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Le figure retoriche sono “artifici”, ossia modi particolari di servirsi delle parole,
che si allontanano dal normale uso linguistico e grammaticale.
Esempi:
Di me medesimo meco mi vergogno (Francesco Petrarca)
Fresche come il fruscio che fan le foglie (Gabriele D’Annunzio)
Esempi:
Ad agosto, moglie mia non ti conosco.
Piove sui nostri volti silvani (G. D’Annunzio).
Esempi:
Séra e dùro
Tra gli scogli parlòtta la marétta (E. Montale)
Esempi:
… Nei campi / c’è un breve gre-gre di ranelle; Don… Don… E mi dicono, Dormi!
(G. Pascoli).
Esempi:
Ch’i’ fui per ritornar più volte volto (Dante Alighieri).
Figure retoriche di posizione
Esempi:
Per me si va nella città dolente,
per me si va nell’eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente (Dante Alighieri).
Epifora = Ripetizione di una o più parole alla fine di versi successivi. Il contrario è
l’anafora.
Esempi:
E mi dicono, Dormi!
Mi cantano, Dormi! Sussurrano
Dormi! bisbigliano, Dormi! (G. Pascoli)
Esempi:
Odi greggi belar, muggire armenti (G. Leopardi) (greggi/armenti –
belar/muggire)
Esempi:
La terra ansante, livida, in tumulto;
il cielo ingombro, tacito, disfatto (G. Pascoli)
Iperbato = Rovesciamento dell’ordine sintattico della frase.
Esempi:
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella (G. Leopardi)
(La vecchierella siede con le vicine sulla scala a filare)
Esempi:
Cred’io ch’ei credette ch’io credessi (Dante)
Esempi:
e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni,
e la presente
e viva, e il suon di lei (G. Leopardi)
Figure retoriche di significato
Esempi:
Il contadino ribatte le porche con sua marra paziente (G. Pascoli)
(Paziente è da riferire al contadino)
Esempi:
Col suo primo sorriso, onde non tacque (U. Foscolo)
Esempi:
La causa per l’effetto: ma negli orecchi mi percosse un duolo (= un grido
prodotto da una sensazione di dolore) (Dante).
L’effetto per la causa: talor lasciando le sudate carte (= i libri che mi facevano
sudare per la fatica) (G. Leopardi).
La materia per l’oggetto fatto con essa: legno per “carrozza” o per “nave”.
Il contenente per il contenuto: bevo un bicchiere (=la quantità contenuta in un
bicchiere).
L’autore dell’opera invece dell’opera: leggere Dante (= la Divina
Commedia di Dante).
Il mezzo o lo strumento invece della persona che lo usa o della cosa da
esso prodotta: essere una buona forchetta (=un buongustaio); essere il primo
violino dell’orchestra (=il primo suonatore di violino).
Il concreto per l’astratto: avere fegato (=coraggio).
Ossimoro = Accostamento di due parole di significato opposto.
Esempi:
Laudata sii per il tuo viso di perla, o Sera. (G. D’Annunzio).
Esempi:
Esempi:
la parte per il tutto: all’orizzonte apparve una vela (=una nave);
il tutto per la parte: il mondo (=gli uomini) non mi capisce;
il singolare per il plurale e viceversa: l’inglese (=gli inglesi) è molto più
sportivo dell’italiano (=degli italiani);
il genere per la specie e viceversa: il felino (=la tigre) fece un grande
balzò e sparì
Esempi:
Odore di fragole rosse (G. Pascoli)