Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Cosa sono le figure retoriche? Quante ce ne sono? Come distinguerle all'interno di una poesia? Ve le
elenchiamo tutte!
Qui di seguito trovate un elenco di tutte le figure retoriche inserite in ordine alfabetico per
nome; con spiegazione ed esempi con frasi riportate nel riquadro subito sotto di esse. Vi
consigliamo fortemente di leggere l'appunto dall'inizio alla fine nel caso in cui vi sia stata
assegnata l'analisi del testo di una poesia o di un poema, perché le figure retoriche sono tante,
ma una volta appreso la funzione di ognuna sarà un gioco da ragazzi individuarle anche nei
testi più complessi. Conoscere le figure retoriche vi permetterà anche di comprendere al meglio
un testo ed eseguire parafrasi più efficienti.
Allitterazione è una figura retorica che consiste nella ripetizione di lettere, sillabe o suoni
uguali o affini all'inizio di parole vicine o anche al loro interno, al fine di ottenere particolare
effetti espressivi. Nell'esempio una ripetizione a breve distanza delle consonanti r e d.
ESEMPIO:
Anacoluto è un costrutto sintattico irregolare, in cui l'elemento iniziale di una frase rimane
sospeso, senza appoggio sintattico negli elementi successivi. Può essere usato da un autore per
particolare scopi espressivi.
ESEMPIO:
Anafora è una ripetizione di una o più parole all'inizio della frase o del verso successivi.
ESEMPIO:
Analogia è una relazione di somiglianza, creata dalla fantasia tra due oggetti o situazioni che
in sé non hanno rapporto, senza l'utilizzo del "come".
ESEMPIO:
Antonomasia è una figura retorica che fa uso di un nome comune al posto di un nome
proprio.
ESEMPIO:
Apocope è la caduta di una vocale finale o di una sillaba al termine di una parola.
ESEMPIO:
Aposiopesi (o reticenza o sospensione): è una figura retorica che consiste nella sospensione
ad arte del discorso in modo da accennare in modo non esplicito a ciò che si tace.
ESEMPIO:
E questo padre Cristoforo, so da certi ragguagli che è un uomo che non ha tutta quella prudenza,
tutti quei riguardi...
(Manzoni, I promessi sposi)
Apostrofe è una figura retorica che consiste nel rivolgersi direttamente e con enfasi a un
interlocutore reale o fittizio, producendo un brusco cambiamento di tono.
ESEMPIO:
Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie,
ma bordello!
(Dante Alighieri, La Divina Commedia, Purgatorio, Canto VI)
Assonanza è un accostamento di parole con sillabe finali uguali, ma solo per quanto riguarda
le vocali (le consonanze sono diverse).
ESEMPIO:
Cesura dal latino taglio indica la pausa metrica all'interno di un verso, pausa che suddivide il
verso in due emistichi (mezzi versi) differenti.
ESEMPIO:
Chiasmo è una disposizione incrociata di elementi coordinati della frase, con schema ABBA.
ESEMPIO:
Consonanza è una figura retorica affine alla rima e all'assonanza, ma senza che tra le
terminazioni delle parole vi sia completa omofonia: si ripetono infatti i medesimi suoni
consonantici, mutando però le vocali.
ESEMPIO:
Dialefe è la fusione in un’unica sillaba della vocale finale di una parola con quella iniziale
della parola successiva.
ESEMPIO:
voi ch’ascoltate..
Domanda retorica (o interrogativa retorica) è una domanda fittizia la cui risposta è già
implicita nella domanda stessa; si pone per coinvolgere o sollecitare emotivamente
l'interlocutore.
ESEMPIO:
Ellissi è una soppressione di elementi della frase, ricavabili comunque dal contegno logico o
sintattico; è di uso frequente, come quando alla domanda "come Stai?" si risponde "bene!"
(evitando la ripetizione del predicato verbale "sto").
ESEMPIO:
Enallage si ha quando si usa una parte del discorso invece di un’altra (sostituzione di avverbio
con aggettivo, di un nome con un verbo).
