dei pochi tratti comuni e condivisi di una nazione eterogenea. Nell’ambito poetico la scapigliatura si
diffonde rapidamente e i poeti come Emilio Praga e Arrigo Boito restano folgorati dall’opera i Fiori del Male di
Baudelaire e creano una poesia volta allo scandalo e alla provocazione con una forte polemica contro la società
borghese dominata dal denaro e dalla violenza blasfema, l’io poetante esprime in questi testi un vuoto interiore
e un disgusto esistenziale in termini tipicamente baudeleriani: inserisce materia che fino a quel momento non
era mai stata poetica come l’irruzione del brutto, il macabro e l’orrido, l’empio e il malsano.
Nel frattempo l’industria editoriale è in grande espansione e punta soprattutto sul romanzo. La figura del
romanziere viene quindi a delinearsi contratti più ampi avvicinandosi a quella del giornalista. Lo stile del
romanzo si svecchia e si predilige un lessico più moderno e una sintassi più semplice con l’obiettivo di far
arrivare questo romanzo a un pubblico di lettori molto ampio e che potesse catturare gusti dei lettori. Dunque
la narrativa di consumo e intrattenimento si stacca sempre di più da quella ambiziosa e di elite. Il pubblico
popolare può infatti scegliere tra diversi tipi di romanzi che spaziano tra vari generi: romanzo d’avventura,
giallo, fantascienza, soprannaturale. Possiamo distinguere diversi filoni romanzeschi

 LETTERATURA FEMMINILE: la scolarizzazione femminile aveva permesso alle donne di accedere non
solo ai ruoli di scrittrici ma anche a quelli di lettrici, si sviluppano quindi dei generi dedicati alle donne,
come il romanzo rosa, di carattere sentimentale e che narrano sesso in maniera drammatica le
condizioni di vita di una protagonista femminile, il matrimonio le passioni d’amore. nascono i feuilleton
con protagoniste femminili.
 LETTERATURA PER L’INFANZIA: con la scolarizzazione anche i bambini e gli adolescenti diventano un
pubblico da conquistare, nasce quindi il genere della letteratura per l’infanzia con Edmondo de Amicis
che scrive “Cuore” un libro che è diventato di lettura scolastica per eccellenza e racconta la storia di un
anno di scuola elementare a Torino attraverso il diario di un allievo di estrazione medio - borghese.
Altro esponente della letteratura per l’infanzia fu anche il fiorentino Carlo Collodi con “Le avventure di
Pinocchio” che immerge il lettore giovane in un incantato e variopinto universo fantastico congeniale
alla fantasia e alla capacità di immaginazione del bambino/ragazzo. La letteratura per l’infanzia diventa
una sinesi tra il genere adulto realistico del romanzo di formazione e quello infantile fantastico della
favola popolata da animali fantastici, fate, mostri, incantesimi. I romanzi prevedono una fusioni inoltre
di situazioni tipiche del gothic novel, di elementi biblici, miti e leggende popolari.
 ROMANZO SCAPIGLIATO: sulla scia della poesia della Scapigliatura, sulla scena letteraria si affacciano
scrittori come Carlo Boito, Carlo Dossi, Igino Ugo che esplorano i territori del morbos, del perverso e del
fantastico sviluppando il versane più irrazionale del romanticismo. Si esplorano inoltre le zone più
recondite della psiche dando ai romanzi una trama perturbante e spesso inquietante. Il romanzo
scapigliato si ispira alla letteratura americana di Poe e alla narrativa fantastica di Hoffmann
 ROMANZO VERISTA: sulla scia delle teoria positiviste ed evoluzionistiche di Darwin si sviluppa il
romanzo verista che nasce però soprattutto dall’ispirazione di Capuana e Verga del romanzo naturalista
di Zola da cui traggono i risultati più incisivi del nuovo orientamento realista. In esso si propugna la
rappresentazione narrativa di “documenti” umani condotta con un metodo impersonale scientifico.
Inizialmente il romanzo veriste non riscuote molto successo in quanto il grande pubblico è disorientato
da tali novità letterarie ma successivamente molti furono gli scrittori che si dedicano a scoprire le
variegate realtà regionali e gli squilibri sociali dell’Italia dando vita a diverse forme di verismo
regionale.

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