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Glossario figure retoriche e termini letterari

Alliterazione: Ripetizione degli stessi fonemi (suoni) all’inizio di due o più parole o all’interno di esse.

Es. Il tuo trillo sembra la brina (Pascoli)

Anàfora: figura retorica che consiste nella ripetizione di una o più parole all’inizio di frasi o versi successivi.

Es. Piove sulle tamerici / salmastre ed arse, / piove sui pini / scagliosi ed irti, / piove sui mirti / divini (D’annunzio)

Antitesi: accostamento di due termini o espressioni di senso opposto, eventualmente tramite la negazione.

Es. Non fronda verde, ma di color fosco (Dante). → anche ossimoro.

Antonomasia: figura retorica che consiste nel sostituire un nome comune con uno proprio o viceversa.

Es. Carneade per sconosciuto; il segretario fiorentino per Machiavelli.

Armonia imitativa (o onomatopèa): figura retorica con cui si imitano rumori, suoni, gridi di animali ecc.

Es: guizzò un raggio, soffiò su gli ulivi; / virb disse una rondine; e fu / giorno;… il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò rimbalzò, rotolò cupo (Pascoli)

Chiasmo: figura sintattica consistente nella disposizione incrociata di due termini o di due proposizioni.

Es: Siena mi fe’, disfecemi Maremma (Dante); Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori (Ariosto); Trema un ricordo nel
ricolmo secchio, / nel puro cerchio un’immagine ride (Montale). In tutti i casi il rapporto fra i primi due elementi (A-
B) è ripreso e rovesciato nei successivi (B’-A’).

Enjambement: termine francese con cui si indica il prolungamento di un verso su quello seguente (oltre la pausa di
fine verso) Es. Ma sedendo e mirando, interinati / spazi di là da quella, e sovrumani / silenzi, e profondissima quiete
(Leopardi). Nel Cinquecento il fenomeno era chiamato inarcatura.

Eufemismo: figura di pensiero con cui si attenua o si addolcisce un’espressione troppo crude o inopportuna. Es.: è
passato a miglior vita (per non dire “è morto”).

Figura etimologica: uso di due parole ravvicinate che hanno la stessa radice. Es.: Vivere la vita.

Inversione: spostamento dell’ordine sintattico degli elementi della frase (soggetto, predicato e complementi) allo
scopo di rimarcare quello anteposto. Es.: Dolce e chiara è la notte e senza vento (Leopardi).

Ipèrbole: figura logica dell’esagerazione. Es.: È un secolo che non ci vediamo.

Litote: figura di pensiero che consiste nell’affermare un concetto in forma attenuata, per esempio negando il suo
contrario.

Es.: Non è un vigliacco (=è coraggioso); Non credo che la sua madre più m’ami (Dante); Don Abbondio non era nato
con un cuori di leone (Manzoni).

Metafora: figura semantica per cui si opera un trasferimento di senso da un termine proprio per un altro, legato al
primo da un fattore di equivalenza.

Es.: capelli d’oro: la metafora è possibile perché i due campi semantici relativi a capelli e oro hanno un termine
comune, precisamente il colore biondo: giallo. Tradizionalmente la metafora è considerata una similitudine
abbreviata: capelli biondi come l’oro. Per esempio, dalla similitudine motivata Il mio amore brucia come una
fiamma possono derivare le seguenti metafore: Il mio amore è una fiamma ardente, il mio amore è una fiamma, la
mia ardente fiamma, la mia fiamma.

Metonimia: figura di trasferimento semantico basato sulla contiguità logica e/o materiale fra il termine proprio e
quello traslato. I casi in cui si verifica la figura sono i seguenti: a, la causa per l’effetto: Vive del suo lavoro
(propriamente: con i guadagni procurati dal lavoro); b, l’effetto per la causa: Talor lasciando le sudate carte
(Leopardi), = gli studi che fanno sudare sui libri; c, la materia per l’oggetto: Marmo per statua; d, il contenente per il
contenuto: Bere una bottiglia; e, il mezzo al posto della persona: Lingua mortal non dice (Leopardi); f. l’autore per
l’opera: Ho visto un Caravaggio stupendo; g, l’astratto per il concreto: Sfuggire alla sorveglianza; h, il concreto per
l’astratto: Avere del fegato.

Ossimoro (anche ossimòro): forma di antitesi immediata, che consiste nell’accostamento di due termini di
significato opposto.

Es.: Silenzio urlante, oscura evidenza, tacito tumulto (Pascoli).

Paronomasia: figura morfologica che nasce dall’accostamento di due parole di suono affine.

Es.: Tra gli scoglio parlotta la maretta (Montale). Può essere considerata un’alliterazione insistita.

Perifrasi (o circonlocuzione): figura consistente nell’indicare una persona o una cosa attraverso un giro di parole.

Es.: La gloria di colui che tutto muove (Dante)

Simbolo: immagine deputata a rappresentare con evidenza un concetto astratto: l’acqua è simbolo della purezza,
del battesimo; la fiamma è simbolo della passione, il ferro della durezza ecc. Il significato dei simboli è solo in parte
codificato, dipendendo da diversi fattori culturali e letterari. I simboli personali degli scrittori (si pensi al “nido” della
poesia Pascoliana) possono avere un’origine inconscia, studiata dalla psicocritica e dalla critica simbolica,
archetipica e psicanalista.

Sinèddoche: come la metonimia (che secondo alcuni la comprenderebbe) è una figura semantica che verte sul
trasferimento di significato da una parola ad un’altra, in basse a una relazione di contiguità. La sineddoche
rappresenta: 1, la parte per il tutto (vela per nave); 2, il tutto per la parte (pelliccia di visone per fatta di pelle di
visone); 3, il genere per la specie (felino per gatto); 4, la specie per il genere (pane per cibo); 5, il singolare per il
plurale (L’italiano è romantico per indicare una caratteristica di tutti gli italiani); 6, il plurale per il singolare (ha
licenziato la servitù =la cameriera).

Sinestesia: particolare forma di metafora in cui si associano parole appartenenti a campi sensoriali diversi. Es.: Là,
voci di tenebra azzurra (Pascoli); pigolio di stelle (Pascoli); urlo nero della madre (Quasimodo); fredde luci parlano
(Montale).

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