ESEMPIO:
Endiadi è una figura retorica che usa due o più termini coordinati per esprimere un unico
concetto.
ESEMPIO:
Enfasi è una figura retorica che serve ad accentuare e a mettere in risalto una parola o una
frase.
ESEMPIO:
Epifora (o epistrofe) consiste nella ripetizione di una o più parole alla fine di versi successivi.
ESEMPIO:
Figura etimologica è l'accostamento di parole con la stessa radice, usata per evidenziare il
concetto espresso.
ESEMPIO:
Histeron proteron è una figura retorica che che consiste nel dire per prima la cosa avvenuta
per ultima.
ESEMPIO:
usciamo, muoviti!
Moriamo e lanciamoci in mezzo alle armi.
il divino del pian silenzio verde (l'aggettivo verde è accostato a silenzio anziché a piano);
le mani avide del vecchio (invece che le mani dell'avido vecchio).
Iperbato è una figura retorica che prevede un allontanamento di una parola da un'altra alla
quale dovrebbe essere vicina.
ESEMPIO:
Litote è una figura retorica che consiste in un'affermazione attenuata, ottenuta negando
il contrario di ciò che si vuole affermare.
ESEMPIO:
Don Abbondio non era nato con un cuore di leone (Cioè, il don Don Abbondio di Manzoni era un
fifone).
Metafora è una figura retorica che consiste in un trasferimento di significato tra due termini
legati comunque da un rapporto di affinità o somiglianza. Si distingue dalla similitudine per
l'assenza di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali ("come").
ESEMPIO:
Sei un leone!
Metonimia è una figura retorica che consiste in un trasferimento di significato tra due
termini che a differenza della metafora appartengono comunque allo stesso campo semantico.
Omoteleuto è la ripetizione di sillabe uguali o molto simili alla fine di più parole della stessa
frase (= rima).
ESEMPIO:
Onomatopea è una figura retorica che consiste nell'impiego di parole il cui suono imita,
riproduce o suggerisce un oggetto o un'azione. Tipiche parole onomatopeiche della lingua
italiana sono il verso degli animali.
ESEMPIO:
chicchiricchì
bau bau
Ossimoro è un accostamento paradossale di termini di senso opposto. La coesistenza dei
contrari giunge inaspettata e produce perciò stupore in chi legge.
ESEMPIO:
dolce amarezza,
vita mortale
Paranomasia è l'accostamento di due parole simili nel suono, ma non nel significato.
ESEMPIO:
compagna, accompagna;
traduttore, traditore.
Perifrasi consiste nell'indicare una cosa o una persona ricorrendo a un giro di parole anziché
al nome proprio di essa.
ESEMPIO:
"è mancato all'affetto dei suoi cari" per dire "è morto".
"re de l'universo" per indicare "Dio".
Personificazione è una figura retorica che consiste nella personificazione di concetti o entità
astratte come la pace, la giustizia, la vendetta, ecc.
ESEMPIO:
e a me che me ne importa.
amore, amare
io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.
ESEMPIO:
Non ti dico cosa mi è successo... (e invece lo dico lo stesso).
ESEMPIO:
«Quello che volevo dire è questo, che..»
Similitudine è una figura retorica che consiste nell'istituire un paragone esplicito fra due
realtà legate fra loro da rapporti di affinità, somiglianza ecc. nelle sue forme più semplici è
largamente usata anche nel linguaggio comune.
ESEMPIO:
Sinalefe è la fusione in una sola parola della sillaba finale della precedente con quella iniziale
della successiva.
ESEMPIO:
Sinestesia è una figura retorica che consiste nell'associare in un unica espressione parole o
immagini riferite a sfere sensoriali differenti.
ESEMPIO:
Zeugma: quando due o più complementi o parti della frase dipendono da un solo verbo ad un
verbo, che dovrebbe riferirsi solo ad uno di essi.
ESEMPIO: