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FIGURE RETORICHE

Le figure retoriche sono “artifici”, ossia modi particolari di servirsi delle parole,
che si allontanano dal normale uso linguistico e grammaticale.

La loro funzione è quella di comunicare una particolare carica emotiva che


incrementi il senso del messaggio, cioè servono a dare valore CONNOTATIVO alle
parole o alle frasi.

Le figure retoriche sono distinte in:

– figure retoriche di SUONO:

allitterazione, assonanza, consonanza, omoteleuto, onomatopèa,


paranomàsia;

– figure retoriche di POSIZIONE:

anafora, epifora, anàstrofe, asindeto, chiasmo, climax, iperbato, poliptoto,


polisindeto;

– figure retoriche di SIGNIFICATO:

ipallage, iperbole, litote,


metafora, metonimia, ossimoro, personificazione, similitudine, sineddoche,
sinestesia.
Figure retoriche di suono

Allitterazione = Ripetizione di una lettera (suono) o di un gruppo di lettere


all’inizio o all’interno di più parole.

Esempi:
Di me medesimo meco mi vergogno (Francesco Petrarca)
Fresche come il fruscio che fan le foglie (Gabriele D’Annunzio)

Assonanza = Presenza delle stesse vocali, ma diverse consonanti, nella parte


finale (dalla sillaba tonica in poi) di due parole.

Esempi:
Ad agosto, moglie mia non ti conosco.
Piove sui nostri volti silvani (G. D’Annunzio).

Consonanza = Presenza delle stesse consonanti, ma diverse vocali, nella parte


finale (dalla sillaba tonica in poi) di due parole.

Esempi:
Séra e dùro
Tra gli scogli parlòtta la marétta (E. Montale)

Omoteleuto = Quando due parole vicine terminano allo stesso modo.


Esempi:
…Ma sedendo e mirando interminati spazi (G. Leopardi).

Onomatopèa = Parola o frase che riproduce il suono o il rumore di una cosa o il


verso di un animale.

Esempi:
… Nei campi / c’è un breve gre-gre di ranelle; Don… Don… E mi dicono, Dormi!
(G. Pascoli).

Paranomàsia = Accostamento di due parole che presentano suoni simili ma


significato diverso.

Esempi:
Ch’i’ fui per ritornar più volte volto (Dante Alighieri).
Figure retoriche di posizione

Anafora = Ripetizione di una o più parole all’inizio di versi successivi. Il contrario


è l’epifora.

Esempi:
Per me si va nella città dolente,
per me si va nell’eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente (Dante Alighieri).

Epifora = Ripetizione di una o più parole alla fine di versi successivi. Il contrario è
l’anafora.

Esempi:
E mi dicono, Dormi!
Mi cantano, Dormi! Sussurrano
Dormi! bisbigliano, Dormi! (G. Pascoli)

Anàstrofe = Inversione di due parole rispetto all’ordine consueto.


Esempi:
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Provvidenza (E. Montale)

Asindeto = Accostamento di parole senza l’uso di congiunzione.


Esempi:
facce volpine stupide beate (C. Sbarbaro)

Chiasmo = Disposizione incrociata (X) di due parole o di due gruppi di parole di


una frase.

Esempi:
Odi greggi belar, muggire armenti (G. Leopardi) (greggi/armenti –
belar/muggire)

Climax = Successione di parole o frasi (di solito 3) in ordine di progressiva


intensità (climax ascendente) o di attenuazione (climax discendente).

Esempi:
La terra ansante, livida, in tumulto;
il cielo ingombro, tacito, disfatto (G. Pascoli)
Iperbato = Rovesciamento dell’ordine sintattico della frase.
Esempi:
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella (G. Leopardi)
(La vecchierella siede con le vicine sulla scala a filare)

Poliptoto = Ripetizione di un termine in forme morfo-sintattiche diverse

Esempi:
Cred’io ch’ei credette ch’io credessi (Dante)

Polisindeto = Coordinazione caratterizzata dalla ripetizione della medesima


congiunzione.

Esempi:
e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni,
e la presente
e viva, e il suon di lei (G. Leopardi)
Figure retoriche di significato

Ipallage = Attribuzione a un termine di qualcosa che logicamente spetterebbe a


un altro termine vicino.

Esempi:
Il contadino ribatte le porche con sua marra paziente (G. Pascoli)
(Paziente è da riferire al contadino)

Iperbole = Esagerazione per eccesso o per difetto.


Esempi:
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale. (E. Montale)

Litote = Affermazione di un concetto negando il contrario.

Esempi:
Col suo primo sorriso, onde non tacque (U. Foscolo)

Metafora = Sostituzione di una parola con un’altra, legata alla prima da un


rapporto di somiglianza.

Esempi: Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade. (G. Ungaretti)

Metonimia = Sostituzione di un termine con un altro che abbia con il primo


rapporti di affinità logica/qualitativa.

Esempi:
La causa per l’effetto: ma negli orecchi mi percosse un duolo (= un grido
prodotto da una sensazione di dolore) (Dante).
L’effetto per la causa: talor lasciando le sudate carte (= i libri che mi facevano
sudare per la fatica) (G. Leopardi).
La materia per l’oggetto fatto con essa: legno per “carrozza” o per “nave”.
Il contenente per il contenuto: bevo un bicchiere (=la quantità contenuta in un
bicchiere).
L’autore dell’opera invece dell’opera: leggere Dante (= la Divina
Commedia di Dante).
Il mezzo o lo strumento invece della persona che lo usa o della cosa da
esso prodotta: essere una buona forchetta (=un buongustaio); essere il primo
violino dell’orchestra (=il primo suonatore di violino).
Il concreto per l’astratto: avere fegato (=coraggio).
Ossimoro = Accostamento di due parole di significato opposto.

Esempi: bianca bianca nel tacito tumulto (G. Pascoli)

Personificazione = Attribuzione di caratteristiche umane a oggetti inanimati o


animali.

Esempi:
Laudata sii per il tuo viso di perla, o Sera. (G. D’Annunzio).

Similitudine = Collegamento esplicito tra due termini con l’uso di avverbi o


locuzioni (così…come; tale …quale).

Esempi:

…Come son rimasta! Come l’aratro in mezzo alla maggese

Sineddoche Sostituzione di un termine con un altro che abbia con il primo


rapporti di affinità logica/quantitativa.

Esempi:
la parte per il tutto: all’orizzonte apparve una vela (=una nave);
il tutto per la parte: il mondo (=gli uomini) non mi capisce;
il singolare per il plurale e viceversa: l’inglese (=gli inglesi) è molto più
sportivo dell’italiano (=degli italiani);
il genere per la specie e viceversa: il felino (=la tigre) fece un grande
balzò e sparì

Sinestesia = Accostamento di due termini che si riferiscono a campi sensoriali


diversi.

Esempi:
Odore di fragole rosse (G. Pascoli)

